NOTIZIARIO INFORMATIVO PER I SOCI DELLA Società per la Cremazione Anno 7 - Numero 10 - Marzo 2012 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - L. n. 46/2004 - art. 1 comma 2 (TAB ONLUS), Numero progressivo - Periodicità - AUT.DR./CBPA/CENTRO 1 valida dal 19/04/07 EDITORIA Periodico Semestrale a cura della Società per la Cremazione di Livorno Direttore Responsabile Giampaolo Berti Progetto Grafico e Stampa: Tipoffset Marengo Via G. Ferraris, 4/F - Livorno Editore Società per la Cremazione di Livorno SO.CREM. Fondata il 2 Marzo 1902 ed eretta in Ente Morale con R.D. del 26 Dicembre 1909 Premiata all’Esposizione d’Igiene di Torino e Roma nel 1911 Via S. Francesco, 71 - Livorno Tel. 0586 888.431 - Fax 0586 892.307 E.mail:[email protected] Web:www.socrem.org Comitato di Redazione Giampaolo Berti - Laura Bandini Catia Sonetti - Mauro Nocchi Tempio Cinerario: Via Don Aldo Mei - 57100 Livorno Telefax 0586 404.305 Autorizzazione Tribunale Livorno n° 4/07 del 29/03/2007 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Pubblicazione non in vendita destinata ai Soci della Società per la Cremazione di Livorno Finito di stampare nel mese di Febbraio 2012 SOMMARIO EditorialePag. 3 Grosseto: Ma Livorno non chiude le porte Pag. 6 L’impegno decisivo dei nostri operatoriPag. 7 Come la tecnologia cambia il costume Pag. 8 Momenti della nostra storia Pag. 10 Ricordi Pag. 14 Presidente Giampaolo Berti Vice Presidente Massimo Nenci Segretario Laura Bandini Economo Giovanni Pazzagli Consiglieri Alfredo Gamucci Giovanni Laterra Don Carlo Leoni Adriana Lonzi Ernesto Mariani Cristina Turini Monica Vannucchi Collegio Sindaci Revisori Membri Roberto Petronici Francesco Casalini Giacomo Romboli In copertina: Il bellissimo mare di fronte alla costa livornese, viene sempre più scelto da chi decide, in vita, di farvi disperdere le proprie ceneri. Questo numero di Charis è stato spedito a 7.300 soci ed istituzioni pubbliche Editoriale Oltre il possibile La costruzione del terzo forno è stata voluta per dotare il crematorio di Livorno di un impianto in grado di poter gestire l’emergenza fatta più che altro da arresti dei forni nn. 1 e 2 che, fin dalla loro messa in marcia, hanno lavorato oltre i limiti dichiarati dal costruttore. Alla fine del 2012 gli impianti 1 e 2 e, fino al giugno del 2010, il vecchio forno, avevano effettuato circa 15.000 cremazioni, circa 4000 cremazioni cadauno in tre anni con una media di 1500 l’uno all’anno. Il crematorio di Livorno con un bacino d’utenza di circa 180.000 abitanti, in convenzione con i Comuni di tutta la provincia, offre la cremazione in regime di prezzi minori alla tariffa ministeriale sia per i soci della Socrem sia per i residenti non soci. Con tutti i comuni della provincia di Livorno abbiamo entrate privilegiate ed esclusive in convenzione. A giugno 2011 il crematorio di Pisa ha cessato di lavorare per problemi inerenti l’emissione in atmosfera di fumi inquinanti. A tutt’oggi non è dato sapere i tempi del suo ripristino. Le salme dei cittadini Pisani sono state avviate al crematorio di Livorno senza neppure un incontro tra il comune di Pisa (proprietario del forno) e la SOCREM di Livorno, incontro che sarebbe stato quantomeno doveroso da parte di un’amministrazione comunale che si dichiara propensa alla cremazione, dal quale sarebbe emerso ogni nostro problema all’accoglimento dei crematisti pisani. Oggi il crematorio di Livorno dovrebbe sobbarcarsi anche i decessi di un bacino d’utenza che raggruppa circa 150.000 abitanti con un’incidenza alla cremazione del 9% con una cifra stimabile in circa 1000 eventi crematori l’anno. A questa realtà pisana vanno aggiunti anche Viareggio e provincia con circa altre 300 cremazioni l’anno. Di fatto, ora, stiamo servendo un bacino d’utenza che conta circa 400.000 cittadini. Ed il conto è presto fatto dato che le cremazioni si attestano, come da dati istat in 4000, appunto nella percentuale del 10% annue. Ecco che le cifre dichiarate sono suffragate da numeri veri raggiungendo circa 4000 cremazioni in un’anno tra Livorno, Pisa e Lucca. (cifra raggiunta nel 2011 e con due forni soli!) Questo dato da giugno 2011. Non osiamo pensare le proiezioni del 2012. Oggi la situazione in Toscana è tragica. Sono operanti soltanto tre forni crematori, Firenze Livorno e Massa. I forni di Pisa, Pistoia, Arezzo e Siena sono fermi, Firenze opera per la sola Firenze con tempi d’attesa fino a quindici giorni, Massa crema i soli cittadini massesi, e Livorno dovrebbe sostenere il carico di tutta la restante Toscana. Tale mole di lavoro, per il nostro crematorio, non possiamo sostenerla! Gli impianti sono sotto stress per la mole di cremazioni giornaliere che portano l’impianto a necessitare di più frequenti manutenzioni, ben oltre le quattro annuali. Sopratutto bisogna tenere presente che la dislocazione delle apparecchiature per il funzionamento dei forni, allocate nel soppalco, sono tali e tante che risulterebbe improbabile una manutenzione straordinaria senza fermare tutto il crematorio, compreso il terzo forno. Questo è dovuto alla ristrettezza dei locali che non possono essere aumentati di volume annche, ma sopratutto, per i noti vincoli architettonici riguardanti tutta la struttura cimiteriale. Sarebbe una “tragedia” dover intervenire sulle apparecchiature in maniera straordinaria. Ecco che si rende necessaria una decisione “forte” per il mantenimento in efficienza degli impianti, ma sopratutto per la salvaguardia di un’investimento di oltre due milioni di euro. Mi spigo. Non ci viene assicurata una lunga vita degli impiantia con questi ritmi! Le continue fermate degli impianti ci rendono fortemente dubbiosi sulla tenuta degli stessi. Una soluzione a questo stato di cose sarebbe il rientrare nei numeri ante fermata dal forno di Pisa e cioè entro e non oltre la soglia i tremila eventi / anno. Si moltiplicano gli interventi per la pulizia dei filtri, arresti di marcia dovuti allo stress delle apparecchiature che lavorano dalle sette della mattina fino alle 22 ed anche fino alle 24. A questa situazione va aggiunto il costo aumentato del personale che quotidianamente lavora ben oltre le otto ore contrattuali. Come ho sempre sostenuto ed è sempre stato verifcato a fronte di un costante numero di decessi cittadini la richiesta di cremazioni ha subito un’impennata notevole. A questi nume- 3 ri vanno tolti circa mille unità che riguardano, negli anni fino al 2011, interventi effettuati per altri comuni fuori dalla nostra provincia. Dall’anno 2011 abbiamo subito un’inversione, per noi molto gravosa, di aumento esponenziale di eventi. I ben noti problemi strutturali del crematorio di Pisa, del quale al momento non abbiamo alcuna notizia circa l’inizio della costruzione del nuovo impianto, ci inducono a considerare che tale maggior aggravio di lavoro dovrà essere sostenuto, da Livorno, anche per il 2012. Applichiamo la maggior tariffa in considerazione del fatto che il nostro supporto sarà un intervento limitato nel tempo ed irripetibile in quanto che, al momento in cui Pisa avrà riaperto il forno, giocoforza Livorno perderà tutto il movimento che attualmente da li proviene e dalla sua provincia, senza considerare che i nostri impianti stanno subendo uno stress meccanico molto importante, e di questo noi siamo consapevoli sia per i costi che subiremo negli anni per mantenere efficienti le apparecchiature. Riteniamo doveroso, a questo punto, prendere una decisione di cosa vogliamo fare per il futuro. La Società Pisana di Cremazione in un’incontro, ci ha avanzato la richiesta di trattamento economico preferenziale per gli iscritti alla Socrem pisana. Abbiamo ritenuto possibile applicare una tariffa minore rispetto a quella ministeriale (oggi circa 570,00 €) per coloro che saranno certificatisoci di quella associazione. Questa prospettiva si è resa necessaria per quel senso di collaborazione che, in campo nazionale, ci viene richie- sto dalla Federazione, collaborazione dettata anche dalla necessità di favorire gli scritti alla Socrem che devono poter esercitare le loro scelte senza essere ostacolati da problemi tecnici come stanno accadendo a Pisa. L’eventuale accordo con i nostri “cugini” si attesterà su un numero alquanto esiguo di eventi comunque non oltre le cinquanta unità l’anno. Non siamo in grado di sostenere la mole di lavoro che ci viene richiesta aumentato in maniera esponenziale, non cercato dalla Socrem di Livorno. Anche perchè questo super lavoro ci impedisce gestire la ritualità della cremazione. Ogni giorno infatti siamo costretti ad offrire alle persone che scelgono la cremazione un “non servizio”. Spiegandomi, posso affermare che non possiamo permetterci di avere giornalmente in sala commiato quattro / sei bare esposte in attesa di essere cremate, con familiari che non possono raccogliersi nella propria intimità per salutare con la dovuta ritualità il proprio defunto. È una continua rincorsa, da parte dei nostri dipendenti, a far convivere con “armonia” il triste momento del distacco dal proprio caro. Da qui anche l’impossibilità di nostri dipendenti a mantenere puliti ed efficienti i reparti dove giornalmente accedono moltissime persone in visita ai familiari defunti e gestire le ovvie lamentele e disservizi che preferiremmo non riscontrare per poter continuare ad offrire un servizio che ci ha sempre contraddistinto sin dalla nostra nascita Giampaolo Berti Cremazioni di soci e non soci - numero per anno nel periodo dal 1/1 al 31/12 4 Sala “A. Simonini” della Circoscrizione 2 Scali Finocchietti 4 - Livorno Venerdì 20 Aprile 2012 - ore 11.00 In prima convocazione ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI Sabato 21 Aprile - ore 9,00 In seconda convocazione ORDINE DEL GIORNO: 1. PREMIAZIONE DEI SOCI DA ALMENO 30 ANNI; 2. RELAZIONE MORALE DEL PRESIDENTE; 3. BILANCIO CONSUNTIVO 2011; 4. PROPOSTA DI BILANCIO PREVENTIVO 2012; 5. VARIE ED EVENTUALI VENERDì 20 APRILE 2012 - ORE 14,00 In prima convocazione ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCI Sabato 21 Aprile - ore 10,30 In seconda convocazione ORDINE DEL GIORNO: 1. RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI Tutti i soci da almeno 6 mesi, in base al comma d) dell’art. 10 dello Statuto, oltre ad esercitare il diritto di voto, possono essere eletti nel consiglio direttivo e nel collegio dei sindaci revisori e, quindi, possono presentare la propria candidatura alla comm.ne elettorale, entro il 10 aprile 5 Grosseto: Ma Livorno non chiude le porte Grosseto. Il forno crematorio di Livorno dice stop alle cremazioni di salme che arrivano da fuori provincia, ma fa un’eccezione per i grossetani. A tranquillizzare i maremmani che hanno scelto di accomiatarsi così nell’ultimo viaggio è la stessa Socrem, la società proprietaria dell’impianto di cremazione nel cimitero dei Lupi a Livorno, per bocca del presidente, Giampaolo Berti. “ La sospensione in vigore dal 1° gennaio per le salme che arrivano da fuori riguarda solo Pisa; per la zona sud non cambia niente”, spiega Berti. Il timore di un blocco della cremazione dal Grossetano si era diffuso tra cittadini e operatori delle onoranze funebri che organizzano i trasporti fino a Livorno. Lo stop è stato deciso dopo che la chiusura del forno crematorio di Pisa ha dirottato negli ultimi quattro mesi tutte le richieste sulla struttura labronica raddoppiando il carico di lavoro e gravando fino all’inverosimile su personale e impianto. Che al posto delle normali 10-15 cremazioni al giorno si è ritrovato a dover soddisfare30-35 richieste. Da lì è partita la circolare a tutti gli operatori fiduciari o che hanno una convenzione per mettere a disposizione della clientela il servizio di trasporto fino a Livorno. “Non cambia niente - spiegano dalla San Lorenzo Servizi - ma solo, eventualmente, che dobbiamo avvertire un pò prima”. Nessun problema per la nostra clientela e per tutti i soci Socrem della provincia”, spiegano dalla Gabbrielli di Grosseto, fiduciario per la provincia insieme a Martellini di Bagno di Gavorrano, Zazzeri di Castiglione della Pescaia, Vanni-TerramocciaTosi e Cutolo di Follonica e Babbanini di Orbetello (dato aggiornato a marzo 2011). Ma anche per chi socio non è, ma vuole lo stesso esser cremato. “Continuiamo ad accettare anche chi, dalla provincia di Grosseto, non è socio - spiega Berti - naturalmente applicando l’intera tariffa ministeriale, senza gli sgravi previsti per chi, invece, si è iscritto per tempo e ha pagato annualmente la sua quota”. Per essere cremati, infatti, occorre l’autorizzazione dall’ufficiale di stato civile del Comune dove è avvenuto il decesso. Per ottenerla bisogna che, in vita, si sia espressa chiaramente la volontà di essere cremati e per farlo ci sono tre strade: fare testamento dal notaio, comunicarlo anche solo verbalmente al coniuge o ai familiari più prossimi - sperando che poi eseguono la volontà - oppure iscriversi a un’associazione che abbia tra i propri fini statuari la cremazione dei propri associati. Come la Socrem, ad esempio, che raccoglie in provincia centinaia di iscritti (450 solo a Grosseto), o la Socremar (100 iscritti). Per rispettare la volontà di quei grossetani che scelgono la cremazione, ma non hanno a disposizione una struttura vicino casa, Livorno, dunque, rimane a disposizione. Francesca Ferri Da Il Tirreno del 7 Gennaio 2012 6 L’impegno decisivo dei nostri operatori Abbiamo deciso di dedicare questa pagina di CHARIS agli operatori “sul campo” che vivono, tutti i giorni per tutto l’anno, sulla loro pelle, la vita non facile della SO.CREM Livornese. In questo modo intendiamo sottolineare il loro lavoro e la loro professionalità, con le quali svolgono un servizio delicato ai cittadini che si trovano a vivere momenti tristi, a seguito dalla scomparsa di persone care. È importante l’incarico di Segreteria di Barbara, Maria Luisa e Stefania, che tengono un contatto giornaliero con i cittadini che chiedono informazioni per decidere di iscriversi alla SO.CREM e scegliere in vita, quale destinazione dare al proprio corpo dopo la dipartita. È preziosa la loro prefossionalità nelle attività economica, assai complessa, di una Società “senza fini di lucro”, che ha migliaia di soci ed offre un servizio non usuale ad un utenza che va ben oltre il territorio livornese. È decisivo l’impegno, spesso ben oltre il normale orario di lavoro, di Marco e Mat- teo che coordinano il lavoro degli addetti ai forni, Umberto, Luca, Rossano e Caterina che, con loro, operano su due turni giornalieri a contatto diretto con i parenti delle persone scomparse, non di raro ringraziati per la loro alta professionalità. Il tutto, coordinato dal Direttore Giuseppe che tiene bene le fila, a disposizione di una popolazione di circa 200.000 abitanti, aggiungendo a questo il controllo attento sulle operazioni amministrative, le manutenzioni ed il lavoro di Segreteria, a diretto contatto con il Consiglio d’Amministrazione, composto da volontari, che deve essere sempre all’altezza del prestigio che la SO.CREM ha conquistato nei suoi centoventi anni di vita. Senza questa loro dedizione, non avremo potuto rispondere alla situazione d’emergenza che ci ha impegnato negli ultimi mesi del 2011. Il Presidente e tutto il Consiglio, colgono l’occasione per ringraziargli tutti perchè contribuiscono, in modo decisivo, a fare della SO.CREM di Livorno una realtà importante alla quale, anche la Fed. Nazionale di Cremazione guarda con orgoglio, additandola come modello da prendere ad esempio per tutto il terriotorio nazionale. 7 Come la tecnologia cambia il costume Con internet, l’amico scomparso è sempre vivo Qualche tempo fa è morto Emond Berselli, fine giornalista di “Repubblica” e scrittore che frequentava molto Facebook. I suoi “amici” (nel senso di Facebook) hanno continuato a postare commenti sulla sua bacheca come, in altri tempi, avrebbero pubblicato un necrologio sui giornali. La gente continuava a scrivergli come se fosse vivo. I “social network” di internet cambiano il rapporto tra il pubblico e privato, ma anche alcune cose che riguardano la vita e la morte. C’è chi vuole lasciare mesaggi postumi e chi si preoccupa di digitare un “testamento digitale” con scritte le password dei conti bancari online. Il Pin del bancomat ed altri documenti privati. Nascono le “pagine commemorative” che servono sia a ricordare le persone scomparse, sia a inviare messaggi e saluti. Può sembrare macabro ma alcuni lo trovavano utile. Guardate ad esempio www.lastmessageclub.com; oppure www.respectance.com. Il servizio, ovviamente, si paga...ogni anno affinchè il cliente è in vita (il dopo è gratis)... le pagine sono personalizzate dal cliente, o dai suoi familiari, con musiche, foto, testimonianze di chi l’ha conosciuto. Qualcuna mi è apparsa commovente. Naturalemente a noi 8 può apparire strano, o forse dark, che qualcuno organizzi una serie di email da inviare ad amici e nemici dopo il proprio trapasso (ma quanti romanzi e racconti sono basati su questo?). Non credo che in molti intaseremo le caselle di posta di questi siti, nati in ambito anglosassone dove il business finerario è particolarmente fiorente e interamente privatizzato. Tuttavia anche questo è un segno che un numero crescente di attività sociali umane si trasferisce nel mondo di nternet e immediati dintorni. Del resto anch’io ho inviato un messaggio a Berselli, appena avevo saputo della sua scomparsa, utilizzando Facebook e richiamando il messaggio sulla mia bacheca, come tanti altri “amici - lettori”. Con la stessa immediatezza con cui, qualche anno fa, avrei prenotato un necrologio sul suo giornale. Lo stesso Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ha scritto sul Washington Post che i concetti di privacy sono drasticamente cambiati, al punto che Facebook dovrà rivedere molte sue impostazioni. E di privacy Zuckerberg se ne intende, anche se non sempre applica quello che sa. Enrico Menduni Scienza delle Comunicaioni Università Roma 3 Dal quotidiano Il Tirreno 2010 N.B. Il fenomeno del quale parlava il Prof. Menduni fin dal 2010, è andato via via diffondendosi anche da noi per ora senza scopo di lucro. Il più diffuso è stato dedicato ad un giovane giornalista, nostro amico, scomparso poco più di un anno fa. I Il Libro bambini fanno domane. A volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. Vogliono sapere perchè nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perchè esiste il dolore, cos’è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. È un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. Perchè non possiamo deluderli. Nè ingannarli. Siamo stati come loro non troppo tempo fa. Dell’invecchiare, dell’essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai bambini è negata l’esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L’estetica dell’eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicità. In questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa, Concita De Gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi rimossi dal discorso contemporaneo. Funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perchè se non c’è peggior angoscia della solitudine e del silienzio, non c’è miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo in forza. La “crisi” ha bloccato il biotestamento Nell’ultimo numero di Charis, parlando del Testamento Biologico e riportando il parere di politici, sociologi, medici e giuristi, annunciammo (forse con troppo ottimismo) che la legge aveva la possibilità di venire approvata entro il 2011. Ma, come i nostri lettori ben sanno, il precipitore della situazione economica, ha portato alle dimissioni del Governo Berlusconi ed alla formazione di un nuovo Esecutivo, sostenuto da una larghissima maggioran- za parlamentare, che ha assegnato ad esso il difficile compito di affrontare, in fretta, le questioni dell’economia e porre le basi per una difficile ripresa. Così, il Calendario Parlamentare è stato modificato accantonando, ancora una volta, la legge auspicata e rendendo quasi impossibile la sua approvazione prima della fine naturale della legislatura. Per quello che ci riguarda, faremo il possibile affinchè la questione non finisca nel dimenticatoio. 9 Momenti della nostra storia Il Ventennio fascista “Dopo il defenestramento della giunta socialista della città (agosto 1922), è l’inizio del governo del Mussolini nel paese, la vita della Società continuava a svolgersi sui binari consueti. Augusto Neri, presidente, chiede che sia installato un telefono al cimitero per facilitare le comunicazioni con la società, a spese del Comune. Due mesi dopo, nel dicembre 1922, sollecita con una lettera il sussidio di lire 1.500 annue elargito dall’amministrazione “per i servigi e l’economia che rende la cremazione contando da 140 a 150 ( sarebbe stato più corretto parlare di 130 - 140, N.d.a.) cremazione l’anno. Tutte le richieste verranno esaudite. Ma con il consolidamento del regime e la sua tattica di avvicinamento alle gerarchie cattoliche, la situazione cambia. Le manifestazioni pubbliche spesso orgnizzate dall’associazione, come l’organizzazione di conferenze di propaganda, i cortei commemorativi per la celebrazione dell’anniversario della fondazione, i banchetti e quant’altro, s’interromperanno. Le uniche occasioni di visibilità, utili per farsi conoscere, anche se con difficoltà sempre più marcata, saranno costituite dai cortei funebri, pensati e diretti come vere e proprie sfilate. In una simile situazione di stretta sorveglianza su qualsiasi forma associativa, o su sollecitazione dello stesso Galeazzo Ciano, del prefetto o del questore, o per semplice dovere d’ufficio, i resoconti del Commissario di San Marco sulla attività, le riunioni, i soci, la vita interna e quant’altro fosse possibile furono diligentemente raccolti e trasmessi 10 al centro. È grazie a queste carte che ho potuto constatare che tutto il periodo, perlomeno dal 1923 al 1941, trascorse sotto la dirigenza dello stesso presidente Augusto Neri. Nella segnalazione si aggiunge che era stato affiliato alla massoneria, di mestiere fa lo spedizioniere, ed è di federe repubblicana. La nota più esaustiva è quella che riguarda i Consiglio del 1928. La segnalazione poliziesca ci aiuta a conoscere il quadro dirigente della Società nel suo complesso, e ad anticipare alcune riflessioni sulla sua attività. Su venti elementi, tredici sono indicati come repubblicani e massoni, tre come socialisti. Di tutti gli altri la polizia non trascrive alcuna nota sulle inclinazioni politiche. Soltanto a proposito di uno si legge che da ex repubblicano e massone, adesso simpatizza per il regime. E fino a qui, niente di nuovo, anzi. Siamo pienamente dentro la vecchia tradizione; perlomeno apparentemente. Ma svariate segnalazioni presenti anche in altre carte dello stesso fascicolo rinviano a probabili ulteriori appartenenze massoniche. Anche da questo appare abbastanza chiaro che non solo ci troviamo di fronte ad espressioni militanti plurime, ma pure che, per quanto concerne la massoneria, si tratta di adesioni di vecchia data, nè rinnovate, nè abbandonate. Se a Livorno le logge erano scese da 59 a 3, anche i relativi membri dovevano essersi in qualche modo ricollocati in altre organizzazioni. Solitamente poi dalla massoneria non ritornando su qeusto Consiglio, la segnalazione si fa interessante. Su venti componenti, ben diciannove abitano nella zona popolare tra il centro e le vie adiacenti, da Via delle Galere a Via Vittorio Emanuele. Uno solo abita in una strada più elegante, Viale Regina Elena, oggi Viale Italia, l’arteria che costeggia il mare. Ma l’appartenenza ai ceti popolari viene ribadita dalla loro occupazione. Abbiamo la segnalazione di quattordici occupazioni, così ripartite: due pensionati, due commessi, due facchini, un operaio, un esercente, un cappellaio, un assistente officina Gas, un pensionato ferroviere, un carpentiere, un falegname, un parrucchiere. Scorren- do ancora le carte di questo fondo della Questura lato igienico ebbe dei consensi, fu intesa e vista, sotto si rintracciano altri Consigli di Amministrazione: forma incivile e antireligiosa. Infatti ciò è la verità, quello del 1933, quello del 1934, quello del 1937. se si pensa, che i fondatori, e soci che ne curarono la Poi si salta a quello del 1941, uguale però nella sua divulgazione di tali propositi, furono persone d’idee composizione al Consiglio di amministrazione del avanzate, e per lo più massoni e repubblicani, i quali 1937. Si nota una certa continuità e di conseguenza appunto maggiormente sono sempre stati i nemici anche un invecchiamento dei consiglieri. Non solo più acerrimi della chiesa e della religione. Molte volresta alla presidenza Augusto Neri, ma rimangono te la stampa cittadina, si occupò aspramente di quein carica anche Armando Guarducci, Ruggero Ansto sodalizio, che in seguito poi fu una vera e propria tonacci, Odoacre Vivaldi, Armando Tofani. Non società sovversiva-anticlericale, intervenendo solo ai sempre ci sono osservazioni sulla loro collocazione trasporti funebri di sovversivi, od a manifestazioni di politica. Scompaiono quasi del tutto i riferimenti al carattere sovversivo. Attualmente conta circa 2.000 loro lavoro e ai loro domicili. Va considerato però soci, compreso un certo numero di donne, e senza che erano le stesse associazioni a dover comunicare, tema di smentite, si può dire che il 90% sono sovsu richiesta della questura, l’elenco dei soci, le attività versivi in genere, ed ex massoni. Da indagini espesvolte e tutto quanto riguardava la vita della società rite, non è risultato però, che in seno alla Socrem stessa. Le osservazioni da si faccia ora, aperta propafare quindi sono due. Da ganda contraria al Regime, una parte la Socrem cernon così invece nei riguardi cava di procurare al Comdella chiesa e della religiomissariato le notizie più ne, a danno della quale si scarne possibile per sviare continuano a fare delle insiquesta vigilanza occhiuta. nuazioni, e viene esercitata Dall’altra, nei fatti, l’attiancora segretamente una vità era comunque ridotta certa propaganda anticleI loculi dei fratelli Gigli uccisi dai fascisti sulla soglia di casa il 4 agosto 1922 ai minimi termini, essendo ricale e specialmente fra le impedita quella della prodonne. Non è mai regnato paganda. C’erano soltanto assemblee dei soci, di sonel sodalizio stesso, alcun sentimento d’ordine e di lito una volta all’anno per approvare il bilancio, come affetto per la Patria, o per il Re, e sotto la parvenza di quella del 1926 nella cui riunione si deliberarono una associazione laica per la cremazione dei cadaveri, anche i lavori di ampliamento al tempio cinerario. si nascondono elementi nemici della Patria e di ogni Dal punto di vista del Commissariato, sotto il resentimento di umanità capaci all’occasione di insorgime la situazione si era semplificata rispetto all’egere contro i poteri dello Stato”. poca liberale, quando dietro a un corteo della SoSi capisce che la polizia non ha elementi precisi sui crem venivano inviati fino a quattro carabinieri e sei quali agire contro questa associazione, ma che nel guardie di Pubblica Sicurezza. Comunque si trovano complesso la giudica pericolosa, anticlericale e quinalcune informazioni, come quella che riguarda il didi sovversiva. Probabilmente il Questore aveva chiestintivo, che nel 1904 era bianco e blu, e diventa poi sto alcuni approfondimenti a causa della polemica amaranto, il colore del Comune di Livorno. Altre, che c’era stata con il domenicano, padre Giuseppe più importanti sono quelle inviate direttamente dal della chiesa di Santa Caterina, che sul bollettino Commissariato di San Marco al questore, sulla Soparrocchiale del gennaio 1929 aveva pubblicato una crem sulla sua attività. Si legge nella relazione del lettera contro le “corbellerie” scritte sul “Telegrafo” a 3 maggio 1929: “Fin dall’inizio della sua nascita, il proposito della cremazione, e appellandosi al diritto predetto sodalizio, non incontrò qui l’approvazione canonico aveva sostenuto contro la Società: della massa religiosa e civile, in quanto che ha carat“La cremazione dei cadaveri deve riprovarsi; non tere laico non solo, ma in quanto fin dal primo mosiamo tenuti a rispettare la volontà del defunto se mento, la cremazione dei cadaveri, malgrado che dal questi per testamento o con qualsiasi contratto abbia 11 disposto per la sua cremazione; chi ha ordinato di essere cremato deve privarsi della sepoltura ecclesiastica e infine infligge la scomunica ai trasgressori di questa legge”. Più avanti incontriamo la segnalzione che nel 1935 la Società ha 2.000 soci, i quali pagano fino a 50 anni una quota di 50 lire. E da 50 in avanti una di 90 lire. Due anni dopo, nel 1937, la Pubblica Sicurezza scrive: “Allo stato attuale....con minor numero di soci ridottasi a 1.600 dai 2.000 circa, quanti erano nel 1929.... appartengono nella maggior parte alla Svs, di cui è presidente il noto colonnello in pensione Ottanelli Domenico(e) ... si fa presente che l’uso della cremazione... è più diffuso che in altre città d’Italia, anche più popolose... vi figurano, oltre ad una discreta quantità di apolitici, massoni e repubblicani in preponderanza; anarchici e comunisti in minor proporzione. Giova, far presente che l’usanza della cremazione in Livorno è più diffusa che in altre città d’Italia in quanto moltissimi sono qui gli areligiosi, molti sono quelli che si fanno cremare per tradizioni di famiglia e non pochi quelli che la seguono per ragioni di economia. Ciò spiega il come non di rado si vedono portare al forno crematorio anche cadaveri di donne e di bambini, appartenenti a famiglie insospettabili dal lato politico e non escluse fra queste anche quelle dei fascisti”. Quest’ultima affermazione è la spia indiretta, e non troppo, del profondo radicamento della cremazione nella città. Numerosi sono i fascisti che vi fanno ricorso e non pochissimi gli iscritti alla stessa Socrem, stando anche alle carte del Commissariato. Poi la relazione prosegue: “... la cifra così elevata di cremazioni non può essere pressa come indice della vera consistenza massina in Livorno, ma, considerata l’importanza che un giorno qui ebbero le distrutte logge, si può soltanto arguire che buona parte delle cremazioni stesse riguardano persone della massoneria... Quanto precede non esclude che la cosa debba essere riguardata sotto il suo aspetto reale ed effettivo e questo ci dice che la Socrem è costituita essenzialmente da elementi sovversivi ed impone quindi a quest’ufficio il dovere di insistere perchè sia sciolta, non potendosi tollerare che sotto il regime fascista i sovversivi in genere si ritrovino associati sotto qualsiasi forma.” 12 Ancora nella stessa data, viene inviata una relazione a Galeazzo Ciano, che ripercorre la storia. Dove si afferma, fra l’altro: “mancanza di contatto fra i soci, tra i quali non disertano del tutto anche fascisti, pone gli associati nella impossibilità di stabilire fra loro intese per una qualsiasi mena politica sovversiva e questo induce a ritenere che in seno alla società non si svolga attività politica alcuna: che se poi i singoli, fuori dall’ambiente societario, riescono ad avvicinarsi e ad intendersi, ciò dipende dalla comunanza dei loro ideali politici e non dal fatto di appartenere al predetto sodalizio. La presunzione quindi che massoneria e comunismo a Livorno vivono ancora organizzati sotto il titolo di “Società Crematoria” non trova riscontro nella realtà. Un ultimo rilievo da farsi è che da tempo non si verificano nuove iscrizioni e ciò farebbe supporre che, per l’influsso dell’educazione religiosa tanto incrementata dal fascismo, l’uso della cremazione sia detestata da giovani”. “...Detta Società...si dichiara apolitica e areligiosa e non consta che si prefigga altri fini...non si reputa opportuno provocarne lo scioglimento in quanto provocherebbe...un senso di malumore tra gli iscritti al sodalizio che in realtà non mostrano occuparsi di politica anche perchè a capo del ripetuto sodalizio trovasi in qualità di presidente il signor Neri Augusto persona seria e corretta il quale per quanto in passato sia stato iscritto alla Massoneria non consentirebbe che in seno a detta società si svolano comuque attività politiche contrarie al regime. Allegato come foglietto dattiloscritto, c’è l’elenco delle persone più in vista iscritte alla Socrem: l’avvocato Arnaldo Maccario, iscritto al PNF, al dottor Alfonso Casella, il ragionier Goffredo Butelli, il commendator Ezio Foraboschi, l’avvocato Aristide Dello Strologo, il commendatore e avvocato Teodoro Attila. Improvvisamente l’atteggiamento del maresciallo del Commissariato sembra cambiare e in una relazione al questore del 1937, oltre ad informarlo che la società ha una consistenza patrimoniale pari a lire 358.974 costituita dal valori degli immobili dei loculi, del forno e del tempio crematorio, mobilio, etc.. L’atteggiamento però cambierà di nuovo di fronte alle direttive del Ministero degli Interni, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, tese ad impedire la diffusione del foglio a stampa per procurare proseliti, di cui la Socrem aveva inviato copia per la sua approvazione. Il Ministero chiede ulteriori informazioni, anche nell’eventualità di procedere all’autorizzazione della sua soppressione. Successivamente a questa disposizione romana, prima in data 23 febbraio ribadita poi il 3 marzo 1941, il Commissariato di San Marco torna sulla necessità di sciogliere la società. Dalla stessa busta si apprende che, nonostante la guerra, la Socrem ancora riusciva a prendere qualche iniziativa. Era stato affisso in città un manifesto dal titolo “La cremazione rito di purificazione e di pietà”; secondo la Questura il manifestino, stampato dalla Tipografia Cesare Frittelli, sarebbe stato stampato e diffuso anche a Torino, Firenze, Milano e Bologna, su invito della Federazione. Il manifesto si appellava allo spirito e cercava il consenso anche dei credenti. Evidentemente, nonostante l’accurata sorveglianza, qualcosa per fortuna sfuggiva, sia al Commissariato di San Marco che alla locale Questura. Nel complesso comunque, a Livorno, l’urto con il fascismo non fu tragico come nella città di Ferrara e di Mantova, dove i Templi furono distrutti, nè si arrivò alla sospensione delle cremazioni per ordine del podestà, come a Novara. Certamente non fu un periodo incoraggiante; cessarono tutte le attività di propaganda e di diffusione degli ideali laici e della libertà di pensiero, ma si ha l’impressione netta che le gerarchie fasciste abbiano tenuto un atteggiamento ambivalente. Se infatti si procedeva in loco ad una sorveglianza continua e direi soffocante nei confronti di qualsiasi manifestazione organizzata dalla Socrem, così come nei confronti delle riunioni di direttivo, o del numero dei soci, le note su questa attività regolarmente e diligentemente registrata si fermavano nella locale sede della Questura. E questo per tutto il periodo fascista. Abbiamo sì un certo protagonismo di un solerte maresciallo che non si esime dal proporne lo scioglimento perchè “covo di sovversivi” Niente però in questo senso viene fatto. Al di là dei toni trionfistici del prefetto, che ne prevedeva uno sciogliemento naturale, per la forte anzianità dei suoi soci, nessuna iniziativa concreta veniva presa per contrastare l’azione, nè tanto meno il successo che essa riscuoteva in città. Va considerato sempre che durante tutto il ventennio, le cose dal punto di vista dell’attività vera e propria dell’associazione non cambiarono. Il numero dei cremati rimaneva costan- te, o aumentava. L’impressione che ho ricevuto da questa indagine è che il regime non avesse nessun interesse pratico a contrastare tale soluzione, e interessi ideologici solo indiretti a impedirla. Questi ultimi erano dati dal fatto che i dirigenti, i soci, coloro che la praticavano, molto spesso avevano militato nella disciolta massoneria, o ancor peggio nelle file dell’anarchia, del socialismo, del comunismo. Erano queste le manifestazioni che il fascismo aveva avuto e aveva cura di ostacolare e distruggere. Tenere d’occhio la Socrem serviva a tener d’occhio gruppi di cittadini che risultavano come oppositori magari dormienti, ma potenzialmente molto pericolosi. Dal punto di vista amministrativo invece il Comune non smise mai di aiutare la società, con la quale intrattenne un rapporto perlomeno non conflittuale. Non furono prese particolari iniziative a favore della medesima, ma si mantennero nella sostanza i piccoli privilegi che le precedenti amministrazioniavevano concesso, poichè alla Socrem per ogni cremato, appartenente alla vecchia società e munito di cartella di affrancazione, venivano rimborsate lire 100 per la quota di spesa per l’incenerimento. Come durante il periodo liberale. Brani tratti dal libro di Catia Sonetti “La morte irriverente” - Il Mulino editore 13 Ricordo di... (a cura di Mauro Nocchi) Furio Diaz I Partigiani della 3a Brigata Garibaldi e le truppe alleate liberarono Livorno il 19 Luglio 1944. Cinque giorni dopo, il futuro Sindaco, in una lettera rivolta ai livornesi li invitava a superare “ogni vendetta personale ed ogni meschina reazione personale di un popolo libero”. Il 29 luglio, il Comando Alleato, in accordo col Comitato di Liberazione Nazionale, nominava Primo Cittadino il Dott. Furio Diaz, appena ventinovenne, a Capo di una Giunta nella quale sedevano rappresentanti di tutte le forze antifasciste compreso, caso più unico che raro, un delegato della Federazione Anarchica. Diaz, venne poi confermato Sindaco, in una riunione del Consiglio Comunale democraticamente eletto, il 17 novembre del 1946, dopo la importante vittoria della Repubblica del 2 giugno dello stesso anno e dove, per la prima volta, in una elezione locale, votavano le donne. Con questa decisione storica, i livornesi affidavano al Consiglio Comunale, a Furio Diaz ed alla sua Giunta, il difficile compito di guidare la ricostruzione, fisica e morale, di una Città semidistrutta dalle decine di bombardamenti anglo-americani e dai tedeschi in ritirata che avevano affondato le navi e minato la zona industriale/portuale, per rendere ancora più difficile la ripresa. Come ha scritto il Sindaco Alessandro Cosimi, ricordandone i tratti fondamentali, Furio Diaz “laureato in legge...progressivamente diviene uno storico di fama mondiale. Un percorso, quello della sua generazione, che accompagna i grandi eventi del ‘900, attraverso passaggi spesso duri ma affrontati sempre guardando all’interesse comune e alla necessità di sentirsi parte, attraverso il lavoro intellettuale, delle trasformazioni del mondo.” In una bellissima lettera a Togliatti, allora segretario del suo Partito, nel 1947, Diaz scriveva del suo impegno, dei problemi della sua città e di questo desiderio, avvertendo la necessità di testiomoniare la propria paura di non essere adeguato, proponendo addirittura le sue dimissioni. Nella risposta, ebbe tutta la stima di un partito che lo considerava “uomo capace di collegare la ricostruzione e la crescita di una città che aveva bisogno non solo di “lavori pubblici” per rinascere ma anche del suo spessore culturale per ridefinire i valori di una comunità uscita dalla guerra mutata anche nella sua identità”. Un giudizio ampiamente condiviso dalla grande maggioranza dei livornesi che lo confermò Primo Cittadino fino a quando fu sostituito dal Prof. Nicola Badaloni. È stato autorevolmente scritto che Furio Diaz è stata “una delle figure più amate dalla città” ed una figura “fondamentale nella politica e nella ricostruzione”. In seguito all’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche, nel 1956, iniziò con Togliatti una dura polemica che lo portò a dimettersi dal PCI l’anno successivo, rimanendo vicino alla politica attiva e aderendo al PSI. Ma da quel momento la sua stella polare fu l’insegnamento e la ricerca. Profondo conoscitore di Storia e di Storiografia dell’età dell’illuminismo, pubblicò opere fondamentali e approdò, dal 1974, alla docenza alla Normale di Pisa. Nel 1997, alla presenza del suo successore Badaloni e del Presidente Ciampi, in una seduta solenne del Consiglio comunale, la sua città ha consegnato al Primo Sindaco della Liberazione, la Livornina d’Oro. È venuto a mancare alla metà dello scorso Novembre. Le sue ceneri ora si trovano nella tomba di famiglia al cimitero dei Lupi. 14 Pietro Carmilla Il Dott. Pietro Carmilla, medico anestesia sta presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale di Livorno, è venuto a mancare improvvisamente, a 58 anni, mentre trascorreva un periodo di riposo in un agriturismo nel Comune di Montescudaio. Figlio di Carlo Carmilla, che è stato per molti anni responsabile del pronto soccorso e componente di una famiglia numerosa, aveva un fratello gemello che fa l’architetto. Attaccatissimo al suo lavoro aveva anche la passione della scrittura e della caccia, ereditata dal nonno, della quale parlava in modo ironico ed umoristico, avendo scritto un paio di anni fa, “Il nuovissimo manuale del padellatore per l’anno 2011”, recente “Il praticelli. Lunario del padellatore per l’anno 2011”, con pensieri esilarnti e con arguzia, descrivono le sorti del “padellatore”, appunto, e del suo cane, che lo costringono ad accettare quel destino che porta a mancare spesso la preda ma a godersi, comunque, i boschi e la campagna... Era un punto di riferimento per tutti i suoi colleghi che lo apprezzavano per la grande professionalità e per la sua umanità. E che, in un ricordo commosso, lo hanno descritto come “una persona sulla quale potevi contare quando avevi un dubbio. Un uomo speciale, altruista, che meritava davvero la stima di tutti, colleghi e pazienti” Le sue ceneri sono state disperse sulle colline livornesi. Riccardo Suligoj Anche il Dott. Suligoj è venuto a mancare nei primi giorni di Novembre dello scorso anno, all’età di 55 anni, dopo aver lottato, con spirito da vero atleta, contro il male che lo aveva aggredito da alcuni mesi. Abitava a Sarzana ma era molto conosciuto a Livorno dove, da ragazzo, era entrato nel mondo del remo diventando un ottimo vogatore e vincendo, nel mitico gozzo dell’Ardenza / La Rosa, la Coppa Barontini nel 1977 e il Palio Marinaro nell’anno successivo. Laureatosi in medicina e chirurgia all’Università di Pisa, si specializzò successivamente in ortopedia e medicina dello sport. Nel periodo universitario aveva giocato anche nel Club Pisa Rugby e si avvalse poi dalla sua esperienza e della sua passione per la palla ovale, collaborando col Rugby Amaranto,non dimenticando mai il mondo del Remo. La sua carriera professionale lo aveva portato a lavorare a Sarzana rimanendo, però legatissimo alla sua Livorno, dove vive la sua famiglia ed aveva amici più cari. Ogni suo giorno libero lo viveva nella Città dei Quattro Mori. Le sue ceneri sono state disperse in un bosco delle colline livornesi. Armando Lilla L’Ottico Armando Lilla, titolare dei negozi “Punto di vista” di Via Verdi e Corso Mazzini, è scomparso improvvisamente in una notte di metà Novembre 2011 colpito da un’infarto, malgrado l’intervento tempestivo degli Operatori della SVS chiamati dalla moglie Luciana quando si è accorta che aveva forti dolori al petto e problemi respiratori. Aveva iniziato a fare l’Ottico all’età di 19 anni quando trovò lavoro nel negozio di Occhiali Corcos, in Via Ricasoli. Poi, la sua intraprendenza e la sua passione gli avevano permesso di aprire un’attività in proprio a partire dal 1977. Era un grande appassionato della Livorno Calcio ed era diventato grande amico di nuove e vecchie glorie che avevano militato, negli anni, nella squadra amaranto, tanto da organizzare con loro cene ed incontri conviviali nei suoi negozi, nei quali metteva in campo tutta la sua simpatia. Anche i frequentatori dello Stadio A. Picchi, lo hanno pianto sostenendo di “aver perduto, troppo presto, un amico e un tifoso molto apprezzato” Le sue ceneri sono state disperse in mare a largo della costa livornese. 15 DONAZIONI ANDREANI PAOLO 20,00 Donazione A Titolo Personale BASTIANI MARIA ROSA 10,00 Donazione A Titolo Personale CORRIERI EDDA LAGHI 50,00 In Memoria Di Corrieri Alvaro FALLER PIERA 20,00 In Memoria Di Bagnoli Loreno E Fallel Alfredo FERRETTI AUGUSTO 10,00 Donazione Alla Societa’ Di Cremazione GARZELLI MAURO 10,00 Donazione LAGHI CORRIERI EDDA 50,00 In Memoria Del Caro Alvaro Corrieri MANZETTI GIOVANNA 15,00 Donazione In Memoria Dei Cari - Manzetti E Martellucci MICCOLI MARIO 30,00 Donazione MIORELLI ADA 10,00 Donazione A Titolo Personale ORRU’ DARIO 10,00 Donazione PALUMBO FERDINANDO 10,00 In Memoria Di Moriconi Marisa PEGAZZANO PIERANGELA 50,00 In Memoria Di Piero Lemmi PIERAGOSTINI ELVIRA 20,00 Donazione A Titolo Personale A Nome Ratti Dino RICCI RINA 10,00 Donazione STEFANINI NELLA 50,00 In Memoria Di Piero Stefanini TADINI MANRICO 10,00 Donazione TESTA ENZO 10,00 In Memoria Di Bonini Iolanda NOSTRI FIDUCIARI PRESSO Alghero Alghero Arcidosso Bagni di Lucca Bagno di Gavorrano Camaiore Castagneto Carducci Castelfranco di Sotto Castelfranco di Sotto Castelnuovo Garfagnana Castelnuovo Magra Castiglione della Pescaia Cecina Domodossola Empoli Empoli Forte dei marmi Follonica Follonica Filattiera Grosseto Grosseto La Spezia Lerici Lido di Camaiore Latina Lucca Montopoli Montaione Orbetello Pontedera Romito Magra Rosignano Solvay Rosignano Marittimo Ribolla Santa Croce sull’Arno Viareggio Di Marco Agenzia Funebre floricoltura di Di Marco Maria e C. Srl On. Fun. Giuseppe Cugusi Chiappini On. Fun. Farina Martellini e Tom Misericordia Misericordia Sicuranza Service Misericordia Pax Croce Bianca Zazzeri Pubblica assistenza Imp. Fun. Ossolana Impresa Funebre Marradi Sas di Marradi Maurizio e C Misericordia Servizi P.A. Croce Verde Vanni Terramoccia e Tosi Snc Imp. Fun. Cutolo Bastoni Rosanna Fiorista Misericordia On. Fun. Gabrielli Irof snc di Chelli Ruggero e Figliomeni Alberta Pubblica Assistenza P.A. Croce Verde Of. La Riviera Srl Croce Verde P.A. Pubblica Assistenza Imp. Fun. Marradi Luigi P.F. lli Babbanini e N. M. On. Fun. Raia di Raia Vincenzo Pubblica Assistenza Pubblica Assitenza Caprai e Di Dio Imp. Fun. Masini Alessandro Pubblica Assistenza Misericordia SO.CREM. Associazione per la Cremazione via S. Francesco, 71 57123 LIVORNO Tel. 0586 888431 Fax 0586 892307 Via Manzoni, 63 079/982200 Viale Sardegna, 39 079/9891226 Via Roma, 62/F 0564/4966118 Via Letizia, 30 0583/805304 Via Pio La Torre, 17 0566/845908 Via XX Settembre, 54 0584/989668 Via Umberto, 1° 0565/763752 Corso Remo Bertoncini, 62 0571/489419 Via dei Mille, 1 0571/478888 Via Roma, 12 0583/658888 Via della Pace 25/27 0187/670030 Piazzale dei cavalieri 0564/936118 Piazza Alessandrini, 13 0586/680653 Via Montegrappa, 79 0324/482369 Via G. Da Empoli 0571/74018 Via Cavour, 43 0571536040 Via Risorgimento, 1 0584/874013 Via Roma, 0566/40758 Via Litoranea, 46/48 0566/42205 Via Ponte Nazionale, 28 0187/458302 Via T. Corsini, 16 0564/29568 Via Roma, 52 0564/22011 P.za Caduti per la Libertà, 20187/778506 C.so Matteotti, 9 0187/967136 Via F.lli Rosselli, 1 0584/618181 Via Filiberto, 185 077/3474050 Via Romana Trav. II, 95 0583/467713 Via del MOlino, 25 0571/468233 Viale Italia, 5 0571/697745 Via Goberti 17/19 0564867178 Via Saffi, 43 0587/59008 Via Provinciale, 68 0187/988015 Via Giusti, I 0586/792929 Via Aurelia, 344/E 0586/769074 Via Montemassi, 52 0564/1720873 Via Amendola, 14 0571/33333 Vai Cavallotti, 97 0584/946756 orario: da LUN a VEN 8.30-12.30 • 15.00-17.30 SAB 8.00-12.30