Introduzione alla Teoria della RELATIVITÀ a cura di Sandro Ronca ITIS “Silvio De Pretto” Settimana intensiva 21-25/01/13 Albert Einstein Ulm, 1879- Princeton, 1955 Uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Diede il maggior contributo individuale alla Fisica di ogni altro scienziato. Nel 1905 scrisse articoli sul moto browniano, sull’effetto fotoelettrico e sulla teoria della relatività ristretta ognuno dei quali valeva da solo un premio Nobel. La teoria della relatività ristretta e la nuova teoria della gravitazione nota come Relatività generale, hanno definitivamente cambiato il modo di vedere e rapportarsi alla realtà fisica. Fu insignito del premio Nobel nel 1921, ma per l’effetto fotoelettrico e non per la teoria della Relatività Ci occuperemo di: •Lunghezze che si accorciano •Orologi che rallentano •Raggi luminosi che “pesano” •Spazi che si incurvano •Gemelli che non invecchiano Cioè di cose che accadono in uno strano universo: quello in cui viviamo Un pensiero ricorrente assillava il giovane Albert Che succede se mi muovo alla stessa velocità della luce? Potrò vedere la mia immagine riflessa allo specchio? Oppure… Lo specchio resterà nero? Beh, non era affatto una domanda banale! 1675 Osservando le eclissi di Io Ole Rømer dedusse che: la luce non si propaga istantaneamente Cette seconde inégalité paraît venir de ce que la lumière emploie quelques temps à venir du satellite jusqu'à nous, et qu'elle met environ dix à onze minutes à parcourir un espace égal au demi-diamètre de l'orbite terrestre. Io è il più interno dei satelliti di Giove. Orbita ad una distanza di 421700 km dal centro del pianeta e il suo periodo orbitale è di 42,5 ore. Rømer si accorse che il satellite di Giove, Io sembrava rallentare il suo moto di rivoluzione quando la terra si allontanava da Giove e accelerarlo quando si avvicinava Io L’unica spiegazione possibile era che la luce impiegasse un certo tempo a percorrere il diametro dell’orbita terrestre. a cura di Sandro Ronca Nel 1670 Cassini calcolò la distanza Terra-Sole ottenendo 140·106 km 280·106 km Quindi il diametro dell’orbita terrestre doveva essere allora di circa 280 milioni di km Giovanni Domenico Cassini a cura di Sandro Ronca Rømer valutò un ritardo di circa 22 minuti su 40 orbite di Io osservate tra il punto di maggiore e minore distanza della Terra da Giove La luce allora avrebbe dovuto percorrere 280 milioni di km in 22 minuti Con questi dati Rømer avrebbe calcolato: 280 106 km c 212000 22 60 s Con un errore del 30 % sul valore attualmente accettato a cura di Sandro Ronca Rømer però introdusse un’idea molto importante Ole Rømer la luce si propaga con una velocità finita a cura di Sandro Ronca Poi c’erano le questioni legate all’elettromagnetismo a cura di Sandro Ronca Ambra (elektron) Magnetite Per secoli i fenomeni elettrici e magnetici sono stati considerati come indipendenti ed estranei l’uno all’altro a cura di Sandro Ronca ma nell’anno 1820 a Copenaghen… Il Prof. Hans Christian Øersted esegue un esperimento I I a cura di Sandro Ronca Ne deduco che una corrente elettrica genera un effetto magnetico Hans Christian Ørsted (1777-1851) Qualcuno poi lo chiamerà campo magnetico I a cura di Sandro Ronca E un campo magnetico non potrebbe a sua volta generare una corrente? Michael Faraday (1791-1867) a cura di Sandro Ronca La pila di Volta genera una corrente continua E con gli avvolgimenti di molte spire pensavo di amplificare a sufficienza gli effetti a cura di Sandro Ronca Ho provato in tutti i modi, ma… NIENTE! Michael Faraday (1791-1867) a cura di Sandro Ronca Ma nel 1831 Faraday scopre qualcosa di molto importante a cura di Sandro Ronca Impulsi di corrente alla chiusura e apertura del circuito a cura di Sandro Ronca Ci sono! Il campo magnetico deve variare nel tempo. Ho giusto in mente una certa legge … ΔΦ e Δt Michael Faraday (1791-1867) a cura di Sandro Ronca Penso che l’energia impieghi un certo tempo per passare dalla bobina 1 alla 2 2 1 a cura di Sandro Ronca Nel 1864 J. C. Maxwell portò a termine l’unificazione teorica di elettricità e magnetismo “Equazioni di Maxwell” E 0 B 0 B E t E B 0 J 0 0 t James Clerk Maxwell (1831-1879) a cura di Sandro Ronca Le prime due equazioni: legge di Gauss elettrica e magnetica E 0 B 0 Legge di Gauss: le sorgenti del campo elettrico E sono le cariche elettriche. ρ è la densità di carica elettrica Q/Volume Non esiste la carica magnetica. Il campo magnetico B è solenoidale: le sue linee di campo sono sempre anelli chiusi. Il flusso attraverso unasuperficie chiusa è sempre nullo. È anche detta “legge di Gauss Magnetica” ma le più interessanti sono le altre due… a cura di Sandro Ronca L’induzione elettromagnetica B E t La legge di Faraday Un campo elettrico E può essere generato dalla variazione di un campo magnetico B Thank you, sir a cura di Sandro Ronca La legge della circuitazione del Signor Ampère E B 0 J 0 0 t Mais, non l’avevo scritta comme ça, moi! a cura di Sandro Ronca André-Marie Ampère (1775-1836) Pardon Monsieur, mi sono permesso di aggiungere la corrente di spostamento E 0 0 t La legge di Ampére: B 0 J a cura di Sandro Ronca Ah, bon! a cura di Sandro Ronca La corrente di spostamento è un termine importante: ha a che fare con le onde elettromagnetiche E B 0 J 0 0 t Un campo magnetico B può essere creato da una (densità di) corrente J, ma anche dalla variazione di un campo elettrico E. a cura di Sandro Ronca Maxwell trovò una soluzione di queste due equazioni B E t E B 0 J 0 0 t che prevedeva la possibilità di propagazione nello spazio dei campi elettrici e magnetici sotto forma di onde con velocità: c 1 0 0 a cura di Sandro Ronca “così vicina alla velocità della luce che ho ragione di credere che la luce stessa sia un’onda elettromagnetica” Con i dati di allora (1865) trovò c = 310 740 km/s a cura di Sandro Ronca Aveva ragione! 0 8.854 187 817... 10-12 F/m permettività dielettrica del vuoto c 1 0 0 0 4 10-7 H/m permeabilità magnetica del vuoto 299792 , 458 km/s a cura di Sandro Ronca Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894) Nel 1887 verificò sperimentalmente l’esistenza delle onde elettromagnetiche grazie ad un famoso esperimento a cura di Sandro Ronca La velocità della luce è: c = 299792,458 km/s La luce è un’onda elettromagnetica a cura di Sandro Ronca Si pensava che la luce avesse bisogno di un mezzo per propagarsi: l’ “etere”, come le onde sonore, che si propagano nell’aria. Una sostanza piuttosto strana … doveva essere trasparente per tutti i corpi, ma infinitamente rigida per consentire la propagazione della luce a cura di Sandro Ronca 1887. Michelson e Morley tentano di evidenziare gli effetti dell’etere sulla propagazione della luce. Usano un particolare interferometro. a cura di Sandro Ronca A causa del moto dell’apparecchiatura i raggi impiegano tempi diversi per completare i due percorsi di andata e ritorno. a cura di Sandro Ronca B La luce si muove con velocità c rispetto all’ipotetico etere S v è la velocità della Terra nell’orbita attorno al sole: circa 30 km/s 108000 km/h A I bracci dell’interferometro hanno eguale lunghezza L Lungo la direzione e il verso della velocità v il raggio di luce, rispetto all’apparato si muove con velocità c – v perché lo specchio A si allontana con velocità v. Per percorrere L impiega il tempo: T1 L cv a cura di Sandro Ronca B La luce si muove con velocità c rispetto all’ipotetico etere S v è la velocità della Terra nell’orbita attorno al sole: circa 30 km/s 108000 km/h A I bracci dell’interferometro hanno eguale lunghezza L Al ritorno, il raggio di luce, rispetto all’apparato si muove con velocità c + v perché lo specchio S si avvicina con velocità v. Per percorrere L impiega il tempo: L T2 cv a cura di Sandro Ronca B La luce si muove con velocità c rispetto all’ipotetico etere S A v è la velocità della Terra nell’orbita attorno al sole: circa 30 km/s 108000 km/h I bracci dell’interferometro hanno eguale lunghezza L Il tempo totale del percorso longitudinale è L L Tl T1 T2 cv cv a cura di Sandro Ronca B Qualche passaggio algebrico: Tl L L cv cv Tlong S A Tlong Lc Lv Lc Lv c2 v2 Tlong Il tempo totale del percorso longitudinale è Tlong 2L c L (c v ) L (c v ) c2 v2 2 Lc 2 2 c v 2 Lc v2 2 c 1 2 c 1 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca B Il raggio trasversale deve percorrere una distanza più lunga di L sia all’andata che al ritorno, perché lo specchio B si sta spostando con velocità v. Se per andare da S a B il raggio impiega il tempo T3, avrà percorso una distanza c T3 tale che: B S A c T3 S Il tempo totale del percorso trasversale è allora: (cT3 ) 2 L2 (vT3 ) 2 (c 2 v 2 )T32 L2 L v T3 2L Ttrasv c L2 L2 T 2 2 2 c v c 2 3 1 v2 1 2 c 1 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Qual è il tempo maggiore? Tlong 2L c 2 v2 30 1 2 1 0,999999986 c 299792 Tlong 2L Ttrasv c 1 v2 1 2 c 1 v2 1 2 c v2 1 2 0,999999986 0,999999995 c 2L 1,00000001 c 2L Ttrasv 1,000000005 c il raggio longitudinale impiega più tempo a cura di Sandro Ronca Così si poteva prevedere quale fosse la figura di interferenza, ma… Non si rivelò mai alcun effetto sulla velocità della luce dovuto alla presenza dell’etere. a cura di Sandro Ronca A questo punto si poteva anche rinunciare all’etere, dato che non si poteva scoprirne gli effetti. Ma c’era di più … a cura di Sandro Ronca L’esperimento sembrava indicare che la velocità della luce doveva essere sempre la stessa, indipendentemente dal moto della sorgente a cura di Sandro Ronca c = 299792,458 km/s Una costante universale a cura di Sandro Ronca c = 299792,458 km/s Ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali a cura di Sandro Ronca Riserratevi con qualche amico nella maggior stanza che sia sotto coverta di alcun gran naviglio, e quivi fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti a cura di Sandro Ronca e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza a cura di Sandro Ronca e voi, gettando all'amico alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa, quando le lontananze sieno eguali; e saltando voi, come si dice, a piè giunti, eguali spazi passerete verso tutte le parti. Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose a cura di Sandro Ronca fate muover la nave con quanta si voglia velocità: che (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma a cura di Sandro Ronca Codesta cosa la scrissi nel “Dialogo”. S’era nel 1624, ma si pubblicò nel1632 Galileo Galilei enunciò così il Principio d’inerzia a cura di Sandro Ronca fate muover la nave con quanta si voglia velocità: che (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma Non esiste alcun esperimento che permetta di decidere se un sistema di riferimento è in moto rettilineo uniforme o è fermo Le leggi della fisica, per esempio le forze, sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali a cura di Sandro Ronca Achtung! Questo è il nocciolo della questione. Le leggi della Fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali a cura di Sandro Ronca Se la pantera rosa lancia una palla verso l’alto, questa le ritornerà in mano, e dal suo punto di vista seguirà una traiettoria rettilinea verso l’alto e verso il basso. Le leggi della Fisica sono le stesse che in un riferimento fermo. Vista dal binario però la palla seguirà un percorso ad arco di parabola perché il treno imprime alla palla anche una componente orizzontale di velocità. a cura di Sandro Ronca Cos’è un sistema di riferimento? Un sistema di riferimento è un corpo rigido rispetto al quale prendiamo tutte le nostre misure, di lunghezza, di tempo, ecc. Un sistema di riferimento è inerziale se è fermo oppure si muove di moto rettilineo uniforme rispetto ad un altro sistema a sua volta inerziale. z S Un sistema di riferimento può essere rappresentato da un sistema di assi cartesiani perpendicolari S (x,y,z) y x a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Galileo delle coordinate y y' V x x ' x Vt y' y z' z x' y' y V Vt P x' x x' x a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Galileo delle coordinate y y' V x' x Ovviamente vale la trasformazione inversa: x x'Vt y y' z z' y' y V Vt P x' x x' x a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Galileo delle velocità x' x Vt t t t y' y t t z' z t t Lungo l’asse x v' v V y' y V Vt P x' x x' x a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Galileo delle velocità Lungo l’asse x x x' Vt t t t y y' t t z z' t t v v' V y' y V Vt P x' x x' x a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Galileo delle Forze (accelerazioni) y' y Vt Nel sistema S esiste una forza F = ma F V P x' x x' x Trasformiamo le velocità secondo Galilei v2 v1 F ma m t 2 t1 v v' V (v'2 V ) (v'1 V ) (v'2 v'1 ) V V v'2 v'1 F m m m ma' t 2 t1 t 2 t1 t 2 t1 a cura di Sandro Ronca Riassumendo … a cura di Sandro Ronca La luce è un’onda elettromagnetica prodotta dall’oscillazione di un campo elettrico e di un campo magnetico che si auto-sostengono propagandosi nello spazio con velocità finita (*) pari a: c 1 0 0 299792 , 458 km/s (*) l’opposto di velocità infinita e quindi effetto istantaneo a cura di Sandro Ronca Dall’esperimento di Michelson e Morley ci si aspettava, almeno in qualche momento dell’anno, di rilevare una differenza nei tempi di percorrenza del raggio parallelo alla velocità della Terra rispetto a quello trasversale a cura di Sandro Ronca Infatti almeno in qualche momento la terra con l’interferometro doveva avere una velocità rispetto all’etere a cura di Sandro Ronca In tal caso ci si aspettava che il raggio longitudinale impiegasse più tempo rispetto a quello trasversale alla velocità v Tlong 2L c 1 v2 1 2 c 2L Ttrasv c v2 1 2 c Quindi: 1 v2 1 2 c è minore di 1 v2 v2 1 2 1 2 c c Tlong Ttrasv a cura di Sandro Ronca Non si trovò alcuna differenza. I due raggi impiegavano lo stesso tempo, come se la terra fosse sempre ferma rispetto all’etere. a cura di Sandro Ronca Il risultato era decisamente sconcertante. Non sapevamo proprio come spiegarlo Michelson Morley Sembrava che la luce non obbedisse alla trasformazione galileiana delle velocità a cura di Sandro Ronca Ricordiamo y' y V Vt P x' x x' x v v' V v’ v' v V V a cura di Sandro Ronca La mia conclusione: la velocità della luce deve essere la stessa in ogni sistema di riferimento a cura di Sandro Ronca Le onde luminose si propagano secondo sfere concentriche a cura di Sandro Ronca OP = distanza percorsa dal raggio di luce in S Fronte d’onda con centro in O OP’ = distanza percorsa dal raggio di luce in S’ P y' y V x' x O O’ Fronte d’onda con centro in O’ a cura di Sandro Ronca Poiché la velocità della luce deve essere la stessa in tutti i sistemi di riferimento, nonostante il moto sarò sempre al centro della sfera costituita dal fronte d’onda y' y V ct O ct’ O’ P x x' a cura di Sandro Ronca a) le leggi della fisica devono essere le stesse nei due sistemi di riferimento, b) la velocità della luce deve essere la stessa nei due sistemi di riferimento Spazio = velocità x tempo P O P = ct y' y O P’ = ct’ V x' x O O’ I tempi nei due sistemi di riferimento potrebbero non essere gli stessi t ≠ t’ a cura di Sandro Ronca a cura di Sandro Ronca Il tempo è qualcosa che si misura con un orologio. a cura di Sandro Ronca Beh, non necessariamente questo: Anche questo può andar bene: nella molecola di ammoniaca l’atomo di azoto passa da una posizione alla sua simmetrica rispetto al piano individuato dagli atomi di idrogeno . Fu utilizzato in uno dei primi orologi atomici O questo: Qualsiasi cosa che riproduca ciclicamente e periodicamente una certa situazione a cura di Sandro Ronca Eventi simultanei eventi che avvengono nello stesso istante di tempo Sul treno il sistema di comando apre simultaneamente le porte Smile Se il vagone è fermo Smile giudicherà che gli eventi sono simultanei a cura di Sandro Ronca Ma se la carrozza si muove … V A B Smile Smile vedrà aprirsi prima la porta A e dopo la porta B, perché? a cura di Sandro Ronca Eventi simultanei in un sistema di riferimento non lo sono necessariamente in un altro, in moto relativo rispetto al primo V A B Smile Più velocemente si muove il vagone più tardi si aprirà la porta B rispetto ad A a cura di Sandro Ronca Considero il caso particolare in cui P si trova sull’asse x, x’ y' y V ct O ct’ O’ P x x' a cura di Sandro Ronca y' y Proviamo con la trasformazione di Galileo V ct O ct’ O’ x' x Vt P x x' Qui abbiamo: x x'Vt x' O' P ct ' dove supponiamo che t’ sia il tempo misurato nel sistema S’ x OP ct dove supponiamo che t sia il tempo misurato nel sistema S ma comunque nella trasformazione di Galileo: t t' a cura di Sandro Ronca y' y V ct O x' x Vt ct’ O’ diviene: P x x' ct ' ct Vt x x'Vt ' t t' diviene: ct ct 'Vt ' a cura di Sandro Ronca y' y V ct O ct’ O’ P x ct ct 'Vt ' ct (c V)t ' ct ' ct Vt ct ' (c V) t x' moltiplichiamole membro a membro c 2tt' (c V)(c V)tt' si ottiene l’assurdo: c c V 2 2 2 La trasformazione di Galileo NON funziona a cura di Sandro Ronca y' y Proviamo con la trasformazione : V ct O ct’ x O’ x' ( x Vt ) P x' x ( x' Vt ' ) x OP ct x' O' P ct ' Qui però immaginiamo che i tempi possano essere diversi t t' La costante non può dipendere dal tempo né dalla coordinate x o x’ altrimenti la trasformazione non sarebbe lineare deve essere la stessa nelle due trasformazioni perché altrimenti, potrei decidere quale sistema si muove. a cura di Sandro Ronca y' y V ct O ct’ O’ x OP ct x' O' P ct ' P x x' x' ( x Vt ) x ( x' Vt ' ) ct' (ct Vt ) ct (ct' Vt ' ) ct' t (c V ) ct t ' (c V ) Come prima moltiplichiamo membro a membro c 2t't 2tt' (c V )(c V ) a cura di Sandro Ronca y' y c t't tt' (c V )(c V ) 2 V ct O ct’ O’ c 2 2 (c 2 V 2 ) P x 2 x' Così possiamo ricavare 2 c 2 2 c V 2 raccogliamo c2 al denominatore: 2 c 2 2 V 2 c 1 2 c 1 2 V 1 2 c a cura di Sandro Ronca y' y Trasformazioni di Lorentz delle coordinate spaziali V ct O ct’ O’ P x x' x' ( x Vt ) x' x Vt V2 1 2 c 1 2 V 1 2 c x ( x' Vt ' ) x x'Vt ' V2 1 2 c a cura di Sandro Ronca y' y Ora cerchiamo una trasformazione per il tempo: V ct O ct’ O’ x' ( x Vt ) P x x' x ( x' Vt ' ) x [ ( x Vt ) Vt ' ] x ( x Vt ) Vt ' 2 (1 ) x Vt Vt ' 2 2 x 2 x 2Vt Vt ' Vt ' (1 ) x Vt 2 2 a cura di Sandro Ronca y' y Vt ' (1 ) x Vt 2 V ct O ct’ O’ P x (1 ) x Vt t' V V 2 x' 2 2 (1 ) x t' t V 2 2 1 V2 1 2 c 2 V 1 2 1 2 1 V 2 c 1 2 1 V2 V2 c2 1 2 1 2 c c a cura di Sandro Ronca y' y V ct O ct’ O’ (1 ) x t' t V 2 P x x' 2 V 1 2 2 2 c 2 V 2 2 x c t' t V V V t ' t 2 x t 2 c c x a cura di Sandro Ronca y' y Trasformazione del tempo V ct O ct’ O’ P x x' V t' t 2 x c V t 2 x c t' V2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Lorentz x' x Vt x 2 V 1 2 c y' y z' z V t 2 x c t' 2 V 1 2 c V Vt P y y' x' x 2 V 1 2 c y' y x'Vt ' x' z z' x V t ' 2 x c t V2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Le trasformazioni di Lorentz Il rapporto: V c Alla velocità della luce: è quasi nullo per le normali velocità di cui abbiamo esperienza. c 1 c V2 1 2 1 2 c la radice: si annulla alla velocità della luce: Il fattore: 1 1 2 V c2 è chiamata contrazione di Ftzgerald 1 2 1 12 0 1 1 diviene infinito alla velocità della luce: 2 è sempre >1 1 1 2 0 11 c = 299792,458 km/s La velocità della luce è una velocità limite in questo universo a cura di Sandro Ronca Le lunghezze si contraggono L' x'2 x'1 L x2 x1 z' V z y' x'1 L’ y x1 L x2 x'2 x' L' x'2 x'1 x x1 e x2 devono essere rilevate allo stesso tempo x2 Vt V2 1 2 c L' x'2 x'1 L' x1 Vt V2 1 2 c x2 x1 V2 1 2 c L V2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Le lunghezze si contraggono z' V z y' 2 x'1 L’ y x1 L x2 x'2 x' V L L' 1 2 c x Contrazione di Fitzgerald a cura di Sandro Ronca I tempi si dilatano Un intervallo di tempo in S’ in cui l’orologio è fermo z' V z t0 t '2 t '1 y' y x' L’intervallo di tempo in S: t t2 t1 x v v t t 2 t1 (t '2 2 x'2 ) (t '1 2 x'1 ) (t '2 t '1 ) t0 c c L’orologio è fermo in S’ quindi x’1=x’2 a cura di Sandro Ronca I tempi si dilatano Un intervallo di tempo in S’ in cui l’orologio è fermo z' V z t0 t '2 t '1 y' y x' L’intervallo di tempo in S: t t2 t1 x t t0 t0 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità S’ sistema di riferimento del treno y’ V u’ y x’=u’t’ V x=u t x' ( x Vt ) u ' t ' x Vt u ' t u 'V x 2 c V t' t 2 x c x u 'V x u ' t Vt 2 c x ( x Vt ) u ' t V c2 x u 'V x1 2 (u 'V )t c a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità y’ S’ sistema di riferimento del treno V u’ y x’=u’t’ V x=u t u 'V x 1 2 c (u 'V )t x u 'V t 1 u 'V c2 x x u t u 'V u u 'V 1 2 c a cura di Sandro Ronca Trasformazione delle velocità y’ S’ sistema di riferimento del treno V u’ y x’=u’t’ V x=u t Relativistica u 'V u u 'V 1 2 c x Galileiana u u ' V a cura di Sandro Ronca Raggio di luce y’ S’ sistema di riferimento del treno V c y V x u' c Relativistica u 'V c V u u 'V cV 1 2 1 2 c c Galileiana u c V c a cura di Sandro Ronca Trasformazione delle velocità y’ S’ sistema di riferimento del treno V c y V x u' c Relativistica c V c V u cV V 1 2 1 c c Galileiana u c V c a cura di Sandro Ronca Trasformazione delle velocità y’ S’ sistema di riferimento del treno V c y V x u' c c V c V u c V c V 1 c c Conferma che la velocità della luce è la stressa in ogni sistema di riferimento. a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità dirette lungo y’ y’ S’ sistema di riferimento del treno V uy’ y V t ' t '2 t '1 t t2 t1 V t t ' 2 x' c x x2 x1 y y2 y1 y' y'2 y'1 y y ' V t t ' 2 x' c uy x y ' V x ' t ' 1 2 c t ' a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità dirette lungo y’ y’ S’ sistema di riferimento del treno V uy’ y V t t2 t1 x x2 x1 y ' uy V x ' t ' 1 2 c t ' y y2 y1 y ' 1 uy t ' V x' 1 2 c t ' x ux t x 1 u y u' y V 1 2 u ' x c a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità dirette lungo y’ y’ S’ sistema di riferimento del treno V uy’ y V x u' y V2 uy 1 2 c u'x V 1 2 c e l’inversa: uy V2 u' y 1 2 c u xV 1 2 c a cura di Sandro Ronca Comporre le velocità dirette lungo y’ y’ S’ sistema di riferimento del treno V uy’ y V x Ma u’x= 0 u' y V2 uy 1 2 c 0 V 1 2 c u y u' y V2 1 2 c Proviene dalla dilatazione del tempo a cura di Sandro Ronca Urto elastico di due particelle A e B di uguale massa m e velocità uguali ed opposte m vA1 Siamo nel sistema di riferimento del laboratorio Le particelle hanno velocità uguali ed opposte y m La quantità di moto totale si conserva v B1 laboratorio x a cura di Sandro Ronca Well, la quantità di moto è data dal prodotto della massa per la velocità: p mv La mia 2a legge dice che: F ma Cioè che una forza F imprime ad una massa m un’accelerazione a Sir Isaac Newton (1642-1726) a cura di Sandro Ronca However, l’accelerazione è una variazione di velocità in un dato intervallo di tempo v v2 v1 a t t So, my law diventa: v2 v1 F ma m t O meglio: Sir Isaac Newton (1642-1726) a cura di Sandro Ronca Ft mv2 mv1 Ma se la forza è nulla: 0 mv2 mv1 La quantità di moto si conserva: mv2 mv1 Sir Isaac Newton (1642-1726) a cura di Sandro Ronca Per esempio la quantità di moto totale prima dell’urto mv1 sarà uguale a quella dopo l’urto mv2 mv2 mv1 Sir Isaac Newton (1642-1726) a cura di Sandro Ronca Urto elastico di due particelle A e B di uguale massa m e velocità uguali ed opposte vA2 m vA1 Siamo nel sistema di riferimento del laboratorio Le particelle hanno velocità uguali ed opposte y m mv A 2 mvB 2 mv A1 mvB1 finale v B1 La quantità di moto totale si conserva laboratorio x iniziale v B2 a cura di Sandro Ronca Urto elastico di due particelle A e B di uguale massa m e velocità uguali ed opposte vA2y vA2 vA2x vA1 m vA1y vA1x mv A 2 x mvB 2 x mv A1x mvB1x Ma si devono conservare anche le singole componenti della quantità di moto y m v B1 finale iniziale finale iniziale mv A 2 y mvB 2 y mv A1 y mvB1 y v B1y v B2x v B1x v B2 laboratorio x v B2y a cura di Sandro Ronca Quantità di moto iniziale e finale per componenti mvA2y m mvA2x mvA1y mvA1x mvA2x mvA1x + + =0 mv B2x mv B1x mv B1y y + mvA1y =0 =0 mvA2y + mv B2y PRIMA =0 DOPO mv B1y m mv B1x laboratorio x mv B2x mv B2y La quantità di moto totale iniziale e finale sono nulle in questo caso a cura di Sandro Ronca Urto elastico di due particelle A e B di uguale massa m e velocità uguali ed opposte Semplifichiamo le notazioni vy m –vx –vy –vx Poiché le velocità sono uguali ed opposte tutte le componenti corrispondenti sono uguali in modulo. Le velocità sono positive se dirette nel verso positivo degli assi, altrimenti sono negative. y vy m vx vx –vy laboratorio x a cura di Sandro Ronca Urto elastico di due particelle A e B di uguale massa m e velocità uguali ed opposte v2 m v1 Consideriamo un sistema di riferimento S’ che si muove verso destra con velocità uguale alla componente x della velocità della particella B Osserviamo che nel sistema S’ di la particella B si muove solamente lungo l’asse y’ y’ y m w1 x’ w2 laboratorio x a cura di Sandro Ronca L’urto nel sistema S’ v’2 v’1 y’ w’1= w’y V=vx m w’2= –w’y m x’ a cura di Sandro Ronca L’urto nel sistema S’ La quantità di moto si conserva lungo x’ v’y m v’x – v’y v’x v' x y’ w’y V=vx m – w’y vx vx 2V v v V 1 x2 x 1 2 c c La quantità di moto si conserva lungo l’asse x’ perché le velocità iniziali e finali di A sono uguali mentre B non ha componenti della velocità lungo x’ x’ a cura di Sandro Ronca L’urto nel sistema S’ La quantità di moto NON si conserva lungo y’ v’y m v’x – v’y v’x y’ w’y V=vx m – w’y v 2x vy v' y 1 2 c vx vx 1 2 c V vx vy V2 v' y 1 2 2 c V 1 2 c x’ a cura di Sandro Ronca L’urto nel sistema S’ La quantità di moto NON si conserva lungo y’ v’y m v’x – v’y v’x v 2x vy w' y 1 2 c vx vx 1 2 c V vx y’ w’y V=vx m – w’y V2 w' y 1 2 2 c V 1 2 c vy x’ a cura di Sandro Ronca Perché si conservi la quantità di moto anche lungo y’ le componenti di velocità lungo y’ dovrebbero essere uguali (ed opposte), ma: V2 v' y 1 2 2 c V 1 2 c vy Noto che: w' y V2 w' y 1 2 2 c V 1 2 c vy vy V2 1 2 c Qual è la velocità maggiore? a cura di Sandro Ronca Qual è la velocità maggiore in modulo? < 1: diminuisce vy V2 v' y 1 2 2 c V 1 2 c vy w' y > 1: diminuisce vy Quindi: vy V2 1 2 c < 1:aumenta vy w' y v' y mw' y mv' y La quantità di moto non si conserva a cura di Sandro Ronca Questo era un problema veramente molto serio. Era inammissibile che, in qualche sistema di riferimento, fosse violata una fondamentale legge di conservazione della natura a cura di Sandro Ronca Per far tornare i conti dovremo rinunciare all’idea che la massa sia un’entità indipendente dal moto, ma che dipenda a sua volta dalla velocità della particella a cura di Sandro Ronca Trovai che una buona legge di variazione della massa era questa: m m0 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca La legge di variazione della massa m m0 2 v 1 2 c Per comprendere il senso di questa definizione osserviamo le velocità che avevamo trovato (sostituiamo V con vx ): vx2 v' y 1 2 2 c vx 1 2 c vy vx2 w' y 1 2 2 c vx 1 2 c vy differiscono solo per il segno della componente vx , altrimenti sarebbero identiche e la quantità di moto si conserverebbe. Cerchiamo allora una definizione della quantità di moto che la renda indipendente dalla velocità lungo x. a cura di Sandro Ronca Una componente di velocità perpendicolare al moto del sistema (lungo x) è data: nel sistema S da: y t nel sistema S’ da: y ' t ' Tuttavia: y y ' Infatti la componente di velocità lungo x compare a causa della trasformazione dell’intervallo temporale Δt → Δt’ L’intervallo di tempo proprio Δt0 è quello misurato dagli orologi fermi in un dato sistema di riferimento: t t 0 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Poiché: v2 t0 t 1 2 c y’ v y z’ tempo proprio in S’ z x’ Tutti gli osservatori saranno in grado di calcolare correttamente Δt0 e soprattutto otterranno lo stesso valore una volta che si sia misurato il tempo Δt e sia nota la velocità v con cui il sistema di riferimento S’ si sposta. x Una velocità calcolata come: y y ' Infatti : t 0 t 0 y t0 quindi: sarebbe la stessa in tutti i sistemi di riferimento y y t0 t 1 v2 1 2 c a cura di Sandro Ronca Allora ha senso ridefinire la quantità di moto come: p mv m0v v2 1 2 c che garantirà la conservazione della quantità di moto in tutti i sistemi di riferimento. a cura di Sandro Ronca In matematica si dimostra che (sviluppo binomiale): 1 v2 3 v4 1 4 .... 2 2 2c 8c v 1 2 c 1 1 v2 3 v4 m m0 1 4 .... 2 v2 2c 8c 1 2 c m0 1 v2 3 v4 m m0 1 4 .... 2 2c 8c a cura di Sandro Ronca Trascurando i termini di ordine superiore: 1 v2 m m0 1 2 2 c 1 m0 v 2 m m0 2 c2 Moltiplico per c2: 1 mc m0 c m0 v 2 2 2 Energia Totale 2 Energia a Riposo Energia Cinetica a cura di Sandro Ronca La massa aumenta con la velocità Da notare che se v tende alla velocità della luce, la massa aumenta e tende a diventare infinita m m0 v2 1 2 c Gli oggetti dotati di massa non possono raggiungere la velocità della luce. Secondo la relatività ristretta sarebbe necessaria una energia infinitamente grande per portare una massa (che diviene infinita) a quella velocità La velocità della luce è un limite non raggiungibile dagli oggetti dotati di massa Spazio-tempo 2D FUTURO Uno spazio tempo 2D è rappresentato da una sola coordinata spaziale x, e da una coordinata temporale t tempo t Le linee inclinate rappresentano la velocità della luce. Ciò che si muove alla velocità della luce è rappresentato in ogni istante da un punto su quelle linee spazio x PRESENTE L’origine degli assi rappresenta il presente: qui e ora La curva l è la linea d’universo. Rappresenta il percorso di un oggetto nello spazio-tempo. Per esempio la vita di un individuo PASSATO a cura di Sandro Ronca Spazio-tempo 3D cono luce a cura di Sandro Ronca Spazio-tempo 2D FUTURO t Le linee d’universo sono tutte contenute nei coni del futuro e del passato Per tutti questi eventi vi è un nesso causale (principio di causa-effetto) Le zone contrassegnate con ALTROVE sono posizioni spazio-temporali non raggiungibili. Lo sarebbero solo se si potesse viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce. ALTROVE ALTROVE x PRESENTE ALTROVE ALTROVE PASSATO a cura di Sandro Ronca Misurare il tempo in metri Le trasformazioni di Lorentz mescolano le coordinate spaziali e temporali x' ( x Vt ) V t' t 2 c x 1 V2 1 2 c V c Nel tempo t la luce percorre uno spazio ct che chiamiamo τ (tau) ct Poiché la velocità della luce è identica in tutti i sistemi di riferimento, possiamo usare τ invece di t per misurare i tempi Definire la velocità adimensionale x V t La velocità è definita come: La velocità usando τ diviene v x x x V v ct c è adimensionale v La velocità diventa il rapporto tra la velocità del corpo e la velocità della luce ed è un numero privo di dimensioni (rapporto tra due velocità) La velocità della luce unitaria Per la velocità della luce: V c La velocità della luce ha valore unitario v c 1 c Spazio-tempo 2D e trasformazioni di Lorentz del tempo In un diagramma (x,ct) le linee che rappresentano la velocità della luce (linee di universo della luce) sono le bisettrici degli assi (45°, 135°) V t' t 2 c ct x x diviene: V ct ' ct c 2 x c posto: V c ' x a cura di Sandro Ronca Spazio-tempo 2D e trasformazioni di Lorentz dello spazio ct Per le coordinate spaziali: x' ( x Vt ) ct t c x x' ( x V ) c posto: V c x' ( x ) a cura di Sandro Ronca Trasformazioni di Lorentz nel sistema (x,ct) con c = 1 ct Nel nuovo sistema abbiamo: velocità della luce: c 1 coordinate temporali: ct ' ct ' velocità di S’: x V c x' ( x ) ' x Notare la simmetria rispetto a x e τ a cura di Sandro Ronca Velocità nel sistema (x,ct) con c = 1 Un oggetto con velocità: x u (t ) t Nel nuovo sistema con : c 1 Avrà velocità: x u (t ) v c ct x Ogni velocità è in realtà un rapporto tra l’effettiva velocità definita in funzione del tempo e la velocità della luce x x u (t ) v ct c a cura di Sandro Ronca Il sistema (x,ct) L’asse ct rappresenta lo scorrere del tempo τ (e quindi anche del tempo t) per qualcosa che è fermo all’origine x=0 e non cambia posizione. L’equazione di questo asse è: τ=ct ciò che è fermo in x = 0 qualsiasi evento che avviene al tempo t=0 x0 x L’asse x rappresenta ogni possibile evento che avviene al tempo iniziale t = 0. L’equazione di questo asse è: ct 0 oppure: 0 tutto ciò che si muove alla velocità della luce a cura di Sandro Ronca Eventi simultanei τ = ct Gli eventi A, B, C e D sono simultanei nel sistema di riferimento S A B C O D x Gli eventi A e D non sono raggiungibili da O perché sono fuori dal cono-luce. Per presenziare agli eventi A o D, O dovrebbe potersi muovere con una velocità maggiore di quella della luce a cura di Sandro Ronca Eventi nello stesso luogo Gli eventi A, B, C e D avvengono nello stesso luogo, nel sistema di riferimento S L’evento C (B è nel passato) non è raggiungibile da O perché si trova fuori dal cono-luce. Per presenziare all’evento C , O dovrebbe potersi muovere con una velocità maggiore di quella della luce. Infatti C è troppo distante (nello spazio) da O per poter essere raggiunto nel tempo τC senza superare la velocità della luce. τ = ct D τC O C B x A a cura di Sandro Ronca Come rappresentare il sistema (x’,ct’) τ Il sistema S’ si muove con velocità V e quindi con velocità adimensionale β = V/c nel verso positivo di x. Al tempo t = 0 le origini dei due sistemi S e S’ coincidono. ct 0 Le equazioni degli assi di S sono: x0 x0 ct 0 O x così dovrà essere per gli assi di S’ : x' 0 ct ' 0 e quindi: 0 ( x ) 0 x 0 x 0 x perché: 0 a cura di Sandro Ronca Equazione dell’asse ct’ 0 ( x ) x' 0 ma: ct ct’ 0 0 x ct 1 1 x oppure: ct 1 x O x x è una retta di coefficiente angolare >1 infatti: 1/β = c/V quindi ha pendenza maggiore della linea di universo della luce. a cura di Sandro Ronca Equazione dell’asse x’ 0 x ct ' 0 ma: ct 0 0 x x oppure: x’ ct x O x è una retta di coefficiente angolare <1 infatti: β = V/c quindi ha pendenza minore della linea di universo della luce. a cura di Sandro Ronca Assi del sistema S’ ct Il sistema S’ in moto rispetto a S nel verso delle x positive è rappresentato dagli assi inclinati x’ e ct’ ct’ x’ O x a cura di Sandro Ronca Spazio-tempo 2D ct’ ct Mentre se la velocità è diretta nel verso delle x negative: O x x’ a cura di Sandro Ronca Eventi in S e S’ L’evento E in S ha coordinate E(xE , τE). L’evento E in S’ ha coordinate E(x’E , τ’E). τ’E < τE è passato meno tempo in S’ di quanto ne sia passato in S. Gli orologi di S’ rallentano ct’ ct τE E τ’E x’ x’E O xE x Ox’E < OxE Le lunghezze in S’ sono minore che in S Contrazione delle lunghezze a cura di Sandro Ronca L’equivalenza tra gravitazione e sistemi di riferimento accelerati fu il pensiero più felice della mia vita a cura di Sandro Ronca Se mi trovassi in una cabina d’ascensore in caduta libera non sentirei alcun effetto della gravità. Penserei di trovarmi in un sistema inerziale in quiete o in moto rettilineo uniforme. a=g a cura di Sandro Ronca Ma se la cabina nello spazio fosse accelerata con un’accelerazione pari a quella di gravità, tutto, all’interno , si svolgerebbe come se mi trovassi in un campo gravitazionale simile a quello terrestre a=g a cura di Sandro Ronca Image credits:Virtualtouring.it Esattamente come sulla superficie della Terra, dove gli oggetti cadono in verticale o seguendo un arco di parabola, se hanno una componente di velocità orizzontale Dove portano questi ragionamenti? a cura di Sandro Ronca Il principio di equivalenza F mI a Massa inerziale mI Image credits:Virtualtouring.it M T mG F G r2 m G mI Massa gravitazionale mG a cura di Sandro Ronca Il principio di equivalenza Nessun esperimento permette di capire se ci si trova in un sistema di riferimento uniformemente accelerato con accelerazione a oppure in un sistema non accelerato posto in un campo gravitazionale in cui l’accelerazione sia g = –a La massa gravitazionale che compare nella legge di gravitazione universale M T mG F G r2 e la massa inerziale che compare nella seconda legge della dinamica F mI a coincidono perfettamente: m G mI a cura di Sandro Ronca Anche la luce sembra incurvarsi in un sistema accelerato, anche se l’effetto, a causa della velocità della luce, è quasi impercettibile su scala locale. Per il principio di equivalenza la stessa cosa succede in un campo gravitazionale. a=g a cura di Sandro Ronca a cura di Sandro Ronca Se la cabina si muovesse con moto rettilineo a velocità costante, la contrazione delle lunghezze lungo la direzione del moto ci farebbe apparire il raggio ancora rettilineo. Ma nel sistema accelerato la velocità, e quindi la contrazione, non è costante. Il raggio di luce appare incurvato. a=g a cura di Sandro Ronca a cura di Sandro Ronca Effetti gravitazionali sulla luce I calcoli di Einstein basati sulla sua teoria della relatività generale indicarono che I raggi della luce di una stella radente il Sole dovrebbero essere deflessi di un angolo di 1.75 secondi di arco. Ciò fu misurato durante l’eclisse di sole totale del 1919 e durante quasi tutte quelle successive. fonte INFN Relatività in giostra a cura di Sandro Ronca Nella giostra la forza centrifuga spinge gli oggetti verso l’esterno Chi sta sulla giostra può pensare di essere in quiete, ma in presenza di un campo gravitazionale, la cui intensità aumenta man mano che ci si allontana dal centro a cura di Sandro Ronca V accelerazione centrifuga Il sistema ruota quindi vi sarà una forza centrifuga R V2 a R Alice a cura di Sandro Ronca V Per forza! Non vede accelerazione che il suo sistema sta di gravità ruotando. Alice Mi sento pesante. E’ chiaro che mi trovo in un campo gravitazionale Mary a cura di Sandro Ronca Il metro si accorcia: Tim misurerà una circonferenza maggiore Il metro è lungo come quello di Alice. Bob misura il raggio e trova lo stesso valore di Alice Tim Non troveranno il Bob valore corretto di π Alice Lo “spazio” giostra potrebbe non essere è euclideo Tim e Bob potrebbero concludere che la gravità deformi lo spazio a cura di Sandro Ronca Lorologio di Bob è più veloce perché lì la gravità è meno intensa L’orologio di Tim rallenta perché la gravità è più intensa dove lui si trova. Tim L’orologio di Tim è più lento per effetto della rotazione Bob Alice Tim e Bob potrebbero concludere che la gravità rallenta il tempo a cura di Sandro Ronca Furono considerazioni simili a condurmi all’idea che una massa non dava origine ad una forza, ma ad una curvatura dello spazio-tempo a cura di Sandro Ronca Pianeti, stelle, comete … si muovono in linea retta. Ma in uno spazio curvo le rette non sono più tali. a cura di Sandro Ronca Attorno ad una stella massiccia le traiettorie dei pianeti possono essere incurvate dallo spazio fino a formare orbite chiuse. a cura di Sandro Ronca I buchi neri sono previsti dalla teoria della relatività generale. Sono ciò che resta dopo la morte di una stella di massa sufficientemente grande a cura di Sandro Ronca Centaurus A, si trova a 11 milioni di anni-luce dalla terra. È una galassia attiva che contiene al centro un buco nero super massivo a cura di Sandro Ronca Centaurus A (NGC 5128) Credit: X-ray: NASA/CXC/CfA/R.Kraft et al.; Submillimeter: MPIfR/ESO/APEX/A.Weiss et al.; Optical: ESO/WFI Simili oggetti incurvano lo spazio-tempo a tal punto che nemmeno la luce può uscirne E rallentano il tempo, fin quasi a fermarlo a cura di Sandro Ronca Una massa incurva lo spazio-tempo La “forza” di gravità non esiste. È la deformazione dello spazio-tempo che costringe gli oggetti a seguire traiettorie non rettilinee. La curvatura dello spazio-tempo obbliga anche i raggi luminosi a seguire percorsi non rettilinei immagine:http://astrocultura.uai.it Al suo interno vi è una stella di neutroni: diametro 20 km, massa circa 1,5 masse solari. È lo stadio terminale di una stella non sufficientemente massiccia per divenire un buco nero La nebulosa del Granchio dista 6500 anni-luce dalla Terra Anche questi oggetti incurvano fortemente lo spazio dando origine a campi gravitazionali estremamente intensi è il residuo dell’esplosione di una stella, la supernova osservata nel 1054 d.C. Ma la prova più spettacolare della curvatura dello spazio sono le lenti gravitazionali a cura di Sandro Ronca Il cluster Abell 2218 è un ammasso di circa 10000 galassie a circa 2,3 miliardi di anni luce dalla Terra Credits: NASA, Andrew Fruchter and the ERO Team [Sylvia Baggett (STScI), Richard Hook (STECF), Zoltan Levay (STScI)] La sua enorme massa distorce lo spazio creando un effetto lente Così sono ingrandite e distorte le immagini di galassie 5-10 volte più lontane Princeton, 18 aprile 1955 Grazie