Istituzioni di Filosofia (IX)
Le “Condizioni per essere una
persona” di D. C. Dennett
Giacomo Romano
a. a. 2006/2007: 3° Quarto,
Modulo II
Introduzione alla Filosofia Teoretica
Daniel Dennett (1942)
• Allievo di Quine
e Ryle,
rappresentante
dell’“Interpretazi
onismo”
intenzionale,
posizione
pragmatica nei
confronti del
“mentale”
2
“Condizioni per essere una persona”
(404)
• E’ lecito considerare persone
tutti gli esseri umani?
• L’identità non è scontata,
perché il concetto di
persona sembra implicare
qualcosa di più
3
“Condizioni per essere una persona” (405)
• … non sembrano però
neppure essere formulabili
condizioni sufficienti e
necessarie per stabilire che
cos’è una persona
• A meno che non si rinunci a
tale concetto
4
“Condizioni per essere una persona”
(406)
• Di concetti di “persona” ce n’è più di
uno
• E’ opportuno distinguere, almeno, tra
1) nozione metafisica e 2) nozione
morale di “persona”: 1) “la nozione di
essere intelligente, conscio, dotato
di sentimenti” e 2) “la nozione di un
agente responsabile, dotato di diritti
e di doveri”
5
“Condizioni per essere una persona”
(407)
• “rivolgersi in modo appropriato
a qualcuno con i pronomi
personali «tu» ed «io» significa
considerarlo una persona nel
senso metafisico”
• Le condizioni per essere una
persona in senso metafisico
sembrano necessarie a
caratterizzare una “persona in
senso morale
6
“Condizioni per essere una persona”
(407/8)
1.
2.
Razionalità
Intenzionalità e coscienza
3.
Assunzione di un atteggiamento
nei suoi confronti
4.
Reciprocità: Capacità di assumere
quell’atteggiamento nei riguardi di
chi lo assume nei propri confronti
5. Comunicazione verbale
6. (Auto)coscienza
7
“Condizioni per essere una persona”
(409)
• Le prime 3 condizioni sono
interdipendenti, le altre dipendono
(parzialmente) da queste
• Per discutere del concetto di
“persona” bisogna chiarire che cosa è
un “sistema intenzionale” e cosa è l’
“atteggiamento intenzionale”
• (Questione che implica i primi 3 temi)
8
“Condizioni per essere una persona”
(409/11)
• “Un sistema intenzionale è un
sistema il cui comportamento può
essere spiegato e previsto
affidandosi a credenze e desideri
che gli sono stati attributi”; la
definizione è blanda, ma
pragmatica ed euristicamente utile
• S’impone un requisito di
razionalità (ma non è vincolato
alle credenze)
9
“Condizioni per essere una persona” (412)
• La quarta condizione si
definisce in termini di
atteggiamento intenzionale di
secondo ordine: per es. «X crede
che Y voglia che Z pensi …»:
riconosciamo un s.i. di II° ordine
se possiamo attribuirgli
atteggiamenti intenzionali
riguardo ad altri atteggiamenti
intenzionali
10
“Condizioni per essere una persona”
(413/15)
• Quali e quanti sono i s. i. di II° ordine
in natura?
• Come si fa a distinguere un s. i. di II°
ordine?
• Il punto cruciale è che un s. i. sappia
discriminare tra credenze vere e
credenze false: “quando un animale
che crede che p tenta di far credere
ad un altro sistema intenzionale che
non-p”: in questo caso bisogna
ricorrere ad atteggiamenti superiori
11
“Condizioni per essere una persona”
(416/17)
• Ma anche in alcuni casi di
atteggiamenti intenzionali di II°
ordine non si può sostenere che
sono necessariamente conferma
di autonomia di pensiero
(potrebbero essere dettati da
una storia evolutiva naturale,
come per es. il caso dell’uccello
che finge di avere le ali spezzate)
12
“Condizioni per essere una persona” (418)
• Naturalmente c’è differenza tra
comportamento istintivo e quello più
versatile del genere umano; ma per
interpretare un sistema in termini di
reciprocità, di atteggiamenti mentali di
II° ordine, non occorre presupporre che
questo elabori il proprio quadro
d’azione in una prospettiva
rappresentazionale e, in particolar
modo, linguistica: in altre parole, la
reciprocità non richiede che un S. I. sia
autocosciente e capace di
caratterizzare verbalmente il proprio
13
comportamento
“Condizioni per essere una persona” (419)
• La quinta condizione (capacità
della comunicazione verbale)
dipende dalla quarta e rivela
che anche il requisito di
atteggiamenti intenzionali di II°
ordine non è sufficiente; per
interagire verbalmente occorre
coinvolgere atteggiamenti
intenzionali di III° ordine (Grice)
14
“Condizioni per essere una persona”
(420)
• della classe degli atteggiamenti
intenzionali di III° ordine fanno
parte i casi di inganno e/o di
manipolazione (i quali infatti
fanno leva sul fatto che chi
attua la frode presupponga che
chi è destinato a subirla sia
dotato di determinati
atteggiamenti intenzionali)
15
“Condizioni per essere una persona”
(421/22)
• L’insieme di intenzioni più o meno
latenti (o presupposizioni) che
soggiacciono alla dinamica
della comunicazione verbale
non deve necessariamente
richiedere che chi vi si cimenta
sia effettivamente consapevole
degli atteggiamenti intenzionali
che sta impiegando
16
“Condizioni per essere una persona” (423)
• Le prime 5 condizioni discusse
non si appoggiano ad alcun
ragionamento cosciente
• La coscienza interviene
successivamente e sembra
presupporre le prime 5 condizioni
• Inoltre Le prime 5 condizioni
possono svolgere un ruolo
rilevante per l’etica (Rawls)
17
“Condizioni per essere una persona”
(424)
• E’ possibile stabilire una analogia
tra il riconoscimento di un
individuo in base a degli
atteggiamenti intenzionali in
quanto aderisce a norme
razionali e l’accettazione da
parte di un individuo dei principi
di interazione con gli altri
sulla base dell’adesione a principi
di giustizia
18
“Condizioni per essere una persona”
(424/25)
• Per rawls ai principi di base della
giustizia si aderisce in virtù di
una riflessione razionale
(idealizzata) che rivela aspetti di
tipo pragmatico (-se dei soggetti
razionali che perseguono i
propri interessi avessero libertà
di scelta, comunque li
adotterebbero)
19
“Condizioni per essere una persona”
(425/26)
• la dinamica che conduce ad
adottare i principi basilari della
giustizia non è solamente
razionale, ma deve anche essere
morale (e l’inferenza di tipo
razionale su cui l’adesione a
quei principi si fonda non è
sufficiente a giustificarne la
moralità)
20
“Condizioni per essere una persona”
(425/26)
• La sesta condizione [auto(coscienza)]
richiede che un soggetto affinché
sia responsabile (anche e soprattutto
moralmente) deve essere consapevole
della sua azione (caratterizzata
come tale): “Solo se ero consapevole
di quell’azione io posso dire che cosa
facevo, e partecipare da una posizione
privilegiata al gioco di domande e
risposte sui motivi della mia azione”
[la posso razionalizzare in una
prospettiva intenzionale]
21
“Condizioni per essere una persona” (426)
• Poter render conto
(verbalmente) delle proprie
azioni in una prospettiva
razionale è presupposto
fondamentale per il
raggiungimento di un accordo
tra gli interessi e le esigenze
proprie e quelle degli altri: un
equilibrio che è la norma e
l’essenza di ogni società
22
“Condizioni per essere una persona” (427)
• In base al profilo razionale
emerso dalla caratterizzazione
della persona, questo non solo
è in grado di riconoscere le
proprie azioni, ma anche di
intervenire su di esse ad un
livello metavolitivo (solamente
una persona può avere desideri
di secondo ordine – Frankfurt)
23
“Condizioni per essere una persona” (428)
• Esclusivamente con le volizioni
di II° ordine è possibile
indottrinare (con una forma di
auto-convincimento) la propria
spontaneità deliberativa in
modo tale che non sia
costretta, ma orientata verso
una disponibilità alla revisione
delle proprie priorità
24
“Condizioni per essere una persona” (429)
• Le volizioni di II° ordine
sembrano caratterizzare una
persona in modo abbastanza
inequivocabile, ma le condizioni
che consentono questo tipo di
volizioni non sono sufficienti a
definirla
• Possono essere soddisfatte
solamente in maniera relativa
25
conclusioni
• Proprio perché non c’è possibilità
di stabilire con chiarezza
quando le condizioni per essere
una persona sono soddisfatte,
queste assumono un valore
normativo su cui approssimare i
nostri criteri di valutazione
26
Scarica

Istituzioni di Filosofia (IX) Le “Condizioni per essere una persona” di