Francesco Paolo Capone rieletto Segretario Generale
Il
Consiglio Nazionale della Ugl, riunitosi oggi a Roma presso la sede confederale di via delle
Botteghe Oscure, ha rieletto all’unanimità Francesco Paolo Capone alla carica di Segretario Generale.
La candidatura di Capone era sostenuta da diciotto Federazioni di categoria, rappresentative del 76%
degli iscritti al sindacato.
“Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno confermato la loro fiducia nei miei confronti – ha dichiarato
il neo eletto Segretario Generale Paolo Capone -. Il sindacato è oggi chiamato ad affrontare sfide
complesse, dall’attacco ai diritti alla disoccupazione, dalle pensioni da fame al lavoro che manca,
passando per il Mezzogiorno e le tante fabbriche che chiudono. L’Ugl non arretra di un passo.
Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto nella nostra storia lunga 65 anni: difendere i
lavoratori, i disoccupati e i pensionati”.
Jobs Act, Bitti: “Rischio è illusione statistica”
“Con l’attuazione del Jobs Act rischiamo di trovarci davanti a un’illusione statistica dietro la quale,
purtroppo, potrebbe non esserci un solo posto di lavoro in più”.
Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commenta le dichiarazioni rilasciate dal ministro
del Lavoro, Giuliano Poletti, alla trasmissione Agorà.
Per il sindacalista “verosimilmente ci sarà un travaso di occupati dalle collaborazioni a progetto e
dai contratti a tempo determinato verso il più vantaggioso contratto a tutele crescenti in quanto
quest’ultimo costa di meno, è fortemente incentivato e non offre particolari garanzie al lavoratore
che può essere facilmente licenziato. Ma – conclude – se non si rimette in moto l’economia, non ci
sarà creazione di vera occupazione”
IL SOLE 24 ORE sabato 21 febbraio 2015
Bancari, l’Abi apre sugli scatti e il Tfr
Per ora, di certo, c’è che il costo del contratto dei bancari dovrà essere minimo. Dopo lo sciopero del 30 gennaio a cui ha
partecipato oltre il 90% dei lavoratori, alla ripresa delle trattative Abi ammorbidisce la linea negoziale. I banchieri non parlano più
di costo zero ma di costi minimi, vista anche la bassa inflazione e la difficile situazione congiunturale che chiede misure per poter
tutelare meglio l’occupazione e per la stabilità del sistema. Ma non parlano nemmeno più di blocco strutturale degli scatti e della
base di calcolo del Tfr. Secondo fonti bancarie la soluzione di compromesso potrebbe essere il congelamento, una misura
congiunturale, limitata alla durata del contratto.
Rimanendo alle dichiarazioni ufficiali, come spiega il presidente del Casl Alessandro Profumo, «abbiamo ritirato le pregiudiziali ma
manteniamo la nostra preoccupazione perché il costo del contratto deve essere minimo per garantire la sostenibilità del settore».
La «necessità della minimizzazione dei costi», lascia intendere che ci sarebbe una disponibilità, seppure molto contenuta, a parlare
di aumenti. Viene confermata la tempistica. Profumo ha ribadito la «volontà di chiudere entro il 31 marzo un contratto nazionale
che, tenendo conto delle preoccupazioni sulla situazione economica delle banche, sia basato su elementi di sostenibilità». A
confermare questa volontà c’è un calendario di incontri molto fitto con 3 nuovi appuntamenti il 25 febbraio, il 5 e il 10 marzo.
Questi incontri secondo i sindacati devono servire a scavare e valutare tutte le convergenze possibili affinché si possa poi valutare
nei direttivi delle organizzazioni se esistano le condizioni per l’accordo. Dello sblocco del negoziato prendono atto tutte le sigle a
cominciare dalla Fabi. «La posizione di Abi è cambiata e, con il ritiro da parte delle banche delle pregiudiziali strutturali su Tfr e
scatti d’anzianità, il confronto potrà proseguire», dichiara il segretario generale Lando Maria Sileoni. «Vogliamo un contratto che
abbia una forte motivazione sociale a difesa dell’occupazione con soluzioni che migliorino l’area contrattuale e il Fondo per
l’occupazione, per garantire anche nuove assunzioni stabili di giovani – continua Sileoni -. Vogliamo, inoltre, un contratto che
preveda un paracadute sociale per i lavoratori di banche che dovessero fallire e il recupero dell’inflazione per confermare il
determinante peso politico della nostra contrattazione nazionale». Per il segretario generale della Fiba, Giulio Romani, «se il
problema è il ritorno a una maggiore redditività delle banche e a una loro stabilità, si deve affrontare il nodo delle sofferenze
bancarie, con una soluzione di sistema ma chiedendosi anche come mai ci sia stato così tanto cattivo credito, e questo non è un
problema di costo del lavoro ma è un problema di gestione». Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, auspica che
la posizione dei banchieri «possa diventare una concreta volontà da parte di Abi, nei prossimi incontri, di fare un negoziato vero
con l’obiettivo di rinnovare il contratto entro il 31 marzo». «Intendiamo rinnovare un contratto che, partendo dalle priorità della
nostra piattaforma, confermi la difesa del salario dall’inflazione e abbia caratteristiche di un vero e proprio progetto sociale capace
di parlare all’intero agli attuali occupai e alle nuove generazioni». «Se c’è la volontà di trattare il rinnovo del contratto in un mese si
può fare», aggiunge Massimo Masi, segretario generale Uilca. «Profumo ci ha chiesto flessibilità ma ci deve essere anche da parte
delle aziende» e una condizione è che in questo mese di trattative «non ci siano fughe in avanti» in singole banche che in qualche
caso, secondo Masi, stanno proponendo «strani» accordi integrativi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
MILANO FINANZA sabato 21 febbraio 2015
Abi, riparte la trattativa
di Claudia Cervini
Per i bancari quella del 20 febbraio è stata una giornata importante. I passi avanti da fare sul rinnovo del contratto nazionale sono
ancora molti, ma intanto la trattativa è ripartita e l'obiettivo è chiudere entro marzo. L'Associazione dei Bancari Italiani ha
ammorbidito la propria posizione ritirando le pregiudiziali strutturali su due questioni rilevanti dal punto di vista economico: il Tfr e
gli scatti d'anzianità. Proprio su questi due nodi lo scorso 25 novembre era saltato il tavolo di trattativa sul rinnovo del contratto
nazionale degli oltre 309 mila bancari italiani. Oltre alla conferma del Tfr e degli scatti di anzianità, è stata registrata un'apertura sui
nuovi inquadramenti e sulle aree contrattuali che i sindacati vorrebbero sfruttare per spingere l'acceleratore sull'accesso dei
giovani alla professione. Due aperture che hanno permesso la ripresa del dialogo e la definizione di un nuovo calendario
d'incontri: gli appuntamenti sono fissati per il 25 febbraio e per il 5 e il 10 marzo. «Prendiamo atto che la posizione di Abi è
cambiata e che, con il ritiro da parte delle banche delle pregiudiziali strutturali su Tfr e scatti d'anzianità, il confronto potrà
proseguire», ha fatto sapere ieri la Fabi per voce del suo segretario generale Lando Maria Sileoni. Il dialogo non sarà semplice,
perché Alessandro Profumo, presidente del Casl, ha ribadito la necessità di minimizzare i costi: il dibattito sugli elementi di natura
economica non è quindi terminato. «Abbiamo tolto le pregiudiziali mantenendo la nostra preoccupazione sul costo del contratto,
che deve essere minimo per garantire la sostenibilità del settore», ha affermato Profumo. Sia un recente comunicato ufficiale
dell'Abi sia le parole di Profumo ribadiscono che l'obiettivo delle banche «è un contratto che possa conciliare le esigenze di
recupero di redditività e produttività del settore con le esigenze occupazionali e di tutela dei salari dall'inflazione, prestando
un'attenzione particolare a misure ancora più incisive sul fronte del lavoro giovanile». Oggi se le banche assumono un giovane a
tempo indeterminato scatta l'intervento del Fondo ad hoc. Lo stipendio del giovane stabilizzato, però, nella prima fase è più basso
del 18% rispetto ai minimi contrattuali (in sostanza i giovani cominciano a lavorare in banca guadagnando poco più di 1.200 euro
netti mensili). La proposta dei sindacati, su cui l'Abi ha già accettato di discutere, è che la decurtazione, proprio per effetto
dell'intervento del Fondo, scenda al 10%. Per il segretario generale di Unisin Falcri Silcea, Emilio Contrasto, «resta strategico, oltre
alle richieste economiche e sull'occupazione, ridefinire attraverso il contratto il ruolo stesso delle banche nel sistema Italia,
intervenendo anche sulla qualità del management al fine di riportare di nuovo le aziende di credito al servizio del territorio, delle
famiglie e delle imprese». (riproduzione riservata)
IL MESSAGGERO sabato 21 febbraio 2015
Banche, riparte la trattativa sul contratto
IL NEGOZIATO - R O M A - Riparte la trattativa fra banche e sindacati sul rinnovo del contratto. Dopo lo sciopero seguito
alla rottura dei negoziati l'Abi compie un gesto di buona volontà ritirando le pregiudiziali sul Tfr e sugli scatti di anzianità
e si profila quindi un possibile compromesso nel congelare almeno uno di questi elementi in modo da tenere basso il
costo del contratto in un momento di crisi e arrivare alla chiusura prima della scadenza del 31 marzo. Abbiamo ritirato le
pregiudiziali ha precisato il presidente del Casl Alessandro Profumo al termine della riunione con le parti e ricorda come
per garantire la sostenibilità del settore in prospettiva anche la tenuta dell'occupazione il costo deve essere non zero ma
certamente il minimo possibile. Soddisfatti ma vigili i sindacati che attendono ora di vedere le carte nel dettaglio e poter
dare inizio così alla trattativa vera e propria sui singoli punti. Di certo a Palazzo Altieri vogliono chiudere entro il 31
marzo e il comitato esecutivo ha rinnovato la fiducia nella linea seguita da Profumo ma considerano ancora decisivo
l'elemento economico pena il mancato rinnovo. Ritirata la pregiudiziale sulla strutturalità di Tfr e scatti si profila un
compromesso anche sul congelamento del Tfr mentre più difficile appare un'operazione simile che insista sugli scatti per
la contrarietà dei sindacati. Malgrado i segnali positivi su Pil e credito dicono le banche il quadro generale resta pesante
e si profilano nuove sfide in termini di rafforzamento del capitale e qualità del credito che metteranno sotto pressione
ulteriore i margini Per il segretario generale della Fiba Giulio Romani stavamo ancora aspettando che la trattativa
cominciasse con il ritiro delle pregiudiziali ci sono finalmente le condizioni per farlo. Mentre il numero uno Fabi Lando
Sileoni ricorda un altro tema cruciale Il recupero dell'inflazione per confermare il determinante peso politico della nostra
contrattazione nazionale Sileoni chiede anche un contratto che abbia una forte motivazione sociale a difesa
dell'occupazione con soluzioni che migliorino l'area contrattuale e il Fondo per l'occupazione per garantire anche nuove
assunzioni stabili di personale giovane. Temi questi che presso le banche sembrano trovare ascolto e disponibilità di
dialogo. Ora si vedrà se i negoziati andranno avanti prossimi incontri fra le parti sono stati fissati il 25 febbraio il 5 e 10
marzo .
BRESCIA OGGI - IL GIORNALE DI VICENZA sabato 21 febbraio 2015
BANCHE. Il costo del lavoro è determinante Apertura dell'Abi sul contratto Riparte il dialogo - Su
scatti e Tfr via le pregiudiziali - I sindacati: "Ora la vera trattativa"
Roma.
Riparte la trattativa fra banche e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale. Dopo lo sciopero seguito alla rottura dei negoziat
i l'Abi Associazione bancaria italiana presieduta da Antonio Patuelli compie un gesto di buona volontà
ritirando le pregiudiziali su Tfr e scatti di anzianità
e si profila un possibile compromesso nel congelare almeno uno di questi elementi per tenere basso il costo del contratto in u
n momento di crisi e arrivare alla chiusura prima della scadenza del 31 marzo. Abbiamo ritirato le pregiudiziali ha dichiarato A
lessandro Profumo presidente di banca Mps e del Casl Comitato affari sindacali e del lavoro dell'Abi al termine della riunione
con le parti e ha ricordato come per garantire la sostenibilità
del settore e in prospettiva la tenuta dell'occupazione il costo deve essere non zero ma di certo minimo. Soddisfatti ma vigili i
sindacati che attendono di vedere le carte nel dettaglio per poter iniziare la trattativa vera e propria sui singoli punti. Di certo
all'Abi la volontà
sarebbe di chiudere entro il 31 marzo e il Comitato esecutivo ha rinnovato la fiducia nella linea seguita da Profumo ma consid
erano ancora decisivo l'elemento economico pena il mancato rinnovo. Ritirata la pregiudiziale sulla strutturalità
di Tfr e scatti si profila un compromesso sul congelamento del Trattamento di fine rapporto mentre più
difficile appare una operazione simile sugli scatti per la contrarietà
dei sindacati. Il quadro generale secondo le banche malgrado i segnali positivi su pil e credito resta pesante e per le banche
si profilano nuove sfide in termini di rafforzamento di capitale e qualità
del credito che metteranno sotto pressione ulteriore i margini. Per Giulio Romani segretario generale della Fiba stavamo ancora
aspettando che la trattativa cominciasse con il ritiro delle pregiudiziali ci sono finalmente le condizioni per farlo e il Lando Sil
eoni numero uno della Fabi ricorda un altro tema cruciale. Il recupero dell'inflazione per confermare il determinante peso politi
co della nostra contrattazione nazionale Sileoni chiede un contratto che abbia forte motivazione sociale a difesa dell'occupazione
con soluzioni che migliorino l'area contrattuale e il Fondo per l'occupazione per garantire anche nuove assunzioni stabili di giov
ani. Temi che le banche sembrano ascoltare e sui quali emergono disponibilità di dialogo. Ora si vedrà
se i negoziati procederanno I prossimi incontri sono stati fissati il 25 febbraio e il 5 e 10 marzo.
Giornata Internazionale della Donna
La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le
conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti
del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia
nel 1922, dove si svolge ancora. Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel
quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti marxisti del tempo, come i tedeschi Rosa
Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull'atteggiamento da
tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne.Su
quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare energicamente
per l'introduzione del suffragio universale delle donne », senza « allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di
suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne ». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una
Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un
Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit
(L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
Sciopero delle camiciaie di New York
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne
Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto « alcun diritto di dettare
alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione ». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio
1908, causa l'assenza dell'oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel
Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata « Woman’s Day », il giorno della donna. Si
discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro,
delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell'iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le
sezioni locali « di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto
di voto femminile ». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.
Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino
al 15 febbraio 1910. Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrar. Il Woman's Day tenuto
a New York il successivo 28 febbraio venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle
politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai
consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne
socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima
dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla
rivendicazione dei diritti delle donne.
La confusione sulle origini della ricorrenza e l'ufficializzazione dell'ONU
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento
comunista e, infine, le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali
origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali
l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o
Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in
quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini,
in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di
una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di
scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe
tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora
diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre 1972, ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della
Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, nella Contea di Nassau, tra il 10 ed il 24 febbraio
1947), l'ONU proclamò il 1975 "Anno Internazionale delle Donne". Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla
proclamazione del "Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace" ("United Nations Decade
for Women: Equality, Development and Peace", 1976-1985), tramite la risoluzione 3520 (XXX)[17]. Il 16 dicembre
1977, con la risoluzione 32/142 [18] l'Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto
delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i
diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("United Nations Day for Women's Rights and International
Peace") e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea
riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di
aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, divenne la data Manifesto tedesco relativo alle locali
manifestazioni della Giornata della Donna dell'8 marzo 1914, la cui richiesta principale era il diritto di voto. Negli
ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti
in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die
Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna
fosse « stata assunta come risoluzione ».Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio,
in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima
volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di
Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di
Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di
una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento
del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il
quarantennale della Comune di Parigi, così come a Vienna, dove alcune manifestanti portarono con sé delle
bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i caduti di quell'insurrezione. In Svezia si svolse il 1º
maggio 1911, in concomitanza con le manifestazioni per la Giornata del lavoro. La manifestazione non fu ripetuta
tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3
marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla
polizia zarista che operò numerosi arresti; l'anno seguente gli organizzatori vennero arrestati, impedendo di fatto
l'organizzazione dell'evento[1]. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo
1914, giorno d'inizio di una « settimana rossa » di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si
tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.
L'8 marzo 1917
Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8
marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una
grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta
incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche
dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di
febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza
internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso
dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la « Giornata internazionale dell'operaia ».In Italia la Giornata
internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che la
celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico
quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava
l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel
rovesciamento dello zarismo.
La Mimosa - Manifestazione femminista italiana del 1977
Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al
Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo
1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una
Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in
tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo
un'idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei. Nei primi anni cinquanta, anni di guerra fredda e del
ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI),
divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione
abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste,
presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel
vuoto.Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione
pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.
In cucina chiedersi sempre ….. Il cibo che usiamo da dove viene ?
Chi lo produce? Quale è la storia del suo territorio ?
Da qui si inizia a fare un buon piatto. Ricordarsi sempre di usare
prodotti di stagione, ne gioca il nostro portafoglio. Abbiamo
sapori ottimali, pensiamo che un buon piatto lo creiamo anche
solo con due o tre ingredienti…..determinante è mettere sempre
al primo posto la qualità.
Fatevi queste domande e vi darete delle risposte , quindi saprete
sicuramente di cosa state cucinando …. E da qui darete il meglio.
Qui sotto ho inserito una tabella dei prodotti di stagione e delle
spiegazioni su alcuni di essi.
Storia e curiosità
Il carciofo vanta una storia molto antica: già conosciuto e ricercato come pianta selvatica dagli antichi Greci e
Romani, iniziò ad essere coltivato in Sicilia nei primi secoli d.C. e lentamente risalì la nostra penisola nel tardo
Medioevo. È così che il carciofo si è diffuso anche in climi più miti, diventando tra i simboli della cucina
tradizionale in diverse regioni (es. carciofo alla romana) e rendendone tra l’altro l’Italia uno dei maggiori
produttori al mondo.
Una curiosità: il carciofo è molto apprezzato anche lontano dai fornelli, il suo succo è infatti usato nella
cosmesi naturale per tonificare e rivitalizzare la pelle.
Aspetti nutrizionali
Ricco in ferro e povero in calorie, il carciofo rientra spesso tra i consigli nutrizionali anche per il buon
contenuto di altri sali minerali (calcio, fosforo, sodio, potassio) e di alcune vitamine (A, B1, B2, C, PP).
Il principio attivo della cinarina, oltre a connotare il particolare sapore amaro, attribuisce al carciofo proprietà
benefiche per la diuresi renale nonché per la regolarità intestinale.
Varietà
A differenza del carciofo selvatico (ricco di spine), la varietà addomesticata per l’orto è in genere più gentile
alle mani del contadino, pur con alcune eccezioni (lo spinoso sardo). Fra le varietà più conosciute in Italia ci
sono:
– il Catanese o Violetto di Sicilia, varietà più diffusa in particolare al Sud Italia,
– il Romano (“mammola”) e il simile Paestum (IGP), denominati secondo le aree cui fanno riferimento le
colture,
– il Violetto di Toscana,
– lo spinoso sardo, con una varietà ligure molto simile conosciuta come carciofo spinoso d’Albenga.
In cucina
La parte commestibile del carciofo è in realtà il fiore della pianta, con il cuore (il “cimarolo”) che rappresenta
la parte più tenera e quindi ricercata (e costosa).
Diverse sono le ricette a cui il carciofo si presta bene, cotto in forno o anche fritto (alla giudia). A seconda della
scelta, puoi rimuovere il gambo per intero o in parte mentre, per una cottura più tenera, puoi scartare le foglie
esterne e addirittura spuntare quelle interne salvandone solo la parte bianca. Infine, considera se scavare
leggermente il centro così da rimuovere il fieno e poi il fondo, oltre che scartare la scorza più dura e fibrosa.
Durante la pulitura, può esserti molto utile immergere il carciofo in acqua acidulata, ovvero unita ad
esempio a succo di limone, così da evitare l’annerimento delle foglie. Ricorda che comunque, una volta
cotto, il carciofo non riesce a conservarsi a lungo.
Come recuperare le foglie scartate? Se sei in grado di resistere al sapore amaro di questa parte meno
nobile, puoi prepararne un infuso in acqua calda. È così infatti che si recuperano le proprietà nutrienti
(ritenute utili anche per ridurre il colesterolo nel sangue) che altrimenti andrebbero perdute. In ogni
caso, se la preparazione del carciofo prevede di cuocerli, puoi conservare l’acqua di cottura e
riutilizzarla ad esempio per arricchire – in sapore e sali minerali – una minestra o una zuppa.
In orto
Non è un caso che la tradizione attribuisca alla Sicilia i natali dei primi carciofi addomesticati. Dopotutto
è proprio sullo coste mediterranee che il carciofo cresce spontaneamente in un clima ideale con estati
molto calde e umide (in cui il capolino fiorisce) e inverni decisamente miti.
In generale, il carciofo riesce a resistere fino a temperature prossime al limite dello 0°, al di sotto del
quale è messo a rischio il completamento del ciclo vitale. All’opposto, con temperature molto elevate, il
carciofo entra nella fase di riposo vegetativo (ecco dunque perché è difficile trovarne al mercato in
tarda primavera o in estate).
In genere si prevede una raccolta primaverile, ovvero solo dopo la fine del freddo invernale. Tuttavia la
buona capacità di adattarsi a coltivazioni in stagioni diverse permette di aggiungere alle varietà
primaverili (che producono i capolini solo alla fine dell’inverno), anche una varietà autunnale che riesce
a sostenere una produzione già negli ultimi mesi dell’anno. In ogni caso, grazie alle differenze
climatiche tra le regioni del Sud e del Nord, potrai trovare i carciofi sui banchi dei mercati per l’intero
periodo tra ottobre e aprile.
Rispetto al terreno, buona idratazione e suolo profondo e fresco rendono la coltivazione ottimale.
Storia e curiosità
Pur importati in Europa già nel lontano Medioevo, diversi secoli sono trascorsi finché gli spinaci
diventassero popolari nelle cucine del vecchio continente (e nelle tv, grazie anche all’icona di Braccio di
ferro)
Aspetti nutrizionali
Gli spinaci sono ricchi di ferro, è vero. Tuttavia solo se conditi con il limone potrai davvero contare su un
effetto braccio-di-ferro Perchè? Il motivo è nell’acido ascorbico contenuto negli agrumi che permette
all’organismo umano di assimilare e fissare il ferro nel corpo.
Imbattibili tra i prodotti dell’orto per varietà di nutrienti, gli spinaci sono un buon serbatoio anche di
altri sali minerali e di vitamine purché consumati rigorosamente crudi.
Varietà
Esistono spinaci e spinaci: foglie più grandi e larghe per le varietà “gigante d’inverno” e “virofly” o più
piccole per il tipo “merlo nero”. Al mercato fai attenzione a scegliere gli spinaci selezionando quelli di
colore verde brillante e senza parti ingiallite o un po’ scure.
In cucina
Può suonare un po’ didascalico, ma è importante fare attenzione quando lavi gli spinaci: rimuovere la
terra anche negli angoli nascosti può chiedere qualche secondo di attenzione in più ma è bene ricordare
che lasciarli in ammollo non è indicato se si vogliono conservare i nutrienti. Per lo stesso motivo è una
buona idea consumarli crudi in insalata. Se cotti, prova a prepararli al vapore, così da conservarne
sapore e nutrienti.
Hai poco tempo a disposizione? Prova a saltare gli spinaci in padella con olio e cipolla, potrai poi
aggiungerli a delle patate oppure accompagnarli bene ad un secondo di pesce. Se sei invece alla ricerca
di una preparazione più creativa, prova ad utilizzarli per “colorare” di verde uno sformato, il ripieno dei
ravioli oppure lo stesso impasto di una pasta fatta in casa.
In orto
Gli spinaci non resistono alle temperature alte (oltre i 25°) e sono particolarmente sensibili alla siccità dei
terreni.
Al contrario, una volta sviluppati possono resistere bene alle temperature basse (anche poco sotto lo
0°), divenendo così in cucina dei prodotti tipicamente invernali o primaverili. La semina avviene pertanto
a partire dai primi mesi autunnali, mentre la raccolta si differenzia a seconda della varietà tra
autunno/inverno e primavera
Storia e curiosità
Già raccolto tra Tigri e Eufrate in tempi ben remoti, sembra siano stati gli antichi Romani – altri dicono i
Greci – a dare il nome all’asparago, ricordando che la cima (la parte apicale) ne rappresenta la porzione
commestibile. A distanza di alcuni secoli l’asparago è riuscito a diffondersi in ogni continente,
conquistando oggi le cucine italiane così come i campi peruviani e anche i ricettari tradizionali tedeschi.
Curiosità: perché dopo aver mangiato gli asparagi, l’urina ha un cattivo odore? Se ti fai questa domanda
fai parte della metà della popolazione mondiale che percepisce questo odore (proprio così, l’ altra metà
non lo sente vediamo perché :E primavera. Con marzo arriva la stagione di asparagi in tutta Italia, che
durerà fino maggio. Buoni, dal sapore intenso che ben si sposa con primi e secondi piatti, gli asparagi
hanno però una particolarità di cui ci si accorge solo dopo il pasto. L’urina infatti emana un cattivo
odore. Almeno per alcuni, pochi (s)fortunati che se ne accorgono. Ciascuno di noi nasce con un corredo
di geni unico che determina ad esempio il colore dei capelli e degli occhi, così come l’altezza e altre
caratteristiche fisiche. Tra le “doti” genetiche che acquisiamo alla nascita c’è anche la presenza – solo
per alcune persone – di alcuni particolari recettori. Sono questi “mezzi” biologici che permettono a chi
ne è provvisto di “sentire” i metaboliti, ovvero le sostanze che l’organismo assorbe dagli asparagi e
scompone durante la digestione.Ed è così che, quando andiamo in bagno, solo alcuni al mondo possono
storcere il naso mentre altri non si accorgono di nulla. Solo le persone dotate del giusto mix di recettori
sono così in grado di accorgersi degli effetti postumi di un pasto con gli asparagi. Quanti sono questi
fortunati? Si stima siano circa il 40-50% della popolazione mondiale, in pratica quasi una persona su due.
Aspetti nutrizionali
Povero di sodio e ricco in altri sali minerali (calcio, fosforo, magnesio, potassio), l’asparago vanta anche
riconosciute proprietà diuretiche e depurative.
L’apporto nutritivo si completa con il buon contenuto di vitamine C (particolarmente nella varietà
verde) e B9.
Varietà
Si può dire che sia il colore a definire varietà (e località) degli asparagi, con il verde che domina in
diffusione nell’area mediterranea e il bianco che invece risulta prediletto nel Nord Europa e – in Italia –
nel Veneto. Seguendo così un criterio cromatico, possiamo distinguere principalmente tra asparagi:
– bianchi (o di Bassano), immacolati in quanto coltivati nascosti da fonti di luce,
– verdi, che germogliano all’aperto (da cui il colore della clorofilla),
– violetti, originariamente bianchi ma con le punte che bucano il rifugio sotterraneo esponendosi così al
sole per colorarsi,
– selvatici, di forma sottile e colore verde uniforme, che crescono spontanei.
È seguendo la stessa scala cromatica che si può ricostruire quella del gusto: sono infatti gli asparagi
bianchi quelli più delicati, mentre i verdi e selvatici risultano al palato più forti e i violetti infine
acquistano dei toni di amaro.
In cucina
Gli asparagi sono dotati di una parte sotterranea equivalente alle radici (rizoma o zampa) dalla quale
spunta la porzione commestibile (il turione). A differenza di altre verdure per le quali un minore
spessore è sinonimo di tenerezza, per gli asparagi sono proprio i turioni di diametro maggiore quelli più
teneri, in quanto dotati di una polpa maggiore rispetto alla parte esterna.
L’asparago accompagna bene ogni genere di piatto, dagli antipasti ai contorni (frittate, quiches), fino ai
primi piatti (con riso e pasta). Una buona idea? Servirlo all’inizio del pasto accompagnato da crostini e
una salsa di vinaigrette.
Mentre per zuppe o risotti la varietà bianca è ottimale, le frittate si sposano al meglio con gli asparagi
selvatici raccolti nei boschi (puoi passarli prima alcuni minuti in padella per attenuare il caratteristico
sapore molto forte).
Ricorda: non esistono asparagi a lunga conservazione: l’ideale è consumarli freschi, altrimenti sono da
tenere due giorni al massimo in frigo.
Procedimento
Togliete le foglie esterne più dure dei carciofi, eliminate la punta con un taglio
netto e accorciate anche il gambo lasciandone più o meno tre dita.
Man mano che li pulite, allargate le foglie e tuffateli subito in una ciotola con
dell'acqua acidulata con il succo di limone in modo che non anneriscano.
Sgocciolate bene i carciofi, asciugateli bene e, afferrando ogni carciofo per il suo
gambo, schiacciate ripetutamente il bulbo sul vostro piano di lavoro in modo
che le foglie del carciofo si aprano a fiore. Una volta che sono bene aperti,
conditeli all'interno con pepe e sale.
Prendete ora due padelle per fritture dai bordi alti, riempitele con abbondante
olio in modo che i carciofi siano immersi a metà e accendete il fuoco sotto una
padella sola.
Portate la temperatura a 160°. Per determinarla in assenza di un termostato,
basta immergere nell'olio uno stuzzicadente: se intorno ad esso si formano delle
bollicine, significa che la temperatura è raggiunta e l'olio è pronto a ricevere il
cibo. Fate quindi cuocere i vostri carciofi lentamente e girandoli in modo che si
cuociano in modo uniforme. Sono pronti per la seconda frittura quando una
forchetta vi penetra senza fatica.Accendete ora il fuoco sotto l'altra padella, e
quando l'olio sarà molto caldo, lasciando cadere nella padella una goccia
d'acqua questa provoca un secco crepitio, metteteci i carciofi con il gambo
verso l'alto. In pochissimo tempo le foglie del carciofo si saranno ben colorite e
risulteranno belle croccanti. Levate i carciofi delicatamente ed appoggiateli su
della carta assorbente, sempre col gambo all'insù in modo che scolino l'olio in
eccesso. Servite subito.
PROCEDIMENTO PER LA PREPARAZIONE
1. Per preparare la pasta verde agli spinaci mettete 60 gr di spinaci lavati e scolati
, a lessare in un tegamino assieme a 2 cucchiai di acqua e un pizzico di sale.
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere ed asciugare gli spinaci
2. Dopodiché passateli al setaccio, per ottenere una crema liscia
3. Versate in una ciotola la farina setacciata, le uova (che avrete tenuto a
temperatura ambiente), il sale e la crema di spinaci, quindi amalgamate per bene
gli ingredienti
4. Poi trasferitevi su di una spianatoia ed impastate fino ad ottenere un impasto
omogeneo; nel caso l’impasto non dovesse raccogliere completamente la farina
o risultasse leggermente duro, aggiungete uno o due cucchiai di acqua tiepida e
continuate a impastare fino a quando non risulterà liscio e compatto
5. Poi lasciatelo riposare coperto per almeno mezz’ora in luogo fresco. Dopo il
riposo la pasta fresca risulterà più morbida ed elastica: preparatevi quindi a
stenderla
6. Si può ottenere il formato che desiderate procedendo a mano oppure usando
l’apposita macchinetta
PREPARAZIONE RIPIENO
1. Versate nel mixer la ricotta, il parmigiano, la noce moscata, il sale e il pepe
2. Una volta ottenuto un composto omogeneo, stendete la sfoglia sottile e
dividetela di volta in volta in due strisce larghe circa 10 cm, disponete piccole
porzioni di impasto ben distanziate su una striscia
3. Sovrapponete l’altra in modo che le due sfoglie si uniscano avendo cura di
eliminare eventuali bolle d’aria che potrebbero crearsi tra le due sfoglie
4. Ritagliate dei quadrati di circa 4×4 cm con una rotella tagliapasta
5. Quando i ravioli saranno pronti cuoceteli subito in abbondante acqua bollente
oppure poneteli ben distanziati tra loro su un vassoio rivestito di carta da forno e
congelateli
PROCEDIMENTO PER LA PREPARAZIONE:
Ricavare da un filetto da 700g, 12 medaglioni c.a,
avvolgere ogni medaglione in 2 fette di lardo di colonnata
e fissare il tutto con uno spago. Di conseguenza passare
rapidamente i medaglioni nella farina, e far cuocere in una
padella con olio ben caldo.
Far rosolare i medaglioni lardellati con i rametti di
rosmarino per circa 5 minuti per parte, salare e
successivamente sostituire l’olio caldo con il vino bianco, il
brandy e infine la panna. A fine cottura aggiungere timo e
pepe rosa.
PROCEDIMENTO PER LA PREPARAZIONE DEL FLAN
Far cuocere in acqua salata 500g di Spinaci. Nel frattempo
preparare la besciamella, scaldando 500ml di latte intero
in un pentolino con sale e noce moscata, e in una padella
la salsa roux (40g di Farina e 50g di Burro). Unire il roux al
latte ben caldo e mescolare con una frusta fino ad
ottenere la consistenza desiderata. Tenere da parte 200g
di besciamella (che servirà per la crema). Tagliare
grossolanamente gli spinaci precedentemente cotti, poi
unire la besciamella, 100g di grana grattugiato e 4 rossi
d’uovo; versare il composto negli stampini e posizionare
nel cuore di ogni flan 5g di provola piccante. Far cuocere in
forno a bagnomaria a 170 C° per 20 minuti.
Nel frattempo aggiungere 100g di grana grattugiato nella
besciamella avanzata, creando così la crema da
posizionare alla base del nostro flan.
PROCEDIMENTO PER LA PREPARAZIONE:
Montate il burro con lo zucchero a velo, aggiungendo alternati gli albumi e la farina, fino ad
ottenere un composto spumoso. Lasciate riposare in frigo. Mettete il contenitore del
frullatore e la lama in freezer per qualche ora prima di frullare i pistacchi, vi aiuterà ad ottenere
un composto liscio. Mettete sul fuoco a bollire il latte e il burro con la bacca di vaniglia incisa a
metà, in modo da far uscire i semi e tutta l’aroma. A parte sbattete i tuorli con lo zucchero e la
farina, in modo da ottenere un composto spumoso. Quando vedete che il latte sta per bollire,
versate la crema in un recipiente e iniziate a frustare, in modo che non si attacchi sul fondo.
Abbassate la fiamma. La crema si addensa piano e sarà pronta quando inizia a scrivere,ovvero
quando vedrete che lascia i segni sulla superficie alzando la frusta. Mettetela a raffreddare in
una ciotola fuori dal fuoco, spolverando con zucchero semolato sulla superficie. Frullate i
pistacchi tostati fino ad ottenere una pasta, aggiungendo poi alla fine un filo d’olio di arachidi,
in modo da formare una crema. Mettetela in frigo a riposare. Montate la panna con un
cucchiaio di zucchero a velo, fino a neve ferma. Prendete la crema pasticcera e incorporate 1
cucchiaio del composto di pistacchi, in modo che si amalgami perfettamente. Lasciate riposare
ancora un po’. Nel frattempo prendete l’impasto delle cialde e spalmate sulla carta forno un
cerchio molto grande, ed uno un po’ più piccolo, stando attenti che non venga poi una sfoglia
troppo fine. Infornate a 180°C per pochi minuti. Appena i bordi diventano dorati togliere dal
forno e arrotolare subito intorno ad un cannolo acciaio o un mattarello piccolo, in modo che
prenda la forma desiderata. Pareggiate i bordi con il cilindro all’interno della cialda. Lasciate
raffreddare fino a che la cialda non diventa fragrante. La cialda piccola pizzicateIa al centro, in
modo da ottenere un fiocco, tagliate subito al centro e lasciate raffreddare. Incorporate la
panna alla crema di pistacchio, in modo omogeneo, aggiungendo poi il cioccolato grattato.
Riempite il cannolo aiutandovi con la sac a poche, facendola leggermente uscire dalle
estremità. Mettete a questo punto la cialda a fiocco all’estremità del cannolo, formando così
una caramella. Finite di decorare con il cioccolato a scaglie e zucchero a velo.
Preparazione
Pulire le seppie e sciacquarle bene con acqua corrente.
In una casseruola versare tanta acqua quanto sarà sufficiente a ricoprire le
seppie, unire una spruzzata di aceto, una foglia di alloro e un pizzicotto di
sale.
Portare ad ebollizione, aggiungere le seppie e cuocere per circa 15 minuti.
Per seppie di dimensioni maggiori prolungare i tempi di cottura, provare
comunque la cottura con una forchetta, dovranno risultare morbide, scolare
e far raffreddare.
Lessare le uova per circa 3-4 minuti dall’ inizio del bollore. Farle raffreddare
sotto l’ acqua corrente e togliere il guscio sempre sotto l’ acqua in modo da
facilitare l’ operazione. Tagliare le uova a metà e praticare una leggera
pressione sull’ albume per estrarre il tuorlo, oppure scavare con un
cucchiaino. Mettere da parte i tuorli e tagliare gli albumi a julienne. In una
padella antiaderente cuocere gli asparagi con un filo di olio per 3-4 minuti
rigirandoli di tanto in tanto.
Dovranno risultare ancora croccanti e non molli, aggiustare di sale.
Tagliare le seppie a julienne, metterle in una ciotola, unire gli albumi tagliati e
condire con olio. Disporre gli asparagi sul piatto da portata, le seppie, i tuorli
sbriciolati, aggiungere un filo di olio se necessario e l’ erba cipollina tagliata.
Preparazione:
Preparare la pasta lavorando la farina con le uova, l’acqua e un pizzico
di sale, poi formare una palla, coprirla e lasciarla riposare.
Intanto lessare gli spinaci e tritarli.
in un tegame far rosolare con 3 cucchiai di olio lo scalogno e il
prezzemolo tritato, poi unire la polpa di pesce, cuocerla per qualche
minuto dalle due parti, quindi tritarla.
Nello stesso condimento far insaporire gli spinaci, poi mescolarvi il trito
di pesce e, dopo qualche minuto, trasferire il tutto in una terrina.
Quando si sarà raffreddato, aggiungere la ricotta, le uova, il
parmigiano, il sale e il pepe e amalgamare bene il tutto.
Riprendere la pasta, tirarla a strisce, distribuirvi il ripieno a mucchietti,
quindi ripiegarla, dopo averne pennellato i bordi con acqua, premere
con le dita attorno al ripieno e ritagliare i ravioli.
Preparare poi il condimento: in un tegame far rosolare l’olio rimasto
con l’aglio petato, unire i pomodori tritati, il pizzico di maggiorana e,
dopo alcuni minuti, aggiungere le vongole, il sale e il pepe
(possibilmente rosso piccante).
Quando il sugo comincerà a sobbollire, toglierlo dal fuoco e versarlo sui
ravioli, che nel frattempo saranno stati lessati in abbondante acqua
salata.
Preparazione
Pulire i carciofi, eliminare le foglie esterne più dure e il
fieno e tagliarli in quarti.
Saltarli in una padella con un cucchiai d’olio e un paio di
rametti di timo per circa 5 minuti, abbassare la fiamma,
salare e pepare, bagnare con mezzo bicchiere di acqua
calda, coprire e lasciare stufare a fuoco dolce per circa 15
minuti.
Nel frattempo eliminare la pelle e la lisca dalla pescatrice e
ricavarne delle fettine non troppo sottili.
Togliere i carciofi ormai cotti dalla padella e tenerli da
parte.
Saltare la pescatrice con un cucchiaio d’olio, sale e pepe.
Sfumare con il vino bianco, farlo evaporare ed unire le
code di gambero.
Proseguire la cottura per un paio di minuti a fuoco vivace,
poi togliere dal fuoco ed unire i carciofi e il pomodoro
ridotto a dadini, condendo il tutto con un filo d’olio.
Distribuire la preparazione nei piatti e servire.
Preparazione:
Preparare la crema al mascarpone. Separare gli albumi dai tuorli e
montare questi ultimi con lo zucchero per almeno 10 minuti. Unire
il limoncello e, per ultimo, il mascarpone con gli albumi montati
precedentemente. Amalgamare fino ad ottenere una crema
omogenea, da conservare in frigo x farla rassodare.
Mondare e tagliare le fragole a pezzetti, tranne quattro che
serviranno per decorare. Unire alle fragole, due cucchiai di
zucchero ed il succo del limone. Nel frattempo che le fragole
macerano, preparare la bagna unendo, in un pentolino, l’acqua, lo
zucchero, il succo del limone e portare ad ebollizione; quindi
spegnere il fuoco ed aggiungere il limoncello.
Tagliare i savoiardi a metà ed inzupparli nella bagna. Porli ai lati
delle coppe scelte per servire il dessert, facendoli ben aderire in
modo che rimangano visibili anche dopo aver aggiunto la crema
al mascarpone e le fragole a pezzetti; aggiungere uno strato di
crema, uno di fragole facendole aderire ai lati delle coppe.
Completare con uno strato di crema e guarnire con mezza fragola
più alcune foglioline di menta. Mettere in frigo per circa 2 ½ ore.
http://borgointhecity.com/it/la-bottegadel-buon-caffe/
Per informazioni e chiarimenti ci potete contattare ai seguenti numeri
telefonici
•
•
•
•
•
•
Paolo Malventi 320/2374902
Francesco Favilli
335/7801636
Alessandro Falorsi 335/5959890
Samuele Bonfieni 331/9486635
Letizia Papa 339/1103244
Filippo Buzzigoli 338/1923013
Periodico informativo riservato ai Dipendenti di Banca Cr Firenze – Gruppo
ISP
Ciclostilato in proprio
Pensiamo all’ ambiente. Se non è necessario non stampare.
Scarica

Presentazione standard di PowerPoint