Corso di Chimica Generale Inorganica Soluzione degli Esercizi dei Compiti 2l e 23 febbraio 2011 Si avvertono gli studenti che la verbalizzazione dei risultati dell’esame è fatta esclusivamente per via elettronica. Quando saranno resi pubblici i voti riceverete una E-mail all’indirizzo @studenti.unimi.it. Da quel momento scatta un periodo di due settimane durante il quale è possibile modificare il voto, dopo questo periodo il voto entra automaticamente nella carriera scolastica dello studente. Le persone interessate a prendere visione dei compiti sono convocate il giorno: 2 marzo 2011- ore 10,30 Aula V 4 Didatteca –Via G. Venzian 21 Solamente in questa occasione gli studenti potranno prendere visione dei compiti, discutere i risultati con il sottoscritto. A seguito della verbalizzazione elettronica dell’esito degli esami il voto non sarà scritto sul libretto universitario; le persone che desiderano aver scritto il voto sul libretto universitario devono presentarsi nel giorno sopra indicato. Si ribadisce che un voto positivo entra automaticamente nella carriera scolastica di uno studente anche se lo studente non prendesse visione del compito o che dia il suo consenso. Milano, 28 febbraio 2011 L. Garlaschelli Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 1 Compito A 21 febbraio 2011 [1] Completare e bilanciare le seguenti trasformazioni chimiche: (A) S + H2O2 > H2SO4 + H2O; (B) Ca(OH)2 + H3PO4; (C) CO2 + Na2O; (D) Ba + H3PO4. Risposta S + 4 H2O > H2SO4 + 6 H+ 6 e 3x(H2O2 + 2 H+ + 2 e > 2 H2O S + 3 H2O2 > H2SO4 + 2 H2O 3 Ca(OH)2 + 2 H3PO4 > Ca3(PO4)2 + 6 H2O CO2 + Na2O > Na2CO3 3 Ba + 2 H3PO4 > Ba3(PO4)2 + 3 H2 [2] Illustrare brevemente che cosa si intende per equilibrio chimico. Data la reazione in fase gassosa 2 A(g) B(g) + C(g), calcolare le pressioni finali dei tre componenti quando, partendo da 10,0 atm di A, si lascia che il sistema raggiunga l’equilibrio. Kp = 0,250. Risposta: P(A) = 5,0 atm; P(B) = P(C) = 2,5 atm Il sistema deve raggiungere l’equilibrio. Indichiamo con 2x la diminuzione di pressione che subisce la specie A per raggiungere l’equilibrio. In base alla stechiometria di reazione si formeranno x atmosfere sia della specie B che della specie C. Riassumendo la tabella all’equilibrio è la seguente: 2A(g) I > B(g) + C(g) 10,0 -- -- -2x x x Eq 10 – 2x x x Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 2 Queste pressioni all’equilibrio dovranno soddisfare la costante Kp. Kp = BC A2 0,25 = x2 10 2 x 2 Risolvendo si ottiene: x = 2,5 Le pressioni finali a equilibrio raggiunto sono P(A) = 10,0 – 2x2,5 = 5,0 atm P(B) = P(C) = 2,5 atm. [3] Illustrare brevemente il concetto di soluzione tampone. Dati 100,0 mL di una soluzione di HCl 1,00x10-2 M, indicare quale delle seguenti soluzioni occorre usare per ottenere una soluzione tampone avente pH = 9,50. Soluzione: (A) NaOH 2,00 M; (B) NH3 2,00 M; (C) CH3COOH 2,00 M. Calcolare inoltre quale volume di soluzione bisognerà aggiungere. [Kb(NH3) = 1,8x10-5; Ka (CH3COOH) = 1,8x10-5] Risposta: soluzione (B) NH3, volume = 1,4 mL Una soluzione acquosa che contenga un acido debole insieme alla sua base coniugata è una soluzione tampone. Queste soluzioni sono preparate mescolando un acido debole e un suo sale, per esempio acido acetico e acetato di sodio: CH3COOH + CH3COONa, oppure una base debole e un suo sale, per esempio ammoniaca e cloruro di ammonio: NH3 + NH4Cl. In questo modo le soluzioni che si ottengono contengono sia un acido debole (nei due esempi: CH3COOH o NH4+) sia una base debole (nei due esempi: CH3COO- o NH3) tra loro coniugati. Sono chiamate soluzioni tampone perché hanno la proprietà di mantenere pressoché invariato il valore del pH anche se vi si aggiunge una moderata quantità di un acido o di una base forti. La proprietà tamponante di queste soluzioni è qualitativamente comprensibile quando si pensi che queste contengono sia un acido (nei due esempi CH3COOH o NH4+) in grado di reagire con la base forte che Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 3 venga introdotta, neutralizzandola, sia una base (nei due esempi CH3COO- o NH3) in grado di reagire con l’acido forte che venga introdotto, neutralizzandolo. Alla luce di quanto esposto l’unica sostanza che aggiunta alla soluzione di HCl darà origine a una soluzione tampone è NH3. Se noi aggiungiamo tanta ammoniaca in modo che neutralizzi tutto l’acido cloridrico presente, formando NH4Cl, e lasciando anche dell’ammoniaca non reagita otteniamo una soluzione tampone. Quando si ha a che fare con una soluzione tampone il pH si può calcolare con l'equazione di Henderson-Hasselbach che per questo sistema acido-base è pOH = pKb + log(cs/cb) dove cs = concentrazione del sale, cb = concentrazione della base debole. Questa equazione può essere scritta anche nel seguente modo pOH = pKb + log (ns/nb) dove ns = moli di sale, nb = moli di base debole. Questa relazione il vantaggio di non considerare il volume della soluzione finale: questo è possibile perché il termine sotto logaritmo è un rapporto di concentrazione. pKb è il –log di Kb. Infine è possibile calcolare la [OH-] adoperando la relazione [OH-] = Kb + log sua volta può essere scritta anche [OH-] = Kb + log cb che a cs nb . ns Passando ai conti abbiamo. pH = 9,5 pOH = 4,5 [OH-] = 3,16x10-5 Per il momento consideriamo un litro di soluzione e poi rapporteremo al volume di 100,0 mL. In un litro di soluzione sono presenti 0,01 moli di HCl che reagendo con l’ammoniaca daranno origine a 0,01 moli di NH4Cl. Quindi adoperando la relazione che permette di calcolare la [OH-] abbiamo come unica incognita l’ammoniaca: Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 4 3,16x10-5 = 1,8x10-5 nb 0,01 nb = 0,018 Il valore sopra riportato è l’ammoniaca libera le moli totali dia ammoniaca saranno quelle libere più quelle necessarie per salificare: moli totali di NH3 = 0,01 + 0,018 = 0,028 Come detto prima questa è la quantità di ammoniaca per un litro di soluzione di HCl per 100,0 mL sarà: moli di NH3 necessarie = 0,028/10 =0,0028 Il volume di NH3 necessario lo si ricava facendo un bilancio sulle moli. Indicando con V il volume in litri di NH3 2,0 M da aggiungere abbiamo 0,0028 = 2,0xV V = 0,0014 litri pari a = 1,4 mL [4] Che cosa si intende per proprietà colligative ? Si sciolgono 3,6 g di urea, CO(NH2)2 composto non ionico, in 98,3 g di H2O. Calcolare: (A) la temperatura di congelamento della soluzione (Kcr = 1,86 K m-1), (B) la pressione osmotica a 298 K di tale soluzione supponendo che il volume finale sia 100 mL. [P.A.: = C = 12,0; N = 14,0; H = 1,0, O = 16,0] Risposta: Tcr = 1,135°C, = 14,66 atm Le soluzioni ideali possiedono alcune proprietà, chiamate proprietà colligative, che dipendono esclusivamente dalla concentrazione di particelle (molecole o ioni) di soluto contenute nel particolare solvente, e non dalla loro natura. Le proprietà colligative sono l’abbassamento relativo della pressione di vapore della soluzione, l’innalzamento ebullioscopico o innalzamento della temperatura di ebollizione, l’abbassamento crioscopico o abbassamento della temperatura di congelamento, e la pressione osmotica. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 5 La relazione che permette di calcolare l’abbassamento crioscopico è: Tcr = Kcrxm Dove Kcr costante crioscopica e m = molalità cioè moli per chilogrammo di puro solvente. P.M. urea = 12,0 + 16,0 + 2x14,0 + 4x1 = 60 moli urea = 3,6 = 0,06 60,0 Tcr = 1,86 0,06 = 1,135°C 0,0983 Il valore della pressione osmotica di una soluzione si calcola con la relazione: xV = nxRxT. Introducendo i valori abbiamo: x0,1 = 0,06x0,082x298. Risolvendo si ottiene: = 14,66 atm [5] Spiegare brevemente come avviene il riempimento degli orbitali atomici. Quale tra le seguenti transizioni elettroniche avviene con emissione di energia? (A) da 2s a 2p; (B) da 2s a 3p; (C) da 3p a 2s; (D) da 3s a 3p. Risposta: (C) da 3p a 2s Gli orbitali che vengono occupati per primi sono quelli ai quali è associato il più basso livello energetico disponibile dato che l’introduzione di un elettrone in uno di questi provoca la massima liberazione di energia. Per un corretto riempimento degli orbitali dobbiamo prendere in considerazione alcune regole. Il principio di esclusione di Pauli condiziona il numero di elettroni che possono essere collocati in uno stesso orbitale. Questo principio stabilisce che non possono esistere in un atomo elettroni con Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 6 tutti e quattro i numeri quantici uguali. Ne segue che in uno stesso orbitale, necessariamente definito da una precisa terna di valori di n, l e ml, non possono essere contenuti più di due elettroni, i quali devono avere numeri quantici di spin opposti (spin accoppiati o antiparalleli). Infatti, dato che il numero quantico di spin può assumere due soli valori, un terzo elettrone nello stesso orbitale avrebbe necessariamente gli stessi quattro numeri quantici di uno degli altri due elettroni. Nei diagrammi dei livelli energetici un orbitale viene di solito rappresentato da una breve linea che indica il livello energetico, inoltre, per specificare la presenza di un elettrone in quell’orbitale si sovrappone alla lineetta che specifica l’orbitale una freccia rivolta verso l’alto, e che idealmente rappresenta il momento magnetico di spin dell’elettrone. Se l’orbitale contiene due elettroni (orbitale pieno) si collocano due frecce contrapposte, che idealmente indicano i momenti magnetici di spin dei due elettroni, i quali devono essere opposti per il principio di esclusione di Pauli. La regola di Hund riguarda la collocazione degli elettroni in orbitali degeneri, come i 3 orbitali p, i 5 orbitali d, i 7 orbitali f ecc., e stabilisce che quando esistono orbitali degeneri, gli elettroni tendono preferibilmente a distribuirsi nel maggior numero possibile di orbitali, e si dispongono in essi con spin paralleli (ossia con lo stesso valore del numero quantico di spin. Questa regola discende dal fatto che gli elettroni tendono a collocarsi in modo da minimizzare le loro interazioni. Di conseguenza, se esistono orbitali equienergetici disponibili, gli elettroni tendono a occuparne uno ciascuno perché le distribuzioni spaziali di densità elettronica di tali orbitali interessano zone dello spazio differenti, con conseguente minimizzazione delle loro reciproche repulsioni. La necessità che gli elettroni abbiano lo stesso numero quantico di spin (spin Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 7 paralleli) comportano la massima stabilità quando gli elettroni spaiati collocati in orbitali degeneri hanno spin paralleli. In base a quanto detto, se si ha una distribuzione di elettroni che prevede che sia occupato un orbitale quando gli orbitali a energia più bassa non sono occupati questo è uno stato eccitato e l’atomo tenderà ad assumere l’energia più bassa e questo si realizza nel seguente modo. L’elettrone che si trova in uno stato eccitato perde energia andando ad occupare un orbitale a energia più bassa e questo comporta ovviamente liberazione di energia. Esaminando i nostri casi abbiamo: (A) da 2s a 2p questa transizione comporta una somministrazione di energia perché l’orbitale 2s è più stabile del 2p (B) da 2s a 3p questa transizione comporta una somministrazione di energia perché l’orbitale 2s è più stabile del 3p (C) da 3p a 2s questa transizione comporta una liberazione di energia perché l’orbitale 3p è a energia maggiore dell’orbitale 2s (D) da 3s a 3p questa transizione comporta una somministrazione di energia perché l’orbitale 3s è più stabile del 3p [6] Illustrare brevemente la teoria degli acidi e della basi di Arrhenius. Una soluzione 0,5 M di NaCl ha un pH prossimo a 7, una soluzione equimolare di Na2S risulta invece nettamente basica. Questo fatto può essere interpretato considerando che: (A) Na2S si dissocia completamente mentre NaCl si dissocia parzialmente; (B) NaCl si dissocia completamente mentre Na2S si dissocia soltanto parzialmente; (C) lo ione S2- si comporta da base più forte dello ione Cl-; (D) Na2S reagisce con l’acqua riducendo H+ ad H2. Risposta: (C) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 8 Una delle più importanti classi di reazioni chimiche è quella tra acidi e basi. Agli albori della chimica le sostanze erano classificate acide o basiche in relazione ad alcune loro proprietà, talora molto soggettive. La proprietà più affidabile era la capacità di queste sostanze di provocare effetti cromatici su un materiale "indicatore" chiamato tornasole. Una sostanza era riconosciuta come un acido se era capace di fare assumere una colorazione rossa al tornasole, mentre era una base se gli faceva assumere una colorazione blu. Fu anche scoperto che gli acidi e le basi reagiscono tra loro per dare composti, chiamati sali. Con il passare del tempo si giunse alla convinzione che per essere un acido una sostanza doveva contenere atomi di idrogeno, mentre prevalse il comune convincimento che una sostanza per essere una base doveva contenere gruppi OH. La prima definizione razionale di acido e di base e la prima seria teoria sugli acidi e sulle basi fu formulata da S. Arrhenius durante l’elaborazione della sua teoria della dissociazione elettrolitica. Egli notò che alcuni acidi allo stato puro non conducono la corrente elettrica, mentre le loro soluzioni acquose sono molto più conduttrici dell’acqua pura. Egli dedusse che gli acidi in soluzione acquosa si dissociano in ioni (ione = portatore di carica elettrica), e giunse alla conclusione che un acido è una sostanza capace di fornire ioni idrogeno. Per quanto riguarda le sostanze basiche, egli giunse a ipotizzare che una base è una sostanza capace di fornire ioni idrossido. Infine, interpretò le reazioni tra un acido e una base, configurandole come reazioni tra ioni idrogeno e idrossido (forniti dall’acido e, rispettivamente, dalla base) che portano alla formazione di acqua, che è una sostanza pochissimo dissociata, e del sale. Alla luce di questa teoria possiamo ora discutere i quattro casi proposti. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 9 (A) Na2S si dissocia completamente mentre NaCl si dissocia parzialmente. Questo non è vero perché sia Na2S che NaCl soni due sali e come tali elettroliti forti e completamente dissociati. (B) NaCl si dissocia completamente mentre Na2S si dissocia soltanto parzialmente. Anche questa è una affermazione sbagliata. Leggere le considerazioni fatte al punto (A). Si può aggiungere una osservazione valida sia per i casi (A) e (B) che entrambe le soluzioni proposte non parlano che in seguito a dissociazione parziale totale ci sia una variazione del pH della soluzione. (C) lo ione S2- si comporta da base più forte dello ione Cl-. Questa è una affermazione vera. Lo ione S2- è l’anione di un acido debole, H2S, e come tale secondo la teoria di Arrhenius degli acidi e della basi si idrolizza in acqua secondo queste due reazioni: S2- + H2O > HS- + OHHS- + H2O > H2S + OHQueste due reazioni giustificano che la soluzione risulti basica. L’anione Cl- essendo l’anione di un acido forte, HCl, ha scarse caratteristiche basiche sicuramente inferiori a quelle dell’anione S2-. (D) Na2S reagisce con l’acqua riducendo H+ ad H2. Questa affermazione è sbagliata perché i potenziali redox delle coppie in esame H+/H2 (E° = 0 V) e S/S2- (E° = 0,142 V) proibiscono questo. [7] Il processo di autoionizzazione dell’acqua è un processo endotermico. Ti aspetti che l’acqua distillata abbia lo stesso pH a tutte le temperature? (A) sì, perché il prodotto ionico dell’acqua è costante; (B) no, aumentando la temperatura aumenta anche il pH; (C) no, aumentando la temperatura diminuisce il pH; (D) no, perché l’acqua distillata non sarà più neutra. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 10 Risposta: (C) Il processo di autorizzazione dell’acqua si riferisce a questa reazione: 2 H2O > H3O+ + OHe vale Kw = 1,0x10-14 a 25°C. Quindi al variare della temperatura libererà sempre uguali quantità di H+ e OH- e la soluzione sarà sempre neutra. Questa affermazione scarta la risposta (D). Il processo di aiutoinizzazione è una processo di equilibrio e quindi come tutti i processi di equilibrio il valore della costante varia al varia della temperatura; in particolare essendo un processo endotermico il valore di Kw diventa numericamente più grande all’aumentare della temperatura ma diminuisce di valore al diminuire della temperatura. Questo comportamento scarta la risposta (A). Dobbiamo ora analizzare attentamente le risposte (B) e (C). Ricordando che all’aumentare della temperatura aumenta il valore di Kw che vuol dire avere in soluzione una quantità maggiore di ioni H+ cioè la soluzione avrà un pH inferiore a 7 che è quello di riferimento; ricordiamo che una soluzione è tanto più acida quanto più basso è il suo pH. Queste considerazioni scartano la risposta (B) mentre è corretta la risposta (C). [8] Un sistema è all’equilibrio quando: (A) tutte le possibili reazioni sono terminate; (B) la concentrazione dei reagenti è uguale a quella dei prodotti; (C) le concentrazioni di reagenti e prodotti sono costanti a temperatura costante; (D) è rimasta una quantità insignificante dei reagenti. Risposta: (C) Per giustificare la domanda bisogna illustrare brevemente l’equilibrio chimico. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 11 Una reazione può progredire fino alla completa conversione dei reagenti nei prodotti di reazione (entro i limiti imposti dall’eventuale presenza del reagente limitante), oppure fino a raggiungere una condizione di equilibrio nella quale le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti di reazione non variano più nel tempo. Questa condizione di equilibrio si raggiunge quando il numero di moli di ciascun reagente che scompaiono nel decorso della reazione diretta è uguale a quello delle moli dello stesso reagente che si riformano nel medesimo tempo in seguito al decorrere della reazione inversa; in queste condizioni la concentrazione di ciascun reagente e di ciascun prodotto di reazione resta costante nel tempo. Quello che si instaura è un equilibrio dinamico e la reazione viene detta reversibile. La legge che regola le condizioni di equilibrio di una reazione chimica è nota come legge d’azione di massa, o legge dell’equilibrio chimico o legge di C. M. Guldberg e P. Waage. Nella forma applicabile a reazioni che avvengono in una unica fase (sistemi omogenei) essa afferma che a temperatura e mezzo di reazione costanti, il rapporto tra il prodotto delle concentrazioni all’equilibrio delle sostanze prodotte nella reazione, elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici, e il prodotto delle concentrazioni all’equilibrio dei reagenti, elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici, è costante. Alla luce di quanto esposto è ora possibile discutere le diverse affermaioni. (A) tutte le possibili reazioni sono terminate; questo non è vero perché come affermata nella parte generale l’equilibrio chimico è un equilibrio dinamico e non statico; (B) la concentrazione dei reagenti è uguale a quella dei prodotti; questo non è vero perché, ad esempio, le concentrazioni all’equilibrio possono Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 12 essere le più disparate possibile l’importante è che soddisfino il valore della costante di equilibrio; (C) le concentrazioni di reagenti e prodotti sono costanti a temperatura costante; questa è proprio la condizione di equilibrio di una certa reazione quando si affronta questo argomento dal punto di vista cinetico e non termodinamico; (D) è rimasta una quantità insignificante dei reagenti; questa è una affermazione sbagliata perché vorrebbe dire che non esiste una situazione dove sono preponderanti i reagenti rispetto ai prodotti. [9] L’elettronegatività di un elemento è: (A) la capacità dell’elemento di attrarre gli elettroni di un legame a cui partecipa; (B) la capacità dell’elemento di accettare una coppia di elettroni da un altro; (C) la capacità dell’elemento di caricarsi negativamente; (D) la capacità di un elemento di formare ioni negativi. Risposta: (A) Consideriamo il caso di un legame tra due soli atomi. Il legame viene detto legame covalente quando entrambi gli elettroni coinvolti nel legame percorrono nel tempo le regioni spaziali situate intorno e tra entrambi gli atomi. La specie chimica prodotta è una molecola biatomica. Se gli elettroni del legame sono equamente condivisi tra i due atomi legati il legame è covalente apolare. Questo tipo di legame si forma quando i due elementi combinati sono identici, come, per esempio, in H2 (H-H), in O2 (O=O), in N2 (NN) ecc.. Se i due atomi appartengono a elementi differenti, gli elettroni del legame passano più tempo nei pressi dell’atomo che ha maggiore capacità di attrarli verso di sé. In tal caso la specie chimica prodotta è ancora una la molecola biatomica su un atomo Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 13 della quale, però, c’è un eccesso di carica negativa mentre sull’altro c’è un eccesso di carica positiva: può essere vista come un piccolo dipolo elettrico. Per tale motivo queste molecole sono dette dipolari, o più semplicemente polari, e il legame è detto legame covalente polare. Ciò che determina la tendenza di un atomo ad attrarre verso di sé gli elettroni del legame è la sua elettronegatività. Esistono varie scale che quantificano l’elettronegatività degli elementi. La prima di queste è stata elaborata agli inizi degli anni '30 da L. Pauling e i corrispondenti valori per i singoli elementi (elettronegatività di Pauling) sono riportati nella tavola periodica degli elementi. L’elettronegatività è stata messa anche in relazione con l’energia di ionizzazione e l’affinità elettronica di un atomo. Qualitativamente questa correlazione trae origine dal fatto che quanto maggiore è l’energia di ionizzazione di un atomo e tanto maggiore è la tendenza di questo a trattenere il proprio elettrone impegnato nel legame e quanto maggiore è l’affinità elettronica dello stesso atomo e tanto maggiore è la tendenza che questo ha di attrarre verso di sé l’altro elettrone coinvolto nel legame e originariamente fornito dall’altro atomo. Sulla base delle energie di ionizzazione e delle affinità elettroniche possiamo fare una previsione qualitativa dell’andamento delle elettronegatività degli elementi e della polarità di un legame chimico: l’elettronegatività degli elementi cresce procedendo lungo un periodo e diminuisce scendendo lungo un gruppo della tavola periodica degli elementi. Alla luce delle considerazioni sopra esposte è chiaro che la risposta corretta sia la (A). Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 14 [10] Calcolare la f.e.m. di una pila costituita dai seguenti semielementi: (i) Ni2+/Ni E°(rid) = -0,25 V; (ii) Zn2+/Zn E°(rid) = –0,76 V. Indicare le semireazioni di anodo e di catodo e la reazione globale spontanea. Risposta: f.e.m. = 0,51 V Poiché i due elettrodi si trovano nelle condizioni standard in base ai potenziali redox è possibile stabilire che l’elettrodo di nichel sarà il catodo della pila, polo positivo processo di riduzione, mentre l’elettrodo a zinco sarà l’anodo, polo negativo processo di ossidazione. Processo catodico Ni2+(aq) + 2 e > Ni(s) Processo anodico Zn(s) > Zn2+(aq) + 2 e Il processo globale che avviene nella pila è: Ni2+(aq) + Zn(s) > Ni(s) + Zn2+(aq) La f.e.m. di una pila si calcola facendo la differenza algebrica tra i potenziali standard del catodo e dell’anodo. f.e.m. = E°catodo – E°anodo = -0,25 – (-0,76) = 0,51 V Scrivere il nome dei seguenti composti o ioni ed assegnare il numero di ossidazione ai vari elementi: NH4NO3. Nitrato d’ammonio. N(-3), H(+), N(+5), O(-2) CuBr2. Bromuro rameico o di rame(II). Cu(+2), Br(-1) Sn(ClO4)2. Perclorato stannoso o di stagno(II). Sn(+2), Cl(+7), O(-2) P4O6. Anidride fosforosa o esaossido di tetra fosforo. P(+3), O(-2) Fe(NO2)3. Nitrito ferrico o di Fe(III). Fe(+3), N(+3), O(-2) N2O5. Anidride nitrica o pentossido di diazoto. N(+5), O(-2) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 15 Scrivere la formula dei seguenti composti o ioni: Solfuro di idrogeno o acido solfidrico. H2S Nitrito di calcio. Ca(NO2)2 Clorato ferrico [o di ferro(III)]. Fe(ClO3)3 Solfato di piombo (IV) [o piombico]. Pb(SO4)2 Fluoruro di zinco. ZnF2 Nitrato di alluminio. Al(NO3)3 COMPITO B DEL 21 FEBBRAIO 2011 [1] Completare e bilanciare le seguenti trasformazioni chimiche: (A) HI + H2SO4 > I2 + SO2 + H2O; (B) Ni + H2SO4; (C) AgNO3 + Na3PO4: (D) NaNO2 + HCl. Risposta 2 HI > I2 + 2 H+ + 2e H2SO4 + 2 H+ + 2 e > SO2 + 2 H2O 2 HI + H2SO4 > I2 + SO2 + H2O Ni + H2SO4 > NiSO4 + H2 3 AgNO3 + Na3PO4 > Ag3PO4 + 3 NaNO3 NaNO2 + HCl > NaCl + HNO2 [2] Illustrare il principio di Avogadro. Calcolare il volume di ossigeno (riferito a c.n.) necessario per la combustione completa di 1 L di metano CH4(g) misurato a c.n. (A) 1 L; (B) 2 L; (C) 3 L; (D) 4 L. [P.A.: C = 12,0; H = 1,0; O = 16,0] Risposta: (B) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 16 Avogadro si rese conto che, almeno per gli elementi allo stato gassoso, le particelle ultime della materia fossero corpuscoli indivisibili come gli atomi e giunse alla conclusione che i corpuscoli ultimi della materia allo stato gassoso non erano necessariamente atomi ma, il più delle volte, aggruppamenti discreti di atomi legati stabilmente tra loro a formare unità poliatomiche, alle quali diede il nome di molecole. L’esame dettagliato delle reazioni in fase gassosa lo condussero a enunciare la legge di Avogadro secondo la quale: volumi uguali di gas diversi, nelle medesime condizioni di temperatura e di pressione, contengono lo stesso numero di molecole. La reazione di combustione del CH4 è: CH4(g) + 2 O2(g) > CO2(g) + 2 H2O(g) In base alla stechiometria di reazione possiamo affermare che una mole di CH4 reagisce con due moli di O2 per dare una mole di anidride carbonica e due moli di H2O. In base al principio di Avogadro un litro di CH4 contiene lo stesso numero di molecole di un litro di ossigeno, come conseguenza poiché dobbiamo adoperare il doppio di molecole di ossigeno avremo bisogno di due litri di ossigeno: risposta (B). [3] Teoria degli acidi e basi secondo Broensted. Quale dei seguenti ioni, in soluzione acquosa diluita, è definibile anfiprotico secondo la teoria di Broensted-Lowry ? (A) HSO3-; (B) CH3COO-; (C) HSO4-; (D) CH3CH2OH. [H2SO3 Ka1 = 1,4x10-2; Ka2 = 6,5x10-8; CH3COOH Ka = 1,8x10-5; HSO4- Ka = 1,0x10-2] Risposta: (A) La teoria di Arrhenius ipotizza che una sostanza per essere una base debba contenere gruppi OH (OH-) da poter essere ceduti. Tuttavia, vi sono sostanze che, seppur prive di questi gruppi, sono in grado di "neutralizzare" Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 17 gli acidi e di produrre un ambiente basico quando vengono poste in soluzione. Per esempio, il carbonato di sodio, Na2CO3, o l’ammoniaca, NH3, in acqua danno soluzioni basiche e sono in grado di neutralizzare gli acidi pur non contenendo gruppi OH-. Incongruenze di questo tipo furono superate da J. N. Brønsted e T. M. Lowry i quali, indipendentemente, formularono una più esauriente definizione di acido e di base, secondo la quale un acido è una specie chimica capace di cedere protoni e una base è una specie chimica capace di accettare protoni. Utilizzando questa definizione possiamo spiegare il comportamento basico di Na2CO3 o di NH3 assegnando a CO32- e a NH3 la capacità di accettare protoni, per esempio dall’acqua, la quale a sua volta agisce da acido perché cede un protone. Col termine anfiprotico si intende una specie chimica che può agire sia da acido che da base secondo Broensted. Questa diversa capacità dipende dal mezzo in cui si trova la sostanza. Esaminiamo ora i diversi casi. (A) HSO3-; questo è l’anione dell’acido solforoso, H2SO3, quando ha perso un solo protone. L’acido solforoso è un acido debole e quindi può perdere un protone ma può anche comportarsi da base secondo Broensted quindi è una specie anfiprotica. HSO3- + H2O > H3O+ + SO32-; HSO3- + H2O > H2SO3 + OH-. (B) CH3COO-; questo è l’anione dell’acido debole CH3COOH e può comportarsi solamente da base secondo Broensted: CH3COO- + H O > CH3COOH + OH-. Quindi non è uno ione anfiprotico. (C) HSO4-: è l’anione dell’acido solforico quando ha perso un solo protone. Questo anione può perdere un protone secondo la reazione: HSO4- + H2O > H3O+(aq) + SO42-(aq). Essendo l’acido solforico un acido forte quando perde il primo protone la tendenza a comportarsi da base è molto scarsa Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 18 quindi in prima analisi non è corretto considerare l’anione in esame una specie anfiprotica. Affinché la specie HSO4- si comporti da base è necessario operare in solventi non acquosi. (D) CH3CH2OH: la specie in esame è l’alcool etilico che in soluzione acquosa non ha nessuna caratteristica acido base anche se, in condizioni particolari, può essere protonato il gruppo, comportamento basico, oppure l’idrogeno del gruppo OH può comportarsi da acido reagendo ad esempio con i metalli alcalini. Riassumendo considerando reazioni in soluzione acquosa l’unica specie che ha un comportamento anfiprotico è HSO3-. Risposta (A). [4] Illustrare le proprietà colligative delle soluzioni. Quale delle soluzioni indicate ha la maggiore temperatura di ebollizione? (A) 1000 g H2O + 14,6 g NaCl (P.M. = 58,5); (B) 500 g H2O + 11,8 g Na2SO4 (P.M. = 142); (C) 250 g H2O + 15,0 g glucosio C6H12O6 (P.M. = 180) (D) 100 g H2O + 6,90 g glicerolo C3H8O3 (P.M. = 92,0) Risposta: (D) La pressione di vapore saturo di una soluzione liquida, ossia la pressione di vapore in equilibrio con questa, dipende dalla temperatura, e in generale dipende in modo complesso anche dalla composizione della soluzione stessa. Esistono però soluzioni per le quali la relazione tra pressione di vapore saturo e composizione della soluzione è molto semplice. Queste soluzioni sono dette soluzioni ideali o regolari e si formano quando il mescolamento dei componenti non è accompagnato da alcun effetto termico (processo di mescolamento atermico). Le soluzioni ideali possiedono alcune proprietà, chiamate proprietà colligative, che dipendono esclusivamente dalla concentrazione delle molecole e ioni di soluto contenute nel particolare Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 19 solvente, e non dalla loro natura. Le proprietà colligative sono l’abbassamento relativo della pressione di vapore della soluzione, l’innalzamento ebullioscopico o innalzamento della temperatura di ebollizione, l’abbassamento crioscopico o abbassamento della temperatura di congelamento, e la pressione osmotica. Da quanto esposto i valori dipendono dalla concentrazione della soluzione e per tre di queste proprietà dalla molalità della soluzione, moli per kg di puro solvente. Nel calcolo della molalità bisogna anche tenere conto di eventuali fenomeni di dissociazione in soluzione che portano ad un aumento della concentrazione delle specie che determinano le proprietà colligative. Prendiamo in esame i nostri casi ricordando che più è concentrata la soluzione più grande sarà il valore calcolato della proprietà colligativa in esame. Per l’ebullioscopia la relazione che permette di calcolare il Tebul è Tebul = Kebxm; Keb costante ebullioscopica che è una costante e m molalità. Per ognuna delle soluzioni dobbiamo quindi calcolare la molalità e tenere conto della eventuale dissociazione del soluto. (A) 1000 g H2O + 14,6 g NaCl (P.M. = 58,5); moli di NaCl = 14,625 = 0,250. 58,5 Il cloruro di sodio si dissocia in acqua: NaCl > Na+(aq) + Cl-(aq) quindi gli ioni in soluzione saranno ioni totali = 0,25x2 = 0,500. Questo sale è sciolto in un chilogrammo di solvente quindi la sua molalità sarà m = 0,5; (B) 500 g H2O + 11,36 g Na2SO4 (P.M. = 142); moli di Na2SO4 = 11,36 = 142 0,080. Il solfato di sodio si dissocia in acqua: Na2SO4 > 2 Na+(aq) + SO42-(aq) quindi gli ioni in soluzione saranno ioni totali 0,080x3 = 0,24. Il sale è sciolto in 500 g di solvente che corrispondono a 0,5 kg. Come conseguenza la molalità sarà: m = 0,24 = 0,48 0,5 Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 20 (C) 250 g H2O + 14,40 g glucosio C6H12O6 (P.M. = 180); moli di glucosio = 14,40 = 0,08. Il glucosio è una sostanza solubile in acqua tal quale non c’è 180 dissociazione. La molalità di questa soluzione sarà: m = 0,08 = 0,32; 0,25 (D) 100 g H2O + 6,90 g glicerolo C3H8O3 (P.M. = 92,0); moli di glicerolo = 6,90 = 0,075. Il glicerolo è una sostanza solubile in acqua tal quale non c’è 92,0 dissociazione. La molalità di questa soluzione sarà: m = 0,075 = 0,75. 0,100 Dai conti fatti la soluzione più concentrata è la (D) soluzione di glicerolo e quindi sarà quella che ha la temperatura di ebollizione più elevata. [5] Che cosa sono i numeri quantici ? Scegliere l’affermazione/i corretta/e fra le seguenti. Il numero quantico principale (n): (A) può assumere anche il valore di zero; (B) in un atomo monoelettronico determina l’energia dell’elettrone; (C) può assumere anche valori negativi; (D) è direttamente proporzionale al raggio dell’orbitale; (E) non può superare il valore di sei. Risposta: (B) L’equazione di Schroedinger nel caso dell’atomo di idrogeno è esattamente risolvibile. Esistono varie classi di funzioni d’onda (autofunzioni) che descrivono i possibili stati dell’elettrone nell’atomo di idrogeno. La forma di queste funzioni e la corrispondente energia sono legate a tre parametri, detti numeri quantici, che derivano in via logica dalla soluzione matematica dell’equazione d’onda. I tre numeri quantici hanno i seguenti nomi e valori possibili: Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 21 (A) numero quantico principale, n: può assumere tutti i valori interi positivi da 1 a ; questo numero quantico determina i valori dell’energia degli elettroni caratterizzati da questo numero quantico; (B) numero quantico momento orbitale, o secondario, l: per ogni valore di n può assumere tutti i valori interi positivi, compreso lo 0, fino a n – 1; questo numero quantico determina la forma degli orbitali; (C) numero quantico magnetico, ml: per ogni valore di l può assumere tutti i valori interi positivi e negativi, compreso lo 0, che vanno da –l a +l, determina le orientazioni dei diversi orbitali in un campo magnetico in altre parole permette di conoscere quanti sono gli orbitali degeneri. Esiste anche un quarto numero quantico detto di spin che può assumere i valori di +1/2 e di -1/2 ma non è in relazione con gli altri tre; questo pensando all’elettrone come una sfera carica è legato al senso di rotazione di questa sfera. In base alle considerazioni esposte la risposta corretta è la (B). [6] La seguente reazione è utilizzata per la preparazione del cloro Cl2 (P.M. = 71): MnO2(s) + 4 HCl(aq) > MnCl2(aq) + Cl2(g) + 2 H2O(l). Aggiungendo 131,4 g di HCl (P.M. = 36,5) a 78,3 g di MnO2 (P.M. = 87) e ammettendo che la reazione avvenga in maniera completa, quale delle seguenti affermazioni è vera ? si formano: (A) 63, 9 g di Cl2 e resta un eccesso di HCl; (B) 63,9 g di Cl2 e resta un eccesso di MnO2; (C) 209,7 g di Cl2 e non restano reagenti in eccesso; (D) 63,9 g di Cl2 e non restano reagenti in eccesso. Risposta: (D); 63,9 g Questo è un problema sulla relazione ponderale nelle reazioni chimiche. Quando si mescolano quantità ben precise di sostanza può capitare che le sostanze messe a reagire si trovino nel rapporto stechiometrico oppure che Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 22 uno dei due reagenti sia in difetto; in questo caso sarà queste reagente che condizionerà l’aspetto quantitativo della reazione. Moli di HCl = 131,4 = 3,6 36,5 moli di MnO2 = 78,3 = 0,900 87,0 I reagenti sono stati mescolati nel rapporto stechiometrico di una a quattro quindi in seguito a reazione non ci sarà eccesso di reattivo. In base alla stechiometria di reazione per ogni mole di MnO2 che reagisce si forma una mole di cloro quindi le moli di Cl2 che si sono formate sono 0,9. la massa di queste moli di cloro sarà: massa Cl2 = 0,9x71 = 63,9 g risposta (D) [7] Illustrare brevemente l’equilibrio chimico. La resa della seguente reazione: N2(g) + 3 H2(g) 2 NH3(g) H = -92,0 kJ aumenta se: (A) si diminuisce la concentrazione di N2(g); (B) si aggiunge un catalizzatore; (C) si diminuisce la temperatura; (D) si diminuisce la pressione. Risposta: (C) L’equilibrio chimico è governato dalla legge di azione di massa secondo la quale in condizioni di equilibrio il rapporto tra il prodotto delle attività dei prodotti di reazione elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici e il prodotto delle attività dei reagenti elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici è costante a temperatura costante. A livello elementare, nella pratica si usano i valori numerici delle concentrazioni o delle pressioni parziali. Infine bisogna rimarcare che dal punto di vista un sistema all’equilibrio sembra “morto” cioè non c’è più alcun atto reattivo nella realtà a livello molecolare stanno avvenendo ancora sia la reazione diretta che la reazione inversa con uguale velocità per cui le attività dei reagenti e dei prodotti non variano nel tempo. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 23 La domanda si riferisce ad un particolare aspetto dell’equilibrio che è interpretato dal principio di Le Chatelier che afferma che quando si disturba un sistema in equilibrio con uno stimolo esterno il sistema reagisce in modo da annullare, per quanto possibile, gli effetti dello stimolo stesso. In base al principio di Le Chatelier le operazioni (A) e (D) provocano tutte una regressione della reazione quindi una diminuzione della resa questo perché il sistema nel ripristinare la condizione di equilibrio trasforma dei prodotti nei reagenti. Un discorso a parte merita la domanda (C) perché essendo questo un processo esotermico una diminuzione della temperatura di reazione, provoca dal punto di vista termodinamico, un aumento del valore numerico della costante di equilibrio. Come conseguenza aumentando il valore di K avremo uno spostamento dell’equilibrio verso destra e quindi un aumento della resa della reazione, risposta corretta (C). L’aggiunta di un catalizzatore, caso (B), provoca un aumento della velocità di reazione quindi si raggiungerà l’equilibrio più velocemente senza però cambiare la posizione dell’equilibrio. [8] In condizioni standard quali dei seguenti elettrodi: (1) Co2+(aq)/Co, E° = -0,28; (2) Ni2+(aq)/Ni, E° = -0,26 V; (3) Hg2+(aq)/Hg, E° = +0,85; (4) Ag+(aq)/Ag, E° = 0,80 V, accoppiati in una pila, forniscono il maggiore valore di f.e.m.? (A) 1 e 2; (B) 1 e 4; (C) 3 e 4; (D) 3 e 2; (E) 1 e 3. Scrivere i due processi parziali e quello globale del sistema che da la f.e.m. più elevata. Risposta: (E); f.e.m. = 1,13 V La f.e.m. di una pila si calcola sottraendo algebricamente il potenziale del catodo da quello dell’anodo. In una pila, l’elettrodo che funziona da catodo è quello che ha il potenziale redox più positivo quello che funziona da anodo è quello che ha il Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 24 potenziale redox più negativo; ricordiamo che è sempre un confronto tra due elettrodi che ci permette di stabilire l’anodo e il catodo di un sistema elettrochimico. Alla luce di tutto questo è ovvio che la pila che fornirà la differenza di potenziale più elevata sarà formata dall’elettrodo che ha il potenziale più positivo, nel caso specifico l’elettrodo Hg2+/Hg che sarà il catodo, e dall’elettrodo che ha il potenziale più negativo, nel caso specifico Co2+/Co che sarà l’anodo. f.e.m. = 0,85 – (-0,28) = 1,13 V [9] Quale, tra i seguenti campioni di acidi, deve essere aggiunto a 100,0 mL di NaOH(aq) 0,100 M affinché, dopo la completa neutralizzazione dell’acido con la base, il pH risulti uguale a 7,0 ? (A) 100,0 mL di H2SO4(aq) 0,100 M; (B) 100,0 mL di HNO3(aq) 0,100 M; (C) 100 mL di CH3COOH(aq) 0,100 M; (D) (B) o (C) indifferentemente. [Ka CH3COOH = 1,8x10-5] Risposta: (B) Per avere una soluzione a pH = 7,0 la soluzione non dovrà contenere ne un acido ne una base e quindi dovrà contenere solamente il sale formato dal catione e dall’anione di elettrolito forti perché in caso contrario il pH sarà diverso da sette. Possiamo scartare immediatamente il caso (C) perché una volta ottenuto il sale CH3COONa questo sale si idrolizza in acqua essendo formato dall’anione di un acido debole. La sua soluzione avrà pH alcalino cioè superiore a sette. Scriviamo la reazione di neutralizzazione acido-base che per comodità indichiamo in questo modo: OH-(aq) + H3O+(aq) > 2 H2O(l) La reazione ci dice che uno ione H+ reagisce con uno ione OH- per formare una molecola di acqua. Quindi noi dovremo aggiungere una certa quantità Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 25 di acido in modo che metta in gioco lo stesso numero di ioni OH- della base che si vuole neutralizzare. moli di OH- da NaOH = 0,01x0,100 = 0,01 moli di H+ messi in gioco dagli acidi. (A) 100,0 mL di H2SO4(aq) 0,100 M; considerando che H2SO4 è un acido diprotico le moli di H+ messe in gioco saranno = 0,100x0,100x2 = 0,002 quantità sbagliata; (B) 100,0 mL di HNO3(aq) 0,100 M; moli di H+ = 0,100x0,100 = 0,01 questa è la quantità esatta per neutralizzare tutto l’acido con la base. Risposta esatta; (C) 100 mL di CH3COOH(aq) 0,100 M; soluzione già scartata con la considerazione preliminare; (D) (B) o (C) indifferentemente; affermazione sbagliata perché è corretta l’eventuale scelta di (B) ma non quella di (C). [10] Diluendo una soluzione acquosa di una certa sostanza si osserva che il valore del pH aumenta. È possibile che la sostanza sia costituita da: (A) HNO3(aq); (B) KCl(aq); (C) NaOH(aq); (D) CH3OH(aq) Risposta: (A) Per rispondere a questa domanda bisogna fare una osservazione preliminare. Quando la domanda dice che in seguito a diluizione il pH aumenta vuol dire che la soluzione diventa sempre meno acida cioè se pensassimo a una soluzione che contiene un acido vuol dire che in partenza la concentrazione dell’acido è, ad esempio, 0,100 M e in seguito a diluizione diventa 0,0001 M. Invece, se pensassimo a una soluzione che contiene una base vuol dire che in partenza la concentrazione della base è, ad esempio, 0,100 M e in seguito a diluizione diventa 0,0001 M questo vuol dire che il pH in partenza è 13,0 e alla fine è 10,0 cioè è diminuito. Se tutto Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 26 questo è chiaro l’unica soluzione che soddisfa a questi requisiti è la (A) che contiene un acido forte. La (B) è un sale quindi la sua soluzione ha pH = 7,0 e non varia con la diluizione, la (C) è una base ed è già stato spiegato il pèrché non va bene la (D) è invece un alcool che non ha nessuna caratteristica acido-base. Scrivere il nome dei seguenti composti o ioni ed assegnare il numero di ossidazione ai vari elementi: Cu(CN)2 Cianuro rameico o di Cu(II). Cu(+2), C(+2), N(-3) SO3. Anidride solforica o triossido di zolfo. S(+6), O(-2) H2O2. Acqua ossigenata. H(+1), O(-1) Fe2O3. Ossido ferrico, o ossido di Fe(III), triosso di diferro. Fe(III), O(-2) Na2O. Ossido di sodio PbCO3. Carbonato di piombo o di Pb(II) Scrivere la formula dei seguenti composti o ioni: Anidride solforosa o biossido di zolfo. SO2 Cloruro di stagno (II). SnCl2 Clorito di bario. Ba(ClO2)2 Ioduro di sodio. NaI Bromuro di ammonio. NH4Br Fosfato di calcio. Ca3(PO4)2 Compito C del 23 febbraio 2011 [1] Completare e bilanciare le seguenti trasformazioni chimiche: (A) Mn2+ + PbO2 + H+ > MnO4- + Pb2+ + H2O; (B) NH3 + H3PO4; (C) P4O10 + H2O; (D) HgCl2 + H2S. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 27 Risposta Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 28 2x(Mn2+ + 4 H2O > MnO4- + 8 H+ + 5 e) 5x(PbO2 + 4 H+ + 2 e > Pb2+ + 2 H2O) 2 Mn2+ + 5 PbO2 + 4 H+ > 2 MnO4- + 5 Pb2+ + 2 H2O 3 NH3 + H3PO4 > (NH4)3PO4 P4O10 + 6 H2O > 4 H3PO4 HgCl2 + H2S > HgS + 2 HCl [2] Nella tavola periodica degli elementi il potenziale di ionizzazione, procedendo dal basso verso l’alto lungo un gruppo, presenta il seguente andamento: (A) cresce progressivamente; (B) decresce progressivamente; (C) resta invariato; (D) non ha un andamento periodico ma casuale. Risposta: (A) La difficoltà con cui un elettrone può essere estratto da un atomo è una proprietà periodica. In termini energetici, la difficoltà di un atomo a cedere un elettrone è misurata dalla sua energia di ionizzazione, I (o potenziale di ionizzazione, IP), che è l’energia minima che occorre somministrare a un atomo isolato allo stato fondamentale per rimuovere un elettrone e dare uno ione positivo. Di solito viene misurata in eV o in kJ mole-1. Si parla di energia di prima ionizzazione, I1, quando si estrae dall’atomo il primo elettrone, di energia di seconda ionizzazione, I2, quando si estrae il secondo elettrone, e così via. Se esaminiamo i valori delle energie di ionizzazione riportati possiamo constatare che muovendoci lungo un periodo l’energia di ionizzazione aumenta gradualmente, e che questo andamento si ripete in ciascun periodo. Pertanto, gli elementi dei primi gruppi della tavola periodica degli elementi hanno le più basse energie di ionizzazione, mentre quelli degli ultimi gruppi hanno energie di ionizzazione tra le più alte. Se esaminiamo invece gli elementi appartenenti a uno stesso gruppo, possiamo Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 29 notare che sia l’energia di ionizzazione diminuisce scendendo lungo un gruppo. Questi andamenti si possono spiegare come varia l’interazione nucleo elettrone nell’ambito della tavola periodica. In base a queste considerazioni la risposta giusta è la (A) perché i valori dei potenziali di prima ionizzazione aumentano dal basso verso l’alto quando ci si nuove lungo un gruppo: l’interazione nucleo-elettrone diventa sempre più importante l’elettrone si trova mediamente sempre più vicino al nucleo. [3] Illustrare brevemente cosa sono le proprietà colligative. La massa di NaCl da sciogliere in 1,00 litri di acqua (densità 1,00 g/mL, Kcr = 1,86 K m-1) per abbassare la temperatura di congelamento di 2,976°C è: (A) 93,6 g; (B) 18,40 g; (C) 46,8 g; (D) 28,4 g. [P.A.: Na = 23,0; Cl = 35,5] Risposta: (C) Esistono soluzioni per le quali la relazione tra pressione di vapore saturo e composizione della soluzione è molto semplice. Queste soluzioni sono dette soluzioni ideali o regolari e si formano quando il mescolamento dei componenti non è accompagnato da alcun effetto termico (processo di mescolamento atermico. Le soluzioni ideali possiedono alcune proprietà, chiamate proprietà colligative, che dipendono esclusivamente dalla concentrazione delle molecole o ioni di soluto contenute nel particolare solvente, e non dalla loro natura. Le proprietà colligative sono l’abbassamento relativo della pressione di vapore della soluzione, l’innalzamento ebullioscopico o innalzamento della temperatura di ebollizione, l’abbassamento crioscopico o abbassamento della temperatura di congelamento, e la pressione osmotica. La relazione che permette di calcolare il Tcrio è Tcrio = kcrioxm dove kcrio è la costante crioscopica del solvente, caratteristica per ogni solvente, e m è la molalità cioè le moli per Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 30 kg di puro solvente. Nel nostro caso abbiamo un litro di solvente che corrisponde ad un chilogrammo e in questo solvente dobbiamo sciogliere del NaCl che essendo un sale si dissocia completamente: NaCl > Na+ + Cl-. Nel calcolo della molalità della soluzione dobbiamo introdurre il fattore di van t’Hoff che in questo caso vale due. 2,976 = 1,86xmx2 Risolvendo si ottiene m = 0,8 molale cioè 0,8 moli di NaCl per kg di solvente. Come messo in evidenza prima abbiamo un kg di solvente e quindi dovremo sciogliere 0,8 moli di NaCl. La massa di NaCl sarà massa NaCl = 0,8x58,5 = 46,8 g [4] Quale delle seguenti affermazioni è vera: (A) un acido e la sua base coniugata reagiscono per formare un sale e acqua; (B) l’acqua quando si comporta da acido ha come base coniugata H2O; (C) la base coniugata di un acido debole è una base debole; (D) la base coniugata di un acido forte è una base forte; (E) una base e il suo acido coniugato reagiscono per formare una soluzione neutra. Risposta: (C) Per giustificare la domanda bisogna accennare alla teoria degli acidi e della basi secondo Broensted. La teoria di Arrhenius ipotizza che una sostanza per essere una base debba contenere gruppi OH (OH-) da poter essere ceduti. Tuttavia, vi sono sostanze che, seppur prive di questi gruppi, sono in grado di "neutralizzare" gli acidi e di produrre un ambiente basico quando vengono poste in soluzione. Per esempio, il carbonato di sodio, Na2CO3, o l’ammoniaca, NH3, in acqua danno soluzioni basiche e sono in grado di neutralizzare gli acidi pur non contenendo gruppi OH-. Incongruenze di Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 31 questo tipo furono superate da J. N. Brønsted e T. M. Lowry i quali, indipendentemente, formularono una più esauriente definizione di acido e di base, secondo la quale un acido è una specie chimica capace di cedere protoni e una base è una specie chimica capace di accettare protoni. Utilizzando questa definizione possiamo spiegare il comportamento basico di Na2CO3 o di NH3 assegnando a CO32- e a NH3 la capacità di accettare protoni. In generale una specie chimica, B, è una base, anche se non contiene gruppi OH-, a condizione che sia in grado di accettare un protone, per esempio dall’acqua, ma anche da un qualsivoglia acido. Nella trasferimento di un protone a una base si viene a creare un sistema acido-base coniugato che è sempre in equilibrio: B + H2O HB+ + OH-. La base B prende un protone e si trasforma nel suo acido coniugato B+ e le due specie coesistono in soluzione se il processo di trasferimento è un processo di equilibrio e questo capita ogni volta che si ha a che fare con una base debole. Alla luce di quanto esposto possiamo ora scegliere l’eventuale domanda esatta. (A) un acido e la sua base coniugata reagiscono per formare un sale e acqua; questa affermazione è sbagliata perche l’acido e la base coniugata dell’acido possono coesiste in soluzione in equilibrio fra di loro. Basti pensare alle soluzioni tampone; (B) l’acqua quando si comporta da acido ha come base coniugata H2O; affermazione sbagliata perché quando l’acqua si comporta da acido la base coniugata dell’acqua è lo ione OH-: B- + H2O > BH + OH(C) la base coniugata di un acido debole è una base debole; affermazione corretta basti pensare all’acido acetico, acido debole, e allo ione acetato Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 32 che è la base coniugata dell’acido acetico e si comporta in soluzione acquosa da base debole: (D) la base coniugata di un acido forte è una base forte; affermazione sbagliata perché proprio in base alle teoria di Broensted la base coniugata di un acido forte è una base debolissima; basti pensare alle ione Cl-, base coniugata di HCl, che non ha caratteristiche acido-base; (E) una base e il suo acido coniugato reagiscono per formare una soluzione neutra; affermazione sbagliata perché come è stato messo in evidenza nell’introduzione acido e base coniugata esisto in equilibrio e non danno reazione. [5] Con quale criterio si riempiono gli orbitali atomici in atomi polielettronici ? Fare gli opportuni esempi. Risposta Le regole che si devono conoscere per individuare gli orbitali che sono progressivamente occupati dagli elettroni negli atomi polielettronici sono ora riassunte. Gli orbitali che sono occupati per primi sono quelli ai quali è associato il più basso livello energetico disponibile dato che l’introduzione di un elettrone in uno di questi provoca la massima liberazione di energia: gli orbitali sono progressivamente riempiti seguendo la sequenza: 1s > 2s > 2p > 3s > 3p > 4s 3d > 4p > 5s > 4d > 5p > 6s > 5d 4f > 6p. Questa sequenza trova la sua giustificazione dai seguenti principi. Il principio di esclusione di Pauli condiziona il numero di elettroni che possono essere collocati in uno stesso orbitale. Questo principio stabilisce che non possono esistere in un atomo elettroni con tutti e quattro i numeri quantici uguali. Ne segue che in uno Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] stesso orbitale, 33 necessariamente definito da una precisa terna di valori di n, l e ml, non possono essere contenuti più di due elettroni, i quali devono avere numeri quantici di spin opposti (spin accoppiati o antiparalleli). Infatti, dato che il numero quantico di spin può assumere due soli valori, un terzo elettrone nello stesso orbitale avrebbe necessariamente gli stessi quattro numeri quantici di uno degli altri due elettroni. La regola di Hund riguarda la collocazione degli elettroni in orbitali degeneri, come i 3 orbitali p, i 5 orbitali d, i 7 orbitali f ecc., e stabilisce che quando esistono orbitali degeneri, gli elettroni tendono preferibilmente a distribuirsi nel maggior numero possibile di orbitali, e si dispongono in essi con spin paralleli (ossia con lo stesso valore del numero quantico di spin. Questa regola discende dal fatto che gli elettroni tendono a collocarsi in modo da minimizzare le loro interazioni. Di conseguenza, se esistono orbitali equienergetici disponibili, gli elettroni tendono a occuparne uno ciascuno perché le distribuzioni spaziali di densità elettronica di tali orbitali interessano zone dello spazio differenti, con conseguente minimizzazione delle loro reciproche repulsioni. Il procedimento che si segue nel riempire di elettroni gli orbitali prende il nome di aufbau (dal tedesco: costruzione) e consiste nel partire dall’atomo più semplice (quello di idrogeno che è costituito da un protone e da un elettrone) e nell’aggiungere progressivamente un protone al nucleo atomico e un elettrone al mantello elettronico. Ovviamente devono venire simultaneamente aggiunti anche i neutroni necessari per assicurare la stabilità del nucleo. [6] Data una reazione di equilibrio a temperatura costante possono sussistere diverse situazioni di equilibrio ? Alla temperatura T la costante Kp del seguente equilibrio: N2(g) + 3 H2(g) 2NH3(g) ha il valore di 3,0 atm-2. Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 34 Quali tra i seguenti valori delle pressioni parziali, espressi in atmosfere, sono compatibili con il suddetto equilibrio. P(NH3) P(N2) P(H2) (A) 1,0 1,5 1,0 (B) 3,0 3,0 2,0 (C) 9,0 1,0 3,0 (D) 4,0 6,0 2,0 Risposta: si, (C) Una reazione può progredire fino alla completa conversione dei reagenti nei prodotti di reazione (entro i limiti imposti dall’eventuale presenza del reagente limitante), oppure fino a raggiungere una condizione di equilibrio nella quale le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti di reazione non variano più nel tempo. Questa condizione di equilibrio si raggiunge quando il numero di moli di ciascun reagente che scompaiono nel decorso della reazione diretta è uguale a quello delle moli dello stesso reagente che si riformano nel medesimo tempo in seguito al decorrere della reazione inversa; in queste condizioni la concentrazione di ciascun reagente e di ciascun prodotto di reazione resta costante nel tempo. Quello che si instaura è un equilibrio dinamico e la reazione viene detta reversibile. La legge che regola le condizioni di equilibrio di una reazione chimica è nota come legge d’azione di massa, o legge dell’equilibrio chimico o legge di C. M. Guldberg e P. Waage. Nella forma applicabile a reazioni che avvengono in una unica fase (sistemi omogenei) essa dispone che a temperatura e mezzo di reazione costanti, il rapporto tra il prodotto delle concentrazioni all’equilibrio delle sostanze prodotte nella reazione, elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici, e il prodotto delle Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 35 concentrazioni all’equilibrio dei reagenti, elevate ai rispettivi coefficienti stechiometrici, è costante. Da quanto esposto è evidente che le concentrazioni oppure le pressioni delle specie all’equilibrio possono essere le più disparate l’importante è che il loro rapporto dia il valore della costante di equilibrio. Per la sintesi dell’ammoniaca l’espressione della costante di equilibrio è: Kp = 2 PNH 3 PH32 xPN2 Quindi per ogni situazione sopra riportata dobbiamo verificare che le pressioni parziali diano il valore della Kp; quindi andiamo a calcolare il Qp se questo coincide con la Kp vuol dire che il sistema si trova all’equilibrio. (A) Qp = 1,02 = 0,667 1,5 x1,03 9,0 2 (C) Qp = = 3,0 1,0 x 3,03 (B) Qp = 3,0 2 = 0,375 3,0 x 2,03 4,0 2 (D) Qp = = 0,333 6,0 x 2,03 [7] Calcolare il pH della soluzione che si ottiene mescolando 35,0 mL di una soluzione di CH3COOH 0,100 M (Ka = 1,80x10-5) con 15,0 mL di una soluzione di CH3COOK 0,200 M. Possibili risposte: (A) 4,7: (B) 3,1; (C) 2,9; (D) 1,5. Risposta: pH = 4,67, (A) Quando si mescolano un acido debole e il sale dello stesso acido non c’è reazione e si ottiene una soluzione tampone. Quando si ha a che fare con una soluzione tampone il pH si può calcolare con la relazione [H+] = Ka ca , dove cs = concentrazione del sale (cioè la base cs coniugata dell’acido debole), ca = concentrazione dell’acido debole. La Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 36 stessa relazione può essere scritta [H+] = Ka na , con ns = moli di sale (ovvero ns della base coniugata dell’acido debole), na = moli di acido debole. Questa formula non tiene in considerazione il volume della soluzione finale: il pH dipende infatti dal rapporto tra le moli della base coniugata e dell’acido debole. moli di CH3COOH = 0,035x0,100 = 3,5x10-3 moli di CH3COOK = 0,015x0,200 = 3,0x10-3 3,5 x10 3 = 2,1x10-5 [H ] = 1,8x10 3 3,0 x10 + -5 pH = -log2,10-5 = 4,67 [8] Quale è il potenziale di una semicella costituita da un filo di Pt immerso in una soluzione 0,0100 M di Sn2+(aq) e 0,00100 M di Sn4+(aq). Possibili risposte: (A) +0,179 V; (B) +0,059/2 V; (C) -0,059/2 V; (D) -0,179 V [E° (Sn4+/Sn2+) = 0,15 V]. Risposta: E = 0,179 V; (A) La semicella descritta si basa su questo processo redox Sn4+(aq) + 2 e Sn2+(aq) L’equazione di Nernst che è quella equazione che ci permette di calcolare il potenziale attuale di un elettrodo nel caso specifico è: Sn 2 0,059 log 4 E = E°(Sn /Sn ) 2 Sn 4+ E = 0,15 - 2+ 0,059 1,0 x10 2 log = 0,179 V 2 1,0 x10 3 [9] Illustrare brevemente il comportamento dei sali in acqua. I sali sono composti chimici ottenibili dalla reazione tra: (A) ossiacido e un non Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 37 metallo; (B) acido più una anidride; (C) non metallo e un idracido; (D) idracido e ossido di natura acida; (E) metallo più acido. Risposta: (D) La combinazione di cationi e anioni porta alla formazione di sali. In generale i sali sono elettroliti forti e quindi completamente dissociati in soluzione nei corrispondenti anioni e cationi. La dissociazione è sempre accompagnata dall’idratazione degli ioni: NaCl > Na+(aq) + Cl-(aq) Na2SO4 > 2 Na+(aq) + SO42-(aq) I sali si possono idrolizzare in acqua, teoria degli acidi e delle basi secondo Arrhenius, oppure si possono comportare sia da basi che da acidi deboli. Questo capita quando uno dei due costituenti deriva da un elettrolita debole: KCN > K+(aq) + CN-(aq) HCN + OH-(aq) CN-(aq) + H2O NH4Cl > NH4+(aq) + Cl-(aq) NH3(aq) + H3O+(aq) NH4+(aq) + H2O In base alla definizione di sale questi composti si possono ottenere facendo reagire due sostanze di cui una deve avere della caratteristiche acide e l’altra delle caratteristiche basiche. Alla luce di questo fra le soluzioni proposte solamente l’affermazione (D) è corretta. Esempio: Mg + H2SO4 > MgSO4 + H2 [10] Discutere il principio di Le Chatelier. Considerare la seguente reazione Fe3O4(s) + 4H2(g), H > 0. Indicare almeno di equilibrio: 3Fe(s) + 4H2O(g) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 38 tre operazioni che si possono fare sul sistema all’equilibrio per spostare la reazione verso destra. Risposta Il principio di Le Chatelier permette di prevede in quale direzione evolve un sistema all’equilibrio quando, intervenendo sul sistema, si modificano i parametri che fissano le condizioni di equilibrio. Il principio può essere formulato affermando che: quando si disturba un sistema in equilibrio con uno stimolo esterno, il sistema reagisce in modo da annullare, per quanto possibile, gli effetti dello stimolo stesso. In particolare se gli stimoli esterni non riguardano la temperatura, la costante di equilibrio rimane costante, e come conseguenza, ci sarà uno spostamento dell’equilibrio in qualche direzione in modo da soddisfare la costante di equilibrio. Se viene cambiata la temperatura cambia il valore numerico della K e di nuovo il sistema dovrà evolvere in qualche direzione generando nuove condizioni di equilibrio tali da soddisfare il nuovo valore di K. Per il sistema in esame essendo una reazione endotermica è possibile spostare l’equilibrio aumentando la temperatura; per questo tipo di sistemi la K aumenta all’aumentare della temperatura. E’ possibile spostare l’equilibrio verso destra aumentando la concentrazione del vapore d’acqua oppure sottraendo idrogeno. Non hanno effetto le variazioni fatte su Fe o F3O4 in quanto solidi. Scrivere il nome dei seguenti composti o ioni ed assegnare il numero di ossidazione ai vari elementi: Sn(ClO4)2. Perclorato stannoso o di Sn(II). Sn(+2), Cl(+7), O(-2) Pb(CO3)2. Carbonato di Pb(IV) p piombico. Pb(+4), C(+4), O(-2) N2O5. Pentossido di diazoto. N(+5), O(-2) LiClO4. Perclorato di litio. Li(+1), Cl(+7), O(-2) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 39 SO3. Anidride solforica o triossido di zolfo. S(+6), O(-2) H2O2- Acqua ossigenata. H(+1), O(-1) Scrivere la formula dei seguenti composti o ioni: Bromato ferrico [o di ferro (III)]. Fe(BrO3)3 Bromuro di ammonio. NH4Br Solfato di cromo (III). Cr2(SO4)3 Acido cloridrico. HClO3 Idrossido rameico [o di rame (II)]. Cu(OH)2 Permanganato di potassio. KMnO4 Compito D del 23 febbraio 2011 [1] Completare e bilanciare le seguenti trasformazioni chimiche: (A) Na2O + P2O5 ; (B) Fe + HCl; (C) Cr(OH)3 + H2SO4; (D) AgNO3 + CaCl2. Risposta 3 Na2O + P2O5 > 2 Na3PO4 Fe + 2 HCl > FeCl2 + H2 2 Cr(OH)3 + 3 H2SO4 > Cr2(SO4)3 + 6 H2O 2 AgNO3 + CaCl2 > AgCl + Ca(NO3)2 [2] Scegliere la/le risposte corrette. Il numero quantico magnetico, ml,: (A) determina l’orientazione dell’orbitale nello spazio; (B) deve essere intero sia positivo sia negativo incluso lo zero; (C) dipende dal numero quantico principale; (D) dipende dal valore del numero quantico momento angolare (l); (E) le risposte date sono tutte corrette. Risposta: (E) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 40 Per giustificare la risposta bisogna ricordare le relazioni che intercorrono tra i numeri quantici. L’equazione di Schroedinger nel caso dell’atomo di idrogeno è esattamente risolvibile, ma noi descriveremo qualitativamente le soluzioni che si ottengono. Esistono varie classi di funzioni d’onda (autofunzioni) che descrivono i possibili stati dell’elettrone nell’atomo di idrogeno. La forma di queste funzioni e la corrispondente energia sono legate a tre parametri, detti numeri quantici, che derivano in via logica dalla soluzione matematica dell’equazione d’onda. I tre numeri quantici hanno i seguenti nomi e valori possibili: a) numero quantico principale, n: può assumere tutti i valori interi positivi da 1 a ; b) numero quantico momento orbitale, o secondario, l: per ogni valore di n può assumere tutti i valori interi positivi, compreso lo 0, fino a n – 1; c) numero quantico magnetico, ml: per ogni valore di l può assumere tutti i valori interi positivi e negativi, compreso lo 0, che vanno da –l a +l. d) oltre a questi tre c’è il numero quantico di spin che non è in relazione con i primi tre. Alla luce di quanto prima esposto e alle relazioni che intercorrono tra i primi tre numeri quantici è il significato che a loro è stato dato è possibile riassumere che il numero quantico magnetico ml è stato chiamato in questo modo perche il suo valore è in relazione al comportamento dell’atomo in un campo magnetico esterno, può assumere un qualunque valore intero compreso tra -1 e +1 compreso, lo zero, determina l’orientazione dell’orbitale, e l dipende da n. Come conseguenza tutte le affermazioni sono corrette e quindi la risposta giusta è la (E). Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 41 [3] 14,58 g di magnesio sono fatti reagire con 15,00 g di arsenico, in atmosfera inerte, secondo la reazione: 3 Mg + 2 As > Mg3As2. Calcolare quale dei reagenti è in eccesso e la massa del prodotto a reazione avvenuta [P.A.: Mg = 24,3; As = 75,0] Risposta: arsenico; massa di Mg3As2 = 22,29 g Quando si mescolano quantità ben precise di reagenti bisogna individuare l’eventuale reagente in difetto perché sarà quest’ultimo che condizionerà l’aspetto quantitativo della reazione. moli di Mg = 14,58 = 0,60 24,3 moli di As = 15,0 = 0,20 75,0 In base alla stechiometria di reazione e alle moli iniziali dei reagenti il reagente in difetto è l’arsenico perché per far reagire tutto l’arsenico sono necessari moli di Mg = 3 x 0,2 = 0,30 moli di magnesio, che si hanno a 2 disposizione, mentre per far reagire tutto il magnesio sarebbero necessarie moli di As = 2 x 0,6 = 0,40 che non abbiamo a disposizione. In base alla 3 stechiometria di reazione si formeranno allora 0,10 moli di Mg3As2 la metà delle moli di As. La massa di queste moli è: massa di Mg3As2 = 0,100x222,9 = 22,29 g [4] Illustrare l’equazione di stato dei gas perfetti. Una massa di CO2 contenuta in un recipiente di 5,0 dm3 alla pressione di 5,0 atm e alla temperatura di 27 °C è fatta espandere in un recipiente di 75,0 dm3. La temperatura finale del gas è -53°C. Calcolare la pressione di CO2. Risposta: P2 = 0,244 atm Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 42 Prese singolarmente le leggi Boyle, e le due di Gay-Lussac, sono valide solo se nelle trasformazioni fisiche che si effettuano viene mantenuto costante di volta in volta uno dei tre parametri V, P, o T, nonché la massa e la natura del gas. Tuttavia, con l’ausilio della legge nota come legge di Avogadro da queste stesse leggi, possiamo ricavare un’equazione, nota come equazione generale o equazione di stato dei gas ideali o perfetti, la quale è valida per i gas ideali e per qualsiasi gas reale a comportamento ideale. PV = nRT Questa equazione descrive in forma matematica la legge generale dei gas ideali. La variabile n rappresenta il numero di moli di gas presenti nel sistema e R è una costante, nota come costante universale dei gas, che ha lo stesso valore per qualsiasi gas. Il valore della costante universale dei gas, R, può essere ricavato sapendo che 1 mole di qualsiasi gas (n = 1 mol) a 0 °C (T = 273,15 K) e alla pressione di 1 atm (P = 1,01325·105 m-1 kg s-2) occupa un volume di 22,4141 L (V = 22,4141·10-3 m3): R 8,315 m2 kg s-2 mol-1 K-1 = 8,315 J mol-1 K-1. Molto spesso la pressione viene ancora misurata in atmosfere e il volume in litri. Con queste unità di misura il valore della costante R è: R = 0,08206 L atm mol-1 K-1 La costante universale dei gas non è una grandezza dimensionale, per cui quando si usa l’equazione di stato dei gas occorre esprimere volume, pressione e temperatura in unità di misura coerenti con quelle usate per esprimere il valore di R. Applicando due volte l’equazione di stato dei gas perfetti e considerando che durante la trasformazione la massa del gas rimane costante è possibile ricavare la seguente relazione: Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 43 P1xV1 P2 xV2 T1 T2 Applicandola al nostra caso otteniamo: 5,0 x 5,0 75,0 xP2 . Risolvendo 300,0 220 rispetto a P2 otteniamo: P2 = 0,244 atm. [5] Illustrare con gli opportuni esempi che cosa si intende per acido e base forte. Si conosce il pH di una soluzione di acido. Il pH di questa soluzione aumenta di una unità dopo una diluizione di 10 volte. La soluzione potrebbe contenere: (A) NH4Cl (Kb = 1,8x10-5); (B) HNO3; (C) CH3COOH (Ka = 1,8x10-5); (D) H3PO4 (K1 = 7,1x10-3, K2 = 6,3x10-8; K3 = 4,2x10-13. Giustificare sia in senso positivo che negativo i quattro casi. Risposta: (B) Gli acidi e le basi forti sono totalmente dissociati anche in soluzioni moderatamente concentrate. Consideriamo una soluzione acquosa di un acido monoprotico forte HA di concentrazione molare c a. Se la concentrazione di acido non è estremamente bassa (inferiore a circa 10-6 M) la concentrazione degli ioni H+ dipende solamente dagli ioni H+ dell’acido e si può trascurare gli ioni H+ che derivano dalla dissociazione dell’acqua. Pertanto, la concentrazione di ioni idrogeno in una soluzione acquosa di un acido monoprotico forte in soluzioni non estremamente diluite è uguale alla molarità dell’acido stesso. In tal caso il pH è dato dal logaritmo decimale, cambiato di segno, del valore numerico della concentrazione molare dell’acido. Se l’acido forte è diprotico e totalmente dissociato, la concentrazione molare di ioni idrogeno è il doppio di quella dell’acido e avremo che [H3O+] = 2ca Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 44 Nel caso di una soluzione acquosa di una base monoprotica forte di molarità cb si possono applicare tutte le considerazioni fatte per un acido monoprotico forte ricordando solamente che in questo caso si calcola il pOH della soluzione. Se la sostanza è una base diprotica forte e totalmente dissociata, la concentrazione molare di ioni idrossido è il doppio di quella della base e avremo perciò: [OH-] = 2cb Aumentare di una unità pH vuol dire passare ad esempio da pH = 2,0 a pH 3,0 cioè ottenere una soluzione meno acida. Allora in base a quanto esposto solamente la soluzione di HNO3 soddisfa a queste caratteristiche. Questo perché le altre sostanze sono acidi deboli o acidi poliprotici e per queste sostanze la concentrazione degli ioni H+ non è legata direttamente alla concentrazione dell’acido. [6] Mettere in risalto la differenza che esiste tra equilibrio omogeneo e eterogeneo. In un recipiente chiuso contenente H2S(g) (V = 5,0 litri, t = 25°C, P = 1,0 atm) e in cui si trovano 80,0 g di Ag avviene la seguente reazione: 2 Ag(s) + H2S(g) > Ag2S(s) + H2(g). Calcolare i grammi delle sostanze presenti a equilibrio raggiunto, Kp = 25,8. Alcuni possibili risultati: (A) 50,0 g di Ag2S; (B) 30,0 g di Ag; (C) 1,8 moli di H2; (D) 1,0 g di H2S.[P.A.: Ag = 108,0; S = 32,0, H = 1,00]. Risposta: Ag2S = 50,1 (A) La legge d’azione di massa per reazioni omogenee in fase gassosa può essere formulata le pressioni parziali oppure le frazioni molari piuttosto che le concentrazioni molari. In questi casi le costanti di equilibrio vengono indicate con i simboli Kp o, rispettivamente, Kx. Le costanti di equilibrio Kc, Kp e Kx sono chiamate costanti di equilibrio stechiometriche, Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 45 per distinguerle dalla costante di equilibrio termodinamica, K°, nella quale la composizione è espressa in attività). Per una reazione le forme delle m n [M ]m [N]n ··· , Kx = costanti di equilibrio: KP = a b , Kc = p A pB ··· [ A ]a [B]b ··· pM pN ··· m n a b X M X N ··· X A X B ··· Le dimensioni delle costanti Kp e Kc sono rispettivamente (atm)(m+ n +..) - (a + b + ..) e (mol dm-3)(m + n + ….) – (a + b +…) (mol L-1)(m + n + ….) – (a + b +…), come è facile verificare se si effettua l’analisi dimensionale delle due costanti. Invece, la costante Kx è adimensionale, essendo numeri puri le frazioni molari. Le tre costanti di equilibrio succitate sono legate tra loro. Infatti, se ricordiamo le relazioni che legano le pressioni parziali alle concentrazioni molari (legge generale dei gas) o alle frazioni molari, possiamo ricavare la relazione: KP = Kc·(RT) (RT)(m+n+..)-(a+b+..) Si noti che per (m + n +···) = (a + b +···) le costanti KP, Kc sono numericamente uguali e adimensionali. Le reazioni che coinvolgono più stati di aggregazione sono dette reazioni eterogenee. Se seguiamo lo stesso procedimento possiamo dedurre le espressioni delle costanti di equilibrio stechiometriche di qualsivoglia reazione chimica, sia omogenea sia eterogenea. A titolo di esempio ricaviamo le espressione delle costanti di equilibrio delle reazioni sotto riportate. CH3COOH + H2O(l) BaSO4(s) CH3COO– + H3O+ Ba2+ + SO42- 2 Ag+ + 2 H2O(l) + H2S(g) Ag2S(s) + 2 H3O+ Nel caso della prima reazione, nella quale intervengono più specie chimiche in soluzione e acqua, che in questo caso è anche il solvente, la costante di [CH3COO– ][H3 O ] equilibrio è data dalla: Kc = [CH3COOH] Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 46 Nel caso della seconda reazione, nella quale sono implicati un composto nello stato di aggregazione di solido puro e due ioni in soluzione, la costante di equilibrio è data dalla: Ksp = [Ba2+][SO42-] Nel caso della terza reazione, nella quale intervengono specie chimiche presenti in forma ionica, un gas, un solido puro e acqua, che è anche il [H3O ]2 solvente, la costante di equilibrio è data dalla: K = [Ag ]2 pH2S Per concludere, all’atto pratico nella scrittura delle costanti di equilibrio si ignorano sia il solvente sia le specie chimiche che nella reazione si trovano allo stato di solidi o di liquidi puri, in quanto la loro composizione è definita da un valore unitario. Come è noto un processo di equilibrio, anche eterogeneo come questo, ubbidisce alla costante di equilibrio. Quindi dobbiamo calcolare la composizione all’equilibrio. Oltre a questo per questo particolare sistema la costante di equilibrio è adimensionale. n (H2S) = PxV RxT moli Ag = 80,0 = 0,74 108,0 n(H2S) = 1,0 x 5,0 = 0,21 moli 0,082 x 293 L’espressione della costante di equilibrio per questo sistema è K = n H2 n H2S Indichiamo con x le moli di H2S che devono reagire con l’argento per portare il sistema all’equilibrio. Calcoliamo la tabella all’equilibrio. 2 Ag(s) + H2S(g) I 0,74 -2x > Ag2S(s) + H2(g) 0,21 -x Eq 0,74-2x 0,21 – x x x x x Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 47 Le specie all’equilibrio dovranno soddisfare la costante di equilibrio. 25,8 = x 0,21 x Risolvendo si ottiene: x = 0,202 che corrisponde alle moli di Ag2S e di H2 che si sono formate. In base a questo valore calcoliamo i grammi delle specie all’equilibrio: moli di Ag2S = 0,202 che corrisponde a una massa di grammi di Ag2S = 0,202x248 = 50,1, risposta corretta moli di Ag rimaste dopo reazione = 0,74 – 2x0,202 = 0,336 massa di Ag = 0,336x108 = 36,29 moli H2S = 0,21 - 0,202 = 0,008 massa di H2S = 0,008x34 = 0,272 g [7] Se si mescola una soluzione di H2SO4 (50,0 mL pH = 0,875) con una di NaOH (80,0 mL pH = 13,29) la soluzione risultante avrà: (A) pH = 7,00; (B) pH = 12,83; (C) pOH = 12,83; (D) pH = 1,17. Risposta: pH = 12,84; (B) In seguito a mescolamento delle due soluzione avviene una reazione acidobase: 2 NaOH + H2SO4 > Na2SO4 + 2 H2O Quindi dobbiamo calcolare le moli iniziali dei reagenti farne il bilancio a reazione avvenuta individuare il sistema acido-base ottenuto e calcolarne il pH. Le due sostanze in esame sono elettroliti forti, anche se rigorosamente parlando questo non è vero per l’acido solforico. Questo fatto non condiziona la reazione di salificazione ma eventualmente introduce una certa incertezza nel calcolo della concentrazione dell’acido legata al pH Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 48 dell’acido stesso. I dati del problema però, non fornendo la K di seconda dissociazione dell’acido, non permettono di considerare questa situazione. H2SO4 [H+] = 0,133 pH = 0,875 molarità di H2SO4 = 0,067 (acido diprotico la molarità è la metà della concentrazione degli ioni H+) moli di H2SO4 che si mettono a reagire = 0,050x0,067 = 3,35x10-3 NaOH pH = 13,29 pOH = 0,71 [OH-] = [NaOH] = 0,195 Moli di NaOH che si mettono a reagire = 0,195x0,080 = 0,0156 In base alla stechiometria della reazione le moli di NaOH che reagiranno con H2SO4 saranno il doppio delle moli di H2SO4 e quindi a reazione avvenuta rimarranno: moli di NaOH = 1,56x10-2 – 2x3,35x10-3 =8,9x10-3 La molarità di NaOH è 8,9 x10 3 = 6,84x10-2 [NaOH] = 0,130 pOH = 1,16 pH = 12,84 [8] Indicare quali tra i seguenti sali darà una soluzione basica, acida o neutra: (A) Ba(NO3)2; (B) KCN; (C) NH4NO3; (D) CuSO4. Risposta: (A), neutra; (B), basica; (C), acida; (D) neutra. Per rispondere a questa domanda bisogna accennare all’idrolisi dei sali, se si discute il problema nei termini della teoria degli acidi e delle basi di Arrhenius, oppure del comportamento acido-base di cationi e anioni che Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 49 derivano da elettroliti deboli, se discutiamo nei termini della teoria di Broensted. Un acido o una base posti in soluzione sono sempre in equilibrio con la base e l’acido coniugati. La forza di un acido e quella della sua base coniugata sono quantitativamente legate tra loro nel senso che il prodotto della costante di dissociazione di un acido per quella della sua base coniugata è uguale alla costante di autoprotolisi dell’acqua. Infatti, dato che l’acido, HA, la sua base coniugata, A-, e l’acqua sono tutte specie coesistenti in soluzione, all’equilibrio le loro concentrazioni devono rispettare simultaneamente tutte le costanti di equilibrio delle reazioni in cui compaiono. Lo studio di questi equilibri simultanei permette di ottenere le seguenti relazioni: HA + H2O + [H3O ][A – ] Ka = [HA] - H3O + A A + H2O HA + OH [HA][OH– ] Kb = [A – ] 2 H2O H3O+ + OH- Kw = [H3O+][OH-] - - [H3O ][A – ] [HA][OH– ] = [H3O+][OH-] = Kw · KaKb = – [HA] [A ] KaKb = Kw = 1,00x10-14 pKa + pKb = 14,00 L’ultima relazione chiarisce che tanto più forte è un acido (più grande è il valore di Ka) e tanto più debole è la sua base coniugata (più piccolo è il valore di Kb). Per esempio, un acido forte come HCl è coniugato alla base Cl– che è estremamente debole. Per contro, un acido molto debole come l’acido cianidrico, HCN (Ka (HCN) = 6,17x10-10) è coniugato alla base CN-, che ha una forza confrontabile con quella dell’ammoniaca (Kb (CN-) = Kw/Ka = 1,62x10-5). D’altra parte, una base molto forte come NaOH è coniugata a un acido estremamente debole (il catione Na+). Invece, una base debole come Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 50 NH3 (Kb (NH3) = 1,78x10-5) è coniugata a un acido, costituito dal catione NH4+, che ha una forza simile a quella dell’acido cianidrico (Ka (NH4+) = 5,6x10-10). Dopo queste premesse è possibile discutere i quattro casi proposti. (A) Ba(NO3)2; il nitrato di bario è formato sia da un catione che da un anione che derivano da elettroliti forti. Quindi i due ioni non hanno caratteristiche acido base e la soluzione sarà neutra. (B) KCN; il cianuro di potassio è formato dal catione di una base forte, l’idrossido di potassio, e l’anione di un acido debole, HCN. La soluzione HCN + OH-. di questo sale darà una soluzione basica. CN- + H2O basica. (C) NH4NO3; il nitrato d’ammonio è formato dal catione di una base debole, l’ammoniaca, e dall’anione di una acido forte, l’acido cloridrico. La NH3 soluzione di questo sale darà una soluzione acida. NH4+ + H2O + H3O+. acida (D) CuSO4; il solfato di rame è formato sia da un catione che da un anione che derivano da elettroliti forti. Quindi i due ioni non hanno caratteristiche acido base e la soluzione sarà neutra. Questa affermazione non è rigorosamente vera se si tenesse in considerazione le reali caratteristiche di H2SO4. [9] Conoscendo i potenziali redox giustificare quale dei seguenti composti può ossidare il Fe2+ a Fe3+: E° (Fe3+/Fe2+) = 0,77 V; (A) E° (MnO4-/Mn2+) = 1,52 V; (B) E° (Cl2/Cl-) = 1,36 V; (C) E°(CO2/H2C2O4) = -0,48 V; (D) E°(Sn4+/Sn2+) = 0,15 V. Risposta: (A), MnO4-/Mn2+; (B), Cl2/Cl- Le reazioni redox che procedono per via chimica sono regolate dalle stesse leggi che regolano le reazioni elettrochimiche. Ciò è dovuto al fatto che Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 51 sono direttamente collegate alle variazioni di energia libera che accompagnano le trasformazioni chimiche: poiché l’energia libera è una funzione di stato, la sua variazione dipende solo dagli stati finale e iniziale del sistema e non dal modo (chimico o elettrochimico) in cui si è passati da uno stato all’altro. Per questi motivi per prevedere il decorso delle reazioni redox si ricorre comunemente ai potenziali di riduzione. Per quanto detto sopra e in base possiamo affermare che quando due coppie ossidoriduttive, aventi potenziali di riduzione differenti, sono poste in una stessa soluzione, la specie ossidata della coppia con potenziale di riduzione più alto agisce da ossidante sulla specie ridotta dell’altra. In base a quanto esposto è ora possibile prevedere quali coppie redox sono in grado di ossidare il Fe2+ a Fe3+. Affinché questo sia possibile è necessario che il potenziale redox della coppia ossidante sia maggiore del potenziale redox fella coppia Fe3+/Fe2+. (A) E° (MnO4-/Mn2+) = 1,52 V; questa coppia è in grado di ossidare il Fe2+ a Fe3+; (B) E° (Cl2/Cl-) = 1,36 V; questa coppia è in grado di ossidare il Fe2+ a Fe3+; (C) E°(CO2/H2C2O4) = -0,48 V; questa coppia non è in grado di ossidare il Fe2+ a Fe3+; (D) E°(Sn4+/Sn2+) = 0,15 V; questa coppia non è in grado di ossidare il Fe2+ a Fe3+;. [10] Il seguente diagramma mostra le curve della pressione di vapore di un solvente volatile e di una soluzione di quel solvente contenente un soluto non volatile. (A) Quale curva rappresenta la soluzione ? (B) Quali sono i punti normali di ebollizione del solvente e della soluzione ? Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 52 Risposta: (B); solvente circa 60°, soluzione circa 70°C Per rispondere alla domanda bisogna illustrare come varia la pressione di vapore del solvente in seguito alla formazione di una soluzione. Consideriamo due liquidi A e B miscibili tra loro in tutti i rapporti e tali da dare soluzioni ideali. Se li mescoliamo otteniamo una soluzione la cui pressione di vapore, P, è data dalla somma delle pressioni parziali, pA e pB, dei vapori dei due componenti liquidi che formano la soluzione. Queste pressioni parziali di vapore non sono quelle dei due liquidi puri, PA e PB , ma più basse. Ciò accade perché a seguito del mescolamento le concentrazioni delle molecole di A e di B sono diminuite e sono quantificate dalle frazioni molari XA e XB. Ciò comporta che il numero di molecole sia di A sia di B che in un dato intervallo di tempo e a parità di temperatura può passare dalla fase condensata alla fase vapore diminuisce proporzionalmente con la frazione molare del relativo componente. Il risultato netto è che in condizioni di equilibrio la pressione parziale di vapore di ciascun componente di una soluzione ideale è uguale al prodotto della frazione molare, x, con la quale questo è contenuto nella soluzione per la pressione di vapore saturo del componente puro, P , misurata alla stessa temperatura: Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 53 pA = XA PA pB = XB PB Se applichiamo la legge di Dalton al vapore in equilibrio con la soluzione otteniamo la pressione di vapore, P, della soluzione: P = pA + pB = XA PA + XB PB Questa equazione descrive la legge di Raoult per miscele ideali di due componenti. Tale legge può essere estesa a soluzioni ideali di più componenti e formulata affermando che la pressione di vapore saturo di una soluzione ideale è uguale alla somma dei prodotti delle pressioni di vapore saturo dei componenti puri per le frazioni molari con cui essi sono presenti nella soluzione. Se limitiamo la nostra attenzione al caso di una soluzione a due componenti, il suo comportamento ideale a temperatura costante può essere descritto da un diagramma P–X (pressione – frazione molare) come quello mostrato in Figura. Le considerazioni sopra esposte portano facilmente a individuare la curva del solvente (B) interpolando i valori individuare le temperature di ebollizione del solvente e della soluzione. Scrivere il nome dei seguenti composti o ioni ed assegnare il numero di ossidazione ai vari elementi: Cl2. Cloro. Cl(0) HSO3-. Idrogeno solfito. H(+1), S(+4), O(-2) MnO2. Biossido di manganese. Mn(+4); O(-2) Cu2S. Solfuro rameoso o solfuro di rame(I). Cu(+1); S(-2) Pb(NO3)2. Nitrato di piombo o di piombo(II). Pb(+2); N(+5); O(-2) Mg3(PO4)2. Fosfato di magnesio. Mg(+2); P(+5); O(-2) Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 54 Scrivere la formula dei seguenti composti o ioni: Nitrato stannoso. Sn(NO3)3 Biossido di piombo. PbO2 Solfato di calcio. CaSO4 Nitrito di alluminio. Al(NO2)3 Acetato di bario. Ba(CH3COO)2 Nitrato di potassio. KNO3 Facoltà di Agraria Via Celoria, n°2 - 20133 Milano, Italy Tel 0250316500 - Fax 0250316508- E-mail [email protected] 55