Generazioni seconde
e famiglie migranti
L’integrazione sociale dei giovani stranieri
e le aspettative dei genitori rispetto ai
percorsi formativi dei figli
A cura di Gianfranco Zucca
IREF - Istituto di Ricerche Educative e Formative
Roma – 26 Novembre 2007
L’evoluzione
intergenerazionale del
fenomeno migratorio
Alcuni elementi per una quantificazione del “fenomeno”
Stando ai dati dell’ultimo Censimento Istat sulla
popolazione residente, nel 2001, i nuclei composti da
stranieri provenienti dai paesi a forte pressione
migratoria erano 216.842. Si può stimare che, all’epoca,
gli immigrati che vivevano in famiglia fossero circa
737.000, con un’incidenza pari al 63,7% sul totale degli
immigrati residenti. Senza poi considerare le coppie
miste che ammontano a 113.193 unità.
Con tutta probabilità, dal 2001, le famiglie migranti sono
ulteriormente aumentate, anche a causa della sanatoria
varata dal Governo nel 2002; fatto sta che, tra il 2000 e il
2004, sono raddoppiati i ricongiungimenti familiari.
Gli studenti di origine straniera



Secondo il rapporto sugli alunni con cittadinanza
straniera, pubblicato annualmente dal Ministero
dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2006/07 gli alunni
con cittadinanza non italiana iscritti nelle scuole del
nostro Paese sono passati da 361.576 a 501.494 (5,6%
sul totale della popolazione scolastica).
Su 100 alunni non italiani 90 frequentano le scuole del
Centro-Nord e 10 quelle del Mezzogiorno. Tra le
province con il maggior numero di scuole in cui è
significativa la concentrazione di studenti straneri vi
sono Milano, Torino, Roma, Brescia.
Le nazioni maggiormente rappresentate sono l'Albania
(15,5%), la Romania (13,6%) ed il Marocco (13,5%).
Da questi tre Paesi proviene il 42,6% di tutti gli alunni
stranieri.
Seconde generazioni: un problema di definizione
Quali sono i confini delle “seconde
generazioni”?
minori immigrati?
 giovani di origine immigrata?
 concezione “decimale” (Rumbaut)

G2 come social issue
Bomba sociale a orologeria (i banlieusards e la
racaille)
 Ansia di assimilazione delle società riceventi:
eliminazione degli stadi intermedi (acculturazione
lineare)
 L’impatto delle 3A: apparenza, ascendenza,
accento: il fantasma delle bande
 Nuove identità: composite, fluide, reattive

I processi reali di incorporazione
Diversa velocità di acculturazione
 Il rovesciamento dei ruoli (genitori – figli)
 Mancanza o sfilacciamento della rete
familiare allargata
 Confronto con il gruppo dei “pari”:
educazione, autorità genitoriale e
(ri)produzione dei modelli culturali
 La dimensione di genere

Qualche chiave di lettura


In Europa, enfasi sulla discriminazione e
sull’insuccesso dei figli dell’immigrazione (Francia e
Germania
In America il discorso è più articolato: (assimilazione
segmentata vs. straight line theory)
Caso messicano: dall’inclusione subalterna
alla downward assimilation
Minoranze asiatiche e europee: da less than
white a comunità di successo
Tra le variabili intevenienti: livello di istruzione dei
genitori; momento dell’arrivo; coesione comunitaria
Un esempio italiano: da Guayaquil a Genova





Prima fase: l’arrivo delle madri e l’impiego come
“aiutanti domiciliari” degli anziani
Fase più recente: l’arrivo dei figli adolescenti
L’aggregazione tra simili e il pregiudizio
ambientale
Problemi di integrazione e ruolo dei media: le
aggregazioni dei giovani ecuadoriani come
“bande”
Il rischio della “legge di Thomas”: la profezia che
si autoavvera
Un altro esempio: il velo e i jeans


In Francia sono vietati i simboli religiosi
nelle scuole: l’universalismo è
etnocentrico?
In Italia non esiste una norma, ma prassi e
situazioni (canti di Natale multiculturali,
crocifissi rimossi dalle aule): il pericolo del
relativismo?
Punto di vista dell’agente sociale: a cosa serve il velo
(pratica vs. precetto) Ad uscire di casa, a mettersi i jeans
e/o a replicare un modello maschile e patriarcale?
Benhabib: Auto-ascrizione volontaria e libertà di uscita
Una tipologia
Integrazione economica
Assimilazione
culturale
+
-
+
Downward
assimilation
Assimilazione
anomica
Assimilazione
selettiva
Assimilazione
lineare
A cosa prestare attenzione
Difficoltà di accesso alla cittadinanza;
 scarsa conoscenza della nostra lingua;
 inizio relativamente recente del fenomeno;
 precarietà delle condizioni di vita e di
alloggio;
 fluidità e disorganicità degli arrivi;
 prevalenza di minori nati all’estero;
 contrazione delle risorse per l’integrazione
scolastica.

Alcuni percorsi d’intervento
Affinamento ed estensione degli interventi:
tempo libero, socializzazione, vacanze
 Intreccio di esigenze educative e domande
sociali
 Enfasi sul “diritto alla somiglianza”
 Articolazione per fasce d’età e bisogni
 Animazione sociale (famiglie, quartieri
problematici)
 Nuove istanze: gli adolescenti e la transizione
alla vita attiva

Perché per la scuola è importante
 Perché
trasforma le migrazioni temporanee in
insediamenti permanenti
 Perché mette in crisi i modelli di integrazione
subalterna
 Perché compromette la (presunta)
omogeneità etnica dei paesi riceventi.
Il Primo rapporto
sull’integrazione
sociale delle famiglie
immigrate
La visione culturale della ricerca
L’idea di fondo dell’indagine è che le famiglie
rappresentino progetti migratori in fase
avanzata, ovvero esempi d’integrazione già in
corso d’opera.
I nuclei costituiti da persone immigrate sono
sempre più numerosi. L’Italia è dunque di fronte
a una grande sfida: assecondare o respingere
il cambiamento.
La metodologia
La metodologia utilizzata nella ricerca è stata quella della
survey: un’indagine con questionario su un campione
rappresentativo della totalità delle famiglie di immigrati
residenti nel nostro paese.
Nella costruzione del campione ci si è basati sui seguenti criteri:
 una numerosità di interviste (1.000) tale da rispettare criteri
di attendibilità statistica;
 un’adeguata distribuzione territoriale delle interviste per
grandi aree geografiche e per centri d’attrazione migratoria
(in prevalenza realtà urbane di grandi e medie dimensioni);
 l’eterogeneità del campione rispetto alla variabile cruciale
della nazionalità di provenienza delle famiglie migranti (24
nazionalità riaggregate in sei gruppi socio-culturali).
L’ambito della ricerca
L’indagine ha analizzato la situazione delle
seguenti tipologie familiari:
1)
i nuclei familiari composti da coppie straniere
(con e senza figli);
2)
famiglie straniere monogenitore
3)
altri nuclei (forme di convivenza fondate su
legami di parentela e affettivi).
N:B: Non sono state considerate le famiglie miste (un partner italiano,
un partner straniero).
I fuochi di analisi
 L’esperienza
migratoria
 Il vissuto familiare
 Il ruolo del gruppo etnico
 La biografia lavorativa
 Il rapporto con la società italiana
Un primo dato
60
55,6
50
40
35,4
30
20
10
4,8
4,2
0
Coppie con figli
Coppie senza figli
Nuclei legati da altri vincoli di parentela
Famiglie mono-genitoriali
Le famiglie
con figli sono il
59,8% del
campione
Il numero di figli
50
40
46,2
30
%
38,2
20
10
15,6
0
1 figlio
2 figli
3 o più figli
L’età
Età
Figli
Primo
Secondo
Terzo
0-10 anni
50,3
57,0
58,1
11-18 anni
28,8
27,7
34,4
Oltre 18 anni
20,9
15,3
7,5
100,0
100,0
100,0
Totale
Si tratta soprattutto di bambini che frequentano la
scuola dell’infanzia e la scuola primaria
Lo scambio linguistico con i figli
50
40
46,4
I figli sono un fattore di
integrazione indiretto
30
20
10
29,5
22,4
0
entrambe
la lingua d’origine
italiano
La lingua parlata con i figli e gli anni di
permanenza in Italia
Anni di permanenza in Italia
Lingua prevalentemente
parlata con i figli
da 0 a 4
anni
da 5 a 8
anni
+ 5,2
oltre 9
anni
Totale
+ 5,3
italiano
15,7
20,9
26,2
22,4
lingua di origine
39,2
32,7
23,3
29,5
50,2
46,1
100,0
100,0
entrambe
38,2
Totale
100,0
+ 6,3
44,5
+ 5,7
100,0
La lingua parlata con i figli dai diversi
gruppi etnici
Lingua prevalentemente parlata
con i figli
lingua
d’origine
Totale
Raggruppamenti
socio-culturali
italiano
slavo-musulmano
31,7
20,9
47,5
100,0
nord-africano
23,1
24,4
52,5
100,0
slavo-cristiano
31,0
31,0
38,1
100,0
ispano-cattolico
16,9
37,7
45,5
100,0
cinese
7,1
51,4
41,4
100,0
indiano-cingalese
16,4
30,9
52,7
100,0
entrambe
La frequenza degli incontri con gli insegnanti
50
41,8
%
40
31,9
26,3
30
20
10
0
sempre
spesso
qualche volta
Il 95% delle
famiglie ha
iscritto i propri
figli ad una
scuola
pubblica
%
Chi partecipa agli incontri con gli insegnanti
70
60
50
40
30
20
10
0
59,8
22,2
12,1
padre
madre
5,9
entrambi
nessuno
I rapporti con professori e compagni
nessuna
con i compagni
con i professori
con entrambi
100
82,8
80
60
40
20
3
8,7
5,5
0
Il 17,2% degli studenti ha
avuto rapporti problematici
Problemi a scuola ed età del primo figlio
Età del primo figlio
Problemi a
scuola
fino a 10
anni
Sì
13,7
No
86,3
Totale
100,0
da 11 a 18 Oltre 18 Totale
anni
anni
+ 4,4
18,1
+6
24,1
17,2
81,9
75,9
82,8
100,0
100,0
100,0
I problemi nella scuola e luogo di nascita
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
92,1
76,5
ha avuto
problemi
23,5
7,9
Nati in Italia
Nati all'estero
+ 15,6
non ha
avuto
problemi
Le opinioni sul proseguimento degli studi
Pensi che i tuoi figli frequenteranno l’Università?
Sì…
è naturale che proseguano gli studi
se ne avranno voglia
31,3
78,4%
però dovranno mantenersi da soli
42,4
4,7
No…
penso che non ne avranno voglia
5,6
l’università in Italia è troppo costosa
6,3
dovranno comunque lavorare
è troppo difficile fare l’università
non risponde
Totale
17,1%
4,5
0,7
4,5
100,0
Il ruolo del capitale culturale
Penso che i miei figli non frequenteranno l'università
Penso che i miei figli frequenteranno l'università
6,1
alto
93,9
21,8
medio
-19,4
78,2
25,5
basso
74,5
0
50
100
L’offerta del territorio
Penso che i miei figli frequenteranno l'università
Penso che i miei figli non frequenteranno l'università
100
80
60
40
20
0
86,0
80,1
14,0
“w elfare
efficiente”
70,2
19,9
“w elfare sotto
pressione”
29,8
“w elfare
familista”
Cosa dicono i dati
Allo stato attuale la scuola è un canale di forte
integrazione sociale sia per i figli che per i
genitori. Bisogna tuttavia considerare che, in
genere, per le seconde generazioni i problemi
di adattamento scolastico subentrano dopo la
frequentazione della scuola primaria.
 Molti studi e ricerche, segnalano difficoltà di
inserimento durante l’adolescenza, quando il
percorso di scolarizzazione diventa selettivo e i
processi di socializzazione più complessi

Per informazioni
Gianfranco Zucca
IREF – Istituto di Ricerche Educative e Formative
Via E. Bezzi 23-25, 00153 ROMA
e-mail: [email protected]
Tel: 06 58 40 521
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