Sport e salute
ACIDO JALURONICO
Strutture articolari e muscolo scheletrico
Testo e foto di: Prof. Giuseppe Petrigni, Direttore della Clinica di malattie apparato respiratorio dell’università di Milano
Direttore della prima scuola di specializzazione in malattie dell’apparato respiratorio dell’università di Milano
L’acido jaluronico, isolato per la prima volta come costituente
del corpo vitreo dell’occhio nei bovini da Mayer e Palmer
nel 1934, ha una struttura polisaccaridica semplice che è
stata rifinita nel 1951. Costituente naturale fondamentale
ed unigenitario nella matrice extracellulare (ECM) di tutti i
tessuti connettivi in cui sono immerse cellule, vasi e fibre
di collagene ed elastiche, è il maggiore componente delle
valvole cardiache e nel corpo vitreo–oculare oltre che nei
tendini, nella cartilagine ialina, nel nucleo polposo nei rischi
intervertebrali, nei menischi e nel liquido sinoviale.
STRUTTURA DELL’ACIDO JALURONICO (HA)
È una struttura polisaccaridica lineare semplice, non
ramificata e libera da legami covalenti con le proteine.
Appartiene alla famiglia dei glicopoliglucosaminoglicani
(GAG) da cui rifluisce perché è asolfatato ed è
formato da unità disaccaridiche ripetute, costituite da
N-acetilglucosamina ed acido glucuronico unita da un
legame glicosidico. Ogni singola molecola contiene fino
a 25.000 unità disaccaridiche ed ha un peso molecolare
fino a 8 milioni di daltons (fino a 10 ). Estratto fino a pochi
anni fa da fonti naturali come la cresta di gallo, oggi si
ottiene per biotecnologia: si ottengono acidi jaluronici puri
non immunogenici e incapaci di dare reazioni allergiche
indesiderate. In condizioni emostatiche il contenuto di
acido ialuronico nel tessuto connettivo costituisce l’1%
del suo peso e circa un quarto è presente nello scheletro
e nelle strutture di sostegno come tendini, legamenti e
articolazioni e nei muscoli. Una persona di 70 Kg possiede
15 gr. di acido jaluronico. L’acido jaluronico è presente
anche nel sangue -6 e la sua concentrazione ematica in
una persona adulta varia tra 10/100 mg/l. Nonostante la
sua scoperta 80 anni fa, solo durante gli ultimi 15 anni è
diventato chiaro che accanto al suo ruolo strutturale come
componente essenziale nella matrice extracellulare, l’acido
ialuronico è coinvolto in un largo range di processi biologici,
biofisici e biochimici associati con la salute e le malattie,
giocando ruoli differenti in base al suo peso molecolare.
Per la sua alta anionicità attrae copioni automaticamente
attivi come il sodio (Na+) ed altri cationi come le proteine,
con conseguente afflusso di grandi quantità di acqua negli
spazi interfibrillari e intercellulari comportandosi in tal modo
come una resina a scambio ionico.
La molecola di acido jaluronico è quindi fortemente idrofila
e la sua funzione principale è quella di attrarre dal sangue
quantità rilevanti di molecole di acqua e di fissarle nei tessuti
mantenendoli giovani e in uno stato fisico gelatinoso.
L’acido jaluronico è quindi il maggiore responsabile del
contenuto idrico dei tessuti, della loro idratazione, del loro
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Mirco Buzzetti e Giuseppe Petrigni
equilibrio osmotico, della loro conducibilità elettrica.
Sutherland e collaboratori hanno dimostrato che una molecola di
acido jaluronico può legare fino a 6.000 molecole di acqua.
In tal modo l’acido jaluronico svolge anche un ruolo fondamentale
nel controllare le sostanze nutritive, ossigeno, ormoni e vitamine
nel tessuto connettivo e nell’allontanare le scorte metaboliche che
possono dare origine a reazioni infiammatorie indesiderate poiché
tutti i metaboliti che tentano di raggiungere le cellule dai vasi
sanguigni devono attraversare il gel polisaccaridico (formato da
acqua e acido jaluronico); ne consegue una precisa azione filtrante
e la regolazione della differibilità delle macromolecole.
Un’altra proprietà primaria dell’acido jaluronico, connessa con
l’alto peso molecolare, l’alta anionicità e la capacità di salvarsi
con l’acqua, è la naturale viscosità cui dà luogo con funzione di
turgore, lubrificante e shock absorber.
All’acido jaluronico è dovuta la modellazione del tessuto connettivo
con la formazione di compartimenti interconnessi tra le fibre
proteiche; ogni compartimento è praticamente immerso in un gel
di acido jaluronico (smorzamento idraulico) e questo esalta da un
lato la resistenza, dall’altro l’elasticità del tessuto connettivo.
All’acido jaluronico sono attribuiti effetti rilevanti sulla
Sport esalute
ulna
Fig. 1
radio
fila prossimale
del carpo
trapezio
fila distale
del carpo
I metacarpale
ossa del metacarpo
Fig. 1 - Articolazione carpo-metacarpica;
caratteristica è l’articolazione “a sella” fra il trapezio
e il I metacarpale. Sezione frontale che mostra i
rapporti fra le superfici articolari.
Fig. 2 - Articolazione tra i corpi delle vertebre:
essa so attua per l’interposizione di un disco fibrocartilagineo, detto disco intervertebrale. In verde
sono indicati i dischi intervetebrali e le supervici
articolari, in giallo le intersezioni dei legamenti.
arco della
vertebra
processo spinoso
della vertebra
costa
nucleo polposo
leg. costotrasversali
leg. interspinale
leg. intra-articolare
del capo della costa
leg. sopraspinale
morfogenesi
tissutale,
crescita, differenziazione
e migrazione cellulare;
è coinvolto anche nella
riparazione dei tessuti e
gli viene riconosciuta la
proprietà di scavenger di
radicali liberi dell’ossigeno
e di favorire la guarigione
delle ferite.
All’acido jaluronico ad alto
peso molecolare oggi viene
riconosciuta un’importante
funzione anti-infiammatoria
naturale sia nei processi
infiammatori acuti che
cronici antiangiogenesi e la
funzione di regolare tutte le
risposte sia infiammatorie
che immunologiche nelle
malattie umane.
SPERIMENTAZIONE
CLINICA WFC
Il Dott. Mirco Buzzetti,
medico federale WFC,
e il Presidente Franco
Scorrano hanno chiuso
una
sperimentazione
clinica durata sei mesi di
un prodotto integratore
disco
intervertebrale alimentare che previene,
salvaguarda e cura gli
atleti degli sport da
combattimento. Lo studio
ideato
dal
professor
Giuseppe
Petrigni,
Fig. 2
direttore
della
prima
clinica
pneumologica
dell’Università Statale di
Milano, ha visto coinvolti
cento atleti con lesioni
cutanee da abrasioni causa
corde del ring e affetti da
disturbi
osteoarticolari
alle mani e alla colonna
vertebrale. Lo studio ha
avuto risultati ottimi e
stupefacenti. Tutti gli atleti
hanno avuto guarigione
Fig. 3 - Colonna vertebrale vista
clinica delle ferite e ristabilito
di lato; sono messi in evidenza i
il tono articolare di mani e
legamenti tesi tra le varie parti delle
colonna vertebrale. Si tratta
vertebre e tra queste ultime e le
di un gel vischioso a rapida
coste.
penetrazione cutanea che
guarisce già a bordo ring le
lesioni cutanee sulla schiena
degli atleti. È una sostanza
naturale che attira l’acqua e
corpo della
disinfiamma la cute colpita
vertebra
da shock cutaneo. Il nome è
shock absorber e continua
la
sperimentazione;
Fig. 3
prossimamente sarà in
vendita.
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