A cura di Maria Federica Ubaldi, Elenia
Davoli, Alessia Spadoni
16 ottobre 2009
Proff. Wolleb
The place-based paradigm


Efficienza: si intende realizzare il pieno utilizzo
del potenziale di ogni territorio o regione.
Equità: si intende assicurare uguali opportunità
a tutti gli individui, indipendentemente dal
territorio in cui vivono.
Questo rapporto sostiene che ci sia bisogno di
una chiara distinzione tra questi due obiettivi e
che vadano perseguiti con interventi distinti.
L’obiettivo efficienza

Negli anni recenti gli studiosi si sono trovati
d’accordo sul fatto che “l’agglomerazione” sia
una delle chiavi che guida crescita e sviluppo.

Concentrazione di consumatori, lavoratori,
business, istituzioni formali ed informali in uno
stesso territorio.

Si creano le potenzialità per produrre
esternalità e crescita su larga scala.
L’obiettivo efficienza
Esistono altri fattori che guidano verso lo sviluppo
e la crescita:
 I “network effects”: in Europa, dove gli spazi per
l’agglomerazione sono limitati, si devono generare
networks tra le maggiori agglomerazioni e i loro
hinterlans”(trasporti, energia, ecc…);

Public action: l’agglomerazione non è il risultato solo di
pure forze di mercato; ongoing agglomeration
necessita di servizi per una popolazione in crescita.
L’obiettivo efficienza

Le decisioni politiche sono spesso prese anche
da agenti privati ( per rispondere alle esigenze
di specifiche aree e specifici interessi);

Informazioni limitate (su cui basare le scelte),
difficoltà nel prevedere ritorni futuri e forti
interessi privati.

Questo porta spesso ad una crescita
imprevedibile ed insostenibile.
L’obiettivo efficienza

Le politiche che rendono chiari i loro effetti
spaziali ed assicurano che queste siano
soggette a pubblico scrutinio, sono superiori
(vale sia per le aree urbane che rurali).
=

Un approccio dello sviluppo basato sul
territorio che aiuta ad aumentare l’efficienza
dovrebbe essere un modello di riferimento per
queste politiche.

L’efficienza si ha quando tutte le opportunità e
capacità economiche ed istituzionali vengono
sfruttate .
La presenza o meno delle capacità non è data da condizioni
tecnologiche ma dall’iterazione di decisioni economico politiche

Non tutte le regioni sono in grado di creare un
sistema efficiente , in questo caso potrebbe essere
opportuno un
INTERVENTO ESOGENO
L’intervento esogeno si giustifica attraverso 2
motivazioni:
Garantire
una maggiore responsabilità e cura nel
disegno delle politiche
Per rompere equilibri di potere tra elite che hanno interesse nel
mantenere vecchi poteri politici e nel non creare istituzioni più efficienti.
Creare
un processo dì apprendimento che migliori
le informazioni su cui è basata l’azione pubblica
Avere istituzioni più efficienti favorisce la creazione di capitale sociale,
crea fiducia nelle istituzioni , s’incentiva e s’incoraggia la cooperazione
e coinvolgimento, con un incentivo a diffondere le proprie informazioni
e sperimentare nuovi progetti.
Intervento basato su flussi integrati di beni
e servizi pubblici
Un intervento esogeno non dovrebbe concentrarsi su
trasferimenti finanziari a imprese e individui, ma su prestazione
di flussi integrati di beni e servizi pubblici.
Perché?
1. migliorare la qualità dei servizi in questione può influire direttamente
sulla produttività delle imprese e sulla qualità della vita;
2. creare il contesto per cambiare le istituzioni e incoraggia l'impegno
delle persone nel farlo. Si riduce l'incertezza. Coordinamento e la
cooperazione diventano più probabili;
3. si promuove imprenditorialità e innovazione, fornendo servizi “reali”
alle piccole imprese.
Interventi basati sui luoghi
L’efficacia delle Istituzioni economiche dipende fortemente
dal loro adattamento ai luoghi, ciò vale ancora di più per
istituzioni formali e informali, che sono un prerequisito per lo
sviluppo.
Sono gli attori locali a disporre del know-how necessario a
guidare le Istituzioni.
Affinché essi rivelino le informazioni e le loro preferenze,
l'intervento esogeno deve incoraggiare la loro partecipazione
attiva.
Le politiche volte ad aumentare l’efficienza sono difficili,
rischiose e costose.
Possono essere giustificate solo se permettono di ottenere
risultati migliori, aumentando capitale sociale, conoscenze e
networks.
Rischi della politica

Investimenti in attività inappropriate;

Responsabilità e controllo abdicati in nome della sussidiarietà;

Mancanza di coordinamento;

Mobilità del lavoro ostacolata;

Errore a sviluppare un giusto equilibrio tra “apertura” e
certezza.
Cohesion Policy in the European Union:
Growth, Geography, Institutions
L’attività economica è inegualmente distribuita nello
spazio. Come risultato, su diverse scale territoriali, ci sono
evidenti differenze nel campo della salute, nella densità
della popolazione, nell’attività economica e nella
composizione delle economie regionali e nazionali.
 Un certo numero di studi ha dimostrato che queste
disparità inter-regionali sono cresciute, a partire dal 1980,
in termini di pil procapite ed occupazione.
 La deviazione standard del pil procapite per gli stati
membri in realtà è diminuita dal 12,5 nel 1990 al 11,4 nel
2000, ma lo stesso indice è cresciuto dal 26, 5 al 28,5 per le
regioni sub-nazionali parte degli Stati membri.
 Per questo particolare attenzione va posta alle dinamiche
geografiche dello sviluppo economico.

Introduzione
L’integrazione economica e la globalizzazione hanno
scatenato effetti che sembrano avvantaggiare le “core
regions” a danno delle “ periphery.”
Dunque, mentre l’integrazione nell’Ue fino ad oggi ha
promosso la convergenza inter-nazionale, le
ineguaglianze sub-nazionali e inter-regionali sono
aumentate.
I 3 Modelli
Esistono 3 studi accademici che cercano di
spiegare la persistenza di questo fenomeno:
1.
2.
3.
Modello della “new economic geography”: sottolinea come
l’integrazione del mercato, le economie di scala, i costi di
trasporto favoriscano la concentrazione dell’attività
economica nelle “core regions”;
Modello basato sulla “endogenous growth theory”: l’economia
è vista come una smaniosa ricerca di nuovi prodotti e processi
con alto tasso di ritorno tramite la ricerca imprenditoriale; ma il
potenziale per fare questo è distribuito in maniera diseguale tra
i territori;
Modello basato sull’importanza delle istituzioni: generano le
capacità di un’economia nell’usare e sviluppare le sue risorse.
I 3 “Places”
Possiamo pensare figurativamente a 3 diversi “posti” che
dipendono dalla loro posizione relativamente alle
frontiere tecnologiche mondiali:
1.
2.
3.
Territori su o vicino alla frontiera: alto livello di lavoro
qualificato, accesso al capitale, poche barriere culturali ed
istituzionali all’adozione di nuove tecnologie ( core regions);
Territori poco lontani dalla frontiera: mix di lavoro specializzato
e non, limitato accesso al capitale, possibili barriere
all’adozione ed assimilazione di nuove tecnologie a causa di
capitale umano, istituzionale o fattori culturali;
Territori lontani dalla frontiera: alta concentrazione di lavoro
non specializzato, limitato accesso al capitale, bassa
produttività, barriere culturali ed istituzionali all’adozione di
nuove tecnologie ( peripheries).

La convergenza è generalmente buona per
la crescita economica e lo sviluppo
Perché l’ agglomerazione geografica dei sistemi economici,
favorisce le innovazioni

Il collegamento tra innovazione e
agglomerazione tende a rinforzarsi da sé :
Le attività innovative tendono verso l’agglomerazione ;
L’agglomerazione economica è la più grande sede per
l’innovazione, per gli Spillover di conoscenza , e per i più alti
livelli di crescita economica.

Ma l’ eccessiva uguaglianza può essere dannosa
per la crescita economica, se questa arriva a
limitare la produttività
Alcuni livelli di ineguaglianza inter-regionali possono aumentare la
percentuale complessiva di crescita.

L’agglomerazione genera Spillover positivi e li
diffonde in altre aree metropolitane
Mentre per regioni periferiche, distanti dalle frontiere innovative del
nord e ovest Europa, è improbabile catturare l’ azione dei Spillovers.
Manca la possibilità ad accedere
e assimilare i benefici della
conoscenza.

L’agglomerazione può essere essenziale alla
massimizzazione generale dell’economia
ma la distribuzione di quei guadagni può essere
diseguale.

l’Europa necessita di avere un approccio
scientificamente più rigoroso per teorizzare e
misurare gli effetti di queste politiche.
Effettivamente è dimostrato che le forze dell’agglomerazione
possono ristringere la possibilità di equità. Ma non è spiegato come
si manifesti la differenza di produttività degli output tra regioni in
ritardo e non .

Molti regioni in ritardo non sono semplicemente
non capaci di mantenere la crescita e lo
sviluppo ma c’è un problema di
SOTTOSVILUPPO DELLE CAPACITÀ

Diverse teorie spiegano il problema del
sottosviluppo delle capacità
1. Scarsi livelli di capitale umano, quindi scarsi livelli di
scolarizzazione e formazione che conducono ad una
scarsa capacità di creare e assimilare innovazioni
2. Una insufficiente possibilità di accedere al mercato
3.
Scarso impegno di ditte e imprese di investire in R&S.
4. Altre linee di pensiero sottolineano il ruolo negativo che le
Istituzioni con problemi di clientelismo corruzione e
interessi privati possono avere
Diseguaglianza:
I fattori che guidano la crescita economica hanno una tendenza a
concentrarsi nel centro, in zone metropolitane che sono già le più
ricche , rispetto a zone periferiche
Sottosviluppo:
Che ha cause endogene , ad esempio l’incapacità di generare o
catturare le agglomerazioni

Riduzione del sottosviluppo con un
miglioramento e crescita delle capacità
Rispondendo al persistente sottosviluppo intervenendo sulla
mobilità del lavoro e dei capitali .

Sviluppo sociale

Stabilità politica

Legittimità dell’UE
All’interno dell’unione Europea c’è un consenso molto esteso a
fornire un certo standard di vita a tutti i cittadini . il welfare non
consiste solo nel livello di reddito , ma dalla soddisfazione delle
necessità di base
Si cercano di ridurre le ineguaglianze territoriali che sono state
fonti di tensioni politiche all’interno di molti stati membro
dell’Unione europea
Il sottosviluppo persistente è considerato da alcuni come un
indebolimento della legittimità dell’UE , un fallimento relativo
all’obiettivo di welfare
Qual è l’intervento appropriato?
Per affrontare il sottosviluppo in modo da favorire la crescita è
necessario classificare i diversi tipi di territori e i differenti
obbiettivi di intervento.
Non sempre però le politiche devono essere territorialmente
mirate: molti dei fattori istituzionali che facilitano innovazione e
crescita sono migliori se attivati a livello nazionale o di UE (R&S,
istruzione, sistemi di ricerca,..).
Due ruoli potenziali per le istituzioni regionali e locali:

attore politico autonomo nel contesto locale (vera
sussidiarietà);

sistema di distribuzione di politiche fissate a scale territoriali
superiori (governance multilivello).
Qual è l’intervento appropriato?
La lotta contro il sottosviluppo per favorire la crescita richiede una
miscela di governance multilivello e di sussidiarietà.
Il compito dei politici è comprendere precisamente quali interventi sono
adatti ad ogni scala territoriale.
Come intervenire per migliorare le istituzioni?
- promuovere l'apertura a nuove idee e agenti;
- limitare il clientelismo
- ridurre i costi;
- in alcune circostanze, cambiare l’orizzonte temporale di
“permanenza al potere”.
Qual è l’intervento appropriato?
E’ raccomandata una politica di coesione che consista, da un
lato, in un grande insieme di interventi progettati per affrontare
specifici contesti regionali di sottosviluppo e, dall’altro, si
adoperi per promuovere la crescita.
Conclusioni: implicazioni per la governance
e la gestione della politica di coesione
Il documento si discosta dal tradizionale approccio alla politica di
coesione in tre modi:
1. Si concentra alla lotta contro il sottosviluppo;
2. Riconosce la necessità di sviluppare interventi adeguati ai contesti e
alle esigenze delle regioni specifiche (evitando approcci uniformi);
3. Sottolinea l’importanza di costruire networks moderni, istituzioni
capaci in tutte le regioni di garantire sviluppo nel lungo periodo.
Ancor più importante, questo approccio comporta la ridefinizione
da parte di Istituzioni europee, Stati membri e Regioni dei tipi di
intervento da autorizzare nei differenti casi, dei mezzi per farlo e
dei rispettivi ruoli da attribuirsi.
Conclusioni: implicazioni per la governance
e la gestione della politica di coesione

I tipi di intervento: il trade-off tra la massimizzazione della crescita,
attraverso la disuguaglianza del territorio e la valorizzazione della
crescita attraverso la lotta contro il sottosviluppo dev’essere
rigorosamente valutato e definito.

I mezzi per farlo: il contenuto dovrebbe essere determinato
attraverso l'interazione tra l'UE e le regioni.

La condizionalità richiede un monitoraggio e una valutazione
efficaci: Commissione in grado di controllare i risultati degli interventi,
per evitare situazioni di non trasparenza o abusi.
Conclusioni: implicazioni per la governance
e la gestione della politica di coesione
Sarà indispensabile associare un nuovo valore di politica di coesione ai
nuovi metodi di attuazione e valutazione.
Misure innovative che potrebbero essere considerate:
• creazione di un insieme chiaro di linee guida;
• maggiore capacità da parte della Commissione di fornire
supporto tecnico agli enti locali nella progettazione, sviluppo e
attuazione delle strategie;
• migliore e più snello controllo delle prestazioni;
• incentivi sulle performance crescenti, piuttosto che su sovvenzioni
a blocco unico, in modo tale da ricompensare in modo differenziale
il progresso verso gli obiettivi.
Controlli e indagini dovrebbero avere la capacità e l'incentivo di porre
fine a politiche e sovvenzioni che non raggiungono gli obiettivi.
FINE
Grazie dell’attenzione!!!
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Rapporto Barca efficienza