Ricerca applicata ■ Guido Rovesti, Roberta Donadelli - CR&D, Milano Acido jaluronico: suoi oligomeri e precursori nell’idratazione e penetrazione transcutanea L’acido jaluronico (HA) è un biopolimero con un’ ampia variabilità di viscosità in soluzione acquosa, dipendente da suo peso molecolare, e presente in misura variabile nei vari strati della cute C ome è noto, l’acido Jaluronico, e più generalmente i mucopolisaccaridi, sono costituenti della sostanza fondamentale del connettivo, e i maggiori responsabili del mantenimento dell’idratazione, ai vari livelli cutanei, sia in senso quantitativo che come presenza costante. Inoltre la presenza e la quantità di HA influenzano, oltre a numerose altre funzioni, la differenziazione e la motilità cellulare, la riparazione di traumi, la cicatrizzazione, la lubrificazione delle giunture ossee. L’acido jaluronico (HA) è formato da unità molecolari costituite da N-Acetilglucosamina e acido glucuronico (Fig.1) legati fra loro, e con le altre unità da legami di tipo glucosidico. Dipendentemente dal numero di unità costitutive della catena HA può essere idrosolubile, idrodispersibile come micelle colloidali, o insolubile in acqua. Quest’ultima tipologia (peso molecolare da 20 a 2500 K Dalton) può tuttavia essere facilmente solubilizzata come sale sodico (Hyaluronan). Spazialmente HA in soluzione diluita ha la forma di un’elica, con i gruppi carbossilici situati all’esterno, e a ciò è dovuta la proprietà di tenere legata l’acqua: un grammo di HA può legare fino a tre litri di acqua. Per questa ragione HA dona turgidità, idratazione ed elasticità alla pelle. 48 La sua polimerizzazione e le sue proprietà idrofile sono fondamentali per le proprietà meccaniche della pelle, delle quali l’elasticità è componente fondamentale nei processi di invecchiamento. L’elasticità delle strutture cutanee è anche favorita direttamente da HA diminuendo la trasformazione del collagene da solubile (estensibile) a insolubile (rigido). L’acido jaluronico fisiologico ha un peso molecolare variabile, in condizioni normali, da 800 a 8000 KDalton, ed è presente come sostanza gelatinosa a viscosità variabile,sia nella matrice extracellulare del derma che nell’epidermide. L’acido jaluronico, a questi livelli di peso molecolare non solo ha la funzione di trattenere l’acqua ma anche di garantire gli scambi intracellulari nella sostanza fondamentale del connettivo. Le modificazioni della pelle, dovute al crono invecchiamento, al foto invecchiamento o a una serie di patologie cutanee abbastanza frequenti, possono variare il peso molecolare dell’ acido jaluronico in alcune zone della pelle e quindi variarne il livello di idratazione. Da un punto di vista cosmetologico,pertanto, è importante ristabilire il giusto livello quantitativo di acido jaluronico ai pesi molecolari adatti alle funzioni richieste nei vari livelli cutanei. Non Fig.1- L’acido jaluronico (HA) è formato da unità molecolari costituite da N-acetilglucosamina e acido glucuronico. Kosmetica • novembre 2012 Figura 2 è però possibile introdurre cosmetologicamente per via transcutanea l’acido jaluronico ai pesi molecolari fisiologici, a causa della grandezza delle molecole. La solubilizzazione in mezzo acquoso comporta, sempre ai pesi molecolari considerati, la salificazione come Sodio Jaluronato, che però non ha la possibilità di oltrepassare lo strato corneo, se non con metodi propri della medicina (infiltrazione). D’altra parte le esperienze condotte in questo campo(1) mostrano che, in funzione del peso molecolare variano la velocità e la quantità di penetrazione dell’ acido jaluronico e delle sostanze derivate dalla sua idrolisi (HGAG – Glicosaminoglicani Idrolizzati). Un trattamento cosmetologico con acido jaluronico o con suoi precursori (HGAG) deve, a nostro parere, prevedere differenti livelli di penetrazione. Tralasciando i pesi molecolari superiori a 20 KDalton, che non hanno possibilità di penetrare sotto lo strato corneo con trattamenti cosmetologici, e che comunque possono essere solubilizzati solo mediante salificazione con sodio, prendiamo in considerazione solo i pesi molecolari inferiori a 9 KDalton. Una parte che si possa definire ancora acido jaluronico (e che quindi posa mantenere in buona parte la caratteristica di legare l’acqua), pur derivando da una idrolisi parziale di molecole più lunghe non deve essere inferiore ai 5 KDalton (circa 15 unità base). Dalle nostre esperienze le molecole con pesi molecolari fra 5 e 9 K Dalton, inseriti in un prodotto di skin care, si distribuiscono fra i vari strati dell’epidermide, con una relazione inversa fra profondità di penetrazione e peso molecolare. È prevedibile che l’ acido jaluronico con maggiore peso molecolare, che si stabilisce fra lo strato corneo e lo strato lucido, non svolga una vera e propria funzione fisiologica, ma serva a diminuire la TEWL (TransEpidermalWater Loss) e quindi favorisca indi- Kosmetica • novembre 2012 Figura 3 rettamente il mantenimento dell’acqua legata negli strati inferiori. La presenza in formula di HGAG (Glicosaminoglicani Idrolizzati) a peso molecolare più basso, e in particolare quelli costituenti la unità molecolare base (Acido Jalobiuronico) sono molto importanti per due principali ragioni: la prima è il loro potere di “carrier”, la seconda è la possibilità di essere utilizzati direttamente dai fibroblasti per la biosintesi di acido jaluronico nativo. Questa funzione è particolarmente importante nelle pelli senescenti, nelle quali la quantità di acido Jaluronico tende a diminuire, causando una minore ritenzione di acqua a livello epidermico, e conseguente formazione di rughe. Ovviamente, non è sufficiente fornire la “materia prima” per ottenere un sensibile aumento della formazione dell’acido Jaluronico da parte dei fibroblasti: è importante anche una adeguata e mirata stimolazione cellulare, che oggi è possibile ottenere in modo fisiologico (peptidi, estratti meristematici di alcune piante come il Leontopodium Alpinum). Ma sembra che anche gli HGAG stessi operino sulla membrana cellulare una stimolazione simile a quella dei peptidi per la biosintesi delle fibre proteiche (collagene, elastina). Nel derma HA, a grado di polimerizzazione abbastanza elevato (1000 -2000 K Dalton), oltre a legare e mantenere l’acqua, aiuta la differenziazione e la stabilizzazione cellulare. HA a medio peso molecolare è più presente nell’epidermide dove favorisce la proliferazione dei cheratinociti. HA a basso peso molecolare favorisce invece la migrazione cellulare ai vari livelli cutanei. HA diminuisce invece fortemente la capacità di trattenere acqua quando il peso molecolare della catena polimerica si avvicina o supera i 20’000 K Dalton e forma strutture anche di tipo ramificato: in questo caso può provocare a, causando il rallentamento dei flussi linfatici a causa della conseguente bassa permeabilità a livello delle pareti interstiziali (come nel caso della PEFS – Panniculopatia Edemato Fibro Sclerotica) Influenza sull’idratazione Uno studio di P.Rovesti e S.B.Curri degli anni’70 (1) già dimostrava l’influenza degli oligomeri di HA sul trasporto dell’acqua sotto lo strato corneo fino all’epidermide, aumentando la trasmittanza elettrica della pelle. Il meccanismo di questa penetrazione in presenza di piccole molecole come gli oligosaccaridi, gli HA oligomeri (HGAG), o l’urea, è connesso all’aumento del contenuto di acqua fra lo strato corneo e la struttura epidermica sottostante (penetrazione transepidermica) (2), e, nel derma, all’interazione con le proteine intracellulari(3). Abbiamo sperimentato la penetrazione transepidermica dell’acqua e la conseguente idratazione utilizzando una miscela complessa di HGAG (Hydolyzed Glycosaminoglycans) in soluzione idroglicerica al 10%, con il nome commerciale di Glycacid Eco, prodotto da CR&D, ottenuto da funghi commestibili di origine cinese (Lentinus Edodes e Tremella Fuciformis). La sua composizione comprende la molecola base dell’HA (Acido Jalobiuronico) e suoi multipli fino a 3. Come si può vedere dal grafico di figura 2 (elaborato da Farcoderm srl in collaborazione con l’Università di Pavia) un gel al 2% di Glycacid Eco ha migliorato il parametro di idratazione cutanea di circa 3,5 volte rispetto al blank (misurazioni in vivo con Corneometro Courage-Khazaka). Come si può poi notare dal grafico di figura 3 l’idratazione di tempo 0 si mantiene anche dopo 2h. Ciò significa due cose: la prima è che la penetrazione dell’acqua è praticamente immediata, la seconda è che gli HGAG hanno svolto la loro funzione di precursori dell’HA favorendone la biosintesi e quindi mantenendo l’idratazione 49 Ricerca applicata anche dopo un tempo ragionevolmente lungo. Per oligomeri di HA superiori a 3 unità (cioè superiori a 1 K Dalton), si ottiene certamente un effetto “carrier” operato dagli HGAG ma la penetrazione è meno profonda. Nella stessa sperimentazione abbiamo notato che aggiungendo il 10% di HA a basso peso molecolare (5-9 K Dalton) il livello di Epidermide. idratazione profonda non cambia. Ciò significa che la maggior parte di questo risposta della pelle e quindi a un effetto finale HA aggiunto rimane negli strati superiori visibile. La cosmetogenomica è un efficace dell’epidermide. Tuttavia questo preparato strumento per la valutazione dell’attività di un arricchito di HA, denominato Glycohyal LW principio attivo; e d’altra parte la valutazione (CR&D) prolunga il mantenimento dell’idradei Biomarkers valuta i cambiamenti dei getazione anche profonda, in quanto probabilni attraverso un protocollo sperimentale, e mente contrasta la TEWL (TransEpidermal mette in risalto l’efficacia del prodotto in un Water Loss) trattenendo acqua legata e quindi tessuto vitale e reattivo identica a un test “in impedendo di fatto la migrazione dell’acqua vivo”, e anche più sensibile. Tutto ciò per dire dagli strati profondi verso l’esterno. Un effetche questo tipo di test è estremamente accuto accessorio dovuto a questa frazione è che rato, e permette una precisa valutazione del la maggiore quantità di acqua legata a livello potere di “carrier” degli HGAG su molecole di dello strato corneo favorisce una migliore non facile penetrazione se utilizzate da sole. distribuzione dei lipidi epidermici e quindi I test sono stati effettuati confrontando una una maggiore coesione fra i corneo citi e il coltura di cellule meristematiche di Leontobilanciamento del mantello idrolipidico: il ripodium Alpinum (Leontopodium MCC) al 2% sultato organolettico è il cosiddetto “effetto contro Glycogem Leontopodium (Glycogem vellutato” che si manifesta immediatamente L) al 2% e Glycacid Eco (HGAG 10%)=CN al ma anche è di lunga durata, proprio a causa 2%. I geni analizzati dopo il trattamento con dell’acqua legata nello strato corneo. i tre prodotti hanno permesso di valutare l’azione sulla attivazione enzimatica e la sua HGAG come carriers differenziazione. La rapidità e la crescita deldi penetrazione transepidermica la attività dimostra che gli oligomeri dell’HA I Glicosaminoglicani idrolizzati (HGAG) nelhanno forti capacità di carrier nei confronti la loro forma di Glycacid Eco (10% HGAG), dei Fenilpropanoidi delle cellule MCC di Lesono stati da noi testati come mezzo di estraontopodium, con un aumento medio dei valozione e miglioratori di penetrazione per un ri di circa quattro volte per la Ciclina D1; Altre estratto di coltura meristematica di Leontoesperienze similari, con molecole più piccole podium Alpinum (Stella Alpina) contenente (es.Carnitina, p.m. 161)e quindi di più facile principalmente un complesso di Fenilpropapenetrazione, hanno mostrato comunque una noidi a peso molecolare variabile da 0,18 a accresciuta rapidità di penetrazione, che va 0,80 K Dalton. Questo estratto è presente sul a favore della cosiddetta “biodisponibilità”, mercato con il nome di Glycogem Leontopocioè la capacità di fare arrivare una sostanza dium (CR&D). La valutazione è stata fatta su attiva nel poso giusto e il più possibile inaltemodelli di pelle “in vitro” in situazioni fisiolorata. Infatti una penetrazione veloce impedigiche e permette di evidenziare gli effetti biosce di fatto una eventuale degradazione della logici del prodotto in un tempo prefissato e il sostanza, biologica,enzimatica o ossidativa, o suo meccanismo di azione a livello dermico una “cattura” da parte del microcircolo o del ed epidermico (test effettuati da Vitroscreen flusso linfatico. srl). L’approccio sperimentale è basato sul concetto di “cosmetogenomica”:l’azione cosmetica sulla pelle è studiata sulla base di riHGAG come precursori sultati puramente biologici: dal nucleo, il cuodell’acido jaluronico (HA) re della cellula responsabile dell’espressione HA è sintetizzato, a livello cellulare, da una di gran parte dei geni porta a una cascata di classe di enzimi definite Hyaluronan Syneventi che stanno alla base di una effettiva thases: Questi enzimi allungano la catena 50 di HA addizionando ripetutamente la sequenza delle due molecole base Acetilglucosamina e Acido Glucuronico per formare il polimero, che viene estruso, attraverso la membrana cellulare, nello spazio extracellulare. L’utilizzo di HGAG, nella forma di Glycacid Eco (che comprende da 1 a 3 unità)trasporta facilmente queste piccole molecole base fino ai fibroblasti, per essere elaborate dalla membrana cellulare in catene di lunghezza variabile fino a qualche migliaio di K Dalton. Questa biosintesi può essere influenzata, per quanto riguarda la lunghezza della catena, da alcune sostanze, come i peptidi, alcuni fenilpropanoidi e altre sostanze attive sulla stimolazione dei fibroblasti. I test da noi condotti, come anche evidenziato dal grafico di fig.2, relativo all’aumento di idratazione cutanea, mostrano che la presenza di HGAG influenza anche la quantità di HA prodotto, a sua volta collegata alla quantità di acqua legata da HA a livello dermico ed epidermico. La lunghezza della catena può invece essere poi influenzata, dopo il processo di biosintesi, dall’enzima Hyaluronidase, che può ridurre, anche in modo radicale, la lunghezza della catena. Per questa ragione l’utilizzo cosmetologico di sostanze (come l’estratto di cellule meristematiche di Echinacea o di Centella Asiatica) che possano ridurre l’attività della Hyaluronidase, è molto interessante quando si vuole ottenere una idratazione di lunga durata. D’altra parte la produzione di catene di HA di media dimensione può essere influenzata anche dall’apporto, per via cosmetologica, di oligomeri HGAG, come dimostrato dagli studi sulla PEFS di G.Rovesti e S.B.Curri (4) che dimostrano la sostanziale diminuzione del’HA di grandi dimensioni a livello delle pareti interstiziali sostituito, attraverso un processo metabolico, da catene più corte che ristabiliscono la permeabilità delle pareti stesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bibliografia - Ankush I.Shembale & coll., International Journal of Pharm.Research&Development online www. ijprd.com. - Inayat Bashir Pathan, Mallikarjuna Setty – Tropical Journal of Pharmaceutical Research, 8, April 2009, 173-179. Kosmetica • novembre 2012