Collettivo di Ricerca Teatrale ANITA Atto unico di e con Paola Perin “dedicato a tutte le donne che per amore hanno donato ad un uomo parte della propria vita” Ana Maria De Jesus Ribeiro, detta Aninha, è una ragazza povera, una sconosciuta che vive in un piccolo paese del Brasile, Laguna, sulla riva dell’oceano. Una vita come tante altre, in un paese che nella prima metà del 1800 comincia ad esprimere i primi fermenti rivoluzionari contro un governo imperiale oppressore ed affamatore del popolo. Aninha è una bambina vivace, gioiosa, intelligente, ama la natura, gli animali, le piace osservare, pensare, sognare. Nonostante la sua famiglia viva in ristrettezze economiche, dopo la prematura morte del padre, Aninha non cessa di sognare, di sperare in un futuro migliore. Lo zio Antonio le parla di libertà, di uguaglianza; le insegna a ribellarsi all’ingiustizia e Aninha abbraccia con entusiasmo le sue idee rivoluzionarie, combattendo, più di centocinquanta anni fa, la sua personale battaglia contro l'oppressione cui è soggetta come donna. Per mettere a tacere le chiacchiere sulla figlia giudicata dal paese troppo libera e selvaggia e per aiutare la numerosa famiglia a fuggire dalla miseria, la madre decide di darla in sposa, a soli 14 anni, ad un uomo benestante, che lei non riesce ad amare: il futuro le si chiude davanti, i suoi sogni, le sue speranze s’infrangono contro la dura realtà quotidiana. Eppure il destino ha per lei in serbo un futuro diverso, inatteso e straordinario, che arriva a Laguna con Josè, un avventuriero fuggito dall’Italia per scampare alla pena capitale, e ora membro attivo della rivoluzione “farroupilha”, la rivoluzione brasiliana. L’incontro con Josè rappresenta per Aninha l’inizio di una nuova vita, come donna e come rivoluzionaria. Lo spettacolo racconta la parte più sconosciuta della vita di Ana Maria, la sua infanzia, la sua giovinezza, i suoi sogni, le sue delusioni, fino all’incredibile incontro con l’Eroe dei due mondi, che la renderà famosa al mondo col nome di Anita Garibaldi. Ho conosciuto da vicino Anita nel dicembre del 2000, in occasione della prima tournée in Brasile del Collettivo di Ricerca Teatrale. Abbiamo rappresentato anche a Laguna, sua città natale, i nostri spettacoli e lì abbiamo visitato la sua casa e il Museo a lei dedicato; abbiamo conosciuto Adilcio Cadorin, l’allora sindaco di Laguna, che ci ha regalato un suo libro “Aninha, a guerreira das republicas”, in cui racconta la vita di questa donna straordinaria. La mia conoscenza del portoghese non mi consentiva allora di affrontare il corposo volume di Cadorin, ma i viaggi in Brasile si sono susseguiti e nel 2006, al ritorno dall’ultimo, ho pensato che forse ora ero in grado di leggere quel libro. Così è scoccata la scintilla, mi sono “innamorata” di questa donna forte, coraggiosa, leale, appassionata. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto raccontare la sua storia, per parlare di tutte quelle donne che in ogni tempo ed ogni luogo, senza clamore, donano il loro amore con passione, sacrifici, rinunce, pazienza, consapevoli che il valore della vita sta anche nei piccoli e grandi gesti quotidiani d’amore.