ESPRESSIONISMO
A cura di : prof.ssa Maria Grazia Sciarretta
Espressionismo: corrente
culturale sorta in Germania
all'inizio del Novecento come
reazione all'impressionismo e
al naturalismo. Affermatosi in
origine nel campo delle arti
figurative, si estese poi alla
letteratura, alla musica e al
cinema, proponendo una
rivoluzione del linguaggio che
contrapponeva all'oggettività
dell'impressione la soggettività
dell'espressione.
QUADRO STORICO
L’ATMOSFERA DELL’ESPRESSIONISMO
L’espressionismo nasce e si sviluppa negli anni compresi tra la fine dell’800
e il primo trentennio del '900, un periodo storico questo abbastanza
delicato. Nell’Europa d’inizio secolo si vanno, infatti, diffondendo le teorie
nazionaliste, promotrici del dominio e dell’annientamento dell’avversario e
di una visione del mondo dominato da un unico vincitore. Il clima di quegli
anni è di tensione e di angoscia, componenti che i pittori espressionisti
porranno come ispiratrici e soggetti delle loro opere soprattutto in
Germania, il paese in cui l’espressionismo ha avuto la sua maggior
espansione rispetto ad altri.
La prima guerra mondiale ha rappresentato la valvola di sfogo di questo
generale malcontento, che aveva iniziato ad accumularsi già durante la fine
dell’età Bismarckiana e negli ultimi decenni del 1800. Questa guerra, da
molti addirittura cercata e voluta, era vista come un evento purificatore, che
avrebbe cancellato tutti i problemi irrisolti di quel periodo. La distruzione
totale sembrava l’unico mezzo adatto per incominciare da un nuovo e
diverso ordine, per poter rifondare una nuova società.
QUADRO STORICO
L’ATMOSFERA DELL’ESPRESSIONISMO - 2
Praticamente però sin dall’inizio del conflitto, coloro che
si erano fatti promotori dell’evento bellico e coloro che lo
appoggiavano da un punto di vista ideologico, si resero
conto che guerra non significava solo nascita di un nuovo
ordine sociale, ma soprattutto morte e distruzione.
Analizzando dopo tanto tempo gli anni che fanno da
contorno al primo conflitto mondiale, ci si accorge di
come dovesse essere paranoica e distorta la visione della
vita in quel periodo, deformata dalle stesse alterazioni
che hanno caratterizzato le opere degli artisti di quel
tempo. Si ha la sensazione che all’inizio del secolo in
buona parte della popolazione europea stesse come
dilagando una generale perdita di identità. Il filo
conduttore degli eventi di quegli anni sembra essere una
certa alienazione, un certo distacco dalla realtà, spesso e
volentieri intesa e assimilata in modo errato o quanto
meno secondo parametri falsati. Il fatto stesso che si
volesse fortemente lo scoppio di un conflitto bellico mi
sembra un desiderio assurdo e allucinato. La generale
confusione di quel periodo penso possa essere ricondotta
anche al fatto che in alcuni paesi andavano instaurandosi
regimi totalitari, in cui una sola persona, o nel migliore
dei casi un’oligarchia, decideva per tutta la popolazione,
sottomettendola al proprio potere. E’ il caso della nascita
della Russia di Stalin, dell’Italia di Mussolini e della
Germania di Hitler.
DIX “INVALIDES DE GUERRE JOUANT AUX CART”
QUADRO STORICO
L’ATMOSFERA DELL’ESPRESSIONISMO - 3
Questi tre esempi, anche se non proprio tutti contemporanei tra loro, penso
rappresentino i casi più eclatanti di come una popolazione possa essere sollevata
dalla responsabilità di prendere decisioni. E’ vero, a volte il fardello delle scelte da
operare può divenire particolarmente pesante, ma rimettere nelle mani di un unico
individuo il destino di una intera nazione è un falso vantaggio e la storia lo ha
dimostrato.
Difficilmente lasciare che qualcun altro pensi e decida al nostro posto è fonte di
arricchimento
personale e di vantaggi reali. Questo clima di falsa libertà di ipocrita leggerezza e il
disagio di
milioni di persone, alleggerite improvvisamente del loro ruolo nella società, hanno
poi contagiato
altre nazioni e fatto sì che molti si sentissero disorientati.
Proprio un’atmosfera così insolita e surreale è stata quella che ha permesso la
nascita dell’espressionismo con riflessi in pittura e letteratura; in entrambi i campi
si assiste alla ricerca di qualche cosa, che forse è andato perduto o che forse sta
per essere acquisito come nuova fonte di conoscenza. Il romanzo psicologico
ricerca l’io e la comprensione di tutte le sue infinite sfumature.
Si può dire altrettanto per quanto riguarda l’espressionismo pittorico, in quanto le
tele prodotte in quegli anni sono la trasposizione nella realtà, mediante forme e
colori, delle angosce, delle paure e dei confusi stati d’animo degli artisti.
QUADRO STORICO
L’ATMOSFERA DELL’ESPRESSIONISMO - 4
KLEE “INSULA DULCAMARA”
Il generale disagio di quell'epoca non è comunque attribuibile solo ed esclusivamente alla presa di
posizione dispotica di alcune figure di spicco del mondo politico. Oltre a quanto detto poco fa, bisogna
tener conto anche della combinazione di alcuni fattori come la presenza sempre più tangibile della
tecnologia nella vita di tutti i giorni, il progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura, da migliaia di
anni sua compagna inseparabile e la conseguente urbanizzazione della società.
In un periodo storico in cui l’idea del mondo, inteso come un unico grande “villaggio globale” era ancora
lontana, probabilmente questi cambiamenti, piuttosto repentini rispetto a come le situazioni si erano
sempre evolute in precedenza, hanno prodotto oltre a innegabili vantaggi anche un certo senso di
inadeguatezza nell’animo umano, forse non ancora pronto a gestire i prodotti delle proprie fatiche
materiali (a questo proposito non bisogna dimenticare che il ‘900 è stato definito dai futuristi come il
secolo della velocità). L’umanità insomma si è trovata spiazzata dai frutti del suo stesso lavoro,
impreparata di fronte alle numerose implicazioni che le scoperte dell’epoca generavano come in una
reazione a catena.
La sensazione che rimane di quel periodo storico è quella di una umanità disorientata, un pesce fuor
d’acqua come si dice, che inconsciamente sperava di poter risorgere con la distruzione della guerra.
Il tempo ha dimostrato l’assurdità di quell’idea, in cui purtroppo però ancora molti credono.
L’avvento dei due conflitti mondiali non ha fatto altro che cambiare l’importanza e il ruolo dei vari
contendenti e, nonostante siano cambiati i protagonisti, la situazione, oggi, non è mutata di molto.
Come accadeva prima, ognuno cerca di fare il proprio gioco e le “utopie” di chi sperava in una società
rinnovata e basata su nuovi è più alti ideali sono rimaste ancora tali.
La pittura assume così sfumature sperimentalistiche in cui
vengono per così dire testati colori, forme e tecniche di
realizzazione. Oltre all’aspetto prettamente pratico questo
metodo di produzione collettiva ha permesso la nascita e
il diffondersi di una visione dell’arte strettamente legati
alla vita di tutti i giorni. Parte integrante dei processi
lavorativi sono, infatti, i dialoghi e i momenti di
intrattenimento con ammiratori e amici degli artisti. Lo
scambio di opinioni, che spesso avveniva proprio sul
luogo di realizzazione dei lavori, era di basilare
importanza per lo sviluppo e la piena maturazione
psicologica della tela in produzione.
All’interno del movimento espressionista si è diffusa
inoltre una grande varietà di tendenze e di correnti. Da
Kirchner (Die Brücke) con i suoi nudi angolosi e
sgradevoli, il cui sogno era quello di una natura
incontaminata, unica alternativa alla crescente
urbanizzazione della società, rappresentata nei suoi
quadri con tratti semplici e colori puri, di immediata
comunicatività quindi, a Klee che, con le sue opere
geometriche, dai colori studiati e tutti collegati tra loro,
richiede invece un’attenta analisi e uno studio profondo.
Da Kandinskij (Blaue Reiter), che ha rappresentato
l’apoteosi dell’immediatezza comunicativa, raggiunta con
l’abolizione delle forme a favore di uno spazio dominato e
organizzato solo in base ai colori, a Dix, uno dei maggiori
esponenti della cosiddetta nuova oggettività, con la
analisi cruda e bizzarra della realtà.
Sino ad arrivare a Matisse, massimo esponente del movimento francese
“Fauves”, promotore della linea e del colore puro, della semplicità e di
una pittura senza profondità. È evidente che, tenendo conto di queste
infinite sfumature, accomunare pittori, tendenze e stili così diversi tutti
sotto il termine Espressionismo è un po’ restrittivo e implica delle
generalizzazioni.
Dovendo fissare delle caratteristiche generali si può dire che le opere di
questo movimento artistico sono la trasposizione nella realtà dei
sentimenti e delle sensazioni dell’artista: mentre in precedenza si
seguivano modelli e soggetti reali, o comunque si cercava il più possibile
di ricreare forme e colori riconducibili a quelle già presenti in natura, ora
l’obiettivo veniva ad essere la realizzazione di quadri più soggettivi e
personali possibili. Verrebbe da dire che regole e modelli vengono
annientati. In realtà non è così: ogni pittore segue le proprie idee che
trovano la loro concretizzazione attraverso i percorsi più vari.
Questo implica che i quadri debbano venire analizzati ogni volta secondo
parametri diversi e tenendo presente obiettivi differenti.
L’espressionismo, prima che un modo di dipingere, è l’esaltazione della
soggettività, unica regola da tener presente durante la realizzazione di
un’opera.
Il pittore espressionista di fronte alla tela bianca si trasforma insomma
in una specie di Dio, che si accinge a creare un universo di colori e di
forme a suo piacimento. Questo in linea di massima
avveniva anche in passato per i pittori di altre correnti artistiche con la
differenza che gli impressionisti non hanno modelli da seguire e
prospettive a cui attenersi, devono semplicemente dipingere quello che
sentono dentro.
ARTE
Le premesse ideologiche del
movimento, che si proponeva di
giungere alla comunicazione immediata
dei sentimenti attraverso un linguaggio
violento, esasperato e polemico basato
sulla deformazione appariscente degli
aspetti della realtà, furono chiarite da
Kirchner nel Manifesto del Ponte
(Die Brucke), associazione di artisti e
amatori fondata a Desdra nel 1905 e
sciolta nel 1913.
Gli espressionisti tedeschi, notevoli
grafici oltre che pittori, partirono, sul
piano formale, dalle lezioni di Munch,
Van Gogh, Gauguin, Ensor.
All'espressionismo psicologico del Ponte,
che rimase fenomeno tedesco, seguì
l'espressionismo astratto del Cavaliere
azzurro, gruppo fondato a Monaco da
Kandinsky e Marc nel 1911, la cui
diffusione fu internazionale.
ARTE
Sotto l'impulso di Kandinsky i
protagonisti del Cavaliere azzurro si
volsero verso nuovi modi espressivi,
verso la creazione di spazi
immaginari, verso l'astrazione lirica e
fantastica della realtà.
Kandinsky risulta fortemente
influenzato da Steiner e dalla
teosofia.
Importanti motivi di affinità esistono
tra gli espressionisti e i fauvisti.
L'espressionismo è alla base di
successivi sviluppi artistici, come ad
esempio il surrealismo (un
importante anello di congiunzione tra
i due movimenti è Max Ernst) o la
lezione di Pollock.
DER BLAUE REITER
il cavaliere azzurro
Der Blaue Reiter. Nome adottato da un
gruppo di artisti espressionisti formatosi a
Monaco di Baviera nel 1911; i principali
esponenti furono Vasilij Kandinskij, Paul
Klee, Alexej Jawlensky, August Macke e
Franz Marc. Il nome del gruppo, che in tedesco
significa "il cavaliere azzurro", deriva dai cavalli
azzurri dipinti da Marc e dai cavalieri vestiti di
blu dei quadri di Kandinskij. Al pari degli
esponenti del gruppo Die Brücke di Berlino,
assieme ai quali organizzarono alcune
esposizioni, gi artisti del Blauer Reiter
rifiutavano le convenzioni dell’arte tradizionale
dando voce alla ribellione dell’individuo nei
confronti della società moderna; sebbene non
avessero uno stile omogeneo, tra i componenti
del gruppo era comune l’esaltazione delle forze
dell’istinto e della natura. Il Blauer Reiter si
sciolse allo scoppio della prima guerra mondiale,
ma continuò a esercitare la propria influenza
attraverso la scuola del Bauhaus, presso la
quale insegnarono Kandinskij e Klee.
KANDISKY
Vasilij Kandinsky nacque a Mosca il 4 dicembre 1866. Nel 1871 la
famiglia si trasferisce ad Odessa, dove il piccolo Vasilij prende lezioni di
musica, studiando dapprima il pianoforte e poi il violoncello. Dopo aver
frequentato il liceo, decide di ritornare a Mosca per intraprendere gli
studi di diritto: è il 1886. Durante un viaggio nella Russia settentrionale
per studi sul diritto contadino, conosce le arti decorative locali e se ne
innamora. Decide di visitare l'Esposizione di Parigi. Rientra a Mosca per
completare gli studi. Sposa la cugina Anja, quindi assieme a lei si reca
a Parigi, ma poi rientra in patria, a seguito dell'incarico ricevuto presso
l'Università di Mosca. Nel 1895 scopre Monet in occasione
dell'esposizione degli impressionisti francesi nella capitale russa. Decide
che la pittura sarà il suo futuro, pertanto si reca a Monaco di Baviera,
dove si iscrive alla scuola di Anton Azbé e poi entra nel 1900
all'Accademia, dove segue i corsi von Stuck. Nel 1902 espone alla
Secessione di Berlino. Nel 1905 espone in numerosi centri europei. Nel
1909 fonda assieme a Jawlenskij e Kubin la Nuova Associazione degli
artisti di Monaco. Dipinge le prime Improvvisazioni. Nel 1910 incontra
Franz Marc, l'anno dopo conosce Klee, Macke, Arp, Schoenberg.
Assieme a Marc fonda il gruppo del Cavaliere Azzurro (Blaue Reiter).
Pubblica Dello Spirituale nell'arte, subito dopo esce l'almanacco del
Cavaliere Azzurro. Allo scoppio della guerra decide di lasciare a Berlino
e torna in Russo. Nel 1918 viene nominato membro del Dipartimento di
arti visive del commissariato del popolo. Successivamente si occuperà
dell'organizzazione dei musiei a Mosca e in provincia. Ma nel 1921 la
passione per le idee rivoluzionarie è già passata ed egli ritorna in
Germania, dove verrà chiamato a insegnare al Bauhaus di Weimar,
dove dirigerà l'atelier di Pittura murale. Nel 1924, assieme a Klee,
Feininger, Jawlenskij, fonderà il gruppo dei Quattro Azzurri. Nel 1937 la
sua arte verrà considerata dai nazisti "arte degenerata", i suoi quadri
verranno pertanto ritirati dai musei tedeschi. Decide di prendere la
nazionalità francese.Il 13 dicembre 1944 morirà a Parigi.
STUDIO PER COMPOSIZIONE
KANDINSKY 1909 – 1910
Kandinsky chiamava "composizioni" i
lavori più importanti, formulati
gradualmente a partire da schizzi
preliminari, destinati a rappresentare
l'espressione di uno stato d'animo. In
un attacco di febbre tifoidea,
Kandinsky concepì un dipinto che
cercherà successivamente di
ricostruire.
Egli riteneva che la Composizione II si
fosse molto avvicinata a esprimere
quella visione. Nonostante gli studiosi
non concordino nell'interpretazione
delle singole immagini del dipinto,
tutti sono essenzialmente d'accordo
nel vedere raffigurate nel lato sinistro
della tela una catastrofe e nel destro
una scena idillica.
D'altronde lo stesso Kandinsky
affermò che la Composizione II non
aveva un tema specifico; egli ha
popolato la tela di una moltitudine di
forme semplificate dai colori brillanti.
Ernst Ludwig Kirchner
n
Ernst L. Kirchner (1880-1938) fu tra i
massimi esponenti dell'Espressionismo
tedesco.
Dopo aver vissuto a Dresda e aver
fondato il movimento Die Brucke (Il
Ponte), che voleva rompere con
l'accademia ed instaurare un rapporto
diretto con il pubblico, si trasferisce a
Berlino, nell'11: la sua pittura diviene più
angosciosa. Nel 1915 si arruola
volontario, ma essendo stato colpito da
tubercolosi verrà congedato. Va in
Svizzera per curarsi.
Nel 1935 il regime nazista qualifica la sua
arte come "degenerata", sicché 600 sue
opere saranno distrutte o sottratte ai
musei, alle gallerie, ai collezionisti. Cade
in una profonda depressione. Quando nel
1938 i nazisti entraranno in Austria,
Kirchner teme che essi invaderanno pure
la Svizzera. Il 15 giugno di quell'anno
decide di suicidarsi.
Ragazza seduta: Franzi 1910-20
Capelli rossi 1914
Rudof Steiner
Steiner, Rudolf (Kraljevica, Croazia
1861 Dornach, Basilea 1925), filosofo
austriaco. Dopo aver studiato a Vienna
si trasferì a Berlino, dove entrò a far
parte della società teosofica. In
seguito, se ne staccò e fondò nel 1913
la Società antroposofica, con centro a
Dornach in Svizzera. Le sue dottrine
enfatizzano la distinzione di diversi
principi nell’uomo (dal corpo fisico a
quello etereo e astrale, dall’io all’io
spirituale) e la concezione di successive
rinascite, rivolte a un’elevazione
dell’uomo nello spirito puro.
TEOSOFIA. Forma di conoscenza
intuitiva della natura divina.
Distinguendosi dalla filosofia e dalla
teologia la teosofia pretende di
raggiungere una conoscenza superiore
della realtà che fa conseguire all’iniziato
la salvezza ottenuta attraverso
l’esperienza di disvelamento della
verità.
FAUVISME
Fauvisme - Corrente artistica affermatasi in Francia
nei primi anni del XX secolo nell’ambito della pittura,
che prende la sua denominazione dalla parola "fauve"
(feroce, selvaggio) usata ironicamente da un critico
per definire un gruppo di quadri esposti al Salon
d’Automne nel 1905.
Gli autori di questi quadri facevano un uso "feroce",
vale a dire molto acceso del colore, secondo la
lezione di Van Gogh e di Gauguin; quanto alla
struttura formale, si rifacevano invece all’esperienza
di Cézanne e in parte anche della scultura negra.
Il fauvisme, promosso da Matisse, fu subito accolto
da altri artisti. Lo stesso Matisse ne diede una
formulazione teorica in un articolo pubblicato il 25
dicembre 1908 su "La Grande Revue", dal titolo
Notes d’un peintre. Entrato in crisi già nel 1907 in
concomitanza con l’apparire del cubismo, il
movimento aprì peraltro nuove vie alla ricerca
espressionista e rappresentò una tappa fondamentale
nell’evoluzione dell’arte del XX secolo in direzione
dell’astrattismo.
Il fauvismo è una manifestazione, fra le altre
analoghe ricerche pittoriche dell’epoca,di quel vasto
movimento culturale che è l’espressionismo europeo.
Esso vuole recuperare attraverso l’uso di colori puri,
l’emozione e la spiritualità della realtà.
H. Matisse, Femme au chapeau, 1905
Jackson Pollock
Pollock, Jackson (Cody, Wyoming 1912 - Long Island, New
York 1956), pittore statunitense, uno dei fondatori del
movimento dell’espressionismo astratto. Durante
l’adolescenza entrò in contatto con l’arte degli indiani Navajo e
nel 1929 si trasferì a New York, dove fu allievo di Thomas
Hart Benton. Nelle sue opere giovanili, ispirate al
naturalismo, si nota l’influsso della pittura murale messicana
di David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco
(Paesaggio con cavaliere, 1933, Pollock Collection, New York).
Trascorse molti anni viaggiando negli Stati Uniti, continuando a
disegnare, e dalle esperienze surrealiste nacque la serie di
quadri Senza titolo (1936-1937). Tra il 1938 e il 1942 fu attivo
a New York, dove prese parte al Federal Arts Project. In questo
periodo il suo stile divenne sempre più libero e astratto, come
nella Lupa (1943, Museum of Modern Art, New York). Dopo il
1947, Pollock passò all’espressionismo astratto ed elaborò
la tecnica dell’action painting: l’artista, utilizzando asticelle o
spatole, fa colare e gocciolare il colore a olio o lo smalto su
grandi tele distese sul pavimento. Con questo metodo, la
tecnica del dripping, Pollock eseguì complesse immagini
cromatiche, come Occhi nel calore I (1946, Collezione Peggy
Guggenheim, Venezia) e Lucifero (1947, Museum of Modern
Art, New York). Dopo il 1950, il suo stile si modificò
nuovamente: l’artista cominciò a stendere su tele bianche delle
sottili linee nere e marroni che si intersecavano. Tra i dipinti
dell’ultimo periodo ricordiamo Grigiore sull’oceano (1953,
Solomon R. Guggenheim Museum, New York).
J. Pollock, Foresta incantata (1947)
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