Anno scolastico 2014-2015
Classe 2°F
Je a terra mia
La classe 2F ha realizzato una presentazione
sulle bellezze storico-culturali e
paesaggistiche etnee.
L’Etna (Mungibeddu o 'a Muntagna in siciliano ) è un complesso vulcanico
siciliano originatosi nel Quartenario e rappresenta il vulcano attivo
terrestre più alto della Placca euroasiatica. Con le diverse eruzioni ad esso
connesse ha modificato incessantemente il paesaggio, minacciando
spesso le diverse popolazioni che nei millenni si sono insediate intorno ad
esso.
La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che
alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie
botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia magmatica e
periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.
Il 21 giugno 2013 la XXXVII sessione del Comitato UNESCO, riunitasi a
Phnom Penh in Cambogia, ha inserito il Monte Etna nell'elenco dei beni
costituenti il Patrimonio dell’umanità
Agata Montauro - Noemi Cetro
Secondo la leggenda, Polifemo era il ciclope più grande di tutti
e il più temuto. Un giorno, un avventuriero di nome Ulisse
entrò nella caverna con i suoi amici con l’ intenzione di
ucciderlo. Polifemo li catturò e ne mangiò sei dei dodici, così
Ulisse ebbe un’idea: fece ubriacare il ciclope in modo che gli
dicesse il suo nome senza accorgersene. Quando infine il
ciclope si addormentò, Ulisse prese un tronco gigantesco e lo
scaraventò nell’occhio di Polifemo facendolo morire dal
dolore. A questo punto, Ulissse e i suoi amici fuggirono dalla
grotta e Polifemo, cercando di acchiapparli, incominciò a
scaraventare dei massi giganteschi contro Ulisse senza però
riuscire a prenderlo. I massi che scaraventò Polifemo vengono
chiamati “faraglioni” e si trovano nella riva della spiaggia di
Acitrezza
Mattia Garofalo – Riccardo Torrisi – adrian ortega suarez
I
Acicastello
Giulia D’anGelo – Roberta Poma
Aci Castello e le altre Aci traggano la propria origine da Xiphonia, misteriosa città
greca scomparsa, probabilmente oggi in comune di Aci Catena. I poeti Virgilio e
Ovidio fecero nascere il mito della fondazione dalla storia d'amore tra una ninfa
chiamata Galatea ed un pastorello chiamato Aci, ma anche dal ciclope Polifemo (a
sua volta innamorato della bellissima Galatea). In epoca romana esisteva una città
chiamata Akis, che partecipò alle guerre puniche.
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Aci. Di questo periodo è la
fondazione del Santuario di Valverde.
La storia di Aci Castello sarà praticamente condivisa fino al XVII secolo con quella
degli altri casali del territorio di Aci a cui si può far riferimento.
Storia di Acireale. Sotto il dominio spagnolo, nel XVII secolo, il notevole sviluppo
economico di Aquilia Nuova (Acireale) causò contrasti e rivalità con gli altri casali
che chiedevano l'autonomia amministrativa. Vi sarà quindi la separazione dei
casali di Aci. Nacquero: Aci Bonaccorsi (1652), Aci Castello (1647) (comprendente
anche Aci Trezza), Aci S.Filippo ed Aci Sant'Antonio (1628) (comprendente anche
Aci Valverde, Aci S.Lucia ed Aci Catena).
Nel XIX secolo, nell'allora borgo marinaro di Aci Trezza, lo scrittore Giovanni Verga
ambientò il romanzo "I Malavoglia".
Questa leggenda ha un’origine greca e spiega la ricchezza di sorgenti d’acqua dolce
nella zona etnea.
Galatea (ninfa) è una figura mitologica greca, una delle cinquanta ninfe del mare,
la cui abituale residenza è in fondo all’oceano.
Il mito narra che Galatea fosse innamorata di Aci, un giovane bellissimo pastore e
che il ciclope Polifemo, invidioso del giovane e a sua volta innamorato della ninfa,
un giorno avesse cercato di attirarla con il suono del suo flauto. Non essendo
riuscito nel suo intento, sorpresa la coppia di amanti, scagliò infuriato un enorme
masso che raggiunse, Aci, uccidendolo.
Come raccontato nelle Metamorfosi di Ovidio, Galatea, per tenere in vita il suo
amore, trasformò il sangue di Aci, presente nella roccia in una sorgente e lui stesso
divenne un dio fluviale, che attraversa gran parte della costiera ionica fino a
giungere a Catania. Infatti tale fiume sotterraneo può essere visto nella fontana
“Acqua o linzolu” situata nella piazza del Duomo di Catania.
Probabilmente il mito si ispira al modo in cui il fiume sgorga dalla sua sorgente.
Mauro Tringali – Gabriele Scalia
ai visitatori più attenti, non sfuggirà certamente il particolare di una catena d’archi che, per un
lungo tratto, cinge la zona portuale del capoluogo etneo. Questo è il lungo viadotto ottocentesco
in muratura, della ferrovia Catania-Siracusa, che collega la stazione di Catania centrale
all’imbocco della galleria dell’acquicella . Questi giochi di curve in muratura vengono
tradizionalmente chiamati dai catanesi come “ACCHI RA MARINA”.
Costituendo una sorta di ipotetico ingresso alla città e a tutte quelle piccole imbarcazioni di
pescatori che rientrano dopo una giornata trascorsa in mare.
CENNI STORICI
La Catania Post-Unitaria inizia ad espandersi territorialmente ed economicamente; fu così che nel
1886 la città riuscì a dotarsi di una stazione centrale che collegava il capoluogo etneo con
Messina.
L’hanno seguente furono costruiti gli Archi della Marina, posizionati al di là delle mura di Carlo 5 e
costeggianti il porto di Catania. I 56 archi vennero costruiti in roccia vulcanica e calcarea, sotto la
supervisione dell’ingegnere francese Petit, per conto della società Vittorio Emanuele .
Il grigio basalto e il bianco avorio della decorazione degli archi caratterizzano i colori degli edifici
storici della città di Catania. L’inaugurazione ufficiale si ebbe il primo di luglio del 1869.
CURIOSITA’: Negli anni 700 gli Archi diedero riparo a molti senzatetto e da ciò nacque la famosa
massima “STARI SUTTA L’ACCHI RA’ MARINA” quando non si poteva trovare riparo in tempo di
crisi.
Gioele Grasso – Daniele Marchese
• La festa di sant'Agata è la più importante festa religiosa della città
di Catania. Si celebra in onore della santa patrona della città. Si
svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto. La prima data è
quella del martirio della Santa catanese, mentre la data di agosto
ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano
state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino
Giorgio Maniace quale bottino di guerra e dove rimasero per 86
anni.
• Dal 3 al 6 febbraio giungono a Catania pellegrini, turisti e curiosi
provenienti da tutta la Sicilia.
• Insieme con il Patrimonio dell'Umanità delle città tardo barocche
del Val di Noto (Sicilia sud orientale) conferito dall'UNESCO nel
2002, la festa di sant'Agata risulta "bene etneo antropologico
patrimonio dell'umanità" della Città di Catania nel mondo.
Edoardo Coco – Andrea Mangano
Rachele Papa – Greta Mazzullo
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Amicu e vadditi.
Cu' nasci tunnu nun po' moriri quattratu.
Megghiu campari 'n gnornu di liuni ca cent'anni di pecura.
Viziu e natura finu a morti rura.
Amicu ca mi cunti li to' vai
tu mi tincisti e iù t'anniricai!
Dimmi cu' sugnu e nun mi diri cu' era.
L'omu vili ha li pinseri abbasci,
e l'omu vili allura si canusci,
è comu 'n vavaluci quannu pasci
ca ni la so stissa muddura s'addummisci.
Iaddina ca camina torna ca vozza china.
Bon tempu e malu tempu nun dura tuttu'n tempu.
Pigghia terra ri lu to' munnizzaru e se nun la po' aviri accattila.
Cu' beni mi voli 'n casa mi veni.
I ferri fanu u mastru.
Progetto della Prof.ssa Lucia
Barbarossa
Documento realizzato da Mauro
Tringali e Adrian Ortega Suarez
Classe 2°F
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Ieri e oggi nella terra del Vulcano Anno scolastico 2014