> Gruppo AcegasAps < l'acqua potabile Area Trieste iServizi Supplemento Iniziative per lo Sviluppo Sostenibile NUOVA EDIZIONE 2013 iQuaderni CONTENUTI 3 L'80% del corpo umano è composto d'acqua 4 La quantità d'acqua sul pianeta è sempre la stessa da millenni 6 L'imperatrice d’Austria nel 1749 fa costruire il nuovo acquedotto 9 Le fontanelle pubbliche un patrimonio da conservare 10 L'acqua sgorga incontaminata dopo un viaggio lungo 10 anni 14 I "vasi comunicanti" assicurano l'acqua in città 16 La qualità è garantita da 15 mila controlli l'anno 17 I dati delle analisi dell'acqua consultabili ogni mese on line 18 L'acqua nel mondo 20 Acqua in bottiglia una scelta poco sostenibile 21 Acqua di rubinetto quattro buoni motivi per berla 22 Consigli per il risparmio e per la sicurezza Nelle pagine centrali l'illustrazione "La rete di Trieste" L'80% DEL CORPO UMANO È COMPOSTO D'ACQUA Il Pianeta blu L’acqua è fonte di vita. Miliardi di anni fa i primi organismi viventi iniziarono a svilupparsi proprio al suo interno, dando inizio a un lunghissimo cammino evolutivo. L'acqua è ovunque intorno e soprattutto dentro di noi. Il corpo umano è composto per circa l’80% da questo elemento, reintegrato quotidianamente attraverso le bevande e i cibi dei quali ci alimentiamo. Anche nella vita dei vegetali l’acqua ha un ruolo imprescindibile. Piante, alberi e foglie traggono il loro nutrimento dalla “fotosintesi clorofilliana”, un sofisticato processo durante il quale, in presenza di luce l’acqua si combina con la CO2 producendo sostanze nutritive e ossigeno vitale per la sopravvivenza del pianeta. Grazie all’acqua l’uomo ha complessivamente migliorato il suo stile di vita. La crescente attenzione dedicata alla qualità dell’acqua ha portato allo sviluppo di sistemi di distribuzione sempre più efficaci e, di conseguenza, al graduale miglioramento dell’igiene personale e dei luoghi nei quali viviamo. Sono state sconfitte così molte malattie, per esempio la malaria, il colera e la febbre tifoidea, che in passato hanno rappresentato la causa di morte più diffusa per la popolazione. Dai tempi più remoti l’acqua è stata l’elemento propulsore per lo sviluppo delle attività umane. Non è un caso che le più antiche e importanti civiltà della storia siano sorte in prossimità di grandi fiumi: dalle civiltà mesopotamiche tra il Tigri e l’Eufrate; agli Egiziani e il culto del Nilo; ai Romani che fondarono un impero a partire dalle sponde del Tevere e furono i primi a costruire imponenti acquedotti. Nella corso della storia, l’acqua ha costituito un fattore determinante per lo sviluppo delle attività commerciali e per la nascita della civiltà industriale. Se osserviamo la Terra in una foto satellitare, vediamo predominare le zone blu degli oceani e azzurre dei mari e la grande ragnatela di fiumi e laghi che tagliano i continenti. La presenza di acqua è una caratteristica unica del nostro pianeta: ne sono ricoperti i due terzi della superficie terrestre. L’idrosfera è l'insieme di tutti gli ambienti terrestri dove è presente l’acqua, nei suoi diversi stati: liquido, solido e gassoso 3 La quantità d'acqua sul pianeta è sempre la stessa da millenni Nel mondo ci sono circa 1.400 milioni di chilometri cubi di acqua che, per intenderci, equivalgono a 2 milioni e 800 mila miliardi di bottigliette da mezzo litro. Si direbbe una quantità davvero enorme, ma dobbiamo considerare che la maggior parte di questa massa di acqua si presenta in natura con caratteristiche chimico-fisiche che non ne consentono l’ immediato utilizzo da parte dell’uomo. Infatti il 96,5% di questa massa di acqua si trova negli oceani e nei mari, quindi è salata; quello che resta è acqua dolce. Ma di questa acqua dolce l’1,74% è intrappolata nei ghiacciai e nelle calotte polari e l’1,7% si trova nelle falde sotterranee. Meno dell’1% del totale di acqua si trova nei fiumi, nei laghi, nell’atmosfera e negli organismi viventi. Considerato che una buona parte evapora per poi tornare sulla Terra sottoforma di pioggia e neve, alla fine resta a disposizione del consumo umano solo una piccola percentuale del totale. Le risorse idriche presenti sul nostro pianeta fanno parte di un sistema chiuso, nel senso che la quantità d’acqua esistente sulla Terra è circa sempre la stessa da millenni: sempre in movimento continua a cambiare stato, da liquido a vapore a ghiaccio e si muove tra atmosfera, superficie terrestre e sottosuolo. Questo fenomeno perenne è il ciclo idrogeologico o “ciclo dell’acqua”. 4 L'Acqua sulla Terra Mari e oceani Ghiacciai Ghiaccio sotterraneo Bacini sotteranei Laghi Umidità del suolo Atmosfera Corsi d'acqua Biosfera Acqua di stagno 96,5000% 1,7400% 0,0220% 1,7000% 0,0130% 0,0010% 0,0010% 0,0002% 0,0001% 0,0008% Il sistema di approvvigionamento consente il rifornimento dell’acqua, che, dopo essere stata trasportata attraverso le tubature, esce dai nostri rubinetti. Per creare questo sistema occorre: Il “ciclo dell’acqua” comincia grazie al sole che riscalda l’acqua sulla superficie terrestre, facendone evaporare nell’aria una parte. Le correnti d’aria ascensionali sollevano il vapore fino agli strati più alti e più freddi dell’atmosfera, dove le goccioline di vapore si condensano formando le nuvole. I venti trasportano le nuvole in giro per il pianeta: nel loro viaggio le particelle di cui sono composte si scontrano, si fondono e infine ricadono sulla Terra sottoforma di pioggia, neve, grandine. 1 trovare in natura una o più fonti, che forniscano acqua della migliore qualità possibile, e in quantità adeguate, durante tutto l’anno; 2 costruire una rete di tubi per il trasporto del liquido dalla fonte naturale alla zona di distribuzione; 3 creare, se non esistono in natura, riserve d’acqua che potranno essere utilizzate in caso di necessità (per esempio in periodi di siccità prolungata); 4 effettuare eventualmente i trattamenti necessari a rendere potabile l’acqua che arriva nei rubinetti; 5 prevenire ogni possibilità di inquinamento dell’acqua in natura o lungo la rete di distribuzione. 5 L’IMPERATRICE D’AUSTRIA NEL 1749 FA Durante il II secolo prima di Cristo, Trieste riceve l’acqua da due acquedotti costruiti dai Romani. Il primo è quello di Timignano, con un tracciato che si snoda dal Monte Spaccato al Teatro Romano, all’epoca situato sul fronte mare. Il secondo convoglia le acque del torrente Rosandra, trasportandole dalla località di Bagnoli fino al centro cittadino: ancora oggi, alcuni resti di quest’opera sono visibili in Val Rosandra. Questi impianti sono distrutti dai Longobardi nel VI secolo dopo Cristo e, per molti secoli, gli abitanti della città sono costretti ad attingere l’acqua potabile solo dai pozzi e da piccole sorgenti, fino a quando, nel 1749, l’Imperatrice d’Austria, Maria Teresa, promuove la costruzione di un nuovo acquedotto. Quest’importante opera è portata a termine in soli due anni, seguendo il progetto del generale Bohn, anche se gli originari condotti in legno, già nel 1816, sono sostituiti con resistenti tubature di ferro, molte delle quali saranno sostituite solo negli ultimi anni del ‘900. L’acquedotto “teresiano” porta l’acqua, con un ritmo di A COSTRUIRE IL NUOVO ACQUEDOTTO 200 metri cubi il giorno, da San Giovanni al centro della città attraverso l’attuale viale XX Settembre (chiamato viale dell’Acquedotto fino al 1920), ripercorrendo, a grandi linee, il tracciato di uno dei due impianti costruiti nell’antichità dai Romani. In corrispondenza del capofonte (l’inizio dell’acquedotto), situato nelle vicinanze della chiesetta di San Giovanni, tuttora è presente una lapide che celebra il ripristino delle antiche strutture adibite al rifornimento idrico della città. Oltre a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, l’acquedotto fornisce l’acqua anche alle tre principali fontane cittadine collocate inizialmente in piazza della Borsa, piazza Ponterosso e piazza Grande (l’attuale piazza dell’Unità d’Italia). Nel 1898, il Comune di Trieste provvede all’ampliamento delle tubature sebbene, negli anni successivi, la struttura sia utilizzata esclusivamente per scopi industriali, a causa del crescente inquinamento delle risorse idriche provocato dagli scarichi delle abitazioni della sempre più popolosa zona di Guardiella. Verso la metà del XIX secolo, la popolazione cittadina aumenta in modo rilevante e, con essa, il fabbisogno idrico. La quantità d’acqua giornaliera a disposizione di ogni abitante è inferiore a 10 litri: un dato preoccupante, determinato soprattutto dai crescenti consumi industriali e dalle esigenze legate al rifornimento idrico delle numerose locomotive a vapore impiegate nella tratta ferroviaria Trieste-Vienna. Per porre una soluzione a questi problemi, si costruisce l’acquedotto di Aurisina che collega le “polle” dell’omonima località con il centro di Trieste. L’inaugurazione del nuovo impianto avviene il 27 luglio 1857 alla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe. Le tubature, che inizialmente sono in grado di trasportare 1.800 metri cubi d’acqua al giorno, raggiungono la portata di 20mila metri cubi giornalieri, in seguito all’ampliamento realizzato nel primo ventennio del ‘900. All’inizio del XX secolo, il problema crescente di acqua potabile porta il Comune di Trieste a prendere in considerazione diverse soluzioni. Dopo aver esaminato vari progetti, nel 1929, è avviata la realizzazione dell’Acquedotto Randaccio, che utilizza come 1929 è avviata la realizzazione dell’Acquedotto G. Randaccio 8 fonte d’approvvigionamento le sorgenti del Sardos e Timavo. Un’opera, questa, che in parte si ricongiunge con l’acquedotto di Aurisina, incrementandone la capacità fino a 75mila metri cubi giornalieri. Elemento di grande importanza per assicurare il corretto funzionamento della rete idrica è la torre piezometrica di Sistiana. Il compito idraulico assegnato alla torre è quello di provvedere alla compensazione e alla regolazione della quantità di acqua presente nelle tubature, mantenendo costante la pressione sulla condotta del diametro di 900 millimetri che raggiunge Trieste seguendo il percorso della strada costiera. Oggi, la struttura, sopraelevata nel 1952 e ristrutturata nel 2005, è costituita da 2 cilindri concentrici con un diametro esterno alla base di 10,50 metri e un’altezza fuori da terra di 26,50 metri. Nel corso degli anni sono effettuati ulteriori interventi per l’ampliamento della portata dell’acquedotto: nel 1971 entra in esercizio la condotta sottomarina del diametro di 1300 millimetri che dal Villaggio del Pescatore, attraversa il golfo di Trieste per rifornire la città. Dal 1984 si preleva l'acqua dalle risorgive del Sablici nel vallone del Moschenizze. LE FONTANELLE PUBBLICHE UN PATRIMONIO DA CONSERVARE La fontana dei continenti Una delle particolarità che caratterizzano la città di Trieste è la presenza di numerose fontanelle pubbliche che in gran parte risalgono al XIX secolo. All’epoca Trieste era una città dell’Impero Asburgico ed è nota la grande attenzione che in quel contesto storico culturale veniva attribuita alla vita pubblica e al miglioramento delle condizioni materiali dei cittadini, anche quelli che vivevano nelle zone più periferiche della città. La disponibilità di fontanelle pubbliche fu solo un primo passo verso la prospettiva che si è andata delineando con gli anni e cioè quella dell’acqua corrente in ogni casa, situazione che si sarebbe creata negli anni immediatamente successivi. Questo patrimonio che ci è stato lasciato ha un suo valore non solo come testimonianza storica ma anche sotto il profilo della storia sociale e del valore architettonico. AcegasAps che gestisce la manutenzione delle fontanelle pubbliche ha sempre tenuto in considerazione il valore del lascito storico e ha improntato i propri interventi alla logica della conservazione del bene e del restauro delle fontanelle più bisognose di interventi. Molti pezzi di ricambio, ovviamente irreperibili sul mercato, sono stati realizzati ex novo nelle officine del Gruppo con il preciso intendimento di mantenere inalterato l’aspetto delle fontanelle, garantendone nel contempo la piena funzionalità. Tra le curiosità legate alla settecentesca Fontana dei Continenti che si trova in Piazza Unità d'Italia: • il 30 luglio 1769, per festeggiare l’inaugurazione del Lazzaretto di Santa Teresa, dalle fonti sgorga, anziché acqua, vino bianco e rosso; • alla fine del ‘700, un inglese, preso dall’ammirazione, si offre di acquistare, pagando a peso d’oro, la statua della dama velata che guarda capo di piazza; • il 10 ottobre 1800, la fontana viene illuminata da oltre 4.000 lumi a olio e a cera, per dare il benvenuto in città alla Regina Maria Carolina di Napoli, a Lady Hamilton e al famoso Ammiraglio inglese Orazio Nelson. 9 L'ACQUA SGORGA INCONTAMINATA DOPO UN VIAGGIO LUNGO 7 ANNI L’aumento del consumo procapite e il crescente inquinamento del fiume Timavo, alle fine degli anni ’70, conducono alla ripresa delle ricerche di nuove fonti per il rifornimento idrico di Trieste. Considerata la collocazione della città, dal punto di vista ambientale e geologico del suo territorio, dopo attenti studi, si decide di far ricorso alle acque della bassa pianura isontina all’interno di una serie di falde in pressione. Qui, l’acqua che proviene dal corso del fiume Isonzo si raccoglie dopo aver attraversato i diversi strati del terreno, in cui sono stati rinvenuti sedimenti marini (alghe, conchiglie, ecc.) che testimoniano la presenza del Mar Adriatico in epoche remote. Il procedimento di filtrazione naturale può durare, a seconda della profondità rag- 10 giunta, dai 12 mesi ai 6/7 anni. Alla fine di questo processo, le risorse idriche sono caratterizzate da un’elevata purezza e da un arricchimento di sali minerali disciolti che la rendono oligominerale. Se si considera la quantità e la qualità dell’acqua (che già in natura può essere considerata potabile), il bacino idrico sotterraneo della zona del Basso Isontino può essere considerato come uno dei più importanti in Europa. Nel 1989 a San Pier d’Isonzo, entrano in funzione i primi tre pozzi che attingono alle riserve idriche del sottosuolo. Alla conclusione dei lavori i pozzi operativi sono 12: si tratta di trivellazioni effettuate alla distanza di circa 250 metri l’una dall’altra, a una profondità variabile tra i 150 e i 200 metri, con un diametro di 700 millimetri fino a 50 metri di profondità. Il sistema di pompaggio preleva dai 5.000 ai 7.500 metri cubi d’acqua l’ora che sono convogliati sotto pressione nella torre piezometrica situata nelle immediate vicinanze. Questo tipo di costruzione rappresenta una delle componenti principali dell’intero sistema idrico, nonché una delle parti più appariscenti a livello d’impatto visivo: il suo compito è di provvedere alla compensazione e alla regolazione del livello dell’acqua nelle condotte. Dalla piana isontina, attraverso due condotte in acciaio dal diametro di 1.500 millimetri, l'acqua raggiunge la vasca di oscillazione collocata in località “Le Mucille”, un grande serbatoio situato sulla collina della Rocca di Monfalcone (lungo 120 metri, largo 6 metri, alto 6 metri e mezzo). Sfruttando la naturale pendenza del terreno, l’acqua defluisce fino allo stabilimento G. Randaccio di San Giovanni di Duino mediante una tubatura di 2.000 millimetri di diametro, che nell’ultimo tratto convoglia anche le riserve del bacino del Sablici-Moschenizze. Proprio durante gli scavi per la posa di questa nuova conduttura, all’interno del comprensorio di Randaccio, sono venuti alla luce i resti di un’antica “mansio” romana, risalente al I secolo a.C. I reperti, tra i quali spicca uno splendido mosaico, sono tuttora visitabili, grazie anche all’opera compiuta dalla Soprintendenza per i beni artistici, architettonici e storici: la Regione ha provveduto al restauro e alla conservazione del sito. Giunte all’interno dell’impianto con il quale si effettua la potabilizzazione, le risorse idriche sono convogliate in alcune imponenti vasche, dotate sul fondo di filtri sabbiosi che trattengono qualsiasi impurità naturale. L’acqua, giunge alla sala pompe e dopo la clorazione, è immessa sotto pressione nella rete distributiva articolata in due tronconi distinti, che sfruttano parte delle strutture realizzate in funzione degli acquedotti precedenti. Una tubatura di 1.300 millimetri di diametro prevede la confluenza delle riserve idriche alla torre piezometrica collocata sul Dosso Petrinia (visibile dall’autostrada, subito dopo il Lisert) e il loro naturale deflusso verso la città per mezzo di una condotta sottomarina che scorre per 18 chilometri sul fondale del Golfo di Trieste, a circa 200 metri dalla riva. Attraverso il secondo tracciato, invece, l’acqua raggiunge la torre piezometrica sita sul costone di Sistiana e scorre verso il centro abitato cittadino sfruttando l’inclinazione della tubatura del diametro di 900 millimetri che segue il tracciato della strada costiera. • Il sistema di pompaggio preleva dai 5.000 ai 7.500 metri cubi d’acqua l’ora • Una condotta sottomarina scorre per 18 chilometri sul fondale del Golfo di Trieste, a circa 200 metri dalla riva • Con un secondo tracciato l’acqua raggiunge la torre piezometrica sul costone di Sistiana 11 AcegasAps > Ciclo Idrico > La rete di Trieste e I "VASI COMUNICANTI" ASSICURANO L'ACQUA IN CITTÀ I due tronconi dell’acquedotto, quello sottomarino dal diametro di 1.300 millimetri e quello di 900 millimetri che segue la strada costiera, si ricongiungono nella zona di Roiano per poi proseguire verso la stazione di sollevamento di Gretta e verso la città di Trieste attraverso un tubo del diametro di mille millimetri. Il sistema distributivo triestino, gestito dal Gruppo AcegasAps, si distingue in modo piuttosto marcato dalle altre infrastrutture italiane che assolvono il medesimo scopo, a causa della conformazione del territorio, ricco di ondulazioni collinari. Questo genere di rilievi, infatti, rappresenta un grave ostacolo per il trasporto delle risorse idriche, non consentendo di sfruttare pienamente i vantaggi offerti dal principio dei vasi comunicanti (secondo il quale un liquido raggiunge spontaneamente lo stesso livello all’interno di recipienti comunicanti). Per questo motivo la rete idrica della città di Trieste si avvale di ben sette stazioni di sollevamento che consentono la regolare alimentazione di 52 serbatoi di stoccaggio, posti sia nella zona cittadina, sia sul Carso. Queste grandi vasche sono riempite a un livello prestabilito sfruttando il lavoro di pompe che spingono l’acqua nelle tubature, “sollevandola” sotto pressione fino al loro interno e risolvendo così i problemi legati alla risalita verso le quote altimetriche superiori. 14 I serbatoi presentano capienze diverse tra loro, in funzione al numero di clienti da servire. Tra i più importanti, vanno ricordati i due situati nella zona di Gretta, dotati rispettivamente di una capacità di 10.000 e 15.000 metri cubi. Altri serbatoi importanti sono quelli di San Vito e di Santa Maria Maddalena che, insieme a una serie di strutture minori, approvvigionano alcuni tra i più popolosi quartieri della città, nonché quelli dell’Ezit (da 5.000 metri cubi, in zona industriale) e di Monte d’Oro per il Comune di Muggia. Il panorama delle principali opere che svolgono il compito di stoccaggio delle risorse idriche si completa con i serbatoi presenti nella cosiddetta “zona alta”, che riforniscono le famiglie e le aziende dell’Altipiano Carsico con la medesima acqua bevuta nel resto della provincia di Trieste. Grazie a organi di intercettazione, quali valvole di riduzione, sfiati, riduzioni di diametro, idranti e misuratori di portata, è possibile isolare i tratti di rete soggetti a guasti o perdite, in modo da arrecare il minimo disagio ai clienti. La gestione delle risorse idriche è possibile grazie al sistema del telecontrollo che consente un monitoraggio costante dello stato delle tubature. In caso di anomalie è possibile intervenire evitando così inutili sprechi di acqua e dispendiosi lavori di scavo della sede stradale. I numeri dell'acquedotto triestino 10 stazioni di sollevamento 55 serbatoi di stoccaggio 1.100 km di lunghezza della rete 233.575 abitanti serviti 52 milioni metri cubi d’acqua addotta dati bilancio 2011 15 LA QUALITÀ È GARANTITA da 15 mila controlli l'anno AcegasAps gestisce con attenzione e professionalità tutti gli stadi del ciclo idrico integrato per garantire ai propri clienti un servizio di alta qualità. Nello svolgere il proprio compito, l'Azienda è sicuramente agevolata dall’altissima qualità delle risorse idriche che, già al momento del loro prelievo in natura, si presentano con un’elevata purezza, grazie al filtraggio operato dagli strati del terreno. In aggiunta, ogni giorno, sono effettuate numerose analisi chimiche sulle caratteristiche chimico/fisiche dell’acqua da parte del laboratorio interno alla Divisione Acqua. AcegasAps, attraverso la sistematicità di questi controlli, offre ai cittadini una garanzia di assoluta qualità. L’acqua che esce dai rubinetti triestini è classificata come oligominerale: può avere effetti diuretici ed essere indicata per le diete povere di sodio. In base alla sua durezza può essere definita come “acqua di media-bassa durezza”, mentre in relazione alle particolarità batteriologiche è da considerarsi microbiologicamente pura. E in un anno è controllata ben 15 mila volte. Ogni volta che si compie il semplice gesto di aprire un rubinetto, pensiamo a quale bagaglio di conoscenze, esperienza e tecnologia è indispensabile per fare in modo che esca senza interruzioni. Una risorsa preziosa per la vita dell’uomo e per la società moderna, troppo spesso sottovalutata. 16 L’acqua che esce dai rubinetti di Trieste è classificata come oligominerale: può avere effetti diuretici ed è indicata per le diete povere di sodio I DATI DELLE ANALISI DELL'ACQUA CONSULTABILI OGNI MESE ON LINE Ogni giorno le acque in ingresso (acqua grezza) e in uscita (acqua trattata) sono controllate, con delle sonde installate "on line", per verificare la conformità di legge. Il laboratorio interno di Trieste effettua analisi mensili. I dati sono consultabili anche via internet. Le analisi condotte permettono di effettuare tutte le regolazioni necessarie a mantenere costante il rendimento depurativo, verificandone la conformità ai parametri previsti dalla legge. Tutti i controlli sono concordati con le rispettive Usl. L'acqua che beviamo Parametri chimico - fisici Torbidità pH Conduc. elettr. spec. a 20°C Residuo fisso a 180°C Durezza totale Ossidabilità Ammoniaca Nitriti Cloro residuo lib. unità di misura NTU U.pH μS/cm mg/l °F mg/l (02) mg/l mg/l mg/l valori medi 0,2 7,7 345 228 18,2 <0,1 <0,05 <0,02 0,12 Valori di parametri 1 6,5-9,5 2500 1500 15-50 5 0,5 0,5 0,2 Sostanze disciolte in un litro d'acqua Parametri chimico - fisici unità di misura valori medi Sodio Potassio Calcio Magnesio Ferro Manganese Rame Cloruri Solfati Nitrati mg/l mg/l mg/l mg/l μg/l μg/l μg/l mg/l mg/l mg/l 7,2 0,7 53,8 11,7 <10 <1 <0,002 12,1 10 7,7 200 50 1 250 250 50 Fluoruri mg/l 0,05 1,5 Valori di parametri 200 dati medi 2011 17 L'acqua nel mondo L’ acqua in natura è tra i principali costituenti degli ecosistemi, una fonte di vita insostituibile, senza la quale non è possibile attuare alcuna forma di sviluppo economico. è un bene comune dell’umanità, per questo motivo l’accesso all’acqua potabile dovrebbe costituire un diritto fondamentale dell’uomo. Nella realtà, invece, questo diritto non è ancora universalmente riconosciuto, poiché la distriNel settembre del 2000 tutti i 191 buzione di acqua nel mondo è estremamenstati membri dell’ONU hanno te disuguale: l’89% dell’acqua disponibile firmato la Dichiarazione del è consumato dall’11% degli abitanti della Millennio delle Nazioni Unite, Terra. impegnandosi a raggiungere Un quinto della popolazione mondiale, entro il 2015, 8 Obiettivi di circa 1,2 miliardi di persone, beve acqua Sviluppo del Millennio. non sicura, non avendo accesso agevole Il 7° obiettivo stabilito è “garantire e a prezzo accettabile all’acqua potabile. la sostenibilità ambientale”: per Le percentuali più basse di accesso a fonil suo raggiungimento sono stati ti di acqua potabile si registrano nell’Afriindividuati vari punti, fra cui la ca sub sahariana (64% degli abitanti non necessità di “ridurre della metà la ha accesso) e nella penisola arabica (63%). percentuale di popolazione senza Nelle nostre case per usare acqua potabile un accesso sostenibile all’acqua buona e sana basta aprire il rubinetto, non potabile e agli impianti igienici di è così per un quarto degli abitanti della base”. Terra, che vivono in paesi in via di sviluppo, dove la scarsità di questo elemento vitale è dovuta all’assenza di infrastrutture adeguate per la sua captazione (da bacini acquiferi e fiumi) e potabilizzazione. Si calcola che 2.600 milioni di persone -il 42% della popolazione mondiale- non dispongano nelle proprie abitazioni di acqua corrente. Il ricorso all’uso di acqua di cattiva qualità contribuisce ad aumentare il rischio di diffusione di malattie endemiche come dissenteria, colera, tifo, malaria. Ogni anno muoiono 10 mila persone per malattie legate alla mancanza di acqua o al consumo di liquidi contaminati. (fonti: Forum mondiale sull’acqua Istanbul 2009 – OMS – Unicef ) 18 I più fortunati sono gli abitanti dell’Islanda, ciascuno ha a sua disposizione 605 mila metri cubi all’anno di acqua potabile, cioè 1 milione 657 mila litri al giorno L’ Come si consuma l’acqua nel mondo agricoltura70% industria22% domestico08% Quanto basta? ONU e il Consiglio mondiale dell’acqua hanno dichiarato che “il diritto minimo di acqua” è di 40 litri al giorno a persona, che costituiscono la quantità minima necessaria che consente di lavarsi, indossare vestiti puliti, cucinare e abitare in una casa pulita. A giudicare dalla quantità media d’acqua che vi si consuma, sembra paradossale affermare che l’acqua costituisca una risorsa ugualmente vitale in tutti i paesi del mondo: un americano consuma 5.500 litri al giorno, un europeo 2.700, un giordano 270 e un africano 10. In Italia, solo per le necessità domestiche, in media ogni abitante consuma circa 240 litri di acqua, di questi è stato stimato che il 30% serva per bagno e doccia, il 30% per WC e pulizia domestica, il 12% per il lavaggio della biancheria, il 10% per lavare le stoviglie, il 6% per cucinare, il 6% per giardinaggio e lavaggio auto, l’1% per bere, il 5% per altri usi. 19 ACQUA IN BOTTIGLIA una scelta poco sostenibile Avete notato? Sono molto rare le occasioni in cui in un ristorante o in una pizzeria ci viene offerta l’acqua di rubinetto. A torto, perchè l’acqua che sgorga dal rubinetto è buona, è garantita, è molto meno costosa e non ha nulla da invidiare all’acqua in bottiglia. Eppure ben l’88,6% degli italiani preferisce andarla a comprare. Siamo tra i più grandi consumatori di acqua in bottiglia al mondo e a livello europeo deteniamo il primato. Nel 2010 abbiamo consumato in media 196 litri a testa di acqua in bottiglia. Un dato in costante aumento: si stima che dal 1980 a oggi, il consumo di acqua in bottiglia in Italia sia aumentato del 310%. Nonostante la fortuna di poter bere acqua buona e sana comodamente dal rubinetto di casa, nei negozi italiani possiamo scegliere fra centinaia di differenti marche di acqua in bottiglia. CONSUMO ANNUO ACQUA IN BOTTIGLIA PAESI Litri pro-capite Emirati Arabi Uniti 260 Messico 205 Italia 196 Belgio-Lussemburgo 149,7 Francia 135,6 Germania 126,2 Spagna 120 Libano 111 U.S.A. 111 Ungheria 108 Nel 2007 nel mondo sono stati consumati circa 189 miliardi di litri di acqua in bottiglia – con un incremento del 7,6% rispetto al 2002 – dovuto soprattutto alla crescente domanda dei Paesi di nuova industrializzazione come Messico, Brasile e Cina 20 ollata E’ più contr qua di rubinetto sono c ontrolli sull’a erenti e Ic diff a normative d ti ta n e m la sull’acrego uelli previsti q a o tt e sp ri più rigide lia. qua in bottig a da qua distribuit c ’a ll e d tà li alisi a La qu da 15.000 an ta ti n ra a g è AcegasAps all’anno. Si producono meno rifiuti Gli imballaggi e le bottiglie contribuiscono sensibilmente ad aumentare la quantità di rifiuti prodotti, soprattutto plastica (PET), che stanno soffocando il Pianeta.130 litri di acqua imbottigliata producono circa 4 chili di rifiuti. ACQUA DI RUBINETTO quattro buoni motivi per berla Si riduce l’inquin amento o delle confezioni La fase del trasport n poco sulla qualità d’acqua influisce no no le bottiglie percorro dell’aria, visto che strada prima di arrimolti chilometri su lo vole, viaggiando so vare sulle nostre ta le su ferrovia. per il 18% del tota Si spende di meno Un litro d’acqua di rubin etto ha un costo infinitamente inferiore ris petto a un litro di minerale in bottiglia: da 300 a 1.000 volte di meno! Acquistando l’acqua imbo ttigliata si pagano anche i costi dell’im ballaggio, del trasporto e della pubblic ità. 21 Consigli per il risparmio e la sicurezza Accertare sempre di aver chiuso bene tutti i rubinetti. Se ci sono perdite, anche modeste, intervenire subito. Evitiamo di lasciar scorrere l’acqua quando ci laviamo i denti. Per un risciacquo della bocca bastano pochi sorsi. Eviteremo di sprecare inutilmente fino a 2.500 litri l'anno. Durante l’inverno controllare i contatori esterni: il freddo li può danneggiare. Un rubinetto che gocciola può sprecare sino a 50 litri di acqua al giorno. Accertare che non ci siano perdite invisibili: basta chiudere tutti i rubinetti e controllare che il contatore non giri a vuoto. Lavando l’automobile si consumano fino a 200 litri d’acqua se si usa la canna. Al suo posto, usiamo un secchio! Risparmieremo fino a 130 litri a ogni lavaggio. 22 Per lavare le verdure è meglio lasciarle a mollo anziché usare l’acqua corrente: si ottengono risultati altrettanto buoni e si spreca meno acqua. Inoltre possiamo usare l’acqua del recipiente per bagnare le piante. Per fare una doccia si utilizzano mediamente 20 litri d’acqua mentre per il bagno ce ne vogliono 150. Un frangigetto applicato al rubinetto consente di ridurre notevolmente i consumi d’acqua. Il frangigetto miscelando l’aria con l’acqua può far risparmiare fino a 6.000 litri all’anno. iQuaderni iServizi Speciale de iServizi Testi di Marco Gerometta e Chiara Crestani Fotografie e grafica di Damiano Rotondi Vignette di Marco Frison Illustrazione delle pagine centrali di Lucio Delconte Registrazione al Tribunale di Padova n. 1738 del 18.4.2001 Direttore responsabile Maurizio Stefani Editore AcegasAps SpA Trieste Ristampa dicembre 2012 Stampa Grafiche Gemma - Camposampiero PD AcegasAps Sede Legale e Direzione Generale Via del Teatro, 5 34123 Trieste T +39 040.7793111 F +39 040.7793427 Iwww.acegas-aps.it [email protected] Uffici Amministrativi, Reti e Impianti di Padova Corso Stati Uniti, 5/A 35127 Padova T +39 049.8280511 F +39 049.8701541 [email protected]