Visita RANDAZZO/acireale Scuola secondaria primo grado 1°classi 24/04/2015 Raduno dei partecipanti alle ore 7.30 nei pressi dell’istituto; partenza con pullman Gt per randazzo ;dopo una breve sosta in autostrada, arrivo e inizio della visita. Nel corso della mattinata visiteremo il museo di scienze naturali, la bottega della liuteria medievale ed il centro storico. Verso le 12 partenza per acireale. Arrivo e pranzo in ristorante. Dopo pranzo visita del centro storico e della costa. Verso le 18.30 rientro a messina con arrivo previsto verso le 19.45. Randazzo e’ un comune siciliano di 11.215 abitanti nella provincia di catania, in sicilia. randazzo e’ un paese pieno di meraviGlie,non solo culturali,ma anche archeologiche. Recentemente restaurata, col suo acciottolato originario in basalto lavico, la successione dei quattro archi a sesto acuto, la finestra bifora dalla colonnina tortile in marmo, da cui ci si immette in Piazza S.Nicolò, dove campeggia la statua in marmo di «Randazzo vecchio», una figura maschile nuda, circondata da tre simboli, l’aquila, il leone e due serpenti, identificata di recente nel «gigante Piracmone», potrebbe rappresentare i tre quartieri (S. Martino, S. Nicolò, S. Maria), e quindi le tre genti (Lombardi-Greci-Latini) che formarono la città. La Chiesa di San Nicolò è la più grande chiesa di Randazzo e una delle più grandi della Diocesi. Le parti più antiche risalgono al sec.XIII. La chiesa venne ristrutturata nel 1591 e successivamente nel 1605. Si presenta come un complesso architettonico imponente, purtroppo letteralmente rovinata dai bombardamenti anglo-americani Il castello svevo si trova vicino ad una delle porte della città, unica torre superstite della cinta muraria di Randazzo. È molto piccolo ed ospita il museo archeologico intitolato a Paolo Vagliasindi, che ripercorre i vari scavi avvenuti a Randazzo. Un vero e proprio viaggio tra musica,preistoria e storia al lume di candela in un atmosfera fuori dal tempo. Non è un museo, né un esposizione, bensì un laboratorio vivente! Circa cinquanta strumenti musicali, vengono esposti e presentati al visitatore all'interno di un edificio storico (probabilmente un ex alloggio militare) risalente al XII secolo, con interventi di rifacimento datati intorno al XII-XV secolo, nei pressi di quanto rimane dell'antico Palazzo Reale distrutto durante il terremoto del 1693. Ex convento dei Frati Minori Conventuali, che vi ebbero sede fino al 1866, quando a seguito della soppressione delle corporazioni religiose, venne confiscato e poi ceduto al Comune. Restaurato nel 1983, presenta al piano terra un interessante chiostro con cisterna al centro della corte, sulla quale si affacciano due fughe di armoniose finestre serliane in pietra lavica, sul prospetto laterale una veranda ad arco con balaustra. Il prospetto che si affaccia sulla piazza antistante, là dove esisteva la chiesa di S. Francesco d’assisi, distrutta dai bombardamenti del 1943, è stato rifatto, con criteri moderni, ma non dissonanti, sul finire deGli anni ’80, mentre nell’ottobre 1992 Dove la pietra lavica cesellata artigianalmente raggiunge una estrema finezza di diseGno. via dell’aGonia, con i resti della chiesetta del XIV secolo, dal portale archiacuto, e una casa, unico esemplare rimasto di abitazione borghese del XIV secolo: la facciata presenta un portale d’accesso a sesto acuto e delle feritoie al piano terra, due bifore al primo piano. all’interno, sempre al primo piano, due vani con il “focolare”, ed alle pareti delle interessanti nicchie trilobate in pietra lavica, che fungevano da ripostiglio («gazane»). Si registra la presenza di Pioppi e Situato a sud del paese di Salici, all’interno del laGo sono presenti cannucce d’acqua e la Randazzo, il lago Gurrida si è formato in Mazzarda maggiore. seguito ad una colata Tra la vegetazione sono presenti lavica del 1536 che ha anche il Ranuncolo, le Margheritine, i Giunchi ed altre erbe di diversa sbarrato il deflusso altezza. Sono presenti in buon del torrente Flascio numero anche Rosacee, Trifogli e verso la valle. Garofani d’acqua. Il Museo fu istituito a Randazzo nel 1983 al fine di consentire la conservazione e la corretta utilizzazione della Collezione Ornitologica Priolo nei luoghi ove era stata realizzata. Il Museo ha lo scopo di contribuire al progresso ed alla diffusione della cultura naturalistica al fine di coinvolgere l'opinione pubblica nelle iniziative rivolte alla tutela dell'ambiente naturale ed al rispetto di ogni forma di vita. Tale scopo viene perseguito attraverso due vie. La prima, didattico-educativa, si concretizza nell'allestimento di sale da esposizione e di mostre temporanee, nonché nell'attività di divulgazione, attraverso visite guidate, conferenze, etc. La seconda via si realizza attraverso il reperimento, la conservazione, l'incremento e lo studio delle raccolte naturalistiche accessibili a tutti gli specialisti che ne facciano esplicita richiesta. Il Museo è stato inaugurato l'8 luglio 1989. Da allora si è avuto un costante incremento dei visitatori. In questi ultimi anni, soprattutto nel periodo primaverile, si è avuto un grande afflusso di gruppi scolastici provenienti non solo dalla Sicilia ma anche da altre regioni d'Italia. Il Museo è attualmente ospitato in un'ala del piano rialzato dell'Istituto Santa Giovanna Antida. Dall'atrio di ingresso si accede direttamente nell'ampio corridoio che disimpegna tutte le sale di esposizione. Sala 1 - Geologia Collezione Luigi Lino contenente numerosi reperti naturalistici raccolti soprattutto in Sicilia (fossili, minerali, rocce, conchiglie, prodotti vulcanici, etc. etc.). Sala 2 - Fauna marina Collezione Luigi Lino contenente molluschi, celenterati e crostacei appartenenti alla fauna mediterranea. Sono, inoltre, presenti molluschi e madrepore dei mari tropicali. Di particolare interesse una grande Tridacna gigas del nord Australia. Sala 5 - Fauna esotica La collezione di mammiferi è di Girolamo Priolo, mentre tutto il resto proviene dalla collezione di Angelo Priolo. Di particolare interesse il Diorama dell'ambiente equatoriale habitat dello struzzo. Sala 6 - Introduzione ornitologica In questa sala vengono illustrate alcune tematiche inerenti l'ornitologia, allo scopo di fornire al visitatore non specialista le cognizioni basilari della materia. Sono esposti gli animali esotici della collezione ornitologica Priolo. Sala 7 - Fauna di sicilia Contiene gli uccelli, i mammiferi e i rettili della Collezione Angelo Priolo. Interessante il Diorama del Grifone della Sicilia che riproduce l'episodio verificatosi nel 1965 e che determinò la scomparsa di questa specie dalla Sicilia. In prossimità dell'uscita di sicurezza si trova il Diorama dell'istrice. In questo diorama, che ricrea l'ambiente etneo, sono esposti una coppia di istrici. Nella piccola tana vi sono, inoltre, due cuccioli di istrice. L'istrice è il più grande roditore esistente in Sicilia. esaminiamo insieme le tradizioni di randazzo. IL CONTADINO DI RANDAZZO IN ABITO DA FESTA : Il costume si compone di una giacca corta di grossa lana nera, pantaloni dello stesso tessuto che arrivano fin sotto al ginocchio che vengono completati in vita da una fascia a strisce, mentre dal gilet di colore blu abbottonato sul petto si intravede la camicia bianca in grossa tela casalinga. Gli stivaletti sono di pelle comune mentre il capo viene coperto da un berretto che scende sulla spalla. Il museo,in corso di allestimento,ospiterà la collezione di Pupi Siciliani della famiglia Russo. Essa è composta da 37 marionette che rappresentano i personaggi dell’epoca storica della Chanson de Roland. La collezione fu realizzata tra il 1912 e il 1915 dallo scultore Emilio Musumeci e utilizzata dal puparo messinese Nini Calabrese. La collezione, di grande valore, è servita per allestire un rappresentazione del Re Umberto II. La collezione, fino al 2014, è stata ospitata in una sala del Museo Archeologico ‘‘paolo voGliasindi”. Il 15 agosto si tiene la festa in onore di Maria Assunta, patrona del paese. Nel primo pomeriggio, lungo la via Umberto, viene fatta sfilare ‘‘ ‘a vara”, un fercolo risalente al XVI secolo, alto circa 18 metri. Sulla Vara trovano posto circa 30 bambini che raffigurano i misteri della morte, dell’assunzione e dell’incoronazione della Vergine Maria. Il 19 marzo, in onore di S. Giuseppe, compatrono della città, scuole e uffici pubblici restano chiusi e nel pomeriggio si svolge fin dal 1982 una tradizione fiaccolata. Tale fiaccolato ricorda un presunto miracolo di S. Giuseppe, che nel marzo del 1981 salvo Randazzo dalla minaccia della lava. vediamo insieme i dolci tipici di randazzo. Sono allettanti bignè dal gusto neutro per sapore che si caratterizza per la presentazione finale croccante , soda, leggero e cavo in modo da poter essere farcito con svariate preparazioni dolci e salate. Sono composti da una pasta di farina , strutto e zucchero ; un ripieno di fichi secchi , mandorle, uva passa, cannella, cacao amaro e pinoli e ne esistono un’altra variante chiamati “biscotti di napoli”. il suo nome deriva dal latino buccellatum ed è un dolce tipico siciliano , si prepara con la pastafrolla , viene lavorato in vari modi soprattutto a forma di una ciambella. È un impasto di pasta frolla , steso e farcito con fichi secchi , uva passa , mandorle , scorze d’arancia o altri ingredienti che variano a seconda delle zone in cui viene preparato. Tra la tanta pasta fresca , fatti in casa , i busiati sono tra i più noti , prendono il nome dalla “busa” il ferro da calza usato per prepararli . Per una buona cottura , deve essere forata , perché l’acqua possa penetrarvi durante l’ebollizione. Sono dolci tipici della Sicilia occidentale, sono composti:da farina, zucchero, mandorle, limone, cannella, miele e altri aromi. Possono essere ricoperti da una glassa al cioccolato . In origine si preparava il mustaceum , una focaccia per le nozze, avvolto in foglie di alloro che dava aroma durante la cottura. E cosi’,si conclude il nostro viaggio a randazzo;vi ricordiamo che all’ indirizzo https://www.google.it/webhp?sourceid=chromeinstant&ion=1&espv=2&ie=UTF8#q=le+meraviglie+di+randazzo (Wikipedia) vi sono tutte le meraviglie di randazzo e le loro caratteristiche. Nel centro storico vi sono palazzi, chiese e monumenti di grande interesse. La Biblioteca e pinacoteca Zelantea è un'istituzione del XVII secolo, ospitata in un palazzo neoclassico realizzato nel XIX secolo dall'Ingegnere Mariano Panebianco, che raccoglie alcune collezioni d'arte e di testi antichi. È visitabile su richiesta al personale. La basilica collegiata di San Sebastiano è la chiesa più importante di Acireale, dichiarata monumento nazionale. Realizzata a partire dal Settecento, presenta una facciata a più ordini, preceduta da una balaustra. L'interno è ricco di affreschi di Pietro Paolo Vasta. Il corso Umberto (ex via dell'Indirizzo) è il passeggio della città, via lungo la quale prospettano i diversi palazzi nobiliari. Svoltando a sinistra, dopo circa 350 m, si arriva in piazza Garibaldi (detta "la piazzetta", dagli acesi), dove è collocata al centro la statua dedicata ai caduti dello scultore acese Michele La Spina. Inoltre nel lato ovest della piazza prospetta il cine teatro Maugeri, il più grande di Sicilia al momento dell'inaugurazione (1952). Proseguendo in corso Umberto, per altri 500 m, si raggiunge piazza Indirizzo, dove sulla destra si trova l'ingresso alla Villa Belvedere, inaugurata nel XIX secolo e nel lato a nord il prospetto della chiesa dell'Indirizzo, in stile neoclassico. Non sono di minore importanza i palazzi nobiliari Musumeci (con portale d'ingresso in pietra lavica scolpita) e Calanna, e le chiese di SaBiagio, Santa Maria degli Angeli, della Madonna del Carmelo nel quartiere Carmine, San Domenico, San Filippo Neri, Santo Rocco, Maria Santissima Odigitria e Maria Santissima Maddalena. Altre chiese si trovano dislocate nei vari quartieri del comune e il numero totale giustifica l'appelativo di città dai cento campanili. Acireale (Jaci-Riali o Jaci in siciliano) è un comune italiano di 52.792 abitanti della provincia di Catania in Sicilia. Di incerta origine, oggi l'impianto urbanistico è quello tipico delle città tardo-medievali della Sicilia. Sorge a metà della costa Ionica-siciliana a 15 km da Catania. I suoi abitanti si chiamano acesi (jacitani in siciliano). È sede della diocesi di Acireale Città più popolosa della provincia (dopo Catania), Acireale è nota per il suo Carnevale, per il barocco e per le sue Terme. Vicina all'Etna, comprende nel suo territorio una serie di borghi marinari dotati di porticciolo, tra cui Santa Maria la Scala e Capo Mulini. Lo stemma attuale di Acireale si ricollega al sigillo dell'“Universitas di aci” concesso al tempo dell'ottenimento dell'autonomia comunale. Purtroppo, siccome acireale ha subito molte dominazioni,il suo “stemma “ ha subito numerose variazioni. Il comune è stato costruito in un altopiano su di un terrazzo di origine lavica, chiamato la Timpa che, con i suoi 161 metri di altezza, la pone quasi a strapiombo sul mar Ionio. La costa, dove sorgono diverse borgate, è caratterizzata dalla scogliera di origine lavica. Vi è anche una certa ricchezza di sorgenti d'acqua e di verde e la zona circostante è coltivata, soprattutto ad agrumi. Situato sulla Riviera dei Ciclopi, sul mar Ionio, nella Sicilia orientale, alle pendici meridionali dell'Etna. Il nome della città deriva dalla mitologia greca, in cui vi era posto per una divinità chiamata Aci. Questi era un pastore di cui si innamorò Galatea, di cui a sua volta era innamorato il ciclope Polifemo che schiacciò il rivale sotto un masso. Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato Akis dai greci, oggi "scomparso" sottoterra. Il nome della città ha subito dunque una lenta evoluzione: diventò Jachium sotto i bizantini, Al Yag con gli arabi e quindi Aci d'Aquila (o Aquilia) con gli spagnoli. Nel XIV secolo la città si stabilì nel territorio attuale (prima sorgeva nei pressi del castello di Aci, oggi Aci Castello) con il nome di Aquilia Vetere prima, e di Aquilia Nuova in seguito. Il nome Acireale fu attribuito alla città, secondo la tradizione, da Filippo IV di Spagna solo nel 1642. Una capitale "semi-perfetta" Piazza Duomo agli inizi del Novecento La stazione meteo si trova nell'Italia insulare, in Sicilia, in provincia di Catania, nel comune di Acireale, a 208 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche . In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,3 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,6 °C. Le precipitazioni medie annue sono inferiori ai 650 mm, distribuite mediamente in 60 giorni, con marcato minimo estivo, picco autunnale e massimo secondario in inverno. Il carnevale acese ha origini antichissime. Si pensa, infatti, che la manifestazione sia nata spontaneamente fra la gente e quindi ripetuta negli anni dal popolo, che libero dai rigidi vincoli, poteva con una certa libertà scherzare, dando luogo a saturnali in maschera dove era uso prendere di mira i potenti del tempo con satira e sberleffi. Una delle prime maschere del carnevale acese fu l'Abbatazzu (detto anche Pueta Minutizzu) che, portando in giro grossi libri ironizzava sulla classe clericale del tempo, ed in special modo sull'Abate-Vescovo di Catania, nella cui diocesi ricadeva per l'appunto la cittadina. Il primo documento ufficiale che cita la manifestazione è un mandato di pagamento del 1594. Nel XVII secolo era usanza fare una Battaglia di arance e limoni tanto sentita che il 3 marzo del 1612 la Corte Criminale era costretta a bandirla. Alle fine del XVII secolo, il terremoto che sconvolse la Sicilia Orientale (Terremoto del Val di Noto) decretò anche un periodo di lutto e per diversi anni il tradizionale carnevale non si tenne. Ma già ai primi del XVIII secolo la manifestazione rinasceva, probabilmente anche incoraggiata dal momento di grande fermento e di speranze che si era venuto a creare con la ricostruzione post-sisma. Entrarono in scena alcune maschere nuove u baroni (il barone) ed i famosissimi Manti. Il carnevale di Acireale, definito Il più bel Carnevale di Sicilia e il terzo d'Italia, è uno dei più antichi dell'isola, e si svolge ogni anno nella città di Acireale in provincia di Catania. Tra le sue caratteristiche vi è la sfilata dei carri allegorici ed infiorati. I carri allegorico-grottesco in cartapesta sono opere finemente lavorate, che danno il loro spettacolo attraverso migliaia di lampadine e luci, movimenti spettacolari e scenografie in continua evoluzione durante le esibizioni. Sono gli unici carri al mondo ad utilizzare simili impianti di luci e movimenti meccanici ed idraulici. I carri infiorati hanno la caratteristica, simile a quella di diversi carnevali della Costa Azzurra e della Liguria, di mostrare soggetti creati interamente con fiori (veri) disposti uno a fianco all'altro. Sono anch'essi dotati di movimenti meccanici e luci.