Percorso formativo laboratoriale La programmazione dei Piani di Zona 2012 – 2014 2 Garlate 13/14.9.2011 Ugo De Ambrogio ([email protected]) 1 La zona come luogo di programmazione sociale: “all’incrocio dei venti” Sussidiarietà verticale Sussidiarietà orizz. Programmazione Governance, operativa Partecipazione Accreditamento e promozione forme gestionali Implementazione delle azioni del piano Promozione dell’integrazione Analisi dei bisogni Valutazione del piano 2 2 L’attuale fase di programmazione: scadenze, vincoli ed opportunità 3 Piani di zona a inizio 2005 4 Piani di zona a inizio 2007 5 Piani di zona a fine 2007 6 Piani di zona in Lombardia (98): I tornata - 2002 / 2005 II tornata - 2006 / 2008 III tornata – 2009 / 2011 IV tornata – 2012 / 2014 Da strategia “modesta” a strumento cruciale della programmazione 7 Piani di zona in Provincia di Lecco (3): I tornata - 2002 / 2005 II tornata - 2006 / 2008 III tornata – 2009 / 2011 IV tornata – 2012 / 2014 Da strumento usato come una sorta di “legge di settore”, a strumento progressivamente più orientato verso un “piano regolatore” del sociale 8 Il PDZ e le sue innovazioni 1. Si sintetizzano gli interventi e le politiche del settore sociale e si coordinano con altre politiche. 2. Si programma ad un nuovo livello: la zona, superando l’impasse storica del frazionamento comunale. 3. Si passa da una programmazione nella logica di government ad una nella prospettiva di governance 4. Si programma in modo congiunto anche con l’Asl, non nella logica della delega ma in 9quella dell’integrazione operativa territoriale Programmazione sociale in Lombardia risultati acquisiti nelle prime 3 tornarte: 1. La dimensione territoriale 2. Un sistema di accesso integrato sociale e sociosanitario 3. Più teste pensanti (del pubblico e del terzo settore insieme) che si occupano di programmazione 4. Un processo di programmazione basato su raccolta di dati, istruttorie e valutazioni 5. Forme organizzative per la gestione dei servizi 10 efficienti e professionali Principali atti regionali anno 2010 Atto Ambito di intervento Stanziamento risorse DGR 1141 del 3.02 DGR 1152 del 3.02 Sostegno alla maternità Aumento acquisto posti servizi prima infanzia DGR 11255 del 10.02 Riparto risorse per il welfare FNPS – FSR -FNA 3 milioni Circa 37 milioni FNPS: circa 73 milioni complessi vidi cui ripartiti agli ambiti solo 39 milioni i restanti in capo a RL FSR: circa 86 milioni quasi tutti ripartiti agli ambiti FNA: circa 59 milioni di cui 43 milioni agli ambiti e 16 alle ASL Soggetti coinvolti CFI pubblici e privati Comuni/ambiti con vincolo di acquisto dal privato Regione, Ambiti e ASL DGR 197 del 30.06 Sperimentazioni di servizi a 5,5 milioni Privato supporto del welfare Piano regionale socio Sviluppo sistema sociosanitario Rimanda a atti successivi Sistema di welfare sanitario 2010-2014 del 17.11.2010 DGR 889 del 1.12 Riparto risorse per il welfare FNPS: circa 54 milioni complessi Regione, Ambiti e ASL FNPS – FNA per vidi cui ripartiti agli ambiti solo 44 programmazione anno 2011 milioni i restanti in capo a RL FNA: circa 57 milioni di cui 47 milioni agli ambiti e 10 alle ASL DGR 983 del 15.12 11 Piano d’azione regionale su disabilità Rimanda a atti successivi Sistema di welfare Principali atti regionali anno 2011 Atto Ambito di intervento Stanziamento risorse Soggetti coinvolti DGR 1576 del 20.04 in attuazione della DGR 381/2010 Conciliazione 6,7 milioni Regione, soggetti istituzionali di 6 realtà provinciali oggetto di sperimentazioni DGR 1746 del 18.05 Riforma della domiciliarità con revisione dei sistema di erogazione dell’assistenza, ruolo farmacie, formazione ecc. 40 milioni in aggiunta ASL, enti gestori, Comuni, ai 90 già stanziati farmacie, ecc. l.r. 23 6 milioni DGR del 18.07 Piano operativo Bando per progetti innovativi famiglia: Sintesi in materia di welfare interventi vari a aziendale e interaziendale favore della famiglia Fondo sociale regionale DGR 2013 del 20.07 12 Fondo NASKO per il sostegno alla maternità fragile 5 milioni Associazionismo fam. E privato sociale PMI 70 milioni (15 in meno rispetto al 2010) Ambiti (*con maggiori vincoli rispetto agli anni precedenti: es. su disabilità) 5 milioni per il biennio 2011-2012 CAV e CFI pubblici e privati Le Linee di indirizzo regionali per la programmazione locale 2012 2014 (bozza 8 7 2011) Un welfare della sostenibilità e della conoscenza 13 1. Tratti evolutivi della società lombarda 2. Principi e strategie 3. Strumenti e assetto della programmazione 4. Il ruolo di Regione Lombardia: 5. Apprendere dall’esperienza, consolidare i successi: monitoraggio e valutazione 14 1. Tratti evolutivi della società lombarda sul fronte della domanda: a) invecchiamento (caregiver informali retribuiti) b) impoverimento delle famiglie c) immigrazione 15 1. Tratti evolutivi della società lombarda sul fronte della offerta: a) affermazione di impresa sociale come nuovo soggetto imprenditoriale b) responsabilità sociale di impresa e nuovo welfare contrattuale c) nuove modalità organizzate di finanziamento provito (fondazioni e istituzioni bancarie) 16 1. Tratti evolutivi della società lombarda quadro delle risorse finanziarie: a) frammentazione della spesa b) i piani di zona programmano il 6.2% delle risorse c) in 24 dei 98 ambiti converge sull’Udp oltre il 50% della spesa sociale dei comuni, 25 ambiti hanno un trasferimento di risorse inferiore al 16% della spesa sociale dei comuni d) oggi i comuni non possono più limitarsi ad ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili, devono attivare in modo imprenditivo tutte le risorse che sono presenti nelle reti locali 17 2. Principi e strategie: principi guida a) Spostare il baricentro del welfare dall’Offerta alla Domanda e disegnare e coordinare intorno alla famiglia, in una prospettiva sussidiaria. Politiche integrate – politiche di istruzione formazione lavoro, della casa dei trasporti, della salute, giovanili e familiari, valorizzando capacità e risorse delle famiglie e degli altri soggetti b) promuovere rete, risposte personalizzate, razionalizzazione risorse (gestione associata), superamento di frammentazione e duplicazioni di interventi 18 2. Principi e strategie: coerenza con i processi di riforma in corso a) percorsi di conciliazione fra tempi di vita e lavoro b) percorsi di assistenza domiciliare orientati allo spostamento del baricentro dall’offerta alla domanda e volti alla qualificazione della rete dell’assistenza domiciliare c)Piano di azione regionale a favore delle persone con disabilità d) introduzione del fattore famiglia per il riconoscimento dei carichi di cura familiari e) semplificazione dei rapporti fra pubblica amministrazione e terzo settore f) semplificazione dei percorsi di accesso del cittadino g) linee regionali per l’affido familiare 19 2.2.2. Integrazione delle politiche è importante che i diversi strumenti di programmazione si parlino ed interagiscano a livello territoriale: Piano di zona Piano di governo del territorio Piano territoriale degli orari dei servizi Linee di indirizzo per le politiche giovanili Piani integrati locali di promozione della salute Accordi quadro per lo sviluppo territoriale Patti territoriali per l’occupazione b 20 2.2.3. Imprenditori di rete: sostenibilità e conoscenza “l’ampliarsi della forbice tra esigenze e possibilità di intervento non permette di sostenere un sistema di welfare che insegua i bisogni con le risorse date, senza modificare l’impostazione complessiva del proprio intervento” b 21 2.2.3. Imprenditori di rete: sostenibilità e conoscenza “aprire una fase esplorativa che generi nuove conoscenze e capacità decisionali per gli operatori locali e apra verso un welfare che …. si orienta verso scelte sostenibili” b 22 2.2.3. Imprenditori di rete: sostenibilità e conoscenza Il contributo degli enti locali va più verso la connessione delle reti che non verso la storica offerta di prestazioni Attori della programmazione come Imprenditori di rete. b 23 2.2.4. Il triennio 2012 2014: le sperimentazioni di un nuovo welfare Uffici di piano come strumento privilegiato per sostenere i comuni “amplificando la portata degli interventi dal livello di ente al livello di ambito.. : luogo di relazioni degli attori e di raccordo delle reti, funzionale al rafforzamento dell’integrazione fra diversi ambiti di policy” Per ricomporre e integrare: conoscenze, risorse finanziarie, decisioni 24 2.2.4. Il triennio 2012 2014: le sperimentazioni di un nuovo welfare RL supporterà sperimentazioni che promuoveranno innovazione, integrando risorse pubbliche e private e attraendo altre risorse del territorio 25 3. Strumenti e assetto della programmazione: Il Piano di zona Le gestioni associate L’accordo di programma 26 3.4 Ruolo dell’Asl Visione spiccatamente territoriale al fine di: 1. razionalizzare semplificare e rendere trasparenti i percorsi di accesso 2. integrare gli interventi della rete sociosanitaria e sociale 3. coordinare gli interventi in materia di conciliazione, famiglia e lavoro, in raccordo con la programmazione territoriale 27 3.5 Il terzo settore Accordi di programma e atti successivi regolano le forme di collaborazione che riguardano: 1. la coprogettazione 2. la sperimentazione di nuovi servizi, prevedendo anche la partecipazione economica tra tali soggetti 3. La sperimentazione di nuove modalità gestionali 28 4. Il ruolo della Regione Impegni nella direzione della conoscenza e sostenibilità : 1. integrazione finanziaria 2. accompagnamento del processo di programmazione locale del welfare (anche formativo) 3. Promozione e sostegno di sperimentazioni locali 4. Promozione della conoscenza fra ambiti territoriali 5. accompagnamento ai processi di valutazione 29 5. Apprendere dall’esperienza, consolidare i successi: monitoraggio e valutazione a) RL ritiene prioritaria un’alleanza con i territori per lo sviluppo di strumenti di valutazione e rendicontazione che abbiano valore prima di tutto per il livello locale b) RL svilupperà e condividerà con i territori un sistema di monitoraggio in grado di valutare la coerenza fra le reltà locali e la programmazione regionale c) saranno organizzate valutazioni delle sperimentazioni 30 La bozza di LG: LAVORO IN SOTTOGRUPPI Riunitevi per territori e rispondete alle seguenti domande: Quali opportunità le LG offrono per il vostro territorio? Quali ostacoli vedete nella applicazioni di tali LG? Che strategie decidete di adottare, alla luce delle LG, per la prossima fase di costruzione del Piano di Zona (sul fronte della governance e su quello dei contenuti)? 31 La bozza di LG: LAVORO IN SOTTOGRUPPI Riunitevi per territori e rispondete alle seguenti domande: Quali opportunità le LG offrono per il vostro territorio? Quali ostacoli vedete nella applicazioni di tali LG? Che strategie decidete di adottare, alla luce delle LG, per la prossima fase di costruzione del Piano di Zona (sul fronte della governance e su quello dei contenuti)? 32 Gruppo I - Bellano Opportunità: Danno una visione non pessimistica; hanno un aspetto premiante; semplificano i livelli di programmazione; stimolano la ricerca di risorse esterne (economiche e umane); evidenziano costumi già in atto sul territorio; centralità del ruolo del U.d P.; sono a maglie larghe; favorisce il lavoro sovradistrettuale Ostacoli: il nostro territorio è frammentato; l’U.d P. non ha gli strumenti per gestire la spesa sociale (v. inps); manca un incentivo all’ente capofila e all’UdP; il rovescio della medaglia dell’aspetto premiante Strategie: permette di istituire l’“ufficio dei piani” come ambito di tutta la programmazione provinciale di interfaccia con l’asl e il consiglio di rappresentanza dei sindaci; avere una persona dedicata interamente all’UdP; una maggiore sinergia tra la GeA e UdP; un coinvolgimento dell’aziende sul territorio…. E i titoli sociali (buoni/vouchers)? 33 Gruppo II - Merate Opportunità: co-progettazione come “corresponsabilità” del 3 settore; unitarietà della programmazione; responsabilità sociale delle imprese; contenimento della frammentazione degli interventi in area sociosanitaria; lavorare per progetti e valutazione; programmare a partire dai dati. Ostacoli: non collaborazione continuativa con 3 settore debole; risorse non esclusivamente dedicate; tempi di realizzazione; integrazione quando non governiamo i diversi settori; asl troppo “forte” Strategie: Accordo di programma provinciale nel Piano di Zona: coinvolgimento diversi attori sin dall’inizio; alleanza forte con Asl e ricostruire luoghi della partecipazione 34 Gruppo III - Lecco Opportunità: continuità nell’accordo di programma e i contenuti Ostacoli: frammentazione servizi e spesa sociale; ci si vivi più come comune che ambito; sovrapposizioni di progettualità; ufficio di piano leggero costituzionalmente Strategie: strade nuove, il sindaco imprenditore del territorio, tra cui attivare le imprese; connessione asl (come patner) e condivisione dati con altri attori; centralità dell’assemblea dei sindaci per la validazione dei programmi e della riunione dell’esecutivo; valorizzazione del coordinamento socio-sanitario; 35 Sintesi possibili strategie 36 Visione non pessimistica: continuità, coprogettazione Che cosa c’è oggi da valorizzare nell’ottica di “Imprenditori di rete”? Volorizzare e consolidare l’Udp Valorizzare o Ricostruire luoghi di partecipazione “Snelli” Sviluppare la conoscenza delle risorse reali e potenziai dei territori Dimensione sovra-territoriale Valorizzazione assemblea dei sindaci Valorizzazione legami esistenti (asl, forme di coordinamento, adp provnciale) Specifiche competenze necessarie ai programmatori locali Metodologia rigorosa nella fase di programmazione e nella fase di valutazione dei risultati per promuovere la trasferibilità dell’esperienza Capacità di negoziazione e mediazione fra bisogni espressi, risorse del territorio e partner progettuali (ai vari livelli) 37