I.I.S. G. CANTONI– Treviglio (BG)
Classi IV A – IV E
a.s. 2012-2013
PROGETTO: BOSCO DEI DOSSI
FASE 1: “Esplorazione dell’argomento”
Attività di Italiano-Storia
Indagine del territorio:
analisi dell’ambiente “bosco” e
dei suoi significati connotativi
attraverso un percorso letterario
Andai nei boschi perché volevo vivere con
saggezza, vivere con profondità e succhiare
tutto il midollo della vita, per sbaragliare
tutto ciò che non era vita e non scoprire, in
punto di morte, che non ero vissuto.
H. D. Thoreau
Introduzione
Già nell ’immaginario comune il ‘bosco’ richiama suggestioni
contrastanti: ambiente rigoglioso, incontaminato e ricco di numerose e
diversificate forme di vita da una parte; luogo oscuro, misterioso,
inquietante e persino ostile dall ’altra. Ciò che accomuna le due differenti
prospettive è ovviamente l ’opposizione che lo spazio spontaneo e naturale
boschivo sviluppa nei confronti dello spazio costruito e antropizzato.
Sia nei miti e nelle fiabe della tradizione popolare che nei testi della
tradizione letteraria occidentale è chiaramente riscontrabile la doppia
concezione di una natura materna e ‘benigna’ da un lato, minacciosa e
‘matrigna’ dall ’altro.
Nell ’idealizzazione letteraria della natura concepita come spazio
armonioso, da cui spesso deriva un’interpretazione antropomorfica e
benevola anche del mondo animale, il bosco rappresenta un’alternativa
gradevole, riposante e dunque desiderabile o fortemente ambita rispetto
al malessere o al disagio diffuso dell ’esperienza urbana, fino ad
assumere i contorni di un sogno di libertà inteso come fuga, rifugio e
accettazione di scelte ‘diverse’.
E così si spazia nei secoli dagli ampi sfondi naturali del ciclo
bretone alla foresta di Sherwood, rifugio di Robin Hood; dalla natura
fraterna di Francesco d’Assisi alla natura umanizzata e all ’uomo
naturalizzato de ‘La pioggia nel pineto’ di D’Annunzio; dal bosco
luogo di meditazione e introspezione delle liriche petrarchesche all ’ultima
saga di Twilight; dalle foreste incantate di Ariosto e di Shakespeare
alla selva fantastica di Cosimo ne ‘Il barone rampante’ di Calvino,
quasi un universo rovesciato da cui emerge con naturalezza il rifiuto delle
regole preconcette.
In una prospettiva contrapposta, il bosco della tradizione letteraria è
a volte interpretato come ambiente estraneo, labirintico e disorientante,
luogo oscuro, misterioso e impenetrabile, spesso metafora dello
smarrimento interiore esistenziale o dell ’arbitrio della natura
contrapposto alle tranquillizzanti norme del contesto umanizzato.
E così il bosco nelle fiabe rappresenta non di rado lo spazio del
rischio e del pericolo; la ‘selva oscura’ dantesca è l ’immagine allegorica
del terrore e dello sgomento di fronte all ’ignoto; la boscaglia
attraversata da Renzo alla ricerca della salvezza è anche e soprattutto
un itinerario interiore in cui l ’eroe sta per ‘perdersi affatto’.
Se molti altri sono gli esempi che si potrebbero citare a conferma
della duplice valenza dell ’immagine del bosco, non ne mancano certo per
rilevare anche che spesso esso presenta elementi ambivalenti, anche molto
espliciti: luogo di rifugio ma irto di insidie; buia selva infernale e
foresta eternamente primaverile nel Purgatorio dantesco; scenario
ariostesco di meravigliose avventure che tuttavia possono assecondare
passioni trasgressive.
E’ proprio da questa compresenza di prospettive a contrasto, da
quest’insieme di sacro e profano che probabilmente nasce molto del
fascino che il bosco ha esercitato nel corso dei millenni fino a noi.
I testi letterari presi in considerazione esprimono adeguatamente
quella duplice concezione della natura e dell ’ambiente boschivo in
particolare che ha rappresentato l ’ipotesi interpretativa di partenza
dell ’intero lavoro.
Di conseguenza i brani in prosa e in poesia sono stati analizzati
secondo tale prospettiva, privilegiando volutamente l ’esame degli aspetti
formali e contenutistici e costruendo i brevi commenti unicamente
nell ’ottica del taglio scelto.
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Diapositiva 1 - ITAS Cantoni Treviglio