Inquinamento Atmosferico: Danni alla Salute dell’Uomo e Costi Sociali∗. Cinzia Di Novi† Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive 8 novembre 2007 1 Introduzione Sebbene gli studi epidemiologici riservino ancora incertezze, la letteratura è concorde nel considerare che a molti agenti inquinanti sono associati effetti negativi sulla salute umana. Tali effetti possono avere importanti ripercussioni economiche: possono condurre a perdita di produttività e profitti per le imprese e possono risultare in perdite di reddito per gli individui. La rimozione dei rischi necessita di un intervento da parte dei governi attraverso politiche di regolamentazione. Tuttavia, spesso le politiche di regolamentazione si fondano sulla stima dei danni economici causati dall’inquinamento e assegnare un valore economico ai danni sanitari derivanti da un innalzamento del livello di inquinanti appare un compito piuttosto complesso. Innanzitutto occorre quantificare esattamente l’estensione del danno considerando che esistono soggetti particolarmente “vulnerabili” all’inquinamento (anziani, bambini, soggetti con suscettibilità acquisita come i soggetti affetti da malattie respiratorie e cardiovascolari o i soggetti con suscettibilità su base genetica) e che l’effetto dell’inquinamento può essere facilmente correlato all’influenza ∗ Estratto da: C. Di Novi (2007), ”From Theory to Implementation of the Best Policy Instrument to Protect Human Health: a Brief Overview”, mimeo. † e-mail: [email protected] 1 di altri fattori confondenti di tipo socio-demografico quali prevenzione e stile di vita individuale con i quali esso si combina compromettendo l’affidabilità e la correttezza della stima dei coefficienti1 . Una volta che l’impatto fisico dell’inquinamento è stato determinato occorre attribuire ad esso un valore monetario. Tuttavia i metodi utilizzati per stimare il valore economico del danno sanitario sono spesso rudimentali ed i valori ottenuti risultano essere fortemente correlati all’approccio utilizzato con conseguente creazione di ulteriore incertezza. [... valuing health is obviously controversial because each person may place a different value on health. The problem facing society with pollution control is that we must make decisions that are not specific to each person but rather apply to us all. It is therefore not surprising that there is such controversy about picking a single value for health...] (Mendelsohn, 2002). Gli studi epidemiologici hanno assunto un ruolo centrale nella determinazione dell’estensione del danno fisico legato all’esposizione a fonti di inquinamento, essi hanno rappresentato la base scientifica per verificare l’esistenza degli effetti sulla salute dell’inquinamento e per quantificare tali effetti .Ciò avviene attraverso la costruzione di funzioni dose-risposta; con riferimento ad Ostro (1994): dHi = b · P OPi · dA (1) dove dHi indica la variazione dei rischi sanitari della popolazione esposta a fonti di inquinamento (ossia la variazione del numero di decessi oppure il numero delle volte in cui si verifica la malattia, il numero di ricoveri per cause specifiche legate all’inquinamento), bi rappresenta il coefficiente della funzione dose-risposta, che esprime la relazione statistica tra la variazione della concentrazione di un inquinante (dA) e la variazione della risposta (dH) mentre P OPi denota la popolazione a rischio sanitario i. 1 Nel 1977 Lave e Seskin pubblicarono un importante studio epidemiologico sulla relazione tra inquinamento e salute umana. Tuttavia, la loro analisi fu condotta utilizzando dati aggregati che presentano una forte limitazione: non permettono di considereare l’influenza di molti fattori ed in particolare del comportamento specifico individuale (prevenzione,dieta salutare, attività fisica, consumo di sigarette, alcool ecc.) che rappresenta uno dei più importanti elementi di confondimento quando si conduce un’analisi di questo genere. 2 Al fine di completare la valutazione dell’impatto sanitario, sul quale si fondano le politiche di regolamentazione ambientale, occorre calcolarne il costo sociale (dT ). dT = P Vi dHi (2) i Anche ipotizzando di riuscire ad ottenere in maniera corretta e precisa l’effetto fisico dell’inquinamento dHi , assegnare un valore monetario Vi su tale effetto è raramente facile (Hanemann,1994). Gli economisti ambientali hanno sviluppato tecniche di stima e di valutazione monetaria dell’impatto sanitario del degrado ambientale. Queste metodologie possono essere raggruppate in due grandi categorie. La prima categoria include i metodi che si riferiscono al costo opportunità derivante dallo stato di malattia: perdita di reddito da lavoro e spese addizionali. Questo approccio, tuttavia, non considera le preferenze individuali e in particolare non include la perdita di tempo libero, la pena, lo sconforto dovuti allo stato di malattia e tutte gli altri effetti economicamente non tangibili. Inoltre tende a sottostimare seriamente o ad ignorare completamente il costo opportunità della malattia di coloro che non percepiscono un salario in particolare bambini, anziani, portatori di handicap. Tali metodologie quindi possono solo fornire una sottostima (lower bound) del vero costo sociale dell’inquinamento. La seconda categoria è invece basata sulla disponibilità individuale a pagare per evitare o ridurre la presenza di determinate affezioni legate alla degradazione ambientale (willingness to pay -WTP). La WTP riflette le preferenze individuali e può essere utilizzata per fornire una misura monetaria degli impatti sanitari. Le due categorie sopra descritte possono essere inoltre ancora suddivise a seconda che il loro focus primario sia incentrato sul rischio di ammalarsi o su quello di morire prematuramente. 2 Il Costo Sociale della Morbilità Una delle principali tecniche utilizzate nella valutazione economica dell’impatto sanitario dell’inquinamento è il metodo cost-of-illness (COI). Il COI considera ogni deduzione di reddito risultante dalla malattia (costo diretti), e inoltre i costi delle cure mediche legate al tipo di sintomatologia, il costo dei ricoveri ospedalieri e cosı̀ via (costi indiretti) (si veda Hodgson e Meiners, 1982 per 3 una completa descrizione del metodo). Una delle principali critiche rivolte al COI consiste nel fatto che non considererebbe le preferenze degli individui e quindi la disutilità, la sofferenza, ed il valore del tempo libero o delle occasioni di attività perdute a causa dello stato di malattia (Harrington e Portney, 1987); inoltre il COI non considera il costo delle attività preventive per ridurre o evitare il rischio di sintomatologie causate dall’inquinamento (Courant e Porter, 1981). Per questo motivo il COI può fornire solo una sottostima del vero costo sociale della morbilità (si veda Berger et al.,1987; Cropper e Freeman, 1992; Dickie e Gerking, 2002). Inoltre il COI presenta un’altra forte limitazione esso varia molto in funzione delle caratteristiche del sistema sanitario pubblico del paese di riferimento. Un altro approccio utilizzato nella valutazione dell’impatto sanitario è quello basato sulla spesa preventiva per ridurre i rischi di ammalarsi (preventive o averting expenditure approch) che si fonda sull’assunzione che il legame tra degrado ambientale e danno sanitario sia influenzato dall’attività preventiva che consentirebbe di ridurre i rischi ad esso associati. Tale approccio deriva la disponibilità a pagare degli individui attraverso l’ammontare di denaro speso in misure preventive: in letteratura sono stati considerati diversi esempi di queste misure tra cui l’ acquisto di filtri per l’aria per accutire l’impatto dell’inquinamento atmosferico o nell’acquisto di acqua in bottiglia per ridurre o evitare il rischio di possibili sintomatologie legate all’inquinamento delle falde acquifere Questo approccio tuttavia ha ricevuto una modesta attenzione in letteratura poiché anch’esso presenta forti limitazioni. Innanzitutto non contempla i costi diretti della malattia inoltre risulta complicato definire le misure preventive derivanti da diversi tipi di rischi. Anche questo metodo cosı̀ come il COI rischia di sottostimare il costo sociale dell’inquinamento (si vedano Abdalla et al, 1992; Bresnahun et al.1997; Eisweth et al., 2005). Un metodo frequentemente usato dagli economisti ambientali per valutare il valore del rischio di ammalarsi è quello della valutazione contingente (contingent valuation method - CV). La valutazione contingente proposta da Ciracy- Wantrup (1947) e applicata inizialmente da Davis (1963), consiste in indagine campionarie svolte con questionari o attraverso interviste faceto-face o telefoniche. Permette di stabilire direttamente quanto gli individui sarebbero disposti a pagare per la riduzione del rischio Ad un campione di persone estratto dalla popolazione vengono fornite informazioni su situazioni 4 reali di consumo e sulla presenza di rischi e viene chiesto loro di stabilire quanto sarebbero disposti a pagare per evitare o ridurre tali rischi. Questo metodo presenta il vantaggio di essere molto flessibile: la valutazione contingente può essere utilizzata in linea di principio per valutare qualunque bene. Tuttavia presenta l’inconveniente di essere molto costosa e fortemente condizionata dal tipo di questionario e dal modo con cui vengono presentate le domande e dalle caratteristiche socio-economiche dell’intervistato. Diversi studi fanno riferimento ad un altro approccio che si fonda sul concetto di produzione della salute elaborato da Grossman (1972); egli introduce il concetto di salute come il risultato di un processo di produzione che coinvolge diversi fattori tra cui cure mediche e stile di vita. La salute umana viene intesa come uno stock di capitale che si deteriora ad un tasso che cresce nel tempo e per ovviare, almeno in parte, al naturale deterioramento gli individui possono investire una parte del loro tempo e della loro ricchezza nella produzione di salute. Il modello di Grossman è diventato uno dei principali punti di riferimento in economia sanitaria e ha trovato applicazione anche nella valutazione economica degli effetti sulla salute dell’ambiente. Analizzando le decisioni che gli individui prendono riguardo l’allocazione di risorse dedicate alla produzione di salute, questo metodo deriva il valore economico che ciascun individuo attribuisce alla propria salute e tenta di stimare una misura di WTP per la riduzione delle emissioni inquinanti. Diversi sono gli esempi in letteratura che estendono il modello di domanda e produzione di salute alla Grossma. Tali studi incorporano tra gli inputs della produzione di salute l’esposizione ad emissioni nocive e stimano la WTP per evitare i rischi sanitari legati ad un indice di inquinamento atmosferico(tra i lavori più significativi: Cropper,1981; Gerking e Stanley, 1986; Dickie e Gerking, 1991; Cropper e Freeman, 1992).Tra gli inputs per la produzione di salute spesso compaiono variabili che descrivono le caratteristiche socio-economiche e lo stile di vita degli individui; tuttavia queste variabili sono potenzialmente endogene, nel senso che a loro volta possono essere influenzate dallo stock di salute. La stima della funzione di produzione è quindi spesso basata su variabili strumentali la cui scelta può avvenire seguendo diversi criteri. Ovviamente la scelta di variabili strumentali diverse, produce una diversa stima della WTP e questo può generare incertezza. 5 3 Il Costo Sociale del Rischio di Morte L’analisi statistica evidenzia una relazione tra il livello dell’inquinamento ed il tasso di mortalità: l’inquinamento non costituirebbe una causa di morte immediata ma rappresenterebbe una delle cause di morte prematura. La stima della disponibilità a pagare per ridurre il rischio di morte è stata effettuata secondo due diverse scuole di pensiero che non hanno tentato di stimare il valore che una persone attribuisce alla sua vita (che non sarebbe stimabile) ma bensı̀ il valore della cosiddetta vita statistica (Value of Statistical Life). Il primo approccio è basato sulla misurazione della mancata produttività futura degli individui la cui vita è a rischio. Questo approccio è noto come del capitale umano. Il secondo approccio è invece basato sulla disponibilità a pagare per ridurre il rischio di morte prematura attraverso il metodo dei prezzi edonici o indagini di tipo valutazione contingente.(Cropper and Freeman, 1991; Shepard and Zeckhauser, 1982; Berger et al. 1994; Johansson,1995). Nell’approccio standard al capitale umano il valore di preservare una vita è rappresentato dal valore attuale del capitale perso a causa della morte prematura dell’individuo. Formalmente: Vi = T X qj,t (1 + r)j−t yt (3) t=j dove qj,t denota la probabilità condizionata di sopravvivenza fino all’anno t essendo sopravvissuti fino all’anno j, yt denota il reddito da lavoro al tempo t, r rappresenta il tasso di sconto mentre T è l’età in cui si esce dalla forza lavoro. Tale approccio ha subito numerose critiche: innanzitutto considera gli individui come delle unità di capitale umano che producono beni e servizi per la società. Il valore calcolato dipende dal reddito percepito e da altre caratteristiche socio-demografiche quali età e sesso dell’individuo. Esso attribuisce valore nullo alla vita di un individuo che non partecipa alla forza lavoro (anziani, bambini, disabili; Landefeld and Seskin,1982). Inoltre esso non tiene conto del valore che la vita acquisisce su un piano soggettivo quello che nella letteratura economica è il valore intangibile o non monetario legato al prolungarsi della vita. Un’altra importante obiezione è che l’approccio del capitale umano è inconsistente con la fondamentale premessa welfarista in base alla quale le preferenze individuali costituirebbero il punto di riferimento essenziale nell’analisi costi-benefici (Cropper and Oates, 1992). Gli individui prendono ogni giorno decisioni che prevedono maggiori o 6 minori rischi ( ad esempio consumare beni che rendono la vita più o meno sicura, o scegliere uno stile di vita più o meno salutare) e che in parte riflettono le loro preferenze ed il valore che essi attribuiscono alla propria vita. Esistono due principali approcci in letteratura che tentano di calcolare la WTP per la riduzione del rischio di morte. Il primo consiste nella valutazione del rischio salario (wage risk o compensating wage differentials) ossia nel salario extra che i lavoratori ricevono per accettare il rischio di morte accidentale. Anche questo metodo tuttavia presenta alcune limitazioni. Innanzitutto, concentra l’attenzione sul valore che gli individui adulti attribuiscono al rischio di morire, anche se, in accordo con la letteratura epidemiologica, la correlazione significativa tra morte prematura e esposizione ad inquinamento riguarda sopratutto gli individui over 65 (Ostro, 1994; Schwartz e Dockery, 1992). Inoltre questo metodo stima la WTP basandosi sul rischio di morte immediata quindi risulta poco adatto a valutare il rischio di morte prematura generato dall’esposizione ad inquinamento che ha natura differita poichè prevede un periodo medio-lungo di latenza. Le limitazioni riguardanti il metodo del wage risk hanno portato a privilegiare l’applicazione della valutazione contingente che risulta essere più adatto a definire socialmente la volontà a pagare per la riduzione del rischio di mortalità prematura legato all’esposizione ad inquinamento. 4 Conclusioni L’inquinamento ha effetti sulla mortalità e sulla morbilità. La rimozione dei rischi necessita di un intervento da parte dei governi attraverso politiche di regolamentazione .Spesso tali politiche si fondano sulla stima dei danni economici causati dall’inquinamento che tuttavia appare molto complessa. La natura differita dell’impatto sanitario dell’inquinamento e la sua incidenza soprattutto su particolari sottogruppi della popolazione (anziani, bambini, soggetti con suscettibilità acquisita come i soggetti affetti da malattie respiratorie e cardiovascolari o i soggetti con suscettibilità su base genetica) rende particolarmente complessa la sua quantificazione fisica. Una volta che l’impatto fisico dell’inquinamento è stato determinato occorre attribuire ad esso un valore monetario. Gli economisti ambientali hanno sviluppato tecniche di stima e di valutazione monetaria dell’impatto sanitario del degrado ambientale, tuttavia questi metodi sono spesso rudimentali e le stime ottenute sono strettamente correlate al metodo utilizzato, con diversi elementi 7 di incertezza. References [1] C.W.Abdalla, B.A. Roach, D.J. Epp. (1992) “Valuing Environmental Quality Changes Using Averting Expenditures: An Application to Groundwater Contamination.” Land Economics, 68: 163-169. [2] A.Alberini, M.Cropper, T.Fu, A.Krupnick, J.Liu, W.Harrington (1997), ”Valuing Health Effects of Air Pollution in Developing Countries: The Case of Taiwan”, Journal of Environmental Economics and Management, 34:107-126. [3] A.Alberini, A. Krupnick (2000), ”Cost-of-Illness and Willingness-to-Pay Estimates of the Benefits of Improved Air Quality: Evidence from Taiwan”, Land Economics, 76: 37-53. [4] W. Baumol and W. Oates (1988). 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