Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione: un progetto di miglioramento della qualità dell’assistenza Dott. Ginetto Menarello Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Alcune conoscenze “note” I pazienti vengono dimessi con nuovi trattamenti, di cui però non sempre conoscono le indicazioni, le controindicazioni, le modalità di assunzione. Spesso le informazioni vengono date nel momento sbagliato, in modo affrettato o con tempi e modalità non idonei. Le informazioni, se fornite male, possono generare ansia, apprensione e paure che possono portare ad un uso non corretto dei farmaci. (Barat, Hayes 2001 ) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Assumere farmaci a dosi non appropriate, per un periodo di tempo non chiaramente definito, prima piuttosto che dopo o lontano dai pasti, da soli o in associazione con altri farmaci, sono aspetti critici per una buona compliance, per ottenere i benefici attesi e ridurre il rischio di effetti collaterali e di interazioni (Nobili 2006) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione L'aderenza del paziente alla terapia medica è stata chiamata “la nuova frontiera nel miglioramento di qualità”. Significative evidenze dimostrano come una mancata aderenza ai trattamenti cronici conduca ad un netto peggioramento della gravità della malattia, ad un incremento dei costi e del 50% del ricorso all’ospedalizzazione. (Taylor, Block 2007) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Gli stessi autori dimostrano, come soltanto la metà di tutti i pazienti in trattamento farmacologico ipolipemizzante, assumano correttamente il farmaco per 6 mesi; dopo 12 mesi, l'aderenza scende al 30%-40%. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione E’ noto che i pazienti in genere sono insoddisfatti delle informazioni che ricevono dagli operatori sanitari, ma anche che l’informazione migliora la compliance e che l’informazione (sia scritta che verbale) deve essere individualizzata (Raynor et al 2007) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Numerosi studi hanno valutato il livello di informazione che i pazienti hanno sui farmaci alla dimissione dall’ospedale per arrivare a conclusioni non certo incoraggianti: anche se la maggioranza dei pazienti conosceva il motivo per cui assumeva la terapia, solo il 27% conosceva gli effetti collaterali. Questo dato viene purtroppo confermato anche da altri lavori (O’Connel, McMahon et al, Ryan et al, Opdycke) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Il problema è diffuso e ci sono risultati contrastanti sulle conoscenze che i pazienti hanno delle vecchie e nuove terapie. Ad esempio in uno studio i pazienti sono risultati più informati sui farmaci che assumevano già che non sui nuovi farmaci (Gilhar 1987) ma questo dato non è confermato da altri studi (Pullar et al 1989) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Gli infermieri dovrebbero avere un ruolo importante nell’informazione, però non sembra che i pazienti riconoscano questo ruolo e spesso neanche gli stessi infermieri (O’Connel et al 1992) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Anche se l’aderenza alla terapia è un processo complesso ed influenzato da fattori di natura psicologica, sociale, culturale e ambientale, questa viene gravemente inficiata se il paziente non ha a disposizione le informazioni necessarie o le percepisce in maniera distorta (McDonald et al 2002) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Un recente studio ha proprio dimostrato la relazione tra conoscenze del paziente sulla terapia ad una settimana dalla dimissione, e informazioni ricevute durante il ricovero (Kertzman et al 2005) È fondamentale, comunque, un efficace processo di comunicazione con il paziente (McDonald et al 2002) Le informazioni all’inizio del trattamento sono importanti se sufficienti e precoci (Raynor et al 2007) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Obiettivi dello studio Valutare quante e quali informazioni hanno i pazienti al momento della dimissione rispetto alle informazioni essenziali e utili alla gestione della terapia Identificare strategie di miglioramento Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Materiali e metodi I pazienti sono stati intervistati in fase di dimissione da intervistatori addestrati in un periodo indice di 2 settimane Ad ogni paziente è stato richiesto il consenso all’intervista Per ogni tipo di farmaco è stato rilevato se si trattava di nuova terapia oppure già assunta in precedenza Sono state prese in considerazione le categorie di farmaci più prescritti (Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Farmaci) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Materiali e metodi Ai pazienti è stato chiesto quanto fossero informati su: •Utilità dello specifico farmaco •Dosaggio •Modalità di assunzione •Cosa fare in caso di mancata assunzione •Quando non assumerlo •Interazioni con altri farmaci ed alimenti •Principali effetti collaterali Sono stati raccolti dati su chi ha dato le informazioni e quando I risultati sono stati discussi in un Focus Group composto da 10 esperti allo scopo di delineare strategie di miglioramento Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione I pazienti intervistati Maschi 89 54,6% Femmine 74 45,4% Età media 67,2 ± 11,8 mediana 69 Reparti di cardiologia 60 37% Reparti di medicina 49 30% Altri reparti* 54 33% *Neurologia, Gastroenterologia, Pneumologia, Geriatria, Nefrologia, Cardiochirurgia Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Risultati Gli aspetti sui quali i pazienti non hanno informazioni INFORMAZIONE NON POSSEDUTA NUOVI (116) VECCHI (227) TOTALE (343) N % N % N % A cosa serve 34 29,3 45 19,8 79 23 Posologia 22 18,9 29 12,7 51 14,8 Quando non assumere il farmaco 90 77,5 128 56,3 218 63,5 Come assumerlo 35 30,1 54 23,7 89 25,1 Cosa fare in caso di non assunzione 44 37,9 74 32,5 118 34,4 Farmaci-cibi da evitare 96 82,7 173 76,2 269 78,4 Principali effetti collaterali 86 74,1 153 67,4 239 69,6 Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Risultati Da chi ricevono informazioni NUOVI (116) FONTI DI INFORMAZIONE VECCHI (227) TOTALE (343) N % N % N % Medico 56 48,2 88 38,7 144 41,9 Infermiere 38 32,7 17 7,4 55 16 Medico di MG 8 6,8 91 40 99 28,8 Le aveva già 11 9,4 39 17,1 50 14,5 Altro 23 19,8 51 22,5 74 21,6 Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Risultati Quando ricevono le informazioni NUOVI (116) MOMENTO DI INFORMAZIONE VECCHI (227) TOTALE (343) N % N % N % Durante il ricovero 56 48,2 65 28,6 121 35,2 Alla dimissione 26 22,4 15 6,6 55 11,9 Altro 24 20,6 126 55,5 150 43,3 Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Risultati Gli elementi emersi dal focus group Cause legate alla cultura scientifica dei professionisti Carenza di conoscenze scientifiche, sia da parte dei medici che degli infermieri, in particolare rispetto alle interazioni con altri farmaci e con gli alimenti. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Cause legate alla cultura e ai modelli professionali Molti infermieri non riconoscono l’informazione terapeutica come propria competenza I medici, spesso non informano i pazienti sulle terapie prescritte, ma delegano di fatto al MMG tale compito Nonostante i pazienti con terapie “vecchie” siano più informati, la maggioranza non ha le informazioni essenziali sugli effetti collaterali e le controindicazioni. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Cause legate alla cultura organizzativa L’organizzazione non prevede un tempo dedicato all’informazione se non alle dimissioni, in una condizione di tempo e di situazione ritenuta assolutamente inadeguata. L’informazione sulle terapie sembra non rientrare tra le priorità e i valori che caratterizzano la cultura organizzativa del contesto. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Il momento della dimissione è ritenuto quello meno indicato per trasmettere le informazioni, in quanto: - troppo poco tempo a disposizione - eccessiva concentrazione di dati che vengono forniti in un solo momento - mancanza di tempo, per il paziente, per elaborare le informazioni ricevute ed eventualmente porre ulteriori domande - dimissioni intese come atto per lo più burocratico amministrativo - momento delle dimissioni vissuto come fine di una relazione - assenza di pianificazione in itinere delle dimissioni Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Cause legate ai modelli di comunicazione L’atteggiamento di passività che il paziente spesso manifesta, viene rinforzato da: Un setting ospedaliero generalmente caratterizzato da un assetto di relazione che tende alla riduzione dell’autonomia a favore dell’incremento della dipendenza. Un clima di fiducia debole; spesso le persone si rivolgono a soggetti meno autorevoli, ma evidentemente più vicine, quali gli studenti o pongono le stesse domande ad interlocutori diversi (scarsa fiducia o disomogeneità nelle risposte?) Informazioni trasmesse con eccesso di contenuto scientifico, che non sempre incontra le reali necessità delle persone. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Alcune considerazioni generali L’aderenza alle prescrizioni è il risultato di un processo multifattoriale, dove giocano miscele complesse di elementi a partire dalla comprensione da parte dei pazienti circa la malattia, il suo trattamento e i benefici attesi. La discussione di tutte le barriere e gli ostacoli all’aderenza aiutano a creare un clima positivo di fiducia che certamente ha un impatto positivo che migliora l'aderenza. L’aderenza è il risultato di un processo che fonda le radici anche sugli aspetti cognitivi (informazioni, conoscenza, chiarezza) (Krueger et al 2005) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Gli infermieri non sono considerati fonte di informazione: i pazienti preferiscono essere informati dai medici (O’Connel 1992, Holloway 1996, Lisper et al 1997) Anche quando viene riconosciuto che gli infermieri sono una fonte di informazione importante, alla fine la preferenza va poi al medico (Tilley et al 1987) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione La mancanza di informazioni che emerge dallo studio su eventuali controindicazioni e sugli effetti collaterali, è un problema confermato anche da altri studi (Kertzman et al 2005) Quasi la metà dei pazienti con vecchie terapie e più del 60% dei pazienti con nuove terapie non conoscono le corrette modalità di assunzione del farmaco (stomaco vuoto o pieno, orari) e questo può portare a problemi, ad esempio ad una scarsa biodisponibilità per l’assunzione a stomaco pieno quando invece il farmaco doveva essere assunto a stomaco vuoto. Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione La carenza di conoscenze osservata non corrisponde necessariamente a carenza di informazioni e counseling: ne sta però a sottolineare l’inefficacia. Fornire materiali informativi scritti può migliorare l’informazione e, di conseguenza, l’aderenza. Esistono semplici interventi utili a migliorare l’aderenza sul breve termine, mentre decisamente più complesso diventa migliorare l'aderenza sul lungo periodo (Haynes et al 2002) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Quasi tutti gli interventi che si sono dimostrati efficaci per trattamenti di lunga durata erano complessi e si presentavano come combinazioni di più tipi di intervento, dall’informazione, al monitoraggio, al rinforzo, al counseling, alla terapia familiare, alla psicoterapia, alla cura di appoggio. Esistono fattori complessi che determinano il grado di aderenza alle terapie. L'aderenza è influenzata dalla vita coniugale, dallo status sociale, dalla salute mentale, dall'istruzione e dal numero totale di farmaci prescritti (Sonali et al) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Gli strumenti informatici non sembrano essere particolarmente utilizzati per l’autoformazione. Alcuni paesi come l’Australia e gli Stati Uniti usano informazioni sui farmaci generate dal computer, che possono essere individualizzate (Cline et al 2001) L’impatto delle informazioni scritte dipende da un numero di fattori non completamente studiati (Haynes et al 2002) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Per il paziente è importante la natura e la comprensibilità del linguaggio, spesso percepito come inadeguato. E’ necessario capire quanto il paziente ha realmente il desiderio di essere reso partecipe del suo progetto di cura e scegliere lo stile di comunicazione più adatto a lui. Il paziente comprende meglio l’informazione scritta se questa segue il suo stile comunicativo (Kusec et al 2006) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione L’adozione di stili di comunicazione adattati alla persona aumenta il grado di aderenza alle terapie (Schneider et al 2007, Street et al 2007) Uno studio condotto su pazienti affetti da asma dimostra che un minimo intervento educativo supportato da materiale audiovisivo e da un opuscolo illustrativo centrati sui bisogni dei pazienti, è in grado di migliorare quasi del 20% l’aderenza alla terapia ad almeno 6 mesi (Shaffer et al 2004) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Un altro studio dimostra come la combinazione di informazioni scritte e mirate a più situazioni riguardanti ciò che potrebbe succedere dopo il ritorno a casa (quindi non solo aspetti legati alla terapia) e di un colloquio del paziente con l'infermiere attento a personalizzare le informazioni sembra avere avuto un impatto significativo sulla gestione autonoma a casa (Fagermoen et al 2006) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Come migliorare la situazione? Risultati del focus group Utilizzo del lavoro d’équipe come modalità standard Progettazione e applicazione di percorsi formativi Interventi di educazione terapeutica mirata Informazione scritta selezionata Previsione di modalità di manutenzione in itinere Valutazione di efficacia (follow up a 6 mesi – 1 anno) Sperimentazione di strumenti atti a prevedere l’aderenza del paziente (The Theory of Planned Behavior – Ajzen e Madden) Le conoscenze dei pazienti sui farmaci alla dimissione Conclusioni Il problema esiste ed è rilevante Gli infermieri non si possono sottrarre al processo di informazione ed educazione del paziente, ma debbono comprendere che, soprattutto nel campo della cronicità, hanno ed avranno sempre più un ruolo fondamentale nel sostenere le persone in un quadro di qualità di vita accettabile e dignitoso