INDICE 1. INTRODUZIONE ....................................................................................................................2 2. SETTORE DI TRAVERSIA ...................................................................................................4 3. DATI DI BASE .........................................................................................................................5 4. MOTO ONDOSO AL LARGO ..............................................................................................6 4.1 4.2 5. Condizioni normali ................................................................................................. 6 Condizioni estreme ................................................................................................. 6 MOTO ONDOSO NELL’AREA PORTUALE ..................................................................11 5.1 5.2 Condizioni normali ............................................................................................... 11 Condizioni estreme ............................................................................................... 11 6. AGITAZIONE RESIDUA DELLE ONDE NEL BACINO PORTUALE ........................18 7. VARIAZIONI DEL LIVELLO MARINO ...........................................................................24 7.1 7.1 Condizioni normali ............................................................................................... 24 Condizioni estreme ............................................................................................... 24 8. CIRCOLAZIONE COSTIERA E RICAMBIO DELLE ACQUE .....................................26 9. CONSEGUENZE SUI LITORALI A NORD DEL PORTO ..............................................31 10. CONCLUSIONE ....................................................................................................................36 11. BIBLIOGRAFIA ....................................................................................................................37 1 1. INTRODUZIONE Per la redazione del Progetto Preliminare di modifica e ampliamento del porto turistico di Santa Margherita Ligure sono necessari dati relativi alle caratteristiche meteo marine del paraggio per soddisfare la necessità di dimensionare in maniera adeguata le strutture e di valutare le eventuali modifiche che il nuovo layout comporta alle condizioni meteo marine attuali dell’area. Poiché non sono stati trovati dati meteo marini disponibili in loco, si sono utilizzati i dati di onde della rete nazionale RON misurati a La Spezia e si sono traslati, mediante un modello matematico, nell’area portuale di Santa Margherita. Si è inoltre fatto riferimento a studi precedenti esistenti nell’area, sia riguardanti il porto che l’intero litorale, messi gentilmente a disposizione dal Comune ed elencati in bibliografia [rif. 1-4]. Le caratteristiche del progetto preliminare sono mostrate nella Fig. 1.1. Fig.1.1: PLANIMETRIA DI PROGETTO CON INDICAZIONE DEGLI INTERVENTI PROPOSTI (Lettere a-f). Gli interventi proposti, indicati con le lettere a, b, c, d, e, f nella figura 1.1, sono: 2 a - allungamento del moletto di accosto dei battelli turistici (molo Maloncello) di circa 50 metri con direzione 86° N, con banchina “a giorno” antiriflettente; b - banchinamento con struttura “a giorno” antiriflettente del tratto lungo Corso Marconi attualmente in scogliera; lunghezza del tratto compreso fra la radice del molo Maloncello a Nord e la banchina esistente a Sud, circa 135 metri; c - costruzione di un pontile fisso su pali infissi nel fondale, con inserita fra i pali una paratia di palancole (o lastre in c.a.) fino alla profondità di 4 – 5 metri, con funzione di barriera per la limitazione della trasmissione del moto ondoso. Il pontile è formato da un primo tratto di circa 50 metri con direzione 76 °N e un secondo tratto di circa 130 metri con direzione 130°N. Nel primo tratto la paratia è interrotta per formare un varco di circa 20 m per favorire la circolazione idrica. Nel secondo tratto per limitare la riflessione sono radicati due bracci con direzione 40° N, di lunghezza circa 35 metri cadauno, completi di paratia; d - in questo tratto non vi sono interventi che possano modificare il comportamento idraulicomarittimo del porto, ma soltanto opere di riqualificazione della passeggiata che corre lungo la banchina N-W e di riassetto del mercato del pesce; e - l’intervento riguarda la rimozione dei pontili galleggianti esistenti, compreso la bonifica dei fondali da corpi morti, catene e dispositivi di ormeggio sommersi. I pontili galleggianti e gli ormeggi verranno ricostruiti ex-novo e riposizionati al meglio per consentire il movimento e l’ormeggio dei natanti, con condizioni di sicurezza attualmente non esistenti; f - la lettera f indica gli interventi per il riutilizzo delle aree dell’ex cantiere Spertini. Al posto del cantiere sorgeranno alcuni volumi al servizio del Porto, verrà riaperto l’accesso pubblico al mare e verrà ricostruita una piccola spiaggia, attualmente occupata dal piazzale che veniva utilizzato per il varo dei natanti dell’ex cantiere; g - anche questo intervento non modifica il comportamento idraulico-marittimo del porto, infatti consiste nel riordino dei volumi esistenti a terra, nella costruzione di una piccola autorimessa interrata, nella sistemazione e razionalizzazione della viabilità; verrà anche costruita una piastra in c.a. riservata ad atterraggio di elicottero di soccorso; h - la lettera h indica modesti interventi di riorganizzazione della banchina. Dal punto di vista idraulico ha significato la costruzione di piccoli magazzini (cave a bateaux) addossati al muro paraonde e coperti da una soletta in cemento armato; la soletta, con condizioni meteomarine favorevoli, verrà utilizzata come passeggiata pedonale panoramica, in caso di mareggiata avrà la funzione di “soletta paraspruzzi” per contenere eventuali tracimazioni residue dopo gli interventi di cui alla lettera i che segue; i - trattasi dell’intervento più importante dal punto di vista idraulico, infatti consentirà di ridurre in modo significativo la tracimazione in caso di mareggiata, consentendo l’ormeggio alla banchina del molo in condizioni di sicurezza. Senza modificare l’altezza del muro paraonde e mantenendo l’apertura visiva attuale, verrà risagomata e potenziata la mantellata di scogliera sommersa, parte con scogli naturali e parte con massi artificiali del tipo “tetrapodi”, costruendo una berma orizzontale sommersa con sommità a quota -2,00 m e larghezza fino a 15 m. Come descritto nella relazione tecnica del progetto d’intervento, consentirà di ridurre la tracimazione, che per onda con tempo di ritorno cinquantennale può attualmente raggiungere valori dell’ordine di 100 l/s/m, a valori inferiori a 1 l/s/m. Anche la scogliera che costituisce il riccio di testata verrà risagomata, senza incrementare l’altezza sul livello del mare, ottenendo l’attenuazione dell’agitazione nella zona di ingresso al porto, con miglioramento dell’accessibilità. 3 2. SETTORE DI TRAVERSIA Il porto turistico di Santa Margherita, prendendo come riferimento la testata del molo, è esposto ad un settore di traversia principale che va da 122° a 179° N, e ad un settore di traversia secondario che va da 55° a 122° N. A causa della presenza del promontorio di Portofino, il mare dominante non può raggiungere l’area in esame, che risulta quindi sufficientemente protetta dalle mareggiate più intense a cui il levante ligure è sottoposto. I fetches efficaci associati al settore principale sono piuttosto uniformi in direzione, variando da circa 150 km (direzione 122-150°N) a fetches maggiori di 500 km (direzione 151-179°N). Il settore secondario, ininfluente per quanto riguarda i valori estremi delle onde, è tuttavia importante agli effetti dell’agitazione residua delle onde all’interno del porto, perché le onde generate localmente in questo settore, pur di ampiezza molto limitata, possono penetrare all’interno del porto, creando problemi alla tranquillità delle acque. All’interno di questo settore, sono distinguibili tre fetches: quello associato alle direzioni 55°-75°N, pari a 2 Km, quello associato alle direzioni 76°-105°, pari a 4.5 Km e infine quello associato alle direzioni 106°-122°, pari a 12 Km. 4 3. DATI DI BASE I principali dati di base utilizzati sono le misure eseguite dall’ondametro direzionale R.O.N. (Rete Ondametrica Nazionale) che è ancorato fuori La Spezia, in fondali di circa 100 m, alle coordinate 43° 55.7’ N, 9° 49.6’ E. La batimetria (Fig. 5.1) è basata sui rilievi batimetrici forniti dal Committente, integrati, dove necessario, dai dati batimetrici contenuti nelle carte nautiche disponibili presso l’Istituto Idrografico della Marina. Altre informazioni sono state dedotte dalla documentazione riportata in bibliografia. 5 4. MOTO ONDOSO AL LARGO Le caratteristiche delle onde al largo sono definite sulla base delle uniche misure esistenti, e cioè quelle della boa ondametrica di La Spezia. 4.1 Condizioni normali Le condizioni tipicamente presenti al largo di Santa Margherita sono riportate nella Tab. 4.1-4.2. La prima tabella si riferisce all’andamento dell’altezza d’onda Hm0 (che, come noto, è l’altezza d’onda significativa calcolata dallo spettro) per direzione: la distribuzione delle altezze è stata suddivisa in classi di 0.5 m, ove, nella prima classe, sono contenute anche le situazioni di calma, mentre la distribuzione della direzione è stata suddivisa in settori di 30°, centrati sul nord. Il settore 0° è cioè compreso tra 346° e 15°N, il settore 30° è compreso tra 16° e 45°N, e così via. La seconda tabella si riferisce all’andamento dell’altezza d’onda Hm0 per periodo significativo: la distribuzione dei periodi è stata suddivisa in classi di 1 s, la prima delle quali si riferisce a tutti i periodi inferiori o uguali a 3s, la seconda ai periodi da 3.1 a 4 s, la terza da 4.1 a 5 s e così via. Dalla Tab. 4.1 si osserva che la percentuale totale delle onde che provengono dal settore di traversia principale è del 20% circa e conseguentemente le mareggiate più intense, associate al settore 240°N, non possono influenzare l’area in esame. Dalla Tab. 4.2 si nota che la stragrande maggioranza (circa 94%) dei periodi associati alle onde sono inferiori o uguali a 7 s, quelli più lunghi riguardano solamente mareggiate molto intense. Nella definizione delle onde di progetto, riveste grande importanza associare un opportuno periodo d’onda alle altezze estreme calcolate. A tale proposito, dopo un’attenta analisi della tab. 4.2, si è deciso di utilizzare la relazione di Brettschneider (1973) [rif. 5] di tipo quadratico: Ts = 3.86 (Hs)0.5 [4.1] che lega periodo significativo ad altezza significativa dell’onda. Nel caso fosse invece preferito l’utilizzo del periodo di picco Tp, questo può essere derivato dalla relazione proposta da Boccotti [rif. 6]: Tp= 4.26 (Hs)0.5 [4.2] Sia la relazione [4.1] che la [4.2] sono rappresentative di condizioni di mare da vento, quindi del tutto valide per le caratteristiche ondose dell’area in esame. 4.2 Condizioni estreme Nella Tab. 4.3 sono presentati i valori estremi calcolati per periodi di ritorno di 1, 10, 25, 50, 75 e 100 anni per le direzioni interne al settore di traversia. Per completezza d’informazione sono state anche riportate le onde estreme cumulate sulla direzione: dall’osservazione della tabella si nota che i valori estremi relativi alle direzioni che interessano Santa Margherita sono di gran lunga inferiori 6 a quelli omnidirezionali, e ciò è giustificato dal fatto, già evidenziato, che le mareggiate più intense provengono da direzioni esterne al settore di traversia. Per le direzioni che sono all’interno del settore di traversia, i valori più elevati corrispondono alla direzione 180°N. I valori di altezza forniti in tabella sono stati calcolati applicando la funzione estremale di Weibull alle distribuzioni delle altezze misurate, mediante bestfit calcolato con il metodo dei minimi quadrati: P(h<H) = 1 – exp[-(h/a)b] [4.3] dove P(h<H) è la probabilità che un evento di altezza h risulti inferiore al valore H assegnato, mentre a e b sono i parametri della funzione di Weibull. I periodi significativi associati alle altezze d’onda estreme sono stati calcolati dalla relazione [4.1]. Se il progettista fosse invece interessato all’utilizzo del periodo di picco, questo è facilmente calcolabile dalla [4.2]. 7 Hmo (m) DIR (°N) 0.5 1.0 1.5 2.0 0 1.93 1.86 0.35 0.01 30 1.95 1.17 0.20 3.32 60 0.59 0.27 0.04 0.90 90 0.46 0.17 0.02 0.01 120 0.74 0.86 0.26 0.05 0.01 150 2.38 2.88 1.14 0.24 0.03 0.01 180 4.67 4.61 1.48 0.53 0.16 0.05 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 5.0 5.5 6.0 6.5 TOTALE 4.15 0.66 1.92 6.68 0.01 0.01 210 5.60 4.88 2.78 1.45 0.76 0.26 0.08 0.04 240 11.36 12.17 6.07 3.75 2.28 1.39 0.74 0.50 270 5.86 2.73 0.66 0.17 0.09 0.03 0.01 300 2.62 1.17 0.29 0.05 0.01 330 1.37 1.09 0.22 0.01 TOTALE 39.53 33.86 13.51 6.27 11.52 15.85 0.21 0.09 0.04 0.01 0.01 38.62 9.55 4.14 2.69 3.34 1.74 0.84 0.55 0.21 0.09 0.04 0.01 0.01 TAB. 4.1: ALTEZZA D’ONDA SIGNIFICATIVA AL LARGO PER DIREZIONE DI PROVENIENZA 8 100.00 Hmo (m) Ts (sec) 0.5 1.0 ≤3 5.53 0.35 4 20.08 10.98 0.96 5 10.47 12.52 4.86 0.92 0.09 6 2.69 6.26 4.53 2.83 1.12 0.27 0.04 0.02 7 0.53 2.71 2.06 1.73 1.44 0.72 0.26 0.17 0.04 0.01 8 0.05 0.95 0.82 0.60 0.59 0.57 0.36 0.19 0.06 0.03 0.02 4.27 9 0.02 0.08 0.25 0.17 0.10 0.17 0.17 0.13 0.09 0.04 0.01 1.25 10 0.01 0.03 0.02 0.01 0.01 0.01 0.04 0.02 0.01 0.01 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 5.0 5.5 6.0 6.5 7.0 5.88 32.02 28.86 17.73 9.67 0.01 0.01 0.19 11 TOTALE TOTALE 0.01 39.53 33.86 13.51 6.27 3.34 1.74 0.84 0.55 0.21 0.09 0.04 0.01 0.01 TAB. 4.2: ALTEZZA D’ONDA SIGNIFICATIVA AL LARGO PER PERIODO SIGNIFICATIVO 9 - 100.00 SETTORE: 120°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) Hmo (M) Ts (SEC) 1 10 25 50 75 100 1.79 2.39 2.60 2.76 2.84 2.91 5.16 5.97 6.22 6.41 6.50 6.58 SETTORE: 150°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) Hmo (M) Ts (SEC) 1 10 25 50 75 100 2.26 2.85 3.07 3.22 3.31 3.38 5.80 6.52 6.76 6.93 7.02 7.10 SETTORE: 180°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) Hmo (M) Ts (SEC) 1 10 25 50 75 100 2.93 3.80 4.13 4.37 4.51 4.61 6.61 7.52 7.84 8.07 8.20 8.29 CUMULATO SULLA DIREZIONE PERIODO DI RITORNO (ANNI) Hmo (M) Ts (SEC) 1 10 25 50 75 100 5.37 6.72 7.25 7.65 7.88 8.07 8.95 10.00 10.39 10.68 10.83 11.00 TAB. 4.3: ONDE ESTREME AL LARGO PER IL SETTORE DI TRAVERSIA E CUMULATE SULLA DIREZIONE 10 5. MOTO ONDOSO NELL’AREA PORTUALE Per trasportare i valori estremi dal largo in prossimità del molo, si è utilizzato il modello numerico SWAN che, nota la batimetria dell’area, consente di valutare le modifiche subite dal moto ondoso incidente per effetto di shoaling, rifrazione, attrito, dissipazione e frangimento. SWAN (Simulating Waves Nearshore) è un modello numerico molto noto, per cui non si ritiene di prolungarsi nella descrizione (che è contenuta, ad es., nel [rif.7]); ricordiamo solo che è un modello complesso che tiene conto anche delle interazioni non lineari tra le onde e che rappresenta lo stato dell’arte della modellistica costiera. L’area di applicazione del modello è molto vasta, e va dalle acque profonde, rappresentative delle condizioni al largo, fino a costa. Lo schema è infatti costituito da un grigliato applicato ad un’area di 20x10 Km, con condizioni al contorno fornite in acque profonde (circa 450 m): tale scelta comporta condizioni al contorno oggettive e risultati non influenzati dai contorni aperti del modello. 5.1 Condizioni normali Il clima nell’area antistante l’imboccatura del porto è presentato nella Tab.5.1. Si noti la presenza di situazioni di calma in circa l’85% degli eventi, essendo il settore di traversia principale ampio solamente 57° e conseguentemente molte delle onde esistenti al largo non posso giungere in prossimità del porto. Esso è stato calcolato sulla base del clima al largo, non contiene quindi le onde generate localmente nel settore di traversia secondario che, come già evidenziato è pesantemente limitato dal fetch e quindi caratterizzato da altezze d’onda molto basse. DIR (°N) Hm0 (m) 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 TOTALE 120 0.39 0.44 0.12 0.02 - - - - 0.97 150 2.45 2.95 1.23 0.31 0.04 0.01 - - 6.99 180 3.09 2.85 0.94 0.24 0.08 0.02 0.01 - 7.23 TOTALE 5.93 6.24 2.29 0.57 0.12 0.03 0.01 - 15.19 FREQUENZA DELLE CALME: 84.81% TAB 5.1: CLIMA DEL MOTO ONDOSO NELL’AREA ANTISTANTE L’IMBOCCATURA PORTUALE PROFONDITA’ DI CALCOLO: 15 m 5.2 Condizioni estreme Il modello SWAN è stato applicato per valutare i valori estremi delle onde nell’area prospiciente il porto, in particolare nei pressi del molo. I punti di calcolo sono mostrati nella Fig. 5.1. Nelle Fig. 5.2-5.5 vengono mostrati alcuni risultati grafici dei calcoli effettuati mediante il modello: le figure riportano le isolinee delle altezze significative estreme nell’area portuale. 11 Nella Tab. 5.2 sono evidenziati i valori estremi, per i periodi di ritorno considerati, delle onde provenienti da 120°, 150°, 180°N nei punti definiti radice, tronco, testata, lungo il molo. La direzione riportata nella tabella si riferisce alla direzione media locale dell’onda estrema. FIG. 5.1: PUNTI DI CALCOLO DEI VALORI ESTREMI ANTISTANTI IL MOLO 12 SETTORE: 120°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) 1 10 25 50 75 100 RADICE Hmo (M) 1.88 2.41 2.68 2.78 2.84 2.90 TRONCO Hmo (M) 1.90 2.45 2.69 2.79 2.87 2.94 TESTATA1 Hmo (M) 1.90 2.44 2.69 2.81 2.88 3.00 TESTATA2 Hmo (M) 1.91 2.45 2.70 2.83 2.89 3.03 Ts (SEC) DIR (°N) 5.16 5.97 6.22 6.41 6.50 6.58 137 138 139 140 140 140 Ts (SEC) DIR (°N) 5.80 6.52 6.76 6.93 7.02 7.10 144 145 146 147 147 148 Ts (SEC) DIR (°N) 6.61 7.52 7.84 8.07 8.20 8.29 154 153 152 151 150 150 SETTORE: 150°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) 1 10 25 50 75 100 RADICE Hmo (M) 2.11 2.74 2.87 3.04 3.12 3.22 TRONCO Hmo (M) 2.11 2.79 2.97 3.08 3.19 3.33 TESTATA1 Hmo (M) 2.19 2.82 3.00 3.09 3.22 3.35 TESTATA2 Hmo (M) 2.21 2.83 3.04 3.13 3.24 3.37 SETTORE: 180°N PERIODO DI RITORNO (ANNI) 1 10 25 50 75 100 RADICE Hmo (M) 2.10 2.93 3.22 3.58 3.71 3.82 TRONCO Hmo (M) 2.12 3.01 3.29 3.66 3.81 3.89 TESTATA1 Hmo (M) 2.13 3.08 3.37 3.70 3.89 4.01 TESTATA2 Hmo (M) 2.15 3.08 3.41 3.72 3.99 4.02 TAB. 5.2: ONDE ESTREME IN PROSSIMITA’ DEL MOLO 13 FIG. 5. 2: ESEMPIO GRAFICO DEI RISULTATI OTTENUTI DALL’APPLICAZIONE DEL MODELLO SWAN-ONDA ESTREMA DEI 50 ANNI PROVENIENTE DA 120°NSITUAZIONE ATTUALE (sopra) E DI PROGETTO (sotto) 14 FIG. 5. 3: ESEMPIO GRAFICO DEI RISULTATI OTTENUTI DALL’APPLICAZIONE DEL MODELLO SWAN-ONDA ESTREMA DEI 50 ANNI PROVENIENTE DA 150°NSITUAZIONE ATTUALE (sopra) E DI PROGETTO (sotto) 15 FIG. 5. 4: ESEMPIO GRAFICO DEI RISULTATI OTTENUTI DALL’APPLICAZIONE DEL MODELLO SWAN-ONDA ESTREMA DEI 50 ANNI PROVENIENTE DA 180°NSITUAZIONE ATTUALE (sopra) E DI PROGETTO (sotto) 16 FIG. 5. 5: ESEMPIO GRAFICO DEI RISULTATI OTTENUTI DALL’APPLICAZIONE DEL MODELLO SWAN-ONDA ESTREMA DEI 10 ANNI PROVENIENTE DA 150°NSITUAZIONE ATTUALE (sopra) E DI PROGETTO (sotto) 17 6. AGITAZIONE RESIDUA DELLE ONDE NEL BACINO PORTUALE Il porto turistico di Santa Margherita, non dotato di un molo di sottoflutto, è caratterizzato dalla presenza di una certa agitazione ondosa residua, come evidenziato nei numerosi studi esistenti su questo aspetto. Pur non essendo l’area costiera aperta alle mareggiate più intense, come già fatto notare in precedenza, tuttavia le onde provenienti dal settore di traversia riescono in parte a propagarsi all’interno del bacino, dopo aver subito la diffrazione da parte della testata del molo, e interessare le aree più vicine all’imboccatura. Sono tuttavia anche le onde locali, generate su brevi fetches e quindi di altezza molto modesta, che riescono a penetrare senza particolare attenuazione, fino nelle parti più interne del bacino, creando spesso un’agitazione caratterizzata da valori bassi ma da una certa turbolenza delle acque. Pur essendo questo studio finalizzato ad un progetto preliminare, si è cercato comunque di analizzare con un certo dettaglio, almeno per le direzioni più importanti che influenzano l’imboccatura, la penetrazione delle onde all’interno del bacino, in modo da poter valutare, pur in modo preliminare, l’andamento la tranquillità dello specchio acqueo interno. Due sono gli aspetti principali da considerare: la diffrazione delle onde da parte del molo, la riflessione indotta dalle banchine e dai pontili. Per valutare tali aspetti si è fatto ricorso ad un modello numerico e si sono schematizzati sia il layout portuale attuale che quello di progetto, in modo da poter valutare le differenze, in termini di valori di altezza d’onda presenti all’interno del bacino. Il modello selezionato è il PORTOS, già utilizzato in vari studi precedenti [rif.1-4] e applicato nella sua formulazione più semplice, relativa a fondali di profondità costante e ad onde monocromatiche di altezza e periodo noto. Sono stati forniti opportuni coefficienti di riflessione Kr per tutte le strutture portuali e precisamente (fig. 6.1) Kr = 0.9 per i tratti di struttura ove si assiste a riflessione quasi totale, Kr =0.5 nella parte più prossima a riva, in parte assorbente, Kr= 0.2 per tratti caratterizzati dalla presenza di massi, Kr=0, cioè totalmente assorbente, ove sono presenti delle spiagge. Le onde fornite in input al modello matematico sono: • • • le onde estreme decennali da 120° e 150°N le onde corrispondenti a direzioni normalmente presenti nel corso dell’anno, tipicamente da 120°N: le onde generate localmente, in quanto sono le uniche situazioni in cui le onde possono penetrare direttamente nel porto, che provengono da 70° e 90°N. I valori di altezza d’onda sono stati calcolati mediante le semplici relazioni del metodo SMB, che legano altezza e periodo dell’onda al vento nelle condizioni di “fetch-limited” e rappresentano il valore massimo possibile di altezza significativa generata nel golfo. Prima di commentare i risultati si ritiene opportuno evidenziare il fatto che il modello non tiene conto dell’attrito sul fondo e pertanto fornisce risultati decisamente cautelativi. Inoltre, nonostante il progetto contempli l’adozione di strutture antiriflettenti o parzialmente antiriflettenti, si è preferito, tenuto conto dell’attuale fase preliminare, considerare le strutture riflettenti, come evidenziato nella Fig. 6.1: in conseguenza di ciò i risultati vanno considerati decisamente cautelativi. I risultati sono presentati, in maniera grafica che si ritiene di immediato impatto visivo, nelle Fig. 6.2-6.5, dove la distribuzione spaziale delle altezze d’onda è rappresentata mediante una scala cromatica. Per un miglior dettaglio dei risultati, la scala cromatica è diversa nelle singole figure in modo da sottolineare maggiormente le differenze tra situazione attuale e quella di progetto. Dall’analisi dei risultati appare evidente che: 18 • • in tutti i casi analizzati l’agitazione ondosa all’interno del bacino portuale nel layout di progetto è ridotta rispetto alla situazione attuale nella configurazione di progetto le aree interessate da presenza di agitazione ondosa sono di gran lunga inferiori. Si ritiene che non ci sia bisogno di molti commenti perché, soprattutto dall’analisi delle singole aree, è immediato il confronto tra la soluzione progettuale proposta e la situazione attuale e rendersi conto che la configurazione prescelta sembra garantire migliori condizioni di tranquillità interna al bacino. Volendo quantificare i risultati, ricordando sempre che sono decisamente cautelativi, si nota che i valori massimi di altezza d’onda significativa all’interno del bacino sono dell’ordine di 0.25 e 0.33 m rispettivamente per le onde estreme con periodi di ritorno di 10 e 50 anni. Tali risultati garantiscono quindi il rispetto delle raccomandazioni tecniche per la progettazione dei porti turistici [rif.7]: vengono cioè rispettate le cosiddette condizioni di “sicurezza” e “limite” che prevedono onde significative massime pari a 0.30 e 0.50 m rispettivamente per i periodi di ritorno considerati. Kr=90% Kr=50% Kr=20% Kr=0% FIG. 6.1: SCHEMATIZZAZIONE DELLE STRUTTURE PORTUALI IN TERMINI DI COEFFICIENTI DI RIFLESSIONE 19 FIG. 6.2: CONFRONTO TRA AGITAZIONE ONDOSA RESIDUA NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO – MAREGGIATA ESTREMA DECENNALE DA 150°N, Hs=2.85 M, Ts =6.52 S 20 FIG. 6.3: CONFRONTO TRA AGITAZIONE ONDOSA RESIDUA NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO – MAREGGIATA DA 120°N, Hs=2.00 M, Ts=5.50 S 21 FIG. 6.4: CONFRONTO TRA AGITAZIONE ONDOSA RESIDUA NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO – ONDA LOCALE DA 70°N, Hs=0.50 M, Ts=4.50 S 22 FIG. 6.5: CONFRONTO TRA AGITAZIONE ONDOSA RESIDUA NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO – ONDA LOCALE DA 90°N, Hs=1.300 M, Ts=5.00 S 23 7. VARIAZIONI DEL LIVELLO MARINO L’analisi delle variazioni del livello marino è un aspetto fondamentale nella progettazione di un porto perché influisce sulla quota delle banchine e va debitamente tenuto conto nei calcoli della tracimazione delle onde dal molo. Le cause principali delle variazioni del livello del mare sono la marea, il vento e i gradienti barici associati al passaggio delle perturbazioni atmosferiche. 7.1 Condizioni normali Per la definizione della componente dovuta alla marea, ove, come nel caso attuale, non esistano misure, si fa usualmente riferimento ai valori contenuti nelle Tabelle di Marea e cioè ai valori di M.H.W.S., che rappresenta il valore medio di livello, in fase di sizigie, durante l’alta marea, di M.H.W.N., valore medio del livello, in fase di quadratura, durante la bassa marea, di M.T.L., valore medio di marea, di M.L.W.N., valore medio del livello, in fase di quadratura, durante la bassa marea e infine di M.L.W.S., valore medio del livello, in fase di sizigie, durante la bassa marea. Tali valori sono disponibili per le stazioni mareografiche di Genova e di La Spezia: interpolando i valori delle due stazioni, si ottengono i valori di Tab. 7.1. PARAMETRO ALTEZZA (cm) IN SIZIGIE: MHWS 30 IN QUADRATURA: MHWN 25 LIVELLO MEDIO: MTL 15 IN QUADRATURA: MLWN 10 IN SIZIGIE: MLWS 0 TAB. 7.1 – VALORI TIPICI DELL’ESCURSIONE DI MAREA 7.1 Condizioni estreme Mentre per le condizioni tipiche si può far riferimento alle sole 4 componenti di marea che vengono utilizzate nelle tavole, nella stima delle condizioni estreme è consigliabile tener conto anche delle componenti di marea a lungo periodo (semestre e anno) che, pur quasi insignificanti, possono comportare qualche leggero incremento: nella fattispecie si è ipotizzato che, in 100 anni, tali componenti possano portare ad un ulteriore incremento del livello marino di 5 cm. Per le condizioni estreme, è poi doveroso tener conto del cosiddetto “storm surge”, termine inglese con il quale si fa riferimento alle variazioni di livello causato dalle perturbazioni, contributo sia dei gradienti barici che del vento. Per quanto concerne l’influenza della pressione atmosferica sulle variazioni del livello marino, ricordiamo che la pressione atmosferica in un certo punto mostra variazioni abbastanza regolari, di solito con caratteristiche semidiurne di circa 12 ore, e variazioni irregolari principalmente dovute al passaggio di perturbazioni atmosferiche. E’ noto che una variazione della pressione di 1 mb causa una variazione di 1.02 cm al livello marino, secondo la relazione: DP = ρgDh [7.1] 24 dove DP rappresenta il gradiente di pressione atmosferica, ρ è la densità dell’acqua del mare, g l’accelerazione di gravità, Dh la variazione di livello. Variazioni regolari influenzano quindi debolmente il livello dell’acqua, anche perché il livello del mare non risponde istantaneamente al cambio di pressione, ma risponde a un cambio medio di pressione su un’area considerevole. Diversa la situazione nel corso delle perturbazioni, ma sfortunatamente lungo la costa ligure non risultano disponibili analisi statistiche delle variazioni di livello dovute ai gradienti barici. Per quanto concerne le variazioni di livello causate dal trascinamento della massa d’acqua dovuto al vento, queste possono venire calcolate mediante semplici formule analitiche basate sul bilancio tra lo stress del vento, forza di Coriolis e pendenza della superficie del mare nell’approssimazione che il vento soffi perpendicolarmente alla costa (Csanady, 1982). Nel seguito riportiamo la formula, anche se l’ipotesi di vento perpendicolare alla costa è abbastanza lontana dalla realtà per il paraggio in esame: δη/δt = ρarCdrW2 /ρac(fR)0.5 [7.2] dove f è la forza di Coriolis, R il raggio di Rosby, ρar la densità dell’aria, ρac la densità dell’acqua, W la velocità del vento W, Cd il coefficiente di drag Cd (calcolato come Cd = 0.000075W +0.00069, Garrat, 1977). Dovendo tuttavia fornire dei valori, almeno indicativi, nella fase di progettazione preliminare in modo da permettere ai progettisti i calcoli necessari, si sono effettuate varie ipotesi sulle intensità del vento e sui gradienti barici possibili, sulle profondità medie del bacino su cui ha effetto il termine forzante e sulla durata delle perturbazioni. I risultati, che debbono essere considerati esclusivamente come ragionevolmente indicativi dei valori estremi attesi, sono riportati nella Tab. 7.2. PERIODO DI RITORNO (ANNI) 1 MAREA (CM) 15 STORM SURGE (CM) 15 TOTALE (CM) 30 10 16 19 35 25 17 33 50 50 18 37 55 75 19 41 60 100 20 45 65 TAB. 7.2 – VALORI ESTREMI INDICATIVI DELL’INNALZAMENTO DEL LIVELLO DEL MARE PER I VARI PERIODI DI RITORNO CONSIDERATI Nonostante la semplicità delle formulazioni usate, dall’analisi dei valori estremi contenuti nei rapporti riportati in bibliografia si nota un accordo più che sufficiente tra i valori qui ipotizzati e quelli calcolati magari con tecniche più sofisticate. Nella fase di progettazione definitiva, la stima potrà essere effettuata mediante l’applicazione di un opportuno modello numerico. 25 8. CIRCOLAZIONE COSTIERA E RICAMBIO DELLE ACQUE Lungo le coste liguri, la circolazione della acque non rappresenta un grande problema, in quanto le caratteristiche generali del campo di corrente mostrano un idrodinamismo piuttosto notevole, legato sia alla circolazione generale del Mediterraneo, che lungo l’arco ligure evidenzia un andamento del flusso verso ovest e sud ovest, sia all’influenza diretta del vento nel trascinamento delle masse d’acqua. Localmente, come ben evidenziato negli studi precedenti (Fig. 8.1), la corrente costiera indotta dai venti tipici è piuttosto intensa. Nella stagione estiva i venti litoranei sono in generale associati al regime di brezza, e la circolazione delle acque costiere è indotta solamente dalla marea e dalla brezza. La marea (Fig. 8.2) induce correnti debolissime, addirittura quasi trascurabili mentre la brezza correnti leggermente più intense, ma certo caratterizzate da velocità di gran lunga inferiori quelle presenti nelle altre stagioni. In queste condizioni la circolazione all’interno del bacino portuale potrebbe comportare anche la presenza, soprattutto nella parte più lontana dall’imboccatura, di acque stagnanti e di lunghi tempi di ricambio delle acque confinate. E’ ovvio che in tali situazioni eventuali rifiuti galleggianti tendono a permanere in loco, con conseguenze estetiche poco opportune e, soprattutto, con conseguenti cattivi odori non certo raccomandabili. Per valutare i tempi di ricambio viene comunemente usato, almeno nella fase di progetto preliminare, il metodo del “prisma di marea” ; tale metodo è applicabile in situazioni di acque basse e interessate da scarsa o nulla circolazione. Secondo tale metodo semplificato, il ricambio delle acque di un bacino portuale è assicurato solamente dal flusso e riflusso della marea e dal volume totale di acqua entrante nel bacino dal mare durante un intero ciclo di marea. A tal fine si suddivide il bacino in celle (in genere ogni cella corrisponde a una darsena) e si valuta il ricambio delle acque tra cella e cella assumendo quale indice della velocità di ricambio di ciascuna cella il rapporto tra il volume della cella in fase di alta marea e il volume di marea della cella stessa. Tale rapporto è rappresentativo della costante di tempo (espressa in cicli di marea) della legge di diminuzione della concentrazione di una sostanza disciolta nelle acque del bacino per effetto della progressiva diluizione dovuta alla marea. Nel caso attuale, considerata la tipologia del porto, costituito praticamente di un’unica cella, la sua notevole profondità, e l’escursione molto bassa della marea, l’applicazione del metodo porterebbe a risultati del tutto identici per la configurazione attuale e per quella di progetto. E’ allora consuetudine, negli studi di qualità delle acque portuali, analizzare il problema cercando di quantificare le possibili concentrazioni massime degli inquinanti: anche se lo scarico nelle acque portuali è rigorosamente vietato dalla legge, la fonte inquinante che si va ad analizzare è costituita dagli scarichi igienico-sanitari delle barche ormeggiate nel porto turistico. I valori di concentrazione di tre tipologie di microrganismi, i colibatteri fecali, i colibatteri totali e gli streptococchi, risultano infatti di notevole importanza, anche nel caso di rispetto totale della legge, in quanto rappresentano un “indice” significativo non solo per motivi igienici, ma anche per valutare l’impatto del porto sulle acque di balneazione delle spiagge adiacenti. Tale studio comporta l’adozione di un modello idrodinamico prima, di un modello dispersivo poi. L’applicazione di entrambi i modelli è impossibile nella fase attuale, considerata la brevità dei tempi concessi per lo studio. Lasciando quindi l’esecuzione di simulazioni modellistiche di dettaglio alla fase di progettazione definitiva, in questa fase si ritiene sufficiente riportare quanto contenuto negli studi già effettuati per il Comune di Santa Margherita Ligure, in particolare quanto contenuto nelle relazioni tecniche in [rif 1, 3], dove si pone l’accento sul fatto che le concentrazioni dei possibili inquinanti, dovuti agli scarichi delle imbarcazioni, che interessano il litorale sono insignificanti, con valori di concentrazioni variabili da 0.1 a 0.001. Successivamente, dopo aver confrontato la configurazione portuale esistente nel 2002-2005 con la configurazione che allora era proposta come progetto (costituita da un molo di sottoflutto nel lay-out 2002 e successive modifiche del lay-out del 2005), si evidenziava che i risultati presentano valori del tutto analoghi sia nella configurazione attuale che nella configurazione di progetto. 26 Questo è dovuto al fatto che la profondità media del bacino, piuttosto elevata in ambito costiero, la profondità dei fondali del porto, e le caratteristiche orografiche fanno sì che, anche in situazioni di debole circolazione unite a situazioni di scarsissimo decadimento batterico, l’eventuale inquinamento (si ricorda che gli scarichi dalle imbarcazioni sono vietati dalla legge) risulti molto contenuto. Nella configurazione portuale qui proposta, dove il molo di sottoflutto è assente e l’unica modifica sostanziale al layout portuale è costituita dal pontile a nord, l’impatto dovrebbe risultare praticamente nullo all’interno del porto e addirittura migliorativo all’esterno, come si evince guardando l’andamento della circolazione costiera estiva e la Fig. 8.3 che evidenzia l’andamento delle concentrazioni di inquinanti nel caso di brezza da sud e di marea in fase di sizigie. Il pontile a nord del porto non può infatti modificare il campo di concentrazione in caso di marea, che rimane confinato entro il bacino, mentre può certamente contribuire a ridurre il flusso verso nord in caso di brezza. Si noti tuttavia, dalla scala grafica riportata sulla figura, i valori di concentrazione degli inquinanti, valori talmente bassi da risultare trascurabili ai fini pratici. Si ritiene pertanto che la nuova configurazione del porto proposta in progetto non influenzi minimamente la circolazione e il ricambio delle acque del bacino. 27 • • FIG. 8.1: ESEMPIO DELLA CIRCOLAZIONE INDOTTA DALLA MAREA IN FASE DI SIZIGE [Rif. 3] 28 FIG. 8.2: ESEMPIO DELLA CIRCOLAZIONE INDOTTA DA VENTO PROVENIENTE DA NORD (DESTRA) E DA SUD (SINISTRA) [Rif. 3] 29 FIG. 8.3: CONFIGURAZIONE ATTUALE - CAMPO DISPERSIVO DELL'INQUINANTE - SITUAZIONE ESTREMA CON CAMPO DI CORRENTE INDOTTO DALLA BREZZA DA SUD (DESTRA) E DALLA MAREA IN SIGIZE (SINISTRA)[Rif. 1] 30 9. CONSEGUENZE SUI LITORALI A NORD DEL PORTO Immediatamente a nord del porto turistico è ubicata la Spiaggia Ghiaia (Fig. 9.1), che è stata oggetto di una riqualificazione totale, con strutture di protezione e ripascimento con apposito materiale. La realizzazione del progetto ha permesso di modificare la pendenza dei fondali più prossimi a riva e di avanzare la linea di riva di circa 10 m verso mare. 13' 09° 14' 5 10 Seno di Pagana SANTA MARGHERITA P.ta Pagana 20 Spiaggia Ghiaia 20' 5 10 10 30 P.ta Bagno delle Donne FIG. 3.1 – AREA DI STUDIO FIG. 9.1: UBICAZIONE DELLA SPIAGGIA GHIAIA E CARATTERISTICHE DEL PROGETTO REALIZZATO 31 Si tratta di un’area esposta ad un ristretto settore di traversia, circa 30° (da 120° a 150°N circa) poiché la struttura portuale protegge la spiaggia dalle mareggiate più intense. Come si osserva dagli studi effettuati in precedenza [rif. 4], il clima ondoso antistante la spiaggia è caratterizzato da situazioni di calma nel 93% circa del tempo (Tab. 9.1), il trasporto trasversale potenziale è diretto verso il largo solo nel 6-7% degli eventi (Tab. 9.2), il set-up massimo è dell’ordine di 1 m e il run-up massimo dell’ordine degli 80 cm (Tab. 9.3). Poiché gli unici interventi che potrebbero in qualche modo interferire con la spiaggia sono rappresentati dall’allungamento del moletto di accosto dei battelli turistici, con banchina “a giorno” antiriflettente, e dalla costruzione di un pontile fisso su pali infissi nel fondale, con inserita fra i pali una paratia di palancole, interrotta per formare un varco di circa 20 m per favorire la circolazione idrica, se ne deduce ragionevolmente che l’impatto conseguente ala nuova realizzazione portuale dovrebbe essere nullo. DIR (°N) 1.5 Hs (m) 2 0.5 1 2.5 3 TOTALE 105 0.04 0.01 0.00 0.00 0.00 0.00 0.05 120 0.38 0.38 0.15 0.02 0.00 0.00 0.93 135 0.68 1.05 0.31 0.07 0.01 0.00 2.12 150 1.30 1.58 0.61 0.14 0.02 0.00 3.64 165 0.27 0.21 0.05 0.00 0.00 0.00 0.53 TOTALE 2.66 3.23 EVENTI RESIDUI: 92.73 % 1.12 0.23 0.04 0.00 7.27 TAB. 9.1: SPIAGGIA GHIAIA – CLIMA DEL MOTO ONDOSO ANTISTANTE ALLA PROF. DI 10 m (DA Rif. 4] TRASPORTO TRASVERSALE INDICE DI HATTORI (%) VERSO COSTA (< 0.3) EQUILIBRIO (0.3-0.7) VERSO IL LARGO (> 0.7) SEZIONE SEZIONE SEZIONE 1 2 3 44 41 39 52 53 53 4 6 7 TAB. 9.2: SPIAGGIA GHIAIA – DISTRIBUZIONE (%) MEDIA ANNUALE DEL TRASPORTO VERSO COSTA E VERSO IL LARGO SECONDO L’INDICE DI HATTORI [DA Rif. 4] 32 VALORI IN SEZIONE SEZIONE SEZIONE METRI 1 2 3 SET-UP MEDIO 0.2 0.3 0.3 SET-UP 95 % 0.5 0.5 0.5 SET-UP MAX 1.0 1.1 1.1 RUN-UP MEDIO 0.2 0.2 0.2 RUN-UP 95 % 0.4 0.4 0.5 RUN-UP MAX 0.8 0.8 0.9 TAB. 9.2: SPIAGGIA GHIAIA – SITUAZIONE DI PROGETTO: STIME DI “SET-UP” E “RUN-UP” DELLE ONDE IN BASE AL CLIMA MEDIO ANNUALE (DA Rif. 4] Per verificare questa affermazione, si possono confrontare gli andamenti del campo di moto ondoso nella situazione attuale e nel lay-out di progetto: poiché il settore direzionale 120° è l’unico che può essere influenzato dalle modifiche al lay-out portuale, nella Fig. 9.2 vengono mostrati i dettagli, in termini di isolinee di altezza d’onda significativa, della mareggiata estrema cinquantennale caratterizzata da direzione al largo di 120°N per la situazione attualmente esistente e per la situazione di porto modificato secondo il progetto qui esaminato. Si noti la perfetta sovrapposizione delle isolinee nei due casi, segno indiscutibile che la nuova configurazione portuale non influenza minimamente il campo di moto ondoso antistante la spiaggia ghiaia. Nella Fig. 9.3 vengono evidenziati i soli effetti di diffrazione-riflessione causati dall’interazione tra moto incidente e strutture portuali. Poiché il modello SWAN con cui sono state effettuate le simulazioni delle mareggiate tiene conto in maniera semplificata del processo di diffrazione, si è ritenuto opportuno evidenziare gli eventuali effetti sull’area antistante la spiaggia ghiaia utilizzando il modello PORTOS, già utilizzato in precedenza, per la direzione al largo 120°N, evidenziando l’andamento dell’indice di diffrazione, che è definito come il rapporto tra l’altezza d’onda incidente e l’altezza d’onda diffratta. Dal confronto tra la situazione attuale e quella di progetto, si nota, dalla scala cromatica riportata sulla figura, che la leggera modifica della scogliera che costituisce il riccio di testata, che verrà risagomata, comporta un leggero decremento dell’indice di diffrazione nell’area antistante la spiaggia ghiaia, che sarà pertanto interessata da un campo diffratto leggermente meno intenso. Se ne conclude quindi che le modifiche previste in progetto, che verranno apportate alla configurazione portuale attuale, non modificano assolutamente il moto ondoso tipico ed estremo antistante la spiaggia ghiaia e, conseguentemente, non modificano né le caratteristiche del trasporto, né i valori di set-up e run-up delle onde. 33 SPIAGGIA IN GHIAIA Hs (m) 0 0.4 0.8 1.2 1.6 2 2.4 2.8 3.2 3.6 4 4.4 SPIAGGIA IN GHIAIA FIG. 9.2: SPIAGGIA GHIAIA: CONFRONTO CAMPO DI MOTO ONDOSO ESTREMO DA 120°NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO 34 FIG. 9.3: SPIAGGIA GHIAIA - CONFRONTO TRA CAMPO DI MOTO ONDOSO DIFFRATTO DAL PORTO NELLA SITUAZIONE ATTUALE E DI PROGETTO – MAREGGIATA DA 120°N 35 10. CONCLUSIONE I dati e le informazioni presentate in questo documento rappresentano quanto necessario per la redazione del Progetto Preliminare di modifica e ampliamento del porto turistico di Santa Margherita Ligure. Sono stati, infatti, presentati risultati relativi sia alle caratteristiche meteo-marine tipicamente presenti nel paraggio di Santa Margherita Ligure, sia alle condizioni estreme, in particolare di onde e di livello marino, che sono indispensabili per soddisfare la necessità di dimensionare in maniera adeguata le strutture portuali. Nello studio si è fatto spesso riferimento a studi precedenti esistenti nell’area, sia riguardanti il porto che l’intero litorale, messi gentilmente a disposizione dal Comune ed elencati in bibliografia. Anche se le varie prescrizioni rimandano al progetto di dettaglio gli studi relativi all’agitazione residua dovuta alla penetrazione del moto ondoso nel bacino portuale, si è preferito verificare da subito la capacità di ridurre, rispetto alla situazione esistente, l’agitazione ondosa interna al bacino da parte del lay-out progettuale proposto. I risultati, pur basati su assunzioni molto cautelative, dimostrano inequivocabilmente una maggiore attenuazione delle onde che penetrano all’interno e una riduzione della superficie del bacino interessata dalla presenza di agitazione. Sarà certamente opportuno, in fase di progetto definitivo, incrementare le capacità antiriflettenti delle nuoce strutture, in modo da migliorare ulteriormente la tranquillità complessiva del bacino. S’ è concesso anche ampio spazio alla valutazione delle eventuali modifiche che il nuovo layout del porto comporta in termini di impatto: sono stati quindi esaminati sia l’impatto sulla circolazione costiera indotto dalle modifiche allo stato attuale, sia il ricambio delle acque nel bacino, analizzando anche le possibili modifiche alle distribuzioni spaziali delle concentrazioni di inquinanti all’interno e all’esterno del porto turistico. Inoltre, tenuto conto che recentemente il Comune di Santa Margherita Ligure ha provveduto alla risistemazione del litorale a nord del porto, in particolare della cosiddetta Spiaggia Ghiaia, si è cercato di valutare l’eventuale influenza del nuovo lay-out sui parametri più significativi che determinano la stabilità della spiaggia. Come evidenziato nei vari capitoli precedenti, nello studio si è sempre fatto riferimento a situazioni cautelative, sia nella scelta dei dati di input ai modelli che nella trattazione della fenomenologia fisica. Tuttavia, i risultati ottenuti evidenziano che l’impatto sulle aree circostanti, indotto dalle modifiche previste nel progetto qui esaminato, è nullo in tutte le situazioni, mentre, per quanto concerne la tranquillità delle imbarcazioni all’interno del bacino, si assiste ad un deciso miglioramento dell’agitazione ondosa residua rispetto alla situazione attuale. Si ritiene pertanto che, pur nei limiti temporali imposti dalle tempistiche richieste, lo studio qui descritto possa soddisfare completamente le esigenze di un progetto preliminare. Sarà ovviamente necessario, in fase di progettazione definitiva, riaffrontare in maniera ancora più dettaglia le principali problematiche in modo da pervenire ad un lay-out portuale ottimizzato in tutte le sue componenti. 36 11. BIBLIOGRAFIA 1. Piano Particolareggiato dell’area portuale – Procedura di V.I.A. – “Analisi della circolazione costiera e della qualità delle acque conseguenti alla realizzazione della nuova configurazione portuale”, D.E.A.M., Agosto 2002 2. Documentazione Progettuale e Completamento del Piano particolareggiato dell’ambito portuale – “Studio idraulico-marittimo”, D.E.A.M., Gennaio 2005 3. Sistemazione a mare della zona ex cantieri navali di Via Milite Ignoto –“ Studio idraulico-marittimo”, D.E.A.M., Ottobre 2006 4. Difesa e riqualificazione del litorale Spiaggia Ghiaia – “Analisi della dinamica litoranea e verifica del progetto di ripascimento”, D.E.A.M., Settembre 2004 5. M.Manohar, I.E. Mobarek, N.A.El Sharaky, “Characteristic wave periods”, Proc. Coastal Engin. Conf., Honolulu, Hawai, Vol.1, pag. 273-288 6. Boccotti P. - “Idraulica Marittima” – UTET, 1997 7. PIANC “Raccomandazioni tecniche per la progettazione di porti turistici”, Febbraio 2002 37