CONTROLLI AUTOMATICI LS Ingegneria Informatica Analisi modale Prof. Claudio Melchiorri DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093034 e-mail: [email protected] http://www-lar.deis.unibo.it/~cmelchiorri Analisi Modale 2 Si vuole studiare l’evoluzione nel tempo di un sistema dinamico. A tale scopo, si faccia riferimento a: Sistema tempo continuo (1) Sistema tempo discreto (2) L’evoluzione nei due casi dipende dalle funzioni del tempo di tipo eA t o Adk, le cui proprietà strutturali possono essere evidenziate tramite una opportuna trasformazione di similarità dove le matrici T sono costanti e le A, Ad hanno forma più semplice (forma di Jordan: diagonali o diagonali a blocchi) rispetto a quelle originali. Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale 3 Definizione: le funzioni del tempo che compaiono in eA t o Adk, in (1) o (2) rispettivamente prendono il nome di modi del sistema. Mediante l’analisi dei modi (analisi modale) si può caratterizzare la risposta libera di un sistema a partire dai suoi autovalori. Autovalori distinti In questo caso la matrice A (Ad) è in forma diagonale del tipo Caso tempo continuo Claudio Melchiorri Caso tempo discreto Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale 4 I modi del sistema sono funzioni linearmente indipendenti in quanto gli autovalori λ1, …, λn sono distinti. eλ1 t, …, eλn t λ1k, …, λnk Se lo stato iniziale x0 appartiene all’autospazio relativo ad un particolare autovalore, allora l’evoluzione libera del sistema appartiene allo stesso autospazio. Ciascun modo può venire “eccitato” indipendemente dagli altri modi; ciascun modo complesso in generale viene eccitato assieme al suo complesso, a meno che lo stato iniziale sia a componenti complesse. 1.5 1 x0 0.5 0 -0.5 -1 V -1.5 1 0 -1 -1.5 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 A.A. 2008/2009 Analisi Modale Autovalore sul piano complesso 1 5 60 Andamento del modo 50 0.5 40 0 30 λ = 0.5 20 Sistemi tempo continuo -0.5 10 -1 -1 -0.5 0 0.5 0 0 1 1 2 0.5 1.5 0 1 -0.5 0.5 -1 -1 -0.5 0 0.5 1 1 0 0 2 4 6 Autovalori reali semplici λ=0 2 4 6 eλ t 8 1 0.8 0.5 0.6 λ = -0.5 0 0.4 -0.5 -1 Claudio Melchiorri -1 -0.5 0 8 0.2 0.5 1 0 0 2 Controlli Automatici LS 6 8 4 A.A. 2008/2009 Analisi Modale 6 Autovalore sul piano complesso 2 Andamento del modo 60 50 1 40 0 λ = 1.5 30 20 Sistemi tempo discreto -1 10 -2 -2 -1 0 1 2 2 0 0 5 10 Autovalori reali semplici 1.5 1 1 λ=1 0 λk 0.5 -1 -2 -2 2 -1 0 1 2 0 0 1.5 5 10 1 1 0 λ = 0.5 0.5 -1 -2 -2 Claudio Melchiorri -1 0 1 2 0 0 5 10 Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale Autovalore sul piano complesso 2 7 1 Andamento del modo 0.8 1 0.6 0 λ=0 0.4 -1 -2 -2 0.2 -1 0 1 2 2 0 0 5 Autovalori reali semplici 10 1 1 0.5 λ = -0.5 0 Sistemi tempo discreto λk 0 -1 -2 -2 -1 0 1 2 -0.5 0 2 2 1 1 0 0 -1 -1 -2 Claudio -2 -1Melchiorri 0 1 2 -2 0 5 10 λ = -1 5 Controlli Automatici LS 10 A.A. 2008/2009 Analisi Modale Autovalore sul piano complesso 8 Andamento del modo 3 60 2 40 1 20 0 0 -1 -20 -2 -40 -3 -2 0 2 3 -60 λ = 0.5 ± 2j Sistemi tempo continuo 0 5 10 Autov. complessi semplici 2 2 1 1 0 λ = ± 2j 0 eσ t cos(ω t) -1 -1 -2 -3 -2 0 2 3 -2 0 5 10 2 2 1 1 0 0 -1 λ = -0.5 ± 2j -1 -2 -3 -2 Melchiorri 0 Claudio 2 -2 0 5 Controlli Automatici 10 LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale Autovalore sul piano complesso 2 9 1.5 Andamento del modo 1 1 0.5 0 λ = e ± j π/4 0 -0.5 Sistemi tempo discreto -1 -1 -2 -2 2 -1 0 1 2 -1.5 0 1.5 5 Autov. complessi semplici 10 1 1 0.5 0 λ = 0.5 e ± j π/4 0 eσ t cos(k ω) -0.5 -1 -1 -2 -2 -1 0 1 2 2 -1.5 0 5 10 1.5 1 1 0.5 0 λ = e ± j π/2 0 -0.5 -1 -1 -2Claudio -2 -1 Melchiorri 0 1 2 -1.5 0 5 Controlli Automatici LS 10 A.A. 2008/2009 Analisi Modale – Autovalori multipli 10 Nel caso tempo continuo si ha: I modi del sistema sono Nel caso tempo discreto si ha: I modi del sistema sono Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale – Autovalori multipli 11 Invarianza: se lo stato iniziale xo appartiene al sottospazio generato da una catena (miniblocco) relativa ad un autovalore λ, allora la traiettoria è completamente contenuta nel medesimo sottospazio. Interdipendenza: non è possibile in alcun modo eccitare singolarmente i modi appartenenti ad un miniblocco di Jordan Sia x0 lo stato iniziale Sistema tempo continuo Sistema tempo discreto Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi Modale - Esempio 12 Sia dato un sistema in forma di Jordan con autovalore λ di molteplicità 2 2 10 2 2 1 1.5 0 1 -1 0.5 8 1 6 0 4 -1 2 -2 -2 -1 0 1 2 0 0 Modi m1 = eλ t ed m2 = t e Claudio Melchiorri 5 λ t 10 con λ = 0 -2 -2 -1 0 1 2 0 0 5 Modi m1 = eλ t ed m2 = t eλ t con λ = -0.5 Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 10 Analisi Modale - Esempio 13 Sia dato un sistema in forma di Jordan con autovalore λ di molteplicità 2 2 2 15 1.5 1 1 1 10 0 0 0.5 5 -1 -1 -2 -2 -1 0 1 2 0 0 5 10 Modi m1 = λk ed m2 = k λk-1 con λ = 1 Claudio Melchiorri -2 -2 -1 0 1 2 0 0 5 10 Modi m1 = λk ed m2 = k λk-1 con λ = 0.5 Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale - Autovalori complessi coniug. multipli 14 Sulla base della forma reale di Jordan, è possibile considerare i modi reali corrispondenti a coppie di autovalori complessi coniugati con grado di molteplicità maggiore di uno. Caso tempo discreto … Caso tempo continuo … Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale – carattere di convergenza dei modi 15 Dato un SL stazionario (tempo continuo o tempo discreto), il modo m(t) (reale o complesso) definito per t ≥ 0 è: Convergente se: Limitato ma non convergente, se ∃ un numero reale Non limitato se M > 0 tale che ∀ M > 0, esiste t tale che Proposizione 1: I modi del sistema sono: Convergenti sse tutti λ(A) hanno parte reale < 0 Limitati sse tutti λ(A) hanno parte reale · 0 e quelli a parte reale nulla sono associati a miniblocchi di Jordan di dimensione unitaria (radici semplici del polinomio minimo) Proposizione 2: I modi del sistema sono: Convergenti sse tutti λ(A) hanno modulo < 1 Limitati sse tutti λ(A) hanno modulo · 1 e quelli a modulo = 1 sono associati a miniblocchi di Jordan di dimensione unitaria (radici semplici del polinomio minimo) Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale – Modi dominanti 16 L’evoluzione libera del sistema lineare a partire dallo stato iniziale x(0) = x0 è data da al tendere di t (di k) all’infinito, i modi del sistema tendono a zero, rimangono costanti o divergono a seconda del valore degli autovalori. Alcuni di essi, però, tendono a zero più rapidamente rispetto ad altri, per cui la loro influenza sul comportamento asintotico del 2 sistema diventa trascurabile all’aumentare del 1.8 tempo 1.6 1.4 1.2 Modo dominante 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS 1 2 3 Tempo (sec) 4 5 A.A. 2008/2009 Analisi modale – Modi dominanti 17 Consideriamo per semplicità il caso di autovalori reali distinti Definizione: Siano λi gli autovalori della matrice A. L’autovalore λ1 è l’autovalore dominante della matrice A se vale la seguente relazione: Caso tempo continuo Caso tempo discreto Proprietà. Al tendere di t (di k) all’infinito, l’evoluzione libera x(t) [x(k)] di un sistema lineare tempo continuo [tempo discreto] tende ad appiattirsi lungo il sottospazio corrispondente all’autovalore dominante, cioè l’autovalore λ1 a parte reale [modulo] maggiore. Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale – Modi dominanti 18 Siano vi gli autovettori associati agli autovalori λi. Dato che gli autovettori vi costituiscono una base dello spazio degli stati, una qualsiasi condizione iniziale x0 può essere espressa come somma delle sue componenti lungo i vi dove le componenti x0,i si possono esprimere come x0,i = vi*T x0 cioè come prodotto scalare tra x0 e le righe v*i di T-1 Le evoluzioni libere x(t) e x(k) corrispondenti alla condizione iniziale x0 sono Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale – Modi dominanti 19 Le evoluzioni libere x(t) e x(k) corrispondenti alla condizione iniziale x0 sono Indipendentemente dalla condizione iniziale x0, se x0,1 ≠ 0 l’evoluzione del sistema tende verso l’autospazio corrispondente al polo (modo) dominante 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 1 1 0.8 0.5 0.6 0.4 0.2 0 Claudio Melchiorri 0 Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale – Modi dominanti 20 Nel caso di autovalori complessi coniugati, la coppia di autovalori λ1,2=σ ± j ω è detta dominante se (tempo continuo) Se v1 è l’autovettore complesso corrispondente a λ1 e v1R, v1I le sue componenti reali ed immaginarie, si può dimostrare che cioè l’evoluzione libera del sistema tende verso il sottospazio generato dai vettori v1R e v1I. Considerazioni simili valgono anche nel caso di sistemi tempo-discreti con autovalori complessi coniugati dominanti. Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale - Esempio 21 Determinare il sottospazio corrispondente al modo dominante del sistema dinamico LS tempo continuo Polinomio caratteristico di A: Vi sono quindi tre autovalori coincidenti: λ = 2. Il corrispondente autovettore v1 si ottiene risolvendo il sistema Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale - Esempio 22 Gli autovettori generalizzati v2 e v3 si ricavano da Utilizzando la matrice di trasformazione si ottiene Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Analisi modale - Esempio 23 Se x3 ≠ 0 si ha che La direzione lungo la quale si “appiattisce” la traiettoria x(t) è quindi Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Invarianti 24 In termini matematici, un invariante è un aspetto, una proprietà, o una caratteristica che non cambia se soggetta ad una trasformazione. Esempi: Parte reale e valore assoluto di un numero complesso con la operazione di coniugazione; Il grado di un polinomio con una trasformazione lineari delle variabili; Gli autovalori o i valori singolari di una matrice con una trasformazione di similitudine; La norma Euclidea (lunghezza di vettori) con una trasformazione ortonormale (rotazione); L’angolo tra due vettori con una trasformazione ortonormale (rotazione); Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Invarianti 25 Dati: e3 v1 spazio vettoriale base principale (colonne della matrice I) sottospazio base del sottospazio V matrice di base del sottospazio V v2 e2 e1 R3: {e1, e2, e3}: V: { v1, v2}: V = [v1. v2]: V Claudio Melchiorri Data una matrice A n x n, lo spazio V si dice invariante in A se è Proprietà: AV⊆V La somma di due invarianti è un invariante L’intersezione di due invarianti è un invariante V è invariante in A se Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Invarianti 26 Esempio: Siano date e3 V è invariante in A se v1 v2 È immediato verificare in questo caso che questa proprietà vale. e2 e1 V Esempio: Siano date V è invariante in A se In questo caso questa proprietà non vale. Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Alcune proprietà geometriche 27 Cambiamenti di base e3 v1 v2 Al posto della base e1, e2, e3 si assume una nuova base h1, h2, h3 con T = [h1, h2, h3] non singolare. Si indica con x il vettore delle componenti di un punto p nella base principale, con z le componenti nella nuova. Si ha e2 V e1 e3 x = T z, p h2 h3 z = T-1 x Nella nuova base, ad una matrice corrisponde la matrice A1 A nxn A1 = T-1 A T e2 Infatti h1 e1 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Alcune proprietà geometriche 28 T A = T A1 T-1 T-1 A1 = T-1 A T Data una matrice A, sia dato un invariante V rispetto ad A con dimensione k < n, ed una sua matrice di base V, n x k. Assumendo T = [V, V’] non singolare, la matrice A1 = T-1 A T ha la struttura Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Alcune proprietà geometriche 29 Esempi: il vettore p nella base principale {e1, e2, e3} ha e3 componenti p = [3, 2, 5]T; h2 h3 Sia p e2 h1 la matrice che definisce la nuova base. Allora: e1 p’ = T-1 p = [-0.6548, 3.7892, 4.8180]T con h2 e3 1 p 2 h3 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS e1 3 h1 e2 A.A. 2008/2009 Alcune proprietà geometriche 30 Esempio: data la matrice A e l’invariante descritto da V Si ottiene k=2 n-k=1 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 Alcune proprietà geometriche 31 Esempio: data la matrice A e l’invariante descritto da V Si ottiene k=1 n-k=2 Claudio Melchiorri Controlli Automatici LS A.A. 2008/2009 CONTROLLI AUTOMATICI LS Analisi modale FINE Prof. Claudio Melchiorri DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093034 e-mail: [email protected] http://www-lar.deis.unibo.it/~cmelchiorri