Genova, 7 Settembre 2015 No. 1670 Fonti: Burke & Novi S.r.l. Il Sole 24 Ore Il Messaggero Marittimo Corriere dei Trasporti La Gazzetta Marittima Lloyd’s List Lloyd’s Ship Manager Fairplay Shipping Weekly Trade Winds – International Shipping Gazette Journal pour le Transport International Shipping News International The Journal of Commerce (European edition) B.P. Statistical Review of World Energy H.P. Drewry: Shipping, Statistics & Economics Intertanko port information & bunkers International Bulk Journal Containerisation International Editore: Burke & Novi S.r.l. Via Domenico Fiasella, 4/14 – 16121 Genova Tel. 01054921 – Telefax 010543342 / 010591392 Direttore responsabile: Giovanni Novi Registro Stampa del Tribunale di Genova N. 23/87 con autorizzazione n° 6133 del 23.6.1987 Website: www.burkenovi.com E-mail address: [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] ANDAMENTO DEI NOLI NELLA SETTIMANA 36 (31 Agosto/4 Settembre 2015) CISTERNE Alcuni timidi segnali alla fine della settimana scorsa lasciavano intravvedere una possibile ripresa delle VLCC (oltre 200.000 dwt) per i viaggi in uscita dal Golfo Arabo, e in effetti i noli sono aumentati oltre le più ottimistiche previsioni. Per i viaggi a destinazione del Far East hanno raggiunto Ws 45-47,5 (equivalente a 48.750 dollari al giorno base timecharter) mentre per quelle occidentali si sono attestati intorno a Ws 25. Il rapido aumento è derivato non da una improvvisa carenza di navi, ma da un cambiamento della politica dei noleggiatori che hanno intensificato la loro attività di noleggio. L’impegno degli armatori nella prossima settimana sarà quello di consolidare i livelli raggiunti, piuttosto che cercare di imporre nuovi aumenti. In West Africa, i noli delle VLCC di solito equiparati a quelli dal Medio Oriente per il Far East, ultimamente hanno visto ampliarsi la differenza poiché gli armatori cercavano di premunirsi contro un eventuale aumento durante il lungo viaggio verso il Far East. Nella settimana questi noli sono leggermente migliorati sino a Ws 46 per destinazione Cina e ai medi 3 milioni di dollari lumpsum per la costa occidentale indiana. Per i viaggi dai Caraibi, le VLCC hanno ottenuto noli di 4,75 milioni di dollari lumpsum per Singapore, e intorno a 3,75 milioni di dollari per la costa occidentale indiana. In Mare del Nord i trader hanno faticato a concludere noleggi di VLCC per l’arbitrage di fueloil per Singapore ai 4,3 milioni di dollari lumpsum richiesti. Per le Suezmax (125.000-200.000) la domanda di navi in West Africa è stata nettamente inferiore alla disponibilità di navi e i noli sono rimasti bloccati a poco più di Ws 50 (pari a 22.750 dollari al giorno) per tutte le destinazioni in Atlantico. Un migliore equilibrio creatosi in quest’area potrebbe permettere agli armatori di ottenere qualche miglioramento nella prossima settimana. In Mediterraneo, queste navi sono state penalizzate da una pesante presenza di navi e scarsa domanda e i noli si sono attestati a Ws 62,5 per i viaggi Mar Nero/Europa e intorno a 3,5 milioni di dollari per destinazione Cina. Le Aframax (80.000-125.000 dwt) non hanno registrato cambiamenti in Mediterraneo dove i noli non hanno superato il livello di Ws 72,5 che rappresenta l’effettivo fondo del mercato. Nell’area dei Caraibi, le Aframax hanno migliorato i noli precedenti del 20% circa chiudendo a Ws 100 per destinazione Golfo americano, ma la previsione del lungo weekend negli Stati Uniti fa prevedere un appiattimento dei noli per qualche tempo. In Mare del Nord, le Aframax non si sono discostate da valori di Ws 97,5 (equivalente a 28.000 dollari al giorno) per i viaggi inter-UK Cont. e Ws 70 per le caricazioni nel Baltico. Nel segmento delle Product Tanker pulite, le Medium Range (25.00050.000 dwt) hanno mantenuto noli invariati di Ws 125 per i viaggi da UK Cont 2 alla costa atlantica americana, nonostante le opportunità di correzioni negative. Ad est di Suez, le Large Range hanno avuto un’altra settimana pesante con i noli in rapida caduta, in particolare per le Large Range 2 (80.000-120.000 dwt) i cui noli tuttavia hanno scarsi riscontri per la ridotta attività. Carichi di nafta per LR2 Golfo Arabo/Giappone sono stati coperti a Ws 105 (pari a 33.750 dollari al giorno) mentre il jet fuel Golfo Arabo UK Cont. ha pagato 2,65 milioni di dollari lumpsum. Le Large Range 1 (60.000-80.000 dwt) hanno goduto di una maggiore stabilità, avendo già subito un declino nella settimana precedente, e i loro noli si sono attestati a Ws 115 (equivalente a 27.250 dollari al giorno) per la nafta Golfo Arabo/Giappone e 2,2 milioni di dollari lumpsum per il jet-fuel Golfo Arabo/UK Cont. CARICO SECCO I timidi segnali di ripresa delle Capesize (150.000-180.000 dwt) sono stati fugaci e presto esauriti e il Baltic Capesize Index ha chiuso la settimana a 1176. Il mercato cartaceo in flessione e le prossime festività in Cina, a cui si aggiunge la volatilità del bunker, fanno prevedere un ulteriore cedimento del mercato. In Atlantico il mercato ha continuato a indebolirsi e una moderna Capesize da 180.000 dwt è stata fissata a USD 7.000 al giorno per round voyage in Atlantico con consegna pronta Gibilterra e riconsegna Skaw-Passero per conto GDF Suez. Una Capesize del 2006 da 174.240 dwt è stata fissata consegna APS 10/16 settembre Saldanha Bay per trip riconsegna Cina a USD 8.500 al giorno + USD 500.000 BB per conto Cargill. Una nave in zavorra dal Far East ha ottenuto per un viaggio Bolivar/Rotterdam con date di seconda metà settembre bassi USD 6,00 per tonnellata. Per i viaggi dall’Australia occidentale alla Cina, nonostante le festività che hanno accorciato la settimana, il numero dei fissati per date 16/20 settembre è stato all’incirca quello della settimana precedente con una trentina di navi noleggiate, ma i noli hanno seguito le oscillazioni del prezzo del bunker, variando da poco meno di USD 5,00 per tonnellata a circa USD 5,10. Il mercato delle Panamax (70.000-95.000 dwt) continua a risentire negativamente della turbolenza dei mercati finanziari. I volumi dei carichi rimangono bassi e non si intravvedono segnali di ripresa o di stabilizzazione. In North Continent la presenza di navi continua ad aumentare e molte unità in posizione pronta stentano a trovare impiego. La generale mancanza di domanda per minerale ha fatto precipitare i noli. Si riporta una Kamsarmax moderna fissata per un Baltic round con consegna Continente e riconsegna Skaw/Gibilterra intorno a USD 6.000 al giorno che è inferiore di 3.000-4.000 dollari a quanto era possibile ottenere alla fine della scorsa settimana. Round voyage con carbone dalla costa orientale americana sono stati di poco sollievo e i noli talmente bassi che il loro equivalente timecharter a mala pena segnava un valore positivo. Il mercato dell’Atlantico è diventato un mercato APS con noli in uscita da costa settentrionale Sud America e Golfo USA a circa USD 8.000 al giorno + USD 3 80.000 mentre gli armatori richiedono USD 9.000 + USD 90.000. I round voyage in Atlantico con grano sembrano essersi esauriti. Una moderna Kamsarmax è riportata fissata per un viaggio di lunga durata in Atlantico a USD 10.000 al giorno + USD 100.000 base APS Santos riconsegna Mediterraneo, in confronto a noli di USD 11.500 + USD 150.000 visti la settimana scorsa. Il mercato del Pacifico ha risentito della festività di lunedì in UK e di quelle iniziate giovedì in Far East per cui praticamente non è decollato. Round voyage in Pacifico con consegna Cina sono stati fissati tra USD 5.500 e 6.500. Con il generale indebolimento e un mercato cartaceo piatto, il periodo ha visto solo volumi bassi, con un nolo di USD 8.500 per breve periodo con flessibilità di impiego, mentre la maggior parte dei noleggiatori hanno idee di nolo ai medi-alti USD 7.000 al giorno. COMPRAVENDITA Questa settimana il mercato della compravendita si è mostrato abbastanza attivo come si può evincere dalle unità riportate vendute, specialmente nel settore delle Bulk Carriers. Il mercato delle cisterne, ha registrato una significativa cessione in blocco di unità Suezmax costruite agli inizi degli anni 2000 per circa USD 34 MLN ciascuna: MT SCF ALTAI (159.417 DWT – Blt. 2001 Hyundai Heavy – ManBurmeister & Wain), MT SCF URAL (159.417 DWT – Blt. 2002 Hyundai Heavy – Man-Burmeister & Wain), MT SCF SAYAN (159.417 DWT – Blt. 2002 Hyundai Heavy – Man-Burmeister & Wain). Tra le unità di più piccola dimensione, si evidenzia la vendita della MT NORD OPTIMISER (47.400 DWT – Blt. 2007 Onomichi – Man-Burmeister & Wain – Coated / Coiled) per circa USD 21 MLN e della MT CHEMROAD VEGA (34.528 DWT – Blt. 2003 Shin Kurushima – Mitsubishi – St. Steel – 14 grades) per circa USD 16.5 MLN. Per quanto concerne il settore delle Bulk Carriers, da segnalare la vendita della MV UNITED JOURNEY (82.580 DWT – Blt. 2009 Tsuneishi – Man-Burmeister – 7/7 stive/boccaporte) ad acquirenti greci per USD 17.5 MLN circa, mentre altri compratori greci (Tsakos) hanno acquistato la Panamax MV MV DAEBO TRADER (73.900 DWT – Blt. 2002 Namura – Burmeister & Wain – 7/7 stive/boccaporte) per circa USD 7.5 MLN. Da evidenziare inoltre la vendita della MV RUI LEE (56.900 DWT – Blt. 2011 Hantong – Man-Burmeister & Wain – 5/5 stive/boccaporte – gru 4x36t) ad acquirenti greci per USD 11.6 MLN. Con riferimento alle nuove costruzioni, questa settimana si è registrato l’ordine di 2+2 LPG da parte del Gruppo Evalend Shipping presso il cantiere Hyundai Mipo con consegna prevista nel 2017 per circa USD 50.5 MLN. Per quanto riguarda il mercato della demolizione, l’India si è nuovamente confermata mercato di riferimento pagando 300 USD/LDT per le Bulker e 330 USD/LDT per le Tanker, seguita dal Pakistan che ha pagato 290 USD/LDT per le Bulker e 320 USD/LDT per le Tanker. Bangladesh e Turchia hanno infine pagato rispettivamente 270-195 USD/LDT per le Bulker e 300-205 USD/LDT per le Tanker. 4 ALTRE NOTIZIE Il settore dei carichi secchi alla rinfusa può sperare in una ripresa solo dopo il 2017, quando la domanda di minerale di ferro e carbone da parte dei Paesi asiatici riprenderà ad aumentare, a quanto sostiene un rapporto di noti analisti inglesi. Il settore delle rinfuse secche vedrà una lenta ripresa grazie al rallentamento dell’espansione della flotta, unitamente ad un aumento della domanda nei prossimi trimestri. Il Baltic Exchange Dry Index è risalito dopo aver toccato un minimo record di 509 punti il 18 febbraio scorso. Un marginale miglioramento dei profitti è atteso dal terzo trimestre ma sarà troppo esiguo per avere effetti di rilievo sugli utili del settore. La domanda di navi deriverà dagli investimenti della Cina in infrastrutture nel corrente anno e nel prossimo, che favoriranno la necessità di importare minerale di ferro, e dal fabbisogno di carbone dell’India per la produzione di energia elettrica. Secondo dati aggiornati, molte più bulkcarrier risultano demolite di quante commissionate ai cantieri dall’inizio dell’anno, confermando un’offerta di navi più contenuta e quindi la possibilità di rate di nolo più alte. Nel corrente anno, risultano avviate alla demolizione 306 navi con una capacità di 22,5 milioni dwt, in confronto a 83 navi per 4,7 milioni dwt ordinate ai cantieri. Nello scenario più probabile previsto dagli analisti, i profitti delle Capesize noleggiate su base spot potrebbero salire da 19.000 dollari al giorno dello scorso anno a circa 25.000 dollari nel 2020. Il segmento delle Panamax potrebbe trarre beneficio dagli effetti meteo avversi causati da El Niño che potrebbero far aumentare la domanda tonnellate-miglia se l’Indonesia dovrà approvvigionarsi di grano dal Canada anziché dall’Australia. Infatti, le esportazioni dall’Australia verso l’Indonesia potrebbero risentire degli effetti di El Niño ma il secondo maggiore fornitore dell’Indonesia è il Canada che rappresenta una rotta più lunga. Inoltre, l’Indonesia non può ricevere grandi navi per cui le Panamax potrebbero essere favorite. Le previsioni per le bulkcarrier sono poco incoraggianti, se i noli dei carichi secchi rimarranno ai minimi tanto a lungo quanto sembrano indicare i mercati cartacei. Il rallentamento cinese ha fatto precipitare i noli spot delle Capesize sotto i 7.000 dollari al giorno. I timori sono stati ripresi dai contratti a termine che risentono di un mercato depresso che dura più del previsto. Per le Capesize, i contratti sono crollati sotto gli 8.000 dollari al giorno per il primo semestre 2016. I noli a termine per le Panamax sono trattati a meno di 8.000 dollari sino al 2018, mentre per le Handysize sono inferiori a 7.000 dollari per lo stesso periodo. Queste sono cattive notizie per gli operatori di carico secco che ancora risentono del periodo nero alla fine del 2014 che ha fatto precipitare i noli di carico secco al livello più basso da una generazione. I noli cartacei a termine indicano che non vi è molta fiducia nel mercato. I timori sono che la svalutazione della valuta cinese potrebbe indebolire il suo potere d’acquisto e limitare la capacità del Paese di importare carbone e minerale di ferro. Tuttavia, questi timori possono 5 essere sovrastimati poiché le estrazioni minerarie in Cina sono molto costose, ma le sensazioni nei mercati a termine sono negative in particolare per i volumi del prossimo trimestre e questo ha grossi effetti al ribasso sul mercato dei noli. Gli FFA delle Capesize per settembre sono scesi a 9.000 dollari al giorno e alcuni operatori stanno cercando di vendere a questi bassi livelli per limitare le perdite. Altri timori riguardano il lento spostamento dei contratti di Capesize dal tradizionale contratto 4TC per navi da 172.000 dwt al nuovo contratto 5TC per unità da 180.000 dwt. Pochi scambi sono stati conclusi sul nuovo indice 5TC e questo potrebbe portare a problemi di liquidità in futuro. Per il momento, i volumi degli FFA hanno forse tenuto meglio del previsto, aiutati da un forte aumento nell’uso di opzioni FFA che superano del 43% quelle di un anno fa, pari a 181.420 lotti e hanno già sorpassato il totale per l’intero scorso anno. Questo è in gran parte attribuibile alla volatilità del mercato, in cui contango e backwardation si alternano tra loro. Negli ultimi giorni, molti degli indici azionari globali hanno recuperato parte del terreno perso sulla base di migliori notizie economiche dalla Cina e dagli Stati Uniti. Tuttavia, prevale un certo nervosismo tra gli investitori. titoli azionari marittimi hanno sofferto come tutti gli altri e la maggior parte è scesa al di sotto del Net Asset Value (NAV). Persino compagnie con bilanci e profitti in salute registravano sconti significativi. E’ troppo presto per dire se questa tendenza si tradurrà in un mercato al ribasso (una correzione del 20% dal picco al punto più basso). E’ importante ricordare che l’economia non è la stessa cosa del mercato azionario, in particolare in paesi come la Cina dove i mercati azionari non sono molto sviluppati. La domanda è: cosa ha causato questa rotazione dei mercati azionari e se essa si diffonderà all’economia reale. L’innesco immediato per la liquidazione, iniziato in Cina, sembra essere stato la svalutazione a sorpresa dello yuan cinese, interpretata come un segnale di serie difficoltà per l’economia cinese che necessitava di uno stimolo. Prima della correzione del mercato azionario globale, i titoli azionari erano scambiati a livelli vicini al record in seguito al lungo mercato rialzista. L’economia cinese sta diventando matura e, di conseguenza, non cresce rapidamente come in passato. Tuttavia, questo sembra aver avuto un impatto maggiore sui mercati dei carichi secchi che in quelli delle petroliere, in quanto la quota della Cina nella domanda globale di greggio è solo del 12% (in confronto ad una quota del 73% della domanda globale di minerale di ferro e del 77% per il carbone termico). Inoltre, la domanda cinese di greggio e le importazioni hanno continuato ad aumentare nel corso di quest’anno, stimolate dalla caduta dei prezzi. Le previsioni per l’economia americana rimangono positive e l’impatto immediato della volatilità del mercato azionario sull’economia reale è limitato. Più sul lungo termine, un mercato tendente al ribasso prolungato potrebbe influenzare negativamente la psicologia del mercato e portare a consumi ed investimenti più bassi. Tuttavia, gli economisti 6 considerano in generale solida l’economia americana e indicano uno scenario di bassa probabilità. I mercati dei carichi secchi hanno risentito dell’impatto degli accadimenti in Cina, ma quelli delle petroliere proseguono nella loro buona performance dall’inizio dell’anno e un mercato azionario volatile non modificherà la situazione. Quello che potrebbe modificare le previsioni per il mercato delle petroliere è un rallentamento delle importazioni cinesi di greggio. Questo non è accaduto sino ad ora poiché una aumentata domanda di benzina e il continuo potenziamento della riserva strategica petrolifera hanno quasi compensato i ridotti consumi di diesel. Il gruppo armatoriale greco Onassis ha acquistato le ultime tre Very Large Ore/Oil Carrier della Oaktree Capital Management con le quali salirà a 12 il numero delle VLCC di sua proprietà dopo che le ultime tre navi saranno state convertite in Cina in petroliere VLCC. Una delle tre navi da 319.869 dwt sarebbe già stata convertita in VLCC. La Olympic Shipping & Management, ramo marittimo del gruppo Onassis farà trasformare le altre due navi e potrebbe richiedere altri interventi sulla terza nave a seconda della qualità della recente trasformazione iniziata dalla Oaktree. Le navi sono Abby e Elizabeth M, entrambe costruite nel 2010, e Rosey R costruita nel 2011. Tutte le navi fanno parte della serie delle Whale in origine ordinate dalla TMT presso la Hyundai e sarebbero di alta qualità e con caratteristiche a rispetto ambientale. Secondo voci di mercato, Onassis pagherebbe circa 195 milioni di dollari “en bloc”, un prezzo vicino ai 63 milioni di dollari a nave che il leggendario gruppo ellenico avrebbe pagato a inizio d’anno per altre due navi della stessa serie. Dopo la consegna delle ultime tre acquisizioni, la flotta Olympic comprenderà sei delle ex combinate della TMT. Le acquisizioni hanno avuto inizio lo scorso anno quando Onassis acquistò la B Whale costruita nel 2010, che ora viaggia con il nuovo nome di Olympic Luck. Ha anche rilevato una VLCC, Fortune Elephant, dalla liquidazione della fallita TMT. Questo porterà a 12 le VLCC nella flotta Onassis, il numero massimo dopo che la fondazione Onassis ha proseguito l’attività armatoriale alla morte di Aristotele Onassis. Le due navi acquistate dalla Oaktree nella primavera di quest’anno, Camilla T costruita nel 2011 e Selma B del 2010, stanno effettuando i lavori di conversione in Oman. Olympic spera di averle pronte per immetterle in mercato entro il prossimo inverno. Le due navi sono state ribattezzate Olympic Leopard e Olympic Lion. Complessivamente, l’investimento non dovrebbe essere di molto superiore a 70 milioni di dollari a nave. Anziché preoccuparsi per la possibilità che i profitti delle Product Tanker possano essere intaccati dal cosiddetto “swing tonnage” e cioè le petroliere per prodotti chimici che passano ai trasporti di prodotti petroliferi raffinati per approfittare della migliore performance di questo mercato, la Stena Bulk ha un approccio più rilassato al problema che ha già affrontato in passato. Gli esperti 7 hanno espresso preoccupazione per la possibilità che questo crei un surplus di capacità nel mercato delle Product Tanker causando un calo di profitto nel periodo 2016-2017. La Stena Bulk ha un interesse preciso nel problema, ha appena battezzato la sua Chemical & Product Tanker Stena Imperial da 50.000 dwt in una cerimonia negli Stati Uniti. La nave offre flessibilità di carico essendo progettata per trasportare oli vegetali e prodotti chimici, come pure prodotti petroliferi puliti e sporchi. Il problema dello “swing tonnage” è stato posto in rilievo recentemente da noti analisti londinesi che hanno rilevato una espansione della flotta delle Product Tanker di 11,4 milioni dwt nel periodo 2012-2014, di cui 8,2 milioni dwt attribuibili allo spostamento di queste navi. Questo spostamento di capacità su larga scala, unitamente ad un orderbook importante in programma di consegna nei prossimi due anni, potrebbe esercitare pressioni al ribasso sulle rate di nolo per le Product Tanker nel 2016-2017. Tuttavia, questo sviluppo potenziale non è sufficiente a persuadere la Stena Bulk, una compagnia privata parte del gigante svedese Stena Group, a cercare riparo in contrati di noleggio a lungo termine per le sue petroliere da prodotti chimici e petroliferi. La Stena Imperial è la terza di 10 navi ordinate dalla Stena Bulk per un totale di 400 milioni di dollari per consegna da completarsi entro il 2017. Le navi sono gestite dalla joint-venture Stena Weco. La Tanker Investments, compagnia quotata alla borsa di Oslo e formata nel 2014 da Teekay Corp e Teekay Tankers, ha acquistato 66.000 dei propri titoli azionari per un valore equivalente a 812.217 dollari, contribuendo alla tendenza che vede molte compagnie armatoriali di petroliere riacquistare proprie azioni. Dopo la transazione, Tanker Investments possiede un totale di 1,6 milioni di proprie azioni pari al 4,38% del totale. Il riacquisto di azioni rappresenta fondamentalmente l’investimento in sé stessa di una compagnia. I titoli azionari della Tanker Investments erano trattati con uno sconto rispetto al valore patrimoniale netto per azione, per cui impiegare una parte della liquidità per riacquistare azioni proprie sembra una prudente collocazione di capitale. Molte altre compagnie hanno fatto la stessa operazione. In gennaio, Avance Gas, compagnia armatrice di grandi metaniere, ha acquistato 113.000 delle proprie azioni comuni e alla fine dello scorso anno Stolt-Nielsen, leader mondiale di navi petrolchimiche ha deciso di investire sino a 50 milioni di dollari nell’acquisto di proprie azioni comuni. La flotta della Tanker Investments comprende 20 petroliere, di cui 10 Suezmax, sei Aframax tra cui due con cisterne rivestite, e due VLCC. La flotta è stata creata con un miliardo di dollari da Teekay. La compagnia potrebbe forse vendere la sua intera flotta mentre i valori delle petroliere di seconda mano stanno aumentando, ma nessuna decisione in tal senso è stata ancora presa. 8 Le rate di nolo per le grandi portacontainer continuano a diminuire e il numero delle navi inattive è in aumento. La situazione dell’offerta nel mercato dei noli delle post-panamax è peggiorata e molte delle navi di maggiori dimensioni guadagnano ora meno delle più piccole panamax. La situazione si riflette nel numero crescente di grandi navi in posizione pronta, stimato in circa 23 unità, tra cui due da 8.500 a 8.800 teu, 13 da 6.000 a 8.000 teu e otto da 5.300 a 5.900 teu, la maggior parte delle quali posizionata in Asia. Di conseguenza, le rate di nolo sono sempre più sotto pressione. Un numero crescente di navi nel segmento delle post-panamax stanno arrivando alla fine del periodo di noleggio e saranno riconsegnate aggiungendosi al surplus di mercato. Alcune di queste navi guadagnano circa 1.750 dollari al giorno, meno delle più piccole panamax. Lo scenario preoccupante di surplus è confermato dal numero in aumento delle navi inattive che è salito a 175 unità per 484.000 teu alla fine di agosto, un aumento di circa un quinto nelle ultime due settimane e che riguarda tutte le classi eccetto quella da 2.000 a 3.000 teu. La domanda in tutti gli altri segmenti sta rallentando, in particolare per le unità da 1.000 a 2.000 teu dove il numero delle navi inattive è salito al massimo degli ultimi 11 mesi con 48 unità senza impiego. Sulla rotta di traffico Asia-Europa le compagnie di linea hanno continuato a cancellare partenze in agosto e settembre col risultato di far aumentare le navi inattive da 8.000 a 14.000 teu. I noli per le navi da 5.300 a 7.000 teu sono sotto pressione alla conclusione del picco stagionale estivo sulle rotte del Pacifico. Si cita il fissato da parte della Maersk Line della RDO Concert di 6.966 teu costruita nel 2009 per 40120 giorni ad un nolo di circa 13.500 dollari al giorno che rappresenta una perdita di quasi 6.500 dollari al giorno rispetto al fissato di un mese fa della Anton Schulte di 7.241 teu e stesso anno di costruzione. La domanda debole è destinata a peggiorare ulteriormente in ottobre. Una settantina di navi offshore internazionali rischiano di essere riconsegnate dalla Petrobras ai rispettivi armatori poiché il gigante statale ha messo in atto una politica di riduzione dei costi e del numero delle navi noleggiate. La Petrobras ha già ridotto di 43 Offshore Supply Vessels (OSV) la sua flotta a noleggio, una riduzione del 13,2% negli ultimi 10 mesi ma altre 69 navi potrebbero probabilmente essere riconsegnate ai rispettivi armatori. Circa la metà di queste 69 navi potrebbe essere restituita entro la fine dell’anno e le restanti nel 2016 poiché la nazione sudamericana è stata colpita da una serie di problemi. Il Brasile ha una posizione differente nella crisi corrente in confronto a quella seguita al 2008. Durante la crisi finanziaria, la Petrobras ha agito in modo anti-congiunturale assorbendo molte navi a beneficio del mercato mondiale, ma questa volta non è in grado di operare allo stesso modo. Le basse quotazioni del greggio e, non ultime, le inchieste sulla diffusa corruzione, hanno dominato i titoli dei giornali e hanno avuto un effetto negativo sulla compagnia e sul suo livello di attività. In questo periodo, la Petrobras ha lasciato scadere i contratti 9 per 43 grandi OSV che sono state restituite agli armatori. Questo significa che la flotta Petrobras di AHTS (Anchor Handling Tug Supply) e PSV (Platform Supply Vessels) è passata da 326 unità nel settembre 2014 a 283 nel luglio scorso. Nello stesso tempo, il nuovo management di Petrobras ha reso noto in giugno il nuovo piano aziendale per il periodo 2015-2019 che prevede una pesante riduzione del 37% degli investimenti rispetto al precedente piano 2014-2018. Da notare che l’obiettivo di produzione per il 2020 è stato ridotto a 2,8 milioni di barili di greggio al giorno, dal precedente obiettivo di 4,2 milioni b/g. La produzione indiana di energia elettrica ha raggiunto in agosto 94,8 miliardi di kwh, il 2% in più (o 1,9 miliardi di kwh) rispetto a luglio e il 5% in più (o 4,9 miliardi di kwh) di quanto prodotto nell’agosto dello scorso anno. Come è noto, in India è in atto da tempo un pesante rallentamento della produzione elettrica. I primi sette mesi del 2015 hanno registrato un aumento del 3% soltanto su base annua (in confronto nel 2014 la produzione era aumentata del 10% su base annua). Tuttavia, l’aumento del 5% il mese scorso è un passo avanti nella giusta direzione. In aggiunta, dati recenti indicano che Coal India ha prodotto circa 36,2 milioni di tonnellate in agosto, 1,4 milioni di tonnellate in più rispetto a luglio e solo 1,7 milioni di tonnellate in più di quanto prodotto nell’agosto 2014. Questa è la crescita più bassa su base annua verificatasi da gennaio. Una minore produzione di carbone e l’aumento della produzione di energia elettrica hanno fatto diminuire le scorte presso le centrali elettriche a circa 29,5 milioni di tonnellate che, pur essendo il livello più basso da metà giugno, è sempre un quantitativo importante. 10