ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA CAMPANIA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI
COMUNE DI AVELLINO e I. M. “P. V. MARONE”
SETTIMANA DEL BENESSERE PSICOLOGICO
“INTEGRAZIONE DEL SE’ E BENESSERE PSICOLOGICO”
I Parte
“Psicotraumatologia e Modellamento mente corpo”
Relatore:
Dott. Carmine Acheo Psicologo cognitivo
I. M. “P. V. Marone” 24 Novembre 2011
Tipi di
Memoria
Memoria Procedurale
Memoria esplicita e implicita
L’esperienza come viene immagazzinata
•Un engramma è una modificazione relativamente permanente del
sistema nervoso dovuta all’esperienza: è ciò che resta dopo che
qualcosa è stato appreso;
•La memoria dichiarativa sembra dipendere dalle regioni
mediotemporali e diencefaliche, la memoria procedurale da gangli
della base e cervelletto;
•L’amigdala è coinvolta nella modulazione degli aspetti emozionali
del ricordo
•I lobi frontali sono fondamentali per i processi di ragionamento,
memoria strategica e memoria episodica; Si attivano i lobi frontali
anche in compiti di problem-solving, di ragionamento e nel funzionamento della
memoria di lavoro.
CORNICE TEORICA
Basi neurologiche nei soggetti traumatizzati
L’attivazione dei ricordi traumatici
determina:
•
•
•
•
iperattivazione dell’amigdala;
attività di inibizione top-down sulla
corteccia ventrale del cingolo anteriore
e sulla corteccia prefrontale mediale e
dorsolaterale;
iperattivazione dell’emisfero cerebrale
destro;
ipoattivazione dell’area di Broca.
Esperienze emotivamente intense, non etichettabili, controllabili
o comunicabili verbalmente in modo adeguato.
Inadeguato funzionamento
dell’emisfero sinistro, in particolare
della corteccia prefrontale dorsolaterale
esperienze di derealizzazione,
depersonalizzazione, percezione delle
sensazioni intrusive come estranee al sé.
CORNICE TEORICA
Gli effetti del trauma sul ricordo
L’esposizione al trauma determina 2 tipi di effetti sul ricordo dell’evento:
 iperamnesia intrusiva, che si manifesta attraverso flashback, ovvero brevi
episodi dissociativi durante i quali viene rivissuto il trauma in forma sensomotoria o
tramite ricordi intrusivi;
 frammentazione disordinata del ricordo o una completa amnesia post-traumatica
non organica.
Nei soggetti ansiosi si determinano strategie
inefficaci per la continua intrusione di
particolari irrilevanti che disturbano la
memoria di lavoro.
Si diffonde uno stato di preoccupazione che
concentra l’attenzione su di sé e sul pericolo
di perdere l’autostima invece che sul compito
assegnato (Eysenck, 1982, 1992).
Tipi di apprendimento

Apprendimento delle abilità motorie complesse E’ presente
la consapevolezza nella fase iniziale, poi diventa automatico. Si
articola in tre tappe: differenziazione delle componenti
principali dell’abilità motoria; apprendimento dei movimenti
minori di ciascuna componente; coordinazione delle
componenti apprese.

Apprendimento cognitivo Coinvolge l’intelligenza, ed è
l’apprendimento di un principio o di una regola generale che
consente di fornire risposte diverse al variare delle condizioni,
poiché la risposta è determinata dalla comprensione di una
relazione fissa tra stimoli ogni volta diversi.
Apprendimento Attivo

Imparare facendo

I nostri concetti radicati nella realtà sono “concetti operativi”se no
le nostre avventure speculative sarebbero come passeggiate
immaginarie in un paesaggio sconosciuto, precluso a chiunque altro
fosse interessato a seguire le nostre tracce;

I parametri sono: buona documentazione, chiarezza di
formulazione, concretezza, coerenza;

Poter valutare se una determinata azione è vantaggiosa o
svantaggiosa e grazie alla retroazione noi riprogrammiamo il piano
di azione e rivalutiamo la situazione.
Apprendimento Attivo

Muoversi dall’astratto al concreto imparando a pensare
concretamente. Questo processo può essere illustrato da una
scala si passa da una nuvola e si va alla ricerca di un’azione più
specifica per portarla a compimento;

Il primo e il secondo modello non concludono con una semplice
“decisione giusta” vs“decisione sbagliata”, ma approfondisce la
nostra riflessione e,la nostra capacità di ascoltarci a vicenda,
applicando il metodo del “pensiero efficace” per migliorare le
azioni compiute nella nostra vita;

L’epistemologia del rispetto riconosce che ognuno di noi
possiede un’esperienza unica del mondo e le nostre parole ed
espressioni non sono fotografie del mondo esterno.
Modellamento mente corpo
Come disse un saggio samoano parlando del Papalaghi, l’uomo bianco:
il Papalaghi pensa tanto, che il pensare è diventato per lui abitudine,
necessità, costrizione addirittura […] Lui vive soltanto con la testa, mentre
tutti i suoi sensi giacciono nel sonno profondo […] Quando splende il sole,
lui subito pensa: […] “Come splende”. Questo è sbagliato […] Perché
quando splende il sole è meglio non pensare affatto. Un saggio samoano
distende le sue membra nella calda luce e non pensa a niente. Accoglie il
sole non solo con la testa, ma anche con le mani, con i piedi, con i fianchi,
il ventre, con tutte le membra. Lascia che la pelle e le membra gioiscano e si
rallegrino per conto loro e persino per lui. Ed esse certamente pensano,
anche se in maniera diversa dalla testa (Guarnaccia, 1998).
Modellamento mente corpo

La conoscenza del mondo comincia cercando un senso: un senso
immediatamente corporeo;

Percezione delle sensazioni corporee, auto-espressione e
respirazione, sono alcune delle modalità che il corpo ha come
risorse e con le quali è in grado di influire sulla mente e sullo stato
di benessere ad essa associato;

Non c'è cambiamento in noi che non passi dal corpo: il corpo
rivela il nostro stare al mondo e lo vincola,;

Con Eutimia è possibile intervenire trattando l'individuo nel
corpo, mirando perciò alla liberazione del muscolo e
all'allentamento delle fasce connettivali che lo contengono, ma
anche ponendo particolare attenzione al funzionamento fisiologico
e patologico del Sistema Nervoso Autonomo (SNA)
Modellamento mente corpo
•Un trattamento eutimico è un lavoro di contatto, spesso
regressivo, che va quindi a toccare stati antichi della
personalità e del vissuto della persona, momenti in cui
l'individuo può sperimentare un profondo bisogno di
sostegno e contenimento o, al contrario di
maneggiamento e stimolazione;
•Come ci conferma anche Laura Perls (1978): "io utilizzo
qualsiasi tipo di azione o di contatto fisico, se penso che ciò possa
facilitare un passo in avanti del paziente nella sua consapevolezza
della situazione presente“;
Corpo, mente e anima
Siamo fatti di tre livelli strettamente connessi tra loro:
Il corpo è la dimensione fisica, la parte materiale che può
essere vista in maniera chimica; cellule, nervi, ossa, ecc.
Poi c’è la mente, quella con cui ragioniamo, che ci permette
di formulare pensieri, discorsi, processi; ha anche una parte
affettiva, che sceglie e determina i nostri comportamenti.
Infine abbiamo il terzo livello, l’anima. La mente è
l’ostacolo che impedisce di accedere a questa dimensione. La
mente “mente” mette un blocco e un veto a tutto quello che
non riesce a prendere in considerazione. Per comprendere le cose
dell’anima la mente non serve, servono invece il “sentire” e il
“concepire” qualcosa che va ben al di là della mente.
Corpo, mente e anima

L’anima è quella parte di noi che vede anche quando abbiamo gli
occhi chiusi: il “timoniere nascosto” che guida la nostra barca
anche quando non sappiamo dove stiamo andando;

Per accedere all’anima bisogna riuscire anche per pochi momenti
a “far tacere il rumore della mente”;

Il linguaggio della spiritualità è metaforico e dunque
funziona come il sogno, altra nostra enorme potenzialità
impossibile da comprendere e tradurre con la mente razionale.
Tutto ciò che appartiene a questa dimensione, tradotto con la
parte della mente diventa banale e senza senso.
Corpo, mente e anima


L’anima è una dimensione molto più profonda, è
quella che si lega all’ESSERE e non al fare e al
pensare; è quella parte che ci ANIMA, altrimenti non
avremmo vita.
Possiamo anche vederla sotto forma
di consapevolezza, ma essere consapevoli non vuol
dire pensare, vuol dire "essere totalmente presenti qui
e ora”, nel preciso istante in cui si sta vivendo.
ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA CAMPANIA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI
COMUNE DI AVELLINO e I. M. “P. V. MARONE”
SETTIMANA DEL BENESSERE PSICOLOGICO
“INTEGRAZIONE DEL SE’ E BENESSERE PSICOLOGICO”
II Parte
“Terapia attiva: un percorso di rinascita e di maggiore consapevolezza del
Sé”
Relatore:
Dott. Carmine Acheo Psicologo cognitivo
I. M. “P. V. MARONE” 24 Novembre 2011
Movimento e innervazione muscolare
• Uno stato di "affaticamento" può venire evidenziato da un
atteggiamento posturale della persona, riflettendosi primariamente sul
ciclo respiratorio e nella dinamica motoria del bacino;
• Il ritmo del respiro rappresenta il coinvolgimento con la nostra vita e
il bacino il nostro atteggiamento prestabilito verso la stessa e la
capacità di bascularlo in avanti e indietro è associata alla possibilità di
possedere un pieno deflusso emozionale;
• Molto giovani accusano già dolori alla schiena nella fascia lombare. A
loro si riscontra spesso un diaframma contratto che blocca le onde
respiratorie che, naturalmente, attraverserebbero il corpo
armonizzandolo, e un bacino che "spezza" in due la grazia naturale
della sua postura eretta.
Contatto cutaneo
Contatto cutaneo
Tipico soggetto “orale”
Postura statica
Tipico soggetto “rigido”
Tipo soggetto “isterico”
Tipico soggetto “masochistico”
Terapia Manuale e Terapia
Bioenergetica
Che cos’è la Terapia Attiva
1. Ferenczi attraverso il lavoro col corpo lavora molto sulle prime
fasi di vita e comprende che la maggior parte delle volte,
quando i pazienti parlano dei traumi e abusi sessuali subiti
nell'infanzia, non stanno portando materiale fantastico, ma
realtà vissute;
2. Ferenczi intervenendo sul corpo si accorge di riuscire a
riportare il paziente "a stadi dello sviluppo in cui non
esistevano ancora organi di pensiero completamente formati,
stadi di cui sono stati registrati soltanto ricordi corporei". "Il
ricordo rimane nel corpo e solo lì è possibile risvegliarlo”.
Vede la scissione come difesa dalla sofferenza traumatica.
Che cos’è la Terapia Attiva
Ferenczi incontra un problema: anche se i pazienti tornano più di
una volta al trauma, alle ferite, ai conflitti, nel tempo questo da solo
non produce un mutamento.
Ferenczi si convinse che ciò che serviva fosse che il terapeuta
diventasse fonte di risanamento offrendosi al paziente in fase di
regressione come un genitore in grado di irraggiare una benevolenza
totale e senza conflitti che avrebbe consentito al paziente di
affrontare il suo dolore, ma anche di ricevere qualcosa che risanasse
Che cos’è la Terapia Attiva
Elsa Gindler e Rudolf Laban. La Gindler aveva iniziato il suo
lavoro come insegnante di ginnastica, ma a partire dagli anni '20
aveva modificato il suo approccio tendendo nei suoi corsi a far
acquisire la consapevolezza delle varie sensazioni corporee
nettamente differenziate .
Laban invece, che era un ex danzatore aveva concentrato
l'attenzione sull'espressività del movimento. Tendeva a facilitare
la liberazione del movimento "naturale" sommerso nelle
restrizioni inconsce personali e culturali.
Reich - l'identità funzionale tra mente e corpo, che ha
influenzato tutte le psicoterapie corporee, in base alla quale
possiamo aspettarci di trovare un correlato psichico a ogni
tensione muscolare
La Psicologia Funzionale e
le"Esperienze Basilari del Sé”
1. Esse sono dei veri e propri mattoni su cui si costruisce la
persona, i mattoni che consentono di mantenere l'integrazione
del Sé, di sviluppare le capacità vitali e relazionali, di conservare
benessere e salute
2. Le Esperienze Basilari del Sé devono essere attraversate
nell’infanzia più volte: in modo pieno, positivo, soddisfacente.
E ciò è possibile solo se vi concorrono, in modo unitario e
integrato, tutte le Funzioni psicocorporee dell'organismo, tutti i
piani che costituiscono il Sé: dalle emozioni ai movimenti, dalle
sensazioni alle fantasie
La Psicologia Funzionale e
le"Esperienze Basilari del Sé”
Quando una Funzione non va nella direzione delle altre, cioè si
sconnette, va in corto circuito e riproduce un funzionamento
alterato che non è possibile far ritornare alla normalità se si
interviene solo su qualche piano del Sé; bisogna agire
direttamente sia sul piano in questione sia su tutti gli altri, in un
intervento globale e integrato. Il respiro, ad esempio, può
divenire cronicamente alterato: un respiro inconsapevole di
vigilanza e di paura, che permane anche se sono cessati i
motivi di allarme esterni
Terapia breve
1. Mettere il paziente nella condizione di sperimentare i
propri sentimenti autentici il più rapidamente possibile e
al massimo grado di intensità tollerabile
2. Lavorando attivamente sulla rimozione delle difese,
modulando l’ansia e ponendo una costante attenzione agli
aspetti transferali.
3. Il risultato è una liberazione di ricordi, immagini, sogni,
emozioni precedentemente sepolti nell’inconscio.
4. Una volta sbloccato l’inconscio, è quello di collegare il
materiale dinamicamente significativo emerso nel
transfert ai conflitti relativi alle figure significative del
presente e del passato del paziente
Terapia breve
•
Svolgere una o due sedute di terapia di prova (Trial
Therapy) ognuna delle quali può durare fino a 3 ore.
Obiettivo del terapeuta è arrivare ad un unlocking
dell’inconscio durante la prima seduta di terapia di prova,
ovvero ad uno sblocco emotivo che permetta a paziente e
terapeuta di analizzare le forze dinamiche, fino a quel
momento parzialmente o totalmente inconsce, coinvolte nel
conflitto
Il Metodo nella Terapia Breve
1) Selezione dei pazienti. La capacità del paziente ad impegnarsi ,le
caratteristiche dell’organizzazione della personalità, ritenute rilevanti per il lavoro
richiesto dal trattamento, la possibilità di dimostrare di avere il potenziale, perché
s’instauri un rapporto di collaborazione con il terapeuta.
2) La tecnica "attiva".
3) La definizione e ricerca di una problematica centrale o focus dinamico. con la
formulazione di un’area d’intervento, definita in modo da risultare specifica e
significativa sia per il terapeuta sia per il paziente.
4) L’analisi del transfert. La manifestazione dei conflitti emozionali del paziente
nell’ambito della relazione terapeutica
5) Il limite di tempo prestabilito. Anche se sono abbastanza flessibili, i limiti di
tempo vengono fissati all’inizio del trattamento e tutte le questioni riguardanti la
conclusione vengono affrontate continuamente nel corso del trattamento
Obiettivi nella Terapia Breve
1. Definire un programma ed attenersi alle sue tempistiche, alle
sue modalità di interazione,
2. Instaurare un rapporto ed un’alleanza terapeutica con il
paziente;
3. Permettere al paziente di partecipare attivamente al
trattamento;
4. Riconoscere e rimediare alle difficoltà che possono sorgere
nell’alleanza;
5. Stabilire il focus della cura;
6. Analizzare un’affermazione, un comportamento o una
reazione emotiva del paziente e dare una valutazione della sua
risposta.
Obiettivi nella Terapia Breve
7. Riconoscere il momento giusto in cui terminare il trattamento e
saper gestire tale fase;
8. Identificare i tre ordini di cambiamento (aiutare il paziente a
fare qualcosa di diverso, aiutarlo a modificare la sua modalità
tipica in un modo che porti a nuove situazioni ed insegnargli a
cambiare le proprie modalità senza l’aiuto del terapeuta);
9. Identificare i cinque ambiti del funzionamento del paziente
(emotivo, cognitivo, comportamentale, interpersonale e
sistemico;
10. Fare uso di un’ampia gamma di tecniche, in riferimento ad
ognuno di questi ambiti, per aiutare il soggetto a conseguire il
cambiamento.
Personalità del professionista
Il saper essere Terapeuta si basa:
1. sull’apertura mentale,
2. sulla pazienza collaborativa,
3. sul lavoro su se stesso
4. sulle proprie capacità espressive e
comunicative,
5. sul rispetto e sulla devozione all’altrui
sofferenza, punto fondante di qualunque
professione che voglia definirsi terapeutica
Grazie per l’ascolto, per aver
partecipato
psicologiainrete.jimdo.com
tra poco incomincia la fase
ATTIVA
Desert rain Edward Maya
Esercizio di bioenergetica con base musicale
Muovendo il bacino si sbloccano molte tensioni e si
favorisce l'unità corporea: tutti i distretti corporei sono
raggiunti dall’energia vitale, la persona si riattiva e i
nodi si sciolgono sempre di più, inoltre, si acquisiscono
le memorie del corpo (o procedurali)
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CORNICE TEORICA Basi neurologiche nei soggetti traumatizzati