pagina 5 La compagnia del “Ciuccio” regala nuove emozioni Dicembre, tempo di strenne, di addobbi, di regali, ma anche di pensieri e ricordi dell’infanzia e di ricerca delle proprie radici, questi i motivi dominanti della manifestazione organizzata dalla compagnia del “Ciuccio”, svoltasi a Cerano, il 13 dicembre 2008, presso la sala dell’Oratorio San Giuseppe. La manifestazione è stata ricca di iniziative. Dimostrazione di cucina tradizionale, che ha coinvolto un gran numero di bambini/e. Essi , guidati da donne esperte nell’arte della preparazione delle tagliatelle, si sono divertiti ad impastare, scoprendo forse che la pasta non nasce nei supermercati, ma si ottiene dai prodotti della terra. Chissà quanti bambini oggi non sono più in grado d i associare il grano alla farina e quest’ultima al pane e alla pasta! Altro momento suggestivo: la celebrazione della santa messa, accompagnata dalla musica delle zampogne dell’Alto Ionio. Quindi ritorno nella sala dell’Oratorio. Gli attori della Compagnia hanno rallegrato la serata con la rappresentazione di una scenetta, incentrata sul Natale, in cui si evidenziano gli scontri ed incontri generazionali: l’austerità dei “vecchi” alla fine si sposa con il consumismo dei giovani. Sono state apprezzate comicità ed autoironia, accompa- Serata benefica con la danza Raccolti 650 euro pro-restauro tetto della chiesa parrocchiale con lo spettacolo “Butterfly, storia di una donna .. ieri e oggi” degli allievi della scuola Centro Danza Alcarotti di Novara, invitati dall’assessore ai servizi socio-assistenziali in sala Crespi, sabato 29 novembre. Diretto da Alida Pellegrini, il corpo di ballo ha presentato una serie di coreografie dal classico al jazz, dall’hip-hop al contemporaneo in omaggio alla musica di Puccini, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita. Prima dello spettacolo, la parrocchia ha offerto un rinfresco alla compagnia di ballo al centro San Giuseppe. Presepio vivente Domenica 21 dicembre, si è svolto per le vie del paese, in un clima di festa e di tradizione storica, con l’entusiasta partecipazione di adulti e bambini, il XXV presepe vivente, organizzato dai volontari del Comitato quattro Cantoni, in collaborazione con il comune e la parrocchia. Partendo alle 21 da via Cascina Rosa, il corteo storico ha raggiunto la chiesa della Madonna, dove si è unito un gruppo di angeli, e ha poi sfilato lungo via Matteotti e piazza Crespi. In chiesa parrocchiale, al termine della sfilata, la proposta religiosa di quest’anno ha intrattenuto i figuranti e gli spettatori con il celebre “Canto di Natale” di Dickens, allestito in chiave teatrale dai giovani dell’oratorio con uno spettacolo animato da burattini, che ha comunicato il senso positivo di gesti buoni. Campana di San Rocco Il 7 e l’8 dicembre, la campana di San Rocco ha fatto mostra di sé all’interno della chiesa. Deposta dal campanile con l’intento di restaurarla, la campana è stata ripulita dalla ditta Ciampi, ma lo stato precario dei ganci che la sorreggono, ha allontanato l’ipotesi di un recupero. Impossibile considerare una sostituzione dei ganci deteriorati perchè fusi in essa, né procedere all’aggiunta di altri ganci a sostegno di quelli lesionati causando una variazione del timbro caratteristico. Al suo posto sul campanile arriverà una nuova campana, dopo che si sarà provveduto alla sistemazione della parte muraria. gnate dalla vivacità di un dialetto, ricco di voci onomatopeiche ed espressive e aggettivi con sorprendenti effetti cromatici tra il visivo e il sonoro. Il protagonista indiscusso è stato il “CIBO”, precisamente “i tagliarill ca millica”. Prima di soddisfare il palato, è giunto il caloroso saluto della Presidente, Maria Bradascia, a tutti i presenti e un ringraziamento a quanti hanno contribuito, con la loro collaborazione ed il loro supporto , alla realizzazione di questa giornata singolare Un saluto particolare è andato al sindaco di Cerano, che ha partecipato con entusiasmo e che , invitato sul palco, ha dichiarato di essersi divertito, di aver apprezzato la farsa, pur avendo avuto difficoltà a comprendere il dialetto amendolarese. Il Sindaco ha ricordato ancora che l’atto del gemellaggio sta sempre più cementando il rapporto tra Cerano ed Amendolara, ma ha lamentato la mancanza di partecipazione degli autoctoni. Ha però rassicurato gli immigrati, alcuni di seconda/terza generazione, che devono sentirsi come fossero a casa loro, ma, forse, tutti hanno la consapevolezza di essere a CASA loro; quella casa conquistata con un duro e faticoso lavoro. Dopo l’ebbrezza dei profumi culinari, è giunto l’atteso momento: gustare il prelibato piatto “ i ta- glirill ca millica”, preparati con amore, dalle donne che mantengono vivo il legame con la propria terra, conservando, come bene prezioso, l’arte della cucina trasmessa dalle loro mamme o nonne. Dietro ai sapori, agli odori si nascondono le emozioni, i ricordi, la storia di un individuo e di un popolo; dietro al gusto di sedere a tavola esiste una trama di simboli e di linguaggi, che diventano veicolo per ritrovare un legame con la propria terra natia. E’ vero, il cibo è un’occasione per incontrarsi, per far festa, ma assume anche un significato sociale, infatti consumare un pasto con gli altri è un elemento di in- terazione sociale. In questa ottica si sono mossi gli organizzatori, sperando che si possano mescolare gusti, sapori e… non solo dei due paesi, Cerano ed Amendolara, così distanti geograficamente, ma così vicini ed ugualmente così cari agli immigrati amendolaresi. La serata si è conclusa, con un condimento musicale regionale: zampogne, tamburelli, fisarmonica dei “ sonatori” dell’Alto Ionio, hanno offerta l’opportunità a donne e uomini di cimentarsi nella danza tradizionale, la tarantella, ballo che valorizza l’espressione della corporeità e possiede la capacità di aggregazione sociale e di comunicazione.