Aut. del Trib di Belluno n. 558/08 n.c. POSTE ITALIANE SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS BL. - CONTIENE I.P. - Direttore Responsabile: Pellegrinon Giuseppe - Tipografia: Dolomiti Stampa s.r.l., via Campo, 18/F Santa Giustina (BL) APRILE 2013 germano Reale - Foto di: renato Grassi LETTERA DEL PRESIDENTE Foto di: Jürgen Weber è già un’altra volta primavera. Dopo un lungo e nevoso inverno, la natura “rinasce”. Sbocciano le prime gemme, le giornate si allungano e gli animali, dopo il faticoso periodo invernale, iniziano a farsi vedere nelle aree lasciate libere dalla neve. Inizia anche la normale attività amministrativa delle Riserve e delle Associazioni. Stanno finendo le Assemblee delle R.A.C., alcune hanno anche rinnovato il Consiglio direttivo al quale auguriamo “buon lavoro”. Sono in fase di preparazione le Mostre dei trofei a livello di Comprensori. Il prossimo tre, quattro e cinque maggio ci sarà poi la consueta manifestazione “CACCIA, PESCA NATURA” a Longarone, dove anche l’A.C.B. sarà presente con il proprio stand e dove Vi aspettiamo numerosi. In questo periodo, come Associazione, abbiamo partecipato ad alcune riunioni organizzate dalla Provincia per discutere e suggerire alcune modifiche al redigendo nuovo Piano Faunistico Venato- 2 rio proposto dalla Regione. Alla presentazione della proposta del P.F.V. provinciale in data 20.3.13 abbiamo appreso che sono state apportate le modifiche anche da noi sollecitate (per es.: caccia alla beccaccia ecc.). Quindi anche l’A.C.B. ha votato il documento che adesso dovrà essere vagliato dal Consiglio Regionale che, se esprimerà un parere positivo, dovrebbe approvare il piano faunistico provinciale con validità 20132018. Nell’ultimo numero di Caccia 2000 avevamo anticipato che gli attacchi, sempre più numerosi, e le accuse pretestuose, gravi, offensive che ci vengono rivolte dai protezionisti e dagli animalisti avevano abbondantemente oltrepassato il livello dell’umana sopportazione e quindi, dopo l’ultimo attacco portatoci con la pubblicazione di un articolo sul Corriere delle Alpi del 15 febbraio scorso, abbiamo conferito l’incarico al nostro Legale di fiducia di procedere per diffamazione contro l’autore se, naturalmente, ne ricorrono i presupposti giuridici. Si spera che con questa prima iniziativa si pos- sa ricondurre gli sproloqui degli anti-caccia all’interno di una corretta e civile dialettica. Nella rivista troverete la CARD nominativa (pag 25) Vi invito ad usarla più dello scorso anno (dovete RICORDARVI di averla) per poter usufruire delle condizioni particolari riservate ai Soci dalle Ditte aderenti che ringraziamo sentitamente per la loro collaborazione. Anche in questo numero troverete articoli interessanti; leggeteli con attenzione e scrivete alla redazione le Vostre impressioni. Come più volte segnalato Caccia 2000 è la vostra rivista ed è a Vostra disposizione per pubblicare le foto, gli articoli che ci invierete. Buona lettura. Un sincero augurio di Buona Pasqua a Voi tutti ed alle Vostre Famiglie. IL PRESIDENTE Sandro Pelli EDITORIALE VENTI DI CAMBIAMENTO… Con un annuncio meditato, sofferto e solitario, Benedetto XVI, il Papa che rappresenta nell’immaginario collettivo una figura inossidabile ed indistruttibile, ha preso di sorpresa tutti e tutto. Un gesto rivoluzionario per una Chiesa che da sempre avanza con passi molto prudenti, che per natura è tradizionalista, ma che è anche capace di grandi momenti di rottura. Al contrario, nelle nostre quotidiane vicende politiche ed economiche che ci riguardano come cittadini, è difficile vedere sacrifici dall’alto e rinunce a prestigiosi incarichi per il bene della Comunità che si vuole rappresentare. Purtroppo, anche le recenti vicende che si stanno sviluppando nell’Arena Parlamentare dimostrano, da qualsiasi parte, da “sinistra” a “destra”, un’assenza di capacità nel sopportare qualsiasi tipo di sacrificio per il bene della collettività. Viviamo in uno Stato democratico, dove recentemente una buona parte di cittadini ha voluto esprimere un forte voto di protesta sparigliando in questo modo i vecchi equilibri politici. è un messaggio forte e chiaro. Abbiamo necessità di forti e disinteressate testimonianze che creino momenti di rottura con il passato e che portino in alto quei valori fondamentali del bene democratico attraverso un sano concetto di “governo”. Abbiamo bisogno di gesti di rinuncia e di umiltà che mettano in discussione e rompano i vecchi modi di essere e di pensare. Invece, sempre di più, stupisce e rattrista constatare la comune pervicacia con la quale tutti difendono posizioni indifendibili quali ad esempio i conflitti d’interesse, le commistioni discutibili con il mondo elettorale e finanziario, le nomine e gli incarichi clientelari, le retrocessioni di forti somme ai partiti e gli scandali finanziari a tutti i livelli. E tutto, deve essere sottolineato, con straordinaria trasversalità. Nessuno dei vecchi schieramenti politici è esente dalla sindrome dell’autoconservazione. Né sembra essere in grado di capire che la più antica istituzione del mondo, ovvero la Chiesa, ha lanciato uno straordinario segnale di rinnovamento: se il compito è divenuto troppo gravoso e non si è più in grado di svolgerlo, occorre lasciarlo, senza indugi e senza ripensamenti. Anche il mondo venatorio bellunese è chiuso in antichi schemi che lo portano fuori dall’attuale momento sociale. è vero, la caccia significa, in ultima analisi, sapori antichi, tradizioni e regole equilibrate non scritte, tramandate da generazioni. Ed è altrettanto vero che la tradizione negli usi e nei costumi, per un cacciatore, è la base di riferimento alla propria passione sportiva. Ma la gestione e l’attività venatoria devono necessariamente evolversi per tenere conto di una nuova situazione ambientale e sociale che si è venuta a creare di questi ultimi tempi. Il confronto inoltre deve essere posto soprattutto con quella categoria di persone, gli ambientalisti e gli animalisti che sono sempre più agguerriti contro la caccia. A fronte di tutto ciò, se la mentalità del cacciatore comune rimane quella di un tempo, possiamo essere certi che gli anti-caccia avranno vita facile nel trovare gli argomenti per poter arrivare all’abolizione legale della caccia in Italia. La figura del cacciatore deve essere diversa. Il cacciatore, pur mantenendo le antiche tradizioni nell’attività venatoria, deve essere uno sportivo “a tutto tondo” e cioè essere il primo difensore della natura, della fauna selvatica e deve attuare solamente quei prelievi che sono indispensabili per l’equilibrio naturale della fauna. Inoltre, il mondo venatorio bellu- nese è sottoposto a un forte cambiamento dovuto all’elevata proliferazione del cervo in Provincia: è un selvatico che, con la propria mole si differenzia nettamente da tutti gli altri. Esiste il forte pericolo che si creino (ed in parte si sono già formati) dei gruppi, delle squadre di cacciatori contrapposte tra loro, pronti a difendere, ad ogni costo, le proprie posizioni il cui obiettivo principale è di fare carniere. È una tendenza da combattere e da estirpare. Siamo caduti molto in basso se si dovesse andare verso la disgregazione e l’individualismo e se il fine ultimo dei cacciatori fosse solo quello di riempire il frigorifero! 3 È il momento che si esca fuori con coraggio, analizzando il momento in cui viviamo e ci si unisca tutti per dare fiato alle ragioni del gruppo, quello di tutti i cacciatori, il quale sa vivere il proprio tempo, che è preparato correttamente ed è impegnato sul territorio ed inoltre è rispettoso delle posizioni degli altri ed è pronto a un confronto democratico con tutti. Anche a livello di dirigenza di cacciatori è necessario creare una ventata di un nuovo modo di pensare. Basta personalismi, al bando i campanilismi tra chi ha responsabilità nella gestione della caccia in Provincia di Belluno. Dobbiamo tentare tutti quanti di far crescere una nuova mentalità più consona agli anni in cui viviamo e, nel frattempo, cercare l’unitarietà. È molto importante pensare ed andare verso un’unica Associazione venatoria bellunese che unisca i rappresentanti di tutte le anime e di tutte le istanze concernenti la caccia in Provincia di Belluno. Non si deve pensare né ad assorbimenti, né ad annessioni da parte di questa o di quell’Associazione, ma si potrebbe ipotizzare anche la nascita di un nuovo soggetto nel quale possano confluire tutti quelli che credono in questa iniziativa. Quest’Associazione chiamata a rappresentare l’intero mondo venatorio bellunese avrà certamente la capacità, anche a livello economico, di confrontarsi con le parti sociali in causa e avrà la forza di proporre, alle parti competenti, proposte unitarie credibili e sostenibili non solo a livello provinciale ma anche nei confronti della Regione Veneto. Venti di cambiamento… ci saranno anche nel mondo venatorio bellunese? CENTRO STUDI Caccia 2000 4 calendario corsi Scuola forestale Latemar CALENDARIO DEI CORSI 2013 PERIODO Cacciatore di ungulati con metodi selettivi abilitato al prelievo di 15 - 20 aprile cinghiale, capriolo, daino, cervo, camoscio e muflone 11 - 16 novembre Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelie- 12 aprile vo al cervo - integrazione per cacciatori in possesso dell’abilitazio- 24 maggio ne al prelievo selettivo Conduttore di cane da traccia 27 - 29 maggio Master per conduttori di cani da traccia 30 - 31 maggio Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelievo ed accompagnamento al camoscio 5 - 8 agosto Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelie- 30 sett - 3 ottobre vo ed accompagnamento al cervo Tecniche di prelievo e controllo della volpe 14 - 16 ottobre L’arte nella preparazione degli insaccati di selvaggina 21 novembre Dopo il colpo: dal bosco alla tavola 26 - 29 novembre Macellazione della selvaggina 4 - 5 dicembre Cucinare la selvaggina 6 dicembre Per informazioni e/o iscrizioni: Azienda Provinciale Foreste e Demanio, (ref. Giovanna Timpone) via M. Pacher, 13 – 39100 Bolzano - tel. 0471/414872 fax 0471/414889 email: [email protected]. Il calendario dei corsi è consultabile all’indirizzo internet: www.forstschule.it. Se i nostri soci sono interessati ai corsi riportati nel calendario pubblicato qui sopra, al momento dell’iscrizione, sono pregati di qualificarsi come soci a.c.b. pagheranno la quota del 2012 e non quella attuale(vedi lettera qui sotto). Si ringrazia la direzione per l’agevolazione concessa e si auspica che le iscrizioni di nostri associati siano numerose. La redazione. MAGGIORE VELOCITÀ IN MIRA PIÙ PRECISIONE DI TIRO CARABINA ARGO COMFORTECH 3 GRANDI TECNOLOGIE, 3 GRANDI VANTAGGI ARGO, CRIO e COMFORTECH®, 3 SISTEMI brevettati uniti nella nuova ARGO COMFORTECH® ARGO: bilanciamento e brandeggio ideale CRIO: assoluta precisione e resistenza all’usura COMFORTECH®: massima riduzione del rinculo e dell’impennamento ARGO COMFORTECH®: personalizzabile sulle esigenze del singolo cacciatore A.C.B. www.benelli.it 5 CONOSCERLI MEGLIO a cura di: Elvio Dal Pan Epanguel Breton LA SUA STORIA L’Epanguel breton è un cane di origine Francese, anche se alcuni storici, (pochi) collocano la sua origine in Spagna, da qui il nome “Epanguel”che poi in Inghilterra si è trasformato in “Spaniel”. Altri invece, (la maggioranza) ritengono che questo cane sia nato e si sia sviluppato in Francia e che il nome derivi dal verbo “espanirs” che in Francese significa accucciarsi. La sua prima apparizione canina avvenne nel 1892 e verso gli anni trenta cominciò ad avere grande successo in tutti i paesi. L’inizio della sua storia come soggetto da LOI può verosimilmente essere riassunta così: Ai primi del secolo, un certo Lulzac, guardiacaccia del Visconte bretone Pontavice, allevatore di Setters, incrociò un cane di razza locale, un Breton appunto, con un setter bianco arancio; nacque una femmina priva di coda che si rivelò ben presto ottima cacciatrice. Incrociata con un maschio Breton, ebbe una cucciolata i cui soggetti, in caccia, ebbero dei risultati talmente eccellenti da indurre il nobile a perseverare nella selezione abbandonando anche l’allevamento dei Setters. Da lì iniziò la fortunata scalata al successo di questa razza che per il suo carattere e la sua versatilità si è conquistata nell’arco di pochi anni numerosi sostenitori, non solo in campo venatorio. 6 Soprattutto dopo gli anni 50 ha continuato metodicamente a conquistarsi nuove simpatie e consensi spesso addirittura entusiastici. Al suo incremento hanno contribuito sicuramente la scomparsa di ampie zone di caccia, la riduzione di spazio nelle case e quindi la ricerca da parte dei cacciatori di un cane di taglia ridotta ma che mantenesse temperamento e doti del più ingombrante Setter. Il Club Italiano Epanguel Breton fu costituito nel maggio 1959, intitolato alla memoria di Carlo Bionda, famoso selezionatore, e presieduto dal Cavalier Giuseppe Rezza di Genova. Nella Regione Veneto oggi, questa razza conta circa 1600 iscritti al libro origini ed è seconda solo ai Setters e ai segugi italiani. CARATTERISTICHE L’Epanguel Breton è una razza canina riconosciuta dalla FCI, (standard n° 95, gruppo 7, sezione 1.) STANDARD Testa arrotondata che si assottiglia verso il naso con narici molto ben sviluppate. Lo stop è molto ben evidente. Gli occhi infossati, sono generalmente di color ambra scura. Le orecchie sono corte, arrotondate e coperte di pelo ondulato. Il tronco è corto e diritto, con il posteriore angolato. La coda spesso è amputata e termina con un ciuffo di peli ondulati. Il peso, corrisponde generalmente a 15 kg nei maschi e a 13 kg nelle femmine, l’altezza a 48-50 nei maschi e 47-49 nelle femmine. Il pelo è denso e leggermente ondulato, mai arricciato e tende ad essere di maggior lunghezza sul posteriore. Il colore del manto è bianco e le macchie, abbastanza estese, possono variare dall’arancio intenso o rosso-bruno, fino al nero. In Francia si trovano esemplari anche con il manto blu-grigio a macchie marroni (Epanguel di Picardia) e l’Epanguel di Pont-Audemer. CARATTERE Questo piccolo grande cane da ferma, come l’hanno sopranominato i cacciatori, è molto simile come carattere al suo antenato setter, vivace, molto intelligente, con una grande capacità di adattamento, sensibile e riservato ma anche espansivo e facile da addestrare, docile e obbediente ma anche calmo e giocoso, sa adattarsi magnificamente alla vita d’appartamento come fosse un cane da compagnia e cosa molto importante, sa essere molto paziente con i bambini e affettuoso con i padroni. A caccia è compagno prezioso, raramente si attarda in dettagli, va diritto al selvatico e la ferma è sicura, quasi mai in bianco. A volte la sua caparbietà nel voler ….vedere il selvatico, è scambiata per un difetto, così, c’è chi equivocando lo definisce “cane dalla ferma non sicura”. La pratica costante però lo smentisce. Anche il suo naturale standard è stato in passato più volte messo in discussione da certi allevatori, alcuni di loro interpretando il desiderio di molti cacciatori di avere un setter dalla taglia ridotta ma che ne mantenesse gran parte delle caratteristiche di quella razza, hanno tentato di selezionare setters dalla corporatura da bretons e viceversa rischiando di snaturarne la raz- za. In seguito, altri allevatori più seri e lungimiranti hanno adottato un’intelligente opera di recupero ed oggi il breton è tornato ad essere quel “piccolo grande cane da ferma” magnificato da illustri cinofili che costantemente ne tessono le lodi. “Nessuna razza, per quanto mi consti, ha l’adattabilità del Breton, su qualsiasi terreno e a qualsiasi temperatura” c ome sostiene l’esperto Umberto Marangoni. IL MERCATINO delle occasioni Per eventuali Vostre inserzioni scrivete al seguente indirizzo: Redazione “CACCIA 2000” c/o Pelli Sandro - Via Trevigiana, 8 - 32035 Formegan di Santa Giustina (BL) oppure a mezzo fax al n. 0437 88546 o per e-mail:[email protected] Quanto pervenuto verrà inserito nel prossimo numero di Caccia 2000. MATERIALE IN OTTIME CONDIZIONI ANCORA SU IMBALLI ORIGINALI - Leica Televid diametro 77 con oculare 20-60x - Leica Televid diametro 62 con oculare 16-48x Se interessati contattare il Sig. Erminio Tel. 0439 2427 Dog Services di Signor Vinicio Tel. +39 340 46 07 310 [email protected] RIVENDITORE ESCLUSIVO PER: Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige Complete dogfood www.playdogpetfood.com e-mail: [email protected] 7 OTTICA a cura di: dott. Corrà Francesco Cosa può chiedere al binocolo oggi chi cammina per ore in salita per avvicinare un camoscio e cerca la soluzione migliore? Parliamo di limiti nei necessari compromessi tra efficacia nella caccia, qualità ottica e meccanica e minimizzazione di peso e dimensioni. Quando il pensiero del dislivello da affrontare per andare a camosci lascia che ci sentiamo tentati di rinunciare a mettere nello zaino l’indispensabile lungo, il peso ideale del binocolo da tenere al collo sarebbe zero grammi. D’altra parte la tentazione di lasciare a casa il lungo non può averla vinta, altrimenti l’esposizione a errori di valutazione con questa specie così difficile e così sensibile al prelievo del capo sbagliato nel branco sarebbe troppo alta. Così il binocolo da zero grammi è destinato a rimanere un sogno, e anche quello da due etti. Almeno quello da due etti esiste, si tratta dei modelli definiti “compatti” che ogni marca produce, con prezzi da 10 a circa 600 Euro. Sono 8x20 o 10x25, grandi come pacchetti di sigarette, dotati nella fascia alta anche di ottiche ineccepibili. Splendidi compagni di passeggiate e viaggi in cui l’osservazione si limita a pochi secondi, diventano a causa del rapporto troppo ridotto tra obiettivo e ingrandimento (Diametro dell’obiettivo/Ingrandimento=la cosiddetta “Pupilla d’Uscita”, che in millimetri esprime lo spazio utile alla pupilla umana dentro un’ottica, che si osserva guardando nel binocolo tenendolo a 30-40 centimetri dagli occhi e che sotto i 4mm affatica rapidissimamente l’occhio umano, rendendolo incapace di prolungate osservazioni) torture per gli occhi se cerchiamo prestazioni crepuscolari o anche se facciamo osservazioni prolungate in pieno giorno. Sogni rimangono anche quelli di utilizzare a camosci binocoli comodissimi per i nostri occhi come quelli con gli obiettivi grandi da 50 o 56 millimetri, perchè con il loro peso sempre superiore al chilogrammo a carico del collo determinerebbero un rapido affaticamento fisico per il nostro corpo, particolarmente portato a subire in ogni 8 Il binocolo per il cacciatore di montagna sua parte i carichi sopportati dal collo. A questo punto la scelta rimane tra il binocolo con obiettivo da 42 mm e quello da 32 mm (al limite anche il 30mm, ma non risulta che esista un 30mm nella fascia più alta della produzione delle ditte più importanti). Nel primo caso, salvo che il prodotto adotti un poco affidabile corpo in materiali plastici, difficilmente siamo molto sotto gli 800 grammi, anche se Leica ha nella sua serie ammiraglia Ultravid HD un modello 8 oppure 10x42 (si tratta dell’Ultravid BL, al pubblico a partire da 1495 Euro) con corpo in magnesio che grazie alla gommatura esterna leggera pesa solo 695 grammi. Il binocolo 8x42 di solito è considerato l’universale per la caccia di selezione, a causa del suo rapporto ottimale tra peso e prestazioni crepuscolari, che lo rende adatto un po’ a tutte le situazioni. Per questo chi ha un solo binocolo e caccia un po’ tutti gli ungulati finisce giustamente per scegliere questa soluzione. Ma noi oggi vogliamo parlare dello specialista, di chi vuole un binocolo da montagna e non accetta compromessi. E allora rimane solo il 32 millimetri. 8x32 (più raramente 10x32, troppo penalizzante per gli occhi) è da tanti anni il binocolo da montagna per definizione, evolutosi tecnologicamente nel tempo quanto a ottica, meccanica e compattezza per arrivare oggi a offrire prestazioni ottiche straordinarie, corpo in magnesio, sistemi meccanici e di messa a fuoco pari a quelli dei modelli più grandi e nello stesso tempo a sfiorare il limite del mezzo chilo di peso e dei 10 centimetri di lunghezza e larghezza. 8x32 significa 4mm di diametro utile alla nostra pupilla per osservare, sufficiente ad osservazioni prolungate fino al calar del sole, con la nostra pupilla che si dilata poco e rimane, anche se siamo giovani (invecchiando la pupilla umana si dilata sempre meno al diminuire della luce esterna), più piccola dei 4mm di spazio offertole dal binocolo. Infatti è quando la pupilla umana diventa più grande della pupilla d’uscita del binocolo che, essendo costretta a rimanere immobile, dopo alcuni secondi non è più in grado di fissare lo stesso punto e ci provoca la sensazione di fatica e difficoltà ad osservare. Allora 11 centimetri e mezzo per 11 e mezzo e 535 grammi sono le attuali dimensioni minime di un 8x32 di alta qualità, con corpo in magnesio, meccanica robustissima, gommatura esterna e ottica dotata di tutti i più moderni ritrovati per offrire contrasti, luminosità e definizione dell’immagine al massimo livello. Si tratta del Leica Ultravid 8x32 HD, che purtroppo è adeguato alle sue prestazioni anche nel prezzo al pubblico di 1765 Euro. Nell’ottica, l’alta qualità a prezzi concorrenziali purtroppo non è stato ancora possibile produrla. Non esiste ancora un 8x32 con telemetro integrato, ma per fortuna ormai con 2 etti di peso esistono telemetri dotati di ottica ineccepibile e prestazioni di misurazione potenti, veloci e ponderate rispetto all’angolo di sito, da tenere nel taschino senza virtualmente accorgersi di averli addosso. Weidmannsheil! Il Leica Ultravid 8x32 HD è attualmente quello che ha raggiunto i risultati migliori in termini di compromesso tra dimensioni contenute, robustezza e prestazioni ottiche per la caccia in montagna 9 stagione venatoria 2012 a cura della Provincia di Belluno - Ufficio Vigilanza Foto di: Karl-Heinz Volkmar La stagione venatoria 2012-2013 da poco conclusa ci consente una venatoria prima 2012 valutazione degli abLa stagione battimenti di ungulati effettuati nel territorio provinciale. La stagione venatoria 2012-2013 da poco conclusa ci consente una prima valutazione degli I dati abbattimenti di ungulatisono effettuatiancora nel territorioprovvisori, provinciale. in attesa del completamento delle valutazioni deivalutazioni trofei ad oggi an- ancora I dati sono ancora provvisori, in attesa del completamento delle dei trofei ad oggi atto nei vari distretti della provincia. in atto nei varicora distrettiindella provincia. Si possono comunque commentare brevemente i Si possono comunque commentare brevemente i primi risultati disponibili. primi risultati disponibili. In totale gli abbattimenti hanno superato la soglia dei 4.500 raggiungendo i 4.580 capi, il record da In registrati totale igli quando vengono dati.abbattimenti hanno superato la soglia dei 4.500 raggiungendo i 4.580 capi, il record da quando vengono registrati i dati. ABBATTIMENTI PROVINCIA DI BELLUNO STAGIONE VENATORIA 2012-2013 SEPECIE CATEGORIA ABBATTIMENTI CAPRIOLO M 1246 CAPRIOLO F 244 CAPRIOLO P 187 Totale capriolo 1677 CERVO M 703 CERVO F 632 CERVO P 640 Totale cervo 1975 CAMOSCIO M 272 CAMOSCIO F 125 CAMOSCIO P 33 CAMOSCIO J 233 Totale camoscio 663 MUFLONE M 136 MUFLONE F 77 MUFLONE P 52 Totale muflone 265 Totale ungulati 4.580 Ma vediamo l’andamento delle singole specie: 10 Capriolo: Incremento leggero degli abbattimenti passati da 1597 a 1677. Sembra esserci una costante, anche se lenta, ripresa delle popolazioni dopo il crollo della metà degli anni 2000. Capriolo: Incremento leggero degli abbattimenti passati da 1597 a 1677. Sembra esserci una costante, anche se lenta, ripresa delle popolazioni dopo il crollo della metà degli anni 2000. Camoscio: Abbattimenti Capriolo 2500 2000 1500 1000 Abbattimenti Cervo 2500 500 0 2000 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 1500 1000 Il prelievo di camosci è calato rispetto allo scorso anno. La popolazione bellunese è ancora interessata dall’epidemia di rogna e la specie sembra reagire bene anche se, vista la sua biologia, le variazioni annuali sono modeste e bisogna pensare ad una gestione sul lungo termine, non sulla singola annata venatoria. L’esperienza acquisita nella gestione dell’emergenza rogna ci fa sperare per il futuro. Abbattimenti Cervo Cervo: 2500 500 Il cervo rappresenta la parte prevalente dei prelievi effettuati dai cacciatori bellunesi, con 1.975 capi abbattuti finora ci stiamo avvicinando al 50% del carniere totale. L'incremento rispetto all'anno 2000 0 è davvero consistente, quasi 500 capi in più . Il rapporto di prelievo tra le varie classi è precedente abbastanza2000 equilibrato, ci 2003 sono timori prelievo femmine e piccoli. 2001 non 2002 2004nel 2005 2006di2007 2008 2009 2010 2011 2012 1500 1000 Camoscio: 500 Il prelievo di camosci è calato rispetto allo scorso anno. La popolazione bellunese è ancora interessata 0 dall'epidemia di rogna e la specie sembra reagire bene anche se, vista la sua biologia, le variazioni annuali sono modeste e bisogna ad una2007 gestione sul2009 lungo2010 termine, non2012 sulla 2000 2001 2002 2003 2004pensare 2005 2006 2008 2011 singola annata venatoria. L'esperienza acquisita nella gestione dell'emergenza rogna ci fa sperare per il futuro. Muflone Abbattimenti Camoscio Camoscio: 1000 Il prelievo di camosci è calato rispetto allo scorso anno. La popolazione bellunese è ancora interessata 800 dall'epidemia di rogna e la specie sembra reagire bene anche se, vista la sua biologia, le variazioni annuali sono modeste e bisogna pensare ad una gestione sul lungo termine, non sulla singola600 annata venatoria. L'esperienza acquisita nella gestione dell'emergenza rogna ci fa sperare per il futuro. 400 Siamo oltre i 250 capi abbattuti. La presenza della specie è oramai consolidata e in leggero ma costante incremento. Anche in questo caso vengono prelevati in prevalenza maschi. Muflone Siamo oltre i 250 capi abbattuti. La presenza della specie è oramai consolidata e in leggero ma costante incremento. Anche in questo caso vengono prelevati in prevalenza maschi. 200 0 1000 Muflone 800 Abbattimenti Muflone Abbattimenti Camoscio 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Siamo oltre i 250 capi abbattuti. La presenza della specie è oramai consolidata e in leggero ma costante incremento. Anche in questo caso vengono prelevati in prevalenza maschi. 600 400 200 Abbattimenti Muflone 300 0 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 250 200 150 100 50 0 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Conclusioni: 300 250 200 Come visto all’inizio abbiamo oltrepassato i 150 4.500 capi abbattuti. L’espansione continua del 100 cervo e la stabilità delle altre specie di ungulati ci 50 fa 0prevedere un ulteriore incremento per i prossimi 1999 2001 2003 2005dicendo 2007 2009 anni. 1997 Possiamo concludere che2011 sempre 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 maggiori sono le soddisfazioni per il cacciatore bellunese che risulta essere tra quelli con il carniere più ricco del Paese, senza tuttavia dimenticare Conclusioni: che gestione Come vistosolo all'iniziouna abbiamocorretta oltrepassato i 4.500 capi abbattuti. del patrimonio fauL'espansione del cervo e la stabilità delle altre di ungulatidi ci famantenere prevedere un nisticocontinua consentirà anche inspecie futuro e ulteriore incremento per i prossimi anni. migliorare le che popolazioni disoddisfazioni faunaper ilselvatica del Possiamo concludere dicendo sempre maggiori sono le cacciatore bellunese che risulta essere tra quelli con il carniere più ricco del Paese, senza tuttavia dimenticare che solo bellunese. una corretta gestione del patrimonio faunistico consentirà anche in futuro di mantenere e migliorare le popolazioni di fauna selvatica del bellunese. Conclusioni: Cervo: Come visto all'inizio abbiamo oltrepassato i 4.500 capi abbattuti. L'espansione continua del cervo e la stabilità delle altre specie di ungulati ci fa prevedere un ulteriore incremento per i prossimi anni. Possiamo concludere dicendo che sempre maggiori sono le soddisfazioni per il cacciatore bellunese che risulta essere tra quelli con il carniere più ricco del Paese, senza tuttavia dimenticare che solo una corretta gestione del patrimonio faunistico consentirà anche in futuro di mantenere e migliorare le popolazioni di fauna selvatica del bellunese. Il cervo rappresenta la parte prevalente dei prelievi effettuati dai cacciatori bellunesi, con 1.975 Totale ungulati abbattuti in provincia di Belluno capi abbattuti finora ci stiamo avvicinando al 50% 5000 del4500carniere totale. L’incremento rispetto all’anno 4000 precedente è davvero consistente, quasi 500 capi 3500 in 3000 più. Il rapporto di prelievo tra le varie classi 2500 è abbastanza equilibrato, non ci sono timori nel 2000 1500 prelievo di femmine e piccoli. Totale ungulati abbattuti in provincia di Belluno 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1000 500 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 11 aNgolo delle armi La scelta del calibro a cura di: Nani Cadorin Molti possono essere i dubbi che ricorrono frequentemente quando un “giovane cacciatore di caprioli e di camosci” si pone il vecchio dilemma della scelta del calibro ideale. Numerosi potrebbero risultare i criteri per affrontare l’argomento, ma per allontanare ogni perplessità al riguardo mi sembra doveroso sottolineare che in realtà non esiste alcun calibro ideale o tuttofare. Se la balistica è la scienza che studia traiettorie e potenze, e che ci permette di analizzare, comparandole, le potenzialità di tutti i calibri, sarà unicamente la nostra esperienza diretta a dimostrare l’equivalenza tra teoria e pratica. Mi auguro pertanto che le annotazioni seguenti possano dissipare alcune incertezze di coloro che, beati loro, hanno davanti a sé un’intera vita venatoria. Capriolo Questo stupendo ungulato, che ha colonizzato negli ultimi decenni l’intero arco alpino, assume, a seconda dell’habitat frequentato, forme e dimensioni sensibilmente differenti, conseguenti ad indici di presenza più o meno elevati. Si passa dai 17/18 kg. (peso medio di capi maschi eviscerati) ai 25/26 kg. di altri soggetti maschi coetanei, valore sovrapponibile 12 a quello di un camoscio di peso medio. Proviamo a sintetizzare, per semplificare, le deduzioni di carattere venatorio. Peso: leggero/medio Habitat: radure, bosco fitto, bosco rado Miglior senso sviluppato: olfatto Distanza di tiro: media, medio elevata (150 – 200/250 metri) Possibilità di 2° colpo: scarsissima Resistenza al colpo: buona Calibri da preferirsi dotati di: traiettoria tesa, potenza adeguata (1500 joule a 200 metri), ottima precisione (Ø 7/8 cm. a 200 metri). Escludiamo tutti i calibri di 5,6 mm. (o 222 millesimi di pollice) in quanto non sufficientemente dotati di energia a distanze elevate, oltre il muro dei 200 metri, e perciò proibiti nella maggioranza dei distretti alpini. Calibri europei 6,5x57 mm. Mauser 6,5x57 R 6,5x68 mm. Schuler 6,5x68 R 7x57 mm. Mauser 7x57 R 7x64 mm. Brenneke 7x65 R Calibri americani 6 mm. Remington 243 Winchester 25-06 Remington 240 Weatherby Magnum 257 Weatherby Magnum 6,5 mm. Remington Magnum 270 Winchester 280 Remington Enorme diffusione per tradizione e rendimento possono vantare il 243 Winchester ed il 6,5x57 mm. Mauser, seguiti dal 270 Winchester; ottimo, anche se non ancora molto diffuso, il 25-06 Remington. I magnum sprigionano energie eccessive per i capriolo, tranne il 240 Weatherby, scelta oculata per gli amanti delle prestazioni super. Camoscio Il re delle vette alpine, presente da millenni sulle nostre Alpi, è un selvatico vigoroso dalle forme robuste, dotato di forza ed agilità straordinarie, unite a difese naturali spiccate che gli consentono di sopravvivere e moltiplicarsi in un ambiente tanto ostile. Vista, udito ed olfatto sono i suoi migliori alleati, e tentare di avvicinarlo è, di norma, problematico. Caratteristiche venatorie Peso: medio (fino ad oltre 40 Kg. nel maschio adulto) Habitat: alta montagna, dirupi scoscesi con scarsa vegetazione, radure al limite superiore della fascia arborea. Miglior senso sviluppato: vista. Distanza di tiro: medio/elevata, elevata (fino a 250 metri ed oltre) Possibilità di un secondo colpo: buona Resistenza al colpo: ottima se non colpisce un’area vitale. Calibri da preferirsi dotati di: traiettoria molto tesa, potenza media (almeno 2000/2200 joule a 200 metri), grande precisione (Ø 7-8 cm. a 200 metri) Escludiamo tutti i calibri fino a 6 mm., tranne il 243 Winchester (notevole precisione), il 6 mm. Frères (buona potenza) ed il 240 Weatherby Magnum (buona potenza e precisione). Calibri europei 264 Winchester Magnum 270 Winchester 280 Remington 7 mm. Remington Magnum 7 mm. Weatherby Magnum Da decenni la caccia al camoscio ha consacrato tre calibri al di sopra dei 24 elencati: il 270 Winchester, il 6,5x68 e il 7 mm. Remington magnum; in seconda linea il 6,5x57 mm. Mauser ed il 243 Winchester. Ottimi sono pure il 25.06, il 6x62 Frères ed il 6,5x65 RWS. I calibri Magnum sovrastano quelli standard, ma il loro uso è giustificabile solamente per grossi soggetti maschi, a grandi distanze e, comunque sia, i magnum sono spesso oggetto di animate discussioni. Tirare ad uno “jarling” è certamente cosa ben diversa dal tentare un colpo lunghissimo ad un vecchio “bock”. Infine, dove trovare in calibro migliore? Vi bisbiglio all’orecchio un vecchio adagio: “In medio stat virtus”. 6,5x57 mm. Mauser 6,5x57 R 6,5x65 RWS 6,5x65 R RWS 6,5x68 mm. Schuler 6,5x68 R 7x64 mm. Brenneke 7x65 R 7x66 mm. Vom Hofe S.E. 7x75 R Vom Hofe S.E. 6x62 Frères 6x62 R Frères Calibri americani 6 mm. Remington 240 Weatherby Magnum 243 Winchester 25-06 Remington 257 Weatherby Magnum 6,5 mm. Remington Magnum PAGINA NUOVA 175x95,5 18-07-2012 19:12 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K 13 L’angolo del veterinario a cura di: Dott. ssa Patrizia Bragagna In buona parte del territorio nazionale, il problema del sovrannumero degli ungulati selvatici e dei danni da essi provocati sono al centro di recenti e animati dibattiti. è tempo che si apra una nuova fase di confronto tra tutti gli stakeholder, quali: Enti pubblici locali, Associazioni di agricoltori, venatorie, ambientaliste, animaliste e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), affinché veda la luce una nuova politica, sia di gestione faunistica che di riqualificazione ambientale. L’ammontare dei risarcimenti per le sole coltivazioni agricole è in continuo aumento, senza contare le gravi conseguenze legate agli incidenti stradali, alla conservazione della biodiversità, alla tutela dell’ambiente ed ai rischi connessi alla trasmissione di malattie infettive agli animali domestici ed all’uomo. La situazione è, a tutt’oggi, molto pesante e le misure fino ad ora intraprese si sono rivelate poco efficaci. Recentemente, Coldiretti ha concordato come la questione dei danni causati dalla fauna selvatica sia una priorità per il settore agricolo ed invoca la riapertura di un confronto fra tutti i portatori di interesse e le Istituzioni per indi- SELVAGGINA: un problema o una risorsa? viduare un percorso normativo, anche indipendentemente dalla riforma della tenute nella legge 157/1992 relative legge 157/1992, che possa risolvere alla fauna sono fondamentali e non tale insostenibile problema. adattabili dalle Regioni, in quanto non è evidente che una ripresa del dialo- di propria competenza. Relativamente go può avvenire a condizione che tutti al tema danni, la legge 157/1992 i soggetti interessati condividano un obbliga però le Regioni al risarcimento modello di caccia sostenibile, rispet- dei danni causati dalla fauna selvatica toso della biodiversità, della norma- alle coltivazioni agricole, escludendo tiva comunitaria e delle indicazioni altre tipologie, quali i danni alle perdell’ISPRA, presupposto senza il quale sone e cose, per le quali si da applicanon è possibile aprire alcun tavolo di zione della norma generale contenuta confronto, visto anche il fallimento del- nell’articolo 2043 del codice civile». la precedente esperienza del Tavolo nazionale sulla caccia istituito dalle Regioni con le Associazioni di settore che, arenatosi sulla questione dei calendari venatori, non ha consentito di aprire un confronto che portasse a risolvere la questione dei danni da fauna selvatica. Dal punto di vista giuridico la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, quindi le disposizioni con- Gestione di filiera della selvaggina SOCIETÀ COOPERATIVA AGRICOLA Via dei Martiri, 61 - Lentiai (BL) - Tel. 0437 750584 - Fax 0437 750584 APERTA: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-12.30 e 17.00-19.00, martedì e giovedì 8.30-12.30 - DOMENICA CHIUSA 14 Perciò le Regioni e le Province sono condannate al risarcimento di questa tipologia di danni e quindi sono costrette ad affrontare problematiche giuridiche ed economiche enormi sempre più difficili da onorare. Occorre una inversione di rotta per rilanciare l’intero settore e per affrontare le sfide del futuro, in un’ottica complessiva che veda comunque la caccia coniugata con i criteri di sostenibilità, di compatibilità con le indicazioni scientifiche, di integrazione con le normative comunitarie e con le differenti istanze della Società. Se questo è il problema che inevitabilmente dovrà essere affrontato, per quale motivo la gestione degli ungulati non potrebbe diventare una risorsa come in tanti altri paesi del mondo? Senza addentrarci in svariate specifiche non di secondario interesse quali il turismo venatorio e altre, vorrei soffermarmi su un argomento di stretta competenza veterinaria: la risorsa ungulati dal punto di vista alimentare. L’interesse per le carni di selvaggina è oggi, in Europa, in forte crescita, in quanto esse rappresentano per il consumatore una valida alternativa alle “classiche” carni di specie allevate, delle quali si è invece ridotto il consumo negli ultimi anni, a seguito di varie problematiche di natura etica, igienico-sanitaria e frodi, che tanto spazio hanno trovato, anche recentemente, sui molteplici sistemi di informazione. In particolare, il tipo di alimentazione naturale degli animali selvatici, che vivono allo stato libero nella migliore condizione di benessere, ha influito in modo determinante sulle scelte del consumatore, sicuro che la selvaggina, contrariamente agli animali allevati, assuma dall’ambiente alimenti privi di sostanze ad azione farmacologica e ormonale. Naturalmente, le carni che arrivano sulle tavole dei consumatori, devono soddisfare anche altri requisiti: igienico-sanitari, quali la carica microbica (assenza di germi patogeni) e l’assenza di contaminanti ambientali (pesticidi, metalli pesanti, isotopi radioattivi); nutrizionali (rapporto nel contenuto in acidi grassi saturi e insaturi e di questi tra omega-3 e omega-6); e non da ultimi quelli organolettici, essenziali per conferire alle carni morbidezza, succosità e aroma. Pertanto, queste carni stanno rivestendo un ruolo sempre più importante nel settore alimentare, sia commerciale che gastronomico, anche in virtù del fatto che rappresentano un forte legame delle varie comunità con le proprie tradizioni locali. Come tutti gli alimenti però, a garanzia del consumatore, nel loro utilizzo sono Documentazione e requisiti strutturali e igienico-sanitari soggette al rispetto di requisiti cogenti definiti nell’ambito di mento, come definito nel Reg. CE n. norme comunitarie. Le carni di selvag- 853/2004. La Regione Veneto inoltre, gina selvatica (così come definite dal particolarmente sensibile alla gestione Reg. CE 853/2004), secondo quanto degli ungulati cacciati, nel contesto previsto dalla Legge italiana sulla pro- più ampio del concetto di sicurezza tezione della fauna e per il prelievo ve- alimentare, con la DGR 2305 del 28 natorio n. 157/1992, possono deriva- luglio 2009, ha voluto prevedere che re sia da animali cacciati nell’ambito sul territorio siano presenti dei Centri di attività venatoria in senso stretto, che di sosta o raccolta per lo stoccaggio attraverso piani di attività di controllo temporaneo delle carcasse degli unguautorizzati dalle Amministrazioni pro- lati cacciati. vinciali. Tali Centri prevedono un locale a tem- Nel primo caso (attività venatoria) le peratura controllata (cella frigorifera) carni possono essere utilizzate sia per e altri requisiti strutturali e igienicoautoconsumo da parte del cacciatore, sanitari minimi autorizzati dal Servizio sia per la cessione diretta in ambito lo- Veterinario di igiene degli alimenti di cale del piccolo quantitativo (un capo origine animale della ULSS competengrosso/anno più 500 capi piccoli/ te per territorio, che attribuiscono agli anno) al consumatore finale, spacci di stessi un numero di Registrazione. vendita al dettaglio e alla ristorazione. La formazione e la crescita culturale - Nel secondo caso (piani di controllo) del cacciatore e il ruolo svolto dal Sere per la cessione oltre il piccolo quanti- vizio Sanitario nella figura del Veteritativo, la commercializzazione può av- nario ufficiale potrebbero apportare venire, solo previo passaggio dei capi notevoli vantaggi, oltre che alla salute abbattuti attraverso un centro di lavo- della collettività, anche all’equilibrio razione della selvaggina riconosciuto dell’ecosistema, valorizzando al masai sensi del Reg. CE n. 853/2004, simo le risorse del nostro territorio. per essere sottoposti all’ispezione sanitaria prevista dal Reg. CE n. 854/2004 dal Veterinario ufficiale. Pertanto, risulta di notevole importanza, in quest’ultimo caso, pianificare ed eseguire ad opera del cacciatore formato sia gli esami preliminari sull’animale in vita Programma prerequisiti che dopo l’abbatti- 15 I vegetariani uccidono più animali di chi mangia carne tratto da www.federfauna.org Quante volte avete sentito dire dagli animalisti che mangiare carne non è etico perché comporta l’uccisione di esseri senzienti, che l’allevamento danneggia l’ambiente, che spreca vegetali che sarebbero meglio impiegati per sfamare le persone? Non solo non è così, ma sarebbero proprio loro, i vegetariani, ad uccidere più animali degli onnivori che mangiano carne. Addirittura 25 volte in più, dimostra uno recente studio australiano. Partiamo dal presunto spreco di vegetali impiegati nell’allevamento: è vero che gli animali di cui si nutre l’uomo si nutrono di vegetali e che l’uomo si nutre anche di vegetali (alcuni uomini, i vegani, solo di vegetali), ma non è vero che gli animali consumino gli stessi vegetali che consuma l’uomo. Non li consumano nella stessa forma neanche quando la pianta è la medesima. Facciamo l’esempio del mais, il granoturco che tutti conosciamo: l’uomo ne consuma solo la granella (spesso solo parte di essa), mentre l’animale mangia tutta la pianta, e se da un ettaro di terra coltivato a mais si possono ottenere oltre 75 tonnellate di mais ceroso per alimentare gli animali, se ne possono ottenere solo 13 di granella. Non è molto differente per la soia, tanto cara ai vegani: gli animali non mangiano il tofu o il tempeh, ma il “pannello”, dopo che e’ stato estratto l’olio. Senza contare poi, che la maggior parte dei bovini nel mondo si nutre al pascolo di vegetazione che l’uomo non mangia. Ciò dovrebbe già essere sufficiente per sfatare la teoria animalista secondo cui l’allevamento di animali per l’alimentazione umana sprecherebbe vegetali che sarebbero meglio impiegati per sfamare le persone. Ma Mike Archer, Professore australiano dell’Università del New South 16 Wales, impegnato nella ricerca sull’evoluzione della Terra ed i sistemi di Vita, è andato oltre, dimostrando che rispetto alla produzione di carne, la produzione di molti vegetali consumati dall’uomo possa uccidere un numero di animali senzienti 25 volte superiore per chilogrammo di proteine utilizzabili prodotte, tra l’altro in modo crudele, ed anche generare maggiori danni ambientali. Archer ha evidenziato ciò che è ovvio, ma di cui la gente spesso non si accorge: mentre la maggior parte dei bovini macellati si nutrono al pascolo di vegetazione per lo più spontanea, la produzione di grano, riso e legumi richiede l’eliminazione di tale vegetazione autoctona e ciò si traduce nella morte di migliaia e migliaia di animali la cui vita era legata a quell’ecosistema e a quel tipo di vegetazione. Quindi, visto che dal pascolo non si ottengono vegetali che l’uomo possa consumare, per ottenere più vegetali consumabili dall’uomo è necessario distruggere nuova vegetazione spontanea, con le conseguenze appena descritte. Qualcuno ora obbietterà che l’Italia abbia estensioni ben diverse dall’Australia e che qui gli animali non pascolino. Beh!, sappia che nel mondo i pascoli e le praterie coprono più del doppio della superficie destinata alle colture e che nel nostro Paese, che è un puntolino sul mappamondo, gran parte della carne bovina, suina, ovina ed anche equina è di importazione. Fanno eccezione le carne di pollo e di tacchino che sono prodotte in quantità sufficienti direttamente in Italia. Chiarito questo punto, passiamo ai numeri degli animali uccisi per essere mangiati e di quelli uccisi per non essere mangiati: Archer ha calcolato che dall’abbattimento di un bovino cresciuto al pascolo si ottenga una carcassa di circa 288 Kg, la quale, una volta disossata, rende il 68% di carne, che al 23% di proteine è pari 45 kg di proteine per animale ucciso. Questo significa che per ottenere 100 kg di proteine animali utilizzabili serva abbattere 2,2 animali. Chi ha avuto occasione, almeno una volta nella vita di soffermarsi a guardare l’aratura dei campi, si sarà sicuramente accorto che il trattore è sempre seguito da stormi di uccelli predatori, dalle nostre parti soprattutto corvi e gabbiani. Questi uccelli non fanno altro che predare tutti i piccoli mammiferi, lucertole, serpenti e altri animali, soprattutto cuccioli, messi in fuga dal trattore. Il loro numero è difficilmente stimabile, ma elevatissimo. Poi ci sono gli animali che vengono uccisi per difendere i raccolti: non solo viene avvelenata una quantità incalcolabile di insetti e ragni, ai quali ben pochi animalisti si interessano, ma anche migliaia di topi, che, invece, vengono considerati esseri senzienti. Archer ha stimato che nella coltivazione del frumento vengano uccisi almeno 100 topi per ettaro all’anno, quindi, con rese medie di circa 1,4 tonnellate per ettaro, visto che il frumento contiene il 13% di proteina utilizzabile, si può calcolare che vengono uccisi almeno 55 animali senzienti per produrre 100 kg di proteine vegetali utilizzabili: 25 volte di più che per la stessa quantità di carne bovina prodotta al pascolo. Considerino inoltre i “cari” animalisti, che questi animali soffrono di più di quelli uccisi nel ciclo di allevamento o nella caccia, perché a loro non è garantita né la limitazione del dolore al minimo o lo stordimento preventivo che è garantito agli animali da macello, né la morte istantanea che è assicurata a quelli selvatici cacciati. RABBIA Comunicato Stampa FINALMENTE UNA BELLA NOTIZIA Regione del Veneto Giunta Regionale Ufficio Stampa COMUNICATO STAMPA RABBIA: IL TERRITORIO VENETO TORNA NELLO STATUS “INDENNE” DOPO 3 ANNI Regione del Veneto Giunta Regionale (AVN) Venezia, 20 febbraio 2013 Ufficio Stampa L’intero territorio del Veneto ha riacquisito, dopo oltre 3 anni, lo status di indennità dalla rabbia silvestre che, a partire dal 2008-2009, aveva progressivamente colpito le STAMPA Regioni Friuli Venezia COMUNICATO Giulia, Veneto e parte delle Province Autonome di Bolzano e Trento. RABBIA: IL TERRITORIO VENETO TORNA NELLO STATUS “INDENNE” DOPO 3 ANNI Ne dà notizia con soddisfazione l’assessore regionale alla caccia. Foto di: Michael Breuer (AVN) Venezia, 20 febbraio 2013formalizzata con una nota dal Ministero della Salute, “La novità – riferisce – ci è stata ed è una novità molto positiva, perché questa situazione aveva creato molti disagi L’interoal territorio del Venetoper ha lariacquisito, dopo oltre lo statusdei di indennità anche mondo venatorio movimentazione e la3 anni, vaccinazione cani. Un dalla rabbia silvestre a partire dal 2008-2009, aveva progressivamente le mondo venatorio che che, ha dato un notevole contributo all’eradicazione dellacolpito malattia, Regioni FriulialVenezia Veneto e monitorando parte delle Province Bolzano e collaborando presidioGiulia, del territorio ovunqueAutonome possibile di l’andamento Trento. delle campagne vaccinali e la presenza di eventuali animali infetti”. Ne soddisfazione l’assessore regionale Tra dà le notizia azioni con adottate per combattere la rabbia era alla statocaccia. adottato un vasto piano di vaccinazione orale antirabbica nelle volpi, oltre alla vaccinazione obbligatoria dei cani “La novitàe –residenti riferiscenelle – ci èRegioni stata formalizzata con una nota dal Ministero della Salute, introdotti coinvolte dall’emergenza e degli animali domestici ed è unaalnovità positiva, perché questa situazione aveva creato molti disagi condotti pascolomolto nei territori a rischio. anche al mondo venatorio per la movimentazione e la vaccinazione dei cani. Un mondo venatorio chedella ha dato un notevole all’eradicazione della che malattia, Nell’ultima riunione specifica unità dicontributo crisi nazionale è stato attestato sono collaborando presidio territorio e dall’ultimo monitorandocaso ovunque possibile l’andamento trascorsi i 2al anni di del vaccinazione accertato, come richiesto delle campagne vaccinali presenza di eventuali animali infetti”. dall’Unione Europea e chee iladati di sorveglianza della malattia risultano favorevoli. Tra le azioninr.adottate per(CACCIA) combattere la rabbia era stato adottato un vasto piano di Comunicato 268-2013 vaccinazione orale antirabbica nelle volpi, oltre alla vaccinazione obbligatoria dei cani introdotti residenti nelle RegioniUFFICIALE coinvolte dall’emergenza e degliDELLA animali domestici P.S. CON eQUESTO COMUNICATO DECADE L’OBBLIGO condotti al pascolo nei territori a rischio. VACCINAZIONE ANTIRABICA PER IL CANE. Nell’ultima riunione della specifica unità di crisi nazionale è stato attestato che sono trascorsi i 2 anni di vaccinazione dall’ultimo caso accertato, come richiesto dall’Unione Europea e che i dati di sorveglianza della malattia risultano favorevoli. Comunicato nr. 268-2013 (CACCIA) P.S. CON QUESTO COMUNICATO UFFICIALE DECADE L’OBBLIGO DELLA VACCINAZIONE ANTIRABICA PER IL CANE. Giunta Regionale del Veneto - Ufficio Stampa Palazzo Balbi, Dorsoduro 3901 – 30123 Venezia - tel. 041 279 2910 fax 041 279 2917 e-mail: [email protected] - www.regione.veneto.it Giunta Regionale del Veneto - Ufficio Stampa Palazzo Balbi, Dorsoduro 3901 – 30123 Venezia - tel. 041 279 2910 fax 041 279 2917 e-mail: [email protected] - www.regione.veneto.it Loc. Campagna, 2 - 32027 Taibon Agordino (BL) Tel. 329 1086255 • Fax: 0437 643238 • E-mail: [email protected] 17 L’arte della tassidermia a cura di: Elvio Dal Pan Come preparare ed imbalsamare gli animali 3aa parte ATTREZZATURA E MATERIALI Prima di iniziare a descrivere il procedimento vero e proprio per imbalsamare un animale, diamo uno sguardo a quali sono le attrezzature ed i materiali indispensabili per poter procedere. Gli strumenti manuali necessari al tassidermista, che voglia iniziare a livello amatoriale tale attività, non sono poi molti e nemmeno particolarmente costosi, a meno che non si voglia intraprendere un’attività professionale vera e propria perché, in tal caso, i costi lieviteranno. Molti di questi strumenti si trovano già presenti in qualsiasi cassetta attrezzi di uso casalingo mentre, per i rimanenti, non sarà difficile procurarseli o costruirli in proprio con pochi euro di spesa. è ovvio che si può iniziare con una attrezzatura molto modesta e poi, via via, rifornirsi di tutti gli strumenti che la pratica consiglierà come i più idonei. Durante il lavoro il tassidermista si troverà nello stesso tempo ad essere: chirurgo, sarto, scultore, fabbro, falegname, pittore ecc. insomma, dal bisturi alla sega da falegname. Un piccolo elenco degli utensili indispensabili potrebbe essere così composto: Per la spellatura di uccelli e piccoli mammiferi: Un bisturi o un coltello a lame intercambiabili, un piccolo assortimento di forbici con lame di diversi tipi e dimensioni, un tronchesino. (fig.1) ed arrotondate, punteruolo, aghi da cucito diritti e ricurvi, spilli, filo, spago, chiodi, pennelli, colori, pasta per modellare, filo di ferro di vari diametri, siringhe ipodermiche con aghi di varie misure e spessori. Spatoline di varie forme e misure. Materiali per la concia: Per quanto riguarda i materiali, il mercato fornisce una vasta gamma di prodotti sempre più moderni e sofisticati, mancano purtroppo i negozi specializzati in tal senso ma i pochi esistenti si possono facilmente contattare anche via internet e farseli spedire direttamente a casa. Occhi in cris ta l lo: Ne esistono di tutti i ze a punte piatte tipi e di Per il montaggio: Trapano, pin- Fig. 1 18 Fig. 2 punti non raggiungibili dalla concia. Per i grossi mammiferi sono invece necessarie delle soluzioni concianti da sciogliere in acqua, le più comuni sono a base di sale e allume di rocca e si trovano in commercio già pronte in comode confezioni. Fig. 3 tutte le misure per ogni tipo di animale (fig. 2). Possiamo trovarne anche di plastica, decisamente più economici ma sicuramente di qualità molto più scadente. Conce per uccelli e piccoli mammiferi: Esistono conce in polvere da spargere sulla pelle durante la spellatura e conce in pasta, queste ultime in genere a base di borace, completamente innocua per l’uomo a differenza del terribile arsenico ormai quasi completamente dimenticato. Le soluzioni mummificanti sono invece liquide, da iniettare tramite siringa sui SCRIVETE alla redazione Diventa sempre più difficile trovare argomenti d’attualità che non siano già stati trattati. Argomenti con tematiche diverse per esempio sulle armi, sulle varie malattie del cane, sulle leggi, sui fucili, sull’ottica, ecc. Per poter continuare a trattare al principiante, unico neo il loro costo, non sempre esiguo, ma bisogna dire che quasi sempre il prezzo è compensato dal risultato e dal tempo risparmiato (fig. 3). Con lo stesso materiale le ditte specializzate realizzano anche rocce e rami di qualsiasi forma e misura praticamente simili agli originali ma estremamente più Manichini: Per la ri- pratiche e lavorabili. (fig. 4) costruzione del corpo potremo usare vari materiali, dalla paglia, all’ovatta, al polistirolo ecc. Bisogna dire però che per ottenere un buon risultato con questi materiali occorre una buona dose di manualità abbinata ad una cospicua pratica che non sempre tutti hanno. Anche in questo caso la moderna tecnologia ci viene incontro mettendo a dispoFig. 4 sizione sia del principiante, ma anche e soprattutto del professionista, manichini in Una volta che questi attrezpoliuretano espanso di ogni zi e materiali saranno pronti genere e misura per ogni sul nostro tavolo, oltre natutipo di animale che certa- ralmente all’animale da premente facilitano enorme- parare, saremo pronti per mente il lavoro soprattutto iniziare il lavoro. segue nel nostro giornale tali tematiche serve quindi la Vostra indispensabile collaborazione che consiste nell’inviare alla redazione le vostre domande su questi temi ed i nostri Esperti saranno ben lieti di risponderVi. Non fateVi problemi e scrivete, solo così avremo materiale da pubblicare, altrimenti le rubriche del Legale e del Veterinario non ci saranno più. Indirizzate le Vostre domande a: REDAZIONE CACCIA 2000 c/o Sandro Pelli Via Trevigiana, 8 32035 SANTA GIUSTINA (BL) PER POSTA ELETTRONICA A: [email protected] [email protected] 19 passeggiando nel bosco Tratto da “Guarire con le Erbe” Fratelli Melita Editore ATTENZIONE!!! Prima di utilizzare qualsiasi pianta medicinale, si leggano attentamente le eventuali avvertenze contenute nella loro trattazione. Un loro cattivo impiego può causare seri inconvenienti. Talune piante, o loro parti o sostanze da esse ricavate, possono essere addirittura tossiche o velenose. In ogni caso nell’incertezza si ricorra al consiglio di una persona qualificata. DESCRIZIONE: pianta dotata di fusto eretto, robusto, con sfumature rossicce. Le foglie sono pennate, diseguali, con margine dentato. I fiori sono di color bianco giallognolo riuniti in corimbi. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiungere anche 1,80 m. di altezza. HABITAT: poco frequente in Italia, assente nelle zone tipicamente mediterranee, l’olmaria si può trovare lungo i fossati, i torrenti, nei terreni umidi dell’Italia del Nord, dalla pianura alla montagna fin oltre i 1500 metri. RACCOLTA: della pianta si utilizzano soprattutto le foglie e le sommità fiorite raccolte a fioritura iniziata e fatte celermente essiccare in luogo asciutto. Meno frequentemente si utilizzano le radici essiccate. AVVERTENZE: non si deve mai far bollire la pianta. 20 OLMARIA Filipendula ulmaria Rosacee Vistosa erbacea che svetta con i suoi bianchi fiori tra i campi umidi e acquitrinosi. Il suo contenuto di composti salicilici la rende preziosa per curare i dolori. Contro i reumatismi e gotta si utilizza l’infuso ponendo a riposare per un quarto d’ora 40 g. di sommità fiorite in 1 lt. d’acqua bollente. Trascorso questo tempo si filtra e se ne consumano 2 tazze al giorno prese lontano dai pasti. Lo stesso infuso è consigliato per quanti soffrono di idropisia, mentre contro l’arteriosclerosi si pongono in infusione 10 g. di sommità fiorite in 250 ml. d’acqua bollente per un quarto d’ora, si filtra e se ne consumano da 2 a 3 tazze al giorno delle quali 1 al mattino a digiuno. 40g. di sommità fiorite e foglie essiccate poste in infusione in 1lt. d’acqua bollente per una decina di minuti aiutano a combattere la cellulite. Trascorso il periodo indicato, si filtra e si consuma l’infuso nell’arco della giornata avendo l’accortezza di ingerirlo lontano dai pasti principali. Lo stesso infuso, combatte la litiasi, facilita l’eliminazione degli acidi urici, combatte la nefrite. La pianta essiccata va conservata in vasi di vetro ermeticamente chiusi. Dopo 6/7 mesi di conservazione perde parte dei suoi poteri per cui bisogna sostituirla. L’olmaria va sempre utilizzata per infusione, mai per decotto. Scarsi sono gli impieghi della pianta in cucina dove talvolta può essere mescolata in piccole percentuali con altre verdure per confezionare minestre diuretiche e rinfrescanti. In campo estetico il suo infuso (30 g. di sommità fiorite in 1 lt. d’acqua per un quarto d’ora; uso: 3 tazze al giorno) è di qualche giovamento per chi soffre di obesità. L’olmaria era una delle erbe stimate dai Druidi. I suoi piccoli fiori bianchi così ravvicinati da dar l’impressione di un unico fiore, venivano utilizzati per adornare le case dove portavano un profumo fragrante piacevole a sentirsi. L’olmaria è un vegetale ricco di principi attivi e di elementi utili all’uomo come il magnesio ed il ferro. PREPARAZIONE: 30 minuti COTTURA: 45 MINUTI DIFFICOLTà: bassa ricetta: di SAMUELE BETTINI Tratto dal volume “La selvaggina del Veneto nel piatto” Terra Ferma Edizioni Risotto con le quaglie foto di: Cristiano Bulegato Ingredienti per 4 persone 4 quaglie di cacciagione 300 g di riso arborio 80 g di burro 1 cipolla di media grossezza 1 piccola carota 1 piccola costa di sedano 1 spicchio d’aglio 4 cucchiai di grana padano grattugiato 2 foglie di salvia 1 l. di brodo di carne vino bianco secco olio extravergine d’oliva sale e pepe Preparazione Spennate e mondate le quaglie, poi fiammeggiatele per eliminare i residui di penne e lavatele, quindi asciugatele e legatele con un robusto filo bianco da cucina in modo che mantengano la loro forma. • Fatele rosolare leggermente in padella con 20 g di burro e un cucchiaio d’olio, aggiustate di sale e pepe. Aggiungete mezza cipolla, la carota e il sedano tagliati a pezzetti, lo spicchio d’aglio leggermente schiacciato e le foglie di salvia, quindi lasciateli rosolare leggermente. • Irrorate con mezzo bicchiere di vino bianco, coprite con il coperchio e fate cuocere per circa 25’, rivoltando le quaglie di tanto in tanto e aggiungendo, se necessario, poco brodo durante la cottura. • Tritate finemente la restante cipolla, versatela in un tegame e fatela appassire in 30 g di burro senza farle prendere colore; unite il riso e lasciatelo tostare per qualche minuto, poi iniziate a irrorarlo con il brodo bollente aggiunto poco per volta. • Poco prima di terminare la cottura del riso al dente, toglietelo dal fuoco e mantecatelo con il grana e il restante burro ammorbidito e a pezzetti, mescolando energicamente. • Distribuite il risotto nei piatti caldi, praticatevi al centro un’infossatura e adagiatevi una quaglia privata del filo. • Filtrate il fondo di cottura attraverso un colino fine, quindi versatelo sulle quaglie e servite. Centro Carni Gazzi di Gazzi Fabrizio Via Pedemontana, 20 SORANZEN di Cesiomaggiore (BL) Tel. 0439 438161 - Cell. 328 9349009 21 POESIA: QUANDO DE SERA di Rino Budel PRANZO DI PESCE Quando de sera al sol al se po’ posa, ‘l cielo da azzuro al ciapa de rosa, drio le montagne al tramonto le va nèole rosse come fogo impizhà! Quando de sera le ombre se cala, torna al so’ nit ogni oselét, par star coi so’ piciòi a rincurarli e col calt de le piume difender dal fret! Quando de sera Intorno al larin col calt de ‘na zhoca se scalda le man, anca i pensieri de ‘n color i se carga par quel che la vita riserva doman! 22 Dopo alcuni anni di pausa e molteplici richieste pervenute dai nostri Soci e simpatizzanti viene riproposta la gita per andare a mangiare il pesce. Il posto è nuovo e molto bello. Pensiamo proprio che chi aderirà all’iniziativa rimarrà sicuramente soddisfatto. I posti sono limitati (160 max.) La quota di euro 50,00 è comprensiva di tutto. Per le prenotazioni dal Cadore ed Agordino la partenza s’intende dal Piazzale Resistenza (Stadio) di Belluno alle ore 11.00. Vi aspettiamo numerosi! DOMENICA 21 APRILE 2013 Presso il ristorante “Fossa Mala” Via bassi, 81 a FIUME VENETO Oltre ai soci possono partecipare le gentili signore, amici e simpatizzanti (posti disponibili nr. 160) MENU (Costo euro 50,00 compreso viaggio in pullman) Apertivo: Bollicine con gli stuzzichini - fritti di pesce Antipasti: antipasto di mare “Fossa Mala” gratinato misto di conchiglie Primi: risotto con gamberi e timo limone raviolo di branzino con vellutata di carciofi Secondo: filetto di s.pietro alla mediterranea con patate al forno e contorni abbinati sorbetto al frutto della passione torta perla caffè - vini della casa zv AUGURI ai soci Soci A.C.B che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo aprile 2013 hanno compiuto o stanno per compiere gli anni: RISERVA NOMINATIVO NASCITA ETà Seren del Grappa Rebernig Flavio 7-01-1941 72 Domegge di Cadore De Polo Francesco 18-01-1941 72 Arsiè Anese Enrico 17-04-1922 91 Domegge di Cadore Zamarco Luigino 23-01-1942 71 Ponte nelle Alpi Prest Angelo 30-01-1928 85 Santa Giustina Dal Pont Roberto 28-01-1942 71 Quero Mazzocco Gelindo 12-01-1930 83 Rivamonte-Voltago Da Campo Rino 7-03-1942 71 La Valle Agordina De Zaiacomo Gino 18-01-1931 82 Tambre Bortoluzzi Orazio 13-03-1942 71 Santa Giustina Lucchetta Lucio 23-01-1932 81 Lamon Casagrande Francesco 18-03-1942 71 Canale d'Agordo Lorenzi Valter 28-01-1932 81 Sovramonte Fonzasin Antonio 26-03-1942 71 Tambre Gandin Osvaldo Guelfo 6-02-1932 81 Alano di Piave Lubian Giovanni 7-04-1942 71 Santo Stefano di Cad. Bergagnin Enzo 31-03-1932 81 Feltre Bordin Giancarlo 12-04-1942 71 Arsiè Battistel Remo 6-04-1932 81 Agordo Cassol Fiorindo 21-04-1942 71 Pedavena Zabot Isidoro 3-01-1933 80 Tambre Donadon Renato 2-01-1943 70 Belluno Severi Bruno 28-03-1933 80 Auronzo di Cadore Costa Gianfranco 23-02-1943 70 Cesiomaggiore Corso Valter 8-01-1934 79 Pedavena Bertelle Giovanni 13-03-1943 70 Domegge di Cadore De Silvestro Giovanni 29-01-1934 79 Pedavena De Riz Renzo 22-03-1943 70 Lozzo di Cadore Baldovin Michele 15-03-1934 79 Gosaldo Masoch Ferruccio 25-03-1943 70 Belluno Bassanello Renato 24-04-1934 79 San Nicolò Comelico Costan Dorigon Luigino 30-03-1943 70 Lozzo di Cadore Da Pra Mauro 3-01-1935 78 Lamon Mancuso Sebastiano 5-04-1943 70 Sedico Deon Franco 20-01-1935 78 Limana Viel Roberto 8-04-1943 70 Sovramonte Slongo Serafino 8-02-1935 78 Feltre Scariot Luciano 24-02-1935 78 Lorenzago di Cadore Tremonti Sergio 29-03-1935 78 Lamon Bee Bortolo 25-01-1936 77 Sovramonte Pelosio Cesare 16-03-1936 77 Calalzo di Cadore Frescura Giorgio 20-03-1936 77 Sovramonte D'Incau Simone 11-02-1983 30 Limana Triches Umberto 10-04-1936 77 Sedico Dal Col Luca 24-02-1983 30 Santo Stefano di Cad. D'ambros Italo 20-04-1936 77 Sedico Tormen Alessandro 15-03-1983 30 Santa Giustina Facchin Giuseppe 22-05-1936 77 Santo Stefano di Cad. De Mario Roberto 15-01-1984 29 Auronzo di Cadore Monti Nia Pietro 9-01-1937 76 Ponte nelle Alpi Mambretti Antonio 18-02-1937 76 Alano di Piave Dal Canton Daniele 23-01-1984 29 Sovramonte Bottegal Rizzieri 18-02-1937 76 Mel De Gasperi Fabio 28-02-1984 29 Arsiè Turra Pier Enzo 20-03-1937 76 Fonzaso Maccagnan Michele 5-02-1985 28 Renon Igor 25-02-1985 28 ... e i più giovani Lorenzago di Cadore Granato Alfio 20-03-1937 76 Gosaldo Valle di Cadore Da Giau Maurizio 4-04-1937 76 Tambre Bino Matteo 11-03-1985 28 Domegge di Cadore Frescura Franco 3-01-1938 75 Limana Paris Christian 27-04-1985 28 Limana Orzetti Ezio 26-04-1938 75 Sappada Fauner Michael 12-02-1986 27 Limana Segat Silvestro 1-01-1939 74 Rivamonte-Voltago De Marco Dino Angelo 18-02-1939 74 Lorenzago di Cadore Tremonti Dennis 4-03-1986 27 Canale d'Agordo Valt Luciano 19-01-1940 73 Feltre Toigo Francesco 7-03-1986 27 San Tomaso agordino Gaiardo Franco 21-01-1940 73 Quero Alba Mirko 8-03-1986 27 Feltre Campigotto Ferdinando 12-02-1940 73 Feltre Lavore Aldo 10-02-1987 26 Rivamonte-Voltago Caldart Luigi 22-02-1940 73 Feltre Vettoratta Matteo 25-02-1987 26 Chies d'Alpago Trame Primo 11-03-1940 73 Lamon Malacarne Luca 10-03-1987 26 Seren del Grappa Fantinel Ferruccio 12-03-1940 73 Puos d'Alpago Vuerich Tiziano 16-03-1987 26 Belluno De Bon Agostino 22-03-1940 73 Gosaldo Bedont Anselmo 11-04-1940 73 Gosaldo Bressan Alan 21-04-1987 26 Auronzo di Cadore Molin P. Liberale 25-04-1940 73 Lozzo di Cadore Laguna Daniel 22-03-1990 23 Sovramonte Dalla Corte Carlo 5-01-1941 72 Agordo Farenzena Alex 18-01-1991 22 Celli Luca 6-01-1992 21 Cadore Nicola 22-04-1993 20 Valle di Cadore Del Favero Gianpietro 6-01-1941 72 Feltre Santa Giustina De Bastiani Giovanni 7-01-1941 72 Sospirolo 23 NEWS La fiaba d’inverno del camoscio sul tetto Tratto da www.giornaledibrescia.it Riceviamo dal nostro Socio e carissimo amico Giacomelli Alessandro della RAC di Auronzo questa foto originale scattata nella sua Zona d’origine. Il testo è tratto dal Giornale di Brescia. Gli incontri con animali selvatici come cervi e caprioli sono ormai all’ordine del giorno nei paesi dell’ Alta Valle. È invece piuttosto bizzarro aprire la finestra al mattino e notare che sul tetto del vicino c’è un camoscio. Quando martedì ai Vigili del Fuoco, Corpo forestale dello Stato e Polizia provinciale è arrivata la richiesta di intervento nel centro della frazione dalignese di Pezzo, tutti hanno pensato a uno scherzo. Invece il camoscio - un maschio di 14-15 anni - c’era davvero, seduto sulla neve, accanto a un comignolo. Le molte persone accorse hanno riferito che il povero animale si trovava lì già la sera precedente, ma pensavano che se la potesse cavare da solo. «Com’è salito, dovrà pur scendere», sosteneva qualcuno. La casa in questione, costruita su un terreno in pendenza, consente un accesso abbastanza facile al tetto sul retro. Molto probabilmente l’animale ha raggiunto la sommità proprio da lì. Spaventato, forse disorientato dalla forte bufera che ha investito l’Alta Valle lunedì sera. Ha spiccato qualche salto, ritenendo il tetto un luogo sicuro. I Vigili del Fuoco, una volta saliti, hanno cercato di avvicinarsi all’animale, ma lui, troppo spaventato, stava per buttarsi nel vuoto. A questo punto gli uomini della Polizia provinciale e del Corpo forestale hanno pen- 24 sato di creare una via di fuga alternativa che ha consentito all’animale di saltare da un’altezza meno elevata. Poi il camoscio è stato immobilizzato: i soccorritori, per tranquillizzarlo, gli hanno bendato gli occhi. Dopo un primo controllo per capire se fosse ferito o malato, lo splendido esemplare è stato trasferito al Centro recupero animali selvatici di Paspardo per una visita più approfondita. L’esito? Pare che il camoscio sia in salute. Se la diagnosi verrà confermata l’animale sarà presto liberato e potrà tornare a correre e saltare nel bosco. Al momento i camosci che abitano l’Alta Valle sono circa trecento. Grazie alle regole sulla caccia e ai controlli sul bracconaggio il numero di capi è in aumento. Vederli vicino a una casa, però, resta una sorpresa. Una piccola fiaba d’inverno a lieto fine. PROVA DI CACCIA PRATICA Cane-cacciatore Quest’anno la ns. Associazione ha organizzato una prova di caccia pratica alle quaglie che si svolgerà il 14 APRILE 2013 presso il quagliodromo di Feltre (Loc. Collesei di Anzù). Questa prova è inserita nel campionato provinciale e riserverà anche una premiazione speciale per i Soci A.C.B. Ci si augura che la presenza dei ns. Soci sia numerosa. La gara è molto semplice e non serve essere “campioni”. Cane da ferma e cacciatore che abbatte. Il regolamento sarà esposto sul campo di gara che inizierà alle ore 7.00. Per eventuali ulteriori informazioni potete rivolgerVi al ns. Vice presidente Curto Carlo. Cell. 328 3727637. MOLTO IMPORTANTE: Portare porto d’armi e assicurazione VALIDE N.B. in loco sarà possibile pranzare TOSCANA MANGIANO SALSICCE CRUDE DI CINGHIALE. 26 CASI DI TRICHINELLOSI In Toscana non erano segnalati pazienti colpiti da circa 20 anni. L’epidemia è circoscritta a cacciatori e familiari. Sono 26 i casi di trichinellosi riscontrati nelle ultime settimane in provincia di Lucca, patologia rara ma presente in Italia: in Toscana da circa 20 anni non erano stati segnalati pazienti colpiti. È quanto rende noto la Asl di Lucca spiegando che il focolaio epidemico è stato circoscritto rapidamente e che ha riguardato cacciatori e loro familiari, residenti nella zona della Valle del Serchio, colpiti dopo aver mangiato salsicce crude di cinghiale (regolarmente cacciato). Ora stanno tutti bene, «grazie alle cure immediate a cui sono stati sottoposti». Gli accertamenti dell’Asl erano scattati dopo la segnalazione di disturbi quale febbre, dolori muscolari, manifestazioni cutanee. Gli esami hanno poi accertato che si trattava appunto di trichinellosi, o trichinosi, «malattia causata da un parassita, la Trichinella, che è un verme che può contaminare con le sue larve le carni di diversi animali. L’uomo - spiega appunto l’Asl - contrae l’infezione attraverso il consumo di carni animali contagiate e non cotte. Si tratta di una patologia rara ma presente in tutto il mondo e anche in Italia. Proprio per la sua rarità e per sintomi che possono risultare simili a quelli di altre patologie non è di facile riconoscimento. Gli ultimi casi in Italia risalgono al 2011 in Sardegna». «La macchina che si è messa in moto dopo la comparsa dei primi casi, subito riconosciuti dall’unità operativa di malattie infettive di Lucca - prosegue l’Asl -, ha permesso di circoscrivere il fenomeno e di effettuare tutte le necessarie operazioni legate alla prevenzione, grazie all’impegno degli operatori della veterinaria e dell’igiene degli alimenti. È bene ricordare - conclude l’Asl - che è possibile evitare questa malattia tramite la cottura delle carni o con il congelamento a - 15 per 20 giorni o a - 30 per 6 giorni. In questa maniera vengono distrutte le larve e si impedisce l’insorgere della malattia». 2 gennaio 2013 - Corriere.it PILE PERSONALIZZATO Come saprete, per poter spuntare un prezzo interessante, sono stati ordinati circa 1200 pile personalizzati. Diversi di Voi l’hanno già preso e sono rimasti molto soddisfatti. Sono ancora disponibili circa 250 pz. nelle taglie L – XL – XXL ed una decina di taglia S. Per poterle avere bisogna ordinarle presso il Responsabile di zona. socio riserva di tessera n° anno 2013/1 4 IL PRESIDENT E Sandro Pelli Come anticipato nel precedente numero troverete all’interno di caccia 2000 la Card 2013 unitamente all’elenco delle Ditte che hanno aderito all’iniziativa. Presentandola alla cassa darà diritto ad uno sconto particolare sulla merce acquistata. Ringraziamo le Ditte per la loro collaborazione e sensibilità. A voi l’opportunità di saper sfruttare questa occasione e di usarla. 25 RISTAMPATO IL LIBRETTO “OSSERVARE PER...” Il libretto “Osservare per…” stampato diversi anni fa e che veniva distribuito agli scolari in occasione delle uscite nel territorio è andato esaurito. La Giunta dell’A.C.B., visto anche l’incremento delle domande che pervengono da parte dei vari Plessi scolastici per aderire al progetto, ha deliberato di stamparne uno nuovo migliorato nella grafica ed ampliato con l’inserimento di PRIMA altri animali e notizie. Il libretto, gratuito, è a disposizione dei nostri Circoli che intendono iniziare questo percorso con le Scuole elementari del proprio Comune. Saranno all’inizio supportati ed aiutati dai nostri Responsabili che hanno già maturato un’esperienza ventennale. Provate anche Voi, sarete gratificati perché sarà un’esperienza veramente unica e piacevole. DOPO SSOC IAZIO NE ACCIA TORI ELLU NESI SSOC IAZION E ACCIA TORI ELLUN ESI REALI CENT ZZAZIONE RO ST UDI C A CURA D EL ACCIA 2000 progetto scuole è già iniziato anche quest’anno con le scuole di Mel e proseguirà con tutte le altre l’ormai consolidato progetto che, da oltre 20 anni, vede coinvolta la nostra Associazione. Tale progetto vede coinvolti numerosi nostri Associati impegnati a portare nelle scuole Gli alunni e le maestre delle scuole di Mel e di Villa di Villa ci hanno inviato degli auguri speciali per Natale! 26 quelle conoscenze di fauna, flora e ambiente, maturati negli anni con l’esercizio della nostra pur bistrattata passione venatoria. Con l’aiuto dei Docenti che aderiscono al progetto, i bambini vengono coinvolti in lezioni sulla fauna del nostro territorio sia in classe OSSER VA PER.R.E . che all’aperto, dove possono osservare tracce, tane, nidi e mille altri segnali che, pur senza vederli, indicano la presenza degli animali intorno a noi, aiutati anche dal manualetto, stampato appositamente dall’A.C.B. e distribuito gratuitamente a tutti gli Scolari. RINNOVO/RILASCIO DI PORTO D’ARMI Quest’anno scade il porto d’armi rilasciato nel 2007; nessun variazione rispetto all’anno scorso. Alla richiesta (in bollo euro 14,62) bisogna allegare i seguenti documenti: Per il RINNOVO 1. N. 1 marca da bollo da Euro 14,62 per il rilascio/rinnovo della licenza da apporre sull’autorizzazione porto di fucile; 2. Due fotografie formato tessera, di cui UNA legalizzata, entrambe completate dalla firma apposta dall’interessato a lato dell’effigie (la legalizzazione può essere effettuata dall’Ufficio destinatario delle foto se presentate personalmente dall’interessato o presso gli uffici comunali - esente da bollo ai sensi dell’art. 34/2°c. del D.D.R.; 28.12.2000 n. 445); 3.Certificato medico in bollo da Euro 14,62 rilasciato dagli uffici medico-legali e dai distretti sanitari delle U.L.S.S. o dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato ai sensi del D.M. Sanità 28.4.1998, previa presentazione del certificato anamnestico del medico di fiducia; 4.Attestazione, in originale, comprovante il pagamento della somma di euro 1,27 corrisposto sul c/c postale n. 11049327 intestato alla Sezione di Tesoreria provinciale di Belluno, indicando sulla causale “ Capo X – Capitolo 2382 – Costo libretto porto di fucile rilasciato dalla Questura di Belluno”; 5.Attestazione, in originale, comprovante il pagamento della tassa di concessione governativa, effettuato sul c/c postale n. 8003 intestato all’Agenzia delle Entrate – Centro operativo di Pescara, per l’importo di euro 173,16 (168,00 tassa di CC.GG. + 5,16 addizionale art. 24 L.157/92); 6. Libretto porto di fucile e relativa autorizzazione, in originale, scaduto di validità. 7. Copia fotostatica della carta d’identità. Per il 1° RILASCIO: tutti i documenti sopraindicati dal n. 1 al cinque e, in più 8. Certificato d’idoneità al maneggio delle armi rilasciato da una Sezione della Federazione del Tiro a Segno Nazionale, oppure, per coloro che hanno prestato servizio militare nelle forze armate o in uno dei Corpi armati dello stato ovvero abbiano appartenuto ai ruoli del personale civile della pubblica sicurezza in qualità di funzionari, il foglio di congedo militare o stato matricolare di servizio; 9.Certificato d’abilitazione all’esercizio venatorio. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO di caccia 2000 Bellus Luca, Berger Fabiane, Betta Claudio, Bragagna Patrizia, Budel Rino, Cadorin Giovanni, Carlin Ivan, Cavalli Daniele, Corra’ Francesco, Costan Dorigon Michele, Crosato Alessandra, Curto Carlo, Dal Pan Elvio, Del Bon Enrico, De Riz Massimo, Fuso Alberto, Giacomelli Alessandro, Grassi Renato, Mazzuia Giovanni, Paladini Luciano, Pante Luciano, Pasa Loris, Pelli Sandro, Perenzin Maurizio, Pioggia Pasquale, Provincia di Belluno, Sbardella Enzo, Zamboni Umberto 27 IL RACCONTO sensazioni di C. Betta Tratto dal libro “Ricordi di un cacciatore di montagna.” Ghedina & Tassotti editori La caccia è sicuramente passione che ti avvince, ti rapisce, ti fa provare delle sensazioni che forse nessuna altra attività riesce a darti perché coinvolge non solamente il tuo corpo (esercizio fisico, sforzo, stanchezza) ma anche il tuo spirito (romanticismo, impatto con le bellezze naturali, contatto con il selvatico). Ed appunto frequentando la montagna, i boschi, la campagna il tuo spirito viene invaso da sensazioni sublimi, da forti impul- Foto di: Jürgen Weber si, da stati d’animo che la normale vita quotidiana mai riuscirebbe a darti. Tento di esprimere alcune di queste sensazioni che ho provato nella mia lunga vita di cacciatore e che sicuramente moltissimi altri cacciatori (o forse tutti?) hanno a loro volta sentito profondamente dentro di loro. Il caldo è soffocante e senti il calore della terra che sale verso il tuo viso. Il sole che da qualche ora ha fatto la propria apparizione da dietro alle cime è già forte ed ha asciugato l’umidità della notte e la rugiada che aveva imperlato le foglie dei rododendri e dei mirtilli. 28 Sto attraversando a mezza costa quell’angolo di montagna, tra gli ultimi radi larici e qualche secolare cirmo. Onda, la bracca tedesca mi precede di qualche metro, più in alto, tranquilla seppur continua, meticolosa nell’esplorare tracce ed odori mentre si addentra nelle rare macchie di ontano. Il caldo mi opprime, il sudore cola abbondantemente dalla fronte e dietro la nuca lungo il collo e faccio fatica a seguire il pur tranquillo procedere della cagna. Ronzìo di mosche che mi perseguitano formando come un’aureola intorno al capo e che mi infastidiscono fortemente. La cagna, che aveva dato segni di un certo nervosismo, dopo breve guidata è ora in ferma puntando il muso verso la base di un grosso cirmo. Mi avvicino circospetto di qualche metro ed attendo che il forcello scatti da terra per lanciarsi velocemente a valle. Lontani muggiti delle bovine all’alpeggio, ronzìo delle mosche ed il suono di una campana nella chiesa laggiù nella valle. Tensione, attenzione, attesa del frullo, mentre il dito accarezza dolcemente il grilletto, pronto allo sparo. Attimi di gioia profonda, ti senti tutt’uno con la terra ed il bosco. Non sei corpo estraneo, ma vivi in simbiosi con la Natura. Rapporto tra predatore e preda. E quando il forcello rabbiosamente si invola, abbasso il fucile. Oggi lo sparo riuscirebbe solo a turbare questo istante di profonda commo- zione, perchè sono riuscito ad essere nello stesso tempo cacciatore, albero, terra, montagna, e fratello del selvatico. Non oso guardare negli occhi la mia Onda! Sono in posta nella mattinata di fine settembre, fresca ma non fredda. C’è ancora nell’aria odore di bovine al pascolo ed un lontano sentore di piogge autunnali. Qualche scagno, alto nel bosco, dei due segugi sulla traccia della lepre. è più di un’ora che attendo ma forse il vento della notte rende difficile lo scovo. Intanto il giorno avanza e da un momento all’altro sorgerà il sole. Mille pensieri affollano la mente mentre aspetto che i cani riescano a scovare il selvatico. Ed improvvisa la borrita, musica sublime per il cacciatore, e la parata che a momenti si avvicina, poi si allontana, poi scompare per rimbombare nuovamente nelle valli. Ed i nervi sussultano e l’orecchio si tende e giro gli occhi a penetrare i ginepri del pascolo alpino. E poi, come sorta dal nulla, la materializzazione della lepre che scende a lunghi balzi lungo il tratturo tra i radi larici ed un tuffo al cuore per l’improvvisa apparizione, mentre senti i cani ancora lontani. Quando l’aflusso di andrenalina abbandona il tuo sangue, la mira, lo sparo, la lepre che rotola, i cani che arrivano abbaiando e mordono soddisfatti la preda. E poi mi sdraio al sole sull’erba che si sta asciugando, ed accarez- avrà il sopravvento il bearmi di questa atmosfera irreale, con le sue luci soffuse; il rame delle poche foglie non ancora cadute, gli aghi ingialliti dei larici. Questo tepore novembrino, ultima tregua prima del gelo invernale, acqueta le tensioni della vita quotidiana, gli stress che ci assalgono e riporta la pace nel nostro cuore e la felicità di essere parte viva nel meraviglioso mondo della Natura. Il freddo del mattino mi fa rabbrividire e gela il sudore che copioso bagna la fronte dopo la lunga ascesa nella neve che tutto ha livellato, pietraie, ghiaioni, mughi, rododendri. Il sasso su cui sono appoggiato è gelido, la luce del mattino col cielo terso e senza nubi aggiunge freddo al freddo. Sopra di me tra gli ultimi cirmi il branco dei camosci al pascolo sta grattando la neve per scoprire ciuffi d’erba o foglie di cespuglio per la magra pastura. E questa presenza ravviva la solitudine dei luoghi e senti che la vita pulsa ancora in una Natura che sembra addormentata. Tra poco, quando sorgerà il sole, qualche nocciolaia volerà da un cirmo all’altro e farà sentire il suo richiamo, mentre un ermellino, bianco folletto dai vivaci occhi neri, tesserà il suo cammino tra i sassi della pietraia con fugaci apparizioni e veloci scomparse. Mi sento parte di questa natura, felice di godere e di osservare lo spettacolo dei camosci, primattori sulla scena del teatro della montagna. Non importa se nel branco ci sarà la vittima predestinata o se dovrò solo ammirare gli animali al pascolo. Questi magici momenti mi fanno perdere la nozione del tempo: d’improvviso come spesso accade in montagna le nubi offuscano il cielo. Un timido fiocco di neve bagna il mio naso, poi un altro ed altri ancora, sempre più frequenti. Nevica ormai alla grande. Il terreno si copre di neve fresca, i rami degli alberi che il vento aveva ripulito si imbiancano. Arriva l’inverno. Scendo a valle con negli occhi l’immagine dei camosci straniti e nel cuore la nostalgia di un mondo che rivedrò, spero, a primavera. Atlas Hunter cal 308 winch via Manin, 49 - Conegliano Veneto (Tv) tel. 0438 60871 - fax 0438 455882 [email protected] - chiuso il lunedì Atlas hunter long range zo i cani ed il pelo della lepre e vivo questi istanti di pace nel silenzio del monte, appagato e felice. Lontano, i campani delle mandrie che si avviano al pascolo. E sogno già l’arrivo della prima beccaccia. Sono seduto appoggiato ad un ceppo di larice nel bosco novembrino. Sto riposando con il mio cane dopo alcune ore di ricerca infruttuosa della beccaccia. Il tiepido sole di S. Martino entra tra i rami oramai spogli di betulle ed ontani a riscaldare le mie mani mentre il pelo bagnato del cane sta fumando. Un’improvvisa sonnolenza mi coglie e si diffonde a tutto il mio corpo e stento a tenere gli occhi aperti. In questo dormiveglia ripercorro i sentieri del bosco già battuti e mi addentro negli angoli più reconditi ancora da visitare. E materializzo una, due, tre beccacce fermate egregiamente dalla mia Onda mentre le mie braccia si tendono allo spasimo pronte a dare il via alla mano ed al dito che accarezzerà il grilletto pronto allo sparo. La lingua del cane lambisce il mio viso e mi riporta alla realtà. Non so se proseguirò nella battuta o se RIVENDITORE UFFICIALE AUTORIZZATO ARMERIA REGINA via Manin, 49 - Conegliano Veneto (Tv) tel. 0438 60871 - fax 0438 455882 [email protected] chiuso il lunedì RIVENDITORE UFFICIALE AUTORIZZATO TM 29 NOTIZIE DAI CIRCOLI CIRCOLO DI FARRA D’ALPAGO Cervo abbattuto dal socio Balbinot Michele nella riserva di Farra D’Alpago con un Baical in calibro 30.06. Ottimo risultato per il nuovo presidente. CIRCOLO DI FELTRE Bellissimo coronato 14 punte abbattuto il 14 ottobre 2012 dal nostro socio Pontin Orlando (a destra) in compagnia dell’amico Augusto, sul Monte Pafagai Feltre. Il socio Balbinot Franco con un bel cervo abbattuto nella r.a.c. di Farra D’Alpago con una Weatherby calibro 300 wm Cervo abbattuto nella riserva di Farra D’Alpago dal socio Zoppe’ Paolo con la sua inseparabile 270 Weatherby e l’amico Piccin Gabriele. Bel maschio di cinghiale abbattuto dal Socio Polesana Loris in compagnia dell’amico e socio A.C.B. De Carli Federico in loc. Aurin. Peso vuoto Kg 75. Abbattimento con carabina Winchester cal. 30.06. 30 riserva DI canale d’agordo Una giornata in compagnia all’insegna della caccia. I cacciatori festeggiano tra spari e “ciacole” Venerdì 10 e sabato 11 agosto 2012, si sono svolte due giornate ispirate alla festa della riserva di Canale d’Agordo in località “Mandra al Lach” (Gares), con l’ importante presenza del responsabile di zona: il signor Tomè Dino detto “Tin”. La riserva di caccia è una nuova entrata nell’Associazione Cacciatori Bellunesi e nell’ultimo anno ha visto un elevato incremento dei soci! Durante le giornate si sono susseguite alcune gare riservate ai cacciatori e giochi per adulti e bambini. Si è svolta una prova di “cani da traccia” trattasi di un percorso da seguire con la guida del cane per individuare gli animali feriti. Per i bambini sono stati organizzati giochi ispirati alla natura: gioco dell’oca con caselle rappresentanti la fauna e la flora tipica delle dolomiti, e il tiro al bersaglio con i “tirasas” (fionde artigianali costruite con parti di corna di cervo). Tra i cacciatori si è disputata una gara di tiro con il fucile ad aria compressa alla distanza di dieci metri vinta dal nostro compagno Aldo Dai Prà conduttore di un cane da traccia bavarese della riserva di Taibon Agordino. La festa è proseguita sotto il tendone, allestito i giorni precedenti, con musica dal vivo e piatti tipici. Tra “na’ bira” sotto al chiosco e una foto sotto il nuovo stendardo, preparato in occasione di questa festa, la manifestazione si è conclusa nel miglior modo possibile! Ringraziamenti particolari vanno soprattutto ai cacciatori e agli amici che hanno permesso che la manifestazione si presentasse accogliente e ospitale! Weidmannsheil! CIRCOLO DI PEDAVENA CIRCOLO DI sappada Abbattimento del vicepresidente della RAC di Pedavena De Riz Massimo. Coronato 13 punte kg.155 vuoto, arma Remington cal. 30.06, palla da 175 g. loc. Valerna, in compagnia dell’amico Dalla Gasperina Ruggero e del figlio Giovanni. Abbattimento RAC Pedavena socio Dalla Rosa Giuseppe, accompagnato dal figlio Nicola. 11 punte kg.128 vuoto, arma Baikal cal. 30.06, palla da 150 g. loc. Valerna. Camoscio preso dal socio ed amico Pio Zambon della Riserva di Sappada. L’abbattimento è avvenuto in località Velt nella bellissima giornata del 21 ottobre alle ore 7.30. Peso dell’ungulato kg. 32 maschio di seconda classe, sparato con carabina Winchester cal. 270 palla grani 150. Nella foto 4 soci ACB: Pio, Alberto, Nino e Lorenzo, la squadra comprende anche Cherubino e Gabriel sempre soci A.C.B. (F. A.) 31 Riserva di san nicolò di comelico Come ormai consuetudine e ringraziando per questo la nostra associazione, il Presidente della Riserva di San Nicolò di Comelico, sig. Costan Davara Diego ha provveduto alla consegna del pacco dono, ad una famiglia di San Nicolò di Comelico composta da papà e mamma e ben 4 figli, cosa oramai rara purtroppo e visto i tempi che corrono. Sorridenti e felici due dei quattro bambini, hanno subito aperto il pacco con legittima gioia. Ringraziando Il segretario della riserva COSTAN DORIGON Michele riserva alpina s. tomaso agordino Abbattimento del Socio A.C.B. De Val Fabio CIRCOLO di trichiana Verso la metà di gennaio un gruppo di oche canadesi, circa una trentina, hanno sostato nei campi di Casteldardo. Veramente uno spettacolo unico poterle vedere in volo e sentire il loro tipico canto mentre si nutrivano nel campo tagliato dei chicchi di grano rimasto. (M.P.) circolo di cesiomaggiore Cena con amici cacciatori per i festeggiamenti della 60 a licenza di Corso Valter. circolo di MEl Mattinata fortunata e da incorniciare per Enzo, Claudio e Antonio 32 TARATURA ARMI Come consuetudine si rinnoverà, nelle giornate del 18 e 19 MAGGIO 2013, a Valmorel, in località Malga Van, la tradizionale prova di tiro con carabina alle distanze di 100/200/300 metri. La prova è aperta a tutti i Cacciatori in possesso di regolare porto d’armi e RC in corso di validità. Gli orari sul campo di prova sono i seguenti: dalle ore 8.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 18.00. Si ricorda che al termine della seconda giornata di prove, fra tutti i Partecipanti, verranno sorteggiati diversi premi. Vi ricordiamo che tutti i nostri Soci potranno usufruire di uno sconto sulla quota della prima iscrizione esibendo la tessera alla segreteria del campo. Confidando nel bel tempo Vi aspettiamo numerosi. CONTRIBUTI PER RIPRISTINO AMBIENTALE 2013 Come è oramai consuetudine da diversi lustri anche per quest’anno la Giunta dell’Associazione ha deliberato di stanziare una cifra da dividere, in rapporto ai Soci presenti, fra i Circoli delle Riserve che opereranno sul territorio con ripristini e pulizie ambientali. La domanda, corredata dal calendario delle uscite e di una piantina che riporta dove sono stati fatti i lavori, dovrà essere inviata all’Associazione tassativamente entro il 31.08.2013. DI FRANCESCO MONTAGNESE via S. Anna, 25 - 32035 FELTRE (BL) Tel. 0439 305938 - Cell. 329 3543723 [email protected] FIORI RECISI, MAZZI E COMPOSIZIONI PER OGNI OCCASIONE PIANTINE DA ORTO E ALBERI DA FRUTTO GERANEI E PIANTE FIORITE 33 I GIOVANI E LA CACCIA: UNA ESIGENZA PRIMARIA a cura di: dott. Umberto Zamboni Parlando con i termini della biologia la “classe dei giovani” nella popolazione dei cacciatori è certamente poco rappresentata e non solo in provincia di Belluno ma anche in campo nazionale ed europeo. E, la mancanza della classe dei giovani, è un chiaro sintomo di crisi di una popolazione alla quale ne consegue un probabile regresso della stessa. Sempre rimanendo nell’esempio faunistico, il calo dei giovani è quasi sempre significativo di uno stato di sofferenza generale, generato da carenze ambientali. Certamente questo paragone è una semplificazione non perfettamente calzante, ma aldilà di tutte le analisi sociologiche, culturali ed economiche che possono generare o interferire nel fenomeno della mancanza di giovani, un fondo di verità su questa rispondenza tra caccia e biologia può essere riscontrato. Partiamo subito dai dati: in provincia di Trento i neo cacciatori sono passati dai 178 del 2008 ai 120 di quest’anno, in percentuale sempre inferiore al 2% del totale dei cacciatori con una progressiva tendenza al calo. 34 Foto di: Michael Breuer Altro dato certamente di grande rilevanza è l’età dei neo cacciatori, solo 7 sono appena maggiorenni e 36 compresi nei vent’anni. I rimanenti sono da considerarsi adulti e ben 40 sono oltre i 30 anni. Sarebbe per certo facile e scontato invocare come causa di queste “defezioni” ragioni economiche (la caccia e l’attrezzatura costano!) e di precarietà dei giovani nel lavoro nonché richiamarsi alla civiltà urbana ed a un clima culturale ostile alla caccia. Ma tali cause seppur importanti penso non siano da sole risposte esaustive al problema e soprattutto possano identificarsi possibili soluzioni a partire da loro. In via preliminare ritengo sia sbagliato il termine normalmente usato “reclutamento” dei giovani cacciatori, un termine che seppur utilizzato nel linguaggio della biologia richiama nel nostro caso aspetti militareschi e dà una immagine della necessità della difesa ad oltranza. è per altro vero che i cacciatori sono attaccati da movimenti ed opinioni animaliste molte feroci spesso irrazionali ed emotive molto più della caccia stessa, ma non è questo il terreno e il modo concreto col quale affrontare il problema. Una delle cause più importanti che fa allontanare i giovani è sicuramente la loro grande ignoranza dell’ambiente e di qualsiasi esperienza pratica reale con la natura. La sua conoscenza, avviene in modo virtuale, mediatico e mediato con ovvie e facili manipolazioni, ma soprattutto priva di qualsiasi esperienza sensoriale diretta. La vita e la morte di un animale, i processi della biologia e le catene alimentari sono quanto più di lontano possa essere concepito dall’esperienza di un giovane cittadino, conseguentemente anche l’attività venatoria viene considerata una attività aliena e relegata a modelli storici del passato. La caccia di oggi invece è molto più necessaria che in passato. In altre epoche la caccia è servita come fonte alimentare di sussistenza, per eliminare i predatori e fino pochi anni fa per tornare alla natura dai forzati processi sociali imposti dall’industrializzazione e dall’urbanizzazione. Non a caso il numero massimo dei cacciatori è riferibile a quegli anni. La caccia oggi è necessaria per “entrare” nella natura sempre più abbandonata all’incuria o relegata ad una reliquia apparentemente intonsa in un contesto e frutto di processi del tutto artificiali e condizionata da interventi umani diretti o indiretti. Si deve oggi ritornare a vivere nelle dinamiche naturali, oggi molto più fragili che però necessitano di azioni ed indirizzi frutto di conoscenze e di grande compartecipazione anche emotiva. Ciò è quello che si riscontra nell’attività venatoria. è per questo che i giovani sono indispensabili per la loro energia e per il loro entusiasmo. Ma vanno prima di tutto educati e fatto loro scoprire come ha recentemente detto il governatore della Carinzia in occasione dell’Agjso: la responsabilità e la gioia di andare a caccia. Sicuramente la gioia, l’emozione che il cacciatore vive nel corso di un anno hanno riscontri e paragoni difficilmente riscontrabili per intensità in altre attività. Ecco quindi che l’esigenza di avvicinare i giovani alla caccia è prima di tutto una scelta etica e per il mantenimento della cultura della caccia in un ambiente in crisi. Ma è anche una esigenza pratica. La caccia intesa come gestione faunistica ambientale occupa nel nostro territorio almeno 10 giornate all’anno per ogni cacciatore, giornate impegnative e faticose per lavoro, ore, orario e luoghi. I risultati di questa attività sono a disposizioni di tutti ma un domani chi ci sarà sul territorio? è quindi un dovere primario di tutti i cacciatori farsi carico dei giovani che devono esse- re preparati ma anche favoriti con incentivi e accolti nelle nostre riserve come una risorsa e non come concorrenti (certo agguerriti per età anagrafica) delle nostre prede disponibili dalla gestione. La Slovenia in questo campo è un esempio da sempre. Nelle famiglie di cacciatori, corrispondenti alle nostre riserve, i giovani vengono accolti con un periodo di formazione di apprendistato, condizione necessaria per entrarvi a pieno titolo. Anche da noi un apprendistato come cacciatore junior sarebbe certamente preferibile e più proficuo di risultati rispetto ad un esame nozionistico e pratico al poligono di tiro dove al candidato è richiesta una improbabile perizia da Guglielmo Tell. Le associazioni sia locali che nazionali dovrebbero farsi carico di idonee polizze assicurative a tariffe agevolate anche per questo periodo e particolari convenzioni favorevoli per l’acquisto di attrezzature, vestiario, ecc. Con un apprendistato avremmo senz’altro cacciatori che al momento di usare il fucile oltre a conoscere tutte le norme di sicurezza hanno avuto modo di acquisire il vero significato della caccia, ma soprattutto con i giovani avremmo la garanzia della sopravvivenza e riempiremmo di significato l’attualità della caccia nella accezione più completa del termine. Questo articolo è stato scritto dal Dott. Umberto Zamboni direttore dell’Associazione Cacciatori Trentini, ed è riferito alla provincia di Trento. I dati della provincia di Belluno sono riportati nella tabella Questi dati sembrano confermare una sostanziale tenuta negli ultimi anni del numero di nuovi cacciatori abilitati. Si deve tener conto però che sul totale dei cacciatori associati alle riserve il numero di nuovi abilitati è sempre inferiore al 2%, dato che si stima essere il minimo rinnovo annuale necessario a garantire la stabilità della popolazione venatoria. Questo significa che nella nostra provincia abbiamo solo anticipato la tendenza trentina e che le considerazioni esposte valgono anche per noi. Anno 1992 1995 2000 2005 2010 2012 Nuovi abilitati 15 34 26 40 55 45 4018* 3982 3798 3510 3266 3168 0,37 0,85 0,68 1,14 1,68 1,42 Numero cacciatori totali % nuovi abilitati su tot. cacciatori * dato del 1993 - Provincia di Belluno 35 PICCOLI BINOCOLI, GRANDI CACCIATORI IL NUOVO CL COMPANION 30. SEMPRE CON TE Ci sono situazioni di caccia in cui peso e dimensioni contenute sono fondamentali. CL Companion (8x30, 10x30) è un’ottica di altissima qualità, piccolo e leggerissimo, nato per la caccia al camoscio, per la cerca, per essere sempre con te in ogni escursione. DESIGN struttura compatta e peso ridotto garantiscono massima maneggevolezza e straordinaria ergonomia OTTICA trasmissione di luce straordinaria e ottimo campo visivo per osservazioni indimenticabili ESTETICA un inconfondibile SWAROVSKI OPTIK, interamente rivestito in gomma SEE THE UNSEEN WWW.SWAROVSKIOPTIK.COM SWAROVSKI OPTIK ITALIA S.R.L. Tel. +39 045 8349069 [email protected] facebook.com/swaroitalia.caccia