Tappe della vita spirituale
41,14
“Benedetto il Signore, Dio d' Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.”
72,19
“Benedetto sia il nome della sua gloria in eterno.
Della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen!
Amen!”
89,53
“Benedetto il Signore in eterno. Amen! Amen!”
106,48
150,6
“Benedetto il Signore, Dio d' Israele,
da sempre e per sempre.
E dirà tutto il popolo: Amen! Alleluia.”
“Ogni essere che ha respiro
dia lode al Signore. Alleluia.”
41,2
“Beato
chi ha cura del debole”
72,17
“Tutti i popoli lo diranno
beato”
89,16
“Beato
il popolo che conosce l’acclamazione”
106, 3
“Beati
quelli che osservano il diritto”
146,5
“Beato
chi ha in aiuto il Dio di Giacobbe”.
Primo Libro 1-41
la vocazione
Secondo libro 42-72
la giovinezza
Terzo libro 73-89
la crisi
Quarto libro 90-106
uscita dalla crisi e Regno
Quinto libro 107-150
maturità spirituale
Portale d’ingresso ai Salmi
Salmo 1:
visione
antropologicasapienziale
Beato l’uomo
che medita
 1,1 la torah
“
 2,11
Salmo 2:
visione messianica
“
Beato chi
in lui si rifugia
 Il Salterio è così, incluso tra i due poli della beatitudine e
dossologia, della felicità dell’uomo e della lode di Dio
 “Percorrere il Salterio, vorrà dunque dire compiere un certo
itinerario nel nostro rapporto con Dio, un itinerario che
possiamo definire teandrico, dove Dio e uomo sono entrambi
profondamente implicati: per l’uomo è una beatitudine, per
Dio è una lode”
 Questi due Salmi iniziali sono il portale di tutto il Salterio
 I due temi fondamentali sono la Torà nel Salmo 1, contenuto
della Parola, e figliolanza nel Salmo 2
 Prove letterarie di un solo Salmo (1+2):
 Inclusione: beato/ beati
 Salmi orfani, senza titolo
 In At 13,33 Codice D: “come è scritto nel primo salmo”
si riferisce a Sal 2,7
 parallelismo
 Due prospettive:
 antropologico- etiche : giusti- empi
 teologico- messianica : re-ribelli
 Profilo tematico:
 Torah e Messia
 Sapienza e storia
 Varie sono state le proposte:
 lettura monarchica: liturgia dell’incoronazione, testo
regale, con elementi sapienziali, essendo la sapienza
prerogativa del re; solo successivamente sarebbe stato
democratizzato, sostituendo al re la figura del giusto
 lettura sapienziale: per il tema della felicità e la
contrapposizione tra giusto- empio
 lettura liturgica: festa del rinnovamento dell’alleanza
 carme poetico di apertura al salterio: tono didattico e di
prefazione, invito iniziale a scegliere Dio e la torah –
legge (“Noi dipendiamo dal luogo in cui la nostra vita si
radica”)
Il primo ritratto:
il giusto e la sua via (1-3)
 Parallelismo:
 due programmi di




vita,
due immagini,
due giudizi morali,
due destini,
due vie
Tre negazioni (1)
Un’affermazione (2)
Simbologia (3)
Il secondo ritratto:
l’empio e la sua via (4-5)
Simbologia (4)
Negazione (5)
Conclusione teologica:
le due vie (6)
1 BEATO L’UOMO CHE
NON SEGUE IL CONSIGLIO DEGLI EMPI,
NON INDUGIA NELLA VIA DEI PECCATORI
E NON SIEDE IN COMPAGNIA DEGLI STOLTI;
2
MA SI COMPIACE DELLA LEGGE DEL SIGNORE,
LA SUA LEGGE MEDITA GIORNO E NOTTE.
3
SARÀ COME ALBERO PIANTATO LUNGO CORSI D’ACQUA,
CHE DARÀ FRUTTO A SUO TEMPO
E LE SUE FOGLIE NON CADRANNO MAI;
RIUSCIRANNO TUTTE LE SUE OPERE.
4
NON COSÌ, NON COSÌ GLI EMPI:
MA COME PULA CHE IL VENTO DISPERDE;
5
PERCIÒ NON REGGERANNO GLI EMPI NEL GIUDIZIO,
NÉ I PECCATORI NELL’ASSEMBLEA DEI GIUSTI.
6
IL SIGNORE VEGLIA SUL CAMMINO DEI GIUSTI,
MA LA VIA DEGLI EMPI ANDRÀ IN ROVINA.
 simbolismo delle due vie: esodo, tentazioni, nella teologia sapienziale,







deuteronomista, anche nel NT, nel discorso della montagna, negli Atti
vegetale: l’albero è un simbolo tipico della letteratura sapienziale, l’acqua
viva è simbolo di Dio, del giusto, ma anche della torah
agricolo: pula, che sottolinea l’instabilità, inconsistenza, nel NT
nell’annuncio del giudizio di Cristo
giudiziario: c’è il verbo qum, alzarsi che ha valore giuridico, indica
l’intervento nell’assemblea pubblica
cosmico: aria, terra, grano, la terra come universo
Temporale: c’è il riferimento alle stagioni, al ciclo del tempo, al giorno e
alla notte
Quantitativo: il giusto è solitario, l’empio è una massa; ma alla fine l’empio
è disperso nella solitudine, il giusto fa parte dell’assemblea dei giusti
Dinamico: seguire, indugiare, sedere, tre fasi di un processo: cammino,
marcia, arrivo
 Beato: il salmo inizia con la proclamazione della
beatitudine, come nel discorso della montagna (Mt 5-7), il
tono è sapienziale, tuttavia non è un’esortazione, ma un
dato reale, uno stato, una situazione reale alla quale ci
conduce Dio; per questo è tradotta: “Felicità dell’uomo !”.
 I tre NO del giusto: qui la via del giusto è vista prima in
negativo, con tre attitudini fondamentali che si
contrappongono a tre definizioni dell’empio
 Tre termini per indicare l’empio:
 “empi”: nemici di Dio, che insidiano i suoi fedeli
 “peccatori”: sono coloro che hanno sbagliato
bersaglio, hanno fallito
 “diffamatori”: gli schernitori, che distruggono la vita
sociale
 Tre verbi per sottolineare la separazione:
 “andare”: perfetto gnomico, tempo al passato ma con
valore di presente (“non è solito andare”)
 “fermarsi”: in ascolto
 “sedere”: piena partecipazione, convivenza abituale
 Tre indicazioni locali:
 “Consiglio”: progetto, ideologia;
 “Via”: condotta, moda;
 “consesso/assemblea”: una specie di club.
 Il SI del giusto: la via del giusto è fondata sull’adesione alla torah; questo
vocabolo è ripetuto due volte, per marcare la centralità, ma anche
perché “la torah di Jhwh” deve diventare la torah del giusto.
 “Giorno e notte” è un melisma, cioè una figura retorica dove si dicono
due elementi di una categoria per indicare il tutto, in questo caso è per
dire sempre.
 Due sono i termini che esprimono quest’ atteggiamento verso la torah:
 “gioia”, che è anche impegno, progetto, norma di vita;
 “meditare”: mormorare, contare sottovoce, alludendo forse
all’assidua lettura della torah, alla preghiera.
 Il simbolo dell’albero: è segno di stabilità, affonda le sue radici lungo un
terreno irrigato, suggerisce un’immagine intensa di vitalità; è trapiantato
(esodo), porta il suo frutto, ma solo nel tempo giusto; solo questa scelta
porterà al successo.
 Questa parte è meno sviluppata e si contrappone chiaramente alla prima,
innanzitutto perché la negazione è ripetuta e quindi rafforzata (Non così, non)
 inoltre, se confrontiamo il simbolo dell’albero con la pula, possiamo notare che:
 l’albero è stabile, la pula instabile;
 l’albero è in verticale, la pula in orizzontale;
 l’albero è profondo, la pula è superficiale;
 l’albero è fertile, la pula è sterile.
 Il simbolo della pula è interessante: è la parte superficiale del grano, che si
disperde, la parte impura.
 Questa dichiarazione negativa è immersa in un’atmosfera giudiziaria; infatti il
verbo qum “sorgere in un processo per difendersi”, che non va visto in una
prospettiva necessariamente escatologica (i LXX e Vg traducono “risorgeranno”),
ma forse si allude al giudizio che Dio pronuncia nell’arco della storia.




Qui c’è un proverbio conclusivo
sintetizza la dialettica delle due vie,
ma aggiungendo il rapporto con Dio:
da un lato c’è tutta la tenerezza di Dio che “conosce” la via
dei giusti, verbo che indica la sollecitudine materna
sponsale, vocabolo che in ebraico abbraccia l’intelletto, la
volontà, la tenerezza
dall’altra c’è la via degli empi abbandonata alla rovina,
chiusa, senza uscita: possiamo notare il passivo teologico,
cioè un verbo al passivo che ha Dio come soggetto implicito,
perché Dio stesso è il fondamento della nostra esistenza e
sussistenza
 Giustino : l’uomo beato, giusto è Gesù Cristo, fedele al
Padre; l’albero sarebbe il simbolo della Croce; l’acqua
simbolo del Battesimo.
 La sintesi del pensiero di Gesù sono le “beatitudini”;
Egli ha ripreso spesso il tema delle due vie (Mt 7,1314); egli stesso si dichiara “la via” (Gv 14,6); anche il
simbolismo dell’albero è stato da lui adoperato più
volte (Mt 7,15-20);
 Giovanni battista usa la parola “pula” per dire il giudizio
escatologico.
Tutti i Padri della chiesa commentano il salmo 1 con il salmo
2:
 Gregorio di Nissa dice che: “il salmo1 distoglie l’uomo dalla parentela
contratta col male. Il salmo 2 gli mostra a chi bisogna aderire: pone
davanti ai nostri occhi il Cristo manifestato nella carne e ci insegna
che il credere in lui sarà la nostra beatitudine”. “Tra gli uomini è
beato colui che assomiglia a Dio per la comunione con lui e la
partecipazione alla sua vita. Questa dunque sarà la definizione della
beatitudine umana: una somiglianza alla beatitudine divina”.
 Eusebio: “Ogni uomo desidera la beatitudine: ecco perché questo
primo salmo descrive chi è veramente beato. Il primo che è beato è il
Salvatore. Questo salmo parla di lui, di lui che è sposo della chiesa”.
“L’albero è, a suo tempo, il Figlio di Dio – vicino ai fiumi delle divine
Scritture che lo annunciano – e il giusto che, sempre unito alla legge
divina, è irrigato da tutti i fiumi spirituali. Il suo tempo è il secolo
futuro, essendo la vita presente il tempo in cui si coltiva e prepara il
futuro”.
 salmo regale, suppone lo sfondo della monarchia
(insieme a 72,101, 45, 89,…), come origine la liturgia
dell’incoronazione di un re, con molte componenti dei
rituali di intronizzazione orientali, in particolare il
“protocollo regale”
 forse allude alla storia di Davide
 presenta una connessione tra sovrano e Jhwh, per dire
che il vero Re è Jhwh, il sovrano rimane un garante di
Dio
 rilettura “messianica”, passando dall’ambito storico a
quello escatologico
A. La rivolta dei re vassalli (1-3)
Tre attori: Jhwh, il messia, i re della terra
B. La solenne dichiarazione di Jhwh (4-6)
Tre attori: Jhwh, il mio re, essi
B’ La solenne dichiarazione del sovrano (7-9)
Tre attori: Jhwh, il re- figlio, i nemici
spezzati. Vertice
A’ La sottomissione dei re vassalli (10-12)
Due attori: Jhwh, vassalli. Implicito il re
A La rivolta dei re vassalli (1-3)
1 PERCHÉ LE GENTI CONGIURANO
PERCHÉ INVANO COSPIRANO I POPOLI?
2 INSORGONO I RE DELLA TERRA
E I PRINCIPI CONGIURANO INSIEME
CONTRO IL SIGNORE E CONTRO IL SUO MESSIA:
3 “SPEZZIAMO LE LORO CATENE,
GETTIAMO VIA I LORO LEGAMI”.
A La rivolta dei vassalli (1-3)
 All’inizio sono usate iperboli per descrivere la rivolta, in
modo enfatico: il vero soggetto ultimo in realtà è Jhwh,
di cui il re davidico è rappresentante. L’unzione che lo
rende messia lo inserisce sacramentalmente nella
sfera divina, rendendolo inviolabile; per questo la
ribellione è “vana”
 Il salmo si apre con un “perché” che avvolge anche il v.
2: la scena mossa e carica di tensione illustra le azioni
dei vassalli ribelli; essi sono chiamati nazioni, popoli, re
della terra, principi
 ribellarsi: rappresenta visibilmente il gioco delle coalizioni
segrete per un complotto:
 tramare: congiurare, pianificare segretamente un colpo di
stato;
 organizzarsi: seguendo una strategia;
 riunirsi segretamente: sottolinea l’insieme dei principi.
 La meta ultima di queste azioni è Jhwh e il suo messia.
 Il v. 3 è il loro manifesto programmatico: il giogo è segno di
oppressione; spezzare i legami del giogo è una metafora per
denunciare un trattato di alleanza vassallatica
4 SE NE RIDE CHI ABITA I CIELI,
LI SCHERNISCE DALL’ALTO IL SIGNORE.
5 EGLI PARLA LORO CON IRA,
LI SPAVENTA NEL SUO DEGNO:
6 “IO L’HO COSTITUITO MIO SOVRANO
SUL SION MIO MONTE SANTO”.
 Alla scena turbolente precedente, si oppone la scena quasi
celeste, in cui domina la figura di Jhwh: in contrasto al
segreto dei ribelli, c’è la luminosa apparizione di Dio, assiso
in trono, che rompe il silenzio col suo riso, fonte di terrore ed
espressione di superiorità.
 Al v. 6 troviamo la solenne dichiarazione di Jhwh, che fa da
parallelo alla dichiarazione altezzosa dei ribelli al v. 3.
L’enfasi è posta subito sul pronome personale, con un waw
avversativo: Jhwh è il sovrano della storia e il vero Re di
Israele. Al centro del suo discorso c’è la solenne
consacrazione, l’insediamento del re, attestata dall’enfatico
possessivo “mio”.
7 ANNUNZIERÒ IL DECRETO DEL SIGNORE.
EGLI MI HA DETTO:
“TU SEI MIO FIGLIO, IO OGGI TI HO GENERATO.
8 CHIEDI A ME, TI DARÒ IN POSSESSO LE GENTI
E IN DOMINIO I CONFINI DELLA TERRA.
9 LE SPEZZERAI CON SCETTRO DI FERRO,
COME VASI DI ARGILLA LE FRANTUMERAI”.
 Ora è il momento della dichiarazione del sovrano terreno: egli vuole narrare (è




un esortativo), vuole proclamare il decreto divino , è l’atto ufficiale di
intronizzazione di un sovrano, il protocollo regale
Il contenuto del protocollo consta di tre parti:
- “Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”: se si osservano i paralleli orientali,
subito si nota la smitizzazione della figura del re, sia per evitare una concezione
panteistica, per rifiutare ogni forma di deificazione del re;
la monarchia in Israele era più laica, il re era un’istituzione politica prima che
sacrale; per questo la monarchia era legata non ad un atto metafisico (filiazione
divina), ma ad un dato etico e antropologico (la risposta fedele del sovrano);
nell’ideologia dell’alleanza si assiste ad un processo di democratizzazione della
regalità: tutto Israele è popolo consacrato. Questo ha sottolineato ancor più la
divaricazione tra i due concetti di filiazione regale da parte di Israele e dei
popoli circostanti: qui la dichiarazione giuridica avviene per l’adozione, cioè nel
momento della consacrazione il re diventa figlio di Dio; un’ultima osservazione
merita l’oggi del decreto, attualizzante della liturgia, che ha favorito ancor più
la rilettura cristiana
 - “Chiedimi … e ti darò …”: è la promessa di una signoria
cosmica, non limitata; forse la domanda faceva parte del rituale
regale, il cui parallelo è 1Re 3,5; l’eredità promessa è una
conseguenza della filiazione, ma è la stessa signoria di Jhwh che
abbraccia tutte le nazioni, anche se questo storicamente non è
mai avvenuto
 - “li spezzerai …, li frantumerai …”: è la promessa della vittoria;
lo scettro è simbolo del potere, ma anche strumento di giustizia;
l’immagine dei vasi d’argilla frantumati ricorda un rito di
esecrazione orientale, noto in Egitto: su cocci o vasi si scriveva il
nome del nemico, poi simbolicamente venivano rotti; lo scettro è
di ferro, metallo indizio di antichità;il termine “spezzare” è
tradotto dalla LXX con il verbo “pascere”, perché il re in Israele è
sempre pastore
10 E ORA, SOVRANI, SIATE SAGGI
ISTRUITEVI GIUDICI DELLA TERRA;
11 SERVITE DIO CON TIMORE
E CON TREMORE ESULTATE;
12 CHE NON SI SDEGNI E VOI PERDIATE LA VITA.
IMPROVVISA DIVAMPA LA SUA IRA.
BEATO CHI IN LUI SI RIFUGIA.
 In quest’ultima parte c’è l’appello del salmista rivolto ai re:
 esso si apre con un avverbio “ora”, per indicare una svolta,
introduce l’urgenza di una risposta concreta
 tutto l’appello è in stile sapienziale, si sollecita la formazione
di una vera intelligenza, si usano verbi tipici della pedagogia
divina:
 riflettere, considerare con attenzione, capire
 servire vuole indicare l’atto di sottomissione, adesione totale,
seguita da adorazione religiosa
Il salmo si conclude (v.12b) con la beatitudine, che fa da
inclusione con il salmo 1
 relazioni orizzontali: tra i re della terra e il re di Gerusalemme, ma nei
confronti di Jhwh
 simbolismo monarchico biblico: nella teocrazia orientale il potere spetta
al re solo in forma mediata e non assoluta, solo in quanto insediato e
consacrato da Dio
 relazioni verticali negative: in forma antitetica, da Dio verso la terra e
viceversa; la ribellione è nei confronti di Jhwh, designato con il
simbolismo del riso, metafora antropomorfica che è indizio della sua
giustizia, e dell’ira e furore
 relazioni verticali positive: c’è un movimento verticale positivo, che
percorre tutto il salmo, che ha al centro il decreto dell’investitura, la
filiazione adottiva del sovrano, che stabilisce un canale vivo tra cielo e
terra; sono messe a confronto due differenti concezioni, quella
teocratica, per cui Jhwh è il sovrano, e quella pagana; il conflitto tra i re
e il sovrano di Gerusalemme è letto come un compendio simbolico
della lotta tra la sovranità di Dio e la tirannide orgogliosa dell’uomo
 Questo salmo ha ricevuto diverse interpretazione nel NT,
per l’ampiezza di orizzonte: reinterpretazione messianica,
cristologia, escatologica: tante sono le citazioni del NT, sia
esplicite che implicite, in particolare per la filiazione divina
di Gesù:
 I vv. 1-2 sono riportati nella preghiera di At 4,25-26;
 Nei racconti del Battesimo e Trasfigurazione il v. 7 “Tu sei mio




figlio”;
Allusione anche in 1Cor 15,24-28;
Il v. 7 è citato in At 13,33 per affermare la resurrezione di Gesù;
E in Eb 1,5; 5,5 per affermare la figliolanza divina;
I vv.8-9 in Ap 2,26-28; 12,5; 19,15.
 I primi due salmi visti come unità si compiono pienamente
in Gesù.
 il Salterio è un libro sapienziale, che ha una cornice della Torà, oltre
che messianica
 I Salmi 1-2, in particolare sono stati saldati insieme, perché
evidenziano due prospettive diverse ma complementari di lettura del
Salterio:
o l’una antropologica o etica, fondata sull’obbedienza alla Torà, che è la
dottrina delle due vie insegnata dal salmo primo
o e l’altra teologico- messianica, fondata sull’obbedienza al “Figlio” di
Dio, perché nel salmo secondo Signore e Messia sono strettamente
associati”
Questa doppia introduzione, antropologica e messianica,
rappresenta il fondamento, la chiave ermeneutica:
 il Messia è l’uomo che rappresenta tutti gli altri, ma per
converso ogni uomo è destinato a diventare “figlio” di
Dio a somiglianza del Messia
 E si diventa figli di Dio attraverso una duplice
obbedienza: alla torà e al Messia
 È interessante notare una doppia cornice “messianica” e
“Sapienziale”, che attraverso tutto il Salterio e punti
strategici, all’inizio, alla fine o al centro:
CORNICE SAPIENZIALE -
CORNICE MESSIANICA - REGALE
ANTROPOLOGICA
Primo Libro 1-41: la vocazione
o Sal 1
o Sal 2
 Sal 19
o Sal 18
o Sal 37 + Sal 40-41
o Sal 20-21
Secondo libro 42-72: la giovinezza
o Sal 49
o Sal 45
Terzo libro 73-89: la crisi
 Sal 73
o Sal 72
o Sal 89
Quarto libro 90-106: uscita dalla crisi e Regno
o Sal 90
o Sal 93.94.96.97.98.99;
o Sal 101
Quinto libro 107-150: maturità spirituale
o Sal 112
o Sal 110
 Sal 119
o Sal 144
o Sal 145
Davide
singolo
IO
Messia
comunità
Sal 1-2
Portale di ingresso: visione antropologica e messianica
Sal 3-14
Un cammino nella notte della sofferenza e della
povertà
Sal 15-24
Un cammino tracciato dalla Parola del Signore
Sal 25- 34
La comunità di Israele riscopre il volto del Signore e la
propria missione nel mondo
Sal 35-41
Ma i problemi continuano
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Struttura del Salterio Sami 1-2