Eruzioni e terremoti Le eruzioni L’Etna è il più alto vulcano attivo d’Europa, ha un diametro alla base di ben oltre 40 km ed un’altezza di 3350 metri. L’Etna con le sue frequenti eruzioni che vanno come durata di pochi giorni a qualche anno è sempre in continua mutazione, generatasi in seguito ad emissioni sovrapposte di prodotti eruttivi “lava” emessi nel tempo, ma non sempre le eruzioni sono di tipo costruttivo, a volte sono anche di tipo distruttivo con crolli e cedimenti delle pareti. L'Etna è un vulcano attivo. A differenza dello Stromboli che è in perenne attività e del Vesuvio, che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica, esso appare sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. A periodi abbastanza ravvicinati entra in eruzione iniziando in genere con un periodo di degassamento ed emissione di cenere vulcanica a cui fa seguito un'emissione di magma abbastanza fluido all'origine. 1928 Questa eruzione, iniziata il 2 novembre e durata solo 18 giorni, viene ricordata perché ha distrutto la città di Mascali. L'evento sembrava inoffensivo, con una piccola colata che usciva da una fenditura sul lato Nord-Est del cratere sommitale, tra 2600 e 2300 m di quota, e che si riversava nella Valle del Leone. 1971 Durante l'eruzione del 1971, protrattasi per 69 giorni, furono emessi 75 milioni di m3 di magma da numerose bocche distribuite sia sul lato Nord-Est che su quello Sud, tra quota 3050 e quota 1800 m. Il fronte della colata uscita dalla bocca più bassa raggiunse in un mese i 600 m. La voragine creatasi alla quota più alta diventerà, con l'accumulo di scorie e ceneri, il cratere sommitale di Sud-Est, la cui formazione caratterizzerà l'attività successiva dell'Etna. 1983 L'eruzione del 1983 viene ricordata anche per il tentativo, fatto il 14 maggio, di deviazione della colata. Dopo aver creato un nuovo alveo con le ruspe e costruite delle barriere, l'argine naturale fu fatto saltare con l'esplosivo, in modo che la lava deviasse verso la canalizzazione artificiale. Furono costruite due barriere, a 1950 e 1800 m. Il materiale per le barriere venne prelevato da una colata del 1780, le cui cave a valle di Monte Nero degli Zappini sono attraversate da un sentiero natura del Parco. L'eruzione del 1983 era stata annunciata da forti terremoti nella notte tra il 26 e il 27 marzo. Il mattino del 28 marzo lungo una fessura apertasi con direzione da Nord-Est verso Sud-Ovest, tra 2450 e 2250 m, cominciano le eplosioni e l'emissione della lava che raggiungerà la strada Nicolosi-Sapienza e distruggerà gli impianti sciistici. Il 6 agosto, dopo 131 giorni durante i quali sono stati emessi 100 milioni di m3 di lava, l'eruzione termina. Si può osservare questa bella colata, con la superficie punteggiata da tumuli, lastroni, tratti di superficie. 1989 L'eruzione del 1989 è caratterizzata da due fasi che si svolgono la prima dall'11 al 27 settembre e la seconda dal 27 settembre al 9 ottobre. Nella prima fase l'attività eruttiva inizia al Cratere di Sud-Est con esplosioni stromboliane seguite da fontane di lava e da colate che traboccano all'esterno del cratere. Gli episodi eruttivi sono nove e sono tutti simili: iniziano con fasi stromboliane e lanci di brandelli di lava appena oltre il bordo del cratere. Poi il livello del magma si alza all'interno del condotto e le bolle gassose si ingrandiscono fino a diversi metri. 1991 L'ultima grossa eruzione dell'Etna comincia il 14 dicembre 1991 e termina 473 giorni dopo. Il volume di lava emesso durante questa lunga eruzione è stato stimato in oltre 300 milioni di m3. Le colate hanno invaso zone della Val Calanna coltivate da molto tempo e distrutto strade, fontanili e casolari, arrivando a minacciare il paese di Zafferana Etnea. Anche nel corso di questa eruzione si intervenne sulla colata a monte con esplosivi, cercando di dividerla in due rami per evitarne l'ingrottamento, e con barriere di materiale a valle. Dalla metà di marzo l'emissione di lava cala nettamente e l'ultimo flusso attivo è osservato la mattina del 30 marzo 1993. La terra trema Il Monte Etna, uno dei più attivi vulcani basaltici tra i più monitorati al mondo, è sede di una notevole attività sismica e vulcanica. La sismicità dell’Etna si manifesta con una serie di terremoti di bassa e moderata energia che, a volte, a causa dell’estrema superficialità della sorgente, provocano danni ai centri abitati prossimi all’area epicentrale. Il monitoraggio sistematico dell’attività sismica etnea è effettuato sin dal 1989, mediante una rete sismica locale permanente che nel tempo è stata oggetto di importanti miglioramenti. La Regione Etnea è interessata da due tipologie di rischio naturale: quello sismico e quello vulcanico. Numerosi studi hanno poi evidenziato che in questa area esiste una forte interazione tra i due fenomeni. Tuttavia le strutture tettoniche e vulcano-tettoniche sono superficiali ed agiscono ad una profondità di circa 4 Km. La continua attività eruttiva dell’Etna e i forti terremoti, spesso catastrofici, che hanno da sempre caratterizzato questa “regione”, non hanno mai costituito un deterrente all’insediamento delle popolazioni, anzi, il suo antico popolamento, dovuto anche all’elevata fertilità de suoli, è testimonianza che non sempre l’uomo ha avuto coscienza dei rischi naturali presenti nel territorio e quindi della sua vulnerabilità. 11 gennaio 1693 - SICILIA ORIENTALE Evento catastrofico con danni su vasta scala; vennero riscontrati danni o distruzioni nelle provincie di Siracusa – Catania – Enna – Messina – Caltanissetta – Agrigento – Palermo. 10 maggio 1739 - MESSINESE Un sisma provocò danni nel messinese, il paese più colpito risultò essere Naso. 14 settembre 1780 - MESSINESE La località più colpita fu Raccuja dove il terremoto danneggiò gravemente le abitazioni e gran parte degli edifici. 10 marzo 1776 - MESSINESE Un terremoto provocò gravi distruzioni a Oliveri, San Piero Patti e Scala; molti danni anche a Milazzo. Patti, Naso. Alcuni danni lievi anche a Messina. 20 febbraio 1818 - CATANESE Gli effetti maggiori si ebbero ad Acireale circa 100 comuni riportarono danni gravi o minori. 11 gennaio 1848 - GOLFO DI CATANIA Terremoto valutato pari a 7,5 gradi Mercalli; provocò danni nel catanese in particolare ad Augusta. 19 luglio 1865 - AREA ETNEA GRADI MERCALLI 9° 17 giugno 1879 – AREA ETNEA GRADI MERCALLI 9° 25 dicembre 1889 - AREA ETNEA GRADI MERCALLI 9° 8 agosto 1894 – AREA ETNEA GRADI MERCALLI 9/10° 15 ottobre 1911 - AREA ETNEA Dopo il terremoto del 1908 che colpì lo stretto di Messina, a distanza di 3 anni un nuovo terremoto distruttivo colpì l’area etnea, l’intensità di questo sisma fu di 10 gradi Mercalli. 8 maggio 1914 - AREA ETNEA Di nuovo l’area etnea con intensità 10 gradi Mercalli; molti paesi della provincia di Catania furono rasi al suolo. 13 dicembre - 1990 AUGUSTA Il terremoto ebbe effetti pari a 7,5 gradi Mercalli. Messina 1908 Notte tra il 28 e il 29 dicembre, ore 5,21 di lunedì 28 dicembre 1908. Un boato scuote la terra con violenza inaudita. Uno dei più tremendi terremoti della storia italiana si abbatte sulle due città meridionali; entrambe sono rase al suolo da una scossa catastrofica d'eccezionale gravità e da un’onda di maremoto. Le vittime furono circa 80.000 soltanto a Messina su una popolazione di circa 140.000 abitanti. A Messina soltanto il 2% degli edifici non rimase danneggiato. A Reggio Calabria ci furono circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Zemira Virgillito, Claudio Celano, Fernando Reina