Gli impianti elettrici nei cantieri edili Agli impianti elettrici nei cantieri si applicano la Sezione 704 della norma CEI 64-8 (VI° Ediz.) (cantieri di costruzione e di demolizione) e la guida CEI 64-17 (guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri) Si applica agli impianti elettrici temporanei destinati a Costruzione, riparazione, ampliamento, demolizione di edifici Opere pubbliche Movimentazioni di terra Non si applica agli impianti elettrici nei: Locali di servizio dei cantieri (es. uffici, spogliatoi, dormitori, servizi igienici, officine meccaniche) Miniere La norma si applica per tutta la durata del cantiere fino a quando i lavori necessitano di impianti temporanei Legislazione nazionale applicabile per sicurezza degli impianti elettrici D.Lgs. 81/08 Testo unico sulla sicurezza Legge 186/68 Disposizioni concernenti l’installazione di impianti elettrici ed elettronici Legge 46/90 oggi D.M. 37/08 Norme per la sicurezza degli impianti DPR 462/01 Regolamento semplificazione procedure per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche di dispositivi di messa a terra ed impianti elettrici Pericolosi Si ricorda che gli impianti elettrici nei cantieri non sono soggetti a progettazione obbligatorio da parte di un professionista né da parte del responsabile tecnico dell’impresa, secondo quanto previsto dal D.M. 37/08 art. 10 comma 2. L’installatore è in ogni caso tenuto al rilascio della dichiarazione di conformità, la quale deve essere corredata degli allegati obbligatori. D.M. 37/08 – Cantieri Edili (prospetto riepilogativo) Alimentazioni Alimentazione da rete pubblica a bassa tensione Alimentazione da rete pubblica a media tensione Alimentazione da impianto esistente Autoproduzione con gruppi generatori I contatti accidentali che una persona può avere con le parti in tensione sono concettualmente divisi in due categorie: CONTATTI DIRETTI CONTATTI INDIRETTI Si ha un contatto diretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una parte dell’impianto elettrico normalmente in tensione (conduttori, morsetti ecc.). Un contatto si dice invece indiretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una massa o con altra parte conduttrice, normalmente non in tensione (ad esempio la carcassa di un motore o la scocca di un elettrodomestico), ma che accidentalmente si trova in tensione in seguito ad un guasto o all’usura dell’isolamento. PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI CONTATTO DIRETTO: DEFINIZIONE viene definito come il contatto con parti che sono normalmente in tensione. CONTATTI ACCIDENTALI CONTATTI DIRETTI PROTEZIONE TOTALE PROTEZIONE PARZIALE Isolamento delle parti attive Ostacoli Involucri (IP44 min.) Allontanamento Barriere PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI CONTATTO INDIRETTO: DEFINIZIONE Quando una parte del corpo umano viene a contatto con una massa normalmente non in tensione (ad esempio la carcassa di un motore o di un elettrodomestico), ma che accidentalmente si trova in tensione in seguito ad un guasto o all’usura dell’isolamento. CONTATTI ACCIDENTALI CONTATTI INDIRETTI PROTEZIONE ATTIVA PROTEZIONE PASSIVA Messa a Terra Doppio Isolamento + Circuiti SELV Protezione Differenziale Trasformatori di Isolamento Messa a terra e interruttore differenziale tutte le parti metalliche (masse) degli impianti soggette a contatto delle persone e che per difetto di isolamento potrebbero trovarsi sotto tensione devono essere collegate a terra. Un impianto di messa a terra serve pertanto a stabilire un contatto elettrico efficiente con il terreno, allo scopo di condurre a terra le correnti elettriche. Principio di funzionamento dell’interruttore differenziale Id I 2 I 1 Protezioni contro i contatti indiretti con interruzione automatica dell’alimentazione (in Bassa Tensione) L’impianto di terra è costituito da: - Dispersore - Nodo o collettore principale di terra - Conduttore di protezione - Conduttori di terra - Conduttori equipotenziali Protezioni contro i contatti indiretti con interruzione automatica dell’’alimentazione Impianto di terra: dispersore di fatto Protezioni contro i contatti indiretti con interruzione automatica dell’’alimentazione Impianto di terra: dispersore intenzionale conduttori equipotenziali Condutture 1. Scegliere tipo di posa 2. Scegliere il tipo di servizio e le influenze esterne 3. Individuare il tipo di cavo Condutture: posa Nelle zone ove sono possibili urti e forti sollecitazioni meccaniche, i cavi devono essere posati all’interno di tubazioni o canalizzazioni (Norma CEI 64-8 - capitolo 52 - art. 704.52) NB. è ammesso interrare direttamente il cavo purché la profondità non sia inferiore a 0.5 m, sia protetto meccanicamente e sia segnalato Le condutture dovranno: Essere disposte in modo che non vi sia alcuna sollecitazione sulle connessioni dei conduttori, a meno che esse non siano progettate specificatamente a questo scopo. Per evitare danni, i cavi non devono passare attraverso luoghi di passaggio per veicoli o pedoni oppure se ciò impossibile, devono essere opportunatamente protette Per i cavi flessibili deve essere utilizzato il tipo H07RN-F oppure un tipo equivalente. Attenzione alle temperature ambientali minime: I cavi con isolante e guaina in PVC (es. N1VV-K) possono essere posati sino a una temperatura di 5°C I cavi con isolante in gomma e guaina in PVC (es. FG7(O)R 0,6/1kV) sino a 0°C I cavi con isolante e guaina in gomma (es. cavo H07RN-F). sino a -25°C I quadri elettrici, nei cantieri edili, devono essere conformi alla norma EN 60439-4 I quadri elettrici installati in ambienti considerati di servizio devono essere invece conformi alla EN 60439-3 CEI 23-51 Bisogna prevedere che sul quadro vi sia una chiara indicazione dei circuiti che vengono alimentati dallo stesso Le prese a spina possono essere poste: All’interno del quadro Del tipo mobile All’esterno del quadro Comando di emergenza Ha lo scopo di interrompere rapidamente l’alimentazione all’intero impianto elettrico o a una sua parte. Deve essere noto, facilmente raggiungibile ed individuabile. E’ opportuno predisporli sul quadro generale e sui quadri secondari (se presenti). Può essere utilizzato l’interruttore generale del quadro se non chiudibile a chiave. L’interruttore andrà individuato come comando di emergenza con apposita targa. Può essere costituito, quando non utilizzabile l’interruttore generale, da un pulsante a fungo, di colore rosso su fondo giallo, che agisce sull’interruttore generale, posizionato all’esterno del quadro. QBT ASC con comando di emergenza QBT ASC senza comando di emergenza Protezione delle prese a spina In relazione alla tipologia dell’ambiente di lavoro, caratterizzato dalla elevata presenza di influenze esterne (polvere, acqua e sollecitazioni meccaniche), la protezione delle prese a spina fino a 32A destinate ad alimentare apparecchiature mobili e portati, mediante dispositivi differenziali con corrente nominale non superiore a 30mA (0.03A). Avvolgicavo Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale conformi alla norma CEI EN 61316 con le seguenti caratteristiche minime: - devono essere protetti mediante protettore termico di corrente incorporato in modo da impedire il surriscaldamento sia a cavo avvolto sia a cavo svolto; - il cavo deve essere di tipo H07RN-F (o equivalente) con sezione non inferiore a 2,5 mm2 se l'avvolgicavo è da 16 A, 6 mm2 se è da 32 A e 16 mm2 se è da 63 A. - devono indicare il nome o il marchio del costruttore, la tensione nominale, e la massima potenza prelevabile sia a cavo svolto sia avvolto. E’ preferibile che le presa a spina mobili abbiano un grado di protezione minimo IP67 a meno che non sia certa la destinazione d’uso in ambienti senza particolare rischio di presenza di polvere e acqua ll cavo dovrà avere le seguenti caratteristiche minime: essere di tipo H07RN-F (o equivalente) con sezione non inferiore a 2,5 mm2 se l'avvolgicavo è da 16 A, 6 mm2 se è da 32 A e 16 mm2 se è da 63 A. Protezione contro i fulmini Protezione contro i fulmini di una struttura notevoli dimensioni necessaria significa Quando ha “notevoli dimensioni” Quando il rischio calcolato supera quello ammesso dalla Norma CEI 81-10/2 (ma quale rischio?) Se il rischio calcolato, risulta inferiore a quello ammesso dalla Norma CEI 81-10/2 la struttura si definisce AUTOPROTETTA Protezione contro i fulmini Quando non vi sono persone entro 3 m dalla struttura (durata e probabilità molto bassa) Rischio di perdita di vite umane accettabile senza valutazione Quando il terreno su cui stazionano le persone ha una elevata resistività superficiale ρ≥5kΩm Quando il terreno presenta una elevata resistività superficiale, le tensioni di contatto e di passo diventano trascurabili e pertanto non occorre alcun collegamento a terra. Esempio: un terreno asfaltato, min. 5cm – oppure un terreno ricoperto con uno strato di ghiaia – min. 15cm Altezza limite per strutture metalliche all’aperto ρ < 5kΩ/m (resistività del terreno) ρ < 0,5ρΡ ra = 0,01 (terreno vegetale) kΩ/m C = 1 (struttura isolata) Protezione contro i fulmini