FIDUCIA E SPERANZA PONTI VERSO IL FUTURO CORSO IRC Udine 3 settembre 2009) Piergiorgio Guizzi, psicologo e psicoterapeuta Un racconto Sherlock Holmes e il dottor Watson si trovano in un campeggio per una vacanza. Dopo una ricca cena e un’ottima bottiglia di vino, si ritirano in tenda e si addormentano profondamente. A un certo punto della notte Holmes si sveglia e scuote l’amico. «Watson, Watson, guardate in alto nel cielo e ditemi cosa vedete!» «Vedo milioni e milioni di stelle, Holmes» «E cosa ne deducete?» chiede Holmes. Un racconto Watson riflette a lungo e poi replica: «Beh, da un punto di vista astronomico, questo mi fa pensare che ci sono nel cielo milioni di galassie e quindi, potenzialmente, miliardi di pianeti. Da un punto di vista astrologico, mi fa osservare che Saturno è in Leone. Da un punto di vista orario, guardando la Luna, ne deduco che sono circa le 3.15. Da un punto di vista meteorologico, mi aspetto che domani avremo una bellissima giornata. Da un punto di vista teologico, mi fa capire che Dio è Potenza Infinita e che noi siamo solo una piccolissima e insignificante parte dell’Universo. Ma perché me lo chiedete? Cosa suggerisce a voi tutto questo?» Holmes rimane un attimo in silenzio e poi esclama: «Watson, siete un idiota! Qualcuno ci ha rubato la tenda!» LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede: Accoglienza (aver cura) Empatia (comprendere i bisogni) Ascolto (saper decodificare i messaggi e attivare processi di restituzione) LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede l’autorevolezza dell’adulto che è chiamato ad essere guida e a fornire stima LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede una azione di regolazione e gestione degli impulsi: Io Ausiliario Comunicare con l’adulto Il bambino ha bisogno di trovare nell’adulto un contenitore che sappia accogliere e bonificare i turbamenti presenti nel proprio mondo emotivo. Da qui la necessità di portare al bambino la propria esperienza sia attuale che pregressa. Il bambino ha bisogno di poter contare sull’adulto, di poter vedere che anch’esso in passato ha sperimentato paure, gelosie, timori, sentimenti abbandonici e rabbia ed è riuscito ad affrontare tale emozioni senza venirne schiacciato o distrutto. I processi di bonificazione dei vissuti emotivi distruttivi e ansiogeni (funzione introiettiva) Rispecchiamento Riconoscimento Attribuzione di significato e di senso L’ascolto e la cura educativa La cura educativa, l’aver cura del bambino sono espressioni diverse che indicano le finalità dell’azione dell’adulto che però richiedono mezzi e strumenti per la loro effettiva realizzazione concreta. L’ascolto, il gioco insieme, la fiaba sono alcuni delle occasioni per tradurre nella concretezza il “voler bene”, sono linguaggi che possono parlare al cuore del bambino e forse anche al cuore dell’adulto. LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede l’incontro e l’elaborazione del dolore depressivo e della sofferenza emotiva I gesti e le parole che contano Come aiutare un bambino ad affrontare la paura? Come aiutarlo a sopportare i sentimenti di colpa verso il fratellino o la sorellina? Come aiutarlo ad esprimere la rabbia con modalità adeguate piuttosto che inadeguate? Come favorire la riappacificazione interiore e ritrovare la fiducia nei confronti dell’adulto? Come aiutarlo a gestire il dolore depressivo e l’angoscia interna? Come favorire la cicatrizzazione delle ferite piuttosto che la progressiva lacerazione del Sé? LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede l’inserimento di valori a orientamento paterno (autonomia) Richiede l’inserimento di valori nell’area della responsabilizzazione Richiede l’inserimento di valori nell’area della socialità, della relazionalità solidale, dell’amicizia profonda; in una parola l’incontro con l’altro Attraverso le qualità emotive delle mente dell’adulto viene promossa la capacità di pensare i pensieri e vivere emozioni, e quindi di “pensare il futuro”. LA RELAZIONE EDUCATIVA Richiede l’inserimento di valori spirituali e religiosi Richiede l’inserimento di valori che diano senso e significato all’esperienza del vivere e del morire, del soffrire e del gioire, dell’amare oggi e domani. Il suono della foresta Nel III secolo a.C. il re Ts’ao inviò al tempio suo figlio, il principe T’ai, come allievo del grande maestro Pan Ku. Il maestro Pan Ku doveva insegnare al giovane principe T’ai, successore al padre al trono, i rudimenti per diventare un giorno un buon governante. Appena giunto al tempio, il maestro lo mandò da solo nella foresta Ming-Li. Quando il principe T’ai ritornò dalla foresta, Pan Ku gli chiese di descrivere ciò che aveva sentito. “Maestro” disse il principe “ho sentito cantare i cuculi e i colibrì, ho sentito lo stormire delle fronde, il frinire delle cicale, il fruscio dell’erba, il ronzio delle api e ho sentito il vento sibilare e urlare”. Conclusa la descrizione il maestro gli disse di tornare alla foresta e di ascoltare ancora. Il principe si stupì della richiesta del maestro. Non aveva forse già udito tutti i suoni della foresta Ming-Li? Il suono della foresta Per giorni e notti il principe stette da solo nella foresta ad ascoltare, ma non riusciva a distinguere nessun altro suono che non fosse tra quelli già uditi. Un mattino, però, seduto in silenzio sotto un albero, cominciò a sentire distintamente dei flebili suoni, diversi da tutti quelli che conosceva. Si sentì illuminato.” Questi sono certamente i suoni che il maestro voleva che riconoscessi” si disse. Il suono della foresta Quando il principe T’ai ritornò al tempio, il maestro gli chiese cosa avesse sentito di nuovo. “Maestro” disse il principe con riverenza “ascoltando più attentamente ho potuto sentire l’inaudito – il suono dei fiori che si schiudevano, il suono del sole che scaldava la terra, il suono dell’erba che si dissetava con la rugiada mattutina”. Il maestro annuì in segno di approvazione. “Saper ascoltare l’inaudito” precisò Pan Ku “è una disciplina necessaria per essere un buon governante. È solo quando un governante ha imparato ad ascoltare il cuore delle persone, a sentire i loro sentimenti incomunicati, i dolori inespressi e le lamentazioni non dette, che è in grado di capire quando qualcosa non va e può sperare di suscitare fiducia nel suo popolo e di soddisfare i suoi bisogni. Il declino degli stati comincia quando chi li governa sa ascoltare solo ciò che è in superficie, le parole, e non sa penetrare in profondità nelle anime delle persone per udire i loro autentici pensieri, sentimenti, desideri”. IL TEMPO E L’AMORE C'era una volta un'isola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere... così come tutti gli altri, incluso l'Amore. La Natura Natura madre o matrigna? Il mondo naturale nei suoi eventi anche disastrosi e distruttivi da un lato può sollecitare ansie e angosce, ma il contatto con la “natura” è sempre fonte di tranquillità emotiva, fonte di rassicurazione e benessere per il bambino (grembo materno) La natura risorsa per il bambino La ricerca del contatto con gli elementi naturali attraverso la scoperta delle cose e dei materiali e la sperimentazione di giochi a sfondo fantastico facilita nel bambino la riequilibrazione dei potenziali emotivi. Il trasformare un oggetto in gioco è segno evidente di come il bambino abbia bisogno del contatto con la natura e il mondo delle cose Le domande dei bambini L’educazione ambientale e scientifica consentono al bambino non solo di conoscere la natura, il mondo degli animali e le cose, ma costituiscono un’occasione per introdurre il bambino a sistemi di significato e a valori che possano accompagnarlo nel percorso di crescita. Il bambino si pone domande di senso e ha bisogno di trovare interlocutori adulti che gli forniscano orientamenti e criteri per avvicinarlo alla verità della vita. NARRARE E NARRARSI la narrazione permette al bambino di conoscersi, di conoscere il mondo, di identificarsi con i personaggi che entrano in scena, di comprendere i propri vissuti interiori, di conoscere la via di soluzione delle proprie problematiche; in poche parole, favorisce lo sviluppo della personalità infantile. I DONI DELLE FATE Non ci sono solo i fantasmi a popolare le stanze dei bambini, ci sono gli innumerevoli, infiniti regali che accompagnano la vita da sempre, nel suo passaggio da una generazione all’altra. Sono i doni delle Fate che si presentano al Battesimo della Bella Addormentata nel bosco, molto più potenti rispetto all’incantesimo della strega (A. Marcoli) Comunicare attraverso fiabe, racconti, storie… La narrazione è orientata verso il futuro e guida il bambino, in termini che egli può comprendere sia nella sua mente conscia sia in quella inconscia, aiutandolo ad abbandonare i suoi desideri infantili di dipendenza e a raggiungere un’esistenza maggiormente autonomizzata in termini emotivi. IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Raccontare la propria storia, quella di papà e mamma, quella di “ME” insegnante quando “ERO PICCOLA”, la storia dei NONNI e quella del paese e della comunità IL Racconto autobiografico: l’album delle fotografie, i disegni che raccontano la propria storia…