LA FISICA DELLA RESPIRAZIONE Il FLUIDO. LA POMPA e IL CIRCUITO. GLI SCAMBI RESPIRATORI. LA FISICA DELLA RESPIRAZIONE IL FLUIDO: In questo caso il fluido che ci interessa è un GAS, o meglio una MISCELA DI GAS. Studieremo pertanto i gas più semplici (GAS PERFETTI) , il modo con cui si miscelano (MISCELE DI GAS) e il modo con cui si disciolgono nei liquidi (SOLUBILITA’ DEI GAS) . IL FLUIDO RICHIAMI SUL GAS PERFETTO: (molecole puntiformi e non interagenti :con buona approssimazione TUTTI I GAS RAREFATTI!) Studi sperimentali : 1) relazione PRESSIONE-VOLUME a temperatura ambiente (T fissata): rubinetto Volume di aria Vo Pressione atmosferica Po Versando altro mercurio (per un’altezza h) la nuova pressione sarà P1=dgh +Po E si osserverà una leggera risalita del mercurio nel secondo braccio, con relativa riduzione del volume d’aria da Vo a V1. Ripetendo più volte l’esperimento si vede che: p (a T= cost) P V = cost P1 Po (legge di Boyle) V1 Vo V Diamo i numeri... Una bombola di ossigeno alla pressione di 5 atm contiene 10 l di gas. Quale sarà il volume disponibile per il paziente? Si noti innanzitutto che il paziente respira l’ ossigeno a pressione atmosferica ( p’ = 1 atm). Il gas subisce una trasformazione ISOTERMA, dunque: p’ V’ = p V V’ = p V / p’ = 5 atm 10 l / 1 atm = 50 l 2) Al variare della temperatura la legge resta valida, ma i valori numerici si modificano: la ‘costante’ dipende dalla temperatura. Se anziché tenere fissa la temperatura si tiene FISSA la PRESSIONE, lavorando ad esempio alla pressione atmosferica, è possibile studiare la relazione tra VOLUME e TEMPERATURA: Righello graduato termometro Goccia di mercurio che separa l’aria dall’ambiente Palloncino in vetro riempito d’aria Leggendo lo spostamento della goccia sul righello graduato si stima il volume V corrispondente alle diverse temperature t. Detto Vo il volume misurato a t=0 °C, si ricava la legge: V = Vo ( 1 + a t) (prima legge di Guy-Lussac) NB: a) a risulta esser la stessa per TUTTI i gas, purchè sufficientemente diluiti da essere ‘perfetti’: a = 1/273.15 °C-1 b) Rappresentando su un grafico la legge: V -1/a 0 t (°C) Alla temperatura t = -1/ a = -273.15 ° C il volume ‘sparisce’! Ciò descrive sicuramente una situazione non-fisica. 3) Studiamo infine una trasformazione isocora (a volume costante): t p La relazione tra PRESSIONE e TEMPERATURA risulta espressa dalla legge: P= Po ( 1 + a t) (seconda legge di Guy-Lussac) dove ancora Po è la pressione corrispondente a t=0 °C, a è la costante comune a tutti i gas e alla temperatura t = - 1/ a la pressione ‘scompare’. L’insieme di queste leggi permette di pervenire alla equazione di stato dei gas perfetti. Siano A (Po, Vo, to) e B (P, V, t) due configurazioni del gas: A P I: V(I)= Vo( 1 + a t) I A B I V B: P V = P(I) V(I) = PoVo (1+ a t) Con qualche manipolazione algebrica: P V = Po Vo ( t + 273.15) /273.15 osservando ora che: 1) Vo si può esprimere come il prodotto nel numero n di moli del gas e del volume vo occupato da una mole di gas a t=0 oC e p= 1 atm ( vo = 22.4 l), 2) si può introdurre una nuova scala termometrica, detta di Kelvin, per cui: T (°K) = t(°C) + 273.15 (detta temperatura assoluta, in quanto T=0 °K non è raggiungibile). La quantità Po vo /273.15 = R = 8.31 J /mol °K viene definita come costante universale dei gas, e l’equazione di stato viene scritta nella forma: PV=nRT EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI Questa legge vale naturalmente nell’approssimazione di ‘gas perfetto’, e non può descrivere i cambiamenti di stato di un gas reale pressurizzato: per fare questo occorre considerare una relazione più complicata (legge di Van der Waals). Diamo i numeri Un gas perfetto alla temperatura di 20 oC e alla pressione di 15 *104 Pa, occupa un volume di 10 m3. Si determini il volume che occupa alla temperatura di 0 oC e alla pressione di 9*104 Pa. L’ eq di stato ci dice che: p V / T = cost, dunque: p’ V’ / T’ = p V / T V’ = p V T’ / p’ T = = 15 *104 Pa 10 m3 273 K / 9*104 Pa 293 K = 15.52 m3. Diamo i numeri…. Considerando l’ossigeno come un gas perfetto, si determini la densità del gas quando esso è alla temperatura di 0 °C e alla pressione di 1 atmosfera, sapendo che PM O2=32 u.m.a d= m/ V = n PM / V dall’ eq di stato si ottiene che n/V = p /RT, dunque d = PM p / RT = 32 g 10 5 Pa / 8.31 J/mol K 273 K = = 1.4 kg/m 3 MISCUGLI DI GAS e GAS IN SOLUZIONE NEI LIQUIDI In caso di miscugli di gas, per valutare la pressione totale p occorre considerare le diverse componenti. Ammettiamo di avere ni moli del gas iesimo, con i=1,..N. La pressione totale del gas del miscuglio sarà data dalla somma delle pressioni parziali pi: pi = ni R T / V. Naturalmente, essendo V, R e T gas del miscuglio: uguali per tutti i p i / p = ni / n Se nel miscuglio gassoso è contenuto un vapore saturo, alla somma delle pressioni parziali va aggiunta quella del vapore saturo. ( legge di Dalton) ESEMPIO L'aria secca è costituita da un miscuglio di O2 ( 20% ) e N2 ( 80% ). Calcolare le pressioni parziali. Fare lo stesso calcolo nel caso di aria con unmidità relativa del 100% alla temperatura di 24 °C ( pressione di vapore = 22.4 mmHg ). aria secca: essendo p=760 mmHg PO2 = 760 x 0.2 = 152 mmHg PN2 = 760 x 0.8 = 608 mmHg aria umida: i conti vanno rifatti con p= 760-22.4=737.6 mmHg Calcolare la pressione parziale dell’ ossigeno, assumendo che la Sua concentrazione relativa sia sempre pari al 16%, nei Seguenti casi: -aria ad umidità relativa del 30% e a T=20 ° (pressione di vapor Saturo=17.5 mmHg) -aria inspirata satura di umidità e a T=37° (pressione di vapor saTuro = 45 mmHg) I gas sono solubili in un liquido in misura diversa al variare della temperatura e della pressione. La legge di Henry stabilisce che la quantità di gas che si scioglie in un liquido è proporzionale alla pressione parziale di quel gas nello spazio sovrastante la superficie libera del liquido. Tale legge viene comunemente espressa in due forme diverse: in termini di volume di gas i-esimo in condizioni NTP ( 0 °C, 1 atm ) che si scioglie in 100 cm cubi di liquido: Vi = si pi dove si è detto coefficiente di solubilità; oppure in termini di concentrazione molare del gas nel liquido: Ci = ci pi dove ci è la costante di solubilità. Nella legge di Henry V è il volume di gas ( in cm 3) che si scioglie in 100 cm 3 di liquido, p è espressa in atm e s in cm 3 / atm ( es: a 0 °C per l’ossigeno s vale 4.9, per l’azoto vale 2.4, per la CO2 vale ben 170) In molti casi si trova già espresso il volume (in ml) /100 ml di acqua, e si parla di ‘solubilità’: attenzione a non confondere es per l’azoto, la solubilità vale 1.2 ml/100 ml di acqua L’ossigeno non è molto solubile in sangue o acqua: alla Temperatura corporea 1 l di plasma con pO2= 100 mmHg Contiene circa 2.5 cm3 di O2 disciolto, mentre a una pCO2 di 40 mmHg corrisponde una quantità di 25 cm3 di CO2 disciolta. Viceversa, attraverso l’ Hb, 1 l di sangue trasporta circa 200 cm3 di O2 . Diamo i numeri… Vediamo se il volume di ossigeno disciolto nel sangue secondo la legge di Henry è sufficiente per le necessità metaboliche. Ad ogni contrazione ventricolare entrano 60 cm3 di sangue: con una frequenza cardiaca di 60 battiti/min si ha una portata di 60 cm3/s. Il sangue ossigenato introdotto in un’ora sarà pertanto di 216 l. Assumendo per l’ ossigeno una solubilità pari a 0.3 ml/100 ml sangue VO2 = 3 ml/ l sangue * 216 l/ ora = 0.65 l/ora. Essendo il fabbisogno metabolico di ossigeno circa pari a 24 l/ora, è necessario disporre di TRASPORTATORI. Per saperne di più…. Diffusione di gas anestetizzanti Si tratta di gas fisiologicamente neutri, che diffondono nell’organismo secondo la legge di Henry. La loro velocità anestetizzante dipende dal loro coefficiente di solubilità: in un gas con bassa s la quantità massima assorbibile viene raggiunta rapidamente e subito trasportata al cervello (es. ciclopropano), mentre in un gas con s elevata la quantità che viene assorbita è maggiore e la tensione del gas in soluzione raggiunge più lentamente il valore massimo (è il caso dell’etere etilico, che produce un’anestesia lenta) Per saperne di più…. Normalmente la quantità di gas che si discioglie nel sangue è insufficiente per garantirne l’ossigenazione, a meno che si respiri ossigeno puro a pressione di parecchie atmosfere, raggiungendo una pressione parziale di diverse migliaia di mmHg. Benchè l’ossigeno a tali pressioni sia irritante e possa avvelenare i sistemi enzimatici, l’OSSIGENO IPERBARICO viene talvolta usato per periodi brevi nel trattamento dell’anossia, dell’avvelenamento da monossido di carbonio e per facilitare la chirurgia cradiaca specie nei bambini. LA POMPA E IL CIRCUITO Un po’ di numeri Respiriamo circa 6 l di aria al minuto, con 12 atti respiratori nell’ uomo, 20 nella donna e 60 nei bambini. L’aria che inspiriamo ha circa l’ 80% di N2 e il 20 % di O2, quella che espiriamo contiene il 16 % di O2 e il 4% di CO2. Ogni volta che respiriamo entrano circa 1022 molecole di aria. La superficie dei polmoni è circa pari a 80 m2. L’aria penetra nel nostro apparato respiratorio grazie alla contrazione dei muscoli inspiratori. L’espirazione è un fenomeno passivo. (fig tratta da: Francini-Losano- Fisiologia Umana- UTET) (fig tratta da: Francini-Losano- Fisiologia Umana- UTET) Nella respirazione si compie lavoro contro le resistenze viscose al passaggio dell’aria (AFCD) e contro le resistenze elastiche della gabbia toracica e del polmone (AECF). Il lavoro complessivo si calcola come area nel piano V-p (quella del triangolo ) (fig tratta da: Francini-Losano- Fisiologia Umana- UTET) Calcolo del lavoro: L = 4 cmH2O X 1000 ml /2 1 cmH20 = 103 x 10 x 10 –2 = 102 Pa 1 ml = 1 cm3 = 10-6 m3 L = 4 102 x 10-3 = 0.4 J Il Volume Corrente è di circa 500 ml, ma può essere forzato fino ad un massimo, che corrisponde alla Capacità Vitale. (fig tratta da: Francini-Losano- Fisiologia Umana- UTET) Diamo i numeri….. Calcolare il numero di molecole di O2 introdotte nei polmoni in un respiro del volume di 500 cm3. Si assuma che l’O2 nell’aria sia ridotto dal 20% al 16% quando misurato in bocca. Il volume di ossigeno sarà V = 0.16 * 0.5 = 8 10 -5 m3 . Dalla legge dei gas perfetti, ricordando che in una mole ci sono Na (circa 6.2 10 23 ) molecole: N = n Na = p V Na / R T = = 8 10 -5 m3 10 5 Pa 6.2 10 23 / 8.31 293 °K = 2*1021 molecole Dei 500 ml di aria inspirata, circa 350 giungono agli ALVEOLI, che si possono raffigurare come un insieme di ‘bolle’ che un sottile epitelio separa dai capillari polmonari ( un po’ come fossero acini di un grappolo di uva). Dal punto di vista meccanico l’alveolo è costituito da una bolla (acqua + sostanza tensioattiva) circondata da un rivestimento elastico (parete). Tensione superficiale Le molecole sulla superficie libera di un liquido, per effetto Delle forze di coesione, manifestano una forza attrattiva. E’ consueTudine effettuare la misura del lavoro L che occorre fare per aumenTare la superficie libera di S, e definire la tensione superficiale T = L / S = F s / l s = F/ l s l F Per l’interfaccia acqua-aria, ad es., vale 72 10-5 N/m. Tale Tensione può venire ridotta da surfattanti. Nel caso di bolle sferiche è facile calcolare il lavoro Necessario per aumentare la superficie quando esiste Una data differenza di pressione. Vale la legge di Laplace: p= 2 /r Per saperne di più….. Per descrivere il comportamento della bolla utilizziamo la legge di Laplace: a) r<R c) r>R p = 2T/r c b V a c a b p Se aggiungiamo le proprietà elastiche del tessuto, che possiamo descrivere come una retta che fa crescere il volume al crescere della pressione interna, otteniamo una curva del tipo: Durante l’inspirazione V ciò permette di estendere l’alveolo con piccolo sforzo c a b p Durante l’espirazione, invece, ci sarebbe una brusca chiusura, che porterebbe al collasso degli alveoli. Nella realtà questo non succede per merito della presenza di un tensioattivo, che riduce T in modo che la chiusura avvenga molto più lentamente. V c a b p Il collasso è evitato dalla corrispondente diminuzione di : in espansione vale 40 dyne/cm, in implosione vale 4-8 dyne/cm La diminuzione di durante l’espirazione è dovuta al surfactant (dipalmitoil-lecitina), la cui azione dipende dalla concentrazione per unità di superficie. La malattia delle membrane ialine nei neonati prematuri è dovuta all’insufficiente formazione del surfactant. ALVEOLO INSPIRAZIONE r aumenta (espansione) =40 dyne/cm, ESPIRAZIONE r diminuisce = 4-8 dyne/cm p aumenta 2 p r Per saperne di più….. RESPIRATORI ARTIFICIALI: CAMERE RESPIRATORIE: contenitore a tenuta stagna in cui viene posto il paziente (tranne il capo). La regolazione della pressione nella camera induce l’abbassamento e l’innalzamento ritmico simile ai movimenti respiratori, mengtre la pressione nei polmoni rimane quella atmosferica. RESPIRATORI A PRESSIONE POSITIVA: una pompa a pressione positiva insuffla i polmoni immettendo periodicamente aria (VPPI). L’espirazione avviene o permettendo la retrazione passiva del pomone e della parete toracica oppure incorporando nella pompa una fase a pressione negativa in modo che l’aria espirata venga risucchiata fuori. UN CASO LIMITE DI POMPA RESPIRATORIA VPPI E’ LA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA. Il ruolo giocato dalla pressione è importante anche in alcuni contesti particolari. Ad es, se ci si immerge in acqua a 10 m di profondità, la pressione agente sul corpo vale 2 atm, e i gas nei polmoni vengono compressi a metà del loro volume (ragione per cui prima dell’immersione si iperventila…). Diventa altresì impossibile respirare aria dalla superficie tramite un tubo, a causa della pressione esercitata sul torace e sull’addome: necessità di respiratori ad aria compressa. Nell’autorespiratore l’aria arriva alla bocca alla pressione ambiente, in modo da mantenere il normale gradiente di pressione tra polmoni e l’esterno della parete toracica. Man mano che si scende si riduce la percentuale di ossigeno (è sufficiente per mantenere la pressione parziale) e si sostituisce l’He all’ N perché meno tossico ad alte pressioni. GLI SCAMBI RESPIRATORI molecole equilibrio non equilibrio flusso netto 0 Immaginiamo di separare un dato volume di gas perfetto in due parti uguali con una parete ideale: se le caratteristiche del gas sono uguali dalle due parti, ci aspettiamo che ci sia un passaggio di molecole da sin a dx e viceversa, e che in media il numero di particelle che attraversa la parete in un senso sia uguale a quello delle molecole che passano in senso inverso: il flusso totale netto è pari a 0. La ragione per cui ciò avviene è semplice: le molecole che passano da dx a sin in un certo tempo saranno tutte quelle la cui velocità ha direzione e grandezza sufficienti per attraversare la parete. Considerando quelle nel verso opposto, poichè la distribuzione è identica (ed isotropa) non c'è ragione per cui il loro numero debba cambiare. Se vogliamo avere un flusso netto occorre che cambi qualcosa tra i due settori. Se , in particolare, cambia la concentrazione delle molecole: c = N / V ecco che cambierà N dalle due parti: necessariamente dovrà modificarsi il valore delle velocità delle molecole, e quindi la frazione di particelle che ha velocità opportune per attraversare il setto. Ne discende che ci sarà un flusso netto dalla parte in cui la concentrazione è maggiore a quella in cui è minore fino a che non verrà ristabilito l'equilibrio. Questa osservazione sperimentale va sotto il nome di Legge di Fick: il flusso J di particelle attraverso un sezione ( definito come numero di particelle per unità di superficie per unità di tempo ) è proporzionale alla differenza di concentrazione c a cavallo della sezione: J = -D grad c D è detto coefficiente di diffusione libera. Un altro modo per variare il flusso netto attraverso la sezione consiste nel modificare la pressione del gas dalle due parti, essendo infatti la pressione p legata alla concentrazione c dalla legge c = p / R T J= -D grad C grad C = C/ x , ossia rappresenta la variazione nello spazio x della concentrazione C. J qui è x è lo spessore del setto C1 C=C1-C2 C2 Diamo i numeri….. Calcolare il numero di moli di glicerina che attraversano in un secondo una membrana di acqua spessa 7.5 10-9 m e di area 102 cm2 quando la differenza di concentrazione è 10-1 micromoli/l. Il coefficiente di diffusione vale 7.2 10-6 cm2 s-1. Applicando la legge di Fick: n = S t D delta c / d= = 102 cm2 1 s 7.2 10-6 cm2 s-1 10-10 moli/cm 3 / 7.5 10-7 cm = = 0.96 10-7 moli. SCAMBI GASSOSI NEGLI ALVEOLI Aria inspirata: Sangue venoso: p O2 = 100 mmHg p O2 = 40 mmHg p CO2 = 40 mmHg p CO2 = 46 mmHg A livello alveolare il sangue acquista O 2 e perde CO 2 ! Analogamente si giustifica lo scambio a livello tissutale, essendo: liquido interstiziale: capillari p O2 p CO2 100 40 mmHg " 30 50 L'azoto non svolge alcun ruolo negli scambi, ma quando la sua pressone parziale è molto elevata e viene abbassata di colpo può dare luogo ad embolie gassose. Per saperne di più….. Se ora consideriamo il sangue venoso che affluisce ai capillari polmonari dobbiamo tenere presente i seguenti fatti: -O2 e CO2 non si trovano semplicemente disciolti nel sangue, ma vengono trasportati in combinazione con l'emoglobina e la carbossiemoglobina , - il livello di saturazione di questi 'veicoli' dipende dalla pressione parziale dei gas secondo curve caratteristiche, che tendono a mantenere elevata la concentrazione di O2 anche in condizioni sfavorevoli. (vedi grafico seguente) Percentuale di ossigeno nell’emoglobina Pressione dell’ossigeno In altre parole: il nostro ragionamento vale rigorosamente per l’O2 disciolto, ma la maggior parte è legato all’ Hb attraverso la curva Di dissociazione. La quantità di O2 che lascia l’ Hb dipende dal pO2 dei tessuti, quindi dalla loro necessità. In condizioni di riposo, il sangue venoso contiene ancora il 75% Di O2 legato. Durante l’esercizio severo il pO2 muscolare crolla, Causando una maggiore dissociazione dall’ Hb e una maggiore Diffusione nel muscolo. La dissociazione dell’ O2 dipende anche dalla pCO2 , dal pH e dalla temperatura: In condizioni di sforzo tutti questi parametri aumentano. Diamo i numeri…. Calcolare il volume di ossigeno trasportato dall’emoglobina in un’ora, considerando che al massimo della saturazione 1 g di Hb contiene 1.34 ml di ossigeno , che normalmente il sangue contiene 15 g di Hb ogni 100 ml e che ai tessuti giungono circa 200 l di sangue ossigenato all’ora. Contenuto di Hb = 15 g * 2000 = 30 kg Contenuto in ossigeno = 1.34 ml * 30000 = 40.2 l Per saperne di più….. SCAMBI RESPIRATORI IN SITUAZIONI ‘ANOMALE’ Consideriamo un subacqueo immerso a 10 m di profondità, dunque soggetto ad una pressione doppia. Si noti che in queste condizioni le pressioni parziali dei gas respiratori nei polmoni raddoppiano, dunque durante l’immersione l’ossigenazione del sangue è facilitata, mentre l’aumento della pressione parziale di CO2 nei polmoni rispetto a quella nel sangue venoso determinerà un passaggio inverso (ipercapnia, che può essere ridotta al minimo iperventilando prima dell’immersione, cioè riducendo la PCO2 nei polmoni). Durante la risalita, specie se rapida, la pressione parziale dell’ossigeno nei polmoni decresce bruscamente, e si può avere diffusione dal sangue ai polmoni, con conseguente anossia acuta e perdita di coscienza. Per saperne di più….. RUOLO DELL’AZOTO NELLA DECOMPRESSIONE L’azoto, pur non essendo un gas respiratorio, gioca un ruolo importante quando si passa da una elevata pressione alla pressione atmosferica (es: subacqueo in risalita, cassoni, camere iperbariche,..). Se la decompressione è troppo rapida, l’azoto disciolto si libera dalla soluzione e forma bolle che si localizzano nelle articolazioni, midollo spinale,ecc con gravi esiti neurologici. Occorre allora ‘ricomprimere’ e fare avvenire la decompressione più lentamente.