Comitato promotore regionale Cagliari -18 ottobre 2007 Consegna 30.000 firme corte d’appello I SARDI PROTAGONISTI DELL’AMBIENTE 30.000 firme in dieci giorni Decine di assemblee in ogni comune della Sardegna, centinaia di tavoli di raccolta firme, amministratori, consiglieri provinciali e comunali impegnati in una mobilitazione senza precedenti per raccogliere in appena dieci giorni 30.000 firme. Un risultato straordinario che segna anche un’imponente inversione di tendenza: le firme questa volta sono venute soprattutto dalle zone interne della Sardegna. Ovunque si è registrato un sentimento diffuso di chi vuole essere protagonista del proprio ambiente e non escluso. L’abrogazione della legge 8/2004 rappresenta il tentativo ultimo per salvare le coste sarde dal più pericoloso piano di speculazione immobiliare mai messo in campo da un governo regionale. Abrogare la legge “blocca-sviluppo” significa restituire ai Comuni il potere della pianificazione territoriale, rappresenta il desiderio delle comunità di essere protagoniste reali del proprio ambiente. L’ambiente si protegge con regole uguali per tutti e non con i divieti violabili attraverso le “intese” per se stessi o per gli amici. Un bene ambientale deve essere rispettato a prescindere da chi ne è il proprietario e non come sta avvenendo oggi in Sardegna con una giunta regionale che decide, con la massima discrezionalità, a chi concedere o no le “intese”. Questo referendum è anche l’ultimo grido di protesta di chi vuole impedire che questo governo regionale metta il bavaglio ai sardi. Con la legge statutaria, infatti, si è previsto l’innalzamento del quorum al 50% più uno, con il chiaro intento di togliere per sempre ai sardi la possibilità di esprimersi con il referendum. La mobilitazione di questi dieci giorni, con due domeniche nelle piazze della Sardegna, segna un grande risultato politico al quale hanno aderito decine di Sindaci, Consiglieri regionali, provinciali e Comunali, Parlamentari, movimenti ambientalisti, in prima linea il Movimento sardo Pro Territorio, associazioni, partiti politici e 30.000 cittadini . La richiesta di referendum mai è stata così determinata e anzichè utilizzare i quattro mesi a disposizione per raccogliere le firme abbiamo utilizzato solo dieci giorni per cancellare il prima possibile una legge che sta mettendo in ginocchio la Sardegna. Una norma nefasta, al servizio degli immobiliaristi di turno, capace di negare i diritti ai sardi e premiare gli amici del governo di turno. Un referendum che assume oggi una valenza fondamentale : la libertà dei sardi di essere protagonisti del proprio ambiente e del proprio futuro. Mauro Pili Un referendum per rimettere la sardegna in marcia • Un referendum per salvare la Sardegna. • Un referendum per bloccare la speculazione • Per salvarla dalla logica perversa dei divieti che bloccano lo sviluppo e fanno crescere a migliaia i disoccupati. • La Legge Reg. n.8/ 2004 è la norma che ha bloccato lo sviluppo economico e sociale della Sardegna aprendo un fronte speculativo senza precedenti. • Un referendum per scegliere la Sardegna che i sardi vogliono. • Regole uguali per tutti • La Sardegna recintata con il filo spinato o una terra con regole uguali per tutti, senza favoritismi che danneggiano i sardi e favoriscono gli amici dei potenti di turno? • Se i sardi decideranno di abrogare questa legge non ci sarà l’anarchia come dicono gli speculatori di turno interessati al rapporto diretto con il potere discrezionale della Regione. • La parola ai sardi • In Sardegna, come nel resto d’Italia, ci saranno le norme del codice Urbani che regoleranno ogni aspetto della pianificazione territoriale e della tutela ambientale. • Un referendum per rimettere in moto la Sardegna, per fare dell’ambiente la principale risorsa dello sviluppo sostenibile. • Questo referendum vuole dare la parola ai sardi sul tema più importante del futuro: lo sviluppo sostenibile. • Noi vogliamo che l’ambiente sia salvaguardato, e per farlo i sardi devono essere protagonisti della propria terra, del proprio sviluppo. Le ragioni di un nuovo referendum • La Sardegna in questi anni si è fermata • • Bloccati gli investimenti economici nel turismo, nell’agricoltura, nell’ambiente, nell’energia, nelle infrastrutture Una legge che ha già prodotto oltre 20.000 disoccupati ma che negli anni prossimi bloccherà l’intera economia dell’isola • Una legge contro il turismo: non si possono fare nuovi alberghi, quelli esistenti non possono essere migliorati e integrati con nuovi servizi • Le campagne vengono vietate per favorire i latifondisti • I centri urbani bloccati da divieti insensati e privi di logica • Le infrastrutture bloccate ovunque • I comuni e i consigli comunali commissariati, sottraendo al potere dei cittadini la pianificazione territoriale dei propri comuni • Una Regione che accentrata e decide sulla testa di tutti • • • • Settori decisivi per l’economia dell’Isola colpiti duramente senza logica e senza progetti alternativi Molto di tutto questo è la conseguenza di una legge nefasta per la Sardegna e per i sardi Una legge che sta favorendo le grandi speculazioni immobiliari, deprezzando la Sardegna a favore di chi vorrebbe acquistare a pochi euro intere fasce costiere oggi vincolate e domani modificabili con semplici intese con il Presidente della Regione Una legge senza regole, con solo divieti e negazioni per i sardi Un quesito già ammesso • Per la prima volta si procede alla sottoscrizione di un referendum con il quesito già ammesso dall’ufficio Regionale del Referendum • Il 28 luglio 2006, infatti, l’ufficio regionale del Referendum dichiarava ammissibile il quesito per l’abrogazione della Legge Blocca Sviluppo • Quella richiesta di referendum non fu poi ammessa per via delle firme raccolte, secondo quell’ufficio, in modo difforme dalle norme nazionali • Ora , trascorso un anno, come previsto dall’art 6 della legge regionale sui referendum, quello stesso quesito può essere ripresentato • Questa volta e per la prima volta la raccolta delle firme avviene su un quesito già ammesso e già dichiarato legittimo dall’ufficio preposto all’ammissione. La dichiarazione di ammissibilità dell’ufficio regionale del referendum Le norme di riferimento • L’Ufficio del referendum ha già dichiarato ammissibile il quesito referendario in base all’art.1 della legge regionale 17 maggio 1957 n.20 e successive modifiche • La deliberazione è stata adottata il 28 luglio 2006 e dunque poteva essere ripresentata in base all’art. 6 della legge regionale 20/57 dopo un anno • Il 28 agosto 2007 la Corte d’appello di Cagliari ha vidimato i moduli con lo stesso quesito già ammesso Referendum abrogativo La riproposizione del Referendum