Il fascino della complessità Presentare una città come Roma, con un itinerario che ne riassuma gli aspetti più significativi, non è un’impresa facile; Roma, nei suoi 2.768 anni circa di storia, non si è solo ampliata come tutte le città del mondo ma si è stratificata. Attraversando il centro storico si possono osservare le rovine dell’Impero Romano che si inseriscono quasi naturalmente negli edifici medievali o rinascimentali ma, soprattutto quando si compiono scavi archeologici, le testimonianze delle epoche passate si presentano una sull’altra, come gli strati di una torta. La creazione dei nuovi quartieri, iniziata con l’elezione di Roma a Capitale del nuovo Stato Unitario nel 1871, ha esteso notevolmente il territorio attraverso un’espansione a “macchia d’olio” sfuggita troppo spesso al controllo. Alcuni di questi quartieri hanno assunto un carattere storico e conservano una loro identità; altri, a causa dell’abusivismo e della loro lontananza dal centro, hanno assunto un carattere intensivo frutto di una speculazione disordinata e priva di ogni estetica. Qualsiasi viaggiatore, antico o moderno, ha colto il fascino di Roma proprio nella pacifica, indifferente convivenza di un passato glorioso e superbo con un presente distratto e accondiscendente. Sono state le ragioni di questa complessità e del suo fascino indiscutibile a guidare la scelta degli aspetti più caratteristici della città, quelli che il turista individua più facilmente: la grande Roma dell’impero, il mito, la fede, l’acqua. Poca cosa rispetto ai mille segreti che la città nasconde e che si possono scoprire solo calandosi in essa, diventando romani perché, al di là di tante polemiche, Roma è la città di tutti nel mondo. Gabriella Zanchetti dalle origini all’Impero 753 a.C. – 476 d.C. I sette colli Mura Serviane VI sec. a.C Mura Aureliane 275 d.C. Gli storici confermano la nascita di Roma fra gli insediamenti dei Latini, antichi abitatori della regione grosso modo corrispondente all’attuale Lazio. Dal colle Palatino Roma si estese ben presto ai colli più vicini (Aventino, Celio, Esquilino, Quirinale e Viminale) divenendo sempre più forte e riuscì a conquistare in breve anche i territori confinanti. Roma organizzò un esercito capace di proteggere i confini, soprattutto contro l’espansione etrusca verso Sud ma anche per assicurare la possibilità di una colonizzazione, per la popolazione eccedente, all’interno dei territori confinanti. La pianura laziale era, come adesso, attraversata dal Tevere nel quale confluiscono, oltre all’Aniene, le cosiddette marane, piccoli ruscelletti lungo i quali cresce la vegetazione che caratterizza il paesaggio di questa regione. La difesa era garantita dal fiume verso il Gianicolo e, verso Nord, dal Campidoglio e dal Quirinale che anticamente erano uniti dal Collis Latiaris. Nello spazio interno compreso tra i colli vi era un’area pianeggiante in cui si adunarono i diversi pagi da cui la città era costituita: il Foro sorse logicamente in questo luogo, mentre più a Sud, verso l’Aventino si organizzò il Porto fluviale; le abitazioni dei ricchi e dei potenti si costruirono invece sulle alture dei colli, dove l’aria era più salubre e dove c’era più spazio per coltivarsi una villa. La pianura verso Nord, come il Campo di Marte, era sgombra dalle costruzioni e serviva per le esercitazioni militari. L’Arx, cioè il Campidoglio, veniva mantenuta come cittadella riservata alle divinità. Il concetto di mura nacque, a Roma, con il famoso solco tracciato da Romolo, anche se questo rappresentava più un confine a carattere religioso che una difesa. La prima cinta urbana vera e propria, risalente alla metà del VI secolo a.C., è nota con il nome di "Serviana", in riferimento al primo costruttore, il sesto re di Roma Servio Tullio. Di questa prima cinta muraria, costituita in gran parte da un "agger", o terrapieno, alto circa 6 metri con parti in muratura di tufo, non rimane quasi più traccia. Fu ricostruita nel IV sec a.C. e la data esatta di questa costruzione ci viene fornita da Tito Livio che ricorda che nel 378 a.C. fu appaltata dai censori la costruzione di un nuovo muro, da eseguire in "saxo quadrato", a maggiore difesa della città dopo l'occupazione gallica del 390. La tecnica di costruzione del muro del IV secolo è ovunque la stessa: filari di blocchi alti 59 cm, corrispondenti a due piedi romani, disposti alternativamente per testa e per taglio. L'altezza complessiva si aggirava intorno ai 10 metri e lo spessore oltrepassava i 4 metri. La lunghezza totale delle mura raggiungeva quasi gli 11 chilometri, inglobando una superficie di circa 426 ettari: si trattava certamente della più ampia città dell'Italia peninsulare. Nei secoli della Repubblica e dell’Impero, Roma si riteneva inattaccabile dai nemici e per secoli ci furono pace e relativa tranquillità. Ma la crisi del III secolo rese necessaria una difesa importante. Sotto l’imperatore Aureliano, fra il 270 e il 275 furono costruiti 19 km di mura, delle quali ne rimangono 12,5, in buona parte ben conservate. Le mura furono costruite secondo la logica militare con robusti bastioni e un camminamento di guardia. Comunque il primo vero assalto alla città fu compiuto nel 408 d.C. Resti delle mura serviane oggi possiamo ancora ammirare, seppure limitatamente a piccoli tratti , ciò che rimane della più antica cinta muraria romana Auditorium di Mecenate Stazione Termini, via Marsala Resti delle Mura Aureliane Porta Ardeatina Le mura continuarono ad avere un ruolo difensivo per la città per secoli, furono ampliate con le Mura Leonine e Gianicolensi, rispettivamente nel IX e nel XVII secolo. Il 20 settembre 1870 i Bersaglieri aprirono una breccia vicino Porta Pia e posero fine al dominio temporale del papato. Lungo un tratto del camminamento di ronda è allestito il Museo delle Mura Porta san Giovanni Laterano Porta San Paolo Ostiense Da Romolo al tardo Impero, Roma fu una città in forte espansione. La città nata nel quadrante SE si ampliò, fino ad Augusto, nel settore NE e successivamente in quello SO. Nell’epoca imperiale l’espansione occupò il quadrante SE e un po’ meno quello NO N Terme di Diocleziano Mausoleo di Adriano W Campidoglio ACSE Colosseo Circo Massimo Terme di Caracalla S E Nel Medioevo furono abitate solo le zone dei settori a Ovest, lungo il Tevere e sia l’Ara Coeli che il Palazzo Senatorio sul Campidoglio, si rivolsero a Ovest, voltando le spalle al vecchio Foro ormai abbandonato. N San Pietro San Lorenzo Santa Maria in Ara coeli W Santa Maria in Trastevere Santa Maria Maggiore San Giovanni in Laterano San Saba San Paolo S E N Porta Pia Nel Rinascimento l’ampliamento della città fu tutto contenuto nel settore NO che venne saturato Villa Medici Santa Maria degli Angeli Banco di Spirito Sant’Agostino Palazzo della Cancelleria Quirinale Palazzo Farnese La Farnesina Palazzo Spada Palazzo Venezia E W S Il Rinascimento (XV-XVI sec.) N Nel periodo Barocco Roma subì un ampliamento verso NE Villa Borghese Trinità dei Monti Montecitorio Palazzo Barberini Fontana di Trevi W Piazza Navona E Roma subisce un ampliamento verso NE Fontana dell’Acqua Paola Villa Doria-Pamphili S Il Barocco (XVII-XVIII sec.) Foro Italico Stadio Olimpico Stadio Flaminio Palazzetto dello Sport Roma Moderna (XIX-XX sec.) Palazzo di Giustizia Quartiere Prati Teatro dell’Opera Stazione Termini Banca d’Italia Vittoriano EUR Dopo il 1870 si affiancò un’espansione a NO col quartiere Prati I collegamenti Roma ha tre aeroporti, due civili, Fiumicino e Ciampino, ed uno militare, l’aeroporto dell’Urbe sulla via Salaria. La costruzione del Grande Raccordo Anulare (GRA), che forma un anello stradale intorno alla città, aveva lo scopo di contenere l’allargamento spontaneo delle costruzioni e un più efficace collegamento fra le strade consolari e le Autostrade Le aree verdi – PARCHI Roma, nonostante la grande espansione edilizia, ha mantenuto molti ettari di aree verdi dovute sia alle grandi ville urbane trasformate in parchi pubblici, sia ad alcune aree protette intorno a laghi e fiumi I Quartieri Come il Centro Storico è diviso in RIONI, la zona appena fuori dal centro è suddivisa in QUARTIERI, ovvero le zone di nuova urbanizzazione nate dopo l’istituzione dell’ultimo rione, Prati. Alcuni quartieri hanno cambiato nome, come il 15 “Milvio” che già prima della Seconda Guerra Mondiale si chiamava “della Vittoria”, o il 13 “Vittorio Emanuele III” che aveva il nome di “Pinciano”. Altri sono stati istituiti dopo la Seconda Guerra Mondiale in conseguenza dell’allargamento del territorio urbano e sono quelli dal 13 al 35. Luoghi d’interesse nei diversi quartieri Parioli Flaminio: Ponte Milvio MAXXI; Parioli: Stadio Flaminio, Auditorium, Villa Ada; Pinciano: Galleria Borghese, Bio Parco, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Museo Nazionale Ettrusco di Villa Giulia; Salario: MACRO ( Museo Arte Contemporanea); Nomentano: Policlinico Umberto I; Tiburtino: Città Universitaria, Cimitero del Verano, Basilica di San Lorenzo fuori le Mura; Prenestino-Labicano: Porta Maggiore; Appio-Latino: chiesa Domine Quio Vadis, Tomba di Cecilia Metella; Ostiense: Basilica di San Paolo fuori le Mura; Gianicolense: collina tufacea di Monteverde, colline di Monte Mario, Vaticano, Gianicolo; Trionfale: Stadio Olimpico; Trieste: Catacombe di Santa Priscilla, quartiere Coppedè; Pietralata: Stazione Tiburtina; Europa: Museo dell’Alto Medioevo, Museo Etnografico Pigorini, Museo delle arti e tradizioni popolari, Basilica di San Pietro e Paolo; Trieste Pietralata Europa Le vicende legate alla nascita di Roma hanno interessato artisti di tutte le epoche Ludovico Carracci, Romolo e Remo, 1590 Resti della”Nave di Esculapio” ancora visibili sull’Isola Tiberina Jacques Louis David, Il ratto delle Sabine, 1799 Veduta aerea dell’Isola Tiberina in cui è evidente la forma di una nave Domus Aurea Ponte Sublicio Campidoglio Quirinale Viminale LA ROMA ARCAICA Area in cui sorgerà il Colosseo Esquilino Palatino Aventino Celio La Valle Murcia deve il suo nome al nume tutelare della valle , Murcia. All'epoca dei Tarquini risale la costruzione di una cloaca che permise di drenare tutta la zona e regolarizzare il terreno Valle Murcia Circo Massimo Il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo di tutti i tempi lungo 600 m. e largo 140, è dalla leggenda collegato alle origini stesse della città: infatti, in occasione dei giochi in onore di Conso, sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine e quindi il nascere della vita nella città stessa. Trastevere e Gianicolo Valle delle Camene Roma al tempo di Costantino IV sec. d.C. L’aspetto della città è quello di un luogo densamente edificato ROMA E IL TEVERE Alcune immagini che testimoniano il rapporto della città con il suo fiume prima della costruzione degli argini. I muraglioni per il contenimento del fiume causarono la perdita di tutte le costruzioni sorte dal Medioevo in poi lungo le rive e in particolare il bellissimo Porto di Ripetta, opera settecentesca, come si vede nella foto a colori Le cupole Le cupole costituiscono un elemento che caratterizza il panorama di Roma. Ve ne sono moltissime, le più belle e imponenti si trovano nel centro storico e sono opera di famosi artisti. Se si guarda con un po’ di attenzione, si scopre anche un vasto repertorio di cupole diverse e di tanti cupolini che coprono cappelle minori. Insieme a lanterne e campanili, esse svettano verso il cielo riprendendo, simbolicamente, il significato degli obelischi; anche le decorazioni interne si ispirano spesso alla volta celeste. Le cupole vere e proprie, nascono ed hanno il massimo sviluppo nell’architettura romana, grazie all’utilizzo del calcestruzzo. Gli architetti romani si specializzarono in costruzioni sempre più complesse e il maggiore esempio resta la cupola del Pantheon lacunari L’esterno delle cupole è generalmente rivestito di lastre di piombo per assicurare una perfetta protezione dalle infiltrazioni d’acqua La forma della cupola del Pantheon è originata dalla porzione di sfera che si inserisce nel corpo cilindrico del tempio. Anticamente i lacunari erano rivestiti di lastre di bronzo dorato che, con la luce dei raggi solari che penetravano dall’occhio centrale, facevano risplendere l’intera superficie, annullando ogni sensazione di pesantezza del materiale Donato Bramante, Tempietto di San Pietro in Montorio , 1508 - Colle del Gianicolo Il Tempietto di San Pietro in Montorio costituisce il prototipo della futura Basilica vaticana riprogettata, per volere di papa Giulio II, dallo stesso Bramante. Il tempio venne eretto sul luogo in cui, per tradizione, fu crocifisso San Pietro. L’interno ha decorazioni in stucco bianco lanterna tamburo costoloni Michelangelo Cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano, 1568-1561 Gli architetti del Rinascimento rinnovarono tecnicamente e strutturalmente il sistema di costruzione delle cupole. Il modello michelangiolesco, con la calotta a costoloni, impostata sull’alto tamburo con le finestre e coronata dalla lanterna, fu ampiamente ripreso dagli architetti successivi. Francesco Borromini Chiesa di Sant’Agnese in Agone 1657 – Piazza Navona La cupola è affiancata da due campanili e s’imposta su un tamburo di notevole altezza Interno della cupola Ciro Ferri, Gloria di Sant’Agnese 1689 Francesco Borromini Cupola di Sant’Ivo alla Sapienza 1660 L’interno della cupola rivela, alla sua impostazione, la pianta della chiesa La copertura rivela il disegno fantasioso del Borromini, in particolare il motivo a spirale che corona la lanterna Santa Maria di Loreto 1507-1576 Santissimo nome di Maria 1736 Le due chiese si trovano nella piazza antistante il Foro Traiano. La lanterna della chiesa di Santa Maria di Loreto fu definita dallo storico Francesco Milizia la “gabbia per grilli”poiché si tratta di una struttura vuota. Domenico Fontana Cupola della Cappella Sistina (Sisto V) 1590 Flaminio Ponzio Cupola della Cappella Paolina (Paolo V) 1615 Facciata posteriore della basilica di Santa Maria Maggiore Santa Maria dei Miracoli Santa Maria in Montesanto Le due chiese di Piazza del Popolo, considerate “gemelle”, sono in realtà molto diverse fra loro. Furono progettate da Carlo Rainaldi fra il 1662 e il 1667 Carlo Maderno Sant’Andrea della Valle 1622 Questa cupola è la terza, in ordine di grandezza, dopo quella del Pantheon e di San Pietro Lanfranco Assunzione in cielo della Vergine (particolare) 1628 Oltre le cupole che coprono edifici di culto cristiano vi sono quelle di edifici di altri culti Sinagoga 1901-1904 Gli architetti Armanni e Costa realizzarono un edificio che doveva distinguersi da quelli cristiani ma senza stonare col panorama cittadino. La cupola si imposta su un tamburo quadrato con tre finestre per lato Paolo Benci Tempio Valdese 1914 Due cupole gemelle, molto semplici, poggiano su tamburi cilindrici su cui si aprono finestre rettangolari Paolo Portoghesi, Vittorio Gigliotti, Sami Moussawi Grande Moschea 1984- 1995 La grande cupola, sormontata dalla mezza luna di bronzo è circondata da sedici cupoline e spicca tra il verde degli alti pini di Monte Antenne Gli obelischi Roma è oggi la città che conserva il maggior numero di obelischi al mondo. Questi monumenti, in gran parte di origine egiziana, furono trasportati nella capitale dell’Impero romano a partire dall'epoca di Augusto, sotto il cui dominio l’Egitto era stato conquistato, dopo la battaglia di Azio nel 31 a.C. In alcuni casi, con il medesimo granito utilizzato dagli egizi, furono realizzati obelischi direttamente in epoca romana: il monolite restava privo di iscrizioni oppure vi venivano copiati, con errori e fraintendimenti, i geroglifici dai modelli dell'epoca faraonica. Gli obelischi egiziani utilizzati in epoca imperiale furono nuovamente rialzati nella Roma papale, a partire da papa Sisto V, come punti di arrivo e di convergenza visiva nel nuovo assetto urbanistico dato alla città, diventandone una caratteristica, ripresa poi anche in epoca moderna con nuove forme. Roma possedeva anche un obelisco axumita, non egizio, l’obelisco di Axsum, che è stato restituito all‘Etiopia nel 2005. Obelisco Lateranense Costanzo II 357 d.C. Sisto V 1588 Obelisco Vaticano Caligola 40 d.C. Sisto V 1586 Obelisco Flaminio Augusto 10 d.C. Sisto V 1589 Obelisco Sallustiano Obelisco di Montecitorio Costruito in epoca romana Pio VI 1789 Augusto 10 Pio VI 1792 Obelisco Agonale Costruito sotto Domiziano Innocenzo X 1651 Obelisco del Pantheon fu realizzato all'epoca di Ramsete II e portato a Roma da Domiziano Clemente XI 1711 Obelisco della Minerva Portato a Roma sotto Domiziano Alessandro VII 1667 Obelisco Mattei Giardini di Villa Celimontana Metà superiore epoca di Ramsete II Famiglia Mattei 1820 Obelisco del Quirinale Ritrovato nel 1527 Pio VI 1786 Obelisco Esquilino Costruito sotto Domiziano Sisto V 1527 Obelisco di Dogali Proveniente da Eliopoli Giardini delle terme di Diocleziano1925 Obelisco Aureliano Realizzato sotto Adriano Pio VII 1822 Pincio Obelisco Mussolini 1932 Obelisco Marconi 1959 Obelischi Torlonia 1842 Le fontane Roma è la città delle fontane, se ne contano oltre duemila tra grandi e piccole. Bellissime, fantasiose, eccentriche, molte sono opera di grandi scultori e architetti. Quasi tutti i quartieri hanno la loro fontana, grande o piccola che sia. L'acqua e le fontane fanno parte del patrimonio artistico e culturale di Roma e ne sono state sempre un elemento caratteristico. Il poeta Shelley, grande estimatore dell'abbondanza di acqua per le strade di Roma, diceva: "Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma". Fonte di Giuturna, costruita sotto il Palatino nel 168 a.C. Fontana triangolare del Ludus Magnus, a fianco del Colosseo, nel luogo di esercitazione dei gladiatori Meta Sudans Distrutta nel 1936 per la costruzione di Via dell’Impero Fontana del Moro 1574, piazza Navona Giacomo della Porta Fontana del Nettuno piazza Navona Giacomo della Porta 1574 terminata nel 1873 Piazza del Quirinale Domenico Fontana 1590 Piazza della Chiesa Nuova Giacomo della Porta 1590 Navicella scultura di Andrea Sansovino 1518 adattata a fontana nel 1931 1 2 1)Dei Fiumi Piazza Navona, Bernini 2)La Barcaccia Trinità dei Monti, Pietro e Gian Lorenzo Bernini 3)Delle Tartarughe 1581 Piazza Mattei, Giacomo della Porta 3 1 2 1)Mosè 1587, Giovanni Fontana – 2)Acqua Paola 1612 ,Flaminio Ponzo 3)Trevi 1762, Nicola Salvi – 4)Tritone, 1642 G. Lorenzo Bernini 3 4 Fontana delle Arti Via Margutta Pietro Lombardi 1927 La fontanella più caratteristica di Roma: “il nasone” Fontana dei Libri Via degli Staderari Pietro Lombardi 1927 Fontana del Facchino Via Lata Jacopo del Conte 1587