La nostra Scuola ricorda
Giovanni Falcone
Paolo Borsellino
Francesca Morvillo
e
gli Angeli di scorta morti con loro
A venti anni dagli attentati in
cui questi Eroi persero la vita
LE VOSTRE IDEE…
LE NOSTRE AZIONI
“Occorre compiere fino in fondo il proprio
dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare,
costi quel che costi, perché è in ciò che sta
l'essenza della dignità umana”
“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in
televisione, sui giornali. Però parlatene”
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le
loro tensioni morali e continueranno a
camminare sulle gambe di altri uomini”
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche
l'onnipotente e misteriosa mafia
svanirà come un incubo”
“Avete chiuso cinque
bocche, ne avete
aperte 50 milioni”
Assieme
a Giovanni Falcone
morirono sua moglie
Francesca Morvillo
e i tre agenti della scorta:
Rocco Dicillo,
Antonio Montinaro
e Vito Schifani
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad
amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò
che non ci piace per poterlo cambiare”
“Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per
ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole.
Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti
bravi e irreprensibili”
“Chi tace e
chi piega la testa
muore ogni volta
che lo fa.
Chi parla e chi cammina
a testa alta
muore una volta sola”
“La mafia è
un fenomeno umano
e come tutti i fenomeni
umani ha un principio,
una sua evoluzione e avrà
quindi anche una fine”
“È normale che esista la paura, in ogni uomo.
L’importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura,
altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di
andare avanti”
“Non sono né un eroe né un kamikaze,
ma una persona come tante altre.
Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa,
non so quello che succederà nell'aldilà.
Ma l'importante è che sia il coraggio
a prendere il sopravvento...
Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia,
potrei anche morire sereno”
Falcone e Borsellino: due nomi, due amici, un solo luogo
del nostro immaginario collettivo.
E' difficile dividere questo binomio, impossibile parlare di Giovanni,
senza immediatamente ricordare Paolo.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano uniti in vita, legati da un
“mestiere” che per loro era missione: liberare la società civile
dall'oppressione di una “mala pianta”, la mafia.
Chi apre la porta di una scuola,
chiude una prigione !
V. Hugo
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Convegno per il ventennale della strage di Capaci 23 maggio 2012