La colonscopia tradizionale (CC) è considerata la procedura migliore per l’esplorazione del grosso intestino. Nonostante l’esame venga fatto a tutela della salute del paziente, il livello di accettazione è piuttosto basso per svariati motivi: richiede l’intubazione dell’intestino, si ritiene che sia una procedura che provoca dolore, e un altro ostacolo è rappresentato dalla preparazione per la pulizia del colon, che richiede l’assunzione di 2-4 litri di soluzione e che deve essere associata ad una dieta adeguata. A parte l’esperienza dell’operatore ed altre variabili, il successo dell’esame e l’intensità del dolore avvertito dipendono in gran parte dalle caratteristiche geometriche e meccaniche del colon, diverse per ogni singolo individuo. Si è quindi alla costante ricerca di nuove tecnologie che permettano di esplorare il colon con maggiore comfort per il paziente e che siano più facilmente accettate. La TC Colografia o Colonscopia Virtuale (CTC) La TC Colografia o Colonscopia virtuale (CTC) è un esame TC dell’addome e della pelvi le cui immagini, attraverso l’uso di software molto avanzati, permettono uno studio accurato e completo del colon. La CTC si RL Sergio Cadoni Paolo Gallittu Revisione della Letteratura > rassegna biennale La TC Colografia, la videocapsula del colon e il coloncopio robotico Endotics si propongono come tre alternative alla colonscopia tradizionale per lo studio del grosso intestino. Votati alla ricerca di polipi, masse o anche alla diretta visualizzazione della mucosa, sono efficaci, indolori e per certi versi più facilmente accettabili dai pazienti. Recenti progressi tecnologici li hanno resi affidabili e di facile impiego, e cominciano a diffondersi correnti di pensiero che vedono possibili applicazioni nello screening primario del cancro colo-rettale. Servizio di Endoscopia Digestiva Ospedale Santa Barbara di Iglesias (CA) è sviluppata ed è stata introdotta negli studi clinici a partire dal 1996 (1). Si è affermata come la principale tecnica radiologica di studio del colon soprattutto nei casi di colonscopia incompleta, nello studio dei pazienti anziani o in condizioni cliniche tali da non poter essere sottoposti a colonscopia tradizionale (CC) (2). La CTC è particolarmente destinata alla ricerca dei polipi e dei tumori del grosso intestino. Le odierne TC multistrato con più di 16 banchi danno immagini talmente buone da essere considerate quasi ideali. La lettura delle immagini è fatta in due (2-D) o tre dimensioni (3-D) o con varie e opportune combinazioni di 2-D e 3-D (3), figura 1. La dose radiante somministrata al paziente è mediamente attorno ai 5-6 mSv, e può scendere a 4,5 mSv ottimizzando l’uso di macchine a 64 banchi (4). Questi valori sono molto simili al fondo naturale di radiazione di 2-3 mSv, e sono considerati privi di apprezzabili rischi (1,2,4). La CTC è in rapida evoluzione per quanto riguarda la preparazione del colon, e in diversi centri si sperimenta l’uso di preparazioni minime alle quali si aggiunge la somministrazione per os di un mezzo di contrasto per marcare le feci residue, preparazioni che non renderebbero più necessario il ricorso alla assunzione di veri purganti (2,5). La distensione del colon si ottiene insufflando CO2 con pompe elettroniche che controllano pressione e volume, con minore percezio- Giorn Ital End Dig 2011;34:261-265 Colografia TC, Videocapsula del colon e Colonscopia robotica 261 RL Revisione della Letteratura > rassegna biennale fig. 1: adenoma con displasia di basso grado (da Laghi et al. World J Gastroenterol 2010 August 28;16(32):3987-3994) A A) riformattazione multiplanare coronale che mostra il polipo (freccia), parzialmente circondato da residui marcati (asterischi) Sergio Cadoni et al > CTC, CCE2 e Colonscopia robotica 262 B B) la stessa lesione in 3D (freccia) ne del dolore da distensione e rapido assorbimento dopo l’esame (1-3,5). La CTC è più sicura della CC, diversi studi riportano percentuali di perforazione che variano tra lo 0.06% e lo 0.08%, contro lo 0.1%-0.2% della CC (2). I pazienti sottoposti a CTC non necessitano sedazione, possono fare a meno di un accompagnatore e possono ritornare al lavoro dopo l’esame (1). L’obiettivo più ambizioso, e più discusso, è l’inclusione della CTC tra le metodiche impiegate nello screening del cancro colorettale (CRC). Nel 2008 la Multisociety Task Force on Colorectal Cancer, l’American Cancer Society e l’American College of Radiology hanno emanato linee guida sull’uso della CTC nell’ambito dello screening del CRC (1-3). Altre Società hanno posizioni differenti o contrastanti (2,3). Tuttavia, nel campo della ricerca dei polipi, la CTC ha nei confronti della CC una sostanziale sovrapponibilità, con una sensibilità nella diagnosi di polipi ≥10 mm del 90% e una specificità del 86%, del 78%-84% rispettivamente per i polipi ≥6mm, e con un NPV vicino al 100%, risultati raggiungibili da radiologi addestrati nella metodica (1-3,5). Questi dati sarebbero ulteriormente migliorabili (4). Il discorso dello screening del CRC è molto articolato e va oltre gli scopi di questo articolo. Tuttavia è opportuno chiarire alcuni elementi che ritroveremo anche negli studi sulla videocapsula del colon. In sintesi, facendo riferimento a revisioni sistematiche di letteratura e sulla base di modelli matematici, la distribuzione di adenomi avanzati (definiti come ≥10 mm o con componente villosa oltre il 25% o con displasia di alto grado) nei polipi ≤5mm, 6-9mm, <10mm, >10mm sarebbe rispettivamente dello 0.9%, 4.9%, 1,7% e 73.5%. Da un punto di vista costo-beneficio rimuovere i polipi ≤5mm sarebbe molto inefficiente, con costi inaccettabili, mentre stabilire una soglia di 6mm come dimensione minima per avviare alla CC per la rimozione identificherebbe il C C) vista in colonscopia tradizionale 95% dei soggetti con adenoma avanzato, e una soglia di 10mm includerebbe l’88% dei casi (2). Il consenso è di avviare i polipi in numero ≥3 o con dimensioni ≥10 mm alla CC per rimozione, mentre è controverso il comportamento per i polipi di 6-9mm (2-4,6). Rimangono anche da risolvere il problema dei polipi piatti (2,3) e delle lesioni benigne extra-coliche: queste ultime infatti costituiscono un aggravio di spesa con la richiesta di esami accessori, anche se si conviene che la scoperta di aneurismi in sede addominale costituisce un beneficio aggiunto che ne consente il trattamento prima che insorgano complicanze (1-3,5). La PillCam Colon 2 (CCE2) La PillCam Colon di nuova generazione è entrata in commercio negli ultimi mesi del 2010. La CCE2 (Given Imaging Ltd., Yoqneam, Israele) è una videocapsula ingeribile con una telecamera ad ogni estremità che attraversa il tratto gastrointestinale grazie alla peristalsi e alla spinta di fluidi che vengono fatti ingerire al paziente. Trasmette in radiofrequenza le immagini acquisite ad un sistema di antenne poste sull’addome. Le immagini sono immagazzinate in un registratore (DR3) portato a tracolla dal paziente e sono successivamente scaricate in una workstation che ne consente la visualizzazione e l’elaborazione per lo studio del colon e la refertazione. Il nuovo sistema è un considerevole passo avanti rispetto alla prima generazione di capsule del colon (CCE1): la capsula, il DR3, il sistema di antenne ed il software RAPID di interfaccia nella workstation semplificano la procedura e aumentano la sensibilità per la individuazione dei polipi (8). La CCE2 misura 11.6x31.5 mm, ogni telecamera ha un angolo di visione di 172° e permette di RL visualizzare la mucosa quasi a 360°. La frequenza di acquisizione di immagini è variabile e automatica grazie ad un meccanismo di dialogo bidirezionale tra la CCE2 e il DR3. La CCE2 scatta 14 immagini al secondo nello stomaco, raggiunto il tenue passa ad una frequenza di acquisizione variabile da 4 scatti/sec quando è ferma a 35 scatti/sec quando è in movimento. Questo meccanismo permette di aumentare la durata delle batterie e di ottimizzare la qualità del video, soprattutto quando il transito è veloce come ad esempio nel colon trasverso. Il DR3 funge anche da visore esterno in tempo reale, rimandando su un piccolo schermo a cristalli liquidi (LCD) le immagini registrate dalla CCE2. Il DR3 è un vero e proprio computer che può vibrare, emettere dei suoni e mostrare sull’LCD dei comandi che guidano il paziente nell’esecuzione dell’esame, istruendolo a bere le preparazioni che faranno progredire la CCE2 o av- vertendolo della fine della procedura. L’ultimo software RAPID per la lettura e la diagnosi dispone di un nuovo strumento di misurazione che con pochi click del mouse permette di calcolare le dimensioni dei polipi. Uno studio multicentrico prospettico di confronto con la CC ha arruolato 104 pazienti (di cui 98 inclusi nell’analisi dei risultati) per confrontare la capacità accuratezza diagnostica della CCE2 (sensibilità e specificità) verso la colonscopia standard per polipi con diametro ≥6 mm, ≥10 mm, e per carcinoma. Gli “end point” secondari erano la valutazione della preparazione intestinale, completezza dell’esame, eventi avversi (8). La CCE2 veniva ingerita la mattina e una colonscopia di controllo veniva eseguita nello stesso giorno all’espulsione o a 10 ore dall’inizio dell’esame, a seconda di quale evenienza si verificasse prima. Le colonscopie di controllo e la lettura dei filmati della CCE2 sono stati fatti da differenti gruppi di operatori, ciascuno all’oscuro dei risultati ottenuti dagli altri. I criteri di inclusione sono riportati in tab. 1: criteri di inclusione (i pazienti potevano avere più di un motivo) tabella 1, il ministero della salute israeliano limitata la sperimentaCriteri di inclusione N % zione a soggetti di età minore di 57 anni per ridurre al minimo il Storia personale o familiare di CRC 33 34 rischio di possibili eventi avversi Screening CRC 31 32 correlati all’assunzione di fosfati Ematochezia o FOBT positivo 21 21 (8). Lo schema di preparazione e di spinta della CCE2 è riportato Sintomi vari, es. diarrea/stipsi, dolore addominale ecc 17 17 in tabella 2. Non è stato rilevato Anemia sideropenica 3 3 nessun effetto collaterale dovuto CRC= cancro colo-rettale direttamente alla CCE2 o alla CC. FOBT= sangue occulto nelle feci Sette pazienti hanno avuto lievi efda R. Eliakim et al Endoscopy 2009;41:1026-1031 fetti collaterali imputabili alla preparazione. Il grado di pulizia del tab. 2: preparazione per colonscopia con videocapsula colon è stato valutato buono o eccellente contro una scala stanTempi somministrazione Azioni dard (7,10) nel 78% dei casi, i settori meno puliti sono stati il cieco Giorno 1 ed il retto. La pulizia del colon è Tutto il giorno Solo liquidi chiari di fondamentale importanza, perSera 2L PEG ché la capacità diagnostica della Giorno dell’esame videocapsula è considerevolmente influenzata da questo parameMattina 2L PEG tro (7,11). I dati sulla pulizia sono 10 am Ingestione capsula* stati sovrapponibili a studi prece1° booster denti (7), per cui la migliore resa (Dopo riconoscimento intestino tenue o ≥ 1 ora dopo 30ml NaP e 1L acqua diagnostica, come vedremo, saingestione) rebbe imputabile alle nuove tele2° booster 15ml NaP e 0.5L acqua camere. Il 65% delle CCE2 sono 3 ore dopo il 1° booster state espulse entro le 6 ore, l’81% Supposta entro le 8 ore. Il tempo medio di 10mg bisacodile 2 ore dopo il 2° booster lettura dei filmati è stato di circa PEG= polietilene glicole 50’. La sensibilità e la specificità NaP= sodio fosfato per la diagnosi dei polipi ≥6 mm * 10mg metoclopramide somministrati se la capsula rimane nello stomaco >1 ora sono state 89% (95% CI 70-97) da R. Eliakim et al Endoscopy 2009;41:1026-1031 Giorn Ital End Dig 2011;34:261-265 Revisione della Letteratura > rassegna biennale 263 RL Revisione della Letteratura > rassegna biennale e 76% (95% CI 72-78), mentre per i polipi ≥10 mm sono state 88% (95% CI 56-98) e 89% (95% CI 86-90) rispettivamente. Questo è un considerevole miglioramento rispetto alla CCE1 (7), e i dati sono certamente conservativi visti gli stretti criteri di analisi del protocollo di studio (8). Se infatti si tiene conto della comparazione dei dati dopo la condivisione dei risultati ottenuti dai vari gruppi di operatori e dopo ulteriori controlli in CC, numerosi falsi positivi della CCE2 sarebbero piuttosto dei falsi negativi alla CC, o sarebbero imputabili a differenze nella misurazione dei polipi che superano gli stretti limiti imposti dal protocollo (9). Alla luce di queste considerazioni dopo “l’unblinding” la reale sensibilità e specificità per i polipi ≥10 mm sarebbe del 92% e 94% rispettivamente (9). In conclusione la CC2 si propone come un metodo sicuro per visualizzare la mucosa del colon evitando la necessità di intubare il viscere e di ricorrere alla sedazione (8). La CCE 2 ha una buona sensibilità e specificità per i polipi, anche se un significativo miglioramento della sua accuratezza in questo campo potrà essere dimostrato solo nell’ambito di uno studio comparativo randomizzato (8). Il colonscopio robotico Endotics Sergio Cadoni et al > CTC, CCE2 e Colonscopia robotica 264 Il sistema Endotics (Endotics), viene prodotto e commercializzato dalla Ditta ERA Endoscopy S.r.l., Peccioli (PI), Italia. É costituito da un colonscopio, sterile e monouso, e da una workstation di controllo. Il colonscopio è estremamente morbido e flessibile. Si compone di una parte attiva - con un diametro di 17 mm che è lunga 25 cm nella forma contratta e 43 cm nella forma estesa - e di una sottile coda di 7.5 mm di diametro e 180 cm di lunghezza, che termina in un contenitore che accoglie i liquidi aspirati e che ha un connettore elettro-pneumatico di attacco alla workstation. L’Endotics è uno strumento diagnostico: infatti non dispone di canale bioptico. La punta mobile, dotata di LED a luce fredda e telecamera con angolo di visione di circa 155°, canale di lavaggio e aspirazione, è orientabile di 180° in tutte le direzioni. Sulla workstation è montato un monitor per la visualizzazione delle immagini trasmesse dall’Endotics. Sullo stesso monitor appaiono tutte le funzioni di registrazione e di controllo via software del colonscopio robotico. Il sistema si comanda attraverso una unità di controllo che si tiene in mano e che permette all’operatore di orientare la punta dello strumento, di allungarlo o accorciarlo a piacere, facendogli così assumere la conformazione del colon in cui si muove. Una sequenza automatica, operata direttamente dalla workstation in un’unica e fluida sequenza di azioni avviate dall’operatore, consente all’Endotics di progredire nel lume del colon mimando il movimento di un bruco geometride. La fase di locomozione si può riassumere in questi termini: un anello di aspirazione posto in prossimità della coda della parte attiva del colonscopio aspira la mucosa circostante creando un punto di ancoraggio, il corpo dello strumento viene fatto allungare mentre viene orientato sotto visione. Al termine dell’allungamento un altro anello di aspirazione posto vicino alla testa consente di aspirare la mucosa circostante e crea un ulteriore punto di ancoraggio. A questo punto l’ancoraggio in coda viene sganciato e lo strumento si retrae verso la punta. L’ancoraggio in coda viene riattivato e aspira la mucosa circostante ricreando un punto fisso, mentre l’ancoraggio in punta viene liberato: lo strumento è così pronto per eseguire un altro ciclo sino al raggiungimento del cieco (12,13). Uno studio muticentrico prospettico su 40 pazienti (12), sia in vitro che in vivo, con la CC come gold standard di confronto, ha dimostrato che le forze di spinta e di trazione esercitate dall’Endotics sono inferiori di circa il 90% rispetto al colonscopio tradizionale, soprattutto a livello del sigma. Il meccanismo di ancoraggio tramite suzione non provoca danni alla mucosa (12). L’accuratezza diagnostica dell’Endotics per quanto riguarda i polipi del colon di qualsiasi dimensione è risultata pari alla colonscopia (12), con un’alta sensibilità e specificità per polipi di qualsiasi dimensione (93.3% e 100% rispettivamente), con PPV e NPV del 100% e del 97.7% (13). L’insufflazione di aria richiesta dall’Endotics è minima, e questo contribuisce alla mancanza di dolore durante la procedura. Utilizzando una scala analogica da 0 a 10 per quantificare le sensazioni di dolore o fastidio avvertito dai pazienti, l’Endotics ha ottenuto un punteggio medio di 1 contro i 6.9 della colonscopia (12). In uno studio prospettico monocentrico l’Endotics ha richiesto mediamente 45’ per completare l’esame contro i circa 24’ della CC, con una percentuale di intubazione del cieco dell’87% (contro il 94.3% della CC), e ha consentito in tutti i casi una procedura indolore (13). La relativa difficoltà nel raggiungere il cieco sarebbe stata imputabile a difetti costruttivi dell’Endotics, a scarsa pulizia del viscere - il canale di aspirazione di 1 mm di diametro richiede una accurata preparazione del colon - o alla presenza di stenosi. Inoltre il basso numero di esami fatti con l’Endotics dagli operatori prima di prendere parte agli studi ha certamente influito su questo dato (12,13). Tuttavia la curva di apprendimento è molto rapida (12). RL Revisione della Letteratura > rassegna biennale Questi tre nuove metodiche diagnostiche per esplorare il colon presentano alcuni vantaggi rispetto alla CC. Trovano indicazione nei pazienti che non vogliono sottoporsi ad una CC o nei casi in cui la CC è risultata incompleta o è controindicata. La CTC richiede una preparazione minima, dura solo alcuni minuti, la dose radiante è bassa, l’insufflazione è ridotta allo stretto necessario, ma non permette una visualizzazione diretta della mucosa. La CCE2 permette una visualizzazione diretta della mucosa, e pur essendo ottimizzata per il colon potenzialmente può esplorare tutto il tratto digestivo dalla bocca all’ano. Richiede una ottima pulizia del colon, e rispetto alla CC un maggiore quantità di lassativi che ne favoriscano la progressione. Tuttavia non è necessario insufflare o intubare il colon e non è dolorosa. L’esame dura diverse ore e richiede mediamente 1h per la refertazione. L’Endotics è per molti versi analogo ad un colonscopio tradizionale, ha il vantaggio di essere indolore, richiede una minima insufflazione, una accurata pulizia del viscere e un tempio medio di circa 45 min. Di nota il fatto che non ci sia discriminante nella dimensione dei polipi visualizzati. Se con queste tre diverse metodiche si riscontrasse una patologia del colon che richiedesse una successiva CC, si dovrebbe rendere disponibile al paziente questa opportunità il giorno stesso, per evitare un’ulteriore preparazione. Questo non è sempre possibile. I costi delle tre procedure sono ancora piuttosto alti. La CCE2, pur essendo più diffusa dell’Endotics, è disponibile in un numero ancora limitato di centri, mentre la CTC è abbastanza facilmente disponibile. Sono tre metodiche che se opportunamente sviluppate, diffuse e implementate potrebbero essere competitive per fare lo screening primario del CRC. Una recente analisi suggerisce che una metodica di screening sarebbe più conveniente della CC se aumentasse la adesione dei pazienti del 30% (14). Basandosi su questa ipotesi delle alternative indolori e più accettabili della CC potrebbero operare in tal senso. Inoltre potrebbero essere meglio visualizzate le patologie neoplastiche del colon destro che spesso sfuggono alla identificazione (15). Sappiamo che non esiste un test di screening ideale: tutti sono un compromesso tra efficacia, adesione, sicurezza e costo. Saranno necessari ulteriori studi per confrontare, magari in modo prospettico e randomizzato, le diverse possibilità. Corrispondenza Sergio Cadoni Servizio di Endoscopia Digestiva Ospedale Santa Barbara Via San Leonardo, 1 - 09016 Iglesias (CA) Tel. + 39 0781 3922858 Fax + 39 0781 3922323 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Johnson CD. Computed Tomography Colonography: a current appraisal. Gastroenterology 2009;137:792-794. 2.Laghi A, Iafrate F, Rengo M, Hassan C. Colorectal cancer screening: The role of CT colonography. World J Gastroenterol 2010 August 28;16(32):3987-3994. 3.Rockey DC. Computed Tomographic Colonography: current perspectives and future directions. Gastroenterology 2009;137:7-17. 4.Graser A et al. Comparison of CT colonography, colonoscopy, sigmoidoscopy and faecal occult blood tests for the detection of advanced adenoma in an average risk population. Gut 2009;58:241-248. 5.Kim DH, Pickhardt PJ, Hanson ME, Hinshaw JL. 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