lucia:
In merito a ciò penso
sia opportuno dare una
lettura alla Circolare
Ministeriale del 4/1/88
PERCORSO CONTINUITA’ E ACCOGLIENZA PER
UN’ALUNNA IN SITUAZIONE DI GRAVITA’
PROTOCOLLI DI ACCOGLIENZA
L’accoglienza prevede
•
•
•
•
•
•
•
•
Funzionamento del gruppo h
Previsione sui nuovi iscritti
Incontri con gli insegnanti della scolarità precedente
Incontro con i genitori (nella scuola di provenienza)
Invito ai genitori nella scuola di proseguimento
Nella commissione formazione classe considerare la risorsa
compagni
Inserimento in un consiglio di classe stabile-considerare l’esperienza,
le figure maschile o femminile
Altro……
Prof. Baroni
Incontro con gli insegnanti della scuola precedente
Fare riferimento:
• Circol. Min.4 gennaio 88. N° 1. –
v.diapositiva n.9
Prof. Baroni
Febbraio
Giugno
Settembre
Previsione sui nuovi iscritti
Recuperare:
•
•
•
•
•
Pei scuola precedente
Diagnosi funzionale
Profilo dinamico funzionale
Altri eventuali documenti
Richieste risorse umane e
strumentali a enti esterni
(provv., Comune, Asl.)
Prof. Baroni
Febbraio
Incontro con i genitori
• Colloquio orientativo
Prof. Baroni
Marzo
Invito ai genitori nella scuola di proseguimento
Presentazione risorse,
strutture e modalità di
attuazione dell’integrazione
Prof. Baroni
Febbraio
Inserimento in un consiglio di classe stabile
Stabilità del corpo insegnanti
nella scuola.
Esame attento e analitico del
tasso di maggior stabilità
oggettivo del consiglio di
classe.
Prof. Baroni
Giugno
lucia:
Circolare Ministeriale Ministero della Pubblica
Istruzione
4 gennaio 1988 n. 1
Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione
4 gennaio 1988 n. 1
Oggetto: Continuità educativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap
La continuità del processo educativo, fattore rilevante per la positività dell'esperienza scolastica di ogni
alunno, per il bambino portatore di handicap diviene condizione di garanzia di interventi
didattici che non procurino difficoltà nei passaggi dalla scuola materna alla scuola elementare e
da questa alla scuola media. Ciascuna scuola, pertanto, mentre educa sulla base delle proprie peculiari
caratteristiche istituzionali e pedagogiche garantisce a tutti gli alunni, ed ai portatori di handicap in
particolare, quella continuità educativa che il raccordo tra le diverse istituzioni scolastiche può certamente
favorire.
Il presupposto di questa esigenza di raccordo è il continuum della crescita della persona che comunque
permane in un processo di apprendimento che si amplia e si diversifica anche in rapporto alle differenti fasi
dello sviluppo psico-fisico.
L'alunno portatore di handicap, proprio in quanto "pone alla scuola una domanda più complessa
di aiuto educativo e di sostegno didattico", necessita più di ogni altro di una particolare
attenzione educativa volta a realizzare un progetto individualizzato unitario che, pur nella
differenziazione dei tre ordini di scuola - materna, elementare e media - consenta
un'esperienza scolastica di ampio respiro, priva di fratture e sempre coerente con gli individuali
bisogni educativi e ritmi di apprendimento.
Per corrispondere all'esigenza di continuità tra i tre ordini di scuola, con specifico riferimento all'integrazione
degli alunni portatori di handicap, è necessario, quindi, valorizzare il contributo che può derivare dalla
collaborazione tra gli operatori delle diverse istituzioni scolastiche, per il coordinamento e l'integrazione dei
rispettivi interventi.
E' opportuno a questo scopo individuare, nell'ambito dei tre livelli del sistema formativo di
base, criteri e metodi che sul piano operativo agevolino il passaggio dell'alunno portatore di
29/03/2006
1
handicap
da un ordine di scuola a quello successivo.
Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione
4 gennaio 1988 n. 1
Modalità operative di raccordo:
1) Nel periodo immediatamente successivo alle preiscrizioni degli alunni sarà utile effettuare incontri tra i
capi d'istituto, gli insegnanti della sezione o della classe che il bambino portatore di handicap
frequenta, i docenti di sostegno delle scuole materna ed elementare, o elementare e media, interessate
al passaggio dell'alunno da un ordine di scuola a quello successivo, gli operatori dei servizi sociosanitari e i genitori, per un primo esame della situazione ambientale nella quale il bambino dovrà
inserirsi e per una prima valutazione di eventuali obiettive difficoltà riferite all'integrazione.
2) Al termine dell'anno scolastico conclusivo di una fase di scolarità dovrà essere fornita all'istituzione
che accoglierà il bambino nel successivo ordine scolastico ogni notizia relativa agli interventi realizzati sul
piano dell'integrazione e delle attività specificamente didattiche; dovrà altresì essere trasmessa
integralmente la documentazione che riguarda l'alunno: diagnosi funzionale, piano educativo
individualizzato con le indicazioni relative alla sua attuazione, relazioni del docente di sostegno e
degli insegnanti di sezione o di classe, scheda di valutazione ed ogni altro documento utile a favorire
una iniziale conoscenza dell'iter scolastico del bambino e del livello di sviluppo raggiunto.
Si richiamano, a questo proposito, le indicazioni contenute nella C.M. n. 250 del 3/9/1985.
3) All'inizio dell'anno scolastico che segna il passaggio al successivo ordine di scuola, un incontro
tra i capi d'istituto e gli insegnanti di sezione o di classe e di sostegno, che lasciano e
accolgono l'alunno portatore di handicap, costituirà un impegno essenziale per l'integrazione del
bambino nella nuova istituzione scolastica. L'incontro, finalizzato alla comunicazione di informazioni
analitiche sulla personalità dell'alunno (e, in particolare, con riferimento alle difficoltà nell'apprendimento,
alle condizioni affettivo-emotive, ai comportamenti...), potrà fornire elementi utili per la
formulazione del nuovo piano educativo individualizzato e per accordare gli obiettivi educativi e
didattici al livello di maturazione già raggiunto e al grado delle conoscenze già acquisite dall'alunno.
.
Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione
4 gennaio 1988 n. 1
Ci si avvarrà, in questa fase, della collaborazione degli operatori dei servizi socio-sanitari, secondo intese e
accordi locali
4) Un'ulteriore possibile forma di raccordo può essere costituita dalla partecipazione - a titolo
consultivo - del docente di sostegno della scuola di provenienza dell'alunno alla
programmazione del nuovo piano educativo individualizzato, partecipazione che il capo d'istituto
della scuola che accoglie l'alunno, d'intesa con il direttore didattico competente, avrà cura di attivare, secondo
le modalità indicate dal collegio dei docenti.
5) Nel caso in cui, per problematiche connesse alla situazione di handicap, il primo ambientamento nella
nuova istituzione scolastica e il passaggio a nuove figure di riferimento costituiscano per l'alunno difficoltà tali
da compromettere i risultati già raggiunti, potranno eccezionalmente essere sperimentati - previa
autorizzazione del Provveditore agli Studi e limitatamente ai primi 2 - 3 mesi di frequenza del
nuovo corso scolastico - interventi rivolti all'alunno da parte dell'insegnante di sostegno che lo
ha seguito nel precedente ordine di scuola. L'iniziativa, adeguatamente motivata, dovrà essere assunta,
d'intesa, dai colleghi dei docenti delle due scuole interessate e la proposta dovrà essere trasmessa al
Provveditore agli Studi dalla scuola che accoglierà o ha già accolto l'alunno.
Ovviamente l'utilizzazione dell'insegnante di sostegno dovrà essere programmata sulla base di un'attenta
individuazione degli interventi e quantificando l'impegno orario strettamente necessario, il relazione anche alla
diversa posizione giuridica del docente.
Tali iniziative, opportunamente programmate e realizzate all'interno del nuovo gruppo-classe in collaborazione
con gli altri docenti che hanno parte attiva nell'integrazione, potranno contribuire a rassicurare il
bambino accompagnandolo nella delicata fase del cambiamento.
Circolare Ministeriale - Ministero della Pubblica Istruzione
4 gennaio 1988 n. 1
I Provveditori agli Studi delle province nelle quali saranno realizzate esperienze di questo tipo, avvalendosi
della collaborazione degli ispettori tecnici periferici, avranno cura di seguire le relative modalità di
attuazione e di accertare, mediante un'attenta verifica, i risultati conseguiti e gli esiti che l'iniziativa ha
prodotto sul processo educativo del bambino portatore di handicap; in merito sarà inviata
un'esauriente relazione ai competenti Uffici di questo Ministero.
I Collegi dei docenti, nell'ambito delle competenze istituzionali, potranno prevedere altre
forme di coordinamento tra le istituzioni scolastiche del sistema formativo di
base:appropriate iniziative di raccordo, infatti, organizzate in funzione delle situazioni
scolastiche reali e dei concreti problemi logistici ed organizzativi ad esse collegati,possono
porsi come fattori determinanti nella costruzione di significativi rapporti tra le scuole dei
diversi livelli, affinché il cammino scolastico dell'alunno portatore di handicap rispetti e
accompagni la continuità del suo processo di sviluppo.
rogramma svolto dal “Centro”
Osservazione terapeutica in
ambito scolastico e in
ambito familiare a cadenza
quindicinale, da parte di una
psicolinguista, specialista in
comunicazione patologica
Stimolazione ludoterapica,
psicomotricità,
musicoterapia
Sintesi interne fra tutte le
figure specialistiche
Percorso di Ilaria
Da marzo a giugno della quinta elementare:
FASE PREPARATORIA ALL’ACCOGLIENZA
1.
Sintesi mensili con
insegnanti, genitori ed
operatori del territorio
2.
RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI- Incontri
con i terapisti: psicomotricista e
psicolinguista de “Il Centro” di Via Pisino*
nel quale l’alunna è inserita per quattro
pomeriggi alla settimana, con la Sala Medica,
con i genitori, con la Scuola di provenienza
OSSERVAZIONE DELL’ALUNNA – L’alunna
viene accompagnata, dal mese di marzo ogni
15 giorni, nella nostra scuola dalla sua
maestra di sostegno e dalla psicolinguista
che la seguiva al Centro.
lucia:
Ed ora andiamo a vedere che cosa dice la circolare
A SETTEMBRE:
1.
ACCOGLIENZA
Prima dell’inizio della scuola: riunioni con il C.d.C, terapisti, genitori, medico
scolastico, per passaggio di informazioni e stesura di un primo progetto di
intervento; allestimento dell’aula e scelta del posto da assegnare ad Ilaria (in
modo che potesse controllare chi entrava e chi usciva dall’aula, vedere in faccia i
compagni, ed essere vicina ad almeno due di loro)
2.
Inizio della scuola: primo giorno – Ilaria viene fatta arrivare all’ultima ora per
avere il tempo di preparare i compagni ad accogliere una compagna “speciale” e
presentare in modo opportuno l’alunna ai compagni. Viene usata la telecamera e
la macchina fotografica per documentare il momento. In un secondo momento
foto e filmato verranno utilizzati con l’alunna al fine di aiutarla a storicizzare la
propria vita e rinforzarne la memoria.
3.
Agli alunni viene spiegato che, grazie alla presenza di Ilaria, verranno avviate
delle attività interessanti e piacevoli
4.
Per le prime due settimana l’orario dell’alunna viene ridotto alle 18 ore di
cattedra, in modo che l’alunna possa essere seguita per tutte le ore dall’
insegnante di sostegno
5.
Incontro con le assistenti: viene scelta l’ipotesi di far entrare l’assistente in
classe, piuttosto che far uscire l’alunna in laboratorio, in quanto Ilaria dovrà
acquisire la consapevolezza di far parte di “quel” gruppo e di poter disporre di
“quello” spazio. Per il primo periodo l’insegnante di sostegno lavorerà a fianco
dell’assistente
PRESENTAZIONE DELL’ALUNNA
•
DIAGNOSI: “Sindrome Cri Du Chat”
PUNTI DI DEBOLEZZA
• Seria compromissione a livello di motricità
• Posizione di equilibrio precaria
• Non è autonoma nell’igiene personale
• Non stabilisce relazioni con persone
estranee
• Comportamenti di autoaggressività
(morsicatura dei polsi e delle mani fino a
sanguinare), come reazione a frustrazioni o a
gioie improvvise
• Comportamenti oppositivi rispetto le
attività scolastiche
• Rifiuta il coinvolgimento in attività che
richiedono l’uso finalizzato delle mani
PUNTI DI FORZA
• Stabilisce relazioni affettive con
persone per lei significative
• Ricerca prevalentemente la figura
adulta di riferimento, ma non rifiuta
l’interazione con i compagni
• Si dimostra curiosa ed interessata se
le attività vengono presentate in
forma ludica
•Buona memoria
•Mantiene l’interesse e la
concentrazione In attività ricche di
significato per lei
•
Modalità linguistiche soprattutto non
verbali, utilizza lo sguardo prolungato,
il contatto corporeo e l’espressione del
volto
•
Comprensione del linguaggio buona
•
Riconosce e discrimina oggetti ed
immagini familiari
•
Gravi difficoltà di coordinazione
nell’uso contemporaneo delle due mani
e di coordinazione oculo-manuale
•
Compromissione grave dell’utilizzo
dell’oggettoin modo finalizzato
•
Difficoltà nell’organizzazione spazio –
temporale
•
Stereotipie: a volte accompagna le
frasi con dondolii del corpo molto
violenti, fino a sfiorare il pavimento
con la testa.
•
La capacità attentiva è limitata nel
tempo e selettiva
•Usa la comunicazione verbale –
semplici frasi, ma complete e
spesso ripetute, solo alla
presenza di persone per lei
significative.
•Interviene nella conversazione
mediante cenni di diniego o di
assenso con il capo.
Difficilmente risponde
verbalmente all’interlocutore,
lascia che sia l’altro a parlare
per lei
•Utilizza adeguate modalità di
uso e conoscenza dell’oggetto
tramite le mani
OBIETTIVI:
•sviluppo dell’autonomia personale e consapevolezza di se’
• sviluppo delle relazioni
• sviluppo della comunicazione e della produzione verbale
E’ stato importante:
•
attivare la curiosità di Ilaria
•
costruire il dialogo: fare all’alunna delle proposte a cui doveva
•
•
costruire la relazione : anche “giocando”
consolidare la relazione e condividere la pedagogia
familiare: Incontrare l’alunna fuori dalla struttura scolastica - a
rispondere con il sì e con il no. Prestare attenzione ai suoi messaggi,
alle sue iniziative e alle sue riposte
casa mia, a casa sua, presso l’associazione di volontariato in cui
l’avevo inserita. Tutto ciò ha permesso di scoprire competenze e
abilità che non sempre emergono a scuola
•
Elaborare un diario
giornaliero, codificato sul quaderno di Ilaria.
Ha permesso di:
1.
Utilizzare e finalizzare le proposte
di Ilaria in attività didattiche
2.
Di costruire via via una
documentazione utile pe la
valutazione delle singole attività
ancora
• sviluppare la relazione fra l’alunna e i compagni
aiutando i compagni ad imparare ad osservare, decodificare e ad impadronirsi
delle modalità comunicative di Ilaria
• avviare attività di integrazione, dove Ilaria può trovare la libertà e il
tempo a disposizione per fare emergere la sua personalità e farsi conoscere, condizione
indispensabile per poter dare il proprio contributo al gruppo: Trovare alleanze
all’interno del Consiglio di Classe
ATTIVITA’ PER L’ACCOGLIENZA e DI INTEGRAZIONE
“osservare e descrivere ambienti e persone ”
• 2 ore alla settimana di italiano
• 1 ora alla settimana ed. artistica
FASI
• Osservare e illustrare con relazioni e/o temi, e disegni, oggetti, ambienti e
persone
• Fare il proprio autoritratto e il ritratto di un compagno
• Fare la descrizione di sé, dal punto di vista fisico e del carattere
• Raccogliere tutto ciò che si è prodotto in cartelloni da appendere in classe
OSSERVAZIONI
• I compagni, durante tali attività hanno avuto modo di osservare, decodificare
ed impadronirsi delle modalità comunicative di Ilaria
• Ilaria ha cominciato a volersi muovere da sola all’interno della classe per
avvicinarsi ai compagni
• Ha avuto libertà e tempo a disposizione per poter fare emergere la sua
personalità (gioiosa, oltre che ironica e spiritosa) farsi conoscere ed apprezzare
dal gruppo
• Il periodo dell’accoglienza si è protratto per tutto il primo quadrimestre, alla
fine del quale Ilaria era in grado di potersi fidare dei compagni e di relazionarsi
con loro. Aveva trovato dei punti di riferimento molto forti all’interno della
classe
DIARIO COME STRUMENTO DI LAVORO
FASI:
•
esperienza concreta
•
verbalizzazione dell’esperienza da parte
dell’insegnante
•
codificazione sul quaderno con il supporto
visivo di immagini, disegni, fotografie
•
rilettura dell’esperienza anche a distanza di
tempo
CONCLUSIONI
I lavori intrapresi per l’integrazione dell’alunna si sono rivelati una
risorsa per tutti, in quanto:
• Sono stati utilizzati come strategia didattica per migliorare le
condizioni di apprendimento
• Hanno agito positivamente sul clima generale della classe
• Hanno favorito mete formativo-educative generali, consentendo
di arrivare in modo efficace al raggiungimento di obiettivi
specifici
• Hanno favorito le moltiplicità di itinerari
• Hanno favorito la comunicazione fra tutti gli alunni e gli
insegnanti
La miglior conclusione è data dalle
osservazioni che i compagni hanno
espresso nel tema d’esame
• …un esempio di persona sempre affettuosa con tutti è Irma
(nome fittizio), la
mia compagna di classe con dei grossi problemi.
Ha giustamente i suoi momenti un po’ bui, ma quando è
tranquilla e serena il suo affetto arriva a tutti, indifferentemente
dalle sue preferenze. E’ stato per me un grande esempio e una
grande amica, mi ha dato tanto e per questo la ringrazio…
• …nella scuola si imparano tante cose: qui ho conosciuto Irma,
che mi ha fatto riflettere su quanto io sia fortunata. Ora so che
ci sono persone diverse da noi, ma tanto dolci e affettuose.
Molte volte ci riuniamo intorno a lei per farla sentire meno sola
e, quando è assente, si sente la sua mancanza. Non si odono le
sue risate, i suoi pianti, le sue parole….
E ancora…
• voglio ringraziare Dio per tutte le cose che mi ha donato e che
ho sempre creduto dovutemi…ho pensato di scrivere una lista di
tutte: per i miei compagni che mi sono amici e che mi fanno
divertire, in particolare modo Irma, la nostra compagna
speciale, che mi ha fatto riflettere…
• …anche se Irma ha dei problemi non ha importanza, perché è
una ragazza come noi, anzi, secondo me, è più intelligente di
noi e capisce subito quello che le dici. Io conserverò dentro al
mio cuore il suo sorriso e non la dimenticherò mai…
…infine
• …io sono grata per tante cose: per la mia testa che pensa, per
le mie gambe che camminano, per le mie mani che scrivono e
prendono gli oggetti: io mi considero molto fortunata ad avere
tutte queste cose e poterle usare (…) in classe c’è una mia
compagna di nome Irma…grazie a lei ho capito tante cose
• …perché, dopo giorno mi rendo sempre più conto di quanto io
sia fortunato e a volte mi chiedo: “Perché proprio lei? Perché la
natura le ha riservato questo brutto scherzo? Grazie a chi mi ha
fatto capire quanto sia terribile pensare e non poter parlare, non
poter esporre le proprie idee, ma solo rendersi conto del proprio
stato fisico senza poter reagire…
• Questa esperienza è stata realizzata negli anni scolastici
1995/96-1996/97-1997/98
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percorso continuita` e accoglienza per un`alunna in situazione di