Dai protocolli antievasione comunali risorse per il welfare locale - Proposta per la definizione di protocolli sociali locali – Uff. fisco e politiche di bilancio Spi Cgil nazionale 1 L’evasione fiscale e contributiva in Italia • • • • • • • • • • L’evasione fiscale rappresenta in percentuale il 17% - 18% del PIL (*) In termini reali tra i 230 e i 245 miliardi di euro I mancati introiti fiscali rappresentano circa 120 miliardi di euro annui Inps: un milione di lavoratori autonomi non versano contributi Inps: nel 2009 recuperati crediti per oltre 4 miliardi e mezzo di euro 1,8 miliardi di euro l'importo dei crediti recuperati (al primo quadrimestre 2010) + 9% rispetto al primo quadrimestre 2009 l'obiettivo del Governo per il 2010 è di recuperare 16,6 miliardi di euro significa un incremento di circa il 20 per cento rispetto ai risultati conseguiti separatamente da Agenzia delle entrate (9,1 miliardi di euro) e Inps (4,6 miliardi di euro); La Cassazione con sentenza n. 11261 del 10 maggio 2010 ha stabilito che l’azienda commette “evasione contributiva” qualora ometta di denunciare presso l’Inps i lavoratori, pur avendo registrato gli stessi nei libri paga. 2 La manovra economica 2011-12 • • • ¾ ¾ ¾ La manovra economica è di 24,9 miliardi di euro in due annualità Impone in particolare tagli e risparmi nel settore della spesa pubblica Incide direttamente sulle autonomie territoriali: Regioni : 4 miliardi nel 2011; 4 miliardi e 500 milioni nel 2012 Comuni : 1 miliardo e 500 milioni nel 2011; 2 miliardi e 500 milioni nel 2012 Province : 300 milioni nel 2011; 500 milioni nel 2012 Va ricordato che la Finanziaria 2010 aveva già imposto: Alle Regioni: piani di rientro delle regioni con spesa sanitaria eccedente (possibile utilizzo fondi FAS) Lazio, Campania, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna Ai Comuni: la dotazione ridotta di 12 milioni di euro nel 2010, 86 milioni di euro nel 2011; 118 milioni di euro nel 2012. Alle Province: la dotazione ridotta di 1 milione di euro nel 2010, 5 milioni di euro nel 2011, 7 milioni di euro nel 2012. 3 Il peso della manovra sulle autonomie territoriali • • Il taglio alle regioni è pari al 40,15% della manovra (*) Il taglio ai comuni è pari al 16,06% della manovra ¾ il taglio su regioni e comuni è più della metà della manovra: 56,21% ¾ il fattore destabilizzante di questo ulteriore taglio è costituito dalla mancata individuazione delle fonti di entrata per regioni ed enti locali, così come individuati dall’art. 119 della Costituzione e dalla Legge 42/09 sul federalismo fiscale ¾ Compartecipazione al gettito di tributi nazionali ¾ Tributi propri ¾ Addizionali A cui affiancare la definizione del “Fondo perequativo nazionale” (*) comprese regioni e province autonome 4 Il ruolo dei comuni nella lotta all’evasione fiscale il quadro normativo - 1 Il coinvolgimento dei Comuni nella lotta all’evasione • Decreto Presidente della Repubblica 29 settembre 1973 n° 600 “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi” (G. U. n° 268 del 16-10-1973 Suppl. Ordinario. Articolo 44 – Partecipazione dei comuni all’accertamento • Il provvedimento prevede - se non istituito - l’utilizzo del Consiglio Tributario come strumento di segnalazione di elementi utili per l’accertamento delle dichiarazioni dei redditi da segnalare agli uffici delle imposte. Legge 2 dicembre 2005 n° 248 “Conversione in legge, con modificazioni del Decreto Legge 30 settembre 2005 n° 203, recante misure di contrasto all’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria” (G.U. n° 281 del 2 dicembre 2005 Suppl Ord. N° 195) 5 Il ruolo dei comuni nella lotta all’evasione fiscale il quadro normativo - 2 Legge 248/05 • • TITOLO I - CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE Art. 1 Partecipazione dei comuni al contrasto all'evasione fiscale 1. Per potenziare l'azione di contrasto all'evasione fiscale, in attuazione dei principi di economicità, efficienza e collaborazione amministrativa, la partecipazione dei comuni all'accertamento fiscale e' incentivata mediante il riconoscimento di una quota pari al 30 per cento delle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo, a seguito dell'intervento del comune che abbia contribuito all'accertamento stesso. 6 Il ruolo dei comuni nella lotta all’evasione fiscale il quadro normativo - 3 • Il D.L. 112/08 poi convertito nella Legge 6 agosto 2008 n° 133 “ Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” (G. U. n° 195 del 21 agosto 2008 Suppl. Ord. N° 196) • • Art. 83. Efficienza dell'Amministrazione finanziaria 17. In fase di prima attuazione delle disposizioni del comma 16, la specifica vigilanza ivi prevista da parte dei comuni e dell'Agenzia delle entrate viene esercitata anche nei confronti delle persone fisiche che hanno chiesto la iscrizione nell'anagrafe degli italiani residenti all'estero a far corso dal 1° gennaio 2006. L'attività dei comuni e' anche in questo caso incentivata con il riconoscimento della quota pari al 30 per cento delle maggiori somme relative ai tributi statali riscosse a titolo definitivo previsto dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. 7 I comuni protagonisti della lotta all’evasione fiscale • Con la legge 133/08 i Comuni vengono individuati come referente territoriale prioritario per la lotta all’evasione fiscale • Sono individuati nuovi criteri di interconnesione e scambio di informazioni tra Agenzia delle Entrate e Comuni • I comuni che sottoscrivono i protocolli d’intesa antievasione hanno diritto al versamento del 30% delle somme recuperate dagli accertamenti fiscali. 8 Le modalità operative - 1 • • Il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n° 187461/07 del 3 dicembre 2007 In base alla legge 248/05 prevede: • La partecipazione del comune all’accertamento fiscale può essere attuata ¾ direttamente dal comune o da una società o ente partecipato incaricato dal Comune • Criteri di partecipazione dei comuni all’accertamento fiscale: ¾ Segnalazioni sulle annualità di imposta 2004-05 oggetto di controlli fiscali della Agenzia Entrate a partire dal 2007 ¾ Situazioni di fenomeni evasivi con attenzione all’economia sommersa e all’utilizzo del patrimonio immobiliare con evasione delle imposte 9 Le modalità operative - 2 In particolare: a) Commercio e professioni b) Urbanistica e territorio c) Proprietà edilizie e patrimonio immobiliare d) Residenze fittizie all’estero e) Disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva Particolare attenzione a : • attività di impresa priva di partita IVA; • Soggetti non commerciali ma che presentano caratteristiche di attività lucrative; • Soggetti che hanno realizzato lottizzazioni abusive; • Professionisti e imprenditori che hanno partecipato ad abusivismo edilizio; • Omessa dichiarazione ICI; • Omessa dichiarazione TARSU 10 Le modalità operative - 3 • • Revisione rendita catastale; Disponibilità di beni e servizi di rilevanza economica in assenza di redditi dichiarati; ¾ Modalità operative • Trasmissione segnalazioni all’Agenzia delle Entrate tramite sistema S.I.A.T.E.L. (Sistema interscambio Anagrafe tributaria enti Locali) via web; in caso di documentazione complessa anche in formato cartaceo. Collaborazione amministrativa in sede locale (punto 9) “Al fine di adattare alle condizioni locali ulteriori strumenti di partecipazione comunale, oltre alle disposizioni di cui (…) possono essere definiti dalle Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate appositi PROTOCOLLI D’INTESA con i Comuni interessati, volti alla definizione di programmi locali di recupero dell’evasione.” 11 Le modalità operative - 4 Materie di accertamento dell’Agenzia del Territorio I comuni attuano controlli in coordinamento con l’Agenzia del Territorio per quanto concerne: ¾ Presentazione di documenti di aggiornamento catastale; • Fabbricati rurali che hanno perso la caratteristica di ruralità; • Altre tipologie; ¾ Le anomalie rilevate in questi ambiti sono trasmesse dai comuni all’Agenzia del Territorio • A seguito della definitiva riscossione degli importi, viene destinato il 30% ai comuni che hanno contribuito agli accertamenti 12 Le modalità operative - 5 IL PROTOCOLLO D’INTESA AGENZIA ENTRATE – ANCI – IFEL • • • • • • • • • Il protocollo tecnico ha lo scopo di tracciare un percorso condiviso tra Agenzia delle Entrate e rappresentanze istituzionali dei comuni Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) IFEL (Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale). In attuazione alla legge 248/05 è incentivata la collaborazione dei comuni alla lotta all’evasione fiscale tramite il riconoscimento di una quota pari al 30% delle maggiori somme dei tributi statali riscosse a titolo definitivo; Obiettivi del PROTOCOLLO: informazione qualificata; programmi formativi dedicati; individuazione di altri particolari ambiti di lavoro integrato; soluzione di problematiche complesse; diffusione delle buone pratiche; individuazione di sistemi informatici per standardizzare le metodologie. 13 Le modalità operative - 6 • costituzione di un GRUPPO DI LAVORO con esperti • L’Agenzia delle Entrate si impegna gratuitamente a prevedere per la durata del protocollo alla effettuazione di specifici CORSI DI FORMAZIONE a cascata finalizzati alla piena partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento. • L’ANCI attraverso l’IFEL si impegna ad assicurare la formazione gratuita alle strutture comunali • Le parti concordano di attuare un efficace e costante monitoraggio sull’andamento della partecipazione dei comuni all’attività di accertamento. • Il protocollo ha durata biennale, con possibilità di rinnovo alla scadenza (2011) 14 I protocolli d’intesa regionali tra Agenzia delle Entrate e Anci - 1 • Dal 2008 ad oggi sono stati siglati 12 protocolli d’intesa regionali tra Agenzia delle Entrate e Anci regionali che hanno le medesime caratteristiche e 2 protocolli con modalità organizzative non complete o differenti (Sardegna e Molise) • Le intese (al maggio 2010) sono state sottoscritte nelle regioni: Basilicata, Campania, Emilia Romagna,Friuli V.G., Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria Veneto. • Uno dei limiti dei protocolli tecnici è nel sistema di adesione dei comuni ricadenti nella medesima regione che è su base volontaria Le intese in base al protocollo Agenzia Entrate – Anci – Ifel prevedono che nel caso i comuni (soprattutto piccoli) abbiano difficoltà (personale scarso, non qualificato) si possa intervenire su questi versanti: • 15 I protocolli d’intesa regionali tra Agenzia delle Entrate e Anci - 2 • percorsi di formazione nei confronti del personale degli enti locali (sono già stati "istruiti" oltre 600 operatori in 14 regioni nell'arco di tre mesi); • la creazione di un team di esperti che elabori le linee guida per l'attuazione dell'accordo antievasione, • la predisposizione di “chek list” per segnalazioni mirate; • la diffusione delle “best practice” sul territorio, implementazione dei sistemi informatici per ottenere una standardizzazione delle procedure utilizzate. 16 La manovra 2011-12 e i nuovi incentivi antievasione ai comuni - 1 • Il D.L. 31 maggio 2010 Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. (10G0101) (GU n. 125 del 31-5-2010 - Suppl. Ordinario n.114) al Titolo II “Contrasto all’evasione fiscale e contributiva” Art. 18 “partecipazione dei comuni all’attività di accertamento tributario e contributivo” • Amplia la collaborazione dei Comuni, non solo verso l’Agenzia delle Entrate, ma anche verso l’INPS e la Guardia di Finanza STABILISCE: ¾ l’incremento della quota del recuperato che affluisce nelle casse comunali, che passa dal 30% al 33% ¾ i comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti devono istituire (se non lo hanno già adottato) il Consiglio Tributario che è lo strumento di raccordo tra Agenzia delle Entrate e Comune. ¾ Il Consiglio Tributario (per i comuni sopra 5.000 abitanti che non lo hanno in funzione) deve essere adottato dal Consiglio Comunale entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento 17 La manovra 2011-12 e i nuovi incentivi antievasione ai comuni - 2 • ¾ ¾ I comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, che non hanno costituito il CONSIGLIO TRIBUTARIO sono tenuti a riunirsi in CONSORZIO in base a quanto disposto dall’articolo 31 del Dlgs 267/00 (Testo Unico degli enti locali); Il Consiglio Comunale a tale proposito deve approvare una specifica CONVENZIONE unitamente allo STATUTO del CONSORZIO. Si costituisce il CONSIGLIO TRIBUTARIO entro 180 giorni dall’emanazione del provvedimento ¾ Va chiarito che la Finanziaria 2010 ha abolito i Consorzi di FUNZIONI tra enti locali, mentre rimangono vigenti i CONSORZI DI SERVIZI che riguardano il provvedimento in questione. ¾ Entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto, un provvedimento del Direttore delle Entrate emanato congiuntamente con la Conferenza Stato – Città e Autonomie Locali e la Conferenza Stato – Regioni stabilisce le modalità tecniche di accesso alle banche dati e trasmissioni telematiche. 18 La manovra 2011-12 e i nuovi incentivi antievasione ai comuni - 3 DIFFERENZA TRA RECUPERO TRIBUTI STATALI E CONTRIBUTI PREVIDENZIALI • L’assegnazione del 33% sulle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo avviene se il Comune ha consentito di recuperare TRIBUTI STATALI • Se il Comune ha svolto una azione che ha consentito il recupero di CONTRIBUTI PREVIDENZIALI evasi rientra nelle casse comunali il 33% delle “sanzioni civili applicate sui maggiori contributi riscossi a titolo definitivo”. • In base alla normativa vigente le sanzioni non possono superare il tetto massimo del 40% dei contributi dovuti. 19 Un primo bilancio dei protocolli tecnici antievasione • • • • • • • • • • • i primi dati sui risultati conseguiti in base al Protocollo d’intesa Agenzia Entrate Anci sono stati diffusi nel febbraio 2010. Le segnalazioni inviate dai comuni sono state in tre mesi 3.216 404 gli avvisi di accertamento; 300 comuni coinvolti; 2 corsi di formazione effettuati a livello centrale; 15 corsi regionali; il 93% dei comuni aderenti al patto sono nel Nord Il 4% al Centro Il 3% al Sud 3,6 milioni di euro di evasione recuperati in tre mesi; previsione di recupero annuo di 500 milioni (Fonte - Agenzia delle Entrate) 20 Il Dlgs sul Federalismo municipale e la lotta all’evasione • Lo “schema di Decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale” all’articolo 1 comma 7 punto b stabilisce che i comuni che aderiscono ai protocolli antievasione abbiano diritto al 50% delle somme recuperate. I comuni hanno diritto all’eccesso ai dati dell’anagrafe tributaria relativa a: 1) ai contratti di locazione nonché ad ogni altra informazione riguardante il possesso o la detenzione degli immobili ubicati nel proprio territorio; 2) somministrazione di energia elettrica, di servizi idrici e del gas relativi agli immobili ubicati nel proprio territorio; 3) ai soggetti che hanno il domicilio fiscale nel proprio territorio; 4) ai soggetti che esercitano nello stesso un’attività di lavoro autonomo o di impresa; ¾ il sistema informativo della fiscalità è integrato, d’intesa con l’ANCI, con i dati relativi alla fiscalità locale, al fine di assicurare ai Comuni i dati, le informazioni ed i servizi necessari per la gestione dei tributi di cui agli articoli 3 e 7 e per la formulazione delle previsioni di entrata. 21 Limiti dei protocolli tecnici antievasione - 1 • i protocolli antievasione rivolti alla collaborazione dei comuni hanno come unico scopo di incentivare la collaborazione dei comuni attraverso un ritorno economico; • il comune come ente territoriale più vicino ai bisogni cittadini ha tra le finalità prioritarie la gestione dei servizi per la cittadinanza, tra i quali di fondamentale importanza i servizi sociali come individuati dalla legge quadro 328/00; dalla legge sul federalismo fiscale: art. 21 comma 3 legge 42/09. • a fronte del pesante taglio dei trasferimenti al sistema delle autonomie e in attesa di una riforma organica della fiscalità locale il sistema di welfare locale rischia di essere fortemente ridimensionato, sia nella quantità che nella qualità delle prestazioni erogate; 22 Limiti dei protocolli tecnici antievasione - 2 • gli enti locali possono intervenire con poche leve (la Finanziaria 2009 e 2010 ha bloccato la possibilità di innalzamento delle aliquote dei tributi locali) eccetto la TARSU; • è stata abolita l’ICI sulla prima abitazione (in media meno 30% circa di entrate dall’unico tributo proprio comunale); • rischio concreto: aumento di tutte le tariffe (entrate extratributarie del bilancio comunale); aumento del costo dei servizi; • aumento del prelievo indiretto sui redditi da lavoro e sulle pensioni, anche tramite la compartecipazione (Isee e forme analoghe) 23 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 1 • • IL RUOLO DELL’ENTE REGIONE Per superare i limiti degli attuali protocolli tecnici antievasione si ritiene fondamentale il coinvolgimento dell’Ente REGIONE, quale istituzione deputata alla programmazione e al coordinamento delle attività su area vasta in attuazione del dettato costituzionale, come definito dal Titolo V. • Il Dlgs 56/00 "Disposizioni in materia di federalismo fiscale, a norma dell'articolo 10 della legge 13 maggio 1999, n. 133” .G. U. n. 62 del 15 marzo 2000 Art. 10. Partecipazione delle regioni a statuto ordinario all'attività di accertamento 1. Le regioni a statuto ordinario partecipano all'attività di accertamento dei tributi erariali (…) 24 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 2 • Alcune REGIONI hanno sottoscritto specifici protocolli con l’Agenzia delle Entrate per la gestione dei tributi regionali; • Gli accordi per la gestione dell'Irap e dell'addizionale regionale Irpef intervengono sui seguenti aspetti : ¾ ¾ ¾ ¾ liquidazione delle imposte sulla base delle dichiarazioni presentate; accertamento dell’imponibile non dichiarato; gestione dei rimborsi delle somme indebitamente pagate; cura del contenzioso per eventuali controversie che dovessero insorgere con i contribuenti. 25 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 3 E’ NECESSARIO SVILUPPARE LA CONCERTAZIONE TRA ISTITUZIONI NELLA LOTTA ALL’EVASIONE Sarebbe quindi opportuno: • definire ulteriori protocolli regionali per una gestione unitaria della lotta all’evasione fiscale di concerto con gli enti locali (ANCI) e l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di finanza • Recupero Irap, Addizionale regionale Irpef; • Dalla verifica sul sommerso si avrebbe inoltre un quadro e possibile recupero dell’IVA evasa (le regioni compartecipano al gettito’IVA) 26 Possibilità di ampliare l’intesa antievasione tra Regione ed enti locali L’esempio della Toscana • • • • • • La Regione Toscana si è impegnata sul fronte antievasione proponendo ulteriori incentivi in favore dei comuni che collaborano nella lotta all’evasione fiscale. Il terreno nuovo è rappresentato dal coinvolgimento dei comuni anche nel recupero dei tributi regionali non pagati tra i quali: IRAP, Addizionale Irpef regionale, Bollo Auto. Tra le finalità una decisa lotta all’economia sommersa. In base a questa nuova convenzione la Regione si impegna a versare ai comuni il 50% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo sull’IRAP e addizionale Irpef. La Regione negli ultimi anni ha recuperato 80 milioni l’anno di tributi non versati, si prevede di ampliare ulteriormente il recupero. E’ quindi aperta la possibilità di sottoscrivere protocolli regionali specifici, aggiuntivi ai protocolli antievasione previsti dalla normativa vigente. 27 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 3 • Si propone di affiancare ai PROTOCOLLI TECNICI siglati tra Agenzia delle Entrate e Anci regionali dei PROTOCOLLI SOCIALI nei quali definire un percorso condiviso tra: • ENTI – ISTITUZIONI > Agenzia Entrate; Anci; Regione • PARTI SOCIALI > sindacati confederali CGIL – CISL – UIL > sindacati dei pensionati SPI – FNP – UILP 28 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 4 1) La Regione nell’azione di coordinamento può sollecitare l’Anci all’adesione del complesso dei comuni ricadenti nel territorio regionale, definendo modalità e tempi di attuazione dell’adesione, tenendo conto delle diverse caratteristiche dei comuni: demografiche, organizzative. 2) Determinare in uno specifico PROTOCOLLO SOCIALE l’entità delle risorse che verranno destinate per le politiche sociali rispetto a quanto recuperato, tenendo conto dei risultati conseguiti. Ad esempio: ¾ investimenti per strutture e servizi sociali territoriali; ¾ servizi per la popolazione anziana, con particolare attenzione al tema della non autosufficienza (Assistenza Domiciliare Integrata, strutture residenziali); ¾ attivazione di servizi nei piccoli comuni: Convenzioni, Consorzi di servizi, altre modalità gestionali. 29 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 5 PRIMO OBIETTIVO: MANTENERE UN LIVELLO DI SERVIZI ADEGUATO • A fronte dei tagli al sistema delle autonomie e dei vincoli del Patto di stabilità la lotta all’evasione può essere una fonte di recupero di risorse da parte degli enti territoriali. • E’ quindi importante finalizzare l’uso delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva al mantenimento e alla crescita dei servizi sociali territoriali che rappresentano il capitolo di spesa più esposto al ridimensionamento da parte degli enti locali. • Possibilità di aumentare la quota da destinare ai comuni in base ai risultati conseguiti (es. Toscana ) 30 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 6 SECONDO OBIETTIVO: RILANCIARE LA CONTRATTAZIONE SOCIALE TERRITORIALE • Il secondo obiettivo che intende perseguire questo percorso negoziale è quello di rilanciare una forte contrattazione sociale territoriale dei sindacati confederali di Cgil Cisl Uil e dei pensionati Spi Fnp Uilp. • La definizione di PROTOCOLLI SOCIALI delinea un percorso che può essere così descritto: ¾ apertura di un tavolo negoziale regionale: Regione, Anci, Agenzia delle Entrate, parti sociali; ¾ concertazione dei contenuti (quota destinata al sociale, ambiti, ecc.); ¾ incontri di verifica periodici, con la presenza di tutti i soggetti firmatari ¾ verifica finale annuale 31 Protocolli tecnici e protocolli sociali Proposta per la definizione di protocolli sociali - 7 Definizione del percorso di attuazione e verifica nei singoli comuni ¾ ruolo dei sindacati confederali e dei pensionati; ¾ possibilità di aprire tavoli negoziali con i comuni nei quali sinora non è stato possibile contrattare; ¾ possibilità di implementare la contrattazione nei comuni dove era stata già avviata una politica negoziale, sfociata in protocolli sociali generali, o su specifiche tematiche (servizi sociali, politiche abitative, agevolazioni fiscali e tariffarie, Isee, ecc). ¾ possibilità di ampliare la negoziazione anche nei piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti - che rappresentano il 72% degli 8.100 comuni italiani 32 Alcune criticità - proposte operative per il loro superamento 1 1) I CONSIGLI TRIBUTARI (C.T.) l’Anci Ifel nella loro nota esplicativa chiariscono che: a) Non c’è un vincolo temporale per la costituzione dei C.T. in quanto non sono previste sanzioni in caso di mancata attivazione. b) I C.T. sono organismi datati, scarsamente funzionali alle esigenze operative del comune, par tale motivo il comune in base alla propria autonomia regolamentare può sostituire i C.T. con nuovi organismi, regolamentandoli e qualificandoli senza costi aggiuntivi per il comune. 33 Alcune criticità - proposte operative per il loro superamento 2 2) I CONSORZI DI COMUNI ¾ ¾ ¾ ¾ I Consorzi di funzioni tra comuni sotto i 5.000 abitanti sono stati abrogati dalla Legge n° 191/2010 - articolo 2 comma 186 - (Finanziaria 2010). Anci – Ifel a riguardo propongono che siano utilizzate le altre forme di gestione unitaria previste dal Dlgs 267/00 (Testo Unico enti locali) Si propone come strumento più idoneo la CONVENZIONE (art. 32 Dlgs267/00). I comuni che già operano in regime di UNIONE DI COMUNI ovviamente sono esenti da ulteriori forme organizzative. 34 Alcune criticità – proposte operative per il loro superamento 3 3) ABBREVIARE I TEMPI DALL’ACCERTAMENTO AL VERSAMENTO IL RUOLO DELLA CASSA DEPOSI I PRESTITI ¾ ¾ Uno dei problemi da risolvere riguarda il tempo che intercorre dall’accertamento al versamento del 33% del recuperato nelle casse comunali. A tale proposito si propone di investire la Cassa Depositi e Prestiti con il ruolo di anticipatrice - senza oneri per i comuni - delle somme che saranno versate nelle casse comunali. 35 Appendice 1 Peso dei trasferimenti • Complesso dei trasferimenti dallo Stato alle autonomie ALLE REGIONI : 170 miliardi di euro (sanità pari a 106 mld) AI COMUNI: 15,9 miliardi di euro (tot. 22 mld con trasferimenti regionali) ALLE PROVINCE: 969,42 milioni di euro 36 Appendice 2 GLI EFFETTI DELL’ABOLIZIONE DELL’ICI SULLA PRIMA ABITAZIONE • • • • • l’autonomia finanziaria dei Comuni è pari al 61,4% (2008) 65,6% (2007) - 4,2% il gettito ICI prima casa costituiva il 27% del gettito ICI totale le entrate provenienti dall’ICI comprensive della prima abitazione rappresentavano circa 1/3 delle uscite comunali il gettito ICI era cresciuto del 3,29% tra il 2004 e il 2008. Mancato gettito Ici prima abitazione 3 miliardi e 300 milioni (Fonte Anci) 37 Appendice 3 • Poiché l’abolizione dell’ICI non ha trovato compensazione in un incremento analogo di altre voci fra le entrate tributarie, è calata anche la quota complessiva delle entrate tributarie sul totale delle entrate dei Comuni, scesa al di sotto del 27%. (Ifel) 38 Appendice 4 IL PESO DELL’ ADDIZIONALE IRPEF • • • • ADDIZIONALE REGIONALE il reddito da pensione medio (anno 2009) ammontava a di 13.448 euro annui, Con l’addizionale regionale Irpef al valore massimo dell’1,40 il prelievo è pari a 188,27 euro annui. Nelle regioni con deficit sanitario si ha una maggiorazione dello 0,30% e il prelievo passa a 228,61 euro annui pari a 40 euro in più annui • • ADDIZIONALE COMUNALE Con l’aliquota massima pari allo 0,8% il prelievo aggiuntivo è pari a 107,58 euro annui. • Sommando i prelievi delle due addizionali si ha la somma di 295,85 euro annui • Nel caso del Comune di Roma la cui aliquota dell’addizionale Irpef è dello 0,5% con l’obbligo di aumento dello 0,4% si andrebbe allo 0,9% ovvero sopra al limite consentito per le addizionali comunali che è dello 0,8%. In questo caso i pensionati residenti a Roma vedrebbero gravare sulle loro tasche il prelievo di 121,03 euro annui (+ 13,45 euro) A Roma il prelievo aggiuntivo delle addizionali Irpef sarebbe di 349,64 euro annui. • Appendice 5 40 Appendice 6 41 Appendice 7 • MEF - “Relazione Generale sulla situazione economica del Paese 2009” 42 Appendice 8 • LEGGE 5 maggio 2009, n. 42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione G.U. n. 103 del 6.5.2009” • • Art. 21. (Norme transitorie per gli enti locali) 3. Per i comuni, le funzioni, e i relativi servizi, da considerare ai fini del comma 2 sono provvisoriamente individuate nelle seguenti: a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge; b) funzioni di polizia locale; c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica; d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato; f) funzioni del settore sociale • • 43 Appendice 9 Istat – Bilanci comunali consuntivi 2008 Appendice 10 • Istat – Bilanci consuntivi comunali 2008