LJ
-
comitato consultivo
D. BFJQUEL (Paris), A.C. CAsslo (Roma), M. GaAs (Paris),
M.L. LAZZAPJNI (Roma), M. LOMBARDO (Lecce), A. MaLE (Napoli)
D. MusTI (Roma)
HESPERIA, 18
STUDI SULLA GRECITA D'OCCIDENTE
a cura di LORENZO BRACCESI
I Grect in Adriatico, 2
coordinamento scientifico di
LORENZO BRAccEsI e MARIo LUNI
<<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER
Hesperia, 18
I Greci in Adriatico, 2
LoaeNzo BaccEsI, Muvo LUNI (coordinamento scientifico di) Redazione di CLAUDIA CARDINA]J, VALERIA PURCARO, FRANCESCA UTTOVEGGIO
Copyright 2004 <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIIDER
Via Cassiodoro, 19-Roma
Tutti i diritti riservati. E vietata la riproduzione
di testi e ifiustrazioni senza ii permesso scritto dell'Editore.
HesperIa : studi sulla grecità di Occidente / a cura di Lorenzo Braccesi. Roma: <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER. - v.; 25 cm.
18: I Greci in Adriatico 2 supplemento del convegno internazionale, Urbino
21-24 ottobre 1999 / coordinamento scientifico di Lorenzo Braccesi e Mario
Luni ; redazione di Claudia Card mali, Valeria Purcaro, Francesca Uttoveggio. Roma <<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER, 2004. - 374 p.: ill.; 25 cm. - Nell'occhiello: Università di Padova, Dipartimento di scienze deil'antichità ; Università di Urbino, Istituto di Archeologia
ISBN 88-8265-266-1
CDD21.
938
2. Mare Adriatico - Colonie greche - Congressi - Urbino - 1999
I. Braccesi, Lorenzo
II. Luni, Mario
Periodico: Autorizzazione Tribunale di Roman. 00567/98 del 30-11-1998.
TI volume è pubblicato con ii contributo dell'Università di Urbino.
INDICE
9 Introduzione
11
MAmo LUNI,
57
ELENA
101
123
141
I Greci neZ kolpos adriatico, Ankon e Numana
Di FILIPPO BALESTRAZZI, L'orientalizzante adriatico
KRISTINA MIH0VILI6,
Ceramica greca in Istria
SINIsA BILIc-DuJMusIc,
BRANKO KI1IJGIN,
Excavations at Cape Ploca near Sibenik, Croatia
The beginning of Promunturium Diomedis. Preliminary Pottery
report
151
163
171
MAIA BONACIC-MANDINIC,
MARIN ZANINOVIC,
FILIPPO GIUDICE,
The coin finds at Ploca promontory
Issa e Pharos. Paesaggio agrario e viticoltura
La ceramica attica deli'Adriatico e la rotta di distribuzione verso
gli emporipadani
211
215
227
267
SIMONETTA BONOMI, Nuovi
dati sulle importazioni di ceramica greca
Note di aggiornamento sugli scavi delle Universit g di Pavia e
di Ferrara nell'entroterra di Adria
MAumzIo Hia.AR.I,
ELISABETTA Govi, GIUSEPPE SASSATELLI,
VALERIA MARINARI,
Ceramica attica e stele felsinee
Il banchetto nei corredi tombali di Spina: un indizio di elle-
nizzazion e
279
291
GIOVANNI LEONABJI,
Testimonianza greca dalla necropoli del Piovego (Padova)
CLAUDIO BALISTA, ANGELA RUTA SERAFINI,
Primi elementi di urbanistica arcaica a
Padova
311
GIOVANNA BERMOND MONTANARI,
L'abitato di San Martino di Gattara: nuove
considerazioni
323
LUCIANO DE SANCTIS,
Ceramica attica e insediamenti dell'eth delferro nella bassa
valle del Metauro
333
357
KATIA MANNING, I vasi attici di eta classica nella Puglia anellenica: osservazioni
sui con testi di rinvenimento
GIUSEPPINA CELLINI,
Adriatico
Catullo, XXXVI, 11-16 ed il culto di Afrodite-Venere in
alla memo na
di Carlo Bo
II convegno internazionale I Greci in Adriatico" - del quale qui si presenta ii secondo volume di atti - è stato promosso dalle universita' di Padova e di Urbino nell'ambito
di un pro getto di ricerca interuniversitario su La colonizzazione antica e le sue aree periferiche, finanziato dal MURST, cui hanno co/laborato anche gli atenei di Firenze, Milano Statale, Milano Cattolica e Palermo.
L.B.
II prima volume è stata pubblicata a cura di Lorenzo Braccesi net 2002 e cantiene
un'ampia serie di scritti, di argamenta starica, di ventisette studiasi. In questa secancia volume, curata daila scrivente, sana raccolti diciatto cantributi su temi archealagici, can carreda fatagrafica e grafica.
I primi due saggi sana di argamenta generale ed intraducana gli scritti successivi,
nei quali gli autari presentana dacumentaziane archealagica greca della fine dell'età
arcaica e di epaca classica relativa alle vane aree geagrafiche dell'Adriatica, ad iniziare
da quella settentrianale. Dapprima alcuni studiasi hanna presa in esame materiali archealagici d'impartaziane dalla Grecia rinvenuti in Istria e in Dalmazia e di seguita altri hanna presentata nuava dacumentaziane reperita sul versante accidentale dell'Adriatica, ad iniziare dagli empari padani per praseguire poi versa Sud fina aila Puglia.
Ii canvegna internazianale f stata arganizzata per raccagliere i risultati delle ricerche starica-archealagiche in atta sui due versanti del kolpos adriatica da parte di quarantacinque studiasi di vane nazianalità. Ii camplessa dei saggi castituisce pertanta
una utile sintesi degli studi in merita alle prablematiche cannesse can la presenza dei
Greci in Adriatica, tra fine VI e IV secala aC. Queste ricerche arricchiscana it quadra
generale delle canascenze e castituiscana una nuava salida base per apprafandire ulteriarmente l'indagine su un tema che si rivela sempre piü ricca di spunti innavativi e
suscettibile di ampi sviluppi.
Una ulteriare accasiane di apprafandimenta sara castituita tra breve dalla pubblicaziane del volume degli atti del canvegna internazianale tenutasi nell'Università di
Urbino nel luglia 2001, sul tema "Dal Mediterranea all'Adriatica nell'età dei kouroi",
pramassa dalle università di Urbino e di Padova.
Particalare significata in questa cantesta assume ii recentissima ritravamenta ndla scava dell'abitata di Cisterna di Talentina, datata traBranza finale e recente, di circa sessanta frammenti di ceramica micenea, riferibii at periada che va dal tarda Elladica III B al III C, assia tra XIII e XII secala a.C. Si tratta di nuava dacumentaziane
"eclatante", rinvenuta in una lacalità distante circa quaranta chilametri dalla costa,
che fa seguita ai recuperi a Treazzana di Mansampala sul Tranta (un frammenta, nd
1979) e al Mantagnala di Ancona (due, nd 1982). Questi materiali d'ecceziane assumono armai it significata di un impartante antefatta nell'ambita dei rapparti can 1'Egea, su cui armai accarre riflettere can attenziane, specie nel cantesta della ratta cammerciale tra il Sud dell'Italia e l'area padana-veneta, can II media Adriatica came
"zana cerniera".
I lavari del canvegna si sana svalti nell'Università di Urbino, dal 21 al 24 attabre
1999, nel cinquantaduesima anna di <<rettarata>> di Carla Bo, alla cui memaria sana
dedicati.
Maria Luni
MARIO LuNI
I GRECI NEL KOLPOS ADPJATICO,
ANKON E NUMANA
A Nord dei sicuri porti di Numana e di Ankon la navigazione seguiva un percorso
obbligato sotto costa, fino al delta padano. In questo tratto di mare potevano essere
utiizzati gli scali naturali di S. Marina di Focara e forse di Vallugola, oltre alle foci di
numerosi corsi d'acqua, che ben si prestavano a fornire ricovero alle imbarcazioni'; mi
riferisco ad almeno quelli sulle foci del Cesano, forse sul Misa e sul Metauro, suIl'Arzilla, sul Foglia, sul Conca, sul Marecchia e a Ravenna.
Va rilevato anche che ormai merita credito l'ipotesi avanzata circa la coeva frequentazione da parte di naviganti greci della costa occidentale adriatica dal Conero al
Gargano e allo stretto di Otranto', lungo la quale sono presenti almeno quindici foci
di fiumi, oltre a qualche rara insenatura naturale. Si sono qui verificati anche in anni
recenti ritrovamenti di ceramica e di oggetti di bronzo d'importazione dalla Grecia; si
tratta di significativi materiali, in ogni caso utii indizi, che permettono di avvalorare
l'utiizzazione di questa rotta. Si arricchisce in tale modo II quadro generale dei contatti commerciali che si svolgevano lungo la costa occidentale (Figg. 1-3).
II presente contributo rientra nel programma di ricerca in atto nell'Istituto di Archeologia dell'Università di Urbino su vari aspetti della "grecitI adriatica", con la pubblicazione di una serie di saggi, di seguito menzionati; si veda da ultimo, con bibliografia precedente: M. LUNI, Greci neli'Italia medioadriatica,
eHesperiaa, XII, 2000, pp. 151-181.
M. LuNI, Nuove tracce della frequentazione greca dell'Adriatico occidentale e riconoscimento dello sealo marittimo di S. Marina di Focara, "Rend. Ace. Lincei" XXXVI, 1981, pp. 68-75; N. ALFIERI, <<Picus>>, I,
1981, pp. 10-17; M. LuNI, P. MARCHEGIANI, Monte Gioue, "B.T.C.G.I.", X, 1992, PP. 361-364; IIDEM, Novilara, ibidem, XII, 1993, pp. 417-434; M. Lust, Pesaro, ibid., XIII, 1994, pp. 459-477; M. LUNI, P. MARCHEGIANI, Riccione, XVI, 2001, pp. 114-125.
2
SulI'ipotesi della rotta occidentale, si veda: N. ALFJERI, Rotte marittime e comunicazioni terrestri suP
l'Adriatico, in "Atti I Convegno Studi Antichità Adriatiche, Chieti-Francavilla, 23-27 giugno 1971 ", Chieti,
1975, pp. 86-90; M. LUNI, Nnove tracce, cit., pp. 67-75; N. ALone, I portia gii approdi, in AA.Vv., Vie del
commercio in Emilia Romagna Marche, Cinisello Balsamo 1990, p. 55; P.G. Guzzo, Dati archeologici di VI e
V secolo dall'Adriatico, in Concordia e la X Regio, eGiornate di studio in onore di D. Bertolini nel centenario
della morte, Atti del Convegno, Portogruaro 22-23 ott. 1994>>, Padova 1995, pp. 255-262; M. LuNI, Ease
protonrbana nella regione medioadriatica nel V-IVsecolo a. C. efrequentazione commerciale green, in Pro Poplo Arimenese, <<Atti del Convegno internazionale su Rimini antica, una res publica fra terra e mare, Rimini
1993>>, Faenza 1995, pp. 208-218; S. BRuNt, Un problematico documento per in storia della frequentazione
deil'area spinetica prima di Spina. Appunti snile rotte adriatiche in eta arcaica, in F. REBECCHI, Spina e ii delta
padano, Roma 1998, pp. 203-213.
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Fig. 1. La rotta costiera in Adriatico ed i popoli segnalati nel Periplo di Scilace,
Mediterraneo, datato trail VIed il IV secolo s.C. (dis. G. Barozzi e M. Luni).
II
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pill antico portolano del
Probabilmente questa via d'acqua è già stata seguita in eta arcaica e di certo in Seguito ha costituito la direttrice piü breve dei traffici locali con la Magna Grecia e con
la Sicilia'. E stato anche segnalato lungo la sponda occidentale II ritrovamento di alcuni materiali di importazione greco-orientale, ceramica corinzia, rodia ed oggetti esotici
che sembra abbiano risalito questo versante dell'Adriatico da Sud 4 . Va aggiunto che la
In merito alla rotta occidentale nel IV secolo a.C.: L. Bieccasi, Grecitâ aciriatica, Bologna 19772, pp
60, 82, 84; M. LANDOLFI, I van alto-adriatici do Nurnana e dal Piceno, in Classico e anticlassico. Vasi altoadriatici tra Piceno, Spina e Adria, Comacchio, 25 giugno 1996-6 gennaio 1997, S. Giovanni in Persiceto
1996, pp. 18-30 (contatti nel IV secolo a.C. tra alto, medio e basso Adriatico).
P . G. Guzzo, Importazionifittili greco-orientali sulla costa ionica d'Italia, in Les céramiques de la Grèce
de l'Est et lear diffusion en Occident, "Centre J. Berard, 6-9 juillet 1976", Paris 1978, pp. 121, 125-127; G.F. La
I PORTI DI ANKON e NUiviityi
13
PADUS : ADRIA
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CASTRUM TRUENTINUM A S C ULU M
CASTRUM EJOVUM
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UNDISIUM I
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Fig. 2. Rotta seguita dai naviganti greci verso gli empori sull'estremità settentrionale del kolpos; nei centri
segnalati nell'area rnedioadriatica h stata rinvenuta documentazione prerornana.
presenza in Italia meridionale e in santuari della Grecia di materiali che ci riportano al
mondo piceno e inoltre il ritrovamento in numerose località della regione medio-adPORTO, Le importazioni dalla Grecia dell'Est in Puglia, ibidem, pp. 131-136; M. LANDOLFI, I traffzcz con la Grecia e
ía ceramica attica come elemento del processo di maturazzone urbana della civiltâ picena, in G. BERMOND MONTANARI, Laformazione
della cittd in Emilia Romagna. Studi e documeoti di archeologia, I-IT, Bologna 1987, pp.
187-191; A. M. Bisi, Componenti siro-fenicie negli avoripiceni, in AA.Vv., La civilth picena nelle Marche. Studi in
onore di Giovanni Annibaldi, Ancona 1988, Ripatransone 1992, pp. 128-139; G. Rocco, Avori e ossi dal Piceno,
Roma 1999; B.B. SREVF0N, Contacts between Picenum and the Greek world to the end of the fifth century b. C.
Imports, influences and perceptions, in IPiceni e l'Italia medioadriatica, Pisa-Roma 2003, pp. 315-337.
14
MARIO LuNI
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I PORTI DI ANKON E NUMANA
1
riatica dei caratteristici vasi dipinti della Daunia confermano l'esistenza di contatti
non certo episodici in questo periodo tra le due aree, probabilmente per mare5.
Particolare significato in questo contesto assume ii recentissimo ritrovamento nello scavo dell'abitato di Cisterna di Tolentino, datato tra Bronzo finale e recente, di circa sessanta frammenti di ceramica micenea, riferibili al periodo che va dal tardo Elladico III B at III C, ossia tra XIII e XII secolo a.C. Si tratta di coppe, tazze, brocche,
giare, alabastra, decorati con motivi di colore rosso e bruno a bande parallele, a spirale, ad archi concentrici, a losanghe concatenate, a metope con bande diagonali tra tnglifi 6 (Figg. 4-).
Questa nuova documentazione "eclatante" è stata rinvenuta in una località distante circa quaranta chilometri dalla costa e fa seguito ad analoghi recuperi a Treazzano
di Monsampolo sul tratto finale del Tronto (un frammento, nel 1979) e a Montagnolo
di Ancona (due, nel 1982) (Figg. 6-8). Questi materiali d'eccezione, unitamente ad altri manufatti in bronzo, in pasta vitrea e in ambra, assumono di certo il significato di
un importante antefatto nell'ambito dei rapporti con 1'Egeo; su questi straordinari indizi ormai occorre riflettere con attenzione, specie nel contesto della rotta commerciale tra ii meridione e l'area padano-veneta, con il medio Adriatico che assume it mob
di "zona cerniera" 8
D. LOLLINI, La civiltd picena, in Popoli e civilth dell'Italia antica, V, Roma 1976, pp. 162-163, 186,
tavv. 115, 126 b; E.M. DEJULIIs, La ceramica geometrica della Daunia, Firenze 1977, pp. 83-87, carta C; B.
D'AGosTINo, Sannio, Pentri e Frentani dal VI all secolo aC-Cat. Mostra, Roma 1980, p. 26; G. BERGONZI,
Societd della tarda eta' del Ferro, loro articolazioni e relazioni: l'area adriatica tra VI e IV secolo a. C., in La Romagna tra VI e IV secolo a. C. nel qnadro della protostoria dell'ltalia centrale, "Atti Cony ., Bologna 1982",
Bologna 1985, pp. 67-75; A. FAUSTOFERRI, I rapporti con l'Apulia: la ceramica diargilla depurata, in AA.Vv.,
Samnium. Arc/seolo,gia del Molise, Roma 1991, pp. 72-75, tavv. 1-4c; M. LUNI, Modelli d'insediamento della
romanizzazione nell'ager Gallicos e Picenus, in Settlement and Economy in Italy 1500 B.C. - A.D. 1500, Oxford 1995, pp. 483-492. Un fransmento di cerarnica protogeometrica iapigia e stato segnalato di recente da
uno scavo di G. Baldelli presso la foce dell'Arzilla (Fano).
6
AA.Vv., Le Soprintendenze e gli Istituti nelle Marche, Ancona 2003, pp. 10-11; G. DE MARINIS, P.
PALLECCHI, E. PERCOSSI, T. SABBATINI, La ceramica micenea, in AA.Vv., Moscosi di Cingoli e Cisterna di Tolentino: due siti dell'etd del Bronzo a confronto, Roma 2003, pp. 23-25.
Una breve menzione della scoperta è in: M. CRISTOFANI, Gli etruschi del mare, Milano 1983, p. 91; G.
BALDELLI, Quattro cpietreforatea dal porto di Ancona, <<Boll. dAne>>, suppl. al n. XXXVII-XXXVIII, 1986,
pp. 49 e 51 n. 2; M. SIL\TESTRINI, Ancona, localita' Montagnolo: insediamento dell'eta' del Bronzo, in M. Lun,
Scavi e ricerche nelle Marche, Urbino 1991, pp. 13-15; N. LUCENTIN1, L'eth delBronzo e le Marche, in AA.Vv.,
Dalla rivoluzione neolitica all'eth dci metalli, Teramo 1991, pp. 149-152; M. LANOOLFI, "E.A.A.", II Suppi.,
I, 1993, p. 223; M. SILVESTRINI, L'insediamento dell'eth del Bronzo del Montagnolo di Ancona, "Hesperia",
XII, 2000, pp. 181-186. Sembra else frammenti di ceramica micenea siano stati rinvenuti in anni recenti anche nel centro storico di lesi, nello scavo di uno strato di frequentazione in connessione col vergine, unitamente ad altri dell'età del Bronzo finale: si é in attesa di conferma.
,
Gil Braccesi, baaandosi sulla sola diffusione in Adriatico dei culti di Antenore e di Diomede (quest'ultimo attestato anche in Ancona), aveva ipotizzato la presenza di naviganti in eta tardo micenea (XII sec.
aC.) e di mercanti rodio-coi che nel IX-VII secolo s.C. ne ripercorrevano le rotte: L. BRACCESI, La pin antica
nanigazione greca in Adriatico, <<Studi Classici e Orientaliu, VIII, 1969, pp. 143-147; IDEM, Grecita' adriatica,
cit., pp. 13-30, 55-63; IDEM, Indizi per una frequentazione micenea dell'Adriatico, in AA.Vv., Momenti preenloniali nel Mediterraneo antico, Roma 1980, pp. 133-145. A Treazzano di Monsampolo, non lontano dalla
16
MARIO LUNI
Di certo un contatto consistente e prolungato tra le comunità medioadriatiche e la
piü evoluta cultura greca tramite gli scali costieri si h verificato dalla metà del VI secolo a.C. e nei due successivi con vettori sia attici, Sia egineti e ioni. Questo fervido processo di rapporti commerciali e emerso in modo sempre piü consistente negli ultimi
decenni attraverso segnalazioni di numerosi nuovi ritrovamenti di materiali di importazione nello scavo di necropoli e ora anche di abitati 9 . I naviganti greci commercializzavano manufatti, in particolare ceramica, oltre a merci deperibili, delle quali in genere non si parla in quanto non hanno lasciato tracce; mi riferisco con probabiità al vino
(contenuto in otri di pelle, oltre che in anfore), a prodotti del suoio (dentro cesti), al
miele (entro contenitori di legno) e a tessuti (raccolti in casse). Anfore greche di V secolo a.C. e greco-italiche (TV-Ill a.C.) per II trasporto di vino e olio cominciano ad essere attestate nella regione medioadriatica to.
Sempre tramite l'Adriatico sono giunti dall'area ellenica numerosi altri oggetti di
marmo, quali segnacoli tombali, alcune urne cinerarie, bacili e loutéria recuperati a
Spina e a S. Marina di Focara, tra Cattolica e Pesaro. Nello stesso contesto va valutata
la significativa scoperta delle statue di marmo di Atena-Minerva e della dea Cupra (?),
di grandezza meno della metà del naturale, nella stipe votiva di Villa Ruffi, nell'immediato entroterra collinare di Rimini"; sono state datate alla fine del V secolo a.C. e recuperate assieme ad un cratere a figure rosse e ad un bronzetto della fine del V a.C.,
assai simile ad una kore.
Va ricordato anche che i "Kourol Milani" provengono probabilmente dalla bassa
valle del Musone, nell'entroterra di Numana 12 (Figg. 9-10). Si tratta di due statue greche arcaiche di marmo. La maggiore è stata valutata di alta qualità; h assegnata all'ambiente attico provinciale e datata attorno al 530 a.C. L'altro kouros è stato avvicinato ai
foce del Tronto, I stato recuperato nel 1979 un frammento fittile databile al Miceneo III B e <<un'impressionante quantità>> di altri I stata rinvenuta di recente a Cisterna di Tolentino, assai lontano dalla Costa: D.G.
Lollini, Magna Grecia e mondo miceneo. Nuovi documenti, Marche, in "Atti del XXII Cony. St. Magna Grecia, Taranto 7-11 ott. 1982", Napoli 1985, pp. 197-199, tav. LXXXIV; si veda anche la nota 6. Circa i ritrovamenti di ceramica micenea a Frattesina e presso Legnago, si veda: A.M. BIETTI SESTIERI, in "Atti XXII
Cony. St. Magna Grecia", cit., pp. 201-207; L. VAGNETTI, Un frammento di cerarnica inicenea a'a Fondo Paviani (Legnago), <<Boll. MUS. Civ. Nat. Verona>>, VI, 1979, p. 599 ss.; EADEM, Ceiarniche di tzpo egeo dal Basso Veronese, in AA.Vv., Dalla terra alMuseo, Legnago 1996, pp. 179-184. Pin consistenti risultano Ic scoperin di ceramica micenea in Puglia: EADEM, in "Atti XXII Cony. St. Magna Grecia", cit., pp. 4 1-64. Da ultimo
I segnalato un frammento ceramico del tardo Elladico III C in uno scavo a Skrip, nell'ioIa di Brac: B. KimGIN, The Adriatic Islands Project, Split 1998, pp. 37-40, fig. 23; tre sono stati riconosciuti da Torceilo (E. Di
FILIPPO BALESTRAZZI, Treframmenti micenei da Torcello, in eHesperIau, X, 2000, pp. 203-223).
M. LuNI, Fase protourbana nella regione medioadriatica net V-IV secolo a. C., cit., pp. 184-225.
10
M. LANDOLFI, I vasi alto-adriatici, ciL, p. 20; G. SASSATELLI, Lafunzione economica e produttiva: merci scambi e artigianato, in AA. Vv., Spina. Una cittd tra Greci ed Etruschi, Ferrara 1993, pp. 190, 197, 209.
J. ORTALLI, Rimini, Covignano: stipe votiva di Villa Ruffi, in La formazione della cittil in Emilia Romagna, II, BoIogna1987, pp. 302-389; si discute SU una eventuale datazione pin bassa.
12
M. LUNI, M. CARDONE, I 'KouroiMilani' a Osimo tra Seicento e Settecento, "Rend. Ace. Lincei", IX,
1998, pp. 669-706; M. LUNI, G.V. GENTILI, La testa ritrovata dell'Apollino Milani, "Rend. Acc. Lincei", XII,
2001, pp. 533-584.
I PORTI DI ANKON E NUMANA
17
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10cm.
Fig. 4. Tipologia esemplificativa della ceramica micenea rinvenuta a Cisterna di Tolenro (da DE MMUNIs
2003).
Fig. 5. Frammenti di ceramica micenea recuperati a Cisterna di Tolentino (daDE MARINIS 2003).
18
Mu110 LuNI
Fig. 6. Rilievo grafico dei due frammenti di cerarnica micenea rinvenuti nel 1981 a Montagnolo di Ancona
(largh. cm 3, 9 e 3,5) (da SILVESTRINI 2000).
supremi documenti dell'arcaismo attico e riferito al 520-510 aC. Paribeni nel 1982
considera le due straordinarie sculture "tanto piü strane e singolari per essere apparizioni addirittura uniche nel patrimonio artistico dell'Italia continentale" ed anche rare
nelle città greche del Sud, dove menziona un frammento di capigliatura da Locri, un
torso da Metaponto ed una statua ad Agrigento.
Questa circostanza fa riflettere sal significato di un altro "allarmante" ritrovamento
analogo, verificatosi nel 1922 a Pioraco 13 Si tratta di un piccolo kouros di marmo, alto
circa un terzo del naturale, conservato nel Museo Archeologico di Ancona. E stato recu° G.M.A. RICHTER, Kouroi, London 19602, P. 148, nota 3; G. on LUCA, Kouroi in italienischen Museen,
"Antike Plastik", III, Berlin 1964, pp. 52-59, taw. 54-57; ,L. MERCANDO, Prolaqueurn, "E.A.A.", suppi.
1970, p. 644; W. LAMBRINUDAKIS, '11MG", II, 1, 1984, pp. 218-219, n. 290. Contra: M. LANDOLFI, L'Apollino di Pioraco, in KouroiMilanii Ritorno a Osimo, Roma 2000, pp. 48-51.
I PORTI DI ANKON E NUMANA
Fig. 7. I due frammenti di ceramica micenea recuperati a Montagnolo di Ancona nel 1981 (da
2000).
19
SILvEsIvINI
perato nell'area di un antico centro (Prolaqueum) sull'Appennino marchigiano, nell'alta
vallata del fiume Potenza, situata immediatamente a Sud di quella del Musone.
Sia ii kouros di Pioraco, sia i due di Monte Torto di Osimo non sono pezzi unici
nel loro genere nel bacino dell'Adriatico e vanno messi in riferimento ad altri due analoghi rinvenuti nell'area settentrionale. Recente è la segnalazione di una testa di kouros
rinvenuta in precedenza nelle acque della ex Jugoslavia 14; essa e rappresentata a tre
quarti del naturale ed e stata considerata produzione plastica sarnia della prima metà
del VI secolo aC. Si discute se si tratta di un rottame di statua bronzea su una nave
naufragata o se puo essere invece messa in relazione, in modo pin verosimile, alla frequentazione commerciale greca dell'Adriatico.
Sicuramente di scavo f invece la testa di marmo di kouros rinvenuta nel 1952 a
Marzabotto, considerata un originale greco arcaico, forse di arte attica, della fine del
VI secolo a.C. '. Merita di certo maggiore attenzione questo significativo documento
dell'arte greca per le implicazioni che potrebbe comportare, essendo stato recuperato
in modo inconfutabile nel contesto della città etrusca, presso un'area pubblica di valenza culturale. Esso è stato comunque considerato un oggetto con destinazione votiva
proveniente dalla Grecia attraverso l'Adriatico, tramite il porto spinete.
4
prec.).
P. G. Guzzo, Dati archeologici di Vie Vsecolo, cit., pp. 255-262.
E. LIuP0LIs, Testa di kouros, in Kouroi Milani. Ritorno a Osirno, Roma 2000, PP. 43-48 (con bibi.
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Mivo LUNI
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Fig. 8. Frammento di ceramica micenea rinvenuro a Treazzano di Monsampolo, non lontano dalla foce del
Tronto.
L'ipotesi di una importazione di tutti questi marmi adriatici dalla Grecia risulta
ancora la piü attenclibile, cos! come con probabiità quella per diversa via di alcuni altri rinvenuti in Etruria; occorre qui segnalare in particolare la mano di kouros o di
kore rinvenuta a Gravisca e forse la testa Lorenzini, recuperata a Volterra. Da ultimo,
va ricordata la testa femminile in marmo della metà del V secolo aC. da Casalcipriano, nel Sannio, di recente acquisizione
16
E. Lippous, art. cit., p. 43; A. FAUSTOPEJiRI, I rapporti coo l'Apalia, cit., p. 81, tav. 4c.
I PORTI DI ANKON E NUMANA
Fig. 9. Kouros rinvenuto a Montetorto di Osimo nel Seicento. Firenze, Museo Archeologico Nazzonale.
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Mmo LUNI
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