LA CARTELLA DIABETOLOGICA IN MEDICINA GENERALE NAPOLI 27 GIUGNO 2011 SAVERIO GENUA GIOVANNI RIZZOLO 1. LA MEDICINA DI FAMIGLIA UNA PROFESSIONE IN RAPIDO MUTAMENTO L’APPROCCIO ALLE PATOLOGIE CRONICHE LA PREVENZIONE L’INFORMATICA E LA MEDICINA GENERALE 2. IL SUPPORTO DELL’INFORMATICA NELLA GESTIONE DI PATOLOGIE CRONICHE COMPLESSE: LA CARTELLA DIABETOLOGICA 3. CRITICITÀ NEL PROCESSO ASSISTENZIALE DEL PAZIENTE DIABETICO: IL PROGETTO ALLEANZA PER IL DIABETE 4. CASO CLINICO 5. È POSSIBILE UN CONTROLLO DI GESTIONE E DI QUALITÀ PER IL PAZIENTE DIABETICO? IL MODULO MILLEGPG 6. È REALIZZABILE UNA GESTIONE INTEGRATA DEL PZ. DIABETICO? QUICK IL MODULO I problemi aperti ed i nuovi modelli organizzativi Invecchiamento della popolazione Riduzione dei finanziamenti Epidemia delle cronicità Nuovi modelli organizzativi per la Medicina Generale Efficacia raggiungere con successo gli obiettivi Efficienza utilizzare in maniera economica le risorse Sicurezza Economicità utilizzare in modo efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo efficace i propri obiettivi LA RISTRUTTURAZIONE DELLA MEDICINA GENERALE Sistema centrato sul paziente, in grado di rispondere ai bisogni Fornire, misurare, valutare la qualità dei risultati di salute Spinta al miglioramento continuo delle performance (formazione continua) Dati clinici gestiti da sistema informatico evoluto Modulare i salari sulla base dei risultati Strumenti di verifica di appropriatezza e qualità delle cure erogate Assistenza di altissima qualità documentata da risultati misurabili • • • • Una serie di studi internazionali comparativi, condotti negli ultimi venti anni, dimostrano che paesi con forti sistemi di cure primarie hanno tassi nettamente inferiori di: morte prematura mortalità per condizioni curabili mortalità neonatale mortalità postneonatale. B. Starfield, Primary care: concept, evaluation and policy. New York. Oxford University Press. 1992. J. Macinko, B. Starfield, L. Shi, The contribution of primary care systems to health outcomes within OECD countries, 1970-1998, Health Serv Res 2003; 38:831-65. B. Starfield, L. Shi, J. Macinko, Contribution of Primary Care to Health System and Health. Milbank Q. 2005;83(3):457-502. Osservazioni analoghe valgono negli USA dove negli Stati con un maggior numero di primary care physicians (e non di specialisti) si registrano migliori indicatori di salute della popolazione (mortalità totale, per malattie cardiovascolari, tumori e mortalità neonatale). L. Shi, Primary care, specialty care, and life chances, Int J Health Serv, 1994; 24:431-458. CHRONIC CARE MODEL 1. RISORSE DELLA COMUNITÀ Per migliorare l’assistenza ai pazienti cronici le organizzazioni sanitarie devono stabilire solidi collegamenti con le risorse della comunità: • gruppi di volontariato • gruppi di auto aiuto • centri per anziani autogestiti. 2. ORGANIZZAZIONE SANITARIA Una nuova gestione delle malattie croniche dovrebbe entrare a far parte delle priorità degli erogatori e dei finanziatori dell’assistenza sanitaria. 3. IL SUPPORTO ALL’AUTO-CURA Nelle malattie croniche il paziente diventa il protagonista attivo dei processi assistenziali. Il paziente vive con la sua malattia per molti anni; la gestione di queste malattie può essere insegnata alla maggior parte dei pazienti e un rilevante segmento di questa gestione - la dieta, l’esercizio fisico, il monitoraggio (della pressione, del glucosio, del peso corporeo, etc.), l’uso dei farmaci – può essere trasferito sotto il loro diretto controllo. 4. L’ORGANIZZAZIONE DEL TEAM La struttura del team assistenziale (medici di famiglia, infermieri, segretarie, educatori) deve essere profondamente modificata, introducendo una chiara divisione del lavoro e separando l’assistenza ai pazienti acuti dalla gestione programmata ai pazienti cronici. I medici trattano i pazienti acuti, intervengono nei casi cronici difficili e complicati, e formano il personale del team. Il personale non medico è formato per supportare l’auto-cura dei pazienti, per svolgere alcune specifiche funzioni (test di laboratorio per i pazienti diabetici, esame del piede, etc.) e assicurare la programmazione e lo svolgimento del follow-up dei pazienti. Le visite programmate sono uno degli aspetti più significativi del nuovo disegno organizzativo del team. CHRONIC CARE MODEL 5. IL SUPPORTO ALLE DECISIONI L’adozione di linee-guida basate sull’evidenza forniscono al team gli standard per fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici. Le lineeguida sono rinforzate da un’attività di sessioni di aggiornamento per tutti i componenti del team. 5. I SISTEMI INFORMATIVI I sistemi informativi computerizzati svolgono tre importanti funzioni: 1) come sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad attenersi alle linee-guida; 2) come feedback per i medici, mostrando i loro livelli di performance nei confronti degli indicatori delle malattie croniche, come i livelli di emoglobina A1c e di lipidi; 3) come registri di patologia per pianificare la cura individuale dei pazienti e per amministrare un’assistenza “population-based”. I registri di patologia – una delle caratteristiche centrali del chronic care model – sono liste di tutti i pazienti con una determinata condizione cronica in carico a un team di cure primarie. CHRONIC CARE MODEL 2-3% 15-20% CASI COMPLESSI – DIPENDENZA ISTITUZIONALIZZAZIONE – RICOVERI R. CASI AD ALTO RISCHIO DI SCOMPENSO CO-MORBILITÀ CASI A BASSO RISCHIO 70-80% ESPOSIZIONE A FATTORI DI RISCHIO “HAMSTER HEALTH CARE” L’ASSISTENZA SANITARIA DEL CRICETO In tutto il mondo i medici sono infelici perché si sentono come criceti all’interno di una ruota. Devono correre sempre più veloci per rimanere fermi. Ma sistemi che dipendono da persone che devono correre sempre più velocemente non sono sostenibili. La risposta è che questi sistemi devono essere ridisegnati perché il risultato di una ruota che gira sempre più veloce non è solo la perdita della qualità delle cure, ma anche la riduzione della soddisfazione professionale e un aumento del burnout tra i medici. I. Morrison, R. Smith, BMJ 2000; 321: 1541-42. Sistema Sanitario Cure Primarie ospedale I Nuovi Scenari della Medicina Medicina curativa Medicina preventiva 95% Fondi SSN 5% Fondi SSN Risultati a breve termine Risultati a lungo termine I beneficiari delle cure saranno consapevoli e riconoscenti I beneficiari rimarranno ignoti, i risultati non saranno eclatanti Frequente impiego di tecnologie all’avanguardia Metodi tradizionali poco “spettacolari” INCIDENZA % DELLA SPESA SANITARIA PER LIVELLI DI ASSISTENZA PREVENZIONE DISTRETTUALE OSPEDALIERA Basilicata 6,49 46,37 47,14 Sardegna 6,49 43,89 49,62 Valle d’Aosta 6,03 40,16 53,81 Umbria 5,06 49,63 45,31 Calabria 4,70 43,48 51,83 Toscana 4,67 50,91 44,42 Veneto 4,39 46,58 49,03 Piemonte 4,19 49,56 46,35 Emilia Romagna 4,07 52,10 43,83 Lombardia 4,02 49,24 46,74 Marche 3,92 52,11 43,97 Trento 3,44 46,33 50,24 Puglia 3,33 46,93 49,73 Liguria 3,17 50,67 46,16 Lazio 2,98 46,88 50,14 Friuli Venezia Giulia 2,84 46,76 50,41 Campania 2,80 49,24 47,96 Italia 4,24 47,90 47,86 COMPITI E MANSIONI DEL M.M.G • Assistenza medica alle persone protratta nel tempo non limitata a singoli eventi patologici • Assistenza globale – – – – – educazione alla salute Prevenzione Diagnosi Terapia riabilitazione • Possibilità di interventi “di opportunità” e “di iniziativa” (prevenzione, diagnosi precoce, screening) LA MEDICINA GENERALE IN ITALIA • Un milione e mezzo di cittadini italiani transita ogni giorno negli studi dei MMG • Spesso il MMG è il primo medico ad essere consultato per qualsiasi problema • Il MMG viene contattato: • Dal 75% dei pazienti ogni anno • Dal 100% in tre anni • Mediamente un paziente si reca da lui 5 volte in un anno LA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO IN MEDICINA GENERALE Proiezioni globali dell’epidemia diabetica: 2003-2025 (milioni) Europa 38.2 46.2 18% Nord America 25.0 39.7 59% Asia 81.8 196.1 121% Africa 13.6 36.9 198% America Centrale e Sud America Oceania 10.4 19.7 88% Mondo 2003=189 milioni 2025=446 milioni Aumento del 135% 1.1 1.7 59% Zimmet P, Comunicazione Orale, October 2004) Country profile Percent with diabetes (20-79 years) 2010 (national) 8.8 Percent with diabetes (20-79 years) 2010 (comparative) 5.9 Number of people with diabetes, 2010 3,926,200 Percent with Impaired Glucose Tolerance (20-79 years), 2010 (national) 6.0 Percent with Impaired Glucose Tolerance (20-79 years), 2010 (comparative) 4.7 Dati tratti da “Alleanza per il Diabete” Diabetici residenti: > 300.000 Diabetici non noti e/o non trattati: > 80.000 Elevata prevalenza di: • obesità o sovrappeso • Ipertensione arteriosa e dislipidemia • Sindrome metabolica (68% nei diabetici vs 22-25% non diabetici) Spesa per farmaci, accertamenti diagnostici e presidi è di circa 2/3 inferiore alla spesa attesa per patologia portata a target Mortalità per diabete più elevata che nel resto del Paese Considerando: • • • • • • Istruzione Disoccupazione Reddito Sovraffollamento Natalità Numerosità delle famiglie • Speranza di vita • • • • • Fumo Nutrizione Sedentarietà Sovrappeso Adesione interventi di prevenzione Campania: regione difficile ed “estrema” Relativamente a molti indicatori sociali e ad alcuni importanti stili di vita, la Campania si situa, stabilmente: – lontana dalla media nazionale – quasi sempre nelle posizioni più estreme e svantaggiate • Emerge quindi il quadro di una regione gravata da pesantissimi determinanti azione sfavorevole per la salute 1982 2004 • NESSUN SINGOLO FATTORE DI RISCHIO È IN GRADO DI SPIEGARE UNA QUOTA COSÌ ALTA DI MORTALITÀ E DI MORBOSITÀ, QUANTO GLI INDICATORI SOCIO-ECONOMICI . PREVENZIONE PRIMARIA DEL DIABETE TIPO 2 • La prevenzione del diabete tipo 2 è un obiettivo primario per tutti i servizi sanitari dei paesi più industrializzati, nei quali la prevalenza della malattia e delle complicanze è in forte aumento • La comparsa del Diabete di tipo 2 è influenzata da fattori genetici ma soprattutto comportamentali sui quali è possibile intervenire per ridurre il rischio di sviluppare malattia. COME DIMOSTRARE QUELLO CHE FACCIAMO? Registrazione in cartella dei dati clinici e strumentali dei pazienti Condizione necessaria, ma non sufficiente per una gestione ottimale dei complessi processi di cura affidati al MMG La cartella deve essere orientata per problemi La valutazione dei processi di cura in MG è possibile solo mediante l’estrazione e l’analisi dei dati registrati Una attività di Audit, finalizzata al miglioramento continuo della qualità assistenziale, si basa sulla analisi dei dati registrati (prima e dopo…) OCCORRE UN NUOVO SISTEMA INFORMATIVO CLINICO (CHRONIC CARE MODEL) Dati registrati in cartella clinica informatica Tracciabilità degli eventi Indicatori di processo ed esito Finanziamento per obiettivi Analisi epidemiologica Misurano l’ operato del singolo medico Accountability Strumenti di governance per: •Elaborare indicatori •Fare Audit •Idendificare criticità gestionali •Ottimizzare terapie, procedure, follow-up •Rispetto delle Note AIFA LA CARTELLA CLINICA È UNA RISORSA PER LA MG • • La cartella clinica è lo strumento essenziale per documentare la qualità dell’assistenza erogata Il medico di medicina generale può dimostrare quel che fa, perché lo fa, come lo fa e con quale risultato solo attraverso la registrazione e la documentazione dei processi di cura • Un valore non registrato, semplicemente “non esiste”!! • È POSSIBILE MIGLIORARE SOLO QUELLO CHE SI PUÒ MISURARE!!! QUALI DATI REGISTRARE? “Misura ciò che è misurabile. Ciò che non è misurabile rendilo tale”. Galileo Galilei (1564-1642) CONCRETAMENTE COSA DEVE FARE IL MMG? • Corretta registrazione dei dati nella scheda informatica del pz. : – MINIMUM DATA SET: registrare sempre: • • • • • altezza – peso - calcolare il BMI Circonferenza addominale Pressione Arteriosa Abitudine al fumo Glicemia – HBA1c – urine – colesterolo TOT HDL e LDL – trigliceridi – creatinina – clearance della creatinina – • Fondo oculare – ECG – piede diabetico - ABI – Calcolare sempre il rischio cardiovascolare del paziente – Inserire i dati anamnestici sensibili e la familiarità – registrare correttamente la diagnosi “ridotta tolleranza glucidica” o “obesità” • Questo consente di rintracciare la propria popolazione a rischio su cui concentrare gli interventi educativi La cartella diabetologica in medicina generale Il percorso diagnostico terapeutico (PDT) dell'assistito affetto da diabete mellito tipo non complicato o complicato stabilizzato Competenze del Medico di Medicina Generale 1. Screening della popolazione a rischio. 2. Follow-up dei soggetti a rischio con ridotta tolleranza glucidica (IGT) e alterata glicemia a digiuno (IFG). 3. Educazione sanitaria e counselling. 4. Gestione del trattamento dietetico e farmacologico. 5. Presa in carico dei pazienti con diabete tipo 2 non complicato o complicato stabilizzato secondo il PDT. 6. Prescrizioni, accertamenti e terapie per pazienti diabetici presi in carico. 7. Monitoraggio effetti collaterali delle terapie. 8. Richieste di prestazioni di secondo livello secondo protocollo del PDT. 9. Invio dei dati di attività all'U.O. Assistenza Distrettuale. La cartella diabetologica in medicina generale LA CARTELLA CLINICA INFORMATICA “PROBLEM ORIENTED” MILLEWIN Utilizzata da circa 1500 Medici di M.M.G In Campania. 700 medici di questo gruppo inviano i dati al database del CNCM che raccoglie i dati di circa 700000 pazienti. Cartella Farmaci ATC.AIC.posologia Cartella laboratorio Dati di prevenzione Cartella patologie ICD9 Prevalenza in Campania Maschi 8-9% Femmine 7-8% > 65aa 10% Prevalenza Diabete in Campania Quindi possiamo dire che un MMG con 1000 assistiti che opera in Campania si potrebbe aspettare: 1 o 2 casi di Diabete tipo 1 80-90 casi di Diabete tipo 2 , ma anche 30-40 casi di intolleranza al glucosio 20 casi di Diabete misconosciuto Interrogazione database Cartella Clinica Informatica Interrogazione database Cartella Clinica Informatica Prevalenza Diabete in Campania Quindi possiamo dire che un MMG con 1000 assistiti che opera in Campania si potrebbe aspettare: 1 o 2 casi di Diabete tipo 1 80-90 casi di Diabete tipo 2 , ma anche 30-40 casi di IGT o IFG 20 casi di Diabete misconosciuto Le cardiopatie sono la maggior causa di mortalità e di morbilità nei diabetici, e numerosi studi suggeriscono come l’aumento del rischio di svilupparle non sia esclusivo dei pazienti con diabete tipo I o II, ma includa anche le tre entità : Elevata glicemia a digiuno IFG.( Impaired Fasting Glucose ) Ridotta tolleranza al glucosio ITG . (Impaired Glucose Tolerance) HbA1c 6,00-6,49% (solo con dosaggio allineato con il metodo DCCT/UKPDS). (LdP III, FdR B) Standard italiani per la cura del diabete mellito tipo 2 2010 DiabetesComplications ControlTrial Federazione Internazionale di Chimica Clinica Un vantaggio che deriva dall’utilizzo delle unita di misura in mmol/mol e che si ottiene un’amplificazione numerica di circa 10 volte e che quindi piccoli cambiamenti dell’HbA1c dovrebbero risultare maggiormente identificabili. Interrogazione database Cartella Clinica Informatizzata Evoluzione dell’Insufficienza Cardiaca (IC) Stadio A Ad alto rischio ma senza malattia strutturale e sintomi Stadio B Malattia cardiaca strutturale ma senza sintomi di IC Stadio C Malattia cardiaca strutturale con sintomi di IC Stadio D IC refrattaria che richiede una terapia specifica Pazienti con Pazienti con Pazienti con •Ipertensione Malattia cardiaca •CAD strutturale •Pregresso IM •Diabete •DVSn •Valvulopatia asintomatica Sviluppo di sintomi di IC •Malattia cardiaca strutturale nota Sintomi di IC a riposo •Dispnea, astenia, ridotta tolleranza all’esercizio (ACC/AHA Guidelines, JACC 2001; 38:2092) Pazienti con sintomi a riposo nonostante terapia medica ottimizzata Interrogazione database Cartella Clinica Informatizzata Estrae dal database i pazienti con diagnosi certa (3 o più criteri) e quelli con almeno due criteri in modo da poter fare un controllo (spesso manca la circonferenza vita). I DIABETICI SONO ESCLUSI A PRIORI. (LdP VI, FdR B) Standard italiani per la cura del diabete mellito tipo 2 2010 questionario autovalutazione rischio diabete FINDRISC PARAMETRO ETÀ BMI CIRCONFERENZA VITA Il suo rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni è: PUNTEGGIO RISCHIO significato <7 Basso 1 su 100 7 – 11 Leggerment e elevato 1 su 25 12 – 14 Moderato 1 su 6 15 – 20 Alto 1 su 3 > 20 Molto alto 1 su 2 PUNTEGGIO < 45 45 – 54 55 – 64 > 64 0 2 3 4 < 25 25 – 30 > 30 0 1 3 ♂ < 94 94 – 102 > 102 ♀ < 80 80 – 88 > 88 0 3 4 Svolge attività fisica durante il tempo libero o lavori fisicamente impegnativi per almeno 30 minuti quasi ogni giorno? SI NO 0 2 Con quale frequenza mangia frutta e verdura? Tutti i giorni Non tutti i giorni 0 1 Ha mai usato farmaci per l’ipertensione ? No Si 0 2 Nella sua famiglia c’è qualche familiare con diabete? No Si nonni zii cugini Si genitori figli fratelli 0 3 5 Pz. a rischio, con diagnosi da ricercare (screening) APPRENDI APPropriatezza PREscrittiva iN DIabetologia Roma, 20 dicembre 2008 Minimum Base Data Set Minimum Base Data Set Protocollo Diabete Protocollo Diabete PREVENZIONE PRIMARIA DEL DMT2 Le strategie che utilizzano in maniera intensiva l’intervento sullo stile di vita per prevenire il DMT2, sono altamente cost-effective, nel senso che i costi necessari per attuarle producono una riduzione della spesa sanitaria a lungo termine. Solide evidenze indicano che evitare il sovrappeso e svolgere un’attività fisica regolare (20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana) rappresentano i mezzi più appropriati per ridurre il rischio di insorgenza di DMT2 nei soggetti con IGT. (LdP I, FdR A) I soggetti con ridotta tolleranza ai carboidrati devono ricevere un counseling sul calo ponderale, così come indicazioni per aumentare l’attività fisica. Gli obiettivi da raccomandare sono modesti cali ponderali (meno 5-10% del peso corporeo). (LdP I, FdR A) Per ridurre il rischio di DMT2 i soggetti con ridotta tolleranza ai carboidrati devono essere incoraggiati a: • ridurre l’apporto totale di grassi ( 30% dell’apporto energetico giornaliero) e particolarmente degli acidi grassi saturi (meno del 10% dell’apporto calorico giornaliero) • aumentare l’apporto di fibre vegetali (almeno 15 g/1000 kcal) • aumentare l’uso di alimenti a basso indice glicemico. Standard italiani per la cura del diabete mellito tipo 2 2010 Gli interventi farmacologici risultano meno efficaci dell’intervento sullo stile di vita. Nei soggetti con obesità ed IGT, nei quali l’intervento sullo stile di vita non abbia prodotto calo ponderale e/o incremento dell’attività fisica o non sia applicabile, la terapia farmacologica può essere presa in considerazione, anche se risulta generalmente meno efficace dell’intervento sullo stile di vita. (LdP I, FdR C) Nei soggetti con rischio molto elevato di sviluppare DMT2, il trattamento farmacologico può essere considerato in aggiunta all’intervento sullo stile di vita. In ogni caso, deve essere considerato il rapporto costo-beneficio. (LdP I, FdR B) Farmaci utilizzabili: METFORMINA (studio DPP: Diabetes Prevention Program Research Group 2002) e ACARBOSIO (studio STOP-NIDDM Trial Research Group 2002). Standard italiani per la cura del diabete mellito tipo 2 2010 Nota: l’uso di questi farmaci è off-label. Algoritmo Protocollo Diabete La cartella diabetologica Campana in medicina generale sezione regione campania S.I.M.G. ALLEANZA PER IL DIABETE PROGETTO DI FORMAZIONE CONTROLLATA RIVOLTO AI MMG •13 COOPERATIVE MEDICHE • 565 MMG • 18 DIABETOLOGI IN COLLABORAZIONE CON SIMG e AMD REGIONE CAMPANIA CONSORZIO CAMPANIA MEDICA L’AUDIT CLINICO • Processo di miglioramento continuo della qualità che per un determinato problema: – analizza le cause – definisce l’obiettivo di miglioramento – gli interventi correttivi – le misure dei risultati • permette di ridurre la variabilità (inappropriata) dei comportamenti prescrittivi e gestionali Progetto Alleanza per il diabete Obiettivi generali • Avviare un percorso di gestione integrata • Rafforzare il ruolo del MMG nella diagnosi precoce di pre-diabete e di diabete • Individuazione dei pazienti in trattamento inadeguato • Verifica a tempo degli indicatori di salute OBIETTIVI GENERALI • Valutazione delle perfomance nel tempo • Raggiungimento dei target richiesti. (Indicatori di esito intermedio) • Valutazione degli outcomes finali (Indicatori di esito finale) • Migliorare la qualità di vita nel pz. con DMT2 prevenendo o ritardando le complicanze NUMERI ALLEANZA PER IL DIABETE 2010 POPOLAZIONE OSSERVATA 718.880 DIABETICI OSSERVATI 55.634 PREVALENZA 7.74 PZ. NON DIABETICI CON ALMENO 1 FDR 25.78 DIABETICI IPERTESI 70.92 DIABETICI DISLIPIDEMICI 32.69 DIABETICI IPERTESI E DISLIPIDEMICI 26.15 DIABETICI CON REGISTRAZIONE DATO FUMO NELL’ANNO DIABETICI CON REGISTRAZIONE BMI NELL’ANNO 14.42 32.47 INSERIMENTO FAMILIARITÀ PER DIABETE 6.52 DIABETICI CON INSERIMENTO FAMILIARITÀ PER DIABETE 16.13 DIABETICI A CUI È STATO CALCOLATO IL RISCHIO CV 1.25 DIABETICI CON MICROALBUMINURIA RICHIESTA 23.31 DIABETICI CON CREATININEMIA RICHIESTA 56.27 RICHIESTA FONDO OCULARE NEGLI ULTIMI 2 ANNI 25.31 RICHIESTA PROFILO LIPIDICO NELL’ANNO 54.71 RICHIESTA ECG NELL’ANNO 28.28 DIABETICI CON MISURAZIONE PA NELL’ANNO DIABETICI CON RICHIESTA DI ALMENO 1 HBA1C NELL’ANNO 33.55 63.27 VALORI DI HBG RAGGIUNTI NELL’ANNO <7 59.83 7-8 25.35 >8 14.81 0 20 40 DIABETICI CON LDL < 100 41 DIABETICI CON PA < 130/80 46.85 DIABETICI CON IRC CODIFICATA 4.36 60 80 Consorzio Campania Medica Suddivisione in fasce terapeutiche per diabete 50 47.12 45 40 35 30 30.83 29.87 25 20 16.58 15.4 15 10 8.64 6.67 6.35 5 2.22 0 1 2 3 4 5 6 7 0.22 1.04 8 9 10 11 1. Nessuna terapia 2. Metformina 3. Metformina anche in associazione 4. Sulfaniluree 5. Sulfaniluree anche in associazione 6. Glinidi anche in associazione 7. Acarbosio anche in associazione 8. Analoghi GLP1 anche in associazione 9. Inibitori DPP4 anche in associazione 10. Insulina da sola 11. Insulina anche in associazione DIABETICI CHE ASSUMONO ANTOAGGREGANTI DIABETICI AL III STADIO DI IRC DIABETICI CON VFG ≤ 45 CHE ASSUMONO METFORMINA 41.53 36.72 44.55 DIABETICI CON STORIA DI EVENTO VASCOLARE 24.11 DIABETICI CON STORIA DI EVENTO VASCOLARE NELL’ANNO 3.92 MILLEGPG: STRUMENTO PER LA GOVERNANCE E L’AUDIT CLINICO Set di indicatori di processo ed esito Stratificazione dei pazienti per isocomplessità Indicatori clinici Costi Benchmarking interno CRUSCOTTO DELLA MG Gruppi di pazienti con criticità Ricerca Report Centro elaborazione Percorsi di cura Minireport ragionati EBM, Linee guida Minimal advice warning Formazione L’audit clinico Audit clinico: i cruscotti della MG La cartella diabetologica in medicina generale La cartella diabetologica in medicina generale Fragilità-Cronicità Parte dei dati costituenti la cartella web del paziente diabetico(anagrafica, indici biometrici-fattori di rischio, - Gestione del paziente cronico mediante interventi proattivi e strutturati, basati su PDTA condivisi(Chronic Care Model) mal.croniche ,es.di laboratorio, prest. ambulatoriali, farmaci continuativi,allergie) vengono precaricati nel database web mediante una procedura automatica di estrazione e di invio a partire dall’applicativo abitualmente in uso al MdF. MdF Applicativi diversi SSI Dbase condiviso Tool di interoperabilità Cartelle web condivise L’architettura utilizzata ne consente anche l’impiego all’interno di progetti di più ampio Ambulatorio Ambulatorio respiro per l’ interoperabilità ospedale-territorio Patologia didipatologia nella gestione della cronicità/fragilità. Assistenza 2°livello MSH MSH Così com’è stata strutturata, la Cartella web del paziente diabetico è già predisposta, fatte salve le necessarie implementazioni modulari ed i collegamenti tra i vari nodi del network, per poter essere utilizzata anche a livello dei centri di 2° livello dagli Specialisti di riferimento. La cartella diabetologica in medicina generale Quick Diabete. La cartella diabetologica in medicina generale Quick Diabete. La cartella diabetologica in medicina generale Quick Diabete. La cartella diabetologica in medicina generale Quick Diabete. La cartella diabetologica in medicina generale Quick Diabete.