Pontificia Università Lateranense Facoltà di Teologia IL LETTORATO NELLA STORIA E NELLA PRASSI DELLA CHIESA Tavola Rotonda, 18 marzo 2010 R. Gerardi, A. Lameri, S. Lanza, A. Montan, R. Nardin, G. Tangorra, G. Tani IL LETTORATO NELLA STORIA DELLA CHIESA Dalle origini al concilio Vaticano II Roberto Nardin Fondamento teologico (biblico-tipologico) Lettore Epoca patristica Prospettiva storica Epoca medievale XX secolo FONDAMENTO TEOLOGICO IN CHIAVE BIBLICO-TIPOLOGICA typos Archetypos Prototypos Evento CRISTO antitypos Battesimo (1Pt 3, 21) NT Salvezza della Chiesa (1Cor 10, 6) Esodo AT Diluvio Tempio Sacerdozio Regno: terra d’Israele … AT Evento CRISTO Circoncidere il cuore Agape Vero Tempio Vero Sacerdote Compimento dell’Alleanza Verbo di Dio Autobasileia NT Regno: cuore dell’uomo Corpo: tempio dello Spirito Santo Sacerdozio: offrire il proprio corpo Circoncisione Legge di Dio Lettore Ez 2, 9 - 3, 4 Ne 8, 1-12 Evento CRISTO Lc 4, 16-24 Lc 24, 27.30-33 Ap 5, 1-10 NT Ap 5, 11-14 Ap 10, 8-11 AT Dn 12, 4.9 Is 29, 11 «Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino». Ap 1, 3 PROSPETTIVA STORICA Epoca patristica Giustino (+ 165) «Nel primo giorno chiamato “del sole”, si fa una riunione in uno stesso luogo di tutti quelli che abitano sparsi per le città o le campagne, e vengono lette le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti, finché il tempo lo consente. Quando il lettore ha terminato, colui che è preposto alla comunità, mediante un discorso, ammonisce ed esorta all’imitazione di queste belle cose». I Apologia, 67, 3-4 Il lettore è ben individuato: legge ma non esorta. Chi presiede ammonisce ed esorta. Cipriano di Cartagine (+ 258) «A Saturo infatti nel giorno di Pasqua avevamo affidato per due volte l’incarico della lettura [anche se non era ancora stato istituito lettore], […] quando di recente abbiamo esaminato diligentemente i lettori da affiancare ai presbiteri maestri per accertarci se avessero tutti i requisiti richiesti in coloro che si preparano a entrare nel clero». Lettera, 29 Il lettore è istituito ed esaminato diligentemente dal vescovo. Possono leggere (supplenza) anche lettori non istituiti. Cipriano di Cartagine (+ 258) Lettorato ad Aurelio «Nel conferimento degli uffici (ordinatio) ecclesiastici, fratelli carissimi, siamo soliti sentire in anticipo il vostro parere e soppesare con comune deliberazione la condotta e i meriti dei singoli. Ma non è necessario attendere umane testimonianze quando queste sono precedute dall’approvazione divina». Lettera, 38 Il lettore è istituito dal vescovo: - dopo aver consultato la comunità - ci possono essere delle motivate eccezioni Cipriano di Cartagine (+ 258) «Il nostro fratello Aurelio, è stato già provato dal Signore ed è caro a Dio […]: qui ha sostenuto un duplice combattimento, per due volte chiamato a confessare la fede e per due volte gloriosamente vittorioso con la sua confessione». Lettera, 38 L’istituzione del lettorato da parte del vescovo ha nella cristallina e coraggiosa testimonianza della vita il criterio che solo può esonerare dall’altro criterio di discernimento, ossia dalla consultazione della comunità. Cipriano di Cartagine (+ 258) «abbiamo deciso di farlo [Aurelio] iniziare dall’ufficio del lettorato. Niente infatti è più consono alla voce che ha confessato Dio con gloriosa testimonianza che risuonare nella proclamazione delle divine letture, e dopo le parole sublimi che hanno professato la testimonianza di Cristo, leggere il vangelo di Cristo su cui si formano i martiri; e dopo il palco del tribunale, salire sull’ambone (pulpitum), là esposto allo sguardo di una turba di pagani, qui allo sguardo dei fratelli, là ascoltato con diffidenza dalla folla che lo circondava, qui ascoltato con gioia dalla comunità dei fratelli». Lettera, 38 Svolta costantiniana Grandi basiliche Evangelario solenne Proclamazione del Vangelo al Diacono Sinodo di Roma, 595 (Gregorio M.) Epoca medievale Isidoro di Siviglia (+ 633) De ecclesiasticis officiis Gli ordines sono nove: Episcopato o sommo sacerdozio o pontificato Presbiterato o sacerdozio Diaconato Lettori quasi esclusivi Suddiaconato Salmistato Lettorato Esorcistato Accolitato Ostiariato maggiori minori Isidoro di Siviglia (+ 633) De ecclesiasticis officiis Raccoglie e sistematizza l’eredità patristica Ignazio di Antiochia (tripartizione) Influenza il Medioevo teologico Pietro Lombardo Alberto Magno Tommaso Tommaso «La funzione principale di ciascun ordine è quella che più immediatamente è ordinata all'Eucaristia, poiché la consacrazione conferita nell’ordinazione ha come scopo il sacramento dell'Eucaristia, come si è detto [a. 2]. Per questo un ordine è superiore all’altro a seconda che la sua funzione è più o meno connessa con tale sacramento». STh. Suppl., q. 37, a. 4; Cf. In IV Sent. d. 24, q. 2, a. 2 Tommaso (STh. Suppl., q. 37, a. 2) Gli ordini sono sette: Episcopato Presbiterato o sacerdozio Diaconato Suddiaconato Salmistato Accolitato Ostiariato Lettorato Esorcistato A B Corpus Christi mysticum Corpus Christi verum Distribuzione dell’Eucaristia Coloro che ricevono l’Eucaristia Tommaso (STh. Suppl., q. 37, a. 2) A Diacono: (legge il Vangelo) Distribuisce l’Eucaristia Suddiacono: (legge l’epistola) Prepara i vasi (calice vuoto) destinati a contenere l’Eucaristia Accolito: Prepara la materia dell’Eucaristia nelle ampolle Tommaso (STh. Suppl., q. 37, a. 2) B Ostiario: Allontana chi non può partecipare all’eucaristia Lettore: (legge l’AT) Istruisce i catecumeni Esorcista: Allontana l’ossessione diabolica dai credenti Tommaso (STh. Suppl., q. 37, a. 3) Gli ordini sono sette: Presbiterato Diaconato Suddiaconato Accolitato Ostiariato Lettorato Esorcistato Ordini sacri Rapporto ‘diretto’ con l’Eucaristia Ordini minori Rapporto ‘indiretto’ con l’Eucaristia Ignazio di Antiochia (I millennio) Eucaristia al centro Celebrata dal vescovo che presiede la comunità: - l’eucaristia fonda la comunità - il vescovo è il primo ministro dell’eucaristia - l’episcopato come sacramento originario dell’Ordine Tommaso (II millennio) Eucaristia al centro Celebrata dal singolo presbitero che consacra: - l’eucaristia “indipendente” dalla comunità - l’eucaristia questione “privata” del presbitero - l’episcopato non è un sacramento «Mentre nella Chiesa del primo millennio i tre segni sacrali di prima grandezza, cioè la cattedra, l’ambone e l’altare, erano percepiti nel loro naturale ordine gerarchico, successivamente, forse a causa dell’impiego di una lingua sempre meno compresa, forse in seguito a una invadente clericalizzazione dei ruoli, forse in conseguenza del fatto che l’altare finì per imporsi come polo d’attrazione unico, le funzioni sacrali della cattedra e dell’ambone risultarono drasticamente ridimensionate. In particolare, l’ambone si vide privato della prima delle sue due finalità. Infatti, pur mantenendosi come ambone della predicazione nel pulpito, invece come ambone della proclamazione della Parola migrò sull’altare, fino a identificarsi con il piccolo leggio. Privato del suo naturale supporto, pure il lezionario migrò sull’altare, anzi dentro il messale, fino a fondersi nel messale plenario». C. Giraudo, La parola di Dio risuona nella Chiesa: Un bilancio, in Lateranum 74 (2008) 91-114, qui 100 II millennio Le letture sono monopolizzate dagli ordini sacri: Anche la prima lettura è proclamata dal presbitero, dal suddiacono nelle solennità. Il Vangelo, nelle solennità, è proclamato dal diacono. Il lettore ha una valenza poco più che decorativa nel cerimoniale delle cattedrali. II millennio Il lettorato, come ogni “ordine” (ordo), è visto in funzione dell’Eucaristia (Tommaso), poiché l’Eucaristia è strettamente legata al sacerdozio Il lettorato è visto in funzione (un gradino per) dell’ordine sacro. Il concilio di Trento si limiterà a stabilire i tempi di “attesa” tra un ordine e un altro in vista del sacerdozio. XX secolo Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Partecipazione dei fedeli - Importanza dell’anima (soggettivo) - Auspicato il parallelismo partecipativo (cf. n. 90) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Positiva la prospettiva unitaria del rapporto spiritualità oggettiva e soggettiva. Negativa la sottolineatura della soggettiva Partecipazione dell’anima (devozione) Rito non coincidente, ma parallelo, con la devozione Ascolto il mio cuore, poco importante ascoltare la Parola Concilio Vaticano II (1962-1965) Sacrosanctum concilium (1963) Confronto con Mediator Dei Ripresentata la partecipazione dei fedeli alla liturgia: - Non solo la “disposizione dell’anima”, ma tutto l’uomo - Non solo il singolo fedele, ma anche la comunità - Non solo il sacerdote, ma anche l’assemblea - Non solo la comunione spirituale, ma sacramentale - Non ascolto soprattutto il mio cuore, ma la Parola «Per realizzare un’opera così grande [cf. SC 6] Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. [...] È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura». SC 7 La valenza teologica della liturgia: Cristo è presente nella parola proclamata «Nella celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell’omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici. Perciò, per promuovere la riforma, il progresso e l’adattamento della sacra liturgia, è necessario che venga favorito quel gusto saporoso e vivo della sacra Scrittura, che è attestato dalla venerabile tradizione dei riti sia orientali che occidentali». SC 24 - Il sacerdozio battesimale (SC 14; LG 10) - La rivalutazione del laicato (LG 31) - L’universale chiamata alla santità (LG 40) Preparano la riscoperta del lettore laico “istituito” Paolo VI, Ministeria quaedam (1972) “Ministero” “istituito” sul fondamento del battesimo Non più un “ordine” (minore) in vista del sacerdozio.