CAMPIONATO DI GIORNALISMO MARTEDÌ 12 FEBBRAIO 2013 15 •• Scuola media GANDINO, Bologna LA LETTERA Il coraggio e l’esempio di Malala CARA MALALA, sappiamo che sei una ragazzina della nostra età, ma con un dono in più: il coraggio. Se riuscirai nel tuo scopo, tutte le donne della terra faranno un passo avanti verso l’uguaglianza. Siamo d’accordo con te: studiare è un diritto e un dovere perché solo studiando impariamo a capire che cosa è giusto e a prenderci le responsabilità delle nostre scelte. Tu hai rischiato la vita per ottenere un diritto violato dal fondamentalismo dei Talebani. Essi ti hanno persino teso un agguato mentre ti trovavi sullo scuolabus. Non sei ancora guarita dopo quell’attentato, ma nonostante il dolore vuoi continuare a combattere la tua battaglia. Se vincerai il Nobel per la Pace, al quale sei candidata, potrai salvarti da nuovi attentati dei Talebani. Il tuo desiderio di diventare medico è ammirevole, perché contribuiresti a salvare la vita di molte persone che muoiono per malattie curabili solo perché, nella zona del Pakistan dove tu vivi, c’è arretratezza e non ci sono ospedali. Alcuni di noi hanno letto il romanzo di Fabio Geda ‘Nel mare ci sono i coccodrilli’, in cui si narra di un ragazzino pakistano, Enaiat, che riesce a giungere in Italia dopo aver vissuto esperienze terribili. Il sogno di Enaiat era studiare, proprio come il tuo. In quella storia vera Enaiat vedeva uccidere il suo maestro in pubblico, con gli alunni come spettatori, perché non aveva accettato di chiudere la scuola. Grazie alla tua storia e a tante altre, abbiamo capito che servono gli ideali per cambiare il mondo, perciò ci raccomandiamo con te: continua a batterti per un mondo migliore e noi, anche se indirettamente, lo faremo insieme a te! La classe II I La scuola da Napoleone a oggi Interviste immaginarie e non, da Martin Luther King al nostro compagno Bogdan IN QUESTO episodio del ‘Diritto allo studio Show’ saranno intervistate due persone famose. C’è un piccolo particolare: sono defunti. Ma con la tecnologia chiederemo loro tutto quello che ci frulla in testa. Ecco il primo: ciao Martin Luther King, benvenuto nel 2013. «Cos’è successo in questi anni che sono venuto a mancare?». Di tutto e di più, ti sei perso l’uomo sulla luna, il crollo del muro di Berlino e ti farà piacere sapere che è in carica il primo presidente d’America di colore. «Quindi ho fatto un buon lavoro?». Sì, e ti farà piacere sapere anche che la scuola adesso è aperta a tutti, senza differenza di etnia, religione e ceto sociale. «Uaoo! Che forza!». E adesso state pronti per il prossimo: direttamente dalla Francia del 1790, bonjour monsieur Napoleone Bonaparte. Quale è la tua idea di scuola? «Secondo me la scuola deve essere frequentata da tutti. Quando ero bambino, un mio amico smise di andarci perchè non voleva studiare, pe- Da sinistra, i ragazzi della IIB e della II I rò poi è diventato un mendicante e si è pentito. Per evitare questo l’ho resa obbligatoria fino ai 9 anni». Ti farà piacere sapere che oggi la scuola è obbligatoria fino ai 16 anni. E per chi vuole continuare ed è molto bravo, ma non ha i mezzi per pagarla, la scuola offre un contributo in denaro chiamata borsa di studio. «Sono molto felice di questo». PER FINIRE, un ospite particolare: il nostro compagno Bogdan ci racconterà la sua storia. «Ho dovuto lasciare la mia terra, dove sono nato, per un futuro migliore. Ho riflettuto molto su questa cosa: dovevo lasciare tutto, gli amici, la famiglia, tutto. E venire in un luogo di cui non sapevo nulla. Ricordo ancora il momento in cui sono sceso dal pullman. Arriva il primo giorno di scuola, io sapevo solo due o tre parole in italiano, ma non so come capivo tutto, forse perché molte parole assomigliano al rumeno. In Romania gli orari della scuola erano diversi: si entrava alle otto e si usciva alle 12, e le ricreazioni erano un po’ più lunghe. Anche se la scuola in Italia è più pesante, l’anno è passato molto veloce e ho imparato la lingua grazie agli insegnanti. Dopo molto tempo sono ritornato in Romania, ero molto felice. Un giorno tornando a casa ho visto la valigia pronta, da quel momento non ero più io, ero veramente triste, anche perché sapevo che era una cosa definitiva. Il mio consiglio è di non arrendersi mai, perché con la prestazione giusta si può affrontare ogni cosa, nel bene nel male». Atif, Giorgia, Marco, Niccolò della classe IIB LE NOSTRE OPINIONI Studiare, diritto-dovere che apre la mente DOPO aver letto ‘Padre padrone’ di Gavino Ledda, in cui lo scrittore narra del padre che gli voleva impedire di studiare, e dopo esser venuti a conoscenza del triste episodio di Malala, la ragazzina pakistana che ha rischiato di morire per la sua battaglia per il diritto allo studio, noi alunni della IIA (nella foto) ci siamo chiesti: cos’è per noi lo studio? Ci ha infatti colpito che qualcosa che per noi è quasi scontato, e fa parte della routine di ogni giorno, possa dar luogo a storie così drammatiche. Benedetta ha raccolto alcune risposte: per Lorenzo, Michelangelo, Milena e Rita, anche se studiare comporta qualche piccolo sacrificio, ne vale la pena, perché è l’unico modo per crescere bene con la consapevolezza di ciò che ci accade intorno, sensibili ai problemi degli altri e con la possibilità di esprimere ciò che pensiamo. Greta, IN REDAZIONE Questa pagina è stata realizzata dagli alunni della media Gandino: Belkhayat Abdelkabir, Buccarello Simone, Castelli Sofia, Castellucci Michelangelo, Fridhi Maiaheb, Grassi Benedetta, Hajro Alessia, Hamza Ali’, Lagac Jethro, Maloles Ralph, Mancinelli Camilla, Md Faisal Hossain, Negrini Milena, Negurita Vladimir, Pavani Giorgia, Pavani Rita, Piccoli Ralph, Faisal e Younus sostengono che studiare dischiuda la mente a tutto ciò che è nuovo e stimoli la nostra curiosità gettando le basi per il futuro. La pensano così anche Alessia, Camilla, Stefania e Anna, che hanno aggiunto che assimilare nuove conoscenze sia come viaggiare nello spazio e nel tempo. Jethro, Fridhi e Rachelle dal canto loro trovano che studiare insieme sia utile per so- cializzare e per favorire l’inserimento di chi, come loro, è straniero. Infine, per Sofia, Giorgia e Kabir, studiare è riflettere sulla vita ed è un modo per educare la mente ad agire per il bene proprio ed altrui. Alla fine è avvenuto quasi un miracolo: tutti (o quasi) abbiamo capito che studiare non è tanto un noioso dovere impostoci dagli adulti, ma un’opportunità di crescita che ci viene data, che non tutti necessariamente hanno, e di cui dobbiamo essere grati; ed è anche un nostro preciso diritto, uno di quei famosi diritti umani per l’affermazione dei quali molti si sono battuti e continuano a battersi, perché è solo studiando, imparando e conoscendo che potremo costruire la nostra personalità ed essere pienamente padroni delle nostre azioni e della nostra vita. La classe IIA Greta, Rata Stefania, Rizzi Gianluca, Sunga Rachelle, Venturini Lorenzo, Younus Abuzar, Zhou Anna della IIA; Bartolini Donatella, Bettocchi Caterina, Biancucci Chiara, Bradeanu Gina, Calzolari Giacomo, Caniato Roberto, Cepeda Christian, Comignani Simone, El Alani Intissar, Fabbri Marco, Fantato Giacomo, Fatih Anis, Folli Lorenzo, Grazioso Federica, Hssine Taha, Moretti Alice, Naldi Massimiliano, Polizzi Vincenzo, Ponteduro Francesco, Righetti Carolina, Rosa Be- atrice, Suayah Sirine, Vianelli Lucia, Zecchi Tommaso della IIB; Laila Azzedine Idrissi, Niccolò Bagnaresi, Omar Boudaoui, Shelly Brini, Marco Calabrese, Saverio Caleca, Laura Corazza, Alessandro Cordoni, Giuseppe D’Amato, Violante Di Nezio, Giacomo Egidio, Arsema Gebreab, Fabrizio Guidotti, Giorgia Iovino, Jakob Jones, Lorenzo Madeo, Massimiliano Neri, Edoardo Occhilupo, Bogdan Radu, Sara Rahman, Lemy Richardson, Gregorio Rovatti, Jessica Stefanelli, Maicol Stefanelli, Irene Tesini, Atif Uddin della II I.