SALUTE DONNA E LAVORO
A cura di dott.sa Mariateresa Ferrari SPSAL ASL BG
SALUTE DONNA E LAVORO
La tutela della lavoratrice e della sua
gravidanza ….è un indicatore….della
civiltà e della equità di una società che
non voglia limitarsi a guardare al lavoro
soltanto come sfruttamento……*
•dott. Stefano Beccastrini, responsabile del Centro Regionale di
documentazione per la prevenzione ambientale e del lavoro
(Regione Toscana)
ART.37 DELLA COSTITUZIONE DELLA
REPUBBLICA ITALIANA
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti
e, a parità di lavoro, le stesse
retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire
l'adempimento della sua essenziale
funzione familiare e assicurare alla
madre e al bambino una speciale,
adeguata protezione
Oltre ai dettati costituzionali, in Italia
esistono diverse leggi che intervengono
per la tutela dei diritti delle donne:
 diritti civili e di pari opportunità
 diritti collegati alla specificità
femminile, soprattutto per quanto
attiene la gravidanza e la maternità.
Su questo argomento la legislazione italiana
è in linea con quella europea e, a volte, più
avanzata.
PRINCIPALI LEGGI E DECRETI
legge 903 del 1977
legge 1204 del 1971
legge n. 53 dell’8 marzo del 2000
Decreto legislativo 645 del 1996
Linee Direttrici emanate dall’UE il 5
ottobre 2000
DECRETO 151/2001
Testo Unico sulla tutela della
maternità e della paternità:
ricomprende in un unico testo molte
normative precedenti
ricomprende anche tutti i diritti e
doveri per assicurare la salute e
sicurezza sul lavoro
ricomprende e innova significativamente
anche i diritti dei genitori
Il secondo capo del D.Lgs 151/2001 è
dedicato alla tutela della salute della
lavoratrice in gravidanza, puerperio e
allattamento.
Introduce l’obbligo per il datore di
lavoro della valutazione dei rischi che
potrebbero nuocere alla gravidanza;
obbligo di informare preventivamente le
lavoratrici.
IN CASO DI RISCHIO PER LA DONNA IN
GRAVIDANZA, PUERPERIO O ALLATTAMENTO
IL D.L. deve adottare tutte le misure
necessarie per evitare l’esposizione
se le modifiche non sono possibili il D.L.
deve informare la Direzione del Lavoro,
affinché predisponga l’astensione
anticipata dal lavoro della donna gravida.
IL DECRETO 151/2001 evidenzia che la
valutazione dei rischi e la messa in atto
di appropriate misure preventive si
impongono anche senza la presenza di
lavoratrici in gravidanza.
Questa normativa prevede speciali
garanzie e diritti idonei ad assicurare
l’essenziale funzione familiare della
donna.
Le linee direttrici della UE approvate il 5
ottobre del 2000, approvate con il Decreto
Legislativo 151/2001 riguardano:
 la valutazione degli agenti chimici, fisici e
biologici
 i processi industriali ritenuti pericolosi
 i movimenti e le posizioni di lavoro, la
fatica mentale e fisica e gli altri disagi
fisici e mentali connessi con l’attività
svolta.
la valutazione del rischio per le
lavoratrici costituisce una
valutazione addizionale e non
“asessuata”del rischio che deve
essere eseguita conformemente
alle disposizioni del D.Lgs
626/94
La valutazione deve comprendere
 identificazione dei pericoli
 identificazione delle categorie
di lavoratrici
 valutazione del rischio sia in
termini qualitativi che
quantitativi
Natura, grado e durata
dell’esposizione dovranno essere
valutati dal datore di lavoro al
fine
 valutare tutti i rischi e tutte le
ripercussioni sulla gravidanza o
l’allattamento
 definire le misure da adottare.
Una seconda riflessione sul binomio
donna-lavoro è relativa alle
caratteristiche del lavoro svolto
prevalentemente da personale
femminile, quindi alla cosiddetta
"divisione sessuale" del lavoro, che
differenzia i compiti lavorativi di
maschi e femmine.
La tutela della salute, dell’igiene e della
sicurezza sul lavoro è un diritto garantito
dalla Costituzione e da numerose leggi e
valido in ogni luogo di lavoro, per ogni
mansione e in ogni settore di attività.
Il diritto alla tutela si applica a chiunque
lavori, donna o uomo, adulto o minore,
portatore di handicap o no, italiano o
straniero.
PER GARANTIRE TALE DIRITTO OCCORRE
 valutare “tutti” i fattori di rischio e
le loro conseguenze
 considerare “tutti” i possibili soggetti
esposti
 definire le opportune misure di
sicurezza
Una corretta stima dei rischi lavorativi
deve integrare valutazioni quantitative
con il contributo di esperienze,
conoscenze, percezione di lavoratori e
lavoratrici.
La stima corretta permette di
evidenziare la presenza di disturbi e
patologie non strettamente correlati
all’ambiente di lavoro
(Work-Related-Disorders)
Al fine di raggiungere l’obiettivo
di un approccio complessivo alla
valutazione e gestione dei rischi
lavorativi occorre inoltre la
partecipazione attiva di tutti i
lavoratori, uomini e donne,
valorizzando le singole
esperienze, la soggettività e le
aspettative.
Nella valutazione occorre valutare le
specificità biologiche e le caratteristiche
anatomiche e fisiologiche tra gli individui,
in particolare tra:
 uomini e donne
 adulti e minori
 persona e persona
i fattori di rischio possono provocare
conseguenze e danni diversi a seconda
dell’individuo esposto.
Banca Dati INAlL e ISTAT. (anno 2000)
popolazione fem. residente = 51%
Popolazione fem. occupata = 38%
prevale attività di tipo dipendente:

7% posizioni dirigenziali

55% impiegata

38% operaia.
Infortuni (1998-2000)
incremento del 9% circa di denunce
Analisi dei dati:

calo del numero di casi in Agricoltura
(anche per la riduzione degli occupati
nel settore)

aumento dei casi nell’Industria e nei
Servizi
Modalità di accadimento:
settore agricolo = 40% degli infortuni
determinato da colpi e cadute
Industria e Servizi = non è individuabile una forma
prevalente.
Tessile

ago e macchina per cucire
Alimentare

coltelli e attrezzi da taglio
Sanità

mov. manuale di degenti

malattie professionali : andamento crescente dei
casi denunciati, dal 1996 al 2000 aumento del 39%.

maggiore informazione relativa alla indennizzabilità
della malattia e maggiore predisposizione della
donna a seguire l ’iter

Le malattie non tabellate costituiscono il 70% delle
denunce (per gli uomini la percentuale è pari a 50).
il maggior numero di malattie si registra nel Nord:

Emilia Romagna 26%

Lombardia 12%
studi internazionali dimostrano, nelle
occupazioni a dominanza maschile:
 le donne hanno un tasso di assenze
dal lavoro doppio
 l’abbandono anticipato del lavoro per
cause di salute è dovuto per le donne
prevalentemente a disturbi muscoloscheletrici e psicologici, per gli uomini
a malattie cardiovascolari.
il percorso della prevenzione
che salvaguardi la salute della
donna deve tener conto:
 delle caratteristiche proprie
del lavoro femminile
 della specificità biologica
 del lavoro domestico
L’OCSE ha pubblicato nel 1993 un
Rapporto sulla situazione donne, salute,
lavoro.
Tale rapporto ripropone il principio
dell’OMS
“salute = benessere psico-fisico-sociale”
Nel 2003 è stata presentata
ufficialmente la relazione dell’Agenzia
europea per la salute e la sicurezza
sul lavoro
“Gender issues in safety and health A review”
(Problemi di genere nella sicurezza e la
salute – Resoconto)
tra gli obiettivi della “Strategia
comunitaria in materia di salute e
sicurezza sul lavoro”2002-2006,
figura il “mainstreaming”, ovvero
l’integrazione della dimensione di
genere nelle attività di sicurezza e
salute sul lavoro.
Tra la vita lavorativa delle donne e
quella degli uomini vi sono differenze
fondamentali che influiscono sulla
loro sicurezza e salute sul luogo di
lavoro (SSL).
Le misure attuate per la prevenzione
dei rischi devono, quindi, tenere
conto di tali differenze
L’indagine rivela che nelle realtà
lavorative europee la progettazione del
lavoro, la sua organizzazione e la sua
dotazione in attrezzature sono spesso
basate sul modello dell’uomo “medio”
Anche i rischi legati al lavoro per la
sicurezza e la salute delle donne sono
stati sottovalutati e trascurati rispetto
a quelli per gli uomini, sia nella ricerca
che nella prevenzione.
Nella presentazione della
relazione, il commissario Anna
Diamantopoulou ha affermato
“La presente relazione dimostra
quanto, nella prevenzione dei
rischi, sia importante prendere in
considerazione il genere allo scopo
di migliorare la prevenzione dei
rischi connessi al lavoro sia per gli
uomini che per le donne”
Il direttore dell'Agenzia, HansHorst Konkolewsky, ha sottolineato
“Il nostro studio rivela che
l’orientamento tradizionale sulla
prevenzione può dare una
sottovalutazione dei rischi effettivi,
specialmente nei confronti della
salute delle donne……”
La disuguaglianza tra i sessi
all’interno del luogo di lavoro può
influire sulla sicurezza e salute sul
lavoro delle donne.
Le donne svolgono ancora la maggior
parte dei lavori domestici non
retribuiti e si prendono cura dei
bambini e dei parenti anche se
lavorano a tempo pieno.
PRINCIPALI CONCLUSIONI DELLA
RELAZIONE
Sono necessari sforzi continui per
migliorare le condizioni di lavoro sia delle
donne che degli uomini.
Le differenze di genere nelle condizioni
di lavoro si ripercuotono sulle differenze
di genere nelle conseguenze per la salute
legate al lavoro.
sarebbe possibile applicare le direttive
esistenti in modo più sensibile al
genere.
Il successo di questi interventi, che
tengono conto del genere, richiede la
partecipazione di tutti i lavoratori
interessati e l’esame delle situazioni di
lavoro effettive.
Un approccio globale, partecipato ed
attento alle differenze alla SSL,
migliorerebbe la prevenzione dei rischi
professionali per il bene tanto delle
donne quanto degli uomini.
Le donne non formano un gruppo
omogeneo e non tutte le donne
svolgono lavori tradizionalmente
“femminili”. Lo stesso vale per gli
uomini. Un approccio globale deve
tenere conto della diversità.
 forte segregazione per quanto riguarda il
genere nel mercato del lavoro dell’UE
 le donne e gli uomini sono esposti ad
ambienti di lavoro diversi.
 forte segregazione verticale sul luogo di
lavoro. Gli uomini, in genere, occupano posti
più importanti.
 Le donne sono più numerose nei lavori ad
orario ridotto, in cui la segregazione è
ancora più pronunciata.
altre differenze dovute al genere
nelle condizioni di lavoro che si
ripercuotono anche sulla sicurezza e
salute sul lavoro:
si trovano più donne in attività
precarie e mal retribuite, il che si
ripercuote sulle loro condizioni di
lavoro e sui rischi cui sono esposte.
La consultazione e la
partecipazione dei lavoratori sono
un fattore importante per una
corretta prevenzione dei rischi,
ma le donne spesso lavorano in
posti in cui la rappresentazione
sindacale è più debole e sono meno
presenti a tutti i livelli del
processo decisionale.
 Le donne non sono sufficientemente
rappresentate nei processi decisionali
riguardanti la salute e la sicurezza sul
lavoro.
 Le donne dovrebbero partecipare in
modo più diretto e le loro esperienze,
conoscenze e competenze dovrebbero
essere prese in considerazione
nell’attuazione delle strategie di SSL.
ALCUNI ESEMPI
Movimenti ripetuti arti superiori:
elevata incidenza in alcune attività
altamente ripetitive svolte da donne,
quali i lavori alla catena di montaggio
“leggera”, l’attività di introduzione
dati, i lavori nelle aziende del
settore alimentare e nel settore
tessile-abbigliamento.
Stress
elevati tassi anche per gli uomini
donne





molestie sessuali
discriminazione
lavori poco qualificati
lavori con elevato peso emotivo
doppio peso del lavoro domestico
Sostanze sensibilizzanti: prodotti detergenti,
sterilizzanti, polvere nei guanti protettivi di
latex, lavoro con mani bagnate (catering) o
contatto con sostanze detergenti o prodotti
chimici per parrucchieri.
Agenti infettivi: nell’assistenza sanitaria o
nelle attività a contatto con bambini
Attrezzature di lavoro: molti indumenti e
attrezzature di lavoro sono stati concepiti
per “l’uomo medio”, con problemi per molte
donne e anche per molti uomini che escono
dalla media
Salute riproduttiva: fertilità, disturbi
mestruali, menopausa e salute riproduttiva
anche maschile
Lavoro d'ufficio: interessa un numero
elevato di donne, i rischi più frequenti
sono l'affaticamento visivo (uso
prolungato di videoterminali) il
mantenimento di posture incongrue
Orario di lavoro inadeguato: in genere
gli uomini hanno orari molto lunghi di
lavoro retribuito, mentre le donne
svolgono più lavoro domestico non
retribuito.
INSERIRE LE PROBLEMATICHE LEGATE AL
GENERE NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Per migliorare le condizioni di lavoro sia delle
donne che degli uomini sono necessari sforzi
continui.
Se si adotta una strategia che non tiene conto
del genere, si corre il pericolo di sottovalutare
o addirittura di ignorare le donne come
lavoratrici.
TABELLA 1 — ESEMPI DI PERICOLI E DI
RISCHI RISCONTRATI IN ATTIVITÀ
LAVORATIVE PREVALENTEMENTE
FEMMINILI
(1) “Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e
dalla società: una nuova strategia comunitaria
per la salute e la sicurezza del lavoro 20022006”. Comunicazione della Commissione
europea, COM (2002).
SETTORE SANITARIO
Rischi
Biologici: malattie infettive
Fisici: MMC, posture incongrue, radiazioni
ionizzanti e non
Chimici: detergenti, sterilizzanti,
disinfettanti, farmaci, gas anestetici
Psicosociali: lavoro ad alto coinvolgimento
emotivo, lavoro a turni e lavoro notturno,
violenza da pazienti e da utenti
SETTORE PULIZIE
Rischi
Biologici:
Fisici:
e cadute
malattie infettive
MMC, posture incongrue, scivolamenti
Chimici:
detergenti
Psicosociali:
orari di lavoro
SETTORE PRODUZIONE ALIMENTARE
Rischi
Biologici:
malattie infettive trasmesse da animali
Fisici:
movimenti ripetuti degli arti superiori, ferite,
basse temperature, rumore
Chimici:
residui di pesticidi, agenti sterilizzanti,
integratori e spezie sensibilizzanti
Psicosociali:
montaggio
stress da lavoro ripetitivo in catene di
SETTORE TESSILE E ABBIGLIAMENTO
Rischi
Biologici:
polveri organiche
Fisici:
rumore, Movimenti ripetuti degli arti sup.,
posture incongrue, MMC.
Chimici:
tinture e altri prodotti
Psicosociali:
stress per lavoro ripetitivo in catena
SETTORE MANIFATTURA LEGGERA
Rischi
Fisici:
movimenti ripetitivi arti sup., MMC, posture
incongrue
Chimici:
in microelettronica
Psicosociali:
stress per lavoro ripetitivo a catena
SETTORE PARRUCCHIERI
Rischi
Fisici:
posture incongrue (postura eretta statica),
movimenti ripetitivi arti sup., ferite da taglio
Chimici:molteplici
prodotti, tra cui sostanze
sensibilizzanti e irritanti
Psicosociali:
lavoro a ritmo sostenuto, stress per
contatto con i clienti
SETTORE AGRICOLTURA
Rischi
Biologici:malattie
muffe,spore.
Fisici:
infettive trasmesse da animali,
MMC, posture incongrue, microclima
Chimici:
pesticidi
UN MODELLO PER RENDERE LA VALUTAZIONE DEI
RISCHI PIÙ “SENSIBILE AL GENERE”
La valutazione dei rischi deve tenere
conto delle problematiche, delle
differenze e delle disuguaglianze legate
al genere.
Il lavoro, la sua organizzazione e le
attrezzature per svolgerlo devono essere
concepiti per adattarsi alle persone e non
viceversa.
La legislazione richiede che i datori di
lavoro procedano ad una gestione dei
rischi basata sulla valutazione dei rischi,
il che può essere suddiviso in cinque fasi
1.
2.
3.
4.
5.
Individuazione dei pericoli
Valutazione dei rischi
Scelta e Attuazione delle soluzioni
Controllo
Riesame
FASE 1: INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI
 considerare i pericoli più frequenti nei lavori a
prevalenza maschile e in quelli a prevalenza femminile
 chiedere ad ogni lavoratore, donna e uomo, quali
problemi incontra nel suo lavoro, in modo strutturato
 evitare di dare per scontato ciò che può sembrare
“evidente”
 non dimenticare il personale ad orario ridotto,
temporaneo o interinale
 incoraggiare le donne a segnalare i problemi che,
secondo loro, possono influire sulla loro sicurezza e
salute sul lavoro
FASE 2: VALUTAZIONE DEI RISCHI
 esaminare i lavori che vengono svolti
realmente e il vero ambiente di lavoro
 non stabilire nulla a priori sull’esposizione
 fare attenzione ad evitare i pregiudizi legati
al genere nell’attribuire una priorità alta,
media o bassa ai rischi
 fare partecipare le donne alla valutazione dei
rischi.
FASE 3: ATTUAZIONE DELLE
SOLUZIONI
 cercare di eliminare i rischi alla fonte al
fine di fornire un luogo di lavoro sicuro e
sano per tutti i lavoratori. Questo
comprende anche i rischi per la salute
riproduttiva
 considerare le diverse popolazioni e
adeguare il lavoro e le misure preventive ai
lavoratori.
 fare partecipare le donne al processo
decisionale e all’attuazione delle
soluzioni
 assicurarsi che tanto le donne quanto
gli uomini ricevano informazioni e
formazione sulla SSL
 verificare che sia considerato anche il
personale ad orario ridotto, il
personale temporaneo e quello
interinale.
FASI 4 E 5: CONTROLLO E
RIESAME.
 verificare che le donne partecipino ai
processi di controllo e di riesame
 tenersi aggiornati sui nuovi sviluppi nel
campo della salute professionale in
relazione al genere.
 La sorveglianza della salute può far parte
sia della valutazione dei rischi che del
controllo
MISURE GENERALI PER PROMUOVERE LA
“SENSIBILITÀ AL GENERE” NELLA
GESTIONE DELLA SSL
 Riesaminare le politiche di sicurezza,
aggiungendovi un impegno specifico per
l’integrazione della dimensione del genere,
ed i relativi obiettivi e procedure
 Assicurarsi che i servizi di salute
professionale utilizzati, interni ed esterni,
adottino una strategia “sensibile al genere”
 Fornire un’adeguata formazione e
informazione necessarie sulle problematiche
relative al genere ai responsabili della
valutazione dei rischi, ai responsabili della
loro gestione, ai responsabili del controllo,
ai rappresentanti sindacali, ai comitati di
sicurezza ecc.
 Cercare modi per incoraggiare
maggiormente le donne a partecipare ai
comitati di sicurezza, ad esempio, cercando
di organizzare le riunioni in ore in cui le
donne possono partecipare.
 Una strategia di prevenzione che affronti i
rischi uno ad uno risulterà sempre incompleta.
Ma anche una strategia che consideri in modo
“neutro” chi è parte del processo lavorativo
lo sarà.
 Occorre invece riuscire a tenere conto di
tutta la complessità delle condizioni e
situazioni reali di lavoro.
 E’ in questo contesto di approccio (globale,
partecipato ed attento alle differenze) alla
questione salute-lavoro/persone-ambiente che
si inserisce quindi la necessità di considerare
anche la specificità di genere.
il miglioramento delle condizioni di
lavoro deve mirare a garantire una
protezione equivalente e pari
opportunità, dal punto di vista della
salute e del benessere, tanto per gli
uomini quanto per le donne.
Da ciò può derivare una più efficace
promozione della salute per tutti.
Ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs
151/2001, la Direzione Provinciale
del Lavoro “… può disporre, sulla
base di accertamento medico,
avvalendosi dei competenti organi del
Servizio Sanitario
Nazionale……l’astensione anticipata
Fattori di rischio individuati dal 151
Allegato A:elenco dei lavori faticosi, pericolosi
e insalubri vietati
Esempi
 Trasporto e sollevamento pesi
 Lavori vietati ai minori di 18 anni
 Lavori che comportano una stazione in piedi
per più di metà dell’orario o che obbligano
ad una posizione particolarmente affaticante
 Lavori a bordo di ogni mezzo di
comunicazione in moto
Allegato B
(lavori vietati, indipendentemente dall’esposizione)
Agenti fisici
Agenti biologici
Agenti chimici
Allegato C: agenti, processi e condizioni di
lavoro che devono essere valutati al fine di
adottare misure di prevenzione e protezione
adeguate
L’allegato C introduce un doppio sistema
di valutazione dei lavori pregiudizievoli
Agenti fisici
Agenti biologici
Agenti chimici
D.Lgs 626/94
art. 3 Norme generali di tutela
Comma f: rispetto dei principi
ergonomici nella concezione dei posti
di lavoro, nella scelta delle
attrezzature e nella definizione dei
metodi di lavoro e produzione, anche
per attenuare il lavoro monotono e
ripetitivo
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
dottoressa Mariateresa Ferrari
Ufficio PSAL Treviglio
Viale del Partigiano 6
Tel: 036349408 – fax 0363401742
Email: [email protected]
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