UNO STRUMENTO A SERVIZIO DELLA
CARITÀ PASTORALE
Revisione di vita
La Revisione di Vita – Dizionario di Spiritualità
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GiOC - Revisione di vita
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REVISIONE DI VITA
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La revisione di vita: [Ordine Francescano ...
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Revisione di vita.
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Revisione di vita — Esame di coscienza
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Revisione di vita e incontro con il Vangelo
per i gruppi di coniugi ...
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SRI LANKA – THAILANDIA A Bangkok si
ricorda la “revisione di vita ...
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La “revisione di vita ...
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ORIGINE …
 Nel
contesto educativo della JOC: la
pedagogia del Card. Cardjin a servizio
dei giovani lavoratori.
 Il
Magistero lo assume nella scrittura
dei documenti (Dottrina sociale).
 Il
Prado lo assume come metodo per …
UNO SGUARDO
CONTEMPLATIVO SULLA VITA
SORGENTE DI CONOSCENZA
DI GESÙ CRISTO …
… E DEL DINAMISMO
MISSIONARIO
IL CARD. BAGNASCO …
Non ci stanchiamo, con l’aiuto dello Spirito, di
esercitare il nostro arduo quanto irrinunciabile
ministero, «di ascoltare attentamente,
discernere e interpretare i vari modi di parlare
del nostro tempo, e di saperli giudicare alla
luce della parola di Dio, perché la verità
rivelata sia capita sempre più a fondo, sia
meglio compresa e possa venire presentata in
forma più adatta»
 (Gaudium et spes, n. 44).


Vorremmo cioè, con passo lieve, accostarci al cuore
di ciascuno dei nostri connazionali, e dire la parola
più grande e più cara che abbiamo, e che raccoglie
ogni buona parola umana: Gesù Cristo.
Noi lo annunciamo a tutti come discepoli e Vescovi:
Egli è Dio con noi e per noi, affinché abbiamo a non
inaridirci, stanchi prigionieri del nostro «io». No, non
dobbiamo affliggerci come chi non ha speranza (cfr
1Ts 4,13): una speranza che «attira − dentro il
presente − il futuro […]. Il fatto che questo futuro
esista, cambia il presente; il presente viene toccato
dalla realtà futura» (Spe salvi n. 7).
Prolusione al Consiglio permanente della CEI
26-29 settembre 2011
 … che sia CONTEMPLATIVO: servire l’incontro
delle persone e della Comunità con Dio.
 … che sia IN PERMANENTE COMUNIONE CON IL
BUON PASTORE che conduce il gregge ai buoni
pascoli vigilando e proteggendolo.
 … che sia PROFETICO e sveli la presenza attiva
del Signore.
 … che sia COMUNITARIO e animato dal desiderio
di condividere con altri la dimensione
apostolica della fede e della chiamata.
PAOLO AGLI ANZIANI DI EFESO …
(Atti 20,29-31)
« Io so che dopo la mia partenza
entreranno fra voi lupi rapaci che non
risparmieranno il gregge; perfino di
mezzo a voi sorgeranno alcuni a
insegnare dottrine perverse per attirare
discepoli dietro di sé. Per questo vigilate,
ricordando che per tre anni, notte e
giorno, io non ho cessato di esortare fra
le lacrime ciascuno di voi ».
L’esercizio del ministero comporta
la radicalità evangelica, in
particolare la sequela del Buon
Pastore chiede il dono della vita
per le pecore. Il Vero Pastore farà
prevalere gli interessi del gregge
sugli interessi personali.
Il Padre attira a sé l’uomo
ricreandolo a immagine del Figlio.
I pastori contemplano l’opera di Dio
e con gioia vi collaborano.
Fanno un cammino di conversione
per essere in sintonia con l’iniziativa
dell’amore di Dio.
Il pastore combatte chi cerca di intromettersi
nel gregge per difendere coloro che gli sono
stati affidati. Impara questo atteggiamento dal
Buon Pastore. (Gv 10,12-13)
Chi agisce come un mercenario manca
gravemente contro l’amore perché devia dal
vero cammino di santità.
Il pastore deve continuamente verificare se si
prende cura o se trascura le pecore.
Dedicarsi alle pecore è il modo migliore per
prendersi cura pure di se stessi.
Cristo ci ha amato fino a dare tutto di sé, ha
raggiunto la perfezione nell’atto
d’obbedienza al Padre.
Le resistenze impediscono al popolo di Dio
di camminare secondo lo Spirito di Gesù
Cristo.
Ogni educatore della fede non può
trascurare ciò che fa resistenza al Vangelo
nell’animo dei suoi fratelli.
Il cammino verso la libertà è duro e gli
uomini preferiscono la via più facile.
Lo scopo è di collaborare al meglio con lo
Spirito del Signore.
L’amore preferisce l’azione alla pigrizia.
Chi è posto a capo del gregge ha il dovere
di cercare i mezzi più adatti per guidare le
pecorelle verso lo splendore della loro
vocazione divina.
1. PREPARAZIONE
Chi fa revisione di vita è una comunità di discepoli e di
apostoli riuniti nel nome del Signore e a servizio
dell’edificazione del popolo di Dio.
Si comincia con un clima di silenzio e di preghiera, per
mettersi alla presenza del Maestro, per far memoria delle
persone incontrate, per accogliersi come fratelli.
Si cerca un fatto vissuto a contatto con la gente,
semplice e concreto. Non un problema o una situazione
generale che porterebbero alla discussione.
Dopo l’esposizione del fatto da parte di tutti, si fa la
scelta motivata di uno di essi per il quale si vuole ricevere
la luce del Signore e riconoscere la sua presenza.
2. VEDERE, RACCONTARE …
« Gesù in persona si accostò
e camminava con loro. Ma i loro occhi
erano incapaci di riconoscerlo» (Lc 24,13-24)
3. DISCERNERE, CONTEMPLARE
« … Spiegò loro in tutte le Scritture
ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,25-27)
4. AGIRE, CONVERTIRSI
« Non ci ardeva il cuore mentre…
E partirono senz’indugio » (Lc 24,28-35)
5. CONCLUSIONE
Si esce dalla Revisione di vita nello stesso modo con cui
si è entrati: nella preghiera.
Si celebra il Signore della vita contemplato nella storia
dei fratelli come nella propria.
Si ringrazia per il dono di una più profonda conoscenza
di Cristo .
Si chiede la forza dello Spirito per essere apostoli di
Cristo, collaboratori nella sua opera.
IN MEMORIA DI UN TESTIMONE …
«La conoscenza di Gesù è stato l’elemento che l’ha
umanizzato, che l’ha reso un fratello tra fratelli. Il forte
tratto umano della sua personalità non era solo una dotazione
di base. Il suo applicarsi allo studio del Vangelo alla
maniera di Chevrier (per contemplare e conoscere Gesù Cristo
per poi annunciarlo ai poveri) ha fatto sì che nel suo cuore si
dessero appuntamento la persona di Gesù e le persone che
incontrava nel ministero. Il suo cuore nell’atto contemplativo
era come un crogiuolo in cui avveniva come la fusione e la
purificazione dell’esperienza. Da qui il suo andare, il suo
ottimismo, il suo dare tempo, il saper aspettare con pazienza
la risposta di chi era chiamato, come lui, a seguire il
Signore». (Omelia del vescovo alle esequie di don Giuseppe, 11/10/2011
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