Illustrazione della metodologia per la realizzazione del piano di azione e del piano di monitoraggio A cura di: Dott. Fabio Ippolito Dott. Leonardo Beccarisi Dott. Piero Medagli Supervisore scientifico: Prof. Silvano Marchiori Università degli Studi di Lecce 18 maggio 2006 Obiettivi generali del progetto: • Salvaguardia degli habitat presenti nel pSIC di Torre Guaceto e Macchia di S. Giovanni: - Limitazione dei fattori di disturbo e di rischio (interventi di tipo conservativo) - Miglioramento strutturale e funzionale degli habitat e della vegetazione (interventi di tipo trasformativo migliorativo) • Monitoraggio degli interventi • Divulgazione dei risultati STRATEGIA GENERALE D’INTERVENTO Individuazione degli elementi da conservare Monitoraggio degli degli Formulazione interventi sulla base interventi attuati Individuazione dei risultati auspicatidei fattori di degrado Piano d’azione Descrizione ed analisi Progetto: 20 azioni organizzate in 6 capitoli A. Azioni preparatorie, elaborazione dei piani di gestione e/o d’azione * B. Acquisto\affitto di terreni e\o di diritti C. Gestione saltuaria D. Gestione periodica E. Informazione pubblica e diffusione dei risultati F. Attività dell’intero progetto e monitoraggio * AZIONE A.1: Elaborazione del Piano di Azione Motivazione Il piano di azione è necessario alla programmazione e definizione degli interventi di conservazione e recupero secondo gli scopi del progetto. Risultati previsti • Valutazione di incidenza della azioni previste • Descrizione delle caratteristiche naturali degli habitat, dei tipi di vegetazione e delle specie • Individuazione dei fattori che incidono negativamente conservazione degli habitat, dei tipi di vegetazione e delle specie • Definizione dettagliata delle azioni • Elaborazione di carte tematiche sulla Valutazione di incidenza delle azioni previste Valutazione di incidenza delle azioni previste Secondo le “direttive ai sensi dell’art. 7 della L. R. N. 11/2001 per l’espletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE e dell’art. 6 del D. P. R. N. 120/2003” Adottando l’utilizzo di attrezzature non rumorose ed evitando di effettuare gli interventi di manutenzione forestale nei periodi di riproduzione per le specie fuanistiche, sulla base delle valutazioni effettuate, sulla scorta di esperienze analoghe monitorate dal Laboratorio di Botanica Sistematica dell’Università di Lecce, si ritiene che gli impatti degli interventi da effettuare non vadano ritenuti significativi. AZIONI DI ACQUISTO DI TERRENI AZIONE B.1: Acquisto di terreni nel territorio di Carovigno AZIONE B.2: Acquisto di terreni nel territorio di Brindisi Motivazione L’acquisto di aree agricole si rende necessario per contrastare la pressione agricola e per aumentare, mediante la realizzazione di specifici interventi di naturalizzazione, la copertura di habitat a valenza naturalistica. Risultati previsti E’ di circa 12 ha la superficie totale di terreni agricoli individuata da acquistare e riconvertire nell’uso. Aree individuate per l’acquisto AZIONE C.5: Riproduzione di piante autoctone Motivazioni Le azioni C.1, C.2 e C.3 prevedono l’impiego di materiale propagativo di origine autoctona. Si registra quindi la necessità della raccolta e della riproduzione di tali piante. Modalità di attuazione • Raccolta di seme prodotto da specie autoctone • Piantagione del seme in appositi contenitori • Allevamento delle piantine Lo svolgimento avverrà in vivai della Regione Puglia. Risultati auspicati Riproduzione di 30.000 piante Note La fase di raccolta è stata anticipata di un anno allo scopo di avere a disposizione più materiale di propagazione e per l’eventuale risarcimento delle fallanze. AZIONI DI RIQUALIFICAZIONE VEGETAZIONALE Interventi selviculturali a favore di formazioni di Quercus ilex AZIONE C.3: Conversione di formazioni a Tamarix africana in macchia aperta AZIONE C.1: Subordinate all’azione C.5 “Riproduzione di piante autoctone”. Due ambiti di applicazione: - Sostituzione dei popolamenti forestali non autoctoni a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e tamarice (Tamarix africana) rispettivamente con vegetazione a leccio (Quercus ilex) e macchia aperta - Avvio alla conversione strutturale da ceduo invecchiato a fustaia del bosco autoctono a Quercus ilex denominato “Boschetto” Motivazioni - I rimboschimenti con specie alloctone non costituiscono un sistema autopoietico, non sono in grado di rinnovarsi autonomamente, e quindi non sono in linea con gli scopi della Riserva di Torre Guaceto e con la sua gestione. -La struttura fitocenotica del “Boschetto” si presenta omogenea, poco disetanea, con una stratificazione indotta dalla ceduazione. La specie dominante, il leccio, raggiunge appena la forma arborescente. Habitat d’interesse comunitario “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia” (cod. 9340). ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Aree degli interventi Vegetazione Gariga Macchia a ginepro Macchia a ginepro e leccio Macchia a leccio Macchia igrofila Rimboschimento a tamarice Rimboschimento a pino Rimboschimento con macchia a ginepro LIFE-NATURA 2005 Sostituzione dei popolamenti forestali non autoctoni a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) con vegetazione a leccio (Quercus ilex) [AZIONE C.1] Modalità d’intervento 1. Diradamento del 20 % del popolamento a Pinus halepensis 2. Messa a dimora, sulla superficie diradata, di giovani piante di Quercus ilex e altre specie di macchia ottenute da ecotipi autoctoni mediante una specifica azione di riproduzione nei vivai regionali previsti dal progetto. Dettagli tecnici: Impianto irregolare Densità dell’impianto pari a 300-400 piantine per ettaro Buche scavate a mano delle dimensioni di 40x40x40 cm Sostituzione dei popolamenti forestali non autoctoni a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) con vegetazione a leccio (Quercus ilex) [AZIONE C.1] superficie di calcolo: Copertura totale Copertura arborea Copertura arbustiva 10000 mq 95% 90% 50% Cop. relativa assegnata Forma Famiglia Sup. asseg. (mq) Ø medio (m) Sup. med. (mq) N. PIANTE/HA ARBOREO: Quercus ilex L. 100% P scap / P caesp FAGACEAE 9000.0 3.0 9 1000 24.0% 26.0% 16.0% 24.0% 6.0% 4.0% P caesp P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap NP NP / G rhiz 1200.0 1300.0 800.0 1200.0 300.0 200.0 1.8 2.0 1.7 2.0 1.5 1.0 3.24 4 2.89 4 2.25 1 370 325 277 300 133 200 2606 ARBUSTIVO: Myrtus communis L. Phillyrea latifolia L. Pistacia lentiscus L. Rhamnus alaternus L. Rosa sempervirens L. Smilax aspera L. Totale MYRTACEAE OLEACEAE ANACARDIACEAE RHAMNACEAE ROSACEAE LILIACEAE Avviamento alla conversione strutturale da ceduo invecchiato a fustaia del bosco autoctono a leccio (Quercus ilex) [AZIONE C.1] Modalità d’intervento 1. Eliminazione dalle ceppaie di circa l’80% dei polloni e rilascio di 2 o 3 polloni posti più in alto e vigorosi 2. Operazioni di potatura per l’eliminazione della chioma secca e l’innalzamento del punto di inserzione della chioma verde. Dettagli tecnici: Superficie interessata pari a circa 10 ha Conversione delle formazioni a tamarici (Tamarix africana) in macchia aperta [AZIONE C.3] Modalità d’intervento 1. Graduale diradamento del 50 % del popolamento a Tamarix africana attraverso l’eliminazione anche dell’apparato ipogeo 2. Messa a dimora di giovani piante di specie della macchia mediterranea ottenute da ecotipi autoctoni mediante una specifica azione di riproduzione nei vivai regionali previsti dal progetto. Dettagli tecnici: Sesto d’impianto di 1 m Superficie interessata pari a circa 12,5 ha Conversione delle formazioni a tamarici (Tamarix africana) in macchia aperta [AZIONE C.3] Superficie di calcolo: Copertura totale Copertura arborea Copertura arbustiva Arbutus unedo L. Calicotome infesta (Presl) Guss. Cistus creticus L. Cistus salvifolius L. Daphne gnidium L. Dorycnium hirsutum (L.) Ser. Myrtus communis L. Olea europaea L. var sylvestris Brot. Phillyrea latifolia L. Pistacia lentiscus L. Pyrus amygdaliformis Vill. Rhamnus alaternus L. Rosmarinus officinalis L. Smilax aspera L. Thymus capitatus (L.) Hoffmagg. et Link Totale 10000 mq 60% 0% 100% Cop. relativa assegnata Forma 7% 12% 8% 5% 3% 2% 17% 5% 12% 10% 2% 10% 5% 2% 2% P P caesp NP NP P caesp Ch suffr P caesp P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap NP NP / G rhiz Ch frut Famiglia ERICACEAE LEGUMINOSAE CISTACEAE CISTACEAE THYMELAEACEAE LEGUMINOSAE MYRTACEAE OLEACEAE OLEACEAE ANACARDIACEAE ROSACEAE RHAMNACEAE LABIATAE LILIACEAE LABIATAE Sup. asseg. (mq) 400.0 700.0 500.0 300.0 200.0 100.0 1000.0 300.0 700.0 600.0 100.0 600.0 300.0 100.0 100.0 Ø medio (m) 2.0 2.0 1.0 1.0 1.0 1.2 1.8 2.0 2.0 1.7 2.5 2.0 1.0 1.0 1.0 Sup. med. (mq) 4.00 4.00 1.00 1.00 1.00 1.44 3.24 4.00 4.00 2.89 6.25 4.00 1.00 1.00 1.00 N. PIANTE/HA 100 175 500 300 200 69 309 75 175 208 16 150 300 100 100 2777 Risultati auspicati: - Eliminazione dei rimboschimenti a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e tamarici (Tamarix africana) - Miglioramento strutturale del 5% della superficie attuale dell’habitat d’interesse comunitario “Foreste a Quercus ilex e Quercus rotundifolia” ed aumento della superficie dello stesso pari al 100% di quella attuale - Aumento della copertura a macchia mediterranea pari a circa 12,5 ha - Ripristino del continuum vegetazionale tra zona umida e macchia mediterranea. AZIONE C.2: Naturalizzazione di aree agricole Subordinata alle azioni B.1 “Aquisto di terreni nel territorio di Carovigno”, B.2 “Acquisto di terreni nel territorio di Brindisi”, C.5 “Riproduzione di piante autoctone”. Motivazioni I contatti spaziali tra le aree agricole e la vegetazione della macchia rappresentano situazioni critiche a sfavore della vegetazione naturale o seminaturale. Modalità di intervento Impianto progressivo (da effettuarsi in 4 fasi temporali) di specie arbustive riprodotte a partire da ecotipi autoctoni e coltivate in vivai regionali previsti dal progetto. Alcuni dettagli tecnici: Sesto di impianto irregolare Età del materiale propagativo di circa 2 anni Periodo dell’intervento: autunno Densità dell’impianto: 1600 esemplari per ettaro Dimensioni delle buche: 40x40x40 cm Superficie interessata pari a circa 12 ha. AZIONE C.2: Naturalizzazione di aree agricole Tipo macchia igrofila Superficie da esecutivo: Copertura totale Copertura arborea Copertura arbustiva Arbutus unedo L. Myrtus communis L. Olea europaea L. var sylvestris Brot. Phillyrea latifolia L. Pistacia lentiscus L. Pyrus amygdaliformis Vill. Totale 10000 mq 40% 0% 100% Cop. relativa assegnata Forma 5% 30% 10% 25% 25% 5% P P caesp P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap P caesp / P scap Famiglia ERICACEAE MYRTACEAE OLEACEAE OLEACEAE ANACARDIACEAE ROSACEAE Sup. asseg. (mq) 200.0 1200.0 400.0 1000.0 1000.0 200.0 Ø medio (m) 2.0 1.8 2.0 2.0 1.7 2.5 Sup. med. (mq) 4.00 3.24 4.00 4.00 2.89 6.25 N. PIANTE/HA 50 370 100 250 346 32 1148 Risultati auspicati • Riduzione dello stress operato dall’attività agricola sull’habitat della macchia • Aumento della copertura dell’habitat di interesse comunitario “Foreste a Quercus ilex e Quercus rotundifolia” Punto di osservazione Punto di osservazione Punto di osservazione Punto di osservazione Scenario attuale Scenario previsto 70 m 70 m 8,4 ha 3,7 ha 4,1 ha 0,6 ha Caratteristiche geometriche - gariga: Caratteristiche geometriche - macchia: - 2 patch non contigui - 1 patch - Perimetro/Area = 0,038 m -1 - Perimetro/Area = 0,020 m -1 AZIONE C.4: Ricostituzione dunale Motivazioni L’ ambiente della duna è attualmente sottoposto a processi di erosione biologica e strutturale. L’intervento punta a contrastare questi processi. Località Spiaggia presso Punta Penna Grossa Area dell’intervento T.1 T.2 T.3 a: mare b: fascia afitoica c: vegetazione erbacea d: macchia a ginepro e: gariga LIFE-Nature 2005-C4/5 ACTION C.4 Ricostruzione dunale Partner Esecutore: Centro Operativo per la Difesa e il Recupero dell’Ambiente c.da Sciffra - 85010 Pignola (PZ) Italy tel. +39 0971 486132 - +39 0971 486231 - fax +39 0971 486160 web-site: www.codra.it - e-mail. [email protected] ARTICOLAZIONE DELLE FASI DI INTERVENTO Le azioni per il restauro del cordone dunale ed il ripristino della vegetazione retrodunale saranno articolate in più fasi: LIFE-Nature 2005-C4/5 ACTION C.4 Ricostruzione dunale Fase 1 - Raccolta in loco del materiale vegetale di propagazione (semi o parti di piante). Il materiale vegetale di propagazione sarà raccolto in forma e modi diversi a seconda della specie e della successiva tecnica di reintroduzione. Pancratium maritimum L. Eryngium maritimum L. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Centro Operativo per la Difesa e il Recupero dell’Ambiente c.da Sciffra – 85010 Pignola (PZ) Italy – tel. +39 0971 486132 +39 0971 486231 fax +39 0971 486160 web site: www.codra.it - e-mail: [email protected] LIFE-Nature 2005-C4/5 ACTION C.4 Ricostruzione dunale Fase 2 - Selezione, analisi, stoccaggio ex situ e riproduzione del materiale vegetale nella Banca del Germoplasma CODRA. I semi prelevati saranno selezionati, analizzati in laboratorio e stoccati temporaneamente in celle con condizioni di temperatura e umidità controllate. Per le parti di piante prelevate e destinate alla riproduzione agamica, saranno messi a punto specifici protocolli per la riproduzione e lo stoccaggio. Lavorazione Lotus commutatus L. Semi raccolti Lotus commutatus L. Seme selezionato Lotus commutatus L. Test di radicazione Otanthus maritimus Guss. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Centro Operativo per la Difesa e il Recupero dell’Ambiente c.da Sciffra – 85010 Pignola (PZ) Italy – tel. +39 0971 486132 +39 0971 486231 fax +39 0971 486160 web site: www.codra.it - e-mail: [email protected] LIFE-Nature 2005-C4/5 ACTION C.4 Ricostruzione dunale Fase 3 - Modellamento fisico del corpo della duna. Prima di procedere al modellamento del cordone dunale, sull'intera area di intervento sarà recuperato tutto il materiale vegetale presente, rimuovendo e setacciando la sabbia. Successivamente, sarà modellato il corpo della duna. Il versante mare del corpo della duna sarà poi fissato mediante l'impiego di biostuoia e paletti di castagno per garantire la stabilità della sabbia fino al completo sviluppo della vegetazione. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Centro Operativo per la Difesa e il Recupero dell’Ambiente c.da Sciffra – 85010 Pignola (PZ) Italy – tel. +39 0971 486132 +39 0971 486231 fax +39 0971 486160 web site: www.codra.it - e-mail: [email protected] LIFE-Nature 2005-C4/5 ACTION C.4 Ricostruzione dunale Fase 4 - Reintroduzione in situ del materiale vegetale. Tutto il materiale vegetale di propagazione conservato temporaneamente ex situ nella Banca del Germoplasma CODRA, oltre quello raccolto al momento del modellamento del corpo della duna, sarà reintrodotto in situ mediante semina precedente alla posa in opera della biostuoia e piantumazione. Il reimpianto delle specie sarà eseguito rispettando la naturale sequenza spaziale delle associazioni vegetali caratteristiche dei sistemi dunali. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Centro Operativo per la Difesa e il Recupero dell’Ambiente c.da Sciffra – 85010 Pignola (PZ) Italy – tel. +39 0971 486132 +39 0971 486231 fax +39 0971 486160 web site: www.codra.it - e-mail: [email protected] Risultati auspicati • Ricostituzione di circa 8000 mq di superficie dunale • Incremento del 4% della superficie delle vegetazioni psammofile ed in particolare quella afferente all’habitat prioritario “Dune costiere con Juniperus spp.” (cod. 2250). Manutenzione periodica per limitare la presenza di specie esotiche AZIONE D.1: Motivazioni Esistono specie esotiche arboree, come quelle appartenenti ai generi Eucalyptus ed Acacia, che competono con le specie autoctone. Alcune, come il Myoporum tenuifolium, mostrano una tendenza alla naturalizzazione. Lo scopo dell’azione è di eliminare le specie esotiche o di contenere la loro riproduzione spontanea. Modalità di attuazione Eliminazione dei singoli esemplari di specie esotiche attraverso il taglio del ceppo. Risultati auspicati Miglioramento strutturale delle fitocenosi autoctone. Myoporum tenuifolium Forster Origine: Australia Eucalyptus globulus Labill. Origine: Australia AZIONE F.1: Monitoraggio degli interventi Motivazioni Il monitoraggio rappresenta un’azione di fondamentale importanza per la verifica delle azioni in corso di realizzazione durante le varie fasi del progetto e dei risultati raggiunti col completamento di tutte le azioni programmate. Modalità di attuazione L’azione sarà svolta attraverso la misurazione di specifici indicatori correlati con gli effetti attesi dalla realizzazione del progetto. Fasi dell’azione: • Affidamento dell’incarico a personale esperto del Di.S.Te.B.A. dell’Università degli Studi di Lecce • Realizzazione del piano di monitoraggio ed approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico del progetto LIFE • Esecuzione delle indagini necessarie al monitoraggio Contenuto del piano di monitoraggio Motivazione della scelta Specie Punti topografici Indicatori Piano di monitoraggio Rilevamenti Tecniche Elaborazioni statistiche Periodicità Catalogazione dei dati LIFE-NATURA 2005 Indicatori 28 indicatori previsti dal progetto a cui è possibile aggiungerne altri LIFE-NATURA 2005 Indicatori LIFE-NATURA 2005 Caratteristiche degli indicatori • Devono essere misurabili • Devono essere comprensibili cioè chiaramente associati ad un determinato scopo per il quale l’indicatore si propone di fornire una indicazione quantitativa • Non devono essere ridondanti poiché indicatori correlati esprimono un’informazione ridondante • Devono avere almeno un valore di riferimento al fine dell’interpretazione dei risultati; tale valore di riferimento può essere: - una misura iniziale relativa ad un intervento (ad esempio il numero di piante introdotte, relativamente all’azione C.3) - un valore previsto dal progetto (ad esempio il numero programmato di incontri del Comitato Scientifico di Gestione, relativamente all’azione F.3) - un valore di una condizione naturale ideale (ad esempio le frequenze medie delle forme biologiche relativamente ad aree non sottoposte ad intervento). LIFE-NATURA 2005 Risultati auspicati Si provvederà alla realizzazione di un “rapporto di monitoraggio” annuale entro il dicembre di ogni anno. Tale rapporto verrà sottoposto al Comitato Scientifico di Gestione del progetto LIFE (previsto dall’azione F.3).