Periodico di informazione raccomandato
dalla Camera Europea per la Cooperazione
ed incentivo al Parlamento
L’AMBIENTE
PERIODICO TECNICO-SCIENTIFICO DI CULTURA AMBIENTALE
2
MARZO - APRILE
2015
Le ANALISI CHIMICHE AMBIENTALI - Seconda Edizione
La normativa ambientale, in continua evoluzione, è la risposta politica
alle tematiche ambientali che ormai si sono consolidate a tutti i livelli
della società occidentale. L’offerta di libri divulgativi e tecnici su queste
tematiche è molto vasta. Rivolgendosi in questi adempimenti ora anche a
molte attività industriali e commerciali mai coinvolte prima.
Le analisi chimiche ambientali, che spesso sono parte integrante delle
leggi, non sono sempre esposte in modo unitario e coordinato, dando in
questo modo pochi riferimenti a chi si affaccia per la prima volta nel settore.
La normativa ambientale nella sua applicazione ha diverse prospettive di
lettura e si rivolge a diversi tipi di professioni e di professionisti.
L’obiettivo d’enti di controllo e dei professionisti è quello di ottenere dati
ambientali validi attraverso l’adozione di tecniche di campionamento e di
analisi ufficiali o condivise dalla comunità scientifica. Sappiamo che esistono
diverse metodologie di campionamento e analisi che provengono da enti
tecnici di normazione o scientifici che possono confondere un professionista
come disorientare un neofita della materia.
Per ogni parametro chimico esistono diverse norme tecniche emanate
da organismi nazionali ed internazionali che non sono sempre degli
organismi di normazione. Nella maggior parte dei casi l’aggiornamento
della legislazione ha tempi più lunghi rispetto a quelli delle norme tecniche
che viceversa si evolvono più velocemente.
In quest’ottica rispetto alla prima edizione, oltre alla rivisitazione di alcuni
capitoli, la grossa novità consiste nell’introduzione di un capitolo ampliato
sul campionamento che riguarda le analisi delle emissioni industriali e
della qualità dell’aria. Si è cercato di trattare un’ampia panoramica
cercando di dare un supporto pratico, offrendo una trattazione unitaria
di alcuni argomenti specifici del settore che normalmente non trovano
spazio nei libri di chimica analitica.
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Le ANALISI
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Seconda Edizione
Biagio Giannì
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MANUALE APPLICATIVO
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Le ANALISI
CHIMICHE
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Crimini e scenari globali
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ò scienza e inquinamento
Il littering e abbandono rifiuti
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I cento anni del Canale di Panama
10
La ricostruzione delle piene nei
bacini idrografici
14
+ energia e ambiente P
è report
Ecologiche, intelligenti, eleganti
22
Acqua: dalle novità regolatorie
e normative alle emergenze irrisolte
24
i osservatorio ambientale
Importanza della logistica nel settore
ambientale
2 legislazione
Le acque meteoriche di dilavamento
contaminate da sostanze inquinanti, anche
pericolose, sono acque di prima pioggia
Le misure di protezione attiva applicabili
ai depositi di bioetanolo
30
@ analisi e strumentazione
Sistemi per il controllo dell’inquinamento
da polveri sottili
32
Monitoraggio della qualità dell’aria in
ambienti confinati
34
I sistemi satellitari e la gestione ambientale
36
è tecnologie applicative
50
62
§ rubriche
Il Libro
41
Attivi per l’ambiente
46
Euronews
48
Prodotti & Servizi
58
Libri
60
F le aziende informano
Xylem
54
ABB
55
Recupero di calore da acque reflue
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Moreschini
56
Missione rovente per un generatore
44
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57
Editoriale
.
CRIMINI E SCENARI GLOBALI
Uno studio americano di diversi anni fa, realizzato al computer,
locali, il business della tratta umana, l’indifferenza spregevole di
sui prossimi scenari che avrebbero investito i popoli del Pianeta
una società industrializzata la quale ha saputo non solo scon-
non presagiva nulla di confortante per il futuro, sia a livello di
quassare intere aree del pianeta ma, pure, ancora persevera a
degrado ambientale che riguardo agli sconvolgimenti di massa
considerare il continente africano come regione da depredare
all’interno delle compagini nazionali e delle relazioni fra gli Stati.
delle risorse e meta di safari (fino a quando rimarrà in vita l’ulti-
Purtroppo quel voluminoso rapporto sta trovando puntuale rea-
mo animale selvatico).
lizzazione e, per quanto si ricava dagli avvenimenti degli ultimi
Nel passato ottocento vi fu la grande tratta degli schiavi. I ve-
anni, con largo anticipo sulle previsioni, assumendo un anda-
lieri, con la complicità dei boss locali (il che vale anche adesso,
mento esponenziale in linea con tutto quanto sta accadendo
sia pure con modalità più raffinate) trasportavano forzatamente
nella società globale degli ultimi lustri: nella ricerca scientifica,
centinaia e centinaia di esseri umani ad ogni viaggio, stivandoli
nello sviluppo talora abnorme delle tecnologie, comprese le
nella pancia degli scafi al fine di farli lavorare come schiavi nelle
deformazioni di cui essa si rende responsabile, nel malessere
immense piantagioni di cotone.
delle collettività industrializzate, nella dissacrazione di storiche
Molti si perdevano durante la traversata trovando fine ad umilia-
tradizioni, nella durezza incivile e routinaria derivazione del pro-
zioni e sofferenze; quanti sfortunatamente giungevano a desti-
gresso civile, nell’avvenuta disgregazione di molte nazioni, nelle
nazione trovavano ad attenderli maltrattamenti, frustate, torture,
guerre locali, negli eccidi inammissibili, nella crudeltà ributtante
cani addestrati alla cattura dei negri, e, naturalmente, un lavoro
e, infine, nella disarmante solitudine di un convivere collettivo
disumano. Stando alle cronache che si susseguono, per certi
troppo spesso insipiente e caotico.
aspetti l’America di oggi, tranne che nelle modalità, non è dis-
Tutto questo, a considerare il Rapporto sopracitato, come an-
simile da quella di ieri. Invero oggi non è cambiato nulla dal
teprima di un inevitabile confronto fra le grandi nazioni che do-
passato, anche in Europa e nei Paesi di emergente industria-
minano gli affari e gli andamenti di quanto avviene quotidiana-
lizzazione. Anzi, qualora fosse possibile (forse lo è), gli orrori si
mente sulla Terra. Un pianeta che oramai si sta dimostrando
sono moltiplicati in linea alle coerenze della globalità.
del tutto insufficiente e limitato per assorbire le esigenze della
Ma, facciamo ben attenzione, il nostro mondo industrializzato
specie umana.
che oggi assiste palesemente indifferente e falsamente interessato (ipocritamente interessato) alle allucinanti tragedie altrui
L’editoriale presente, ossia le mie riflessioni, traggono spun-
dell’oggi, domani sarà destinato ad essere teatro delle mede-
to dall’ultima allucinante tragedia (inevitabile?) consumata nel
sime situazioni ed oggetto dei crimini che vi si consumano; con
mare Mediterraneo: oltre settecento persone (la punta conosciu-
modalità ripetitive, qualora si voglia stralciare la traversata del
ta di un Iceberg), che perdono la vita in mare su un barcone
Mare Nostrum, o Mare Mortis. E’ risaputo, le città sono assai più
rovesciatosi.
vulnerabili di un mare aperto.
Vi è di tutto in questa tragedia che credevamo impossibile da
realizzarsi ai tempi nostri: il tentativo di fuga di masse disere-
Chi ha creato la situazione attuale per sete di dominio ed in-
date da territori che non offrono più nulla tranne guerre, fame
gordigia di finanza (sempre che ne sia capace) si renda conto
endemica, morte. Il lungo calvario di avvicinamento alla costa
che i futuri scenari planetari possono riservare scadenze non
mediterranea, quindi il tentativo di oltrepassare indenni il brac-
proprio gradevoli. Le Cancellerie politiche dominanti prendano
cio di mare divenuto cimitero pietoso in contrapposizione al duro
coscienza come condoglianze e ipocriti atteggiamenti compunti
cinismo umano.
non siano più sufficienti a celare responsabilità oggettive.
Abbiamo detto che vi si trova di tutto: la brutalità degli scafisti,
il cinismo degli organizzatori e connesse connivenze politiche
il direttore responsabile
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Scienza & Inquinamento
Il littering e abbandono rifiuti
Un progetto transfrontaliero di controllo e prevenzione
Giorgio Ghiringhelli, ARS ambiente Srl - Email: [email protected]
Che cos’è il littering
Oggi sempre più spesso si sente parlare di littering ovvero
dell’inquinamento di strade, piazze, parchi o mezzi di trasporto
pubblici causato gettando intenzionalmente o lasciando cadere
rifiuti e abbandonandoli. Anche se in termini assoluti le quantità
di rifiuti lasciate sul suolo sono relativamente ridotte, la maggioranza della popolazione percepisce il fenomeno come fastidioso. Il littering compromette la qualità di vita e il senso di
sicurezza negli spazi pubblici, genera costi elevati per i servizi
di pulizia e nuoce all’immagine delle località.
Le cause della crescente mole di rifiuti abbandonati sono molteplici. Sempre più persone trascorrono la pausa pranzo sul posto
di lavoro o di formazione e mangiano per strada.
La conseguenza quasi inevitabile di queste nuove abitudini di
consumo, abbinate a un’accresciuta utilizzazione degli spazi
pubblici, è la presenza di una quantità maggiore di rifiuti abbandonati all’aperto. Un’altra tendenza accentuatasi negli ultimi anni è il boom della diffusione di giornali gratuiti e della
pubblicità condominiale, che spesso vengono subito gettati o
abbandonati da qualche parte durante il tragitto. Il littering dalle
automobili che interessa alcuni tratti di strade urbane ed extra
urbane è un fenomeno diffuso che comporta l’accumulo di rifiuti
in aree difficilmente ripulibili (1).
A questi fenomeni si somma quello più circoscritto ma grave
delle vere e proprie discariche abusive o incontrollate dove vengono abbandonati quantitativi ingenti di rifiuti, urbani o speciali,
pericolosi e non, soprattutto in aree periferiche e naturali.
I rifiuti gettati nell’ambiente, oltre a comportare diversi danni di
natura ambientale in senso lato possono comportare, per le loro
caratteristiche chimiche, biologiche e tossicologiche, danni anche sulla qualità dei suoli o delle acque e in ultima analisi sulla
qualità della vita e sulla salute umana.
Il problema deve essere affrontato in modo attivo e continuo
dalle Amministrazioni preposte, utilizzando un approccio integrato, ovvero operando sia in termini preventivi (mediante lo
strumento dell’informazione ed educazione verso i cittadini)
che repressivi (tramite l’applicazione delle sanzioni che l’ordinamento prevede). Infatti l’articolo 192 “divieto di abbandono” del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. stabilisce, al primo comma, che
“l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel
suolo sono vietati”. Peraltro, anche il secondo comma riprende
il divieto di abbandono di rifiuti, estendendone la portata alle acque superficiali e sotterranee: “É altresì vietata l'immissione di
rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque
superficiali e sotterranee”.
Per capire l'importanza del fenomeno basta verificare l'interesse del legislatore nazionale che nel Disegno di legge collegato
alla manovra di finanza pubblica 2014 (Disposizioni in materia
ambientale per promuovere misure di green economy e per il
contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali), in discussione in Parlamento, ha inserito all’art. 29 (Rifiuti di prodotti da
fumo e gomme da masticare) specifiche disposizioni per la
modifica dell’art. 232, 255, 263 del T.U.A. per il contrasto del
fenomeno del getto dei mozziconi di sigaretta e delle gomme
da masticare.
Che danni causano i rifiuti nell’ambiente
Figura 1 - Littering in un’area pubblica.
6
I problemi causati dal comportamento incivile di alcuni cittadini
che abbandonano i rifiuti nell’ambiente sono di ordine igienico-sanitario oltre che ambientale ed evidentemente anche economico. A ciò va poi aggiunto il danno ingenerato dal degrado
estetico delle strade e del territorio in genere. E’ possibile riassumere i danni causati dal fenomeno dell’abbandono e dal
littering in queste categorie sintetiche:
• ambientale diretto (ad esempio l’inquinamento del suolo o
l’uccisione di animali che si cibano dei rifiuti abbandonati);
• ambientale indiretto;
• sanitario;
2/2015
l’Ambiente
cezione dell’importanza del fenomeno e dei gesti di ciascuno.
Il problema deve essere affrontato in modo attivo e continuo
dalle Amministrazioni preposte, utilizzando un approccio integrato, ovvero operando sia in termini preventivi (mediante lo
strumento dell’informazione ed educazione verso i cittadini)
che repressivi (tramite l’applicazione delle sanzioni che l’ordinamento prevede).
Per agire sul fronte preventivo e soprattutto su quello repressivo
occorre però conoscere il fenomeno sia dal punto di vista generale e sia dal punto di vista specifico al fine di fornire agli organi
competenti gli strumenti conoscitivi atti a permettere il coordinamento delle azioni di pattugliamento e presidio del territorio.
Un web-gis come strumento di controllo e
prevenzione del littering tra Italia e Svizzera
Il progetto sperimentale “Insubria Pulizia Sconfinata”, all’interno del Piano Integrato Transfrontaliero (P.I.T.) “Rifiuti: nuovi percorsi di responsabilità transfrontaliera”, finanziato nel
Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera
2007-2013, ha avuto come obiettivo principale la creazione di
un sistema web-GIS che consenta di mappare le aree che si
presentano degradate a causa dell’abbandono dei rifiuti, costruendo un database dinamico fruibile da tutti gli stakeholder
(www.puliziasconfinata.it) (3).
Figura 2 - Danni alla fauna selvatica causati dal littering di rifiuti.
•
•
•
•
•
estetico;
culturale, in quanto riduce la sensibilità dei cittadini nel rispetto dell’ambiente;
sicurezza (ad esempio i mozziconi di sigaretta che vengono
gettati nell’ambiente possono essere causa di incendi);
economico diretto, per i costi di rimozione e pulizia dei luoghi;
economico indiretto.
Quanto
costa gettare i rifiuti
FREEBOOK AMBIENTE
Giorgio Ghiringhelli con L’abbandono di rifiuti e il littering mette insieme per la
prima volta tutti gli elementi che definiscono questo fenomeno, analizzandoli con le
della
psi-sociologia,
dell’ecologia,
della normativa,
dell’economia
e della coIn lenti
Italia
non
è mai stato
effettuato
uno studio
analitico
sui costi
municazione. Dal quadro che ne emerge risulta urgente una sinergia tra cittadinanza
presunti
del littering
e nemmeno
ricognizione
costi
soe amministrazione,
con strategie
di contrasto cheuna
solo grazie
a un approcciodei
corale
e
condiviso e alla valorizzazione delle nuove tecnologie di supporto alle decisioni posstenuti
dagli
Enti
coinvolti
per
la
pulizia
dei
luoghi,
ma
sulla
base
sono riuscire vincenti.
degli studi e ricerche di altri paesi (Svizzera, Regno Unito, ScoGhiringhelli
Imprenditore,
consulente ambientale
per ladel
gestione
integrata dei rifiuti,
zia,Giorgio
USA)
è possibile
stimare
un costo
fenomeno
deldo-littering
cente universitario. È Dottore agronomo e ha conseguito il master in Economia e gestione delle imprese.
Titolare
e
Presidente
di
ARS
ambiente
Srl
dal
2001,
dal
2002
è
responsabile
dell’Osservatorio
e dell’abbandono rifiuti superiore a 1 miliardo di Euro (2).
rifiuti della Provincia di Varese, e dal 2009 è coordinatore tecnico-scientifico dell’Osservatorio
rifiuti della Regione Valle d’Aosta. È Professore a contratto presso la Università Carlo Cattaneo
– LIUC. È coordinatore del progetto di collaborazione transfrontaliera Italia-Svizzera “Insubria
Pulizia Sconfinata” per il contrasto del fenomeno dell’abbandono rifiuti. Ha pubblicato numerosi
articoli e ha partecipato in qualità di relatore a seminari tecnici. Questo è il suo primo libro.
Cosa fare per contrastare efficacemente
il fenomeno
Gli studi e le ricerche sul littering hanno dimostrato la complessità00,00
del
alla complessità psicologiwww.edizioniambiente.it
eurotema, soprattutto in relazione
www.nextville.it
ISBN 978-88-6627-062-1
ca del fenomeno che impedisce
di avere uno “stereotipo” di chi
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abbandona.
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L’atto di gettare i rifiuti nell’ambiente
è influenzato
dal luogo, da
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cosa si ha da gettare e se le persone sono sole o in gruppo. Un
Pubblicazione elettronica gratuita
elemento chiave di qualsiasi percorso contro il littering e l’abbandono dei rifiuti è introdurre elementi per educare i cittadini
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al rispetto dell’ambiente e cambiare quindi le abitudini e la per-
FREEBOOK AMBIENTE
Biblioteca gratuita on line di
Giorgio Ghiringhelli
Giorgio Ghiringhelli L’abbandono di rifiuti e il littering
La gestione del littering e il risanamento delle discariche abusive
Biblioteca gratuita on line di
comporta costi supplementari rispetto alla normale gestione dei
rifiuti urbani e dell’igiene urbana. L’entità di questi extra costi
I chewing
gum,analiticamente
le bottiglie e le lattine,ele normalmente
confezioni di bevande,
i pezzi
di carta
e di
non
è nota
tali
costi
vengono
rivetro, i mozziconi di sigaretta, i sacchetti di plastica, gli avanzi di cibo, le confezioni
compresi
generaliin di
igiene
urbana
ripianati
di alimenti in
e i costi
piccoli imballaggi
genere:
tutto ciò
è litter. e
Si tratta
di quei attingendo
rifiuti
gettati via impropriamente e illegalmente su suolo pubblico e anche privato senza
alleprestarci
casse
comunali
troppa
attenzione. e quindi direttamente alle tasche dei cittadidi gettare rifiuti
dove capita
senza curarsi
dell’ambiente
ni Quest’incivile
attraversoabitudine
le imposizioni
fiscali.
Il littering
genera
quindi costi
purtroppo rappresenta un fenomeno in crescita, legato a uno stile di vita improntato
all’usa
e
getta
diffuso
nei
diversi
paesi
del
mondo.
Le
ripercussioni
però
sono
assailo più i
supplementari diretti e indiretti, di cui si fanno carico per
pesanti: inquinamento ambientale, degrado e danno estetico, effetti sulla qualità di
comuni
e gli
enticosti
che
gestiscono
i trasporti.
vita, nonché
elevati
diretti
di igiene urbana.
L’abbandono di rifiuti e il littering
Strumenti per conoscere il fenomeno e contrastarlo
Prefazione di Lorenzo Pinna
ISBN: 978-88-6627-062-1
2/2015
Figura 3 - Copertina del libro “L’abbando rifiuti e il littering”,
26/11/12
Giorgio Ghiringhelli, Edizioni Ambiente.
12.23
7
ò
Scienza & Inquinamento
integra un Web-GIS che consente di indicare le aree oggetto
di abbandono. La carta geografica che ne deriva costituisce la
Mappa dell’abbandono e interessa tutto il territorio della Provincia di Varese e parte del Cantone Ticino. Gli utilizzatori principali del sistema sono la Provincia di Varese, il Canton Ticino,
le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), i Comuni, la Polizia
Provinciale, il Corpo Forestale e altre Forze dell’ordine. Anche
i cittadini, dopo essersi registrati al sistema, possono inviare
le proprie segnalazioni che passeranno alla validazione delle
GEV o del Comune territorialmente competente.
Ciascun utilizzatore può localizzare un abbandono puntuale, inoltre nel caso di piccole discariche o abbandoni diffusi è
possibile disegnare su mappa l’area o anche il tratto di strada
coinvolti (nel caso ad esempio di rifiuti gettati dal finestrino delle automobili in coda su un tratto di strada predefinito).
Il sistema gestisce il processo evolutivo delle segnalazioni
(validazione, aggiornamento, reiterazione, chiusura – ovvero
pulizia del luogo) ed è integrato con le modalità di accertamento amministrativo utilizzate dalle autorità che presidiano
il territorio.
Figura 4 - Schema del progetto “Pulizia Sconfinata”.
Il progetto ha avuto come promotori la Provincia di Varese, la
Repubblica e Cantone Ticino, ARS ambiente Srl e Terraria Srl.
Il tool di segnalazione è affiancato da una serie di strumenti di
analisi dei dati raccolti e di individuazione di indicatori predefiniti e personalizzabili che permettono alle forze dell’ordine e
agli Enti proposti di essere coadiuvati nelle loro azioni di monitoraggio e controllo (3).
Al fine di interessare tutti i soggetti sono state attuate alcune
azioni specifiche per coinvolgere i principali stakeholder nel
progetto:
• il sistema web-gis e la Mappa dell’abbandono;
• strumenti per la segnalazione;
• il tavolo tecnico permanente contro l’abbandono rifiuti;
• attività di formazione e convegni;
• gli studi di approfondimento e i report di progetto;
• articoli e pubblicazioni;
• il sito web divulgativo (www.modusriciclandi.it).
L’utente mediante un wizard può specificare le caratteristiche
dell’abbandono, e le informazioni variano a seconda del profilo
dell’utente. Tutti gli utenti hanno la possibilità di associare alle
segnalazioni delle fotografie e tale opzione è molto utile per monitorare l’evoluzione dei luoghi nel tempo. Ciascun utente inoltre è dotato di un proprio “cassetto delle segnalazioni” nel quale
può ritrovare agevolmente ciò che ha inserito e monitorarne l’evoluzione o aggiornarne lo stato. Una segnalazione può essere
ovviamente anche “chiusa” e ciò avviene quando i luoghi sono
ripuliti o bonificati, riportandone anche i costi sostenuti. I dati
raccolti nella Mappa sono omogenei e georeferenziati, pertanto
univocamente localizzati, verificati e validati, costantemente aggiornati, consultabili da tutti i soggetti che hanno competenza,
che possono accertare/comminare sanzioni.
Questo sistema è stato sperimentato per 2 anni da oltre 100
Comuni della Provincia di Varese e 5 Comuni del Cantone Ticino dimostrando che è possibile e utile coordinare le attività dei
vari Enti coinvolti e avere un archivio storico e dinamico delle
informazioni per orientare le iniziative di contrasto al littering e
soprattutto monitorarne efficienza ed efficacia.
Note
Giorgio Ghiringhelli, Michele Giavini, “L’abbandono di rifiuti
nell’ambiente e il littering: il progetto “strade pulite” della Provincia di Varese”, in Ecomondo, atti dei seminari, Maggioli Ed,
2008;
(2)
G. Ghiringhelli, “L’abbando rifiuti e il littering: strumenti per
conoscere il fenomeno e contrastarlo”, freebook Edizioni Ambiente, 2012, ISBN: 978-88-6627-091-1;
(3)
G. Ghiringhelli, S. Greco, G. Maffeis, “Controllo e prevenzione dell’abbandono rifiuti e del littering”, GSA - Igiene Urbana,
aprile-giugno 2013.
(1)
L’applicativo web consente agli stakeholder di interagire in
tempo reale e di condividere dati, informazioni, immagini e
analisi in relazione alle aree che si presentano degradate a
causa dell’abbandono dei rifiuti. Tale applicazione sostituisce
le modalità tradizionali di segnalazione dei rifiuti abbandonati
che si basano su comunicazioni su carta, telefoniche, via fax/
email.
Il sistema è multi-utente e multi-canale, prevede l’interazione
sia attraverso internet che mediante Smart-phone/Tablet, ed
8
2/2015
l’Ambiente
Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2015
130 le candidature, 7 premi e 10 segnalazioni
“Energie, economie e bellezza per la vita”: vuole echeggiare il claim di Expo ed è il titolo del Bando
del Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente 2015, il premio nazionale ambientalista, giunto ormai alla sua quattordicesima edizione, sempre molto partecipato (ben 130 candidature) dedicato a
quelle innovazioni appena realizzate o alla soglia della commercializzazione.
Il Premio è promosso da Legambiente in partenariato con Confindustria, Camera di Commercio
di Milano Regione Lombardia, Politecnico di Milano, Università Commerciale L. Bocconi e con il
contributo di Fondazione Cariplo. La cerimonia ha avuto luogo all’interno dell’evento “L’innovazione
ai tempi di Expo2015” organizzato da BioEcoGeo Magazine. Durante la mattinata i maggiori protagonisti della sharing economy si sono confrontati sull’evoluzione di questo settore economico che
nel giro di pochi anni ha saputo trovare il proprio spazio crescendo velocemente. Start Up e giovani
imprenditori sempre più attenti all’ambiente e alla sua sostenibilità.
Ecco le 7 principali innovazioni che sono state premiate: case in legno da 20 piani con Rothoblaas,
il condominio Leed Oro Habitaria Paullo, il pannello solare (tutto italiano) della Energyka Electrosystem, il sistema di gestione dell’energia dei processi industriali della Albasolar; la App “LastMinuteSottoCasa” che consente di acquistare a prezzo scontato i cibi in scadenza dei negozi, l’illuminazione pubblica smart di Roncade e l’esemplare rete energetica (smart grid) della Siemens a
Savona.
Completano il quadro 10 segnalazioni, che rappresentano innovazioni incrementali o miglioramenti
di sistemi e di tecnologie in fase di sviluppo: tutte pubblicate su www.premioinnovazione.legambiente.org, insieme alle schede tecniche degli oltre 1800 progetti candidati nelle passate edizioni.
Fra i progetti segnalati quello di ARS ambiente, in collaborazione con Terria Srl e con capofila Provincia di Varese e Repubblica e Cantone Ticino per il monitoraggio integrato del fenomeno del littering
e dell’abbandono rifiuti.
Il progetto è stato meritorio di segnalazione perché la giuria del premio ha individuato la peculiarità,
rispetto ad altri sistemi di segnalazione, del tentativo di integrazione tra i diversi stakeholder coinvolti
nella gestione del fenomeni: dai cittadini, che possono essere litterer o segnalatori o virtuosi ripulitori,
alle forze dell’ordine nelle loro molteplici rappresentanze, ai volontari, fino ai Comuni che sono gli
Enti territoriali principalmente coinvolti nella gestione del fenomeno.
Inoltre il progetto, in test da oltre 2 anni, ha permesso di individuare criticità e specificità del fenomeno, fornendo preziose informazioni per future iniziative di monitoraggio e contrasto.
2/2015
9
ò
Scienza & Inquinamento
I cento anni del Canale di Panama
Stefano Susani, Amministratore Delegato MWH in Italia e responsabile divisione Energia, Industria e Risorse Naturali in Europa e Africa –
Email: [email protected]
Figura 1 – Le attuali conche di navigazione.
Figura 2 - Il nuovo sistema di conche.
Il 15 agosto 2014, il Canale di Panama ha compiuto 100 anni.
Inaugurato nel 1914, viene percorso da circa 15000 vascelli l’anno e vede transitare il 5% dell’intero traffico commerciale del
globo. Ancora oggi, è uno dei traguardi più spettacolari che l’ingegneria abbia raggiunto ed ha contribuito a plasmare in modo
determinante la strada verso la globalizzazione e a rafforzare
la nostra poco sostenibile certezza che merci e beni possano
essere disponibili sempre e dappertutto.
Per questa ragione l’Autorità per il Canale di Panama, dopo aver
ottenuto un larghissimo consenso popolare attraverso un referendum indetto nell’ottobre del 2006, ha deciso di raddoppiarne
la capacità, grazie ad un nuovo sistema di chiuse dalla concezione innovativa.
Il transito attraverso il canale richiede il superamento (in ingresso e in uscita) di un dislivello di circa 26m, per cui l’accesso e
l’uscita possono avvenire solo grazie a delle conche di navigazione, che agiscono come veri e propri ‘montacarichi’ per le imbarcazioni. Sulla scorta di una intuizione che ci piace attribuire a
Leonardo, le conche di navigazione, in tre salti sostanzialmente
della medesima altezza, risolvono il dislivello.
Le conche furono dimensionate sul naviglio dell’epoca e sono
ormai inadatte al transito delle gigantesche navi portacontainer
di oggi, le Post-Panamax o, addirittura, le Superpost-Panamax.
Capita che, nei periodi in cui ai tempi di attesa si sommano i
tempi di manutenzione, le imbarcazioni arrivino ad attendere
fino ad una settimana prima di poter passare.
Un progetto per i prossimi 100 anni
Negli ultimi anni, tuttavia, le rotte hanno cominciato ad escludere Panama vista la sua incapacità infrastrutturale di soddisfare
la domanda di transito. La spinta è stata tale da aver alimentato rotte alternative che sfruttano (a) i sistemi intermodali del
Nord America o (b) la circumnavigazione dell’India, via Oceano
Pacifico e Indiano, e l’accesso al Mar Mediterraneo prima e
all’Oceano Atlantico poi, grazie al Canale di Suez e alla rete di
transhipment del Mediterraneo.
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Containerized cargo
6,7%
6,5
6,2
6,0
5,3
5,1
4,7
Grains
12,4
9,8
9,7
12,6
11,9
10,3
10,6
Oil and Oil Derivatives
1,3
1,3
1,3
1,4
1,3
1,3
1,3
Coal and Coke
0,7
0,9
1,5
0,9
1,1
1,5
1,3
Minerals and Metals
1,5
1,1
2,3
3,0
2,7
2,8
1,8
Chemical Products
8,5
7,4
7,4
7,7
6,6
6,2
5,8
Total Canal Participations
3,0
2,8
2,7
2,7
2,5
2,5
2,3
Tabella 1 - La tabella mostra che i transiti dal Canale si sarebbero ridotti se l’infrastruttura non fosse stata potenziata (previsioni
e proiezioni fatte dall’Autorità del Canale di Panama)
10
2/2015
l’Ambiente
ad esempio fu fatto per Suez) per ragioni geotecniche e geomorfologiche, si dovette realizzare un bacino artificiale (il lago di
Gatún) che potesse “alimentare” il canale stesso e che fosse a
garantire la perenne disponibilità di acqua, nonostante ogni concata disperdesse in mare una quota di acqua dolce derivante
dalle vie di navigazione interna.
Figura 3 - Schema d’accesso lato Atlantico.
Il costo che ne deriva è talvolta inaccettabile e, sempre più spesso, si opta per soluzioni meno costose o meno lunghe. Si consideri anche che il ridotto prezzo del petrolio rende sostenibili
circumnavigazioni che solo l’anno scorso sarebbero state onerosissime.
L’Autorità del Canale di Panama ha risposto a questo stimolo
con un programma veramente ambizioso pianificando la realizzazione di una terza serie di conche che prolunghi la vita del
canale per almeno altri cent’anni.
Innovazione e grande attenzione alle
risorse idriche
Dopo una gara internazionale nel 2007, il Grupo Unido Por El
Canal, che vede tra le imprese principali l’italiana Salini-Impregilo ed ha come capofila progettista MWH Global, si è aggiudicato
il progetto e la realizzazione delle opere. La realizzazione è attualmente nella sua fase conclusiva.
Si tratta della realizzazione di tronconi di canale navigabili per
l’accesso alle conche, più ampi degli esistenti, e di due set di
conche, uno sul lato Atlantico ed uno sul lato Pacifico, sufficientemente capaci da consentire il transito delle nuove navi portacontenitori.
Il terzo set di conche, di cui si sta ultimando la costruzione, permetterà un agevole transito ad imbarcazioni della lunghezza di
più di 366m, larghezza di 50m e con un pescaggio fino a 14m.
Ciò rappresenta un vantaggio sia in termini di ottimizzazione dei
tempi sia di incremento della capacità ricettiva: le stime di ritorno
finanziario dell’investimento indicano che ciò renderebbe possibile un raddoppio degli introiti annui.
Ciascun set di conche, lato Atlantico e lato Pacifico, sarà costituito da tre camere (quindi il dislivello superato in tre fasi), e sarà
caratterizzato da un sistema decisamente innovativo, rispetto a
quello esistente, sia per i criteri/modalità di riempimento e svuotamento sia per le caratteristiche delle porte e della movimentazione delle imbarcazioni nelle camere.
Innovativa è, innanzitutto, la filosofia di gestione delle acque
nell’ambito delle concate. All’epoca della fondazione del canale, non potendo realizzarsi un attraversamento a livello (come
2/2015
La storia della realizzazione del canale è molto bella e intrigante.
Alla fine del secolo scorso Ferdinand de Lesseps (il realizzatore
del canale di Suez) cerca di completare una soluzione “a livello”,
pensando di poter replicare il successo già ottenuto in Egitto.
Questo non sarà possibile e i successivi progettisti americani
decidono di realizzare un bacino artificiale, con la costruzione
della diga di Gatun e di ricorrere alle conche per “livellare” il transito. Col tempo il lago di Gatún è venuto a costituire una parte
rilevante dell’ecosistema naturale di Panama e, non ultimo, una
preziosa risorsa idrica per le popolazioni che, nel tempo, hanno
‘costituito “lo Stato di Panama”. Il lago di Gatún fornisce il 95%
della risorsa idrica necessaria al paese. Di qui una particolare sensibilità al tema della conservazione della risorsa idrica e
quindi la ricerca di soluzioni ingegneristiche che consentissero
la riduzione al minimo del consumo d’acqua dolce per ogni concata.
La soluzione è stata trovata nell’adozione dei cosiddetti “water saving basins”, impiegati per la prima volta pochi anni fa in
Germania a Magdeburgo. Si tratta di bacini nei quali, per pura
gravità, vengono stoccati volumi d’acqua durante le fasi di svuotamento e riempimento delle camere, in maniera tale che sia
possibile riutilizzare fino al 60% di volume d’acqua dolce per
ogni concata.
Si consideri che il nuovo set di conche, pur essendo decisamente più grande di quello esistente, “consuma” l’8% di acqua
in meno ad ogni concata! Il sistema funziona a gravità senza la
necessità di pompe e sistemi di sollevamento, ed è basato su
sofisticati calcoli idraulici. Si tratta di un reticolo di cunicoli che
alimentano la camera attraverso 20 punti di prelievo o immissione distribuiti in maniera uniforme lungo le pareti, così da ridurre
Figura 4 - Nuovo set di conche lato Atlantico.
11
ò
Scienza & Inquinamento
La scelta delle porte
La grande novità nella concezione della camera delle conche
è costituita dall’impiego di porte flottanti a scorrimento, al posto
delle più tradizionali porte vinciane. Si tratta di una scelta in linea
con quanto attualmente in corso nelle conche di pari importanza nei mari europei del Nord (Anversa, Le Havre, Imuijden). Le
porte a scorrimento hanno tempi di apertura minimi, possono
essere installate con maggiore facilità, rispondono agli stringenti
criteri antisismici del progetto, ma, soprattutto, presentano una
maggiore facilità di gestione in fase di manutenzione.
Figura 5 – Schema di funzionamento delle camere.
al minimo le turbolenze sulla superficie durante le operazioni di
livellamento.
Quello della turbolenza è un aspetto importante in quanto incide
direttamente sulla sicurezza strutturale e di assetto delle imbarcazioni. Un modo di misurare la turbolenza è quello di valutare
l’inclinazione della superficie libera dell’acqua nella camera: la
condizione di progetto imposta dall’Autorità del Canale era particolarmente ambiziosa, vale a dire di non generare pendenze
superiori allo 0,14%.
Le opere di espansione e i materiali
Oltre alla realizzazione delle conche è in atto l’allargamento e
l’approfondimento dei canali di accesso alle conche. Si tratta di
opere titaniche sia in termini di movimentazione di materiali sia
di calcestruzzi da gettare. Ogni set di conche avrà una lunghezza di quasi due chilometri, per una profondità di quasi trenta
metri (il pescaggio del canale si attesterà attorno ai 18m) e una
larghezza di 55m.
Come tutte le opere strategiche progettate negli ultimi anni, il
life-cycle (la vita di progetto) dell’infrastruttura è pari a 100 anni.
Questo ha comportato delle ripercussioni sulla natura dei carichi considerati (tempi di ritorno particolarmente importanti) e, di
conseguenza, sulle contromisure da adottare nella progettazione dei materiali per far fronte ad una esposizione così lunga agli
agenti corrosivi ambientali.
La scelta del calcestruzzo come materiale primario per la realizzazione dell’opera ha comportato una particolare attenzione nella prevenzione dei fenomeni fessurativi, specialmente per quello
che concerne le fessurazioni nelle prime fasi di maturazione dei
getti. Le proporzioni dell’opera e la sistematica presenza di getti massivi hanno richiesto l’adozione di tecniche mutuate dalla
realizzazione di dighe. Una fra tutte: l’adozione di sistemi di riduzione della temperatura dei getti (il limite di progetto è stato
fissato in 10 °C) per garantire, unitamente all’impiego di speciali
mix design, il massimo contenimento del calore di idratazione
e quindi il massimo risultato in termini di governo dei fenomeni
fessurativi.
12
In particolare, la configurazione delle testate scelte per il progetto di Panama, permetterà una messa a secco del recesso
e la manutenzione ordinaria e straordinaria in loco delle porte.
Per consentire l’esercizio ininterrotto del canale, le porte sono
sempre a coppie, in maniera che la manutenzione o il danneggiamento di una di esse non comprometta la funzionalità della
camera.
Fra l’altro, il fatto di potersi ritrarre nei recessi consente, a fronte
di una certa complessità delle testate in calcestruzzo, di poter ridurre la lunghezza della camera rispetto ad una corrispondente
soluzione con porte a battente.
Si tratta di una soluzione ampiamente collaudata negli ultimi
anni. Le porte sono di fatto dei natanti dotati di casse di galleggiamento riempite d’aria; ciò consente di ridurre di circa due terzi
il peso scaricato sui punti di appoggio. Se nelle prime versioni
(ad esempio Imujiden), gli appoggi erano costituiti da carrelli su
rotaie completamente immersi, nella versione di Panama i carrelli sono uno emerso (posteriore) e uno immerso, ma manutenibile a secco (anteriore). Si tratta di un altro passo verso la
riduzione al minimo degli oneri di manutenzione.
Altro particolare vantaggio di questo sistema è la possibilità di
registrare l’assetto di galleggiamento nel tempo, così da poter
compensare l’incremento di peso generato dalle incrostazioni di
flora e fauna marina (il cosiddetto “fouling”) che nei mari tropicali
può dar luogo a produzioni che incrementano il peso del natante
Figura 6 - Il trasporto e l’approdo delle paratie a Panama.
2/2015
l’Ambiente
canale rimane in esercizio. Lo schema del terzo set di conche è
stato progettato, infatti, con l’idea di assicurare un funzionamento continuo per il 99,6% delle volte.
Figura 7 - Vista aerea dell’arrivo delle prime paratie a Panama.
di 80-100 kg al metro quadrato di superficie esposta.
Regolando i volumi d’aria nelle casse di registrazione, la porta riacquista l’assetto di galleggiamento originario e può essere
tenuta in esercizio fino al raggiungimento del termine di manutenzione previsto. La presenza di due porte per ogni accesso
conferisce al sistema la necessaria “ridondanza”, per garantire
la continuità di esercizio a fronte di malfunzionamenti o fermi
di manutenzione di una delle due porte. Grazie alla presenza
della “porta di riserva” la concata può comunque avere luogo e il
La movimentazione delle porte, grazie al fatto che il loro peso
in acqua è così ridotto, può essere effettuata con un sistema
di funi, tamburi e pulegge. Anche in questo caso il sistema è
doppio, in maniera da garantire la continuità di esercizio. Nonostante la raffinatezza e la complessità di queste strutture, la
movimentazione avviene in un tempo straordinariamente breve:
si pensi che la manovra di apertura di una porta non dura più di
cinque minuti.
E, a proposito di movimentazione, le 16 paratie in acciaio, prodotte dalla friulana Cimolai, sono partite dall’Italia e stanno raggiungendo Panama via mare in gruppi di quattro, trasportate su
navi costruite ad hoc per attraversare l’Oceano Atlantico con a
bordo questi veri e propri giganti. Le porte, infatti, hanno le dimensioni e il peso di un edificio: sono mediamente alte 30 metri,
larghe 10 metri e lunghe 58 metri, per un peso che varia tra 3000
e 4000 tonnellate.
Questo progetto di espansione è destinato a ridefinire
nuovamente le dinamiche globali del trasporto di merci. Verranno
ridisegnate le rotte e i punti di scambio del sistema di transhipment e di intermodalità attualmente consolidato a livello mondiale, almeno fino a quando un’altra opera così straordinaria non
verrà pensata e realizzata.
YuMi®, il primo robot a due bracci realmente collaborativo al mondo
ABB, Gruppo leader nelle tecnologie per l’energia e l’automazione, ha presentato YuMi, il primo robot industriale a due bracci realmente collaborativo, alla fiera delle tecnologie industriali
Hannover Messe.
L’assemblaggio di componenti di piccole dimensioni vive una
fase di grande evoluzione come pochi altri ambiti produttivi. In
particolare, nell’industria elettronica la domanda di prodotti ha
ampiamente superato la disponibilità di manodopera qualificata. Con la progressiva perdita di valore aggiunto dai metodi di
assemblaggio tradizionali, le aziende produttrici hanno capito
l’importanza strategica ed economica di investire in nuove soluzioni. BCG Research prevede che, entro il 2025, l’adozione
di robot evoluti garantirà un incremento della produttività del 30
percento in molti settori industriali e ridurrà i costi di manodopera del 18 percento in Paesi come Corea del Sud, Cina, Stati
Uniti, Giappone e Germania.
YuMi è stato progettato specificamente per le esigenze di flessibilità e agilità in produzione dell’industria elettronica di largo
consumo, ma può essere impiegato in qualsiasi processo di
assemblaggio di piccoli componenti, grazie al doppio braccio,
alle “mani” flessibili, al sistema universale per l’alimentazione
dei componenti, alla telecamera per l’individuazione dei pezzi,
alla programmazione lead-through e al controllo di movimento
avanzato ad alta precisione.
YuMi può lavorare a stretto contatto con addetti umani grazie
alla sua progettazione a sicurezza intrinseca. Il robot ha uno
scheletro di magnesio leggero ma estremamente rigido, rivestito
da un involucro di plastica con morbide imbottiture per attutire
eventuali colpi. YuMi è compatto, con dimensioni e movimenti
2/2015
simili a quelli dell’uomo, per trasmettere un senso di sicurezza
e tranquillità ai suoi colleghi in carne e ossa: grazie a queste
caratteristiche YuMi si è aggiudicato il prestigioso “Red Dot ‘best
of the best’ design award”.
Quando YuMi si imbatte in un ostacolo imprevisto, ad esempio
il contatto con un addetto, si arresta nel giro di pochi millisecondi, dopodiché il suo funzionamento può essere ripristinato
facilmente premendo un pulsante sul telecomando. YuMi non ha
punti di aggancio, cosicché non sussiste alcun rischio di lesioni
dovute all’apertura e chiusura degli assi.
Ad EXPO MILANO 2015, di cui ABB è sponsor ufficiale per
l’Automazione e la Robotica, i clienti potranno interagire
con YuMi , all’interno del Future Food Disctrict.
13
ò
Scienza & Inquinamento
La ricostruzione delle piene
nei bacini idrografici
Il metodo CN-SCS
Luigi Fanizzi – ECOACQUE – Email: [email protected]
Il metodo del Numero della Curva di deflusso (chiamato, più
semplicemente, Numero di Curva o CN), sviluppato dal Soil
Conservation Service (SCS, 1972), del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA), viene considerato
come uno dei più importanti modelli, non deterministici, molto
applicato, in ambiente idrogeologico (L. Borselli et Al., 1992),
che consente la ricostruzione delle piene in bacini idrografici,
di superficie non superiore ai 20 km2 (V. Ferro, 2013). Il metodo consente sia la semplice determinazione del volume della
piena ovvero della sua portata al colmo, sia la completa ricostruzione del suo idrogramma. Per la determinazione del volume di piena, il metodo si basa sull’ipotesi che sia sempre
valida la seguente relazione di bilancio idrologico (F. Cazorzi,
1983), in cui tutte le grandezze, che vi figurano, sono espresse
in millimetri:
[1]
ove:
Poiché le perdite iniziali possono essere correlate all’invaso
massimo del suolo:
I a = 0,2∙S
[4]
e tenendo conto che hn = h – Ia, dalla [3] e che, per la [4], hn =
h – 0,2∙S, si ottiene:
V =
[5]
L’applicazione della [5] presuppone, oltre la conoscenza della
precipitazione totale h, la stima del valore del massimo invaso
S del suolo che, teoricamente, può assumere tutti i valori positivi, compresi tra i due limiti:
0 = superficie perfettamente impermeabile ad elevata capacità di deflusso;
∞ = superficie perfettamente permeabile con nessuna formazione di deflusso.
V = volume di deflusso;
hn = precipitazione netta (cd p. efficace);
W = invaso del suolo;
S = massimo valore d’invaso specifico del suolo.
La valutazione di S viene condotta mediante la seguente
equazione:
La precipitazione netta (mm), si ottiene sottraendo, alla precipitazione totale h, le perdite idrologiche iniziali Ia, dovute all’invaso superficiale, imputabili, essenzialmente, alla presenza,
sulla superficie del bacino, di zone che, per la loro morfologia, consentono l’accumulo di volumi idrici, all’intercettazione
operata dalla copertura vegetale presente ed all’infiltrazione,
prima della formazione del deflusso (L. Fanizzi a,b, 2012). La
precipitazione netta cumulata si ripartisce, completamente,
tra il volume di deflusso superficiale e l’invaso del suolo:
in cui figura un parametro CN (inversamente correlato, in
modo non lineare, al parametro S), denominato curve number,
che assume valori compresi tra 0 e 100.
Il CN rappresenta l’attitudine del bacino esaminato a produrre
deflusso e si stima sulla base di valori tabellati (Tabella 2; mod. F.
Cazorzi, 1983), in relazione alle caratteristiche idrogeologiche
dei suoli, del loro uso e della copertura vegetale, ivi presente.
Tale attitudine, dei suoli, è considerata dipendente, essenzialmente, da tre fattori:
• caratteri di permeabilità del terreno superficiale e del substrato immediatamente sottostante;
• copertura vegetale ed uso del suolo;
• stato di imbibimento del terreno, al momento dell’evento
meteorico considerato.
hn = V + W
[2]
Sostituendo il valore di W, ricavato dalla [2], nella [1], con
semplici passaggi, si ottiene:
V=
14
[3]
S =
[6]
La stima del CN presuppone, inizialmente, la determinazione
del gruppo idrogeologico di ciascun tipo di suolo ricadente nel
bacino e, all’interno di ciascun gruppo, l’individuazione di aree
2/2015
l’Ambiente
omogenee per destinazione d’uso, sistemazione e condizione
idrica. A ciascuna area omogenea, di nota superficie, viene
attribuito l’appropriato CN sulla base di quelli riportati nella Tabella 2 (mod. F. Cazorzi, 1983).
Il valore del curve number, dell’intero bacino, C N b , si ottiene
come media pesata, con peso la superficie, dei valori stimati
per le singole aree omogenee. Per la stima del CN, si distinguono i quattro gruppi idrogeologici, di cui all’elenco della
Tabella 1 (F. Cazorzi, 1983).
(cinque) giorni precedenti l’evento in esame che, sulla base della
Tabella 3 (F. Cazorzi, 1983), consente di definire la condizione di
umidità, antecedente l’evento (AMCI, AMCII e AMCIII). Nel caso
in cui si ricada nella condizione secca (AMCI) od in quella umida (AMCIII), devono essere utilizzati i valori di CN corretti (CN’),
utilizzando i fattori FI ed FIII, rispettivamente per la condizione
secca e per quella umida, aventi le seguenti espressioni (V. Ferro, 2013):
CN’ = CN ∙ FI = CN ∙ (0,30 + 0,00636 ∙ CN)
GRUPPO
DESCRIZIONE
A
Suoli con bassa capacità di formazione
del deflusso. Sono suoli con elevata infiltrabilità anche in condizioni di completa
saturazione. Si tratta di sabbie grossolane
profonde (con scarsissimo limo e argilla),
silt calcarei non consolidati o ghiaie profonde molto ben drenate. La conducibilità
idrica (capacità di infiltrazione), alla saturazione, è molto elevata.
B
Suoli con modesta infiltrabilità se saturi
(il gruppo comprende la maggior parte
dei suoli sabbiosi meno profondi che nel
gruppo A e con maggiore aliquota di limo
ed argilla). Sono suoli discretamente drenati e profondi, sono caratterizzati da una
tessitura medio-grossa e da una conducibilità idrica, alla saturazione, non molto
elevata.
C
Suoli con bassa infiltrabilità, se saturi.
Sono per lo più suoli con uno strato che
impedisce il movimento dell'acqua verso il basso (a drenaggio impedito), come
le argille oppure suoli con tessitura medio-fine e bassa infiltrabilità, come limi
con contenuti organici.
La conducibilità idrica è bassa.
D
Suoli a elevata capacità di formazione del
deflusso. Appartengono a questo gruppo i
suoli ricchi di argilla con capacità rigonfianti (a. plastiche), i suoli con uno strato
di argilla presso la superficie, i suoli poco
profondi su substrati impermeabili.
La conducibilità idrica, a saturazione, è
estremamente bassa.
Tabella 1 – Classifica e descrizione dei gruppi idrogeologici
omogenei.
Il metodo tiene anche conto delle condizioni di umidità del
suolo antecedenti all’inizio dell’evento (Antecedent Moisture
Conditions, cd AMC) e, a tal fine, va precisato che i valori di
CN riportati nella Tabella 2, si riferiscono a condizioni medie del
parametro AMC, denominate AMCII. La definizione di AMC richiede la determinazione della precipitazione totale, caduta nei 5
2/2015
(7)
valida per valori di 20 ≤ CN ≤ 95; e:
CN’ = CN ∙ FIII = CN ∙ [3,4212 – 1,1999 ∙ Log (CN)]
(8)
valida, pressoché, in tutto il campo dei valori di CN ( 5 ≤ CN ≤
100).
Utilizzando l’espressione del Turazza ossia il cosiddetto metodo
razionale, che trova frequente applicazione per i piccoli bacini
(D. B. Thompson, 2006), è possibile valutare la portata di piena
da utilizzare per l’analisi idraulica. Tale metodologia cinematica,
si basa sulle seguenti tre ipotesi:
• precipitazione costante, h, uniformemente distribuita sul
bacino, di durata critica pari al tempo di corrivazione;
• pioggia efficace, calcolata tramite il coefficiente di deflusso
(CN);
• idrogramma di piena, di forma triangolare.
Si considera, pertanto, un idrogramma, approssimato, di forma triangolare che ha una fase crescente di durata ta (tempo
di accumulo o concentrazione) ed una fase decrescente te
(tempo di esaurimento) ed il cui volume V [m3], ha la seguente
espressione:
V=
(9)
avendo indicato, con tb, la durata dell’evento di piena:
tb = 2,67 ∙ ta
(10)
Utilizzando la (9) e la (10), esprimendo il volume di deflusso V,
in millimetri [mm], il tempo ta in ore [h] e l’area A del bacino,
in chilometri quadrati [km2], si ottiene il valore della portata al
colmo Qp [m3/s]:
Qp = 0,208 ∙
(11)
La determinazione di ta, nell’ipotesi di precipitazione di intensità costante, di durata tp ed indicato con tL il tempo di ritardo
(distanza tra il baricentro dello ietogramma ed il picco dell’idrogramma triangolare, vedi Figura 1), si effettua con la relazione:
ta = 0,5 ∙ tp + tL
(12)
15
ò
Scienza & Inquinamento
DESTINAZIONE D’USO DEL SUOLO E COPERTURA VEGETALE
CONDIZIONE
IDRICA
GRUPPO
A
B
C
D
----
77
86
91
94
Povera
72
81
88
91
Coltivazioni in filari con interventi di conservazione
Buona
62
71
78
81
Cereali da granella senza trattamenti di conservazione
Povera
65
76
84
88
Cereali da granella con trattamenti di conservazione
Buona
59
70
78
81
Prati di leguminose od a rotazione senza interventi conservativi
Povera
66
77
85
89
Prati di leguminose od a rotazione con interventi conservativi
Buona
51
67
76
80
Senza sistemazioni
Povera
68
79
86
89
Senza sistemazioni
Buona
39
61
74
80
Con sistemazioni
Povera
47
67
81
88
Con sistemazioni
Discreta
16
35
70
79
Buona
30
58
71
78
Terreno sottile sottobosco povero senza foglie
Povera
45
66
77
83
Sottobosco e copertura buoni
Buona
25
55
70
77
----
59
74
82
86
Buone condizioni con almeno il 75% dell’area con copertura erbosa
----
39
61
74
90
Condizioni normali con copertura erbosa intorno al 50%
----
49
69
79
84
Aree commerciali (impermeabilità 85%)
----
89
92
94
95
Distretti industriali (impermeabilità 72%)
----
81
88
91
93
Impermeabilità media 65%
----
77
85
90
92
Impermeabilità media 38%
----
61
75
83
87
Impermeabilità media 30%
----
57
72
81
86
Impermeabilità media 25%
----
54
70
80
85
Impermeabilità media 20%
----
51
68
79
84
Parcheggi impermeabilizzati, tetti
----
98
98
98
98
Pavimentate con cordoli e fognature
----
98
98
98
98
Inghiaiate o selciate con buche
----
76
85
89
91
In terra battuta (non asfaltate)
----
72
82
87
89
Terreni paludosi e superfici d’acqua
----
100
100
100
100
Terreno incolto
Terreno coltivato:
Coltivazioni in filari senza trattamenti di conservazione
Terreno da pascolo:
Prato permanente:
Buone condizioni
Terreni boscosi o forestati:
Fattorie
Spazi aperti, prati rasati e parchi:
Aree residenziali:
Strade:
Tabella 2 – Valori di CN relativi a AMCII e Ia = 0,2∙S, per le quattro classi idrogeologiche ed usi del suolo.
Per la determinazione del tempo di ritardo tL [h], si utilizza la
formula di V. Mockus (1949):
tL =
(13)
in cui y [%] è la pendenza media del bacino (p. media dei versanti) ed L [km], è la lunghezza dell’asta principale, prolungata fino
16
alla displuviale. Il Soil Conservation Service (SCS) americano,
ha dedotto il seguente rapporto fra il tempo di ritardo ed il tempo
di corrivazione (A.D. Ward et Al., 1995):
(14)
Combinando la (14) con la relazione tp = 2 ∙ tc 0,5 (con tc = tempo di
2/2015
l’Ambiente
AMC
PERIODO
VEGETATIVO
RIPOSO
VEGETATIVO
I
Altezza di precipitaAltezza di precipitazione piovosa nei cin- zione piovosa nei cinque giorni precedenti que giorni precedenti
l’evento < 35 mm
l’evento < 13 mm
II
Altezza di precipitaAltezza di precipitazione piovosa nei cin- zione piovosa nei cinque giorni precedenti que giorni precedenti
l’evento compresa tra l’evento compresa tra
35 mm ÷ 53 mm
13 mm ÷ 28 mm
III
Altezza di precipitaAltezza di precipitazione piovosa nei cin- zione piovosa nei cinque giorni precedenti que giorni precedenti
l’evento > 53 mm
l’evento > 28 mm
Tabella 3 – Condizioni d’umidità individuate in base alla
precipitazione nei 5 giorni antecedenti (AMC).
corrivazione), si conclude che se tL < 1,67 h si ha tp > ta per cui, in
tal caso, per non far cadere i presupposti statistici di definizione
della pioggia critica, occorre porre, praticamente, ta = 2 ∙ tL.
La portata al colmo, Qp, dell’idrogramma unitario, si ottiene dalla
(11) per V = 1 [mm] e, pertanto, ha la seguente espressione:
Qp = 0,208 ∙
(15)
La durata tp della precipitazione che produce l’idrogramma unitario, viene correlata al tempo di accumulo ta ed al tempo di ritardo,
tL, dalla seguente relazione:
tp = 0,2 ∙ ta =
(16)
da cui deriva la relazione:
ta =
(17)
L’idrogramma unitario del SCS, si costruisce a partire dalla matrice adimensionale dell’idrogramma unitario di V. Mockus (Tabella
4), che mette in relazione il rapporto tra la generica portata Q,
all’istante t e la portata al colmo Qp, che si verifica all’istante ta,
con la variabile t/ta. Nota, dunque, la curva di probabilità pluviometrica, di assegnato tempo di ritorno idrologico, la ricostruzione
t/ta
Q/Qp
t/ta
Q/Qp
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
dell’idrogramma di piena necessita la preliminare determinazione degli incrementi di deflusso, relativi agli intervalli di precipitazione tp, cioè pari alla durata della precipitazione che provoca
l’idrogramma unitario.
Amplificando le ordinate dell’idrogramma unitario di Mockus, con
ciascuno di tali incrementi di deflusso, si ottengono una serie di
idrogrammi le cui ordinate, sommate per ogni istante t, forniscono quelle dell’idrogramma di piena. Nel caso di intensità costante
di durata tp, si può semplicemente utilizzare, come idrogramma,
quello triangolare di Figura. 1, che è, pertanto, una semplificazione dell’idrogramma di V. Mockus, costruito facendo in modo
che i due idrogrammi abbiano la stessa portata di picco, Qp, e
sottendano la stessa area (abbiano, cioè, lo stesso volume totale
di deflusso).
Ad esemplificazione di quanto teoricamente esposto, si riporta,
di seguito, l’applicazione del metodo, per il calcolo della portata, al colmo di piena, con tempo di ritorno idrologico di 30 anni,
Figura 2 – Delimitazione del bacino idrografico Lama Lamalunga.
conseguente ad una precipitazione, che si abbatte con intensità
costante, su un piccolo bacino idrografico (B. Lama Lamalunga),
ubicato nel territorio pugliese di Monopoli (BA). Nella Tabella
5, sono indicate le caratteristiche fisiografiche, determinate dal
Figura 1 – Idrogramma di piena triangolare.
modello digitale del terreno (Digital Terrain Model o DTM del-
0,8
0,9
1,0
1,1
1,2
1,3
1,4
1,5
1,6
0,03
0,10
0,19
0,31
0,47
0,66
0,82
0,93
0,99
1,00
0,99
0,93
0,86
0,78
0,68
0,56
1,7
1,8
1,9
2,0
2,2
2,4
2,6
2,8
3,0
3,2
3,4
3,6
3,8
4,0
4,5
5,0
0,46
0,39
0,33
0,28
0.207 0,147 0,107 0.077
0,055 0,04 0,029 0,021 0,015 0,011 0,005
0,00
Tabella 4 – Matrice adimensionale dell’idrogramma unitario
di V. Mockus.
2/2015
Figura11––Idrogramma
Idrogrammadidipiena
pienatriangolare.
triangolare.
Figura
Figura
– Delimitazione
del
bacinoLama
idrografico
Figura
2 –2
Delimitazione
del bacino
idrografico
Lamalunga.Lama
Lamalunga.
17
ò
Scienza & Inquinamento
CARATTERISTICHE FISIOGRAFICHE
Bacino Idrografico
A
(km2)
Hmax
(m s.m)
Hmed
(m s.m)
Hmin
(m s.m)
L
(km)
i
(%)
y
(%)
Lama Lamalunga
10,523
396,23
120,18
0,00
9,33
3,76
10,26
Tabella 5 – Caratteristiche fisiografiche del bacino Lama Lamalunga.
la Regione Puglia) del bacino, così come delimitato in Figura
2 (con sezione di chiusura della lama, nel punto di foce nel mar
Adriatico), utilizzando, a tal fine, sia la cartografia IGM, in scala
1÷25.000, della Regione Puglia che il reticolo idrografico, della
carta idrogeomorfologica, della Regione Puglia.
Ai fini, pertanto, della determinazione del deflusso, il valore del
runoff Curve Number (SN), si ricava con riferimento alle seguenti:
• classe di appartenenza del suolo;
• tipo di copertura;
• destinazione d’uso del suolo;
• condizioni idrologiche.
Nel caso in esame, si è cercato di pervenire ad una determinazione del coefficiente CN, il più possibile obiettiva. Per tali ragioni
si è valutato:
• la Classe di appartenenza, in base al grado di permeabilità
dei suoli, stabilita all’interno del Piano Urbanistico Generale
(PUG) del Comune di Monopoli;
• il tipo di copertura e la destinazione d’uso del suolo, in funzione della Carta del progetto Corine Land Cover, interpretata secondo la metodologia del Portale Cartografico
Nazionale (PCN), attraverso le dispense “Concetti di base
sui processi idrologici e idraulici oggetto di rappresentazione
modellistica”(2007);
• le condizioni idrologiche considerando i suoli in condizioni medie (AMC II) e che, nella zona in esame, essendo gli
eventi meteorici estremi, solitamente preceduti da periodi
di siccità e, soprattutto, dato che la piovosità media annua
è dell’ordine dei 638 mm, la piovosità, rapportata a cinque
giorni, fornisce una precipitazione media non superiore a
8,74 mm, che fa corrispondere alla condizione AMC I.
Figura 3 – Carata
del
diMonopoli.
Monopoli.
Figura 3 –idrogeologica
Carata idrogeologica
delPUG
PUG di
18
In Figura 3 è riportata la carta idrogeologica del PUG di Monopoli, in cui sono distinte le aree, per grado di permeabilità: “Elevata”,
“Alta”, “Discreta” e “Scarsa”. A tali aree sono assegnate le rispettive Classi di appartenenza del suolo: A, B, C e D. Nella Figura
4, è mostrata la mappa, di terzo livello, del Progetto Corine Land
Cover, riportata sull’estensione del bacino idrografico in esame.
Intersecando le informazioni contenute nelle precedenti figure è
possibile ottenere una terza che rappresenta il tipo di copertura
nel complesso. Sulla base della precedente classificazione dei
suoli, infine, si è provveduto all’assegnazione dei corrispondenti
valori del coefficiente CN, in funzione della già descritta metodologia. Tale assegnazione è avvenuta mediante l’utilizzo di Tabelle
di conversione (vedi Tabella 6).
Nella Tabella 7, infine, sono riportati i risultati dell’operazione di
conversione, applicati al bacino idrografico in esame, compreso
il calcolo del coefficiente CN, medio pesato.
Utilizzando la funzione (7) ed il Curve Number per l’intero bacino,
si ottiene il valore del fattore di correzione FI e, pertanto, il curve
number per l’intero bacino, per la condizione AMC I, pari a:
CN’ = 81 ∙ (0,3 + 0,00636 ∙ 81) = 66 [n.p.]
Applicando la (6), si ottiene il valore del massimo invaso del suolo:
S = 25,4 ∙
= 130,85 [mm]
Ai fini del calcolo dell’altezza di pioggia netta, si utilizza il metodo
VAPI Puglia (GNDCI), così come consigliato dalla Relazione di
Piano del PAI (AdB Puglia). Tale metodo prevede il calcolo delle
altezze di precipitazione
critica, utilizzando la seguente espresFigura 3 – Carata idrogeologica del PUG di Monopoli.
Figura
4 – Carte
delLand
Corine
Land Cover
(2007),
senza
Figura
4 - Carte
del Corine
Cover (2007),
senza e con
l’intersezione
conelacon
carta
idrogeologica.
l’intersezione con la carta idrogeologica.
2/2015
l’Ambiente
CODICE C.L.C.
DESCRIZIONE CORINE LAND COVER
CN (A)
CN (B)
CN (C)
CN (D)
111
Tessuto urbano continuo
89
92
94
95
112
Tessuto urbano discontinuo
77
85
90
92
121
Aree industriali o commerciali
81
88
91
93
122
Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori
98
98
98
98
123
Aree portuali
98
98
98
98
131
Aree estrattive
72
82
87
89
133
Cantieri
77
86
91
94
141
Aree verdi urbane
39
61
74
80
211
Seminativi in aree non irrigue
72
81
88
91
212
Seminativi in aree irrigue
72
81
88
91
213
Risaie
72
81
88
91
221
Vigneti
72
81
88
91
222
Frutteti e frutti minori
62
71
78
81
223
Oliveti
72
81
88
91
231
Prati stabili
30
58
71
78
241
Colture annuali associate a colture perman.ti
68
79
86
89
242
Sistemi colturali e particellari complessi
68
79
86
89
243
Aree con colture agrarie e spazi naturali
45
66
77
83
244
Aree agroforestali
45
66
77
83
311
Boschi di latifoglie
45
66
77
83
312
Boschi di conifere
36
60
73
79
313
Boschi misti
25
55
70
77
321
Aree a pascolo naturale e praterie a. quota
68
79
86
89
322
Brughiere e cespuglieti
49
69
79
84
323
Aree a vegetazione sclerofila
39
61
74
80
324
Aree a vegetazione boschiva e arbustiva
36
60
73
79
332
Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti
72
82
87
89
333
Aree con vegetazione rada
30
58
71
78
334
Aree percorse da incendi
30
58
71
78
421
Paludi salmastre
100
100
100
100
512
Bacini d’acqua
100
100
100
100
Tabella 6 – Valori di CN per le Classi d’umidità AMC II per le quattro Classi idrogeologiche e d’uso del suolo.
sione (valida all’interno della “Zona Omogenea 5”; ove ricade il
bacino in esame, vedi Figura 5):
x = a’ ∙
=
dove:
z [m s.m.] = 120,18 quota caratteristica del bacino;
t (h) = tempo di pioggia critico per il bacino.
A seconda del tempo di ritorno idrologico considerato (Tr = 30
2/2015
anni), poi, l’altezza di pioggia viene moltiplicata per un coefficiente di crescita dato dalla seguente espressione:
kTr = 0,1599+0,5166 ∙ Ln (Tr) = 1,92 [n.p.]
Con i dati calcolati, mediante la (13), è possibile ricavare il tempo
di ritardo:
tL = 0,342 ∙
= 2,27 [h] > 1,67 [h]
19
ò
Scienza & Inquinamento
USO DEL SUOLO + LITOLOGIA
CODICE
CLC
211
223
242
311
DESCRIZIONE
Seminativi in aree
non irrigue
Oliveti
Sistemi colturali
e particellari
complessi
Boschi di latifoglie
GRUPPO
IDROGEOLOGICO
PERMEABILITA’
CN
(n.p.)
AREA
(m2)
AREA x CN
(m2)
A
ELEVATA
72
28.578
2.057.616
B
ALTA
81
18.595
1.506.195
C
DISCRETA
88
4.851
426.888
D
ELEVATA
91
0
0
A
ELEVATA
72
346.680
24.960.960
B
ALTA
81
5.334.782
432.117.342
C
DISCRETA
88
3.390.106
298.329.328
D
ELEVATA
91
0
0
A
ELEVATA
68
0
0
B
ALTA
79
93.532
7.389.028
C
DISCRETA
86
0
0
D
ELEVATA
89
0
0
A
ELEVATA
45
0
0
B
ALTA
66
1.301.892
85.924.872
C
DISCRETA
77
0
0
D
ELEVATA
83
0
0
81
10.519.015
852.712.229
MEDIA PESATA
Tabella 7 – Classi di appartenenza dei suoli e calcolo del coefficiente CN medio pesato.
Poiché il rapporto tL/tc = 0,6, il tempo di corrivazione è pari a tc =
3,79 h, la precipitazione critica per il bacino è quella avente una
durata pari al tempo di corrivazione (tp = tc) e, pertanto, si deduce
dalla curva di probabilità pluviometrica per tp = 3,79 [h]:
hTr = x ∙ kTr = a’ ∙ tn ∙ kTr = 28,2 ∙ 3,79 0,205 ∙ 1,92 = 71,2 mm
come previsto, inoltre, all’interno della relazione di Piano del PAI,
viene calcolato il fattore di riduzione areale mediante l’espressione seguente:
kr = 1 – (1 – 2,71828 − 0,0021 ∙ A) ∙
= 0,98956
con:
A = 10,523 [km]; superficie del bacino;
tc = 3,78 [h]; tempo di corrivazione.
Onde il valore della pioggia totale, ragguagliata all’area del bacino, vale:
Figura 5 – Zone pluviometriche omogenee del metodo VAPI Puglia.
h = 71,2 ∙ 0,98956 = 70,5 mm
Figura 6 – Idrogramma semplificato utilizzato per il calcolo
Figura 5 – Zone pluviometriche omogenee del metodo VAPI
Figura 5 – Zone pluviometriche omogenee del metodo VAPI Puglia.
Figura
6 – Idrogramma semplificato utilizzato per il calcolo della piena.
della piena.
Puglia.
20
2/2015
l’Ambiente
La durata della fase crescente dell’idrogramma di piena (f. di
concentrazione), espressa in ore, è quindi, pari a:
ta = 0,5 ∙ 3,79 + 2,27 = 4,17 [h]
Utilizzando la (5) si deduce il valore del volume di deflusso:
= 11,23 [mm] ≡ (11,23 ∙ 10,523) ∙
118.173,29 [m3]
V=
=
La portata al colmo di piena è calcolabile, infine, mediante la (11):
Qp = 0,208 ∙
= 5,89 [m3/s]
In Figura 6, è riportato l’idrogramma CN-SCS, semplificato di
Mockus, per la piena trentennale del bacino, in esame.
Bibliografia
[1] L. Fanizzi-a [2012]: “Perdite idrologiche: l’invaso nelle piccole depressioni superficiali”, Rivista L’Ambiente, n. 3, Ed. ICSA,
Milano.
[2] L. Fanizzi-b [2012]: “Perdite idrologiche: l’intercettazione delle
coperture vegetali”, Rivista L’Ambiente, n. 2, Ed. ICSA, Milano.
[3] SOIL CONSERVATION SERVICE, (1972): “National Engineering Handbook”, Section 4, Hydrology,
U.S. Department
of Agriculture, Washington D.C., U.S.A.
[4] F. Cazorzi (1983): “Indagine sul metodo dell’idrogramma unitario del S.C.S”, Quaderni di Idronomia Montana, N. 3, Vol. 3, Ed.
Associazione Italiana di Idronomia, Legnaro.
[5] V. Ferro (2013): “Elementi di idraulica e idrologia”, Ed. McGraw-Hill, Milano.
[6] L. Borselli, E. Busoni e D. Torri (1992): “Applicabilità del
S.C.S. Curve Number method: il fattore lambda per la stima del
deflusso superficiale”, Linea 1, Rapporto 1989, Ed. CNR-GNDCI,
Roma.
[7] D.B. Thompson (2006): “The rational method”, Engineering
Hydrology, Civil Engineering Department, Ed. Texas Tech University, Lubbock.
[8] V. Mockus (1949): “Estimation of total (peak rates) surface
runoff for individual storms”, Exhibit A of Appendix B, Interim
Survey Report Grand (Neosho) River Watershed, USDA, Washington.
[9] A.D. Ward e W.J. Elliot (1995): “Environmental Hydrology”,
Ed. CRC Press, New York.
[10] G. Benini (1990): “Sistemazioni idraulico-forestali”, Ed.
UTET, Torino.
7° Rapporto Annuale sul sistema (RAEE)
È stato presentato a Milano il “Rapporto Annuale 2014 sul Sistema di Ritiro e Trattamento dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche in Italia”, a cura del Centro di Coordinamento RAEE.
Nel corso del 2014 sono state molte le novità che hanno interessato il comparto dei RAEE, a partire dall’entrata in vigore del nuovo Decreto
Legislativo 49/2014, che ha introdotto nel nostro Paese alcune importanti novità nella gestione di questa tipologia di rifiuti.
Andando a vedere le statistiche, nel 2014 il Sistema RAEE risulta in generale rafforzato, con un incremento sia della raccolta complessiva
(+2,56%) gestita dai Sistemi Collettivi, sia dei Centri di Conferimento (+1%) a disposizione dei cittadini. La raccolta complessiva è stata pari
a 231.717.031 kg, con un incremento di quasi 6 milioni di chilogrammi rispetto all’anno precedente e un dato medio pro capite pari a 3,8 Kg
di RAEE raccolti per abitante, in linea con l’obiettivo minimo previsto dalla normativa europea. In crescita anche i Centri di Conferimento attivi
sul territorio nazionale, che arrivano a quota 3.801, con un miglioramento del servizio a disposizione dei Cittadini che desiderano conferire
correttamente i propri RAEE.
Risultati che sembrerebbero indicare una timida ripresa dalla crisi economica, che negli scorsi anni aveva condizionato fortemente il mercato
delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.
Nonostante il quadro complessivamente positivo, è bene sottolineare come non sia possibile quantificare il fenomeno dei RAEE sottratti dalla
filiera ufficiale di smaltimento organizzata dai Sistemi Collettivi, che oltre a sfuggire alle statistiche ufficiali, potrebbero subire un trattamento
non conforme agli standard di legge, con notevoli danni ambientali per la collettività.
I dati del 7° Rapporto Annuale sul Sistema RAEE, seppure positivi, rivelano una situazione diversificata all’interno del Paese. Nord e Centro
trainano la ripresa della raccolta complessiva, mentre Sud e Isole registrano ancora un segno negativo. Stessa situazione per quanto riguarda
la raccolta pro capite, in crescita al Nord e al Centro, ma che registra un -3,79% nel Sud e Isole.
Nella classifica delle Regioni, la Valle d’Aosta si conferma anche quest’anno la più virtuosa d’Italia con una media pro capite di 7,8 kg/ab.
Andando a guardare i valori assoluti, al primo posto in Italia troviamo la Lombardia, con oltre 49 milioni di kg di RAEE raccolti, dato in crescita
del 5,42% rispetto allo scorso anno. Nell’area Centro la Toscana si conferma al primo posto, con 20.277.847 Kg di raccolta complessiva, pari
a 5,41 kg/ab., mentre tra le Regioni del Sud e Isole il primo posto va alla Sardegna, con 5,38 kg/ab. Nelle ultime posizioni della classifica troviamo Puglia, Calabria e Sicilia. Andando a vedere la diffusione dei Centri di Raccolta, al primo posto troviamo il Trentino Alto Adige, con 21
CdR ogni 100.000 abitanti.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Centro di Coordinamento RAEE
MGP & Partners - Maria Grazia Persico Tel: +39 0255199416 - Chiara Gallina Tel: +39 331 6117476 - [email protected]
2/2015
21
è
Report
Ecologiche, intelligenti, eleganti
Ufficio stampa Ipack-Ima – Email: [email protected]
In passerella a Milano le confezioni del futuro. L’industria mondiale del packaging premia gli imballaggi che aiuteranno ad affrontare le sfide del terzo millennio.
Aprire una bustina di dolcificante con una mano sola è possibile,
facile, e soprattutto aiuta anziani e disabili. Anche loro, ma non
solo, vorrebbero confezioni del latte più semplici da usare e riciclare. Senza parlare della sicurezza: i farmaci vanno sempre
tenuti lontano dai bambini, ma… se ci mettono le mani, la confezione non si lascerà aprire da loro.
A Milano, il prossimo 19 maggio, queste ed altre numerose confezioni innovative, provenienti da tutto il mondo, saranno premiate
con il World Star Packaging 2015 durante Ipack-Ima (19-23 maggio) e le fiere correlate, evento di filiera che riunisce oltre 2.000
espositori internazionali e che si terrà tre settimane dopo l’inaugurazione di EXPO 2015, a due passi e con un collegamento diretto tra il quartiere fieristico e il villaggio della grande Esposizione
Universale.
Dei 265 candidati, già vincitori nelle rispettive nazioni di un premio
locale, sono stati nominati con il prestigioso World Star Packaging Award ben 148 prodotti che saranno premiati in occasione
di Ipack-Ima; in più saranno nominati il premio del Presidente,
il premio per la Sostenibilità, il premio per il Marketing. In attesa dell’evento, sfogliando il ricco catalogo di novità mondiali, si
scoprono confezioni intelligenti capaci di semplificarci la vita, di
evitare sprechi, di rendere piacevole il
momento del consumo alimentare.
Si apre e si dosa con due dita
Nel gruppo dei vincitori già designati e
presenti all’evento, il miele turco Balparmak Snap & Squeeze, che si avvale di
una tecnologia tutta italiana. Si tratta di
una piccola bustina semirigida, grande
come un biglietto da visita, che contiene
una monodose di miele. Basta piegare
fra pollice e indice i due lati corti: la bustina si ripiega e si apre un piccolo foro.
Il miele scivola nel tè o caffè, nella tisana, nella bevanda che si vuol rendere
dolce. La magica bustina che si apre
con una mano sola, che dosa quanto e
come si vuole, è di un’azienda bolognese, specialista in macchine automatiche
per l’imballaggio, un settore in cui l’Italia
è leader e che fattura oltre 5 miliardi di
euro, in gran parte destinati ai mercati
esteri (85%).
22
Alimentare: pratico e bello
Dalla Norvegia arriva il salame preaffettato in confezione “salvaspazio”. Solitamente siamo abituati alla pratica vaschetta, ma
questa in frigo, come a tavola, occupa spazio in orizzontale e
quasi mai si richiude. Invece il produttore Grilstad ha scelto un
sistema molto comodo e compatto per confezionare le tipiche fette rotonde del salame: è una coppetta di plastica col coperchio a
vite.
Dagli Stati Uniti arriverà Schwan’s Soft Serve, una busta a forma
di coppetta contenente una crema gelato da tenere nel congelatore: basterà spremere il suo contenuto in una ciotola e grazie alla
forma dell’erogatore una cremosa dose uscirà con tanto di volute
sinuose; una divertente sac à poche monouso, per dare un tocco
di eleganza al gelato in tavola.
Bevande: fascino ed eleganza
Un distillato è il protagonista del cofanetto-regalo del produttore
spagnolo Miguel Torres.
A vederlo da fuori sembra annunciare gli intensi aromi di tabacco
dei sigari latino-americani. Invece, ecco apparire tre sigari di vetro: sono provette trasparenti ma abbigliate ad arte (dall’agenzia
Savia Design) tali da sembrare, complice il colore ambrato del
brandy, quel sigaro che spesso viene accompagnato nella degustazione da un pregiato liquore.
Importante per il nostro comparto vitivinicolo, impegnato sempre di più sul fronte
dell’esportazione, l’intelligente scatola antiurto per prodotti fragili ideata dalla tedesca
Klingele Papierwerke per le spedizioni postali e con corrieri. Si tratta di una
confezione singola, pensata per bottiglie
di valore. Funziona così: immaginate una
scatola lunga e stretta che può contenere
una bottiglia, poi pensate ad una seconda scatola, uguale alla prima e dentro di
essa, ma ruotata di 45° lungo lo stesso
asse. Ecco fatto! La bottiglia va nella seconda scatola. Può urtare quanto vuole
sui quattro lati ma sbatterà sempre e soltanto su pareti di morbido cartone ondulato, che al di là hanno il vuoto della prima
scatola.
Ambiente: raccolta
differenziata e sicurezza
Figura 1 - Particolare da Ipack-Ima
Dall’Italia arriva un’altra soluzione intelligente: si tratta di Tetra Top Separable,
2/2015
l’Ambiente
cartone per latte e bevande in cui la parte alta in plastica col tappo
a vite si può staccare per avviare alla raccolta differenziata plastica e cartone separatamente. Un gesto semplice, a prova anche
di bambino, reso possibile da una modifica altrettanto semplice
nella preparazione delle bobine di cartone dalle quali poi nascono
le confezioni che un numero crescente di aziende nel mondo sta
adottando. E’ un contributo ulteriore al recupero e al riciclo degli
imballaggi in cartone per bevande, che in Italia ha oramai raggiunto oltre il 50% delle quantità immesse sul mercato.
E’ dell’olandese Ecobliss l’idea Locked4Kids, il nuovo brevetto
che trasforma un semplice astuccio di farmaci in un rompicapo
irrisolvibile per i più piccoli, ma piuttosto semplice per gli adulti. I
blister che contengono le pillole stanno in una vaschetta trasparente di plastica: l’aletta laterale della scatola si apre ma provate
a tirare fuori la vaschetta. Non esce, perché non può scorrere
dentro la scatola: i suoi bordi incontrano subito degli ostacoli,
dei rilievi stampati nel cartone che funzionano come ganci. Per
sganciare bisogna premere sulla scatola, in due punti contemporaneamente e comunque troppo distanti fra loro per le manine dei
bambini. Inoltre il cartone è anti-strappo. Niente da fare!
Conclusioni
Figura 2 - Nuovi strumenti proposti nella scorsa edizione.
Sono queste soltanto alcune delle 148 confezioni che segnano
lo stato dell’arte, le evoluzioni, le prestazioni e le tecnologie del
futuro prossimo. Ma prototipi e progetti non mancheranno: alla
premiazione in programma a Ipack-Ima si aggiungeranno quelle di 3 giovani che riceveranno il World Star Student Award. Un
ragazzo turco, uno cinese e uno sudafricano, scelti a fatica fra
decine e decine di altri giovani inventori e creativi delle scuole
di tutto il mondo. Menzioni speciali sono previste per decine di
studenti provenienti perlopiù da paesi emergenti, Cina su tutti e
poi Turchia, Medio Oriente, India, Brasile. Anche fra i 148 vincitori
del WorldStar Packaging Award le confezioni asiatiche sono state
numerosissime. Specchio dei tempi: degli 800 miliardi di euro di
valore del mercato, la quota dell’Asia è 34,81% sul totale, seguita
dal nord America (22,16%) e dall’Europa (19,84%).
Granarolo realizza la prima bottiglia 100% compostabile
Granarolo S.p.A., il maggiore operatore agro-industriale del Paese a
catena alimentare umana.
capitale italiano, presenta il suo primo prototipo di bottiglia da latte
Il prototipo sarà presentato per la prima volta
compostabile al 100% in 12 settimane.
in occasione di Expo 2015, in una Special
La bottiglia è realizzata con PLA, bioplastica di origine vegetale
Edition. La prima bottiglia compostabile di
prodotta con la Cassava (tubero di arbusto originario del Brasile
Granarolo è anche tra i finalisti dell’Oscar
Nord Orientale e del Messico Sud Occidentale) che ha la peculiarità
dell’Imballaggio 2015, uno storico contest
di essere 100% biodegradabile e di poter essere restituita alla terra
che dal 1957 rappresenta un osservatorio
tramite compostaggio. La scelta dell’utilizzo della Cassava è anche
sull’evoluzione del packaging, delle sue
etica: il materiale non deriva da prodotti vegetali utilizzati per
prestazioni e del servizio che offre a chi lo
soddisfare il fabbisogno alimentare e di conseguenza non intacca la
utilizza. I risultati del contest si sapranno in
concomitanza con l’inizio dell’Esposizione
Universale 2015.
Il prototipo della bottiglia è stato sviluppato
in collaborazione con HISUN, produttore di polimero, e Sacmi, società
realizzatrice degli stampi prototipi.
Per chi verrà a “conoscere” il prototipo all’Esposizione Universale,
da giugno ci saranno disponibili anche delle preforme della bottiglia
contenenti delle filastrocche d’autore.
2/2015
23
è
Report
Acqua: dalle novità regolatorie e
normative alle emergenze irrisolte
Maria Mazzei – Federutility – [email protected]
In ritardo di 20 anni, con 3 italiani su 10 non allacciati a fognature o depuratori, con dispersioni di rete fino al 37% dell’acqua
immessa, con le tariffe idriche più basse d’Europa e 1.025 agglomerati urbani fuori norma.
Questa la fotografia del sistema idrico italiano, illustrata di recente dalla Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, grazie alla
raccolta dati realizzata dai Ministeri, dall’Istat e da Federutility.
Una fotografia impietosa, che aggiorna un quadro delineato
per la prima volta nel 1971 e successivamente nel 1999, che
descrive il patrimonio idrico nazionale in grave deterioramento, connettendo l’inquinamento dei corsi d’acqua per mancata o
scarsa depurazione ai ritardi nella prevenzione del rischio idrogeologico. Una fotografia che immortala il danno ambientale e
quello finanziario, con una stima delle sanzioni comunitarie a
partire dal 2016 pari a 500mila euro all’anno fino al completamento delle opere.
Servizio idrico, governance territoriale e
fabbisogno investimenti
Il servizio idrico ha conosciuto negli ultimi anni una forte accelerazione nel quadro normativo d’insieme. In particolare, l’attribuzione delle funzioni regolatorie poste in capo all’Autorità per
l’Energia elettrica, il Gas e i Sistemi idrici – Dl. 201/2011 – ha
consentito l’uniformità sul piano nazionale delle norme che sovrintendono il servizio soprattutto in materia tariffaria, permettendo di superare gradualmente localismi e incrostazioni che
negli anni avevano paralizzato il sistema impedendone lo sviluppo.
Figura 1 - A2A, Acquedotto di Bergamo.
24
Se oggi – dopo una prima fase di avvio del Metodo tariffario
prima transitorio e infine definitivo da parte dell’Autorità – il sistema può dirsi salvato dall’ancoraggio alla disciplina nazionale,
permangono tuttavia rilevanti difficoltà nella crescita dimensionale dei soggetti industriali e nell’affidamento del servizio su
scala – almeno – d’ambito.
Da tempo Federutility – la Federazione che associa i gestori
del servizio idrico e dell’energia, che a breve si fonderà con
Federambiente per un’unica grande associazione di rappresentanza dei servizi pubblici - sottolinea la necessità di completare
le procedure di affidamento in conformità alla legge, ovvero per
ambito territoriale ottimale.
Alcune recenti norme – per scongiurare il protrarsi di affidamenti non conformi o transitori – hanno infatti previsto il ripristino del
principio della unicità della gestione a livello d’ambito e l’individuazione di un percorso verso la gestione unica; l’introduzione
di termini perentori entro cui procedere all’individuazione del
gestore d’ambito; il trasferimento della gestione delle infrastrutture al gestore del servizio; l’ampliamento dei poteri sostitutivi in
caso di inerzia degli enti locali nell’adempimento degli obblighi
di affidamento e programmazione.
A questo - sulla base dell’esperienza industriale che affonda ormai le radici nel primo Novecento – Federutility associa l’auspicio che si possa giungere alla definizione di dimensioni d’ambito
ottimali almeno su scala regionale, se non addirittura su scala
di distretto idrografico.
Non si tratta solo di organizzazione istituzionale del servizio,
piuttosto della pianificazione di una industria idrica nazionale.
La recente legge di Stabilità 2015, che punta ad una drastica riduzione degli organismi partecipati dagli enti locali, rappresenta
un ulteriore segnale importante, con le agevolazioni economiche riconosciute agli enti che procedono alla dismissione e gli
stimoli previsti per accelerare gli auspicati processi di aggregazione. Solo soggetti industriali forti e robusti possono infatti
affrontare e sostenere l’ingente massa di investimenti che il settore idrico aspetta da decenni; come solo norme stabili e certe
– a partire dal quadro tariffario - possono costituire le garanzie
finanziarie per la realizzazione delle opere.
Anche l’Autorità - nel corso della Conferenza nazionale sulla
regolazione dei servizi idrici – ha ribadito la necessità di aumentare gli investimenti, in particolare per il superamento delle procedure di infrazione aperte in sede comunitaria. L’Autorità stima
2/2015
l’Ambiente
Festival dell’Acqua – Milano 5-9 ottobre 2015
Il Festival dell’Acqua è la manifestazione più articolata e
completa, a livello nazionale, del settore idrico. Ideato e
promosso da Federutility - la federazione che associa tutti i
gestori italiani del servizio idrico e rappresenta l’Italia negli
organismi europei e mondiali - il Festival dell’Acqua non è
una fiera, ma una convention che ogni due anni, per una
settimana, raccoglie le 400 aziende associate alla Federazione e tutti i soggetti che a diverso titolo si occupano di
servizi idrici e di pubblica utilità.
Le diverse tipologie di eventi possono essere così classificate: incontri di carattere Istituzionale / Tecnico / Scientifico;
incontri di carattere Culturale e Artistico; eventi di spettacolo
ed intrattenimento.
L’edizione 2015 – che si svolgerà all’interno del prestigioso
Castello Sforzesco e in altri luoghi messi a disposizione dalla Città di Milano - prevede 11 conferenze plenarie, una serie
numerosa di seminari di approfondimento, eventi culturali e
spettacoli. Una partecipazione stimata in circa 3.000 convegnisti, suddivisi tra i vari appuntamenti, cui si aggiungerà
la partecipazione dei cittadini agli eventi aperti al pubblico.
Per il pubblico che segue i lavori dal punto di vista tecnico
gestionale, le giornate del Festival offrono valutazioni sugli scenari nazionali ed internazionali, analisi degli aspetti
gestionali e di regolazione, approfondimenti formativi sulle
tecnologie ed ogni altro elemento utile al lavoro quotidiano
del complesso comparto industriale del servizio idrico.
L’approfondimento culturale e di informazione fornisce invece un’occasione unica di scoperta del ruolo evocativo
dell’acqua. L’acqua come elemento presente in tutte le religioni, nell’arte e nella filosofia, l’acqua come elemento di
pace o di conflitto.
Oltre ad un programma di iniziative didattiche per scuole
ed università, al pubblico ed alla città ospitante sono estesi gli eventi di spettacolo e intrattenimento, con l’offerta di
pomeriggi e serate di divertimento, di riflessione e di diretta
partecipazione.
L’inserimento del Festival entro la cornice dell’EXPO (grazie
ad un protocollo siglato da Expo Spa con la Federazione nel
2012), la vicinanza tematica tra “Nutrire il pianeta, energia
per la vita” e le declinazioni dell’acqua nell’alimentazione,
rendono il tema dell’acqua particolarmente flessibile per iniziative congiunte, parte delle quali si svolgeranno nell’EXPO
Gate di fronte al Castello.
2/2015
che siano state realizzate meno del 56% delle opere necessarie
e che gli interventi più urgenti per superare carenze croniche e
mettersi in regola con gli adempimenti europei richiedano circa
5 miliardi di euro all’anno. Una somma significativa se paragonata agli attuali 1,3 miliardi spesi (2012).
Federutility – grazie alla raccolta dati realizzata tra i Gestori idrici associati e poi presentata al governo nel corso dei recenti
Stati Generali dell’Acqua - ha calcolato che il fabbisogno per
investimenti si ponga tra i 4,5 e i 5,5 mld all’anno. Nel dettaglio, ammonta ad 1 mld/anno il fabbisogno per recuperare il
gap infrastrutturale in tema di depurazione dei reflui urbani (Dir.
91/271); tra i 2,5 e i 3,5 mld/anno il fabbisogno per il rimpiazzo
delle opere e la manutenzione straordinaria; 1 mld/anno per il
raggiungimento dello stato ecologico buono dei corpi idrici superficiali (Dir. 2000/60).
Dal consuntivo degli investimenti (2012) calcolato dalla federazione, si è arrivati alla cifra di 34 euro/abitante/anno per gli
investimenti realizzati. La stima del fabbisogno, invece, porterebbe un incremento a circa 80 euro/abitante/anno, in linea con
i Paesi Ocse. Dall’analisi comparata con i Paesi Ue, risulta chiaramente il gap esistente tra gli investimenti realizzati in Italia e lo
standard internazionale, essenzialmente connesso ad un livello
delle tariffe insufficiente a garantire le risorse necessarie. Se
in Italia si investono poco più di 30 euro/abitante/anno, in Germania sono 80 euro/abitante/anno, in Francia 88 euro/abitante/
anno, nel Regno Unito 102 euro/abitante/anno e in Danimarca
129 euro/abitante/anno. Risulta dunque evidente la stretta connessione tra tariffe e livello degli investimenti.
L’emergenza depurazione, tra rischio ambientale e sanzioni Ue
È il tratto intermedio e finale del servizio idrico integrato - ovvero
il segmento di fognatura e depurazione - a registrare i più marcati e gravi ritardi infrastrutturali, contribuendo negativamente
al degrado delle acque. In particolare nel Mezzogiorno, ampie
fasce di popolazione – anche in aree metropolitane – sono
sprovviste di reti fognarie, di reti di collettamento ed infine di
impianti di depurazione dei reflui. Il picco è in Sicilia, dove 6 abitanti su 10 scaricano direttamente nei corsi d’acqua, nel mare
o nelle campagne.
Il recepimento da parte dell’Italia della Direttiva comunitaria
(Dir. 91/271) - che obbliga gli stati membri al trattamento dei reflui prima dello scarico nei corpi idrici ricettori - è avvenuto allo
scadere della prima data posta per l’adempimento.
Il Codice Ambientale (D.lgs. 152/1999 e ss.mm.ii.) è stato infatti
approvato dopo il 1998, quando il nostro Paese avrebbe dovuto
attrezzarsi per depurare almeno i reflui nelle aree sensibili. Di
lì, gli inadempimenti si sono susseguiti, fino all’apertura di procedure di infrazione e infine di condanne da parte della Corte di
Giustizia Europea (2012 e 2014).
Nello specifico, la Corte di Giustizia ha condannato l’Italia per
l’inadeguatezza dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque
reflue in Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia,
25
è
Report
Portale dell’Acqua – acqua.gov.it
Nato da un progetto di collaborazione tra la Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche e l’Istituto Nazionale di Statistica, il portale #acquepulite si sviluppa
nei contenuti tecnici relativi al mondo dell’acqua forniti da
diverse Amministrazioni e disponibili in formato open data,
garantendo così la massima Trasparenza e la piena possibilità di accesso a tutti i cittadini.
Per la prima volta sono online tutte le informazioni del settore idrico; per ogni argomento rappresentato è disponibile
una pagina con una breve descrizione del contenuti, nella
quale è possibile visualizzare i dati ed effettuare il download
degli stessi, in modalità open data.
In ogni sezione è presente il tasto “Mappa Interattiva”, che
restituisce una cartografia interrogabile con i dati relativi alla
sezione da cui è effettuato l’accesso, oltre al tasto “Documenti”, che permette di accedere e scaricare diversi docu-
Figura 2 - Iren, acquedotto Caprara (RE).
Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto. Tali sentenze di condanna
si aggiungono all’apertura di un’ulteriore procedura di infrazione
tuttora in corso.
Quasi tutte le Regioni sono oggi in infrazione. Il numero di agglomerati urbani non a norma è pari a 1.025. Tra le più numerose: 175 in Sicilia, 130 in Calabria, 128 in Lombardia e 125 in
Campania. Per Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura
di missione governativa, le penalità di mora possono giungere
“fino a un massimo di 714.000 euro per ogni giorno di ritardo
nell’adeguamento, a decorrere dalla pronuncia della sentenza
entro il 2016. A ciò si aggiungerà una somma forfettaria calcolata sulla base del PIL, minimo 9,92 milioni, oltre a finanziamenti europei che possono essere sospesi. Multe salate – sottolinea D’Angelis – per le Regioni e per i circa 2.500 Comuni
fuorilegge. Circa mezzo miliardo di euro l’anno dal 2016 e fino
al completamento delle opere”. Ed ecco le possibili sanzioni per
Regione, qualora il sistema politico e industriale insieme non si
dimostrassero capaci della virtuosa sinergia attesa: Sicilia 185
(in milioni di euro), Lombardia 74, Friuli Venezia Giulia 66, Calabria 38, Campania 21, Puglia e Sardegna 19, Liguria 18, Marche
11, Abruzzo 8, Lazio 7, Piemonte e Val d’Aosta e Veneto 5, per
complessivi 482 milioni.
A questa cifra, la Commissione Europea può inoltre richiedere
la comminazione di una ulteriore sanzione forfettaria calcolata
26
menti e normative sull’argomento trattato. I tasti “cerca” o
“Visualizza” permettono rispettivamente di filtrare i dati per
cercare più velocemente le informazioni di interesse o di
visualizzare gli stessi in diverse modalità di aggregazione.
Le diverse sezioni sono organizzate per argomento:
#investimenti: gli investimenti pubblici su acquedotti, fognature e depuratori in tutto territorio e il loro stato di attuazione;
#infrazioni: lo stato delle infrazioni comunitarie relative alla
depurazione per ogni comune e gli interventi in corso per il
loro superamento;
#gestori: le informazioni sui gestori dei servizi idrici dei diversi comuni;
#acquereflue #acquepotabili #risorsenaturali: lo stato dei
servizi idrici sul territorio, dalle acque potabili (prelievo, adduzione e distribuzione) al servizio di fognatura e trattamento delle acque reflue urbane.
Online, inoltre, la mappa interattiva con i dati georeferenziati
relativi alle infrazioni, agli investimenti, alla governance, ai
gestori e le carte tematiche dei dati sulle acque potabili e
sulle acque reflue.
2/2015
l’Ambiente
in base all’andamento dell’inflazione e del PIL, oltre alla sospensione dei finanziamenti europei.
Come sottolineato in più occasioni anche dall’Autorità, il problema degli investimenti è cruciale per il superamento delle procedure di infrazione. Ma condizione necessaria al rilancio degli
investimenti è l’accelerazione del processo di consolidamento
industriale del settore.
L’obiettivo di ridisegnare l’assetto dell’offerta, con lo sviluppo
di grandi operatori capaci di competere con i principali player
europei e di porsi in maniera credibile sul mercato finanziario,
richiede certamente uno sforzo da parte dei tutti i soggetti istituzionali interessati per dare piena applicazione alla disciplina
nazionale relativa all’affidamento del servizio idrico integrato,
recentemente interessata da una profonda modifica ad opera
del DL 133/2014. Secondo il monitoraggio realizzato da Federutility, ammontano a circa 1.300 gli interventi necessari al superamento delle condanne riportate e della procedura di infrazione ancora in corso. Il 14% degli interventi sono al Nord (con
il 7% tra condanne e procedure), il 25% al Centro (64%) e il 61%
al Sud (77%). Il 14% degli interventi rientrano nella provvista
finanziaria prevista dal Cipe con la del. 60/2012, pari a 1,6 mld
e per la maggior parte non spesa. Per il governo, “è realistico e
responsabile prevedere l’aumento dell’investimento dei gestori
Figura 3 - Festival dell’Acqua, Palazzo Ducale, Genova.
da 1,3 miliardi l’anno a 2,5 miliardi l’anno”. D’Angelis scandisce
che insieme ai “nuovi fondi pubblici (FSC, POR, Regionali), abbiamo una cifra annua nei prossimi 6 anni di circa 3 miliardi. Se
aggiungiamo poi i 2,7 miliardi non spesi e da spendere siamo a
investimenti nel ciclo 2015-20 di oltre 20 miliardi”. Ovvero – conclude il coordinatore della Struttura di missione – “la condizione
minima per iniziare a portare il settore a livello europeo”.
Master in Manager ambientale per la gestione
del decommissioning e dei rifiuti radioattivi
É stato presentato a Vercelli, il nuovo Master Universitario di primo
livello in Manager ambientale per la gestione del decommissioning
e dei rifiuti radioattivi in ambito sanitario, industriale e di ricerca.
Il Master, primo in Italia del suo genere, è nato dalla collaborazione
tra l’Università del Piemonte Orientale (UPO) e il Gruppo Sogin
che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari e della
gestione dei rifiuti radioattivi. Sogin ha, inoltre, il compito di localizzare e realizzare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.
L’obiettivo del Master, diretto da Michele Arneodo, docente di fisica
presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’UPO, è trasferire
le competenze per pianificare e gestire programmi e progetti finalizzati allo smantellamento degli impianti nucleari e alla gestione
dei rifiuti radioattivi, creando una nuova
figura di manager che coniughi conoscenze e abilità tecniche, mediche, ambientali e di comunicazione.
Le lezioni si svolgono, da settembre
2015 a luglio 2016 (venerdì e sabato),
presso la Scuola di Medicina, ma possono essere anche seguite dagli studenti in
streaming on demand.
Alle 31 giornate di corso in aula, si aggiungono 70 ore di formazione on the job
2/2015
all’interno di uno degli otto impianti Sogin in fase di smantellamento: le centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina
e Garigliano (Caserta), gli impianti FN di Bosco Marengo (Alessandria), IPU e OPEC di Casaccia (Roma), Itrec di Rotondella (Matera)
e l’impianto Eurex di Saluggia (Vercelli).
I docenti sono professori dell’Università del Piemonte Orientale,
insegnanti della Radwaste Management School di Sogin e professionisti del settore.
Sogin offrirà la possibilità di effettuare stage ai due studenti più
meritevoli.
La domanda di ammissione deve essere redatta secondo il modello disponibile sul sito www.uniupo.it,
nella sezione Alta Formazione > I Master
> Modulistica, e presentata entro il prossimo 7 settembre.
Il programma del Master è articolato in
moduli e, complessivamente, la quota
di partecipazione è di 3.500 euro, comprensiva del materiale didattico e delle
sessioni a distanza. Agli studenti più promettenti Sogin coprirà parzialmente con
borse di studio le spese di iscrizione.
27
MILANO • 23-25 SETTEMBRE 2015
La fiera internazionaLe DeDiCata a ChimiCa, strumentazione, ControLLo Di
proCesso, sistemi Di automazione e impiantistiCa per L’inDustria e i Laboratori
organizzato da
in collaborazione con
in contemporanea con
w w w. c h e m - m e d . e u
2 Legislazione
Le acque meteoriche di dilavamento
contaminate da sostanze inquinanti, anche
pericolose, sono acque di prima pioggia
Luigi Fanizzi, Ecoacque® - Email: [email protected]
Escluso il caso degli scarichi delle acque meteoriche di dilava-
lavamento, delle superfici impermeabili scoperte, da so-
mento, provenienti dalle reti fognarie separate degli agglomerati
stanze pericolose ovvero ambientalmente pregiudizievoli
(già sottoposti alla disciplina degli scarichi, in funzione del rispet-
(s. inquinanti), relazionate alle attività ivi svolte, introduce,
to dei valori limite previsti nell’Allegato 5 alla Parte III del D. Lgs.
cautelativamente, il concetto di acque di prima pioggia, ne-
3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. ed a forme particolari di controllo),
cessitanti di specifiche prescrizioni, quali il convogliamento
le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettua-
separato e l’appropriato trattamento depurativo, ivi com-
te tramite altre condotte separate, in linea di principio generale,
presa l’autorizzazione all’immissione, funzionale al rispetto
sono escluse da autorizzazioni o prescrizioni, ancorché concer-
degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
nino aree esterne utilizzate per attività produttive. Le norme che
disciplinano la fattispecie sono:
•
•
Da queste norme discende che le acque meteoriche di dilava-
l’art. 74, comma 1, lettera h), del D. Lgs. 3 aprile 2006, n.
mento non possono essere considerate acque reflue industria-
152 e s.m.i. (cd TUA) che, nel definire le acque reflue indu-
li, né a queste assimilabili, anche quando provengono dalle aree
striali, diversifica, da queste, le acque meteoriche di dila-
esterne di uno stabilimento, poiché la circostanza dirimente, ai
vamento non qualificandole, contestualmente, come acque
fini della normale qualificazione di uno scarico, risiede nella cir-
reflue;
costanza che le immissioni provengano da un ciclo di produzio-
l’art. 113, comma 1, lettera b) del TUA che consente alle
ne, per iniziativa umana, ascrivibile alla specifica attività ivi svol-
Regioni di sottoporre a particolari prescrizioni, ivi compresa
ta e, non già, incidentalmente, come da precipitazione piovosa.
l’autorizzazione all’immissione (diversa dall’autorizzazione
•
allo scarico), in determinati casi, le acque meteoriche di di-
E’ importante sottolineare, infatti, come, ai fini della summenzio-
lavamento;
nata nozione, sia irrilevante la natura inquinante dell’immissione
l’art. 74, comma 1, lettera n) del TUA che, nella definizione
idrica che, invero, può, al più, rilevare sotto altro profilo e, cioè,
dello scarico, presuppone, in via esclusiva, la sussistenza di
quello dell’obbligo di adottare, come nel caso specifico delle ac-
un sistema stabile di collettamento che collega, senza solu-
que di prima pioggia, un impianto di trattamento appropriato, ad
zione di continuità, il luogo di produzione delle acque reflue
abbattere gli inquinanti veicolati dalle acque stesse onde riporta-
(domestiche, industriali od urbane), con il corpo ricettore,
re l’immissione al rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
indipendentemente dalla loro natura inquinante;
•
30
l’art. 113, comma 3 del TUA che, nel considerare i casi di
Bibliografia
particolare contaminazione delle acque meteoriche di di-
[1] www.lexambiente.it
2/2015
Seminario
Seminario
di approfondimento
di approfondimento
L’ANALISI
L’ANALISI
DI DI
RISCHIO
RISCHIO
NELLE
NELLE
BONIFICHE
BONIFICHE
E NELLE
E NELLE
DISCARICHE
DISCARICHE
Metodologie,
Metodologie,
modelli
modelli
ed esercitazioni
ed esercitazioni
su casi
su studio
casi studio
16 - 18
16 giugno
- 18 giugno
2015 2015
Centro
Centro
Congressi
Congressi
FAST,
FAST,
P.le R.
P.le
Morandi
R. Morandi
2, 20121
2, 20121
MilanoMilano
Programma
Programma
e scheda
e scheda
di iscrizione:
di iscrizione:
www.fast.mi.it
www.fast.mi.it
PROGRAMMA
PROGRAMMA
AMBIENTE
AMBIENTE
20152015
PRESENTAZIONE
PRESENTAZIONE
IlIl seminario
seminariopropone
proponeununapprofondimento
approfondimento
tecnico
tecnico
e pratico
e pratico
sull’analisi
sull’analisi
di rischio,
di rischio,
durante
durante
il quale
il quale
si esamineranno
si esamineranno
criteri, criteri,
metodologie
metodologie
e modelli
e modelli
applicatiapplicat
all’analisi
all’analisididirischio
rischioalla
allaluce
lucedelle
delle
ultimi
ultimi
orientamenti
orientamenti
normativi
normativi
e giurisprudenziali,
e giurisprudenziali,
la gestione
la gestione
del percorso
del percorso
inalazione
inalazione
vapori, vapori,
anche attraverso
anche attraverso
una
una
sessione
sessione apposita.
apposita.Il Ilseminario
seminarioè è
articolato
articolato
in tre
in tre
moduli,
moduli,
unouno
introduttivo
introduttivo
per l’utente
per l’utente
che sta
cheavvicinandosi
sta avvicinandosi
o è alle
o èprime
alle esperienze
prime esperienze
con questa
con questa
tematica
tematicaeecon
coni iCriteri
CriteriISPRA;
ISPRA;
il secondo
il secondo
modulo
modulo
intermedio
intermedio
con con
esercitazione
esercitazione
sui punti
sui punti
vendita
vendita
carburante
carburante
e con esuccessivo
con successivo
approfondimento
approfondimento
sulla
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vapor
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unultimo
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modulo
modulo
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livello
livello
avanzato
avanzato
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fornito
fornito
il quadro
il quadro
normativo
normativo
ed esercitazioni
ed esercitazioni
per l’applicazione
per l’applicazione
dell’AdRdell’AdR
alle discariche
alle discariche
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agricole.
PROGRAMMA
PROGRAMMA
_________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________
Martedi
Martedi16
16giugno
giugno
2015
2015
Mercoledì
Mercoledì
17 giugno
17 giugno
20152015
Giovedì
Giovedì
18 giugno
18 giugno
2015 2015
Modulo
Modulo1 1- Introduttivo
- Introduttivo
Modulo
Modulo
2 – Livello
2 – Livello
intermedio
intermedio
ModuloModulo
3 – Livello
3 – Avanzato
Livello Avanzato
L’analisi
L’analisididirischio
rischio
Applicazione
Applicazione
AdR AdR
a punti
a punti
vendita
vendita
carburante
carburante
Applicazione
Applicazione
AdR a discariche
AdR a discariche
9.009.00 Appendice
Appendice
V – Applicazione
V – Applicazione
AdR aiAdR ai
punti
punti
vendita
vendita
carburante
carburante
Dott.Dott.
Marco
Marco
Falconi
Falconi
– ISPRA
– ISPRA
09.15 09.15
AdR discariche.
AdR discariche.
Inquadramento
Inquadramento
tecnicotecnico
normativo
normativo
specificospecifico
a livello a livello
nazionale
nazionale
Ing. Diego
Ing.De
Diego
Caprio
De–Caprio
Regione
– Regione
Veneto Veneto
9.15
9.15
Registrazione
Registrazione
dei
dei
partecipanti
partecipanti
9.30
9.30
Presentazione
Presentazione
seminario
seminario
Dott.ssa
Dott.ssaOlga
Olga
Chitotti
Chitotti
- Fast
- Fast
9.40
9.40
Quadro
Quadronormativo
normativo
sulle
sulle
bonifiche
bonifiche
alla
allaluce
lucedegli
degli
ultimi
ultimi
interventi
interventi
in in
campo
campoambientale
ambientale
Dott.
Dott.Beatrice
Beatrice
Melillo
Melillo
– ARPA
– ARPA
Lombardia
Lombardia
10.40
10.40
Pausa
Pausacaffe
caffe
10.55
10.55
I ICriteri
Criterimetodologici
metodologici
dell’ISPRA:
dell’ISPRA:
Costruzione
Costruzionedel
del
modello
modello
concettuale
concettuale
Dott.
Dott.Marco
MarcoFalconi
Falconi
– ISPRA
– ISPRA
12.00
12.00
Calcolo
Calcolodella
dellaportata
portata
effettiva
effettiva
di di
esposizione
esposizione
Dott.
Dott.Marco
MarcoFalconi
Falconi
– ISPRA
– ISPRA
10.00
10.00 Presentazione
Presentazione
del software
del software
Risk-net
Risk-net
2.0 2.0
Ing. Ing.
Iason
Iason
Verginelli
Verginelli
– Università
– Università
Tor Vergata
Tor Vergata
10.45
10.45 Pausa
Pausa
caffecaffe
11.00
11.00 Esercitazione:
Esercitazione:
applicazione
applicazione
dell’AdR
dell’AdR
ad un
adpunto
un punto
vendita
vendita
carburante
carburante
Ing. Ing.
Iason
Iason
Verginelli
Verginelli
– Università
– Università
Tor Vergata
Tor Vergata
Dott.Dott.
Marco
Marco
Falconi
Falconi
– ISPRA
– ISPRA
13.00
13.00 Pausa
Pausa
pranzo
pranzo
Vapor
Vapor
Intrusion
Intrusion
13.00
13.00
Pausa
Pausapranzo
pranzo
14.00
14.00
Calcolo
Calcolodel
delrischio
rischio
e degli
e degli
obiettivi
obiettivi
didibonifica
bonifica
Dott.
Dott.Marco
MarcoFalconi
Falconi
– ISPRA
– ISPRA
14.00
14.00 Problematiche
Problematiche
analitiche
analitiche
legatelegate
alla alla
validazione
validazione
del soil
delgas
soil gas
Gianni
Gianni
Formenton
Formenton
– ARPA
– ARPA
Veneto
Veneto
15.00
15.00
Modelli
ModelliF&T:
F&T:inalazione
inalazione
indoor
indoor
e e
outdoor
outdoor
Dott.
Dott.Alessandro
Alessandro
Girelli
Girelli
– Ordine
– Ordine
Chimici
ChimiciLiguria
Liguria
16.00
16.00 Pausa
Pausa
caffècaffè
16.00
16.00
Pausa
Pausacaffè
caffè
16.15
16.15
Modelli
ModelliF&T:
F&T:lisciviazione
lisciviazione
e e
trasporto
trasportoininfalda
falda
Dott.
Dott.Alessandro
Alessandro
Girelli
Girelli
– Ordine
– Ordine
Chimici
ChimiciLiguria
Liguria
17.15
17.15
18.15
18.15
Panoramica
Panoramicadidi
33
casi
casi
studio:
studio:
criticità
criticitàinsormontabili
insormontabili
e come
e come
è è
andata
andataa afinire
finire
Dott.
Dott.Alessandro
Alessandro
Girelli
Girelli
– Ordine
– Ordine
Chimici
ChimiciLiguria
Liguria
16.15
16.15 L’esperienza
L’esperienza
di ARPA
di ARPA
Veneto
Veneto
nell’applicazione
nell’applicazione
della della
camera
camera
di
di
flusso,
flusso,
del soil
del gas
soilegas
dell’aria
e dell’aria
ambiente:
ambiente:
comecome
garantire
garantire
l'affidabilità
l'affidabilità
dei valori
dei valori
derivanti
derivanti
dalle dalle
attività
attività
di campo
di campo
Gianni
Gianni
Formenton
Formenton
– ARPA
– ARPA
Veneto
Veneto
18.15
18.15 Chiusura
Chiusura
della della
giornata
giornata
10.30 10.30
Pausa caffe
Pausa caffe
10.45 10.45
AdR discariche.
AdR discariche.
Documentazione
Documentazione
tecnicatecnica
di riferimento:
di riferimento:
ManualeManuale
ISPRA eISPRA
procedura
e procedura
ISPRA 2011
ISPRA 2011
Ing. Andrea
Ing. Andrea
Forni – Libero
Forni – Libero
Professionista
Professionista
12.00 12.00
TutorialTutorial
del software
del software
Leach Leach
Ing. Andrea
Ing. Andrea
Forni – Libero
Forni – Libero
Professionista
Professionista
12.45 12.45
Pausa pranzo
Pausa pranzo
Esercitazione
cona Leach
13.45 13.45
Esercitazione
con Leach
caso a caso
studio studio
Ing. Andrea
Forni – Libero
Ing. Andrea
Forni – Libero
Professionista
Professionista
Pausa caffè
15.15 15.15
Pausa caffè
Applicazione
Applicazione
AdR adAdR
areead
agricole
aree agricole
15:30 15:30
La Banca
La dati
Banca
ISS-ISPESL
dati ISS-ISPESL
2015 e il 2015 e il
documento
documento
di supporto
di supporto
Dott.ssa
Dott.ssa
Eleonora
Eleonora
Beccaloni
Beccaloni
– ISS
– ISS
16:00 16:00
Il DL 136/2013
Il DL 136/2013
“terra dei
“terra
fuochi”
dei fuochi”
Dott.ssa
Dott.ssa
Eleonora
Eleonora
Beccaloni
Beccaloni
– ISS
– ISS
16.30 16.30
Criteri per
Criteri
la valutazione
per la valutazione
del rischio
del rischio
sanitario
sanitario
connesso
connesso
alla presenza
alla presenza
di
di
aree agricole
aree agricole
all’interno
all’interno
di siti di siti
contaminati
contaminati
Dott.ssa
Dott.ssa
Eleonora
Eleonora
Beccaloni
Beccaloni
– ISS
– ISS
18.00 18.00
Conclusione
Conclusione
del seminario
del seminario
Chiusura
Chiusuradella
della
giornata
giornata
N.
N.19
19Crediti
CreditiFormativi
FormativiProfessionali
Professionali
- Il-riconoscimento
Il riconoscimento
di 19diCFP
19 CFP
al presente
al presente
evento
evento
è stato
è stato
autorizzato
autorizzato
dall'Ordine
dall'Ordine
Ingegneri
Ingegneri
di Milano,
di Milano,
che ne ha
che
valutato
ne ha valutato
anticipatamente
antici patamente
i contenutii contenut
formativi
formativiprofessionali
professionalie le
e le
modalità
modalità
di attuazione
di attuazione
Responsabile
Responsabile
deldel
seminario:
seminario:
Dott.ssa
Dott.ssa
OlgaOlga
Chitotti
Chitotti
- Capo
- Capo
Area Ambiente
Area Ambiente
Fast Fast
Tel.Tel.
02 77790
02 77790
318 318
– e-mail:
– e-mail:
[email protected]
[email protected]
@ Analisi e Strumentazione
Sistemi per il controllo dell’inquinamento
da polveri sottili
Mega System srl – Email: [email protected]
Il particolato (PM) è costituito da un insieme di particelle molto piccole disperse nell’atmosfera. Le particelle sono classificate secondo
le loro dimensioni caratteristiche: le polveri sottili, dette anche PM10,
includono tutte le particelle di dimensioni fino a 10 micrometri di diametro e il PM2,5 comprende tutte le particelle fini, di diametro fino a
2,5 micrometri. Date le loro minuscole dimensioni, le polveri sottili,
in particolare le componenti più fini, possono penetrare nelle ramificazioni più sottili dei polmoni, per poi raggiungere, in parte, i vasi
linfatici e sanguigni.
Fonti importanti di polveri fini sono il traffico, la combustione del legno, i cantieri edili, ecc.. Anche all’interno delle nostre abitazioni o dei
nostri uffici siamo esposti alle polveri sottili provenienti principalmente dal fumo di sigaretta, oltre che da stufe e da fornelli.
L’azienda Mega System Srl di Bareggio (MI) produce strumenti per il
controllo dell’inquinamento da polveri sottili di elevata qualità e precisione, completamente made in Italy.
La progettazione hardware e software, la realizzazione delle schede
elettroniche, l’assemblaggio della strumentazione, il collaudo, la taratura e l’assistenza, sono totalmente svolte all’interno della struttura
con elevata efficienza ed accuratezza, da personale altamente qualificato ed esperto.
La società offre, inoltre, flessibilità nella configurazione dei sistemi
proposti, in funzione di particolari esigenze del cliente.
Mega System mette a disposizione una vasta gamma di prodotti tra
i quali:
• sistemi di campionamento per gli ambienti di lavoro e igiene industriale. Prodotti di punta sono i campionatori personali della
serie Life e i campionatori ambientali Life One, Life XP Plus e
Life XMF Plus;
• sistemi di monitoraggio ambientale per il campionamento di
PM10 e PM2,5, giornaliero o sequenziale e sistemi per il campionamento giornaliero o sequenziale di polveri totali;
• sistemi per il controllo della portata; elaboratori della serie Isocheck, tubi di Darcy e Pitot;
• sistemi per il controllo e monitoraggio delle emissioni; campionatori isocinetici della serie Lifetek oltre che la nuova linea di
strumentazione della serie X1;
• campionatori specifici per il prelievo di gas in emissione Life
Gas, Life Duo e gli analizzatori della serie Emicheck. A completamento dei sistemi di campionamento vengono proposte
sonde riscaldate e non riscaldate per il prelievo in camino. Sono
disponibili, inoltre, sistemi per la raccolta della condensa e refrigeratori.
32
Figura 1 - Campionatore Lifetek PMS.
Lifetek PMS
Nel mese di maggio 2014 la norma di riferimento per il campionamento delle polveri sottili è stata aggiornata, abrogando definitivamente le
precedenti versioni UNI EN 12341:2001 e UNI EN 14907:2005.
Il 17 Luglio 2014 in Italia è stata recepita la versione UNI EN
12341:2014 (versione ufficiale della EN 1234:2014 del maggio 2014)
che descrive il metodo di riferimento per la determinazione del PM10
e PM2,5 in aria ambiente. La portata di campionamento di riferimento
è di 2,3 m3/h per un periodo nominale di 24h.
Il modello Lifetek PMS è la centralina sequenziale sviluppata per il
campionamento delle polveri sottili in ambienti outdoor in conformità alla norma UNI EN 12341:2014. All’entrata in vigore della nuova
norma sono stati immediatamente recepiti gli aggiornamenti richiesti
e sono state effettuate le necessarie modifiche hardware e software
alla strumentazione. Sono inoltre state avviate le procedure di certificazione dei sistemi AMS presso il TUV Rheinland di Colonia.
Il sistema è compatto e facile da trasportare. Può essere utilizzato
in ambienti esterni grazie alla cabina in cui viene alloggiato l’intero
sistema oppure all’interno di un mezzo mobile dotando la centralina
di apposito sostegno della testa di prelievo.
Realizzata con materiali in grado di garantire un’adeguata protezione contro gli agenti atmosferici, Lifetek PMS è una centralina per
il monitoraggio in continuo del particolato atmosferico mediante il
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l’Ambiente
Figura 2 – Pannello di controllo.
metodo gravimetrico su membrana filtrante del diametro 47 mm. Il
sistema di cambio sequenziale della membrana con un’autonomia
di 16 filtri, unitamente al controllo elettronico del flusso, consentono
il monitoraggio in continuo e senza il presidio dell’operatore; nonché
di sostituire i filtri esposti senza dover interrompere il campionamento
in corso.
Il sistema di ventilazione della rampa di prelievo garantisce una differenza di temperatura tra filtro e punto di prelievo non superiore a 5
°C, come richiesto dalla vigente normativa.
Il percorso rettilineo del tubo di aspirazione e la separazione della
zona di permanenza dei filtri da fonti di calore interne o radianti consentono di raccogliere e mantenere l’integrità dei campioni.
L’intero sistema è stato ingegnerizzato con il fine di eliminare tutte le
possibili cause di inceppamento nel carico dei filtri. Pertanto il carico
dei filtri avviene per gravità (caduta dall’alto verso il basso) e non per
mezzo di un compressore che li spinge. La pompa lavora sull’effettiva
potenza necessaria per campionare e non al massimo delle sue possibilità così da garantire una durata maggiore delle palette incidendo
notevolmente sui costi di assistenza.
La pompa inoltre è completamente insonorizzata. Questo permette
di poter utilizzare la centralina anche in ambienti urbani residenziali
dove, fondamentale, è avere un basso rumore di fondo per non disturbare la quiete nelle ore notturne. Il sistema di campionamento è
predisposto per l’installazione di un modem GSM per la gestione in
remoto del prelievo e degli allarmi tramite l’invio di SMS.
Un sistema di condizionamento e riscaldamento termoregolato permette di utilizzare la cabina in condizioni ambientali estreme senza
compromettere le componenti elettroniche e garantendo la conservazione dei filtri campionati ad una temperatura controllata inferiore ai
23 °C (UNI EN 12341:2014 – punto 5.1.8).
Il sistema sequenziale lo si può dotare anche di sensori per la rilevazione dei parametri meteorologici (velocità e direzione vento, umidità,
ecc) o interfacciarla con una centralina meteo esistente acquisendone i relativi valori. La modularità delle teste di prelievo consente di
utilizzare il sistema anche con teste Usepa 40, CFR Part 50.
La centralina può essere dotata anche di interfaccia opzionale per
la connessione di un sistema di elettrovalvole esterne (Select 8) per
poter campionare le polveri totali (PTS) con autonomia di 8 o 16 filtri.
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Figura 3 – Sistema cambio filtro automatico.
Caratteristiche Tecniche
Estremamente significative le caratteristiche di questo modello:
• pompa rotativa a palette da 6m3/h ad elevata prevalenza: >
600 mmHg,
• range operativo: 5 ÷ 70 l/min,
• contatore volumetrico con errore massimo ± 2%,
• sensore per la rilevazione della temperatura ambiente,
• sensore per la rilevazione della temperatura al contatore,
• sensore per la rilevazione della temperatura del filtro in campionamento,
• sensore per la rilevazione della temperatura dei filtri stoccati,
• sensore per la rilevazione della perdita di carico della linea di
campionamento,
• sensore per la rilevazione della pressione barometrica,
• portata costante con compensazione automatica delle perdite di carico,
• sistema elettronico per la regolazione della portata che permette l’aggiornamento in tempo reale del flusso di campionamento e garantisce una portata volumetrica costante di 2,3
m3/h nella zona di prelievo dove avviene la separazione granulometrica in modo tale da mantenere costante la velocità
dell’aria all’ingresso dei frazionatori,
• tastiera e display LCD per la programmazione e la visualizzazione dei dati,
• impostazione del flusso digitale per mezzo della tastiera,
• registrazione e visualizzazione della temperatura e del volume campionato,
• segnalazione, memorizzazione e gestione degli allarmi anche tramite modulo GSM (opzionale),
• memoria per l’archiviazione dei dati relativi ai campionamenti,
• batteria “tampone” per il riavvio del campionatore in caso di
mancanza di rete e la registrazione dell’evento stesso,
• campionamenti ambientali a portata costante: PTS, PM10,
PM2,5 e PM1 in conformità alla normative europee e americane,
• interfaccia RS232 per lo scarico a PC dei dati memorizzati,
• interfaccia USB per lo scarico dei dati su chiavetta (anche a
campionamento in corso),
• temperatura operativa: -10 °C ÷ +45 °C; 95 %UR.
• grado di protezione: IP55,
• potenza acustica : LW inferiore a 33 dB (A) rilevato a 8mt,
• alimentazione: 230 Vac / 50 Hz.
33
@ Analisi e Strumentazione
Monitoraggio della qualità dell’aria
in ambienti confinati
Massimo Albertazzi, Labservice Analytica – Email: [email protected]
finalità di valutare la concentrazione totale nell’ambito di una
indagine preliminare. Successivamente - una volta identificato il periodo di campionamento - si possono utilizzare diversi
strumenti:
• canister, ossia contenitori in acciaio inox con un volume
variabile da 400 ml a 15 litri;
• cartucce adsorbenti, cioè tubi contenenti materiale adsorbente; il campionamento viene effettuato tramite idonei
sistemi di aspirazione come pompe a volume costante
con portata selezionata e calibrata in base al tempo;
• detector fissi a diffusione posizionati nei punti sensibili.
Tali detector montano una lampada fotoionizzante da
10.0 eV che permette la rilevazione dei VOC a livelli di
qualche ppb..
Figura 1 - Certificazione IAQ.
La parola indoor assume un significato particolare quando si
parla di qualità dell’aria: il termine definisce gli ambienti di
vita e di lavoro non industriali ed in particolare quelli adibiti
a dimora, svago, lavoro e trasporto. Le attività di monitoraggio dei VOC in ambenti indoor sono condotte in particolare
per conoscere i livelli di concentrazione dei composti organici volatili in funzione delle loro caratteristiche tossicologiche,
chimiche e fisiche e per identificare le sorgenti di emissione.
Per pianificare le attività di monitoraggio e per individuare le
opportune tecniche di campionamento dei VOC in ambiente
indoor IAQ (Indoor Air Quality) occorre prima definire il periodo temporale di osservazione, ossia la durata della misura,
al fine di ottenere il valore di concentrazione di interesse che
può essere istantaneo, medio orario, medio giornaliero, medio settimanale, medio mensile e medio annuale.
In relazione agli obiettivi del monitoraggio si possono pianificare campionamenti a breve termine, il cui tempo è compreso
tra alcuni minuti e diverse ore, o campionamenti a lungo termine, la cui durata può arrivare a qualche settimana.
Riguardo alle caratteristiche delle sorgenti potrebbe risultare
utile effettuare accertamenti mediante strumenti a misura diretta, ad esempio con un fotoionizzatore PID portatile, con la
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L’utilizzo di PID fissi è una strategia abbastanza recente nel
campionamento dei VOC in ambiente indoor IAQ, ma a differenza delle prime due tipologie di campionamento dove obbligatoriamente si deve seguire una fase di analisi in laboratorio
per avere un dato tracciabile, con un rete di monitoraggio che
utilizza dei detector PID fissi si possono ottenere in tempo
reale i risultati analitici finali, in termini qualitativi e qualitativi.
Uno strumento rivoluzionario
In anteprima, al Convegno Nazionale degli Igienisti Industriali
a Corvara, è stato presentato dalla LabService Analytica il
Corvus, un detector fisso per il monitoraggio dei VOC in ambito Air Quality Indoor.
Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un progressivo
deterioramento della qualità dell’aria negli ambienti confinati.
Numerosi studi hanno infatti dimostrato la presenza di agenti inquinanti a bassa concentrazione di difficile misurazione,
Figura 2 - Corvus, detector fisso per il monitoraggio dei VOC.
2/2015
l’Ambiente
Figura 3 - Fotoionizzatore portatile.
per questo motivo un fotoionizzatore fisso che rileva tracce di
VOC è senza dubbio rivoluzionario.
Si tratta di uno strumento wireless, contenente sensori per
temperatura, pressione atmosferica e umidità. Corvus utilizza la nuova tecnologia di lampade PID miniaturizzate ad
alta sensibilità in grado di rilevare Composti Organici Volatili
(COV) fino a livelli bassi (ppb, parti per miliardo).
Le sue funzionalità wireless consentono di predisporre una
rete costituita anche da venti strumenti distribuiti in tutto l’e-
dificio, con i dati scaricati e gestiti dallo strumento Master.
Il monitor Corvus IAQ rileva in modo continuo i VOC e registra una grande varietà di composti organici volatili tra cui
benzene, tetracloroetilene e stirene permettendo di proteggere i lavoratori dai gas pericolosi.
Il software Intelligente di mappatura interattiva dello strumento mostra la tendenza dei livelli reali acquisiti all’interno di
ogni stanza. La raccolta di informazioni a lungo termine elimina la necessità di visite in loco frequenti e controlli a campione, risparmiando tempo e denaro. Piccolo, elegante e compatto nel design, il monitor Corvus IAQ, visto il suo minimo
ingombro, si inserisce bene nell’ambiente di lavoro. Il Monitor
Corvus IAQ incorpora la tecnologia dei sensori Ion Science
PID, considerati nel mondo come i migliori e più affidabili sul
mercato per velocità, accuratezza e soprattutto resistenza
all’umidità.
Il brevetto unico anti-contaminazione, chiamato Fence, fornisce una estesa fase di monitoraggio air quality indoor negli ambienti più difficili, fornendo risultati accurati e affidabili.
Tra i principali Gas monitorati possiamo includere il benzene,
etilbenzene, stirene, tetracloroetilene, Trimethlybenzene, toluene e xilene.
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@ Analisi e Strumentazione
I sistemi satellitari e la gestione ambientale
Paola D’Antonio, Marco Mangano, Carmen D’Antonio, Vito Doddato, Sandro Cicchiello.
Università degli Studi di Basilicata, Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari e Ambientali (SAFE) - Email: [email protected]
L’agricoltura di precisione (AP) sviluppata a supporto dell’agricoltura convenzionale trova, nell’ambito delle colture estensive, la
sua più efficace applicazione nell’agricoltura conservativa (AC) e
all’interno di questa, soprattutto nella semina su sodo. Entrambe
le tecniche mirano a ridurre fortemente gli input nella coltivazione, comportando un risparmio di lavoro manuale, ed entrambe
richiedono una buona conoscenza agronomica, necessaria per
valorizzare le informazioni (AP) e interpretare tempestivamente
le esigenze agronomiche della coltura (AC). Il loro connubio è
quindi auspicabile proprio perché genera una serie di ulteriori
vantaggi per entrambe le tecniche rispetto alla loro applicazione
separata. Anche se le due tecniche possono essere adottate per
gradi (ad esempio solo i sistemi di guida automatica o assistita
nel caso della agricoltura di precisione, o solo minime lavorazioni
superficiali nel caso della agricoltura conservativa) nel prosieguo
si farà prevalentemente riferimento a un’adozione completa delle
sue tecniche di gestione.
La presenza di variabilità spaziale dei fattori pedologici e biologici che concorrono a determinare la fertilità di un sito costituisce
dunque la condizione necessaria per l’adozione di tale tecnica,
che, se applicata in modo corretto in tutte le sue varie accezioni,
può portare a degli innegabili vantaggi sia dal punto di vista economico per l’azienda agricola, sia per la qualità dell’ambiente, un
aspetto apprezzabile dall’intera comunità.
A tal proposito si ricorda e si sottolinea il ruolo di pratiche ecocompatibili come l’agricoltura conservativa. L’agricoltura conservativa (o agricoltura blu) è costituita da un insieme di pratiche
agricole complementari, il cui obiettivo è quello di promuovere la
produzione agricola, ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo
il degrado del terreno, attraverso la gestione integrata del suolo,
dell’acqua e delle risorse biologiche esistenti.
L’applicazione di questa tecnica agronomica porta a numerosi
vantaggi, alcuni dei quali (aumento delle rese, della biodiversità,
ecc.) diventano evidenti quando il sistema si stabilizza. Essi sono,
riassumendo: miglioramento delle riserve di carbonio organico,
dell’attività biologica con formazione di macropori ben connessi e
verticali che aumentano l’infiltrazione dell’acqua, minore perdita
di suolo unitamente a una più rapida degradazione dei fitofarmaci
e maggior adsorbimento che comportano un miglioramento della
qualità dell’acqua, diminuiscono le emissioni di CO2 per l’utilizzo minore di macchinari, diminuiscono i costi di manodopera ed
energia relativi alle operazioni di preparazione e sarchiatura del
terreno, diminuisce la necessità di fertilizzanti e gli interventi per il
recupero dei terreni. L’Agricoltura Conservativa (AC), con le sue
tecniche di minima lavorazione del suolo (minimum tillage) e non
36
lavorazione (no tillage), si propone come strategia di mitigazione
verso certi fenomeni di eccessivo depauperamento della risorsa
suolo, laddove contribuire a mantenere inalterata la fertilità del
suolo può voler dire contribuire al mantenimento dei terreni in
coltivazione.
La letteratura asserisce che l’uso di tecniche conservative genera: a) effetti sul cambiamento climatico aumentando il contenimento del carbonio nel suolo e riducendo le emissioni di CO2; b)
controllo sull’erosione; c) miglioramento della qualità del suolo e
della resilienza del terreno; d) effetti positivi sulla conservazione
della biodiversità con conseguenze sulla sicurezza alimentare.
Tuttavia l’agricoltura conservativa possiede degli svantaggi quali,
ad esempio, periodi di transizione di 5-7 anni prima che un sistema di tale agricoltura raggiunga l’equilibrio, rischio di lisciviazione
dovuto al più rapido movimento dell’acqua attraverso i biopori se
non vengono presi in considerazione i fattori stagionali nell’uso di
sostanze chimiche, aumento delle emissioni di N2O nel periodo
di transizione, investimento iniziale in macchinari specializzati e
formazione esaustiva degli agricoltori.
I principali parametri considerati durante l’analisi dei campionamenti sono quelli riguardanti la tessitura dei terreni, ovvero la
costituzione dei terreni espressa come rapporto tra le particelle
di diverse dimensioni che li compongono, in funzione del loro diametro equivalenti. I terreni si distinguono in tre classi:
• sabbia: particelle di diametro comprese tra 0,02 e 2,0 mm,
• limo: particelle di diametro comprese tra 0,002 e 0,02 mm,
• argilla: particelle di diametro minore di 0,002 mm.
La conoscenza e lo studio della tessitura è molto importante perché serve a una migliore comprensione dei dati analitici raccolti,
essendo correlata alla concimazione.
Figura 1 – Schema di campionamento del suolo.
Figura 1 - Schermata
di campionamento del suolo.
2/2015
Figura 1 – Schema di campionamento del suolo.
l’Ambiente
Figura 2 – Carotaggio per il campionamento del suolo.
Esistono principalmente due metodi di campionamento:
• 2campionamento
sistematico:
consiste nel dividere
il campo
Figura
– Carotaggio
per campionamento
del
suolo.
in tante aree uguali, formando una griglia, in cui verranno poi
raccolti i campioni. A ogni singolo area viene poi attribuito un
valore per il proprio risultato dell’analisi, avvalendosi dell’uso
di un ricevitore satellitare per individuare il punto esaminato;
• campionamento selettivo: prevede l’individuazione di zone
del terreno con caratteristiche pedologiche o produttive
uguali, tramite lo studio di mappe e dei campionamenti degli
anni precedenti e successivamente esse vengono campionate (Figura 1).
Figura 3 – Area di campionamento.
Figura 3 – Area di campionamento.
Risultati
Lo studio della variabilità spaziale tramite le mappe di tessitura, è
stato arricchito dallo studio delle analisi dei terreni. Le analisi delle
caratteristiche del suolo sono state effettuate con metodo di campionamento selettivo, rilevando più punti all’interno degli appezzamenti.
I punti selezionati sono poi stati individuati con l’ausilio del ricevitore
satellitare, in modo da poter essere localizzati e utilizzati facilmente.
Una volta eseguiti i carotaggi sui punti stabiliti e l’analisi dei campionamenti del terreno in laboratorio, è stato possibile l’utilizzo di
strumenti di analisi geo-statistica, allo scopo di stimare la variabilità
spaziale a carico di un parametro analizzato all’interno del campo
attraverso modelli statistici, funzioni matematiche e correlazioni che
In agricoltura di precisione, il campionamento rappresenta un pas- portano ad ottenere un analisi geo-referenziata del terreno esaminasaggio di fondamentale importanza per la conoscenza e la ge- to, oltre alla creazione di mappe delle struttura del terreno per uno o
stione della variabilità di un appezzamento e se viene unita alla più parametri presi in considerazione.
mappatura
delle una
rese può
massimizzarne
l’efficacia di esecuzione.
I campioni
di ogni singolo appezzamento
sono stati
osservare
grande
diversificazione
delle zone
con composizione
strutturale(Figura
simile3) ed
Il campionamento rappresenta il primo step di un’analisi chimica, successivamente analizzati. Dalle indagini condotte sui campioni
anche i valori in percentuale della composizione differiscono, a volte di molto. Non è
si rende necessario in quanto i suoli sono eterogenei e consiste è risultata una composizione granulometrica media costituita dal
possibile imputare ciò al cambiamento del terreno che, pur essendo variabile nel corso
nel saper prelevare un campione significativo da portare in labora- 23,8% di sabbia, 43,8% di limo e 32,4% di argilla, comportando che il
degli
e fondamentale
in relazione
soprattutto
disponibilità
degli elementi
torio; a talanni
proposito
è l’individuazione
del alla
numero
di terreno sia classificabile,
secondo ilnutritivi,
metodo del mantiene
Soil Survey americacampioni
da prelevare
ed i siti,la
all’interno
dell’appezzamento,
dove no
modificato, come
pressoché
invariata
propria
tessitura. Questa
differenza
tra iargilloso.
campionamenti è piuttosto
prelevare
i campioni.al
Nelfatto
nostro che
caso, laessi
conformazione
rettangoriconducibile
sono stati
eseguiti in zone diverse dell’intera superfice
lare degli appezzamenti ha suggerito la necessità di prelevare 10 Prendendo in esame le mappe della tessitura del suolo dei campioaziendale.
provini.
namenti si può osservare una grande diversificazione delle zone con
I campionamenti sono ritenuti comunque utili per conoscere le caratteristiche del terreno e,
Lo spessore di campionamento è stato di 20 cm per ciascuno dei composizione strutturale simile ed anche i valori in percentuale della
in secondarie
analisi,
per i cambiamenti dei singoli
elementidifferiscono,
nutritivi.a volte, di molto. Non è possibile imputare
composizione
dieci
carotaggi (Figura
2).
Limo
Argilla
Sabbia
Figura 4 – Mappe e istogrammi riferiti alla presenza di limo, argilla e sabbia.
Figura 4 – Mappe e istogrammi riferiti alla presenza di limo, argilla e sabbia.
Nelle figure sopra riportate (Figura 4) si evidenziano le mappe e gli istogrammi riferiti alla
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presenza di limo, argilla e sabbia dell’appezzamento oggetto della sperimentazione.
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@ Analisi e Strumentazione
ciò al cambiamento del terreno che, pur essendo variabile nel corso
degli anni e in relazione soprattutto alla disponibilità degli elementi
nutritivi, mantiene pressoché invariata la propria tessitura. Questa differenza tra i campionamenti è piuttosto riconducibile al fatto che essi
sono stati eseguiti in zone diverse dell’intera superfice aziendale.
I campionamenti sono ritenuti comunque utili per conoscere le caratteristiche del terreno e, in secondarie analisi, per i cambiamenti dei
singoli elementi nutritivi.
Nelle figure sopra riportate (Figura 4) si evidenziano le mappe e gli
istogrammi riferiti alla presenza di limo, argilla e sabbia dell’appezzamento oggetto della sperimentazione.
Possiamo notare che per quanto riguarda la presenza di limo nel
terreno: la zona a sud dell’appezzamento, di colore blu, indica una
composizione minore in limo compresa tra 5,48-8,17% mentre la
chiazza di colore rosso-nero rappresenta la zona con maggior contenuto di limo, attorno al 27,1%.
Mentre per la presenza di argilla nel terreno: la zona a sud dell’appezzamento, di colore blu, indica una composizione minore di argilla
compresa tra 8,74-11,69% mentre la zona a nord, di colore rossonero, è caratterizzata dalla maggior quantità in argilla, compresa tra
20,88-27,92%.
Per l’analisi della presenza di sabbia nel terreno: la zona a sud
dell’appezzamento, di colore rosso, indica una composizione maggiore di sabbia compresa tra 35,80-42,30% mentre le due chiazze
di colore azzurro-blu rappresentano due zone con la minor composizione, tra 13,35-20,2%. La maggior parte dell’appezzamento, ha
un composizione attorno al 23,7% di sabbia, con riferimento il color
verde.
Discussione e conclusioni
Lo studio della variabilità spaziale di questo appezzamento tramite il
monitoraggio delle condizioni pedologiche rilevate e i periodici campionamenti permette all’imprenditore agricolo di gettare le basi su
cui elaborare il progetto e stabilire delle strategie e dei piani per la
gestione tecnico - agronomica del terreno.
In particolare si è potuto osservare un’evoluzione tecnologica delle tecniche e delle strumentazioni per i campionamenti che ha permesso di studiare con una accuratezza sempre maggiore le caratteristiche dei suoli, fino ad ottenere la completa conoscenza della
tessitura degli appezzamenti aziendali con un livello di precisione
centimetrica.
Gli studi delle mappe dei terreni consentirà, quindi, un processo di
elaborazione ed evoluzione delle mappe di prescrizione delle operazioni agronomiche da adottare, anch’esse con un’accuratezza
maggiore.
Un altro aspetto della gestione agronomica tramite i sistemi satellitari
è il minor impatto ambientale: infatti vi è una distribuzione puntuale
di concime ed ogni dose è calcolata in base alla necessità e alle
caratteristiche delle varie zone del terreno, limitandone quindi gli
eccessi. Inoltre, grazie anche ai sistemi di guida semi-automatica
che permettono un’accuratezza maggiore nelle operazioni colturali,
i terreni sono meno soggetti a calpestamenti e compattamenti, riducendo così l’impatto negativo delle lavorazioni sugli appezzamenti.
38
Si può quindi concludere che le aziende che si adopereranno nell’utilizzo progressivo di tecnologie di Precision Farming potranno raggiungere dei risultati positivi sia dal punto di vista economico, dove
gli investimenti saranno ripagati da un incremento della produttività
con conseguente aumento del reddito, sia dal punto di vista ambientale.
L’agricoltura di precisione (AP) trova la sua più efficace applicazione
nell’agricoltura conservativa (AC): entrambe le tecniche mirano a ridurre fortemente gli input nella coltivazione, comportando un risparmio di lavoro manuale, ed entrambe richiedono una buona conoscenza agronomica, necessaria per valorizzare le informazioni (AP)
e interpretare tempestivamente le esigenze agronomiche della coltura (AC). Il loro connubio è quindi auspicabile proprio perché genera
una serie di ulteriori vantaggi per entrambe le tecniche rispetto alla
loro applicazione separata. La presenza di variabilità spaziale dei
fattori pedologici e biologici che concorrono a determinare la fertilità
di un sito costituisce dunque la condizione necessaria per l’adozione
di tale tecnica, che, se applicata in modo corretto in tutte le sue varie
accezioni, può portare a degli innegabili vantaggi sia dal punto di vista economico per l’azienda agricola, sia per la qualità dell’ambiente.
Bibliografia
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soil specific crop management: a workshop on research and development issues”, SSSA Spec. Publ.,
SSSA, Madison, WI, USA.
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25 giugno 2015
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PER IL MONITORAGGIO DELLE EMISSIONI E DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
Nei paesi industriali la politica ambientale che riguarda l’inquinamento atmo -
PER IL MONITORAGGIO DELLE EMISSIONI E DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
di qualità, valori limite, metodologie di controllo e criteri autorizzativi, tutte
paesi industriali la politica ambientale che riguarda l’inquinamento atmo Uno degliNei
strumenti
fondamentali per il controllo dell’inquinamento atmosferico
è rappresentato dalla disciplina delle emissioni. La legislazione nazionale, anche
di qualità, valori
limite, metodologie
di controllo
e criteri
autorizzativi, tutte
diffusione
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dei metodi
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nell’interpresotto La
la spinta
delle direttive
europee,
ha subito
un rapido
processo di evoluzione
tazione
dei strumenti
dati delle
analisi per
chimiche
microbiologiche
Uno degli
fondamentali
il controlloedell’inquinamento
atmosferico
nel decreto
legislativo
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oramai152/06.
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prodotto
una serie
di norme
Parallelamente
allo
sviluppo
del
quadro
legislativo
di settore,
gli entididieffettuazio
norma basa ilAlla
processo
di controllo,
descrivendo
neldidettaglio
modalità
luce della
normativa
tecnica
settorele(ISO
17025),
zione
tecnica
quali
UNICHIM
e
UNI
a
livello
nazionale,
CEN
a
livello
europeo,
ne del campionamento e dell’analisi dell’emissione industriale.
in questo
volume
vengono
esposte
modalità
l’americana
EPA e ISO hanno
prodotto
una serie ditutte
norme le
tecniche
sulle quali si
In questo ambito, la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per l’accreditamento
basa il processo di controllo, descrivendo nel dettaglio le modalità di effettuazio controllo
qualitàe interno
una panoramica
delle di
prove,
ormai diffusa
adottata attraverso
in tutto il territorio
nazionale, enfatizza
ne del campionamento e dell’analisi dell’emissione industriale.
l’importanza
del
piano
di
campionamento
come
parte
integrante
del processo
completa
controllo”;
vengono
apIn questodelle
ambito,“carte
la normadiUNI
CEI EN ISO/IEC
17025 per inoltre
l’accreditamento
di analisi. delle
Il processo
di campionamento
tenere
contonazionale,
di fattorienfatizza
che devono
prove,
ormai
diffusa
e adottatadeve
in tutto
il territorio
profonditi
i modelli
di determinazione
dell’incertezza
di
essere controllati
per
assicurare
la
validità
dei
risultati
di
prova
e
di
taratura.
l’importanza del piano di campionamento come parte integrante del processo
misura
e di
In questo
senso
l’UNI
ha recepito
in una norma
CEN
TS 15675
come
di
analisi.
Il campionamento.
processo
di campionamento
deveUNI
tenere
conto
di fattori2008
che devono
essere
controllati
perISO/IEC
assicurare
la validità
risultati di prova
e di taratura.
applicazione
della
UNI EN
17025
alle dei
misurazione
periodiche.
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In questo senso l’UNI ha recepito in una norma UNI CEN TS 15675 2008 come
applicazione della UNI EN ISO/IEC 17025 alle misurazione periodiche.
Acquisto n°
volume/i MANUALE OPERATIVO
per il monitoraggio delle emissioni e della qualità
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Il Libro
§
2 C ( 2 Gradi )
Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l’economia.
Autore: Gianni Silvestrini - Casa editrice: Edizioni Ambiente
Gianni Silvestrini può essere considerato (giustamente) una delle più rappresentative figure professionali del settore ambientale nel nostro Paese. Di certo non ha necessità di essere presentato
al pubblico perché è stato protagonista - grazie alle sue iniziative - dell’attenzione divulgativa dei
“Media”. Di lui ci accontenteremo di dire che ha ricoperto la carica di Direttore Generale al Ministero dell’Ambiente, ed attualmente è Direttore Scientifico del KYOTO Club e Presidente del Green
Building Council Italia. E tanto basta per additarlo sicuramente come appassionato e convinto
assertore della sostenibilità ambientale; un atto di fede a cui non è mai venuto meno l’impegno
associativo a favore della comunità sociale.
Se però può rivolgersi un appunto a questo convinto e pugnace paladino dell’ambiente sostenibile
(opinione del tutto personale del sottoscritto), esso non va visto come rivolto alle analisi per lo più
giustissime, interessanti, spesso di alto significato bensì a quella che a me appare come una Fede
incondizionata nella dirompente (e per certi versi anche entusiasmante) tecnologia moderna, la
quale si proietta inarrestabile nel futuro oramai prossimo. Tale impostazione mentale, che in realtà
da sempre ha caratterizzato la vita professionale di Silvestrini, ha avuto, ed ha, influenze importanti e positive sulle decisioni in materia ambientale, soprattutto in campo energetico. Sarebbe difficile
provare il contrario. Ma, faccio osservare io, la tecnologia, quantunque spinta, resta pur sempre
un’espressione confinata ai nostri parametri coassiali finiti (almeno nell’utilizzo). La scienza è qualcosa di più della tecnologia, rappresenta l’uovo da cui essa deriva per assumere le multidirezionali espressioni che le conosciamo, col
rischio che esse si addensino in un vaso di Pandora. Questo è il vero rischio finale da temere nel futuro ormai non più lontano.
La razionalità pura ci rende edotti (per lo meno lo dovrebbe) come i processi evolutivi rappresentino sempre percorsi la cui ultima destinazione permane un’incognita. Dei suddetti percorsi noi viviamo gli stadi intermedi, contribuendo a preparare i successivi.
Comunque, questo libro di Silvestrini non solo è bello anche sotto il profilo letterario, ma rappresenta un documento reale, estremamente
esaustivo, delle radicali trasformazioni di vita in un futuro alle porte. Immaginando, proiettandoci col pensiero ai prossimi anni avremo
molto da stupirci; se in meglio od in peggio, è tutt’altro discorso. Una cosa risulta indubbia: l’attuale rivoluzione tecnologica renderà
l’umanità consapevole dei suoi limiti e delle sue capacità innovative effettive. Questo libro è assolutamente da leggere, può insegnarci
soprattutto una cosa… a meditare.
Franco Ranieri
Il controllo statistico delle analisi chimiche e microbiologiche
Autore Biagio Gianni’ - Casa editrice: G.I.R.S.A. Edizioni
Questa ultima fatica del dr. Biagio Giannì, già autore di testi fondamentali sulle metodiche
analitiche del laboratorio chimico (Excel per chimici – Le analisi chimiche ambientali – Manuale operativo delle emissioni e della qualità dell’aria) è incentrato su un argomento molto
tecnico, basilare per l’attendibilità dei risultati ottenuti da qualsiasi processo di analisi.
In effetti l’interpretazione dei dati delle analisi chimiche richiede al chimico analitico ed al microbiologo di oltrepassare i limiti propri al “calcolo degli errori”, metodo non più sufficiente per
verificare l’attendibilità dei dati ottenuti. Si presenta quindi l’esigenza di acquisire conoscenze
decisamente maggiori che solo lo sviluppo dei metodi statistici può colmare positivamente.
Invero, bisogna riconoscere che la normativa tecnica sui laboratori di analisi chimiche e di
microbiologia ha imposto di addentrarsi per necessità nelle conoscenze di statistica e relative
applicazioni, un compito del resto enormemente facilitato dall’uso dei computer e di software
molto specialistici.
L’ISO 17025 rispecchia la normativa tecnica dei laboratori chimici e microbiologici, ed in base
ad esso, nel libro qui presentato, il dr. Giannì espone tutte le modalità di controllo qualità
interno, grazie a una panoramica completa sulle “Carte di Controllo”. Nel testo è compresa
anche un’ampia trattazione dei modelli sulla determinazione dell’incertezza di misura e del
campionamento. Considerato a livello pratico il testo del dr.Giannì si pone come una guida di consultazione Immediata, molto completa ed esaustiva, certamente in grado di colmare quelle carenze di conoscenza disciplinare che impediscono a troppi chimici analitici
di raggiungere l’eccellenza del dato finale in fatto di attendibilità.
2/2015
41
q Tecnologie Applicate
Recupero di calore da acque reflue
Davide Grimaldi, Business Developer Clivet spa - Email: [email protected]
Il depuratore di Nosedo è il primo e più grande impianto di trattamento delle acque reflue della città di Milano. In esso vengono
“rigenerati” ogni anno 150 milioni di metri cubi di acque di scarico
provenienti dal bacino scolante centro orientale della Città di Milano, pari al 50% dell’intera città con una capacità di trattamento di
1.250.000 Abitanti Equivalenti.
Il depuratore sorge in un’area compresa tra la città costruita e la
vasta fascia irrigua che si estende a sud, nei pressi dell’Abbazia
di Chiaravalle, un territorio ricco di valori paesistici e culturali legati
all’operato dei monaci cistercensi.
La Sfida
Elemento integrante del polo depurativo di Nosedo era il progetto
di inserimento non solo estetico, ma anche ambientale, necessario per un impianto di dimensioni così imponenti, che insieme
al parco copre un’area di 400.000 metri quadrati e fornisce acque
depurate ad uso irriguo a circa 90 aziende agricole per un’estensione di 3700 ettari.
Il Comune di Milano voleva inoltre rivalutare il ruolo del depuratore
in modo da rivalorizzare l’area in cui esso sorgeva, che nell’immaginario della gente era visto solo come luogo di cattivi odori,
penalizzando anche le zone circostanti.
Per fare ciò non era sufficiente eliminare gli eventuali odori molesti
attraverso un sistema di captazione ed abbattimento, bisognava
dare al depuratore una valenza green, sfruttando sia la sua potenzialità in termini di riuso dell’acqua, che in termini di sfruttamento delle rinnovabili, facendolo assurgere a vettore energetico.
Il Gestore del Depuratore, Siba Spa, desiderava infine rendere gli
impianti di climatizzazione esistenti più efficienti, pur contenendo
l’investimento.
La soluzione
Il progetto di riqualificazione ed ottimizzazione energetica
dell’impianto di climatizzazione a servizio delle palazzine uffici e
servizi del depuratore di Nosedo ha visto la sostituzione dei pre-
Figura 1 - Depuratore di Nosedo, impianto dall’alto.
42
L’edificio
• Due palazzine a due piani dedicate a Servizi Generali,
Servizi Decentrati e Rappresentanza
• 160.000 m2 di impianto
Il team
• Committente: Vettabbia scarl, Milano, Italy
• Gestione del Depuratore: Siba Spa, Milano, Italy
• Progettazione impianto: Tekser S.r.l., Milano, Italy
• Installazione impianti: Meregalli Impianti Termotecnici S.r.l., Monza Brianza, Italy
Tabella 1 – Parti interessate all’intervento e team operativo.
esistenti generatori, basati su pompe di calore condensate ad aria,
con due pompe di calore reversibili di tipo multi compressore ad
acqua con scambio da fonte idrotermica.
Le pompe di calore utilizzano le acque reflue deputate, rese disponibili a fine ciclo con temperature variabili tra un minimo di 10 °C
con clima rigido e un massimo di 24 °C in estate.
Nel periodo invernale, esse vengono usate come sorgente termica dalla quale le pompe di calore estraggono il calore mediante
il lavoro del compressore. Nel periodo estivo permettono invece la
condensazione ad acqua con efficienze nettamente superiori alle
unità condensate ad aria.
La distribuzione dell’acqua calda - prodotta a 45 °C - avviene
tramite radiatori, quella dell’acqua refrigerata - prodotta a 7 °C - avviene per mezzo di ventilconvettori, mantenendo in toto il sistema
di trasferimento dei fluidi termovettori preesistente.
La gestione delle due pompe di calore è effettuata tramite un regolatore di tipo digitale diretto (DDC) per l’inserimento in cascata
delle due unità, in funzione del fabbisogno termico o frigorifero da
erogare per il riscaldamento od il raffrescamento dei due edifici serviti, rilevato attraverso una sonda di temperatura posta sul ritorno
generale dei fluidi provenienti dai due edifici.
Il sistema di regolazione provvede inoltre a gestire l’alternanza periodica di funzionamento sia delle unità a pompa di calore che delle
elettropompe relative ai circuiti sorgente, utilizzo ed acque reflue.
2/2015
l’Ambiente
Il Sistema
• Due pompe di calore acqua-acqua reversibili sul
circuito frigo ElfoEnergy Ground Medium WSHNXEE 602 in versione acqua di falda per il riscaldamento ed il raffreddamento delle aree dedicate
agli uffici ed ai servizi.
• Potenza totale 508 kW.
ElfoEnergy Ground Medium
• Pompa di calore acqua-acqua con la massima
efficienza stagionale grazie alla tecnologia Scroll
modulare con più compressori scroll per circuito
frigorifero. Ideale per gli edifici plurifamiliari e commerciali, è disponibile anche in versione acqua di
falda o geotermia. La costruzione compatta con
attacchi idrici verso l’alto permette di affiancare
più unità in spazi ridotti, realizzando centrali di elevata potenza. Il controllo consente di coordinare
fino a 6 unità, gestendo automaticamente il funzionamento con la massima efficienza. Disponibile
anche in versione Multifunzione per la produzione
di energia termica e frigorifera in modo contemporaneo ed indipendente.
Figura 2 - Depuratore di Nosedo, pompe di calore dedicate
acqua-acqua.
una potenza assorbita di 132 kW elettrici con 300 kW termici e 168
kW elettrici con 400 kW frigoriferi. Al carico di punta, i nuovi gruppi
hanno invece un consumo di 110 kW elettrici (80 per le pompe di
calore, 15 per le pompe delle acque depurate e 15 per le pompe
di trasferimento all’edificio di rappresentanza) per 300kW termici, il
16% in meno, e 98 kW elettrici (65 per le pompe di calore, 15 per
le pompe delle acque depurate e 15 per le pompe di trasferimento all’edificio di rappresentanza) per 400 kW frigoriferi, il 41.7% in
meno.
Questi risultati hanno posto le basi per un progetto più ampio di
sfruttamento termico delle acque reflue del depuratore, con l’installazione di una vera e propria centrale termica presso il depuratore
stesso, da sfruttare per i fabbisogni di energia termica e frigorifera
(teleriscaldamento e teleraffreddamento) di alcuni potenziali utenti,
tutti situati entro 1 km di distanza da Nosedo: gli edifici di edilizia
economica-popolare Aler, l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e il
futuro complesso del Cerba (Centro Europeo di Ricerca Biomedica
Avanzata).
I risultati
Grazie agli avanzati sistemi di abbattimento odori, ad una struttura
architettonica armonizzata con il paesaggio circostante ed alla trasformazione delle acque reflue in fonte energetica rinnovabile per
le pompe di calore che provvedono alla climatizzazione degli edifici, il depuratore di Nosedo è una struttura perfettamente integrata
con il territorio ed all’avanguardia dal punto di vista energetico ed
ecologico.
L’uso delle acque depurate come pozzo termico per l’impianto di
climatizzazione, ha migliorato sensibilmente l’efficienza energetica
del sistema di climatizzazione rispetto al preesistente impianto con
scambio in aria, passando da un COP di 3,0 ad un COP di 3,5 e da
un EER 4,5 ad un EER di 5,5 con risparmi nei consumi energetici e
di conseguenza nei costi di gestione di oltre il 50% su base annua.
Alle condizioni estreme i vecchi gruppi a pompa di calore avevano
2/2015
Figura 3 - Depuratore di Nosedo, trasferimento acque depurate alla centrale.
43
q Tecnologie Applicate
Missione rovente per un generatore:
generazione autonoma di energia elettrica
nel deserto
Luciano Albertalli, General Manager WEG Italia - Email: [email protected]
Sfruttamento dell’energia disponibile
La domanda di energia di Wintershall all’interno dell’impianto di
Nakhla e Hamid è andata aumentando in seguito all’introduzione
del processo di iniezione di acqua. Prima degli interventi di modernizzazione nell’impianto GOSP di Nakhla nel 2009, l’unico modo di
soddisfare la richiesta di gasolio da circa 40.000 litri alla settimana
dell’impianto di Hamid era tramite camion. Con migliaia di chilometri
da percorrere ogni anno, il trasporto su strada risultava costoso e
comportava inoltre il rischio di incidenti. Dal momento che la fornitura
dipendeva interamente dai camion, vi era anche il rischio latente di
mancanza di energia in caso di ritardi nelle consegne con conseguente interruzione della produzione, che avrebbe inevitabilmente
penalizzato la produttivitá dell’impianto.
Figura 1 - Impianto di trattamento del gas Wintershall a
Jakhira (Fonte: Wintershall).
Wintershall, una consociata di BASF, è passata da un impianto di
generazione a gasolio ad uno a turbina a gas con generatore sincrono per fornire energia elettrica al proprio impianto gas-oil separation
package (GOSP) di Nakhla, nel deserto libico. Il generatore sincrono personalizzato, che comprende un pacchetto di strumentazione e
controllo, è stato realizzato da WEG, specialista mondiale nel campo
degli azionamenti. Il risultato è un impianto di generazione autonomo
che utilizza il gas associato proveniente dal GOSP, con conseguente
riduzione dell’impatto ambientale e potenziamento della disponibilità
dell’impianto stesso.
Wintershall, il maggior produttore tedesco a livello mondiale di petrolio e gas naturale, è attivo nel campo dell’esplorazione e trattamento
del petrolio in Libia dal 1958. Oggi la società opera nel deserto libico 1.000 km a sud della capitale Tripoli, con otto campi petroliferi
onshore nelle concessioni C 96 e C 97. Wintershall possiede inoltre
una partecipazione nella produzione della piattaforma offshore Al Jurf
situata al largo della costa nord-occidentale e detiene una licenza per
un’altra area esplorativa nella regione sud-orientale del paese. Wintershall, una delle maggiori società di estrazione presenti nel paese
nordafricano, produce fino a 90.000 barili al giorno con una capacità
annua massima di 30 milioni di barili. L’azienda opera inoltre come
leader tecnologico nel settore dell’esplorazione e della produzione
(E&P) locale. Invece di bruciare il gas che viene liberato durante la
fase estrattiva, una pratica piuttosto comune, Wintershall segue una
politica “no flaring” e tratta il gas in modo estensivo, riducendo in tal
modo significativamente le emissioni di CO2 in Libia.
44
Wintershall ha deciso di centralizzare la produzione di energia elettrica nel GOSP del sito di Nakhla, a soli 26 km di distanza, in modo
Figura 2 - Forza bruta: il generatore WEG di Nakhla ha una
capacità di 10,2 MVA e pesa circa 36 tonnellate (Fonte: Weg).
2/2015
l’Ambiente
Molti vantaggi da un unico generatore
Col passaggio alla soluzione turbina a gas e generatore sincrono,
Wintershall ha ottenuto vantaggi significativi. Il più importante di questi è rappresentato dalla maggiore sicurezza operativa dell’impianto,
grazie alla generazione di energia elettrica in modo affidabile, autonomo e ridondante. Inoltre, il nuovo sistema di generazione richiede
meno manutenzione rispetto al precedente impianto a gasolio. In
aggiunta, il trasporto del combustibile diesel via camion, costoso ed
esposto ad incidenti, si rende ora necessario solo in caso di emergenza. Come risultato, il consumo di gasolio si è ridotto significativamente, con conseguente riduzione dei costi e delle emissioni di CO2.
Il calore in eccesso viene inoltre utilizzato per riscaldare il greggio.
Figura 3 - Il nuovo sistema autonomo, costituito da un generatore e una turbina a gas, genera elettricità senza interruzione utilizzando il gas associato proveniente dal GOSP a Nakhla
(Fonte: Wintershall).
da sfruttare il gas associato disponibile per la generazione di energia
elettrica. La soluzione è stata una nuova turbina a gas ad alte prestazioni con potenza nominale di 7 MW equipaggiata con un generatore
sincrono WEG.
A causa delle gravose condizioni ambientali, come temperature elevate e frequenti tempeste di sabbia, le apparecchiature elettriche devono rispettare requisiti molto rigorosi. Ad esempio, è necessario prevenire la formazione di depositi di sabbia all’interno del generatore e
le particelle fini di sabbia che possono penetrare anche nelle fessure
più piccole devono essere immediatamente rimosse per evitare danni. Inoltre, a causa dell’ubicazione remota del sito, le parti di ricambio non sono prontamente disponibili e tutti i materiali da costruzione
devono essere trasportati al sito (la realizzazione del calcestruzzo
da materiali presenti in loco non è possibile per via della sabbia eccessivamente salata).
Per far fronte a tutti questi problemi, Wintershall ha scelto i robusti e
affidabili generatori WEG. Con una capacità di 10,2 MVA, il generatore sincrono WEG opera in modo autonomo e ha già totalizzato oltre
20.000 ore di funzionamento continuativo. Trattandosi di un modello
personalizzato, la realizzazione del generatore ha richiesto circa un
anno e una delle sue caratteristiche peculiari consiste nel raffreddamento ad aria con uno scambiatore di calore aria/aria montato nella
parte superiore e ventilatori esterni. Il filtro dell’aria è progettato per
prevenire l’accumulo di sabbia con convogliamento diretto dei granuli
di sabbia attraverso apposite fenditure. Inoltre, il generatore a quattro
poli - con livello di protezione IP55 - è progettato per una tensione di
6.000 V alla frequenza di 50 Hz e per temperature fino a 55 °C ed è
verniciato di bianco per ridurre al minimo l›assorbimento di calore.
Per fornire un’alimentazione elettrica di riserva è stata costruita una
linea elettrica aerea da 30 kV che collega Nakhla all’impianto di generazione a gasolio di Hamid. Il GOSP può essere ora alimentato
dalla turbina a gas e dal generatore o dall’impianto di generazione a
gasolio in caso di emergenza. I 14 MW di surplus di calore generati
dalla turbina a gas vengono utilizzati per riscaldare il petrolio estratto
a 70 °C in sostituzione di cinque caldaie ad acqua bollente.
2/2015
“Questo progetto non rappresenta l’unica collaborazione di successo con Wintershall in Libia,” ha dichiarato Andreas Schulte Mesum,
Direttore Prodotti energetici di WEG Germania. “Due generatori sincroni con design similare sono già in uso nell’impianto di Jakhira.
Uno di questi è integrato da una turbina a gas per la generazione di
energia elettrica, mentre l’altro serve da generatore di riserva. I nostri generatori sono particolarmente idonei in caso di sostituzioni dal
momento che il nostro alto livello di integrazione verticale ci consente
di adattarci in modo molto flessibile alle richieste dei singoli clienti.
Il generatore di rimpiazzo di Jakhira, ad esempio, è dotato di giunti
differenti per gli alberi e piastre di adattamento per l’installazione, il
che consente ad un singolo modello di generatore di essere utilizzato
per sostituire due diversi tipi di generatori”.
Figura 4 - Tutti i dispositivi di sincronizzazione, strumentazione
e protezione sono alloggiati in un singolo armadio (raffigurato
qui prima della spedizione dalla fabbrica). WEG ha progettato
il sistema generatore come package autonomo (Fonte: WEG).
45
Attivi per l’ambiente a cura di Mariano Votta e Tiziana Toto
Un costo sempre più alto
Tiziana Toto, Responsabile energia e ambiente – Email: [email protected]
L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha realizzato per il
decimo anno consecutivo un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini
per il servizio idrico integrato nel corso del 2014. A livello regionale
(Tabella 1) il triste primato va alla Toscana: la spesa media in un anno
è di € 526, con una variazione del 5,6% rispetto al 2013; inoltre, sette
delle dieci città più costose sono capoluoghi toscani, la cui spesa è
aumentata rispetto al 2013. Non sono da meno le altre regioni centrali:
le Marche (€ 451), con una variazione del 5,1%, e l’Umbria (€ 439)
con una variazione del 4,3%.
Fra i capoluoghi di provincia, le città più care sono le toscane: Firenze, Pistoia e Prato con € 563 euro, seguono Grosseto e Siena con €
562. Il primato positivo va ad Isernia (€ 120, tariffa invariata rispetto
all’anno precedente); segue Milano con i suoi € 136 (ed un aumento
dell’8,7%). I maggiori incrementi rispetto all’anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (+17%). Più virtuose le regioni del nord: delle
10 città più economiche, cinque di esse sono capoluoghi delle regioni
settentrionali (Tabella 2).
Prendendo in considerazione le singole componenti del servizio idrico
integrato, la tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata
nella città di Reggio di Calabria (€ 355) con una spesa di oltre 39 volte
superiore a quella riscontrata nella città di Aosta (€ 9). Depurazione e
fognatura costano complessivamente di più a Carrara (€ 298), circa 6
volte di più rispetto a Cremona (€ 49). La quota fissa più elevata è a
Gorizia (€ 99), 28 volte superiore a quella di Milano (€ 3,50).
Non è migliore il dato sulla dispersione idrica: in Italia in media il
37% dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata, in aumento di tre
punti percentuale rispetto al 2013. Il problema è particolarmente grave
nelle aree meridionali del Paese, contraddistinte da perdite ben al di
sopra della media nazionale: spiccano in negativo Calabria (60%) e
Basilicata (58%).
Non va meglio al centro: nel Lazio c’è una dispersione idrica del 60%
e in Abruzzo con il 53%. Relativamente più virtuose la Valle d’Aosta
con il 20% di dispersione, Marche e Trentino Alto Adige con il 26%.
Nonostante il quadro poco confortante, si riscontra la presenza di agevolazioni tariffarie nel 56% dei casi. La situazione resta però molto
Regione
Totale 2014
Totale 2013
Totale 2007
Abruzzo
€ 294
€ 285
€ 207
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia
Friuli
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino
Umbria
V. d'Aosta
Veneto
Italia
€ 304
€ 282
€ 262
€ 439
€ 283
€ 371
€ 320
€ 255
€ 451
€ 143
€ 342
€ 412
€ 368
€ 344
€ 526
€ 265
€ 439
€ 220
€ 351
€ 355
€ 295
€ 282
€ 259
€ 406
€ 266
€ 334
€ 305
€ 239
€ 429
€ 143
€ 315
€ 390
€ 321
€ 337
€ 498
€ 258
€ 421
€ 220
€ 326
€ 333
€ 224
€ 186
€ 190
€ 284
€ 168
€ 216
€ 227
€ 168
€ 270
€ 138
€ 229
€ 299
€ 232
€ 254
€ 312
€ 192
€ 290
€ 147
€ 207
€ 233
Variazione
2013/14
3,2%
3,1%
0,0%
1,2%
8,1%
6,4%
11,1%
4,9%
6,7%
5,1%
0,0%
8,6%
5,6%
14,7%
2,1%
5,6%
2,7%
4,3%
0,0%
7,7%
6,6%
Variazione
2007/14
42,2%
35,7%
51,6%
37,9%
54,6%
68,5%
71,8%
41,0%
51,8%
67,0%
3,6%
49,3%
37,8%
58,6%
35,4%
68,6%
38,4%
51,4%
49,7%
69,6%
52,3%
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi e tariffe, 2015
Tabella 1 - Spesa media annua per singole voci e per regioni (Importi comprensivi di Iva).
46
2/2015
l’Ambiente
Città
Spesa annua 2014
Variazione 2013/14
Variazione 2007/14
Isernia
€ 120
0,0%
9,4%
Milano
€ 136
8,7%
28,2%
Campobasso
€ 166
0,0%
0,0%
Cosenza
€ 171
0,0%
0,0%
Caserta
€ 184
0,0%
0,0%
Catania
€ 194
2,1%
5,6%
Varese
€ 198
11,9%
23,8%
Udine
€ 207
10,1%
56,8%
Savona
€ 211
3,7%
20,6%
Imperia
€ 212
0,0%
16,5%
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi e tariffe, 2015.
Tabella 2 – Le dieci città in cui il servizio idrico integrato costa di meno (Importi comprensivi di Iva, anno 2014).
Regione
Dispersione
rete 20131
Dispersione
rete 20072
Abruzzo
53%
51%
Calabria
60%
49%
Basilicata
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
Italia
58%
46%
27%
31%
60%
28%
27%
26%
-
28%
34%
-
49%
36%
26%
40%
20%
31%
37%
-
39%
22%
37%
37%
20%
15%
23%
56%
24%
40%
43%
1
34%
2
36%
27%
35%
39%
26%
34%
Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio prezzi e tariffe su dati
Legambiente – Ecosistema Urbano 2014.
Tabella 3 – Dati sulla dispersione idrica: il 37% dell’acqua
immersa nelle tubature va sprecata.
2/2015
disomogenea nelle diverse aree del Paese e le misure risultano essere spesso poco incisive. Gli aventi diritto vengono individuati in base
alla soglia dell’indicatore Isee nel 79% dei casi; per quanto riguarda
l’entità dell’agevolazione, nel 31% dei casi è uguale per tutti gli aventi
diritto e in un ulteriore 31% è stabilita in base alla numerosità del nucleo familiare. Infine, per quanto riguarda la tipologia di agevolazione,
nel 39% dei casi si configura come contributo forfettario.
Il Commissario Europeo Vĕra Jourová per la Giornata europea del
consumatore ha affermato in maniera chiara che è urgente mettere al
centro delle politiche la figura dei cittadini-consumatori, rafforzandone
i diritti ed aumentando i luoghi della partecipazione.
Nell’ambito dei servizi idrici, nel nostro paese abbiamo anche ulteriori
traguardi: garantire la fornitura di acqua potabile in tutte le aree del
paese, ridurre il dato sulla dispersione idrica che rimane elevatissimo,
ovvero garantire a tutti l’accessibilità e la qualità nell’erogazione del
servizio. Coinvolgere i cittadini nella definizione e nella valutazione del
servizio, applicando il comma 461 dell’art.2 delle Legge Finanziaria
per il 2008, può rappresentare un atto di coraggio da parte delle amministrazioni ed un’assunzione di responsabilità da parte di cittadini
ed organizzazioni di consumatori, per considerare la qualità e l’efficienza “un bene comune”.
Dato non disponibile per Pescara, Crotone, Avellino, Caserta, Viterbo, Genova,
Lodi, Campobasso, Isernia, Cagliari, Nuoro, Oristano, Agrigento, Caltanissetta,
Grosseto, Pistoia, Prato, Rovigo.
Per il 2007 non sono disponibili i dati relativi alle seguenti città: Agrigento, Brindisi, Chieti, Enna, Isernia, Matera, Nuoro, Oristano, Potenza, Reggio Calabria e
Vibo Valentia.
CITTADINANZATTIVA-ONLUS
C.F.: 80436250585
centralino: 06367181 (dal lunedì al venerdì 9.00/17.00 orario continuato);
Per la tutela dei tuoi diritti, contatta il PiT Servizi: 0636718555
(lun. - merc. - ven. 9.30/13.30); [email protected];
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47
Euronews a cura di Roberto Alzetta
Finanziamenti europei senza frontiere
2020 ha una marcia in più: introduce una notevole semplificazione
sia nelle regole di partecipazione sia grazie all’accorpamento in un
unico programma dei finanziamenti
Il progetto: chi partecipa e come
Qualche lettore ricorda con nostalgia i “Giochi senza frontiere”?
Eravamo incollati davanti alla televisione in bianco e nero, pronti a
tifare per la squadra italiana che doveva sfidare le squadre europee in una piccola olimpiade di giochi. La prima edizione andò in
onda nel 1965 e poi, ogni estate, ininterrottamente fino al 1982 per
poi chiudere il programma nel 1999.
Anche la Commissione Europea ha finalmente compreso che la
crescita si misura a livello mondiale ed ha abbattuto le frontiere
offrendo alle aziende, alle organizzazioni senza scopo di lucro, alle
ONG, alle università e ai centri di ricerca europei un pacchetto di
finanziamenti da condividere con soggetti di altri paesi interessati
a collaborare a “Horizon 2020”. Questo nuovissimo Programma
Quadro ha una dotazione di circa ottanta miliardi di euro e riunirà per la prima volta tutti i finanziamenti dell’Unione Europea
esistenti per la ricerca e l’innovazione (CIP e IET).
Horizon 2020 indirizzerà le risorse finanziarie verso tre priorità distinte che corrispondono alle priorità della strategia Europa 2020
e dell’iniziativa “L’Unione dell’Innovazione” che attribuiscono alla
ricerca e all’innovazione un ruolo fondamentale per conseguire
gli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Horizon
Possono partecipare ad Horizon 2020 qualsiasi impresa, associazione senza scopo di lucro, ONG, fondazione, università e centro di
ricerca stabiliti in uno Stato membro oppure in un paese associato
o in un paese terzo in grado di soddisfare le condizioni minime di
partecipazione stabilite dai bandi comunitari. Ogni progetto deve
essere presentato da almeno 3 soggetti giuridici, ognuno dei quali
deve essere stabilito in uno Stato membro o in un paese associato
diverso. In nessun caso 2 di questi soggetti giuridici possono essere stabiliti nello stesso Stato membro o paese associato. Inoltre tutti
e tre i soggetti giuridici devono essere indipendenti l’uno dall’altro.
Il programma prevede solo due tipologie di cofinanziamento o
contributo alla spesa, in base al tipo di attività previsto per quella
misura indicato in ogni bando. I soggetti no-profit ottengono la straordinaria opportunità di ottenere fino il 100% dei costi sostenuti,
mentre per tutti gli altri soggetti è previsto un flat rate del 25% per
i costi indiretti.
Le porte sono aperte a tutti gli Stati Membri UE, ai paesi partecipanti dei Paesi associati al Programma Quadro di Ricerca dell’Unione
Europea (cioè quei Paesi che contribuiscono al budget dell’Unione)
dato che hanno gli stessi diritti degli enti degli Stati Membri mentre
per gli altri Paesi la situazione può variare a seconda dell’azione
finanziata. Ad esempio possono candidarsi i soggetti residenti nei
paesi membri dell’ European Free Trade Association (EFTA), nei
paesi e territori associati al settimo programma quadro, nei paesi
terzi selezionati che hanno una buona capacità in scienza, tecnologia e innovazione.
Per ricercare un partner qualificato e in grado di collaborare
seriamente ci si può rivolgere alla Camera per la Cooperazione
italiana visitando il sito web http://chamberofcooperation.wix.
com/ccip oppure inviare una email a [email protected]
La dotazione finanziaria per l’attuazione di HORIZON 2020 è così fissata:
Priorità 1 - Eccellenza scientifica, € 22.274 milioni, 31,73% del budget totale
Priorità 2 - Leadership industriale € 15.507 milioni, 22,09% del budget totale
Priorità 3 - Sfide per la società € 27.048,06 milioni, 38,53% del budget totale
Il restante budget è assegnato ai programmi trasversali
48
2/2015
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Energia e Ambiente P
Le misure di protezione attiva applicabili ai
depositi di bioetanolo
Roberto Lauri, Inail Ricerca, Certificazione e Verifica, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti,
Prodotti ed Insediamenti Antropici – Email: [email protected]
Sulla base delle esperienze e delle evoluzioni delle politiche
energetiche, che hanno visto un crescente integrarsi delle decisioni ambientali con quelle di natura energetica, l’Unione Europea ha definito una strategia, finalizzata a raggiungere entro
il 2020 tre principali obiettivi: la riduzione dell’entità dei consumi
globali delle fonti energetiche, il decremento delle emissioni di
gas capaci di alterare le condizioni climatiche e infine l’aumento
al 20% della presenza di fonti rinnovabili nel computo totale delle risorse utilizzate a fini energetici. Considerando questo ultimo
aspetto è importante sottolineare il fatto che si fa riferimento a
tutte le forme di energia e dunque anche ai consumi per il riscaldamento e il raffrescamento sia nelle industrie che nel settore
civile ed al ramo dei trasporti, per il quale si prevede che i fabbisogni siano coperti almeno per il 10% da biocombustibili. Una
forte accelerazione alla produzione di biocombustibili può essere
impressa dalle bioraffinerie che consentono, attraverso tecnologie e processi che producono minimi scarti e limitano le ricadute
sull’ambiente, la trasformazione delle biomasse in vettori energetici (combustibili), prodotti di chimica di base e di chimica fine.
Nell’ambito dei combustibili di pregio di origine vegetale l’articolo
prende in esame il bioetanolo, che viene miscelato in proporzioni
variabili nei carburanti per l’autotrazione ed anche impiegato per
il riscaldamento civile.
In alcuni Paesi, come Brasile e Francia, esso è in vendita da
diversi anni nelle pompe di distribuzione come componente delle
benzine verdi, mentre in Italia si potrebbero creare scenari interessanti per un suo crescente utilizzo. La diffusione delle bioraffinerie deve avvenire non solo nell’ottica della riduzione dell’impatto ambientale e della massimizzazione delle rese, ma anche
del miglioramento del livello di sicurezza del loro ciclo produttivo.
Il presente lavoro focalizza l’attenzione sullo stoccaggio del bioetanolo, illustrando le misure di protezione attiva più efficaci per
limitare gli effetti di possibili incendi di etanolo e fornendo delle
indicazioni per il dimensionamento di tali sistemi di sicurezza.
Etanolo: individuazione dell’indicazione di pericolo
ai sensi del Regolamento CE 1272/2008
L’etanolo è caratterizzato da un campo di infiammabilità che è
compreso tra il 3,5% e il 15% (le percentuali si riferiscono a valori volumetrici), da un punto di infiammabilità di circa 13 °C e da
una temperatura di ebollizione di circa 78 °C. E’ bene precisare
che tale biocombustibile, prodotto sfruttando biomasse lignocellulosiche, presenta proprietà chimico-fisiche praticamente identiche a quelle dell’etanolo di origine sintetica. La definizione di
50
tali parametri è utile per classificare l’alcol etilico secondo i dettami (Tabella 1), sanciti dal Regolamento CE 1272/2008, che
ha modificato in ambito europeo la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele. Osservando
la tabella sottostante si ricava la categoria (2) di appartenenza
dell’etanolo, a cui viene associata (dal medesimo Regolamento)
l’indicazione di pericolo H 225, cioè liquido e vapore facilmente
infiammabili. Ciò influenza sia la scelta dell’agente estinguente
che il dimensionamento dei sistemi di protezione attiva.
Categoria
1
2
3
Criteri
Punto di infiammabilità < 23 °C e punto
iniziale di ebollizione ≤ 35 °C
Punto di infiammabilità < 23 °C e punto
iniziale di ebollizione > 35 °C
23 °C ≤ Flash point ≤ 60 °C
Tabella 1 – Classificazione dei liquidi infiammabili.
L’agente estinguente
Poiché il bioetanolo può generare incendi di classe B, l’agente estinguente più adatto per spegnere tali fuochi è la miscela schiumogena (soluzione acquosa di un liquido schiumogeno). Lo schiumogeno viene definito in base al suo rapporto di
espansione. Lo schiumogeno a bassa espansione si espande
da 1 a 20 volte il suo volume originale, lo schiumogeno a media
espansione si espande da 20 a 200 volte e lo schiumogeno ad
alta espansione si espande da 200 a 1000 volte. Gli impianti
di estinzione a bassa espansione vengono generalmente impiegati in zone dove bisogna affrontare bassi carichi di combustibile ed in cui la velocità di intervento è fondamentale. Nel
caso di depositi di combustibile più consistenti si può ottenere un miglior controllo con una schiuma avente un rapporto di
espansione maggiore, creando una vera e propria “coperta”
sulla zona da proteggere, arrivando fino al limite degli impianti
a media espansione. Per gli impianti ad alta espansione il concetto di spegnimento cambia radicalmente, infatti l’obiettivo da
conseguire è quello di una saturazione volumetrica, togliendo
fisicamente l’ossigeno dall’ambiente. Per la protezione dei depositi di bioetanolo sono ampiamente diffusi gli schiumogeni
AFFF (Aqueous film-forming foam) resistenti all’alcool, essendo questo biocombustibile miscibile con l’acqua. I concentrati
schiumogeni consentono di creare un film in grado di separare
2/2015
l’Ambiente
il combustibile dal comburente in modo da estinguere l’incendio.
Le percentuali utilizzate per gli AFFF sono 1%, 3% e 6% e tali
valori indicano la quantità di schiumogeno da aggiungere all’acqua per creare la soluzione richiesta. I concentrati AFFF al 3%
hanno un largo impiego nei sistemi antincendio fissi installati in
campo industriale.
Le misure di protezione attiva per l’area di stoccaggio del bioetanolo
Ai fini di incrementare il livello di sicurezza delle aree di stoccaggio del bioetanolo le misure di protezione attiva devono essere in grado sia di ridurre l’insorgere di pericolosi effetti domino,
derivanti dall’incendio di uno o più serbatoi, che di estinguere
rapidamente incendi di pozze di etanolo (pool fire), che possono
verificarsi all’interno del bacino di contenimento che circonda il
deposito, a causa di accidentali rilasci dai serbatoi stessi, da
flange, da valvole, da connessioni di piccolo diametro (è il caso
tipico dell’installazione della strumentazione di processo), etc..
Il primo requisito può essere conseguito mediante l’adozione di
impianti fissi di estinzione applicati ai singoli serbatoi (Figura 1),
mentre il secondo per mezzo di impianti schiuma fissi (monitori)
installati lungo il perimetro del bacino (Figura 2).
Figura 2 – Monitori (protezione del bacino).
Gli impianti fissi di estinzione a protezione
dei serbatoi
La tipologia costruttiva più diffusa nel settore dello stoccaggio
del bioetanolo è il serbatoio a tetto fisso esterno (generalmente
di forma conica), avente un tetto flottante interno che si muove
seguendo l’aumento o la diminuzione del livello del liquido contenuto in esso durante i riempimenti o gli svuotamenti. Si può
ricorrere all’utilizzo di funicelle di acciaio, collegate tra fondo e
tetto fisso, passanti attraverso il tetto flottante per garantirne lo
scorrimento verticale, impedendone la rotazione. L’evaporazione dell’alcool etilico nell’intercapedine presente tra tetto fisso
e tetto flottante viene limitata da una guarnizione circolare posta su tutta la circonferenza esterna del tetto flottante e premuta da molle metalliche contro la parete del serbatoio. La soluzione migliore per fronteggiare incendi nei serbatoi di etanolo
consiste nell’installazione di impianti fissi a bassa espansione,
che iniettano la miscela schiumogena all’interno del recipiente,
al di sopra del tetto flottante (fixed surface system), per soffocare eventuali incendi nell’intercapedine (Figura 3). Tale scelta
impiantistica viene presa in esame nel paragrafo al fine di determinare i principali parametri di esercizio.
Figura 3 – Iniezione dell’agente estinguente sopra la superficie liquida (fixed surface system).
Figura 1 – Impianto fisso di estinzione.
2/2015
L’erogazione dell’agente estinguente al di sotto del livello del
liquido stoccato (subsurface foam injection) è invece particolar-
51
+
Energia e Ambiente P
mente adatta allo stoccaggio di idrocarburi.
Il dimensionamento dell’impianto fisso richiede la definizione
delle seguenti grandezze:
• la minima portata volumetrica (Qmin) erogabile di miscela
schiumogena (m3/s);
• la minima durata di alimentazione dell’agente estinguente
(minuti);
• il minimo numero di ugelli richiesti.
Per definire questi parametri si può fare riferimento alla Norma
NFPA (National Fire Protection Association) 11, che definisce
gli standard di progettazione e di esercizio dei sistemi schiumogeni a bassa, media ed alta espansione. In particolar modo la
minima portata volumetrica può essere ricavata dalla seguente
equazione, riportata nella suddetta norma:
Qmin = D 2 ⋅ 0,785 ⋅ Qsurface
(1)
in cui:
• D indica il diametro del serbatoio, espresso in piedi (ft);
• 0,785 è una costante adimensionale;
• Qsurface indica la minima portata volumetrica per unità di area
ed è espressa in galloni al minuto per piede quadrato (gpm/
ft2) = 0,16 gpm/ft2 (per l’etanolo).
Pertanto il valore calcolato di Qmin mediante l’equazione (1) risulta espresso in galloni al minuto (gpm) e può essere convertito nelle unità di misura del Sistema Internazionale, ricordando
che 1 gpm = 6,31⋅10-5m3/s. La Norma NFPA 11 impone un minimo tempo richiesto di erogazione della miscela schiumogena di
55 minuti per la protezione dei depositi di bioetanolo (siamo in
presenza di un liquido infiammabile avente un punto di infiammabilità minore di 38 °C), mentre il numero minimo di ugelli di
scarico per serbatoio viene riportato nella Tabella 2.
Diametro del serbatoio (m)
Minimo numero di ugelli
D < 24
24≤ D <36
36≤ D <42
42≤ D < 48
48≤ D < 54
54≤ D < 60
1
2
3
4
5
6
Tabella 2- Minimo numero di ugelli (fixed surface system).
Tali ugelli vengono collocati in modo equidistante lungo la circonferenza del serbatoio.
Impianti fissi a protezione del bacino
di contenimento
La possibilità di rilasci di alcol etilico nel bacino di contenimento non è inusuale e pertanto si deve predisporre un adeguato
sistema di sicurezza in grado di estinguere in tempi brevi un in-
52
cendio da pozza (pool fire). La corretta progettazione ed installazione degli impianti fissi (la trattazione è relativa all’utilizzo di
monitori per l’immissione dello schiumogeno nel bacino) non è
sufficiente a garantire un elevato livello di sicurezza, se la misura
di protezione attiva non è supportata da un efficace sistema di
rilevamento delle perdite e di trasmissione del segnale di allarme, che sono fondamentali per ridurre il tempo di intervento del
dispositivo protettivo. A seconda dell’estensione dell’area di stoccaggio da proteggere possono essere impiegati sistemi a bassa
o a media espansione. Nella protezione di depositi di bioetanolo
la tipologia a bassa espansione trova un largo impiego, in quanto
il sistema a lancio di schiuma (monitore) aumenta la gittata che
riesce a coprire al diminuire del rapporto di espansione. Anche in
questo caso, facendo riferimento alla Norma NFPA 11, è possibile definire sia la minima portata volumetrica erogabile (di schiumogeno) per unità di area (Qbasin) che la minima durata prevista
per l’alimentazione dell’agente estinguente (Tabella 3).
Sistema di
iniezione dello
schiumogeno
Qbasin
(l/min m2)
Minimo tempo
di alimentazione
(s)
Monitore
6,5
1800
Tabella 3 – Minima portata erogabile e minimo tempo di
alimentazione (monitori).
E’ bene precisare che, relativamente al calcolo della più bassa
portata richiesta, la superficie che deve essere considerata è
data dalla differenza tra l’area del bacino e quella complessiva
dei serbatoi in esso racchiusi.
Il posizionamento e la scelta dei monitori devono garantire la copertura dell’intero deposito, considerando anche la presenza del
vento. Questo implica una particolare attenzione alle loro caratteristiche costruttive e ai parametri di esercizio. Sono preferibili monitori dotati di giunti girevoli, che consentano la rotazione
orizzontale a 360° e in verticale fino a coprire un angolo di circa
160°. Questi dispositivi sono disponibili sia con azionamento
manuale (mediante leva di brandeggio o volantini) che con comando remoto (telecomando elettrico). Questa ultima soluzione
è particolarmente diffusa perché permette un’elevata precisione
di puntamento.
E’ possibile ricorrere anche a monitori aventi la duplice opzione
di azionamento in modo da assicurare l’entrata in azione anche
in presenza di guasti del sistema elettrico. Infatti possono essere predisposti dei comandi locali manuali sulla stessa unità,
mediante un manipolatore diretto per ciascun movimento, che
agisce sui servomeccanismi del sistema a lancio. Oggigiorno è
disponibile su scala industriale un’ampia gamma di monitori, che
sono in grado di garantire alte prestazioni anche in condizioni
estreme e in ambienti molto ostili (raffinerie, industrie chimiche,
etc.). Il range delle pressioni del getto di schiuma oscilla usualmente tra 8-12 bar e le tipologie esistenti in commercio consentono di erogare grandissime portate (fino a 30000 l/min) e di
coprire gittate molte lunghe (130-140 metri).
2/2015
l’Ambiente
Conclusioni
Bibliografia
Nell’ottica di favorire la diffusione nel nostro Paese di bioraffinerie
in grado di produrre biocombustibili ed in particolare bioetanolo,
assume un peso specifico importante la gestione in sicurezza
dei depositi di stoccaggio, che può essere attuata e migliorata
mediante il ricorso a misure di protezione attiva, che devono sia
limitare l’insorgere di effetti domino, i quali spesso fungono da
amplificatori degli eventi incidentali nell’industria di processo, che
estinguere nel più breve tempo possibile incendi (pool fire) scaturiti da rilasci accidentali nei bacini di contenimento. Questi sistemi
di sicurezza sono caratterizzati da una grande versatilità e quindi
ben si prestano ad essere applicati anche a depositi di considerevole estensione e con alti quantitativi stoccati.
[1] Pietrangeli B., Lauri R., Accardi D.S. “Biotecnologie per lo
sviluppo sostenibile: applicazioni e sicurezza”, Inail Pubblicazioni, Settembre 2014;
[2] NFPA 11 “Standard for low, medium and high expansion
foam”, 2010;
[3] Bryan and Bryan International “Ethanol Plant Development
Handbook”, 4a Edizione, Cotopaxi, 2003;
[4] Franceschin G., Sudiro M., Zamboni A., Bezzo F., Bertucco
A. “Energy and economic assessment of bioethanol production
by a dry milling process”, The Eight International Conference
on Chemical and Process Engineering, Ischia 24-27 Giugno
2007.
“Collina della vergogna”: iniziato il prelievo di Pneumatici Fuori Uso
Nel sito sulle colline senesi sono presenti circa 2.700 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso che da oltre dieci anni costituiscono un serio
problema ambientale e paesaggistico. Grazie all’intervento di Ecopneus il sito sarà completamento svuotato senza costi per la comunità.
Partite le operazioni di prelievo da parte di Ecopneus nel sito di Rapolano (SI) dove da oltre dieci anni erano abbandonate circa 2.700 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, equivalenti al peso di circa 300.000
pneumatici vettura: una questione ambientale molto sentita dalla comunità che troverà soluzione grazie all’intervento di Ecopneus. Le
operazioni, totalmente a carico di Ecopneus, coinvolgono 12 aziende
partner di Ecopneus e si stima si concluderanno entro l’estate.
Grazie al corretto recupero dei PFU presenti nel sito sarebbe possibile realizzare oltre 68 km di strade sicure, fonoassorbenti e durature,
oppure 24 campi da calcio in erba sintetica di ultima generazione o in
alternativa soddisfare il bisogno energetico di una città grande come
Siena per un intero quadrimestre.
Ecopneus è la società senza scopo di lucro principale responsabile
della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia: gestisce infatti le
operazioni di rintracciamento, raccolta, trasporto e recupero finale di
circa 250.000 tonnellate di PFU ogni anno, equivalenti in peso ad oltre
27milioni di pneumatici da auto, garantendo il loro recupero in superfici sportive, asfalti modificati, isolanti acustici, arredo urbano, energia
e molto altro ancora.
Per Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus, “il sito di Rapolano, nelle colline senesi, insiste su una delle aree più belle d’Italia
e che tutto il mondo ci invidia. Riuscire ad intervenire qui significa
quindi anche tutelare la bellezza e le qualità del nostro Paese, scongiurando un pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini, senza co-
2/2015
sti per la comunità e trasformando inoltre quello che era un problema
in preziose Materie Prime Seconde per tante utili applicazioni. E’ il
senso più alto e profondo di circular economy”.
Le operazioni di svuotamento nel sito procedono parallelamente alla
quotidiana attività Ecopneus di raccolta dei PFU presso gli oltre 3.000
“gommisti”, stazioni di servizio ed autofficine registrati in tutta la Regione e il successivo loro trasporto agli impianti di trattamento.
Nel 2014, sono state 16.358 le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso
raccolte in tutta la Toscana, quasi 2milioni di singoli pneumatici, suddivise tra le 1.362 tonnellate di PFU raccolte ad Arezzo, 4.208 ton a
Firenze, 1.648 ton a Grosseto, 1.370 ton a Livorno, 1.446 ton a Lucca,
1.041 ton a Massa-Carrara, 1.265 ton a Pisa, 1.472 ton a Pistoia,
1.021 ton a Prato e 1.524 ton a Siena. Anche nel 2015 prosegue in
linea la raccolta da parte del sistema Ecopneus di PFU in Toscana,
che nel primo trimestre ha superato già le 4.000 tonnellate.
I prelievi da stock storico di Ecopneus - La normativa sulla gestione dei PFU in Italia, impone ai soggetti come Ecopneus di impiegare
almeno il 30% dell’eventuale avanzo di gestione dell’esercizio economico in operazioni di prelievo straordinario da stock storici, come
definiti dal DM 82/2011, dove spesso le Amministrazioni Comunali con
le sole proprie risorse non riescono ad intervenire. Grazie ad una gestione efficiente ed oculata delle risorse, Ecopneus è riuscita dal 2012
ad oggi ad avviare a corretto recupero già oltre 60.000 tonnellate di
PFU in dieci siti diversi dislocati in tutta Italia.
53
 Aziende Informano
Un bypass lungo lungo
Un depuratore può essere disattivato solo per brevissimi periodi, non certamente per mesi. Così quando nel depuratore di
Bulgarograsso (da 90mila Abitanti Equivalenti) in provincia di
Como si dovevano effettuare lavori improrogabili di risanamento, ampliamento e ricostruzione del canale che porta i liquami al
depuratore, si è reso necessario l’approntamento di un by-pass
che portasse i liquami all’impianto di trattamento.
Xylem, che già negli anni ‘90 aveva dotato le vasche di ossidazione con diffusori a bolle fini Sanitaire per raddoppiarne la
capacità di trattamento, ha proposto la soluzione della realizzazione del by-pass con la formula del noleggio. Le caratteristiche dell’intervento erano una prevalenza di oltre 10 m, una
lunghezza delle tubazioni di oltre un chilometro e portate fino
a 1100 mc/h di liquami per permettere il funzionamento del depuratore per il tempo previsto per le opere sul canale: alcune
settimane.
Tale soluzione si è rivelata vincente oltre che per l’aspetto tecnologico ed economico, anche per l’ampiezza del servizio, che
nella proposta includeva un team di progettisti e installatori
specializzati in grado di fornire un impianto “chiavi in mano”,
tempi di realizzazione contenuti e il ripristino della situazione
operativa con lo smontaggio finale del by-pass.
Sono state installate quattro pompe con mandate che si diramavano a Y in modo da servire due linee di alimentazione delle
due vasche di ossidazione, consentendo l’attivazione di una
o entrambe le linee in funzione delle variazioni di carico del
depuratore. Le due linee sono state realizzate con una serie di
tubi da 150 mm di diametro.
Il pompaggio è stato realizzato con una soluzione mista di
due elettropompe sommerse NS 3153 da 13,5 kW, ideali per
il pompaggio di liquame e due pompe autoadescanti esterne
da 30 kW. Le pompe NS sono dotate di un proprio supporto
d’appoggio e sono semplicemente state poste sul fondo della
vasca di pompaggio, mentre le due pompe autoadescanti, facili
da movimentare e poco ingombranti, sono state posizionate in
esterno.
Particolare non trascurabile è che la potenza delle pompe installate per il by-pass è stata scelta in funzione della potenza
installata nella stazione di pompaggio dell’impianto.
In questo modo è stato possibile collegarle direttamente al sistema di alimentazione e controllo del depuratore, basato su
Plc, che ha gestito in automatico la loro accensione e spegnimento in funzione della effettiva necessità.
I numeri finali sono stati ampiamente soddisfacenti per il committente: funzionamento senza problemi per 29 giorni con una
portata media giornaliera di 24000 mc di liquami.
Xylem Water Solutions Italia Srl
Via Rossini, 1/A - 20020 Lainate (MI)
Tel. 02.90358.1 - Fax 02.9019990
Email: [email protected] Web: www.xylemwatersolutions.com/it
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l’Ambiente
Nuovo Misuratore “radioactive-free”
Il Multi-Phase Flow Meter VIS (VEGA Isokinetic Sampling), compatto e ad alte prestazioni, rappresenta la soluzione ideale per la misura
e il monitoraggio delle portate di olio, gas e acqua prodotte in prossimità delle teste pozzo. VIS permette la misura simultanea delle
tre diverse fasi con estrema accuratezza.
Caratteristiche
Il misuratore multiphase è in grado di fornire le stesse informazioni
e la stessa accuratezza di misura dei separatori di test convenzionali in un prodotto di dimensioni contenute con un tempo di ritardo
pari allo zero e a costi molto inferiori.
E’ basato su una tecnologia brevettata ed esclusiva, impostata sul
principio del campionamento isocinetico (isokinetic sampling) che
permette il prelievo di una piccola frazione della corrente multifase
e la sua successiva separazione nelle diverse fasi, garantendo l’assoluta accuratezza delle singole misure di portata.
Il msuratore è stato sviluppato in collaborazione con TEA Sistemi,
una società di Pisa impegnata nella ricerca e sviluppo di tecnologie
avanzate nel campo dell’Oil and Gas, ed è progettato per soddisfare i più stringenti requisiti del settore. E’ lo strumento di misura più
performante per l’analisi del pozzo, il controllo della produzione e
della distribuzione e per una gestione ottimale dei giacimenti.
richiedono la spedizione, lo sdoganamento, la messa in servizio e
– infine – il decommissioning e lo smaltimento dello strumento. Facilita inoltre sensibilmente la gestione dei permessi di import/export
e tutte le azioni manutentive da eseguire sul misuratore.
L’esclusiva tecnologia alla base del misuratore VIS lo rende inoltre perfettamente indicato per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei
campi di stoccaggio gas (gas storage fields), dove può sostituire il
tradizionale orifizio tarato, permettendo l’individuazione di tracce di
acqua nel gas estratto.
Lo strumento non ha limitazioni di taglia e può essere applicato su
condutture di tutte le dimensioni. Un’ulteriore caratteristica esclusiva è la possibilità di progettarlo in modo da incrementare il turndown sulla misura del gas sino ad un rapporto 100:1, il più alto
disponibile sul mercato.
La società
ABB Measurement Products è tra i principali produttori e fornitori
di strumentazione e analizzatori a livello mondiale. Con migliaia di
esperti in tutto il mondo ed una tecnologia d alte prestazioni, il team
di ABB si impegna per rendere sempre più semplici le operazioni di
misura dei propri clienti.
Il misuratore VIS di ABB può operare in tutti i tipi di campi di wet
gas, dove la frazione volumetrica di gas (Gas Volume Fraction GVF) è superiore all’80% e le sue prestazioni non sono inficiate
neanche a fronte delle più difficili condizioni operative. Quando la
frazione volumetrica di gas è estremamente alta, le sue prestazioni
sono ineguagliate.
Tale misuratore è anche il miglior modo per proteggere gli investimenti in strumentazione a fronte dell’invecchiamento dei giacimenti, dove il GVF tende ad aumentare progressivamente e nei pozzi
soggetti a gas lift – dove cioè grandi quantità di gas sono mescolate
alle fasi liquide.
Vantaggi
Uno dei maggiori benefici del misuratore VIS di ABB è che, a differenza di molte soluzioni per la misura di flussi multifase presenti
sul mercato, non si basa su alcun componente radioattivo. Questa
sua caratteristica è di fondamentale importanza in tutte le fasi che
2/2015
ABB SPA
Stefania Piantoni
Tel. 02.24147265 – Fax 02.24143892
Email: [email protected] –
Web: www.abb.it
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 Aziende Informano
Raschiatori a catena in plastica Probig
Applicazioni
La Moreschini Rappresentanze snc è rappresentante esclusiva in
Italia per la vendita di raschiatori a catena in plastica e flottatori in
plastica della Probig, ditta austriaca leader europea nella produzione e vendita di questa tipologia di prodotti, con stabilimenti in
Austria, Germania ed Olanda e con centinaia di referenze sia in
impianti comunali che industriali ed in particolare in raffinerie.
La Probig ha appena concluso un importante contratto con una
raffineria: la fornitura di 28 raschiatori a catena API alla Naftan di
Nowopolozk in Bielorussia per un importo di 2,6 Mio di euro. Si tratta di raschiatori di fondo e superficie per fanghi oleosi molto pesanti
e con vasche di grandi dimensioni larghe dai 9 ai 12 m e lunghe
fino a 140 m. Probig aveva già fornito, nel 2009, 12 raschiatori
simili alla stessa raffineria e proprio la loro affidabilità e robustezza
hanno permesso la stipula del nuovo contratto. Ha inoltre fornito,
nel 2014, 52 raschiatori a catena per sedimentatori e dissabbiatori
nel depuratore comunale di Vienna.
Particolarmente diffuse sono le applicazioni in impianti di depurazione, come dissabbiatori, disoleatori, sedimentatori rettangolari,
flottatori (Probig costruisce tra l’altro flottatori completamente in
materie plastiche: vasca e raschiatori!) e nelle industrie chimiche
e petrolifere.
La società, nata come produttrice di materie plastiche, ha per tutte
le applicazioni la soluzione perfetta ed è fornitrice per questo delle
principali industrie europee: Agrana, Bayer, Borealis, Brau Union,
BP/Texano, Daimler, Chrisler, Degussa, Esso, Henkel, Sca, Swarovski, Wacker, ecc.
L’intera progettazione del raschiatore ed il suo eventuale montaggio è effettuata da tecnici qualificati.
I ponti raschiatori a catena in plastica hanno nei depuratori un
grande vantaggio rispetto ai tradizionali ponti va e vieni quando la
vasca va coperta: bastano una semplice ed economica copertura
piana senza tamponamenti laterali o senza speciali e costosi sistemi di apertura delle coperture al passaggio del ponte. Moreschini
Rappresentanze snc propone in questo caso l’abbinamento con le
coperture in lega d’alluminio Global Ecology Industria, inattaccabili,
economiche ed eterne!
Probig è inoltre produttrice di catene, ruote dentate e componenti
in plastica di ogni tipo (nylon, poliacetato, polietilene ad alto peso
molecolare, vetroresina, poliuretano, robolan, ecc.) ad altissima
resistenza e di grande durezza, per qualsiasi applicazione
industriale.
I vantaggi dei componenti in plastica
La tecnologia moderna ha dimostrato i vantaggi dei componenti
in plastica rispetto ai tradizionali ponti va e vieni in acciaio: minor
peso, costruzione più facile ed accessibile, minor consumo di energia e durata nettamente più lunga!
Questi raschiatori sono specifici per ambienti aggressivi ed umidi.
In presenza di tali caratteristiche il paragone con i ponti metallici è
improponibile: i raschiatori a catena Probig sono più leggeri fino al
90%, hanno una durata da doppia a dieci volte tanto e permettono
di risparmiare fino all’80% di energia!
Le speciali plastiche usate, frutto dell’esperienza del gruppo Probig
in questo campo, sono molto più pulite, semplici e flessibili nelle
applicazioni quotidiane: corrosione, manutenzioni continue e lubrificazioni sono cose del passato.
I vantaggi tecnici sono collegati a quelli economici: il costo di acquisto e gestione è nettamente inferiore a quello dei ponti tradizionali.
56
Moreschini Rappresentanze snc
Via Carlo Ignazio Giulio 1
10090 S. Giorgio Canavese (TO)
Tel.: 0124/32.407 – Fax 0124/32.53.46
Email: [email protected] –
Web: www.moreschinisnc.it
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l’Ambiente
X-tremely clever: la nuova gamma/X
ProMinent, l’azienda produttrice con sede a Heidelberg, Germania,
ha sviluppato una nuova pompa dosatrice nella gamma da 1 ml/h
a 45 l/h con una contro pressione da 25 a 2 bar. La nuova pompa
elettromagnetica gamma/X si caratterizza per il design moderno,
una nuova elettronica e tante funzioni aggiuntive. Si distingue per
l’azionamento magnetico a bassa usura, la tecnologia di regolazione innovativa e un sistema molto intuitivo di comando. A differenza
delle tecnologie tradizionali, per il rilevamento della pressione o dei
guasti idraulici, la gamma/X non necessita ad esempio di componenti esterni soggetti a guasti. Garantisce in piena autonomia un
processo di dosaggio senza intoppi, incrementando notevolmente
l’efficacia e il rendimento di dosaggio.
Tecnologia innovativa di regolazione
Nella nuova elettronica, unica al mondo, si nasconde molto di più di
quello che può apparire dall’esterno. Prima pompa dosatrice nella
sua classe di potenza, la gamma/X è azionata da un magnete regolato in modo intelligente. Con l’innovativa tecnologia di regolazione, la nuova pompa supera ampiamente le tecnologie tradizionali.
La regolazione magnetica è in grado di rilevare ogni variazione di
pressione e impedisce il sovraccarico dell’impianto. Viene inoltre
visualizzata a display la pressione di lavoro effettiva della pompa.
Tutto ciò senza sensori aggiuntivi. Rispetto ad altre pompe dosatrici, vengono così prevenuti possibili malfunzionamenti.
È possibile impostare elettronicamente la lunghezza corsa nel range compreso tra 0 e 100%. Nel dosare - in modo proporzionale
alla quantità - una sostanza chimica nel flusso principale, il do-
saggio continuo, effettuato con una corsa di dosaggio prolungata,
rappresenta un vantaggio poiché permette di ottenere una perfetta
miscelazione e di evitare l’impiego di miscelatori statici nel flusso
principale o polmoni smorzatori. Per gli utenti, ciò rappresenta un’innovazione nei processi di dosaggio e produzione.
Aumentare l’efficacia e ridurre i costi
La nuova pompa dosatrice magnetica a membrana gamma/X riconosce in tempo reale le variazioni di pressione e adatta il comportamento di dosaggio alle nuove condizioni, in modo completamente
automatico. Nel caso in cui bolle di gas emesse da liquidi dovessero
disturbare il dosaggio, il risultato viene ottimizzato mediante uno
sfiato automatico. L’intelligente tecnologia di regolazione garantisce, in piena autonomia, un processo di dosaggio senza intoppi,
accrescendo la produttività e la qualità del prodotto.
Facilità d’uso
Grazie alla tecnologia Click Wheel, l’impostazione dei parametri non
è mai stata così veloce. Quattro tasti consentono di accedere velocemente ai diversi livelli di gestione senza dover scorrere il cursore,
garantendo una gestione e una programmazione estremamente intuitive della nuova gamma/X. La segnalazione LED di stato, a tre
livelli, ubicata in alto sul lato anteriore dell’apparecchio, indica lo
stato operativo, visibile da tutte le angolature e da lontano, permettendo di avere un quadro generale dello stato operativo corrente.
La futura versione con tecnologia bluetooth consentirà di impostare
i parametri di regolazione anche tramite smartphone o iPad.
ProMinent Italiana S.r.l.
Via A. Dürer, 29 - 39100 Bolzano
Tel. 0471.920000 – Fax 0471.920099
Email: [email protected] –
Web: http://gammax.prominent.com
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. Prodotti e servizi
IBT Group
Ocean Optics
Conad innova la catena del freddo
Mini spettrometro di ultima generazione
Conad è la prima insegna della GDO
ad adottare un’innovativa tecnologia
a zero emissioni che consente di produrre freddo a temperature controllate
con un notevole risparmio energetico
rispetto al passato, grazie all’impiego
di una speciale turbina “oil-free”, brevetto frutto della ricerca aerospaziale
americana.
L’innovativa tecnologia servirà a gestire in maniera ottimale la catena del
freddo nel centro logistico di PAC 2000A-Conad a Fiano Romano nel Lazio, tra
le maggiori piattaforme distributive d’Europa. Il nuovo impianto di trigenerazione
farà risparmiare circa 47 euro all’ora rispetto alle tecnologie tradizionali, con un
saving totale all’anno, in termini di energia primaria, superiore a 4.000 MWh e
350 Tep.
La novità rispetto alle tecnologie tradizionali, è che il sistema riesce a massimizzare l’efficienza energetica complessiva, con punte oltre l’85 per cento per un funzionamento annuo di oltre 8 mila ore, grazie a un brevetto sviluppato dall’azienda
americana Capstone leader mondiale nelle turbine a gas con tecnologia oil free,
che consente a una turbina, con un principio di funzionamento simile a quello di
un jet aeronautico, di operare senza olio e liquidi lubrificanti al suo interno. Grazie
a questa caratteristica, i fumi di scarto della turbina, oltre ad avere tenori di NOx
e CO molto bassi, sono puliti per la presenza di un alto contenuto di ossigeno. Le
temperature dei gas di scarico consentono di ottenere un vettore termico pregiato
per l’alimentazione di gruppi di assorbimento ad ammoniaca.
Nelle specifico, l’impianto trigenerativo è composto da una turbina da 800 kWe
che sfrutta l’energia fornita dal gas metano per produrre allo stesso tempo energia
elettrica, utilizzata per tutti gli usi necessari del magazzino e, grazie a un sistema
di recupero di calore, acqua surriscaldata da utilizzare come fonte di energia per
un sistema di assorbimento ad ammoniaca da 360 kW frigoriferi che produce acqua glicolata a -8 °C necessaria
per refrigerare il magazzino. Inoltre,
dagli esausti della turbina vengono ricavati ulteriori 240 kW di acqua calda
a 65 °C per lavaggi, sbrinamenti Uta
(Unità trattamento aria) e la climatizzazione degli uffici.
Ocean Optics ha lanciato una linea di spettrometri che combina l’esperienza nella
progettazione di mini spettrometri con tecniche di fabbricazione di massimo livello. Lo spettrometro Flame offre un’alta stabilità termica e una bassa variabilità
da un dispositivo all’altro, senza compromettere la flessibilità e la configurabilità
tipiche dei mini spettrometri modulari. Le diverse caratteristiche, tra cui le fenditure intercambiabili, gli indicatori LED e i connettori di dispositivo semplificati,
forniscono una maggiore flessibilità per un’ampia gamma di applicazioni UV-Vis
in laboratorio o sul campo. Le capacità di rilevazione remota di Flame possono
essere utilizzate per la misurazione dell’irradianza solare, della dosimetria UV, dei
colori riflessi di piante e animali, oppure per il controllo della qualità dell’acqua e
il monitoraggio del suolo.
Flame è interamente configurabile sulla gamma di lunghezza d’onda 190-1100
nm per uso nelle applicazioni di assorbanza, trasmissione, riflettanza, irradianza e colore. Gli spettrometri vengono preconfigurati o configurati su misura,
con fenditure intercambiabili che permettono agli utenti di regolare la risoluzione e il rendimento su richiesta. Ad esempio, in pochi secondi l’utente può
riconfigurare lo stesso spettrometro da un’alta risoluzione per l’assorbanza a
un alto throughput per la fluorescenza. Flame non solo fornisce la misurazione
del campione ma può essere anche affinato per la misura di parametri in campo. Per aumentare ulteriormente la flessibilità di misurazione, Flame si abbina
perfettamente alla gamma di sorgenti luminose, fibre ottiche, accessori di campionamento e software di Ocean Optics.
Il perfezionamento del banco ottico e i metodi di allineamento ad alta precisione accrescono la performance di Flame per le applicazioni più esigenti in laboratorio e sul campo. Flame presenta una stabilità termica pari a 0,05 nm/°C
da 200-850 nm e prestazioni altamente costanti da un dispositivo all’altro che
rispondono alle esigenze degli OEM e degli
altri clienti con elevati
volumi di produzione.
Le piccole dimensioni (89x63x34 mm) e
il peso ridotto (265 g)
rendono Flame lo spettrometro ideale per il
trasporto sul campo oppure per l’installazione
nelle stazioni di monitoraggio remoto.
Per informazioni:
Lavinia Colonna Preti, Ufficio Stampa IBT Group,
Tel. 0422.616311 – Fax 0422.616363
Email: [email protected]
Web: www.ibtgroup.at
Per informazioni:
Ocean Optics - Daniëlle Ravenshorst
Tel. +31 (0)26.3190500 - Fax +31 (0)26.3190505
Email: [email protected]
Web: www.oceanoptics.com
Iggesund
Meno emissioni in cartiera
Dal 2013 al 2014 lo stabilimento
svedese di Iggesund Paperboard per la produzione di polpa di
cellulosa e cartoncino, ha ridotto
le già modeste emissioni di anidride carbonica di origine fossile
dell’86%. Questa riduzione è da
attribuire in parte all’investimento
della società nella nuova caldaia
a recupero, completata nel 2012.
Il miglioramento dell’impatto ambientale della cartiera non ha
riguardato la sola anidride carbonica. Le emissioni di anidride solforosa, se confrontate con quelle
del 2011, ultimo anno di utilizzo
della vecchia caldaia a recupero,
hanno subito un taglio dell’82%,
quelle di ossido di azoto del 19%
e del 90% quelle dei particolati.
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La cartiera di Iggesund non è la sola, all’interno del gruppo Holmen, ad essersi
affermata per il proprio impegno ambientale. Tra il 2013 ed il 2014 le emissioni
di anidride carbonica per tonnellata di cartoncino e materiali cartacei prodotti dal
gruppo, sono passate da 123 a 67 chilogrammi. Questo rappresenta un taglio di
quasi il 50% e dimostra come il gruppo abbia compiuto un ulteriore passo avanti
per ridurre l’impatto climatico dei propri processi produttivi.
Nel 2013 Iggesund ha attivato l’impianto di cogenerazione a biomassa nello stabilimento di Workington, Inghilterra. Passando dall’utilizzo del combustibile fossile
alla biomassa come fonte energetica, lo stabilimento ha quasi interamente eliminato dal processo produttivo le emissioni di anidride carbonica di origine fossile.
Nel 2014 la cartiera di Iggesund, Svezia, ha alimentato il proprio processo di produzione con una percentuale del 99.1% di bioenergia. Attualmente, le emissioni
provenienti dall’intera produzione di cartoncino del gruppo Holmen sono vicine
all’essere del tutto fossil-free. “La strategia di investimento nella tecnologia fossilfree nelle nostre cartiere ha rappresentato un passo decisivo nel nostro impegno
per uno sviluppo sostenibile,” sottolinea Strömberg. “L’essere stati premiati e l’aver raggiunto posizioni di rilievo in prestigiosi indici di sostenibilità dimostra che il
nostro impegno per le problematiche energetiche e climatiche ha dato credibilità
al Gruppo.
Per informazioni
Iggesund Paperboard
Staffan Sjöberg - Public Relations Manager
Email: [email protected]
Web: www.iggesund.com
2/2015
l’Ambiente
Eurven
Dab Pumps
Raccolta differenziata incentivante in Italia
Nuove pompe sommergibili per usi civili e industriali
Millecinquecento riciclatori incentivanti installati su tutto il territorio nazionale. È il traguardo raggiunto dalla
veneta Eurven, pioniera della raccolta incentivante in
Italia, una buona pratica innovativa che da alcuni anni
va affermandosi in diverse zone del Paese.
Questo nuovo tipo di raccolta differenziata viene effettuata attraverso l’installazione di appositi macchinari
(riciclatori o eco-compattatori) in grado di selezionare
e compattare materiali facilmente riciclabili come bottiglie di plastica o lattine di alluminio. Questi sistemi
sono definiti “incentivanti” in quanto il cittadino che
consegna alla macchina i rifiuti riceve un ecobonus per
ogni pezzo conferito: il bonus potrà poi essere speso
negli esercizi commerciali che aderiscono al progetto.I
riciclatori incentivanti offrono anche numerosi vantaggi che permettono elevati standard in termini di qualità del materiale raccolto: sono predisposti per riconoscere la
tipologia di rifiuto e differenziarlo anche automaticamente, possono pesare il materiale conferito ed avvisare, via email o per sms, quando il sistema è pieno. Sono in
grado di ridurre fino al 90% il volume iniziale e trasformare il materiale conferito in
una ecoballa pronta per essere inviata alla filiera del riciclo.
Guardando la cartina dell’Italia, la geografia del riciclo incentivante targato Eurven
presenta una situazione a macchia di leopardo. Il 60% delle macchine è installato nelle regioni del Centro-Nord mentre il restante 40% è localizzato al Sud e
nelle Isole. Il divario tra queste due zone,
tuttavia, dovrebbe essere colmato nel corso del 2015.
La collocazione di questi macchinari può
avvenire in luoghi diversi a seconda dei
casi. Il riciclatore può essere installato, ad
esempio, in un centro commerciale oppure
può accadere diventi protagonista della vita
di un quartiere nel segno della sostenibilità.
È accaduto a Roma, dove il primo macchinario installato in una piazza nel quartiere
Colli Aniene è diventato subito meta quotidiana degli abitanti della zona, ma anche a
Genazzano dove in meno di due mesi sono
stati conferiti oltre 70.000 bottigliette di plastica PET (circa 2500 chili di materiale).
FK è la nuova linea altamente professionale di
pompe sommergibili Dab. La loro affidabilità,
efficienza e la facilità di manutenzione si traducono in un importante risparmio per gli utilizzatori e gli installatori.
Adatte per il drenaggio di grandi edifici pubblici, condomini, ospedali, industrie, sottopassi e parcheggi, le pompe FK sono concepite per il pompaggio di liquidi gravosi:
dalle grandi quantità di acque di scolo superficiali, alle acque reflue residenziali,
anche con alto contenuto di fibre, fino alle acque cariche di tipo industriale.
La linea si avvale delle nuove giranti Vortex anti intasamento che garantiscono un
totale passaggio libero per i fluidi, e di una nuova linea di giranti monocali ad alta
efficienza idraulica. Le pompe installano una cartuccia di tenuta che permette la
massima protezione al vano motore da ogni possibile infiltrazione e una doppia
tenuta completamente all’interno di una camera olio. Un grande vantaggio per la
manutenzione della pompa perché permette la rimozione e l’inserimento delle tenute in minor tempo, avendo una totale garanzia di averlo fatto correttamente, senza
l’uso di tamponi.
Un’attenzione particolare è stata data al cavo: ora è unico sia per i cavi di potenza
che di segnale e questo facilita di molto la sostituzione e la prevenzione di eventuali infiltrazioni dai pressacavi. Inoltre, è realizzato con una mescola superiore
H07RN8-F maggiormente adatta alle immersioni permanenti e resistente agli oli.
Per l’impiantista che conosce gli alti costi di un fermo macchina dovuti alla manutenzione, l’optional di avere un sensore in camera olio, che permetta il controllo della macchina in modo da prevenire guasti al motore per una eventuale infiltrazione
d’acqua, è un grosso vantaggio.
La verniciatura bi-componente, a differenza delle
normali vernici ad acqua, è estremamente resistente ad ossidazioni e al conseguente deterioramento della pompa.
FK è dotata di una nuova maniglia; quindi attenzione sì al design, ma soprattutto alla funzionalità
e manovrabilità in fase d’installazione.
L’affidabilità è certificata da un ente terzo secondo
la normativa Europee EN 12050-1 e ATEX: la prima garantisce la funzionalità anche in presenza
di un elevato contenuto di corpi solidi nel liquido,
la seconda invece la sicurezza anche in ambienti
potenzialmente esplosivi o gravosi fino a 60 °C. Le
FK montano motori ad alta efficienza IE3 riducendo drasticamente i costi di funzionamento.
Per informazioni
Eurven srl
Tel. 0424.561072 – Fax 0424.561073
Email: [email protected]
Web: www.eurven.com
Per informazioni:
Dab Pumps Spa
Tel. 049.5125000 - Fax 049.5125950
Email: [email protected]
Web: www.dabpumps.com
CONAI
Obiettivo: 70% di raccolta
E’ stato sottoscritto, tra Expo 2015
S.p.A. e il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), un Protocollo di Intesa
per la promozione di un programma di
Economia Circolare per l’Esposizione Universale.
La produzione dei rifiuti urbani e assimilati negli spazi dell’Esposizione Universale è stimata
in 17.000 tonnellate, una media di 70-80 tonnellate ogni giorno, con picchi produttivi di 130
tonnellate durante i week end. Per questo motivo, all’interno del sito espositivo, CONAI si
farà portavoce insieme a Expo Milano 2015 dell’importanza del riciclo dei rifiuti attraverso la
raccolta differenziata, mobilitando i visitatori e gli operatori.
Almeno il 40% dei rifiuti sarà prodotto dai visitatori, mentre il 60% sarà realizzato all’interno
delle aree espositive e delle aree di ristorazione. Proprio per informare e guidare gli addetti
ai lavori e stimolare i turisti a tenere un comportamento virtuoso, CONAI realizzerà pannelli e
materiali informativi così che tutti i rifiuti, di imballaggio e non, vengano correttamente differenziati permettendo la loro valorizzazione attraverso il riciclo.
L’obiettivo per le attività di raccolta differenziata è il raggiungimento della soglia del 70% del
totale dei rifiuti, da avviare a riciclo attraverso i Consorzi di Filiera e al compostaggio, mentre il
sistema di raccolta differenziata previsto in Expo Milano 2015 sarà lo stesso già attualmente in
vigore in Città. Carta e cartoni, Vetro, imballaggi in Plastica e Metalli, Frazione organica (con
scarti di cibo e prodotti monouso, quali bicchieri, piatti e posate in materiale compostabile)
sono le 5 frazioni da raccogliere separatamente e reimmettere nei circuiti produttivi, riducendo
così il prelievo di nuove risorse.
CONAI realizzerà inoltre una serie di pillole video, in italiano e in inglese, con indicazioni
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sul corretto comportamento da tenere nella raccolta differenziata all’interno dell’Esposizione
Universale, così da garantire lo svolgimento di una raccolta differenziata di qualità, la minimizzazione degli elementi estranei e il recupero di un maggior quantitativo di rifiuti.
All’interno degli spazi dell’Esposizione Universale saranno inoltre allestite 30 panchine realizzate con materiali di imballaggio riciclati a rappresentare un esempio concreto di un modello,
quello dell’economia circolare, che funziona e che è sostenibile sia da un punto di vista ambientale che economico.
Grazie all’attività di CONAI e dei Consorzi di filiera, che hanno sostenuto e dato impulso alla
valorizzazione dei materiali di imballaggio provenienti dalla raccolta urbana, negli ultimi 15
anni lo scenario del recupero in Italia è completamente cambiato: nel 1998 veniva valorizzato
il 33,2% degli imballaggi immessi
al consumo, oggi ne viene recuperato il 77,5%, pari a oltre 3 imballaggi su 4. Il raggiungimento di
questi risultati ha permesso di non
costruire almeno 100 discariche,
evitato l’emissione di 125 milioni
di tonnellate di CO2 e risparmiato
350 miliardi di KwH di energia, valore superiore alla domanda complessiva annuale italiana.
Per informazioni:
CONAI
Tel. 02.540441 – Fax 02.54122648
Email: [email protected]
Web: www.conai.org
59
-
Libri
Merceologia degli alimenti
Autore Lolita Liberatore
Casa editrice FrancoAngeli
Prezzo € 31,00 - Pagine 238
Il presente testo verte in misura molto equilibrata sulle tematiche indicate dal titolo stesso, che compendia perfettamente gli argomenti del
volume. Tale settore della scienza dell’alimentazione è caratterizzato dal fatto che il concetto di qualità vi costituisce una base essenziale,
giacché gli sviluppi tecnologici che lo caratterizzano hanno il compito di analizzare l’origine degli alimenti, i vari gradi della trasformazione,
l’innocuità delle additivazioni, la sicurezza nei vari sistemi di conservazione nel tempo; insomma, garantire la qualità globale nei confronti dei
consumatori.
Inoltre, giustamente fa notare l’autrice, l’alimentazione non rappresenta un mero fatto nutrizionale a livello biologico individuale ed anche
collettivo (sotto il profilo biochimico e psicologico) bensì si ripercuote espressamente nell’area politico-sociale,
Altro rilievo del prof. Lolita Liberatore (pur considerando che l’argomento non è affatto nuovo) consiste nel rimarcare come i cambiamenti
degli stili di vita e la crescita della popolazione del pianeta hanno nella moderna civiltà industriale caratterizzato il conflitto fra disponibilità di
risorse alimentari e le esigenze di corrispondenza nutrizionale, alimentando per conseguenza i perduranti conflitti sociali. La storia dell’umanità
è costellata di queste conflittualità di sopravvivenza in cui i comparti sociali disagiati subiscono le maggiori privazioni, anche ai tempi attuali.
Più che la sostanza del problema, sono le dinamiche a variare. Le cause vanno attribuite a contingenze di natura chimica, chimico biologica,
fisica ma, specialmente, alle guerre e conflittualità varie.
E l’autrice non trascura un altro elemento decisamente importante: l’impatto ambientale come conseguenza della produzione di alimenti e
relativa trasformazione, in quanto tali processi comportano l’assorbimento di risorse energetiche con produzione di rifiuti da smaltire o riciclare.
Ne consegue, conclude la Liberatore, l’innesco di un ciclo vizioso in cui l’unica soluzione dovrebbe essere l’equità in ambito sociale; associata
all’uso oculato delle risorse. Obiettivo difficile, ma forse in futuro possibile.
La trattazione del testo è pienamente esaustiva e, ci sembra volutamente, assume carattere informativo. Infatti è esente da linguaggio accademico, per cui ne consigliamo la lettura.
I materiali metallici
Come sceglierli, lavorarli e controllarli
Autori Carla Gambaro, Pietro Maria Lonardo, Enrico Lertora
Casa editrice Tecniche Nuove
Prezzo € 49,90 - Pagine 382
Senza alcun dubbio è un testo per “addetti ai lavori” e per quanti, interessati al settore, posseggono quel minimo di cultura
tecnica che consenta loro di inserirsi nelle argomentazioni, caratterizzate da complessità notevoli. Per chi invece nel settore è
inserito professionalmente questo volume può rappresentare un buon vademecum da consultare in maniera rapida e proficua. Gli autori sono rappresentativi docenti e ricercatori dell’Università di Genova con vasta esperienza industriale. I materiali
metallici, soprattutto acciai e leghe in alluminio, rappresentano i materiali con cui sono realizzati molti dei manufatti e delle
strutture che ci circondano.
Elencare le loro applicazioni a livello individuale e collettivo rappresenterebbe un esercizio inutile. Ma, e questo nella quotidianità ci sfugge, affinché questi materiali vengano sfruttati in modo ottimale, si rende necessario correlare il loro comportamento
alle caratteristiche microstrutturali intrinseche, le quali - con opportuni processi tecnologici - possono subire modificazioni sostanziali.
Il testo che presentiamo si prefigge soprattutto uno scopo: guidare il lettore lungo l’intero percorso che, partendo dalla scelta
primaria dei materiali, passando attraverso i trattamenti e le tecniche di lavorazione, trova conclusione nella verifica dell’integrità dei pezzi realizzati.
Gli autori si soffermano a delucidare ampiamente e con puntualità gli aspetti tecnici e scientifici che ruotano intorno ai due
concetti basilari di “tensione” e “deformazione”; grandezze legate fra loro da relazioni talvolta molto complicate sia in campo
elastico che plastico.
Ma anche molteplici aspetti essenziali delle lavorazioni trovano ampia ed esaustiva trattazione in questo testo. Per ultimo, risulta
assai interessante la sezione dedicata alle tecniche di controllo non distruttive, le quali consentono di individuare alterazioni
presenti sia sulla superficie che all’interno (cosa estremamente importante) dei manufatti.
Startup e Venture Capital
Guida ai segreti di un rapporto ad alto potenziale
Autori Brad Feld, Jason Mendelson
Casa editrice FrancoAngeli
Prezzo € 24,00 - Pagine 138
Startup e Venture capital, termini di linguaggio anglosassone. Associazione di capitali, per esprimersi in idioma
italiano. La sostanza però non cambia: si lavora intorno ad una idea, se ne verifica la fattibilità industriale, iniziando poi la ricerca di capitali e finanziamenti per la relativa realizzazione. Un qualcosa - qualora si trovi il giusto
iter e si abbiano le necessarie introduzioni socio-finanziarie - laboriosa sì ma anche realizzabile, specialmente in
settori merceologici di ultima generazione.
In una filiera che abbia come fondamento lo “startup ed il venture capital”, protagonisti sono uno stuolo di
personaggi i quali come impostazione mentale sono dominati dal concetto assiomatico del profitto: avvocati mercantili, consulenti finanziari, imprenditori, soprattutto investitori. Dianzi ho precisato come purtroppo sia
determinante potersi avvalere delle relazioni adeguate, cosa non sempre difficile però in un’epoca come la
nostra dalle enormi eccedenze di liquidità monetaria confinate però nell’ambito delle lobbies finanziarie.
Gli autori di questo volume, Brad Feld (investitore) e Jason Mendelson (avvocato), vantano una esperienza ventennale nel settore del venture capital, avendo nel percorso della carriera partecipato a centinaia di operazioni, molte di successo autentico. Pertanto essi riescono ad offrirci un discorsivo trasparente e di rara efficacia nel
quale espongono tutte le strategie da utilizzare nel processo di negoziazione e nella ricerca di fondi e finanziamenti. Dal punto di vista sia degli investitori sia da quello degli imprenditori fornendo anche indicazioni pratiche
sulla strutturazione di contratti equilibrati tanto in termini economici che di controllo della società.
Il loro non costituisce l’unico modello possibile, ma certamente riesce un vademecum di interessante attendibilità. Come in qualsiasi cosa l’attributo più importante e rappresentato dalla chiarezza. E’ proprio questa a
rendere convincente la stesura del testo.
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l’Ambiente
Il sistema legislativo ed istituzionale
Volume I
Autori Rolando Dubini, Lorenzo Fantini
Casa editrice EPC Editore
Prezzo € 15,00 - Pagine 222
Quello che presentiamo in questa occasione è il primo volume della serie “Il sistema legislativo ed istituzionale”, edito da
EPC Editore. I curatori, Rolando Dubini e Lorenzo Fantini, sono nomi troppo noti in ambito legislativo e legale del settore
sicurezza ed ambiente perché abbiano bisogno di presentazione. Nel nostro Paese la normativa sulla salute e sicurezza
del lavoro risulta alquanto complessa e, purtroppo, nella sua vasta articolazione, sovente contraddittoria.
Il perché risulta intuitivo. Essa è derivazione di un mix ondeggiante di fonti nazionali di diverso livello, che a loro volta cercano armonizzazione nell’edificio normativo comunitario.
Compito di questo primo volume è offrire una rassegna dei meccanismi di Diritto operanti in materia di salute e sicurezza
sul lavoro, altresì dell’assetto istituzionale chiamato a coordinare e garantire le attività pubbliche di prevenzione.
Novità caratterizzante del volume è l’attenzione posta agli elementi di maggiore novità, con riferimento particolare alle
sentenze, alle circolari, agli interpelli più recenti.
L’obiettivo degli autori è quello di fornire uno strumento di conoscenza ed operativo agli addetti della prevenzione, i quali
sono costretti a confrontarsi con un apparato normativo sempre più stratificato ed interpretativo.
Ed un approccio particolarmente significativo gli autori lo dedicano alla vigilanza in materia di infortuni e malattie professionali: non solo vi vengono identificati ruoli e competenze di soggetti pubblici, bensì ci si sofferma su poteri e doveri
degli ispettori chiamati alle verifiche ed ai controlli; ovviamente in tali requisiti sono comprese possibili azioni da parte dei
destinatari di provvedimenti ispettivi.
Ambiente Italia 2015
Gli indicatori per capire l’Italia. Analisi e idee per uscire dalla crisi
A cura di Duccio Bianchi ed Edoardo Zanchin
Casa editrice Edizioni Ambiente
Prezzo € 12,00 - Pagine 88
Naturalmente ringraziamo Edizioni Ambiente per la cortese sollecitudine con cui ci trasmette i testi più significativi al fine
di una libera recensione. Per restare nell’ambito di questo consueto rapporto Annuale di Legambiente, notiamo che
esso risulta esente di tutte quelle elencazioni statistico numeriche che hanno forse appesantito le edizioni precedenti pur,
bisogna ammetterlo, senza risultare carente in esaustività. Questo Rapporto ci sembra più di “nicchia”, ossia più aderente
all’immediatezza dei concetti e molto chiaro nell’esposizione, secondo quanto richiesto dalla realtà italiana: vengono
presentati i dati e gli indicatori che consentono di capire l’Italia di oggi e immaginare quella di domani. Crescita economica, economia ed educazione, energia e trasporti, ambiente e turismo sono esaminati sia con riferimento alla situazione
di altre nazioni europee sia nell’ambito di un orizzonte che guarda anche a prima della crisi del 2008.
Riguardo ad alcune tematiche si può essere d’accordo con gli estensori del Rapporto, ma anche no. Per quanto può
interessare la nostra opinione, l’approviamo solo in parte; il mix oscillante fra realtà oggettiva e le proiezione viste al futuro
ci trova talvolta perplessi.
Il promo dei cinque capitoli, ad esempio, titola: ”L’Italia all’uscita della recessione: alcuni numeri chiave”. Ma che significa? Chi, o quanti sono usciti dalla recessione? Le grandi aziende che formano un tutto compatto col mondo della finanza, o la schiera di nuovi poveri? Le PMI a cui non è riuscito intrufolarsi nei mercati esteri? I nuovi emarginati della classe media? E poi c’è da rilevare che chi esce dalla recessione non aumenta i debiti, così come è noto che in questi ultimi tempi
(dati di Banca Italia) il debito pubblico del nostro Paese si è messo a viaggiare verso l’alto al ritmo di un miliardo al giorno.
L’espressione del secondo capitolo…. “e pur si muove”, parafrasata da Galileo Galilei va accettata sìcuramente, ma
con prudenza. La rivoluzione energetica degli edifici, per riuscire di fattibilità efficace, dovrà attendere la rivalutazione
dell’edilizia, il che non è proprio dietro l’angolo; e Silvestrini, persona che stimo molto, lo sa bene.
Obblighi di sicurezza nei rapporti di lavoro atipici
Somministrazione – Distacco – Lavoro a progetto – Collaborazioni coordinate e continuative –
Lavoro accessorio – Lavoro a domicilio – Lavoro a distanza – Volontariato.
Autore Pierpaolo Masciocchi
Casa editrice EPC Editore
Prezzo € 35,00 - Pagine 528
Non vi è dubbio che Pierpaolo Masciocchi, autore del volume che presentiamo, sia uno dei più completi esponenti
in materia di sicurezza sul lavoro. Avvocato del Foro di Roma e Membro del Comitato Consultivo per la sicurezza del
lavoro in Lussemburgo, è autore di molte pubblicazioni di rilievo. Il volume, come si evince dal titolo stesso, disserta
su un argomento non di secondo piano: gli obblighi di sicurezza in materia di garanzia della salute e sicurezza dei
lavoratori.
Disposizioni in tal senso ben fissate dal D,lgs 81/2008, il quale ha il merito di avere esteso l’area di applicazione della
normativa di settore.
Per cui il merito del volume di Pierpaolo Masciocchi è soprattutto quello di rappresentare un punto di riferimento sotto la veste di strumento agevole e pratico - per datori di lavoro, responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione,
consulenti ed operatori vari. Il volume fornisce un quadro rigoroso dei principali obblighi normativi della Legislazione.
Altro pregio del testo consiste nel suo arricchimento di tutta una serie di elementi pratici e replicabili accompagnati
dalla principale modulistica di riferimento, da questionari e check-list per una più approfondita valutazione delle
condizioni di rischio. Il CD-Rom che completa il testo contiene un esaustivo formulario per l’assolvimento dei principali obblighi della sicurezza, una check-list in linea con la conformità legislativa, schede di sintesi sulle applicazioni
sanzionatorie.
I contenuti del volume risultano molto organici, architettura ed articolazione sono ottime, e non vi è dubbio che
l’intera opera raggiunga lo scopo di rappresentare un manuale molto affidabile.
2/2015
61
i
Osservatorio Ambientale
Importanza della logistica
nel settore ambientale
La logistica, fuori dal contesto militare da cui deriva anche come termine, rappresenta nel mondo economico
(soprattutto l’attuale di libero scambio) una componente indispensabile ed assai importante per il buon andamento di ogni impresa; essa è la risolutrice di tutti i problemi connessi alla gestione dei flussi di merci, dalle
materie prime impiegate nei processi di trasformazione
ai prodotti finiti esposti al mercato dei consumatori.
E, naturalmente, in tale contesto non vanno dimenticati
i rifiuti vari, i trasporti, le diverse tipologie di imballaggi,
ecc. L’argomento assume valenza particolare giacché
gli impatti ambientali di una buona o cattiva logistica
nell’ambito di un’azienda possono risultare assai rilevanti, e di sovente capita che gli sforzi messi in campo
siano suscettibili di rapidi risultati in positivo.
E’ necessario dire che generalmente in tutti i paesi (anche per motivi di concorrenza) il miglioramento ottimale del fattore logistica è stato recepito come aspetto
determinante per un ottimale andamento dell’azienda,
soprattutto economico ed amministrativo.
Le esigenze della logistica e gli impatti
ambientali
Come prima riflessione passiamo ad esaminare un
aspetto primario dell’argomento che ci siamo proposti:
le necessarie e polivalenti modalità di espressione della logistica in relazione a quelle contrapposizioni che
generalmente vengono definite “impatti ambientali”.
Sotto tale profilo la logistica presenta un duplice
aspetto:
• l’organizzazione dei flussi di merci di un’azienda,
dal fornitore alla consegna alla clientela;
• l’organizzazione dei flussi di rifiuti derivati dalle attività aziendali.
62
le problematiche relative ai rifiuti, siano essi riferibili
ai prodotti dei processi di lavorazione, o anche conseguenti alle attività generali dell’azienda.
Resta evidente come tali temi si evidenzino per un’importanza assai variabile fra di loro sia qualitativamente che quantitativamente; infatti, per fare un esempio,
il comparto della meccanica non presenterà gli stessi problemi che si hanno usualmente nei settori della
chimica o nell’agroalimentare. Generalmente, e risulta
abbastanza ovvio, i rifiuti - sia in volume che in qualità - saranno differenti a seconda che li si ritrovi in una
fabbrica manifatturiera o in altra tipologia merceologica,
specialmente se alimentare.
In ogni caso le attività della logistica generano gli stessi
tipi di inconvenienti delle altre attività industriali. Sommariamente possiamo così elencarli:
• consumo di energia,
• inquinamento dell’acqua e dell’aria,
• inquinamento acustico,
• inquinamento del suolo,
• rifiuti,
• sgradevole sensazione visiva.
In questo modo l’azienda viene assimilata ad un mix di
costrizioni ambientali che si intrecciano fra loro o che si
assommano ad altri impatti negativi della gestione nel
suo globale. L’insieme di questi fattori induce un mix di
inquinanti assai difficile da tenere sotto controllo giacché una tale complessità non consente di intervenire con
provvedimenti completi e globali. Ne consegue come
si renda necessario affrontare le varie problematiche
singolarmente, aspetto per aspetto, inquinante per inquinante, flussi dopo flussi, con un’attenzione tanto più
grande quanto i regolamenti e gli obblighi legali a cui le
aziende sono sottoposte di necessità.
Fino a nuovo avviso non vi è nulla che obblighi un’azienda a trasportare le proprie merci utilizzando la ferrovia
piuttosto che inviarle su gomma; al pari, nulla obbliga
l’azienda a preoccuparsi per i suoi fornitori e del grado
di attenzione che essi dimostrano nei confronti dell’ambiente. Se ne deduce che gli atteggiamenti ambientali,
la loro continuità e realizzazione nella logistica dipenderanno dalla volontà e dalla politica ambientale adottata
dall’azienda stessa. Ma anche dalle priorità che le imprese sapranno esprimere a favore della preservazione
ambientale.
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!
A tale proposito bisogna precisare come gli aspetti ambientali della logistica non sono caratterizzati da una
particolare tecnica applicabile, ma suscettibili di molteplici settori in cui produce effetti importanti sull’ambiente medesimo. Per cui, non è azzardato asserire che i
grandi temi della logistica sono rappresentati da:
• il trasporto, sia all’interno che all’esterno dell’azienda,
• gli imballaggi necessari al trasporto delle merci,
• lo stoccaggio all’interno dell’azienda, nelle aree intermedie di transizione, e finale nei magazzini,
• l’organizzazione della distribuzione,
•
!
e non più sui processi. In altre parole, le imprese subappaltano la maggior parte della produzione per concentrarsi sulla preparazione dei prodotti ed il loro controllo finale.
La pressione sui margini economici induce le aziende a
spostare la produzione. Uno degli esempi più banali può
essere rappresentato dalla delocalizzazione dell’elettronica di consumo a Taiwan, nella penisola indocinese, in India, paesi nei quali i costi sia del personale che gestionali
risultano largamente inferiori a quelli occidentali.
Va poi anche detto che l’apertura delle frontiere all’interno
dell’Unione Europea ha comportato una diminuzione del
numero di fabbriche, non dovendo più le imprese tenere
in conto gli aspetti di frontiera, dogana, luogo di origine,
ed altri.
Rischi
Ecobilancio
Prodotti
Ecologici
Trasporto
Imballaggi
Stoccaggio
Catena Logistica
Distribuzione
Rifiuti
Gestione Rifiuti
Ecobilancio Prodotti e Processi
Le esigenze operative della logistica
Questo è un argomento molto esteso giacché lo sviluppo
della logistica è avvenuto in maniera esponenziale, seguendo di pari passo il processo evolutivo dell’industrializzazione, che a cominciare dal xx secolo ha proiettati
l’intera umanità verso traguardi impensabili anche per le
menti più fantasiose. La logistica risulta una componente
intrinseca dell’industrializzazione nel suo complesso. Oggigiorno, per fare un esempio, sarebbe impensabile che
essa non adottasse largamente i sistemi informatici i quali
permettono di ottenere una notevole efficienza operativa.
Sulla base di quanto abbiamo appena illustrato, sia pure
schematicamente, si può dire che nei paesi industrializzati le esigenze sia operative quanto globali relative alla logistica si sono accresciute a ritmi estremamente sostenuti;
e tutto questo in termini di rapidità, flessibilità, ma anche
(il che è importante) con una contrazione sostanziale dei
costi rispetto ai vantaggi ottenuti. Peraltro, le aziende manifatturiere tendono a concentrare i loro sforzi sui prodotti,
2/2015
Inquinamento
Legislazione
Per illustrare quanto detto riportiamo un esempio. Una
catena di distribuzione alimentare concentrerà le sue attenzioni sulle problematiche determinate dagli imballi; al
contrario, una compagnia aerea si soffermerà su tutt’altri
problemi come il rumore ed i consumi di carburante.
Da quanto si è detto risulta chiaramente come all’interno
dei processi aziendali, anche nell’ambito della logistica,
sia all’esterno quanto all’interno del complesso produttivo, le problematiche ambientali vadano affrontate (e
trattate) singolarmente, ma anche in una connessione
globale con tutti gli altri aspetti del complesso produttivo.
La realtà concreta è che la logistica racchiude esigenze
specifiche di tutta evidenza. A tale proposito cercheremo
di sintetizzarle e raccoglierle in un grafico schematico.
Una prima conseguenza di
queste esigenze logisticoeconomiche è un aumento
del traffico su gomma nei
prossimi anni, fino a quando
il trasporto ferroviario (nel nostro Paese non troppo utilizzato per carenza dei necessari collegamenti logistici)
non potrà diventare un’alternativa per le medie distanze o (è un’ipotesi) i problemi
creati all’ambiente frenino
l’espansione del trasporto su
gomma.
Vi è però un’altra conseguenza derivata dalle esigenze intrinseche alla logistica, ossia
l’ottimizzazione della distribuzione dei prodotti; il che va visto come una ricollocazione
dei centri di distribuzione per un verso, per l’altro sotto
il profilo di un rapporto diverso e diretto fra produttore e
clientela. In ogni caso, la conseguenza inevitabile è un
aumento della mobilità su strada.
Per quanto riguarda i costi, il sovraccarico ambientale
- tanto nel trasporto ferroviario che su gomma - si mantiene a livelli stabili; ossia, considerato il breve termine,
non si ha che una pressione contenuta di questi; nel lungo termine però i costi saranno destinati ad aumentare
sensibilmente.
E’ consigliabile, per coloro che dedicano le loro attività
alla logistica, ricercare un giusto compromesso fra le
problematiche del movimento merci e quelle che costituiscono le imprescindibili attenzioni verso la sostenibilità ambientale.
Studio L’Ambiente
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L’evento verticale di riferimento
Tecnologie • Soluzioni applicate • Formazione
Fiera di Verona
27-28 ottobre 2015
In concomitanza con
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✔
Trattamento acque e depurazione acque di scarico
Trattamento acque potabili
Riutilizzo e riciclo risorse idriche
Trattamento fanghi
Gestione servizi idrici
Sistemi di automazione e telecontrollo
Strumentazione di misura e analisi per acqua e aria
Soluzioni e tecnologie per la depurazione dell’aria
Soluzioni e tecnologie per riduzione di emissioni
Trattamento gas inquinanti
Materiali
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