Pastorale della sanità Ufficio Liturgico Diocesano “[…] lo avete fatto a me” Mt 25, 31-46 L’immigrazione ad Agrigento “ACCOGLIERE IL DIVERSAMENTE ABILE NELLA CATECHESI” Ph. Giuseppe La Rocca Cosa vedi? www.caritasagrigento.it Pagina 2 Probabilmente alla domanda della pagina precedente avrai risposto: “Un punto nero”. Anche se la macchia era una piccola parte dell’intera pagina, ti sarai focalizzato proprio su di essa. Se è così, sappi che hai utilizzato un cosiddetto “pensiero irrazionale” che nello specifico si chiama “astrazione selettiva”, che consiste nel prendere una parte di una situazione e nel farla diventare il tutto. Ma non ti preoccupare non sei il solo, ti dirò anzi che l’uomo utilizza questa modalità di pensiero frequentemente. Pagina 3 Solitamente l’approccio che si ha nei confronti della persona diversamente abile è molto influenzato da tale modalità. Per prima cosa si nota il difetto, il punto nero, e poi spesso si arriva al passo successivo, ossia all’identificare la persona con ciò che non va, proprio con la macchia, anche se le sue risorse sono tante. Il detto che “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”, descrive bene il concetto. Aiutare la foresta a crescere in tutta la sua bellezza, ecco questa è la sfida di chi si approccia alla persona con diversa abilità. Pagina 4 Indicazioni Pastorali • “Con premura speciale, i catechisti devono prendere cura di coloro che hanno maggiore bisogno, perché più poveri, più deboli, meno dotati. Proprio a loro Cristo ha voluto mostrarsi strettamente vicino e unito, annunciando che la lieta novella data ai poveri è segno dell’opera messianica. Essi vanno avvicinati con zelo e simpatia. Si devono studiare e attuare forme di catechesi, che meglio rispondano alle loro condizioni”. (Rinnovamento della Catechesi, n° 125). • “La povertà e la debolezza dei disadattati, per difficoltà di carattere fisico, psichico e sociale, appaiono, sotto molti aspetti, ancora più gravi. Soprattutto a fanciulli in tali condizioni, bisogna assicurare forme appropriate di catechesi ed educatori pedagogicamente specializzati. L’esperienza avverte che, in gran parte, essi sono recuperabili, sempre che si sappiano creare le condizioni educative richieste dal loro peculiare ritmo di sviluppo, dalle loro capacità di acquisizione e di espressione, dalle loro reazioni specifiche”. (Rinnovamento della Catechesi n° 127) Pagina 5 Valenza pedagogica della diversa-abilità Solitamente, in maniera del tutto erronea, ci si approccia alla diversa-abilità in modo asimmetrico e sbilanciato, il ragionamento che di solito si utilizza è il seguente: “sono io che aiuto il diversamente-abile, io gestisco la nostra relazione, io gli faccio la carità”. Ma Gesù ha detto proprio l’esatto opposto : “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto” (Lc 10,21). La persona diversamente-abile non è uno strumento sul quale proiettare il nostro buonismo, ma è un mezzo attraverso cui Dio ama rivelarsi. Quindi la Comunità Parrocchiale non può esimersi dall’accogliere il diversamente-abile: il rischio infatti è quello di parlare di Cristo o celebrarlo in modo ottimale nelle nostre aule catechistiche e nelle nostre liturgie e poi di lasciarlo fuori dalle nostre Chiese, rendendo impossibile, fisicamente, socialmente ed affettivamente, l’accesso a chi è piccolo semplice. A volte è difficile guardare in faccia la sofferenza e la debolezza, umanamente provoca sdegno e, forse per esorcizzarla, tutti tediamo a scappare. L’atteggiamento giusto invece è quello del buon ladrone che, dopo una vita alquanto turbolenta, riconosce Dio proprio in quel Cristo sfigurato, sofferente e quindi “disabile”. Non commettiamo l’errore di estromettere Cristo dalle nostre Parrocchie, rivedendo magari il nostro atteggiamento di “superiorità”: dovremmo infatti disporci ad imparare umilmente. Il vero disabile è infatti chi ha perso la capacità di essere umile e semplice, atteggiamenti questi che solo i piccoli ed i semplici possono insegnare. Pagina 6 Indicazioni operative • Laboratorio L’attività laboratoriale è certamente una modalità educativa essenziale in presenza di persone che presentano una diversa-abilità; certo il laboratorio mette in discussione i tradizionali metodi educativi, in quanto prevede una revisione creativa delle metodologie e dei contenuti solitamente utilizzati e trasmessi. Ma ricordiamoci sempre che: “rimane compito delle comunità di rispondere con intelligenza, con competenza e creatività alle singole esigenze individuali e familiari delle persone con disabilità” (G. Morgante, “D come Diversità, 2011 Ed. Elledici). Esempi di laboratori da poter realizzare: • Laboratorio ludico e psico-educativo E’ fondamentale l’uso di giochi, di bans, sia per la trasmissione dei contenuti di catechesi, sia per il raggiungimento di altri obiettivi (gestione delle emozioni e dei conflitti, aumento della cooperazione e dei comportamenti pro-sociali, ecc.). • Laboratorio grafico ed artistico Disegnare, dipingere, creare collages, cartelloni, modellare, ecc.; anche in questo caso le attività realizzate, oltre a facilitare la trasmissione dei contenuti propri della catechesi, favoriranno il potenziamento delle abilità grosso e fino-motorie, l’autostima, l’autoefficacia ecc. • Laboratorio musicale Cantare, suonare, ascoltare musica, favorirà anche il potenziamento del senso del ritmo e della coordinazione spazio-temporale. • Laboratorio di espressione corporea Balli, danze, teatro, burattini, ecc., permetterà anche di lavorare sull’espressione delle emozioni, sul movimento, sullo schema corporeo, ecc. Pagina 7 …ed ancora • Uso di materiali audiovisivi e multimediali Se consideriamo la Catechesi come annuncio della Buona Novella, non è indispensabile che questo venga attuato solamente attraverso la parola, anzi è fondamentale, soprattutto in presenza di persone con diversa-abilità, l’utilizzo di ausili visivi, uditivi e multimediali che possano agevolare la comunicazione e la comprensione di quanto si voglia trasmettere. Ad esempio, l’Ufficio Catechistico Diocesano in collaborazione con Caritas Diocesana ha realizzato il DVD “Segnami di Dio”, proprio con l’intento di facilitare la Catechesi rivolta ai fratelli sordi. Pagina 8 Strumenti comportamentali utili Tecniche di potenziamento delle abilità • Rinforzo È ciò che segue un comportamento e rende probabile che il comportamento stesso venga emesso nuovamente. Di seguito le principali categorie di rinforzi. • Rinforzo tangibile. Uso di oggetti piacevoli per la persona al fine rinforzare un comportamento (ad es.aiutami a riordinare ed avrai le figurine). • Rinforzo consumatore. Uso di cibo o bevande per favorire l’emissione del comportamenti desiderati (ad es. finisci questo disegno e avrai in premio una caramella). • Rinforzo dinamico Uso di un’azione per rinforzarne un’altra (ad es. se ascolti attentamente questa storia, subito dopo andremo a giocare con il pallone). • Rinforzo sociale Fare seguire al comportamento desiderato lodi ed apprezzamenti fisici e verbali (ad es. “bravo”, “Batti cinque”, ecc.). Pagina 9 ….altre strategie • Prompting (suggerimento) • Prompt verbali Parole scritte o pronunciate, il cui scopo è quello di indurre un comportamento desiderato (ad es. guardami, ti ricordi cosa devi fare ora?, ecc.) • Prompt fisici Guida fisica tramite i quali si supporta la persona nell’emissione del comportamento corretto (ad es. aiutare fisicamente la persona nel realizzare un disegno, ecc.) • Fading (attenuazione dello stimolo) Progressivamente ridurre gli aiuti sopracitati affinché la persona produrre autonomamente il comportamento desiderato. • Modeling (modellamento) Si favorisce l’apprendimento della persona attraverso l’osservazione di un modello ossia “fargli vedere come si fa”. “Attraverso il modellamento la persona può apprendere una gamma quanto mai ampia e diversificata di comportamenti” (P. Meazzini, Mente e Comportamento, Ed. Giunti, 2004). Pagina 10 ….e se non vi siete ancora stancati • Token Economy (metodo dei gettoni) Alla persona vengono attribuiti dei punti (gettoni) in seguito a comportamenti adeguati e tolti in seguito a comportamenti inadeguati. I gettoni guadagnati potranno essere scambiati con degli oggetti o attività desiderabili per la persona. Quindi è importante: Definire i comportamenti che saranno premiati Definire insieme alla persona i “premi” con cui scambiare i gettoni Stabilire il giusto rapporto tra gettoni da guadagnare e premi da ricevere Scegliere e costruire i gettoni adeguati • Tutoring Questa procedura consiste “nell’affidare ad allievi responsabilità educative nei confronti di altri allievi. L’allievo che insegna è chiamato tutor, mentre quello che apprende è chiamato tutee” (Bissolo, 1984). Obiettivi della procedura sono: Favorire l’apprendimento del tutee Facilitare lo stabilirsi di accoglienza e relazioni positive all’interno del gruppo Favorire la responsabilizzazione del gruppo Pagina 11 Tecniche di riduzione dei comportamenti problematici • Rinforzo differenziale Vengono rinforzati comportamenti incompatibili con quello inadeguato (ad es. tenere le mani occupate in un gioco o in un disegno rende impossibile graffiarsi o lanciare oggetti). • Evitamento Non si fa seguire al comportamento desiderato alcun rinforzo. Si evita di guardare, di rimproverare o di parlare alla persona durante o subito dopo l’emissione del comportamento problematico. • Costo della risposta Si fa in modo che la persona rimedi al danno arrecato. (ad es. se viene versata dell’acqua sul pavimento, si fa asciugare). Pagina 12