IL METODO ANALOGICO
di Camillo Bortolato
INTERVISTA VIRTUALE all’autore
a cura di Luisa Martin
CHI E’ CAMILLO BORTOLATO
“Insegno da 38 anni nella scuola primaria
cercando con i miei alunni una strada, pur nella
solitudine, che porti ad apprendere con meno
fatica e più soddisfazione. Così ho costruito degli
strumenti che sono stati poi sperimentati
all’università di Padova e in altri atenei.
E ora sono fortunato a trovare tanti insegnanti
che condividono questi pensieri e questo
percorso.”
http://www.camillobortolato.it/autore.aspx
a cura di Luisa Martin
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COS’È IL “METODO ANALOGICO”
“Si tratta di un metodo fondato sul calcolo mentale
senza numeri.
Propone come strumento fondamentale la Linea
del 20
che sviluppa il calcolo mentale
simulando il funzionamento delle mani, un vero e
proprio computer
analogico fornito dalla
nostra natura.
Dove è stato applicato ha ottenuto successi
straordinari.”
a cura di Luisa Martin
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PERCHÉ SI CHIAMA “METODO ANALOGICO”
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Perché l’analogia e non la logica è lo strumento per conoscere le cose
nuove.
Perché tutto il mondo è costruito su base analogica cioè come replicazione
dello stesso atomo o della stessa cellula.
Perché ogni più piccolo passo è un avanzamento e la conquista del mondo
è una moltiplicazione di passi.
Perché un bambino nel suo piccolo mondo vede l’estensione di tutto il
mondo e gioisce ad ogni conferma.
Perché tutto è speculare e replicativo della stessa unità.
Perché nel nostro cervello, a differenza del computer, non ci sono le
sinapsi della logica.
Perché la questione epistemologica, cioè di come ricaviamo la conoscenza,
si pone in questi termini: rileviamo le nostre conoscenze andando
nell’incerto, nel provvisorio, nel fantastico, come fanno sempre i bambini.
Poi, a posteriori analizziamo ciò che abbiamo pensato per definire se è più
o meno logico, o meglio dire, coerente.
Così nella matematica e in qualsiasi altro nuovo sapere.
a cura di Luisa Martin
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DA DOVE NASCE QUESTA PROPOSTA
• Nasce dal bisogno di adeguare la Matematica alle ultime
acquisizioni della ricerca in fatto di innatismo e genialità dei
bambini, secondo le quali il calcolo nasce da una “visione
interna” della quantità, alla quale i piccoli si abbandonano
con facilità e felicità, se sono adeguatamente educati a
farlo.
• Basta chiudere gli occhi e pensare solo alle palline, non ai
numeri, perché i numeri non esistono, né come idee, né
come concetti, né come simboli o nomi!
• Si utilizzano le cifre -i numeri- come delle etichette senza
bisogno di giustificazione.
• La didattica “concettuale”, alla continua ricerca del
significato, è perdente.
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INSOMMA, NON SI VEDE BENE CHE
COL CUORE?
• Sì,
potremmo
applicare
anche
all’apprendimento della Matematica questa
frase di Saint Exupery ne “Il Piccolo Principe”,
anche se con un significato un po’ diverso.
• Con questo metodo i bambini, infatti,
comprendono, che al contrario della tensione,
serve lasciarsi andare alla spontaneità della
visione, dimenticando se stessi, come nel
gioco.
• La conoscenza arriverà da dentro, come una
luce.
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SU QUALI STRUMENTI SI FONDA
QUESTO METODO?
• Si fonda sulla qualità di determinati strumenti di
simulare i procedimenti mentali del calcolo in
modo da trasferire la comprensione dalla
elaborazione
logico-concettuale
a
quella
analogico-intuitiva, come quando un bambino
impara ad usare il computer solo osservando
come fanno gli altri.
La LINEA del 100
la LINEA del 100 MAXI
la LINEA del 20
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COSA INTENDE PER COMPUTO
ISTINTIVO
• Butterworth afferma che non possiamo
vedere delle mucche nel prato senza
avvertire che, oltre ad essere bianche e nere,
sono tre.
Allo stesso modo noi potremmo sapere che
sono 315 se solo fossero disposte secondo un
ordine prestabilito.
Questo dobbiamo insegnare ai bambini:
a essere ordinati internamente.
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I 10 SEGRETI DEL SUCCESSO
1. Disinteressarsi della disciplina, ma gioire della facilità
con cui il calcolo “affiora” nell’intimo!
2. Non astrarre, ma “vedere”!
3. Non contare mai, perché il conteggio si può fare solo
in presenza del materiale, ma quando si chiudono gli
occhi…il materiale sparisce.
4. Pensare solo alle palline.
5. Essere ordinati internamente.
6. Non pensare mai alle operazioni.
7. Disinteressarsi della scrittura dei numeri.
8. Considerare il calcolo scritto come calcolo “cieco”.
9. Saper chiudere gli occhi.
10.Avere gratitudine per la conoscenza che nasce
spontanea.
a cura di Luisa Martin
fine
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Possiamo
immaginare
la
MATEMATICA
come
una
MONTAGNA sulla quale sono
disposti tre livelli simili a tre
tappe da conquistare.
Ogni bambino è ai piedi della
montagna ed è nella stessa
posizione dell’umanità all’inizio
della vita sulla Terra.
A livello semantico spinto
dalle proprie doti istintive di
organizzazione
di
contabilizzare il mondo.
A livello lessicale utilizza il
codice latino dei numeri.
A livello sintattico entra nel
tempio dell’aritmetica.
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Brian Butterworth
È il neuropsicologo famoso in tutto il mondo
per aver fondato una nuova disciplina, la
«neuroscienza dell'educazione», che unisce
i risultati che provengono dalla psicologia
cognitiva, dalle neuroscienze e dalle scienze
dell'educazione per promuovere il miglior
apprendimento possibile per l'individuo. È
Professore Emerito di neuropsicologia cognitiva
presso la rinomata UCL (University College of
London)e fondatore della rivista «Mathematical
Cognition».
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