INCONTRI
Ana Maria
4 DATE
NELLA VITA DI ANA
MARIA GRASSI
1993 Nasce in
Colombia. Adottata da
una famiglia ticinese,
cresce ad Ambrì.
2006 Entra a far parte della
Federazione sci della
Svizzera italiana, trampolino
per accedere alla nazionale.
2009 Ana Maria entra in
Nazionale nella disciplina
freestyle, partecipando a
diverse gare.
2012 Si aggiudica la
medaglia di bronzo
in freestyle alla Coppa
Europa.
Nel tratto più
ripido sembra di
scendere nel vuoto
Grassi
«SE NON È DIFFICILE CHE
DIVERTIMENTO C’È?»
♦♦Ritom La giovane leventinese appassionata
di sport, svolge un curioso lavoro estivo: conduce una
RAFFAELA BRIGNONI
delle più ripide funicolari al mondo.
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correre
«Vado agiorni».
tutti i
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glio una cosa, mi impegno per raggiungerla. Ma a volte mi pesa ammettere di
essermi sbagliata» confessa schietta.
Come molti nella zona, impara sin da
piccola a sciare. «Ho imparato a tre anni.
I miei genitori mi raccontano che
quando ho messo gli sci la prima volta,
mi sentivo già capace di sciare. Non
avevo paura e ho imparato velocemente.
A dieci anni ho iniziato a fare freestyle».
Bastano pochi anni alla giovanissima per
entrare in nazionale. «È una bella disciplina perché richiede molta concentrazione e molto lavoro ed è come essere in
una grande famiglia» afferma grintosa
Ana Maria, che nel 2013 ha preso parte
anche al viaggio preparativo delle Olimpiadi di Sochi. «È stata un’esperienza
bellissima. I lavori non erano ancora terminati ma si sentiva già aria di festa!» ricorda con entusiasmo. Ora Ana Maria ha
abbandonato il freestyle per problemi a
un ginocchio, ma di tutte le competizioni
e degli anni di gare e allenamenti ha
tratto insegnamenti che le saranno utili
nella vita di tutti i giorni. «Sei a stretto
contatto con altre persone che magari
non hanno i tuoi stessi gusti e le tue
stesse idee, ma scopri che puoi affrontare assieme a loro i problemi e trovare
delle soluzioni».
Sono quasi le 10:30, i turisti si accomodano in cabina. Ana Maria saluta i pas-
Ripido sì, ma niente freestyle
Le chiavi in una
mano, walkietalkie nell’altra:
tutto è pronto
per la partenza.
Online:
www.cooperazione.ch/incontri
Foto: Massimo Pedrazzini
C
ondurre una delle funicolari
più ripide al mondo. Aver fatto
parte della nazionale di freestyle. Non sono certo attività
che figurano sul curriculum di molti.
Come minimo ci vuole un bel po’ di
grinta, e ad Ana Maria Grassi non sembra proprio mancare. La ventiduenne leventinese da giugno lavora come conduttrice della funicolare del Ritom. «Sono
alla ricerca di un lavoro e in primavera
per la stagione estiva mi è stata offerta
questa opportunità. L’ho colta al volo.
Sono fiera di poter lavorare su questa funicolare e sono felice di poter restare
qui. Queste sono le mie valli. La sera
forse non si esce tanto, ma ci si può concentrare di più su altre cose come lo
sport» sorride Ana Maria. Già lo sport.
Faticare per raggiungere obiettivi. «Sono
testarda. In positivo e in negativo. Se vo-
in fondo!”. In verità lungo i binari ci sono
dei freni» spiega la conduttrice. La funicolare, nel punto più ripido, raggiunge
una pendenza dell’87,8%. Sale quasi
come un ascensore e guardando verso il
basso, sembra una montagna russa. Non
stupisce che alcuni passeggeri possano
venir colti da un momento d’ansia. «In
quei casi invito la persona a sedersi e inizio a parlarle della prima cosa che mi
passa per la testa per fare in modo che si
distragga e pensi ad altro» spiega Ana
Maria, che invece sembra difficilmente
impressionabile.
seggeri, controlla che sia tutto a posto e
chiude le porte, è il momento di partire.
«Apprezzo il contatto con le persone, poter dare informazioni ai turisti e parlare
più lingue. Mi piace molto quando ci
sono persone anziane della valle che
vengono qui. Alcune mi raccontano di
un loro parente che aveva partecipato ai
lavori di costruzione della funicolare.
Poi capita invece che qualcuno mi
prenda un po’ in giro, chiedendo se arriveremo mai in cima: non si aspettano
che sia una ragazza giovane a condurre
la funicolare. Ma non ci faccio troppo
caso» spiega la macchinista prima di
azionare il motore. Una piccola manovra, lo sguardo puntato sulla corda e via!
«Molti sono impressionati quando vedono che tutto è tenuto solo da un cavo.
A volte li sento dire “se si spezza, finiamo
Più avventuroso, più ripido possibile. È
così che piace a lei. «Nei parchi divertimento le montagne russe, anche le più
estreme non mi impressionano. Mi
manca la scarica d’adrenalina. Per tanto
così, preferisco fare scalata» racconta
con nonchalance la dinamica sportiva.
Sì, perché, oltre alle emozioni forti, Ana
Maria cerca anche la difficoltà e la fatica,
pure negli hobby. «Mi piace cucinare.
Possibilmente le ricette più complicate.
Se non è difficile, che divertimento c’è?»
sorride.
In quota al Piora, uscendo dalla cabina,
alcuni turisti svizzero-tedeschi le chiedono informazioni sul sentiero in un italiano incerto finché si rendono conto di
potersi esprimere in tedesco. «In novembre sono stata tre mesi a Berlino per
studiare il tedesco. È una città incredibile: ci sono sempre mille cose da fare,
tanti locali, musei da visitare. Ho assistito alla commemorazione della caduta
del muro di Berlino. C’era tantissima
gente, è stato davvero emozionante partecipare a quel momento storico» ricorda. Un’occhiata all’orologio. Sono le
10:50, bisogna ridiscendere a Piotta. Le
porte sono chiuse e Ana Maria accende
il motore, suona la campanella e si inizia
la discesa. La vista è impressionante: «A
me piace il tratto più ripido, lì non vedi
nemmeno i binari, sembra di scendere
nel vuoto» racconta Ana Maria mostrandoci la discesa. Ma qui, per fortuna,
niente freestyle. La funicolare segue il
suo tracciato, vertiginosamente, come fa
da quasi cent’anni. l
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Ana Maria - Regione Ritom