Emanuela
Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Mugliarisi
5 marzo 2014
Doppia recensione per l’ultimo prodotto di Ferzan Ozpetek, Allacciate le cinture, in uscita al
cinema il 6 marzo.
Allacciate le cinture, ma si va in retromarcia
di Emanuela Mugliarisi
Il nuovo film di Ferzan Ozpetek – nelle sale dal 6 marzo – promette brusche accelerate e tinte forti, ma lascia un
diffuso senso di delusione rispetto ai capolavori che ci ha regalato in passato.
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Una storia d’amore apparentemente impossibile tra due caratteri inconciliabili che si trasforma in un matrimonio di
13 anni con due figli cresciuti insieme: ecco in estrema sintesi lo scheletro del nuovo film di Ozpetek. La bella e
colta Elena – interpretata da una Kasia Smutniak brava ma non sempre intensa – si mette insieme al bell’Antonio, il
buzzurro meccanico d’officina (omofobo, razzista e analfabeta) rappresentato dal palestrato e neofita dello
schermo Francesco Arca.
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In questo film il regista italo-turco si confronta ancora una volta con il tema dell’imprevisto, dell’inaspettato, che ti
costringe ad allacciare le cinture di fronte da una brusca accelerata, qui rappresentata tanto dall’inaspettato
innamoramento dei due quanto dal male con cui Elena si ritrova a combattere all’improvviso. Ma non troviamo solo
questa costante in Allacciate le cinture: ritroviamo il tema dell’amicizia e dell’omosessualità (questa volta
trattato in filigrana) incarnati dal personaggio interpretato dal bravissimo Francesco Scianna – rivelazione di
qualche anno fa con Scialla -, il tema della convivialità, che ancora una volta chiede in prestito le bellissime
atmosfere della puglia salentina, il tema dell’evoluzione dell’amore, che questa volta viene calibrato sulle
dinamiche della coppia etero e quindi forse terreno ostile per il regista. Il tentativo di Ozpetek è quello di uscire
dagli stereotipi, che spesso lo hanno etichettato come il regista delle “tavolate e dei gay” e, nonostante, ci siano
atmosfere oniriche e brevi momento di contatto tra la vita reale e un’altra realtà, il regista tenta una nuova miscela
che non risulta però riuscita, tanto da sembrare talvolta una parodia dello stile di Ozpetek: la malattia viene
trattata con estremo distacco, senza momenti davvero commoventi, l’evoluzione dell’amore tra i due sfocia spesso
in battute prevedibili e in situazioni talvolta parossistiche, certe dinamiche comiche classiche – come quella del
doppio tradimento tra Elena e la sua migliore amica, rappresentata da Carolina Crescentini – assume tinte assurde
e improbabili. Meno male che a fare da contorno a questa combriccola di giovani ci siano le solite figure di madri e
zie, che portano la giusta nota di sagace ironia sempre ben equilibrata nei film dell’autore. Difatti il vero e unico
plauso in questo film va a Carla Signoris e a Elena Sofia Ricci, che paiono figure secondarie ma non lo sono affatto.
Così è la vita
di Alessio Neroni
Dal 6 marzo al cinema Allacciate le cinture. Ferzan Ozpetek torna a dirigere un cast corale di tutto rispetto con
protagonisti Kasia Smutniak, Francesco Arca e Filippo Scicchitano affiancati da Paola Minaccioni, Carla Signoris ed
Elena Sofia Ricci, che regalano una delle loro migliori interpretazioni.
Una pioggia incessante apre la nuova pellicola di Ferzan Ozpetek che arriva dritta al cuore, scuotendolo. È una
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pioggia di emozioni che colpisce sequenza dopo sequenza e che conferma il talento dell’ormai noto regista turco,
giunto a dirigere il suo decimo film (ed è un 10 e lode pieno), in cui riassume tutte le tematiche che hanno
caratterizzato le precedenti storie. In Allacciate le cinture ritroviamo infatti sentimenti profondi come l’amicizia e
l’amore, turbati dalla malattia e dall’inesorabile trascorrere del tempo, che in questa intensa pellicola (il cui titolo
vuole prepararci alle inevitabili turbolenze che l’essere umano prima o poi dovrà affrontare), abbraccia un arco di
tredici anni.
La storia ha inizio infatti nel 2000 quando Elena (Kasia Smutniak) che lavora nel bar “Tarantola” insieme al suo
migliore amico Fabio (Filippo Scicchitano), s’invaghisce di Antonio (Francesco Arca), che frequenta la sua amica
Silvia (Carolina Crescentini). Quella tra Elena e Antonio è una passione improvvisa, nonostante la ragazza sia
fidanzata con Giorgio (Francesco Scianna). Ritroviamo poi i protagonisti nel 2013. Elena e Antonio hanno avuto due
bambini dal loro matrimonio, e la donna insieme a Fabio ha aperto un locale che gestisce con successo nonostante
la crisi. Tutto sembra trascorrere serenamente, anche se la vita coniugale di Elena non è idilliaca e subisce un duro
colpo quando, dopo una visita di controllo al seno, la donna scopre di essere malata.
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Un intreccio di storie e avvenimenti portati sul grande schermo, ma catturati dalla realtà, quella che Ozpetek
osserva continuamente e restituisce pura, in cui si ride e si piange perché questa è la vita.
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La firma di Gianni Romoli è un’altra garanzia di successo; insieme a Ferzan Ozpetek il sensibile sceneggiatore ha
scritto cinque film da Harem Suare a Saturno Contro, trovando sempre un forte riscontro di pubblico e critica.
Per alcuni anni le loro vite artistiche sono andate avanti separatamente e questa nuova collaborazione non può che
rafforzare la trama di Allacciate le cinture, che vede tante importanti attrici recitare accanto a dei giovani
protagonisti.
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Se Francesco Arca rappresenta una tenebrosa sorpresa e scommessa, essendo il suo personaggio cucito addosso
alle sue fattezze e al suo sguardo profondo, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris e Paola Minaccioni, sono una
straordinaria conferma. La zia Viviana/Dora interpretata dalla Sofia Ricci è molto diversa da quella di Mine
Vaganti, non ha i capelli rossi (anzi ha dovuto tagliarli cortissimi per far risaltare il trascorrere degli anni), è alla
continua ricerca di un’identità e soprattutto conferma le grandi doti dell’attrice toscana, che nei film di Ozpetek
farebbe anche solo una comparsa, essendo bellissimi i suoi set. Carla Signoris con la sua Anna (la madre della
protagonista), regala momenti di leggerezza alla pellicola; a lei sono affidate le migliori battute, quelle che restano
in mente come il coraggio e la semplicità di Egle, personaggio che Paola Minaccioni incarna con una veridicità da
commozione.
Francesco Scianna, Carolina Crescentini, Giulia Michelini e Luisa Ranieri completano il ricco cast e anche se con
meno scene rispetto agli altri, i loro volti restano impressi grazie alla fotografia curatissima di Gian Filippo Corticelli
e ai primi piani inconfondibili che Ozpetek rende tanto riconoscibili, quanto unici. In uno in particolare, Kasia
Smutniak (sempre più matura nell’interpretazione) sembra essere identica a Giovanna Mezzogiorno nell’ultima
scena che chiude La finestra di fronte in cui solo gli occhi trasmettono una miscela di sentimenti. Tanto si deve
anche al trucco. Per rendere più realistico il film, infatti, il regista ha sospeso le riprese per un mese permettendo
agli attori di ingrassare e dimagrire in base all’evoluzione che ogni personaggio aveva nella storia. Il montaggio
particolare e fondamentale di Patrizio Marone ha oltremodo accresciuto lo stupore della narrazione, in cui emerge
anche la bravura dei bambini Maria Sole Piccinni e Alessandro Paticchio, che con i loro dialoghi e il loro punto di
vista, focalizzato da alcune inquadrature, ci riportano a quel cinema neorealista che Ozpetek non ci fa rimpiangere.
A chiudere questo particolarissimo gioiello di film, nelle sale dal 6 marzo in 350 copie, la canzone A mano a mano
di Rino Gaetano. Testo perfetto (come sempre), che contribuisce a far correre altri brividi lungo la schiena e a
tenere incollati gli spettatori alla poltrona fino all’ultimo fotogramma, senza dover allacciare le cinture.
Titolo: Allacciate le cinture
Regia: Ferzan Ozpetek
Attori principali: Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Schicchitano, Carolina Crescentini, Francesco
Scianna, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris, Paola Minaccioni, Giulia Michelini, Luisa Ranieri, Maria Sole
Piccinni, Alessandro Paticchio
Sceneggiatura: Ferzan Ozpetek e Gianni Romoli
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli
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Produzione: R&C e Faros Film con Rai cinema
Durata: 110′
Nelle sale dal 6 marzo 2014
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