Percorso di formazione
per volontari/operatori
delle Caritas parrocchiali
e delle strutture Caritas
Iª Parte
Quale comunione per quale servizio?
Tre modelli di riferimento:
trinitario, cristologico, ecclesiologico
IIª Parte
La comunione si fa servizio
in risposta a quale contesto
e a quali bisogni?
IIIª Parte
Le implicanze
per una pastorale della carità
 La Trinità, è principio e modello di comunione per il
cristiano, in quanto con il battesimo siamo stati
rigenerati a vita nuova nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo (cfr. Rm 5,5).
‐ Però, nonostante questa importanza, “Si può parlare
di un esilio della Trinità dalla teoria e dalla prassi dei
cristiani” (B. Forte).
‐ Occorre quindi recuperare il rapporto con la Trinità,
principio e modello di comunione, da cui la Chiesa
attinge nutrimento.
 Pertanto, protagonista della vita della Chiesa è Gesù
Cristo morto e risorto, che ci invita a rimanere nel suo
amore e in quello del Padre (cfr. Gv 15, 9-10; 17, 21), è lo Spirito
Santo che ci suggerisce al momento giusto le cose che
Lui ci ha detto (cfr. Gv 14, 26).
Per realizzare la comunione, la Chiesa è chiamata ad
operare conformandosi a Gesù che ha risposto ai
bisogni dell’uomo:
 Assumendo la condizione di servo (cfr. Lc 22, 27).
 Offrendoci un amore di piena donazione (cfr. Fil 2, 5-8).
 Proponendoci un amore su cui modellare la nostra vita
(cfr. Fil 2, 5 e 1Gv 3, 16-18).
 Un amore gratuito (cfr. Mt 10, 8).
 Un amore fecondo (cfr. Gv 15, 16).
 Un amore come segno di riconoscimento (cfr. Gv 13, 35).
 La carità nella Chiesa nasce dall’agápe.
Nel N.T. quando si parla di agápe, si intende:
‐ Un amore che ci è gratuitamente donato fin dal battesimo
(Rm 5, 5).
‐ Un amore che ci rende partecipi della vita trinitaria
(2Cor 13,
13).
‐ Un amore che ci fa nascere a vita nuova e ci fa conoscere
Dio: (1Gv 4, 7-8).
‐ Un amore che ci fa vivere in comunione con Dio (1Gv 4, 16).
Dio è carità
• accoglie
• perdona
• è fedele
dona il Figlio
• maestro
• fratello
discepoli
• dono per i
nostri
fratelli
Nel N.T. l’espressione koinonìa
indica:
1. la comunione con Dio Padre, in
Cristo Signore nostro (cfr. 1Cor 1, 9)
2. La partecipazione al corpo e
sangue di Gesù (cfr. 1Cor 10, 16)
3. L’essere
un cuor solo ed
un’anima sola e il condividere
tutto (cfr. Atti 4, 32-33)
Eucarestia
Testimonianza
della carità
Koinonìa
(Cfr. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 9 e 10).
‐ Gesù dice agli apostoli che saranno suoi
testimoni (cfr. Gv 15, 9; 26) e renderanno visibile
l’amore del Padre, ricevuto in Cristo per
mezzo dello Spirito.
‐ Pertanto, la Chiesa è chiamata a strutturarsi
come comunità che, pur nella diversità dei
ruoli e nella varietà dei carismi, sollecita alla
corresponsabilità di tutti (cfr. 1Cor 12, 4 e ss.).
 la
divisione in tante fazioni.
“Quando vi radunate in assemblea, vi
sono divisioni tra voi…” (1Cor 11, 18).
 la chiusura di ciascuno nel proprio
egoismo.
“Ciascuno,
quando
partecipa alla cena, prende prima il
proprio pasto” (1Cor 11, 21).
 l’insensibilità di fronte ai bisogni
di altri fratelli. “E così, uno ha fame,
l’altro è ubriaco” (1Cor 11, 21).
Fondamentale pertanto, è il come si partecipa alla cena del
Signore, perché la comunità, facendo memoria della morte
del Signore, sia per tutti luogo di comunione, fonte di
fraternità e carità (cfr 1Cor 11, 20-33).
?
 In un
contesto culturale ed esistenziale
di cambiamento
 “Bisogno” di prospettive di speranza, di senso,
di orientamento, di legami con la memoria e
di prospettive progettuali,
a fronte di
‐ un’esistenza appiattita sul presente ed
inquieta
‐ difficoltà di vivere la comunicazione e la
relazione sia in senso interpersonale che verso
le Istituzioni
‐ una dimensione sempre più multietnica e
multiculturale della società
‐ perdita delle proprie radici
‐ una crescente globalizzazione su più livelli
14
 Carità come cifra della vita cristiana, dello
stile pastorale e della programmazione
pastorale… (Cfr. NMI n. 49)
 «Ho avuto fame…» (Cfr. Mt 25, 31 e ss.): una pagina
su cui la Chiesa misura la sua fedeltà di sposa
di Cristo e ribadisce l’opzione preferenziale
per i poveri (cfr. NMI n. 49)
 Carità essenza della Chiesa e non attività di
segretariato sociale (cfr. DCE, n. 25)
 “L’amore nella sua purezza e nella sua
gratuità è la miglior testimonianza del Dio
nel quale crediamo” (DCE, n. 31c)
 “L’eucaristia spinge ogni credente in Lui a
farsi «pane spezzato» per gli altri e dunque
ad impegnarsi per un mondo più giusto e
fraterno” (cfr. Sacramentum Caritatis, n. 88)
• Sviluppo di un concetto individualistico e
privatistico di vita cristiana di carità e di
santità
• Delega agli Ordini religiosi dell’impegno di
carità
• Nel passato la Chiesa si è strutturata più sulla
base dei riti e del diritto
• Scarso contatto con la Parola di Dio,
interpretazione riduttiva e distorta di alcuni
passi
…Allora, cosa fare in concreto? - 1
• “Il discorso potrebbe farsi immediatamente
operativo, ma sarebbe sbagliato assecondare
tale impulso”
• “Prima di programmare iniziative concrete,
occorre promuovere una spiritualità della
comunione come principio educativo, in
tutti i luoghi dove si plasma l’uomo, il cristiano,
i ministri dell’altare, gli operatori pastorali…”
(cfr. NMI n. 43)
• la comunità cristiana è chiamata ad essere
profezia e segno (sacramento) di questa carità
di Dio, incarnandola nella storia degli uomini
…Allora, cosa fare in concreto? - 2
“Senza questo cammino spirituale, a ben poco servono gli
strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero
apparati senz’anima, maschere di comunione” (cfr. NMI n. 43)
• I vescovi hanno istituito la Caritas, organismo
con prevalente funzione pedagogica,
educare la comunità alla carità
per
• La Caritas ha assunto il metodo dell’ascoltare,
osservare e discernere per animare, che
permette, nel presente contesto complesso ed
in continuo cambiamento, di partire dalla
realtà e dare risposte di salvezza con
sistematicità, organicità e concretezza,
coinvolgendo la comunità
• Ha promosso strumenti per attuare il
metodo (CdA, OPR, Lab)
Caritas ha fatto propria la progettazione pastorale.
Ciò permette di:
evitare improvvisazione e provvisorietà, rendendo organico,
continuativo e fruttuoso quanto si realizza.
Ma comporta:
partire da una serie di elementi conoscitivi
fissare gli obiettivi
prevedere tempi, risorse e soggetti da
coinvolgere
metodi da utilizzare ed azioni da promuovere
verifiche periodiche da compiere
educare a condividere
ripensare stili
di vita personali e familiari
mettere
a disposizione le proprie risorse
(tempo, competenze, professionalità…)
testimonianza di amore, agápe, di
cui la comunità è soggetto
Scarica

La comuniione si fa servizio