Le parabole di Gesù Il genere letterario della parabola Nella tradizione della sapienza dell’AVO (Antico Vicino Oriente) l’uso della parabola è largamente diffuso. Accanto a proverbi, indovinelli, allegorie, la parabola fa parte di un linguaggio che non appartiene esclusivamente alla tradizione ebraica o biblica, ma ha radici molto più antiche. La parabola dunque non è un genere letterario specifico della Bibbia, né inventato da Gesù, ma appartiene al linguaggio dell’uomo, in particolare al patrimonio dell’antico mondo mediorientale. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 1/9 Il genere letterario del RIB Allo stesso ambito socio-culturale appartiene anche il RIB; detto anche “lite familiare”, è un confronto/scontro tra due parti in causa che cercano di giungere ad un accordo (necessario per motivi familiari, di convivenza, vicinato, affari, alleanze politiche, ecc.) senza ricorrere ad un giudice. Scopo del RIB non è primariamente emettere una sentenza o applicare una pena, ma ristabilire un rapporto interrotto a causa del torto fatto da una all’altra parte. All’interno di questo genere letterario può trovare impiego la parabola, la quale si mostra particolarmente utile nelle situazioni in cui il dialogo è difficile e una parte deve convincere l’altra a considerare un diverso punto di vista. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 2/9 Caratteristiche di Rib e parabola nella Bibbia Il genere letterario del Rib è spesso presente nei testi profetici dell’AT e viene spesso applicato al rapporto tra Dio e il suo popolo; YHWH è la parte lesa e anche colui che cerca, con ogni mezzo e attraverso la voce del profeta, di ristabilire la relazione con Israele, colpevole di aver violato l’alleanza. Ristabilire la relazione equivale quindi a ristabilire la giustizia, suscitando una presa di coscienza del peccato commesso dall’uomo verso Dio. Cfr i Salmi 50 (49) e 51 (50), oppure Is cap.1. Anche le parabole, all’interno di questo orizzonte credente, hanno a che fare con l’identità di Dio, dicono qualcosa di Lui e del suo operare nella storia. Cfr la parabola della vigna in Is cap.5. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 3/9 Il percorso “educativo” della parabola Ricordare: la parabola rappresenta sempre il PUNTO DI VISTA di Dio; diventa occasione di giudizio e conversione. Infatti, chi ascolta ed entra nella logica della parabola, che è secondo il punto di vista di Dio, alla fine non può far altro che: 1. Riconoscere la giustizia (giusto giudizio sulla realtà) di Dio da un lato e il proprio peccato dall’altro, dunque convertirsi, cioè cambiare il proprio punto di vista sulla realtà per assumere quello di Dio. oppure 2. Riconoscere la giustizia di Dio ma rifiutare di entrare nella sua logica, cioè rimanere al di fuori della relazione con Lui. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 4/9 Prendiamo ad esempio la più classica delle parabole bibliche, 2 Sam 12,1-7. Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli disse: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui». Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 5/9 Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! La parabola viene raccontata in una situazione critica, in cui i due interlocutori si trovano nella difficoltà o impossibilità di dialogare. La parabola è il terreno neutro su cui l’interlocutore è invitato ad esprimere un giudizio. Alla fine la rivelazione esplicita (ma può essere anche implicita) “tu sei quell’uomo!” (v.7), coinvolge l’interlocutore con la sua libertà e coscienza. Dal giudicare “qualcosa” al giudicare “se stesso”: la parabola ha completato il suo percorso. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 6/9 Le parabole di Gesù In esse il punto di vista di Dio è rappresentato in maniera unica e nuova: UNICA: perché Dio e l’uomo non sono mai stati così vicini (ecco infatti che “Il Regno di Dio è vicino!” Mc 1,14). NUOVA: perché nelle sue parole compare sempre l’inaspettato, il sorprendente. Dio che supera le nostre aspettative e appare sotto una luce nuova e al tempo stesso originaria e familiare. Non sono semplici sentenze, enunciazioni, ma un evento, qualcosa che accade e provoca cambiamenti nella storia dell’uomo e nella vita delle singole persone. Sono in grado di provocare una risposta in ordine alla venuta del Regno di Dio, di accoglienza o rifiuto. Dunque implicitamente contengono un “giudizio”. 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 7/9 Conclusione Nelle parabole di Gesù il popolo d’Israele ha potuto riconoscere ciò che gli apparteneva fin dall’inizio, il Dio Padre e Misericordioso che chiama ogni uomo alla comunione con Lui. Questo può accadere ancora oggi attraverso le parabole di Gesù? Le parabole sono in grado di produrre un simile cambiamento in colui che crede, oppure vengono ridotte a contenuto teologico o insegnamento morale? Bibliografia per approfondire: Linnemann, E., Le parabole di Gesù, Queriniana, Brescia 1991 Dupont, J., Il metodo parabolico di Gesù, Paideia, Brescia 1978 2015 Prof.ssa Marialaura Mino 8/9 p. Marko Ivan Rupnik s.j. Gesù Buon Pastore (part.) 9/9