Numeri e insiemi: dalla storia alla scuola di oggi José Ferreirós Roma, 30 marzo 2009 «Il buon Dio creò i numeri naturali; il resto è opera dell’uomo» «Nessun concetto matematico è privo di ambiguità». «Un’indagine fondamentale del concetto di numero risulterà sempre un po’ filosofica. Questo compito è comune alla matematica e alla filosofia». Numeri e insiemi Da un punto di vista logico e fondazionale, i numeri possono essere definiti come insiemi. Lavori di Dedekind, Peano, Hilbert, Zermelo, ecc. Vantaggi: sistematicità, generalità (trattamento uniforme dai naturali ai reali e complessi) e rigore assiomatico. Svantaggi: poco intuitivo, unidirezionale e unimodale. Cantor, Frege, Russell: numeri come cardinali: concetti oppure oggetti legati a una classe di insiemi tra cui si può stabilire una biiezione. Assiomi di Peano, elementari, con l’assioma chiave de induzione. Approccio di Dedekind: fondazione basata sui concetti di insieme e di applicazione o funzione (dall’assioma dell’infinito;teoria delle catene). Esistono fondamentazioni insiemistiche senza assioma dell’infinito: Zermelo, Tarski, Quine e altri Tuttavia, l’idea matematica de insieme non coincide con la nozione logica di classe (associata a un concetto) … … né con la nozione intuitiva di collezione! Conseguenze pedagogiche La domanda è: questo significa che i maestri devono studiare la teoria degli insiemi? Questo è stato l’aspetto più noto e criticato del movimento della “matematica moderna” o “insiemistica” negli anni Sessanta. Dobbiamo continuare con la New Math o rompere con essa? Richard Dedekind (1831-1916) «I numeri sono creazioni libere della mente umana». «Fra tutte le risorse su cui può contare la mente umana per rendere più facile la sua vita, vale a dire, il lavoro nel quale consiste il pensiero, nessuno è altrettanto fecondo e altrettanto inscindibile dalla sua intima natura quanto la nozione di numero … poiché ogni uomo che pensa, anche se non se rende conto chiaramente, è un uomo numerico [ZahlenMensch,“uomo di numeri”], un aritmetico » Un po’ di storia Nel Convegno della Association for Symbolic Logic del 1948, N. Bourbaki affermava: «come tutti sappiamo, tutte le teorie matematiche possono essere considerate come estensioni della teoria generale degli insiemi» Poco dopo, queste idee furono applicate all’educazione, nel tentativo di modernizzarla. È famosa l’esclamazione di J. Dieudonné nel 1959: «Abbasso Euclide!» L’origine nell’Ottocento: aritmetizzazione, rigore, teoria degli insiemi e logicismo. Dedekind [1888] indicò che tutta la matematica pura (aritmetica, algebra, analisi) può ridursi a teoria degli insiemi e delle applicazioni o funzioni. Fu mostrato in dettaglio come procedere per i casi cruciali di N (i naturali) e R (i reali). Insieme Ded-infinito con applicazione successore s. Teoria delle catene. Condizione di catena (N = so{1}) che garantisce il principio di induzione. Peano e la sua scuola adoperarono inoltre il linguaggio della logica (Formulario mathematico, 1895–1908). Cantor, i paradossi, Russell, l’assiomatica di Zermelo, il famoso programma di Hilbert… Hilbert nel 1925: «Vogliamo indagare accuratamente, ogniqualvolta vi sia la benché minima prospettiva di successo, le costruzioni concettuali e le forme di inferenza feconde, e coltivarle, consolidarle e renderle suscettibili di applicazione. Dal paradiso che Cantor creò per noi, nessuno ci potrà espellere». Interpretazioni «Ciò che rende possibile la Logica è l’esistenza nelle nostre menti di concetti generali: la nostra capacità di concepire una classe e designare i suoi membri individuali mediante un nome comune. La teoria de la Logica è, quindi, intimamente legata a quella del linguaggio. Un tentativo soddisfacente di esprimere proposizioni logiche attraverso simboli, le cui leggi di combinazione fossero fondate sulle leggi dei processi mentali che esse rappresentano, sarebbe, in tale misura, un passo avanti verso un linguaggio filosofico» (G. Boole 1847) Ma … l’idea matematica de insieme non coincide con la nozione logica di classe (associata a un concetto)! Dedekind, prologo a Cosa sono … i numeri: Chiunque possegga il così detto buon senso può comprendere questo scritto; esso non richiede affatto particolari cognizioni matematiche o filosofiche. Ma so benissimo che più di un lettore avrà difficoltà a riconoscere nelle figure indistinte che gli propongo quei numeri che lo hanno accompagnato per tutta la vita come amici fedeli e familiari; egli sarà spaventato dalla lunga serie di inferenze semplici corrispondente alla natura graduale della nostra comprensione, dalla lucida dissezione dei ragionamenti sui quali poggiano le leggi dei numeri… Dedekind, Che cosa sono e a che cosa servono i numeri e mal sopporterà di dover seguire delle dimostrazioni di verità che alla sua presunta intuizione interna appaiono certe ed evidenti. Invece, proprio nella possibilità di ricondurre quelle verità ad altre più semplici, indipendentemente dalla lunghezza e dalla apparente artificiosità della serie di inferenze, io vedo una dimostrazione convincente del fatto che il possesso o la persuasione delle verità in questione non sono mai stati dati immediatamente tramite l’intuizione interna, ma sono acquisiti sempre attraverso una ripetizione più o meno completa delle singole inferenze. Io paragonerei questa attività del pensiero, difficile a seguirsi per la rapidità con cui si svolge, con quella di un buon lettore mentre legge: anche questa lettura consiste sempre in una ripetizione più o meno completa dei singoli passi che il principiante compie sillabando a fatica. Però al lettore esperto basta una parte molto piccola di questi passi, e di conseguenza uno sforzo intellettuale minimo, per poter riconoscere correttamente una parola, sia pure con una probabilità molto alta; è noto infatti che anche al correttore più esperto capita a volte di lasciarsi sfuggire un errore di stampa, cioè di leggere erroneamente, il che sarebbe impossibile se fosse ripetuta integralmente tutta la catena di processi mentali corrispondenti alla sillabazione. Così, a partire dalla nascita, sempre più siamo indotti a mettere costantemente in rapporto oggetti con oggetti, cioè a esercitare quella facoltà dello spirito su cui si basa anche la creazione dei numeri. Grazie a questo esercizio così precoce e costante, sebbene involontario, e alla relativa formazione di giudizi e di serie di inferenze, noi acquisiamo una ricca messe di verità propriamente aritmetiche alle quali i nostri primi maestri fanno in seguito appello come a qualcosa di semplice, evidente e dato nell’intuizione interna, e così avviene che alcuni concetti in realtà molto complessi (per esempio quello di quantità numerica di oggetti) vengono a torto ritenuti semplici. In questo senso, che ben si esprime nella parafrasi di un celebre aforisma ’αει ό άθρωπoς άριθμητίζει … Jean Piaget e Nicolas Bourbaki: logica, insiemi e strutture della matematica moderna come “svelamento” di principi basilari che “sono stati sempre lì” Piaget cerca embrioni delle strutture nel mondo psichico e biologico. L’“insiemistica” o new math cercava di allacciarsi direttamente a quelle strutture logiche che “sono già lì”, nella mente del bambino. Riconsideriamo quanto detto… 1. 2. 3. 4. 5. Questioni di rigore e di sistematizzazione condussero alla teoria degli insiemi. Questa teoria basta per fondare tutta la matematica, unificandola. Filosofi e matematici interpretano che l’idea di insieme sia basilare per la mente umana, che sia primitiva. Si progetta un nuovo programma di studio basato direttamente sulla teoria degli insiemi. La sua realizzazione riscuote scarso successo. Riflettiamo … Persino nell’insegnamento universitario rivolto a futuri matematici e filosofi esperimentiamo che la TI non è facile. Un universitario impiega parecchi mesi per cogliere le differenze fra gli insiemi e le “collezioni” intuitive. Vi sono problemi basilari molto complessi nella TI (ad esempio, l’ipotesi di Cantor); vi sono persino dei matematici che la rifiutano radicalmente. Il concetto di insieme è avanzato e sofisticato, non né elementare né innato. (Ad esempio, esso è equivalente a quello di funzione). L’interpretazione che l’idea di insieme sia primitiva e basilare per la mente umana (Boole, Dedekind, Hilbert) non è ammissibile. Il logicismo è stato abbandonato. Oggi la TI è considerata matematica, non parte della logica. La TI non è necessaria per studiare a fondo a fondo i numeri e le operazioni, le frazioni, le proporzioni… Quindi, i maestri non hanno bisogni di studiare la TI, né pare opportuno farlo. Studiare invece i numeri da molti punti di vista (approccio multidirezionale e multimodale), coltivare l’intuizione visiva, la comprensione concettuale e il rigore. Alcuni temi rilevanti Aritmetica: I numeri interi e i numeri razionali: numeri naturali (ordinali e cardinali), principio de induzione, congruenze, teorema fondamentale dell’aritmetica. proprietà, connessione con la geometria, rapporti fra quantità (proporzioni). Geometria elementare: trasformazioni, coordinate, aree.